Grandi Langhe edizione 2023 a Torino

di Adriano Guerri

Grandi Langhe 2023 ha lasciato davvero soddisfatti produttori e visitatori. 

Come l’anno precedente è andata in scena a Torino, all’interno delle Officine Grandi Riparazioni (OGR), nei giorni  30 e 31 gennaio. La sede delle prime edizioni era ad Alba, graziosa cittadina delle Langhe. La location di Torino, però, ha garantito maggiori spazi espositivi ed era facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto pubblici o privati.

Poca la distanza, infatti, dalla Stazione ferroviaria di Torino Porta Susa e con ampio parcheggio per chi ha preferito spostarsi in auto. Hanno partecipato oltre 3200 visitatori da 20 differenti nazioni, con nutriti banchi  d’assaggio per complessivi 240 produttori felici di far degustare le nuove annate dei loro preziosi vini.

Riflettori puntati sulla 2019 del Barolo, davvero promettente, e sulla 2017 per la tipologia Riserva, nonché la 2020 riguardante Barbaresco e Roero. La coinvolgente kermesse è stata organizzata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio di Tutela Roero con il patrocinio della Regione Piemonte e Banca Intesa Sanpaolo. 

Per ragioni di tempo, naturalmente, vista la vastità dei campioni presenti, ho preferito orientarmi nella selezione seguendo il criterio della piacevolezza di beva. Ecco un piccolo spunto dei migliori assaggi per i lettori di 20Italie, in attesa della prossima edizione di Grandi Langhe.

Michele Chiarlo – Barbaresco Faset 2020 e Barolo Cerequio 2019


Virna Borgogno – Barolo Cannubi sia  2018 che 2019


Malvira’ – Roero Riserva 2017


Fogliati – Barolo Bussia 2018


Fratelli Sergio & Battista Borgogno – Barolo Cannubi 2019


G.D Vajra – Barolo Bricco delle Viole 2019


Francesco Conterno – Barolo Riserva 2016


Agricola Marrone – Barolo Pichemej 2018

“Wine & Siena” edizione 2023

di Adriano Guerri

Siena è una città d’arte e un’ambita meta turistica, soprattutto nel periodo che va da aprile ad ottobre, capace di attirare turisti da ogni parte del mondo. A Siena dal 28 al 30 gennaio 2023 è andata in scena l’ottava edizione di Wine & Siena, una kermesse enogastronomica organizzata da WineHunter, che significa Helmuth Köcher, Presidente del Merano WineFestival.


Un evento voluto proprio da Köcher e da Stefano Bernardini, Presidente di Confcommercio Siena, ma anche dal compianto Andrea Vanni “senese Doc”. In questi tre giorni Siena è stata popolata da molti visitatori che hanno partecipato all’evento ed hanno colto l’occasione per visitare anche i musei della nobile città toscana.

La manifestazione ha avuto luogo all’interno degli ampi e meravigliosi saloni del Complesso Museale Santa Maria della Scala e Palazzo Squarcialupi. Alcuni saloni messi a disposizione per la kermesse vantano affreschi che portano la firma di pittori famosi, quali Lorenzo Vecchietta, Domenico di Bartolo, Priamo della Quercia, Giovanni di Raffaele Pavesi e Pietro d’Achille Crogi.

Detto e scritto ciò, mentre ti trovi di fronte ad un produttore e sorseggi un calice di vino  sei parimenti al cospetto di alcune di queste magnificenze. Un panorama impareggiabile che scende verso la montagnola senese da un lato e verso Montalcino ed il Monte Amiata dall’altro, con alcune vetrate dirimpettaie alla magnifica facciata del Duomo. Siena è avviluppata da dolci colline ed è il baricentro di importanti Docg e Doc conosciute ed apprezzate a livello nazionale ed internazionale.

Gli espositori presenti provengono da molte Regioni dello stivale, con chicche da tutto il globo. Nel salone delle Feste del Grand Hotel Continental Starhotels Collezione hanno avuto luogo alcune masterclass come: Alta Langa, bianchi autoctoni del Friuli Venezia Giulia, rossi purosangue Docg di 6 regioni, una verticale di Riesling Renano, Catwalk Champagne e Chianti Classico: tante microzone a confronto.

Si è pure svolta una tavola rotonda concernente il cambiamento climatico, un aspetto che sta molto a cuore a Helmuth.  Lunedì 30 gennaio, l’ultimo dei tre giorni, è stato interamente dedicato agli operatori del settore professionale con oltre 500 persone accreditate. Un bellissimo ed appassionante appuntamento che sin dai suoi albori è cresciuto in maniera esponenziale, riuscendo a suscitare attenzione da parte degli amanti del vino.

La prossima edizione di Wine & Siena è in programma per l’ultimo week end di gennaio 2024. Ho partecipato sabato 28 gennaio e mi sono avvicinato ad un buon numero di banchi d’assaggio. A seguito note di degustazione di alcuni vini che senza ombra di dubbio meritano un approfondimento.

Casa alle Vacche -Vernaccia di San Gimignano Crocus 2019: ottenuto prevalentemente da uve Vernaccia di Sangimignano, nella sua tonalità giallo dorato è ammantato da una bella brillantezza. La parte olfattiva rimanda a sentori di pesca, zafferano, vaniglia, ananas, mango, papaya e confetto di mandorle, con un sorso che ti colpisce per piacevoli morbidezze ed finale fresco, lungo e giustamente sapido.

Kellerei MeranWeissburgunder Riserva V Years Alto Adige Doc 2013: luminoso, intenso e ricco di sentori di pesca, pera, frutta esotica, spezie dolci. Gusto avvolgente e incredibilmente persistente.

Castelfeder – Burgum Novum Riserva Alto Adige Doc 2019: ottenuto da uve Pinot Nero, richiama alla vista alle nuance rubino trasparente, con un esplosione di profumi tra lamponi, more, fragoline di bosco e cacao in polvere. Allungo aromatico di grande impatto.

Azienda Agricola Gozzelino Sergio – Barbera d’Asti Superiore Docg 2016: veste rosso rubino con limpidi sentori di violetta, rosa, melograno, more, tabacco e pepe ed un palato avvolgente che prende slancio verso scie persistenti.

Marisa Cuomo – Furore Costa d’Amalfi Doc  Riserva 2018: blend 50% Aglianico e 50% Piedirosso, vivace nei riverberi e sprigionante sentori di visciola, mirtilli e mora accompagnati da una sottile speziatura.  Sorso appagante, fine ed equilibrato.

Vecchie Terre di Montefili – Chianti Classico Gran Selezione 2018: Sangiovese in purezza libera note di amarena, violetta, fiori secchi, con balsamicità e speziature finali edun attacco tannico poderoso ma setoso al contempo.

Fattoria di Valiano – Chianti Classico Riserva Poggio Teo 2019: ottenuto con Sangiovese in purezza,  rubino vivace, naso fine con effluvi di marasca,  prugna, mora, cacao e bacche di ginepro,  al palato è rotondo, pieno ed appagante.

Piombaia – Brunello di Montalcino 2017: dai rilfessi granati, al naso apporta ciliegia matura,  frutti di bosco e humus; un leggiadro dai tannini nobili che resiste al tempo.

Cantina Dorgali – Cannonau di Sardegna Classico Doc 2018: dinamismo espresso tra frutta di bosco, ciclamino, mirto e nuances di pino marittimo e pepe nero. Caldo come la Sardegna nel mare d’estate.

Cristian Torsiello, il grande chef minimal

Uno chef coraggioso e “contagioso” con la sua carica di passione, intenzionato a portare avanti il progetto del suo ristorante familiare aperto nel piccolo paese di Valva, insieme al fratello Tomas, e poi realizzato pienamente a Paestum, nella sala dell’Hotel Royal. Sono state due le connotazioni caratteriali a dare grande identità alle sue opere, decretando il noto successo della rinomata Osteria Arbustico, stella Michelin; la costanza e il rigore di Cristian Torsiello a restare sul territorio, con il DNA campano, ma contemporaneamente con il vivo intelletto sempre volto a sperimentare visioni diverse, anche con influenze e contaminazioni internazionali. Uno chef attento, particolarmente riservato, stupisce in lui la naturale tendenza ad esprimere sempre in modi diversi la sua cultura gastronomica: offre ogni volta un’attenta e minuziosa lettura di se stesso nell’intento di fare interpretare al meglio i suoi concept, tornando così ogni volta a dargli nuova linfa, a renderli infiniti nelle loro potenzialità.

Team Costa Del Cilento, la lectio magistralis di Torsiello

Anche durante il suo magistrale intervento del 14 dicembre 2022, in programma tra gli eventi del Team Costa del Cilento, ha coinvolto il pubblico rappresentando al meglio la tradizione culturale dell’associazione che dal 2014 è stata fondata e diretta in questi anni dallo chef Matteo Sangiovanni. Occasioni di rilievo, quelle organizzate dal Team, che danno vita ad interessanti manifestazioni utili per il settore gastronomico, ma anche a pure espressioni di bellezza della cucina, di fine dining particolari in cui è possibile vedere intrecciare mani degli chef italiani più importanti e così anche le loro filosofie. Un spettacolo che è in fondo specchio della nostra grande cultura nazionale che ha sempre valorizzato la genuinità e la qualità delle materie prime.

Questa volta è stata la location de Le Radici Ristorante (dove lo Chef Executive Matteo Sangiovanni è a lavoro dal 2020) l’ambientazione d’eccezione per la lectio magistralis di Torsiello che, tra l’interesse del pubblico, ha illustrato le preparazioni di alcune sue pietanze, tra le quali alcune storiche nel corso della sua carriera.

Cristian Torsiello è lo chef della distensione e della saggezza, fedele alla sua idea iniziale che ancora anima le sue convinzioni e con cui ha aperto l’Osteria Arbustico, con il chiaro obiettivo di ricreare un’oasi, un luogo tranquillo dove poter fare vera esperienza del sapore. Un ristorante lontano dal caos, accogliente e sereno, al pari del suo carattere.

Nota è anche la sua filosofia minimalista sempre alla ricerca di creazioni che sappiano sublimare i sapori genuini delle materie prime, senza alterare l’eccellenza del loro sapore naturale. “L’agnello deve rimanere agnello” è solito dire nel corso delle sue lezioni, a riprova del suo amore per la cucina, un indiscutibile tratto, tra l’altro, tipico di un’intelligenza acuta che si pone sempre al servizio del gusto, trattando e lavorando sapientemente le materie prime, senza snaturarle con le tecniche. Torsiello del resto ha sempre definito la sua cucina diretta e schietta, ricca di tecnicismi che ottimizzano i sapori, ma che mantengono come protagoniste proprio le materie prime.

Lo chef Torsiello sa cosa è la vera passione: quella che lascia le performances solo sullo sfondo, di modo che brilli indiscussa in primo piano tutta la qualità della propria opera.

Evento “Vini Migranti”: il punto di vista di 20Italie

Lo scorso 22 e 23 gennaio alle ex scuderie Granducali di Firenze  ha avuto luogo la terza edizione di Vini Migranti. Una fiera che ha visto la partecipazione di 60 produttori provenienti da ogni parte d’Italia e da nazioni quali Argentina, Francia, Germania, Libano, Slovenia, Spagna, Ungheria e Giappone per quanto concerne il Sakè, propriamente chiamato Nihonshu. Un’occasione dedicata interamente a piccole ed esclusive realtà vitivinicole del panorama enologico.

Da un desiderio di Teseo Geri – Distribuzione Tanta Roba – assieme ad un gruppo di ristoratori ed enotecari è nato l’evento con il preciso obiettivo di far conoscere cantine da tutto il mondo in una regione a forte vocazione produttiva come la Toscana. Nella due giorni di kermesse hanno avuto luogo anche le Masterclass alle quali, mio malgrado per limiti di tempo, non ho potuto partecipare. La fiera è stata ben organizzata e da consigliare sicuramente agli amanti del nettare di Bacco. Mi sono presentato subito pronto ai banchi d’assaggio, notando un’ottima rispondenza del pubblico di settore: ecco la segnalazione delle note di merito.

Úrágya 57 annata 2015 Demetervin. L’azienda si trova a Mád, in Ungheria, nella storica regione vitivinicola di Tokaj. Ottenuto interamente da uve Furmint provenienti da un vigneto che risale al 1921, è di un luminoso giallo dorato,  sprigionante all’olfatto eleganti sentori di pesca, albicocca e frutta tropicale che ben si fondono con note di agrumi canditi.  Sorso piacevolmente fresco e sapido, dotato di una ottima lunghezza.

Friulano Doc Colli Orientali del Friuli Colvierie 2020 Azienda Agricola Sara & Sara. La Cantina è immersa nella campagna di Savorgnano del Torre in provincia di Udine. Friulano in purezza, affina per un periodo di 10 mesi in tonneaux francese. Delicate le nuance paglierine, al naso prorompono sentori di camomilla, pera, albicocca e mandorla, ben amalgamate a note di agrumi e vaniglia. Tutto molto avvolgente dal finale sapido, persistente e di buona armonia.

Ribolla Gialla Filip Jure  Štekar 2018: cantina a Snežatno, in Slovenia, a poca distanza dal Collio Goriziano. Anche qui parliamo di un monovarietale spinto agli occhi verso le classiche sfumature ambrate della tipologia, con profumi di albicocca, mango e papaya alle quali seguono gustose scie di erbe aromatiche. Lascia un palato elegante e delicato, colpendo per gradevole piacevolezza di beva.

Fara Doc 2018 Az. Castaldi Francesca: ubicata a Briona, in provincia di Novara, tra le splendide colline dell’Alto Piemonte. Blend costituito da 70% di uve Nebbiolo ed il restante 30% di Vespolina; bellissimi i riverberi intensi rosso rubino, spiccano poi sbuffi di violetta,  petali di rosa, frutti di bosco e frutta essiccata  con un gusto pieno ed appagante, dal finale speziato.

Il Faro Doc Chiano Conti 2015 Tenuta Gatto viene prodotto sulle alture di Messina, a 400 metri. Vino da uve Nerello Mascalese (50%), Nerello Cappuccio (30%), Nero d’Avola (15%) ed il raro autoctono Nocera, affina prima in acciaio e poi un anno in tonneaux. Veste di rosso rubino intenso, quasi impenetrabile, dipanandosi tra eleganti sentori di rosa, geranio, ciliegia, mora accompagnate da note di spezia. Rotondo e di buona struttura con la giusta corrispondenza nelle diverse fasi di giudizio.

E chiudiamo con Chianti Riserva Docg Regista 2019 Il Palagio. La Tenuta, di proprietà del cantante Sting (ex leader dei Police) e di sua moglie Trudie, si trova a Figline Valdarno (FI), nella residenza estiva.  Prodotto che dimostra la dinamicità del Sangiovese sia nel colore rubino che nei profumi potenti e complessi tra ciliegia, violacciocca, prugna, cacao e liquirizia. Trama tannica ben amalgamata con un finale fresco e sapido. Un degno “messagge in a bottle” di commiato in attesa del prossimo anno.

L’insostenibile eleganza di “Nebbiolo nel Cuore”

di Augusta Boes

Tutta l’eleganza del Nebbiolo all’evento Nebbiolo nel Cuore. Giunto alla IX edizione l’evento cult di Riserva Grande torna a Roma nella sua veste classica: senza contingentamenti o distanziamenti, potendo finalmente rivedersi in volto. Tra sorrisi, abbracci e tintinnii di calici il Nebbiolo è stato finalmente libero di scorrere copioso per due giorni di festa e di pura condivisione.

Nebbiolo nel Cuore, un nome perfetto per colui che non può non essere annoverato tra i vitigni prediletti di ognuno per insostenibile eleganza, inconfutabile piacevolezza e, diciamolo, anche per una indiscussa notorietà. Nebbiolo non è sinonimo soltanto di Barolo ce n’era tanto presente. Ed in questo Marco Cum è un “Maestro” nel distinguersi, con una selezione sempre originale e di qualità elevatissima che porta in scena ogni volta il nobile vitigno in tutte le sue sfaccettature e declinazioni. Per quanto sia difficile e capriccioso, con il ciclo vegetativo più lungo di altri vitigni, assolutamente incapace di adattarsi al di fuori delle sue poche zone di elezione, possiede una personalità poliedrica e versatile. Dal Roero alle Langhe, dall’Alto Piemonte al Monferrato, dall’Alto Canavese finanche alla Valtellina non mancava nessuno (o quasi).

Si può seguire l’istinto e la curiosità, con il privilegio di poter bere in scioltezza, perché non c’è stato un solo banco d’assaggio che non abbia riempito il calice di emozioni palpitanti. Che fosse Barbaresco, Sizzano, Lessona, Boca, Valtellina, Barolo o altro, il comune denominatore di ogni assaggio è stato sempre e comunque la insostenibile eleganza del Nebbiolo. Non nomino nessuno…perché dovrei in realtà nominarli tutti! Però la verticale del Barolo Bricco San Pietro che ci ha offerto Anna Maria Abbona ve la devo raccontare. Nel confronto tra i millesimi 2015, 2016, 2017 e 2018, la degustazione verticale (dalle annate più giovani alle mature o viceversa) è sempre un viaggio infinito nell’incomparabile. Una sequenza di racconti che si intrecciano e si dividono senza mai incontrarsi realmente. Vini che si somigliano alla stregua in cui si somigliano i fratelli e le sorelle. Per quanto condividano lo stesso DNA non si può prevedere il futuro di uno basandosi sulle caratteristiche e le performance dell’altro. Figli di annate diverse: ognuno una nuova sfida e per ognuno una nuova scelta.

Il vignaiolo lavora tanto, patisce tanto, ma per fortuna non si annoia mai. Ognuno di questi vini vive e rifulge di luce propria e a nulla vale paragonare la forza prorompente della giovinezza con il fascino ammaliante di una personalità più evoluta. Sono aspetti profondamente diversi della stessa bellezza, che non possono e non devono essere estrapolati dal contesto e dal momento dell’incontro. Devo ammettere, senza alcuna volontà di scherno, che ho sorriso in silenzio ascoltando le divagazioni di un neo-sommelier di turno, nel tentativo di raccontare la storia di questo Barolo come una sorta di “verità assoluta” con aria da saccente come ne esistesse una sola e non quattro distinte e separate! C’è stato un tempo in cui sono stata anch’io una giovane Sommelier certo, ma già allora preferivo degustare in silenzio ed ancora oggi lascio la voce soltanto al vino ed a chi lo produce. Ascoltando le loro storie imparo qualcosa di nuovo e, soprattutto, me ne torno a casa con qualche amico in più nel cuore! Chiudo la lieve parentesi da “maestrina bacchettona” ed anticipo invece una grande novità: La Guida di Nebbiolo nel Cuore – Vademecum per l’appassionato, il degustatore, il viaggiatore. Sarà una guida digitale, sempre aggiornata in tempo reale e fruibile attraverso una specifica APP. La prima guida completa ed esaustiva sul Nebbiolo, organizzata per valorizzare le molteplici declinazioni e le tipiche espressioni territoriali del nobile vitigno. Un supporto smart per i viaggiatori enoici.

Approfondire la conoscenza dei vini, e visitare i luoghi del Nebbiolo non sarà mai così semplice, con tutte le informazioni utili digitalizzate alla portata di ognuno e facilmente consultabile grazie ad una esperienza utente progettata ad hoc. Infine, una menzione speciale la do all’Arneis, vitigno a bacca bianca originario del Roero che in passato veniva coltivato ai margini delle vigne di Nebbiolo perché il suo forte profumo attirava sia gli uccelli golosi che gli insetti. Devo confessare che i pochi assaggi del passato non mi avevano entusiasmata, ma mi sono dovuta ricredere. Intenso e floreale, appaga i sensi e consola il cuore. Voglio più Arneis nel mio futuro! Con la partecipazione di 50 cantine, oltre 300 etichette in degustazione e circa 1.500 visitatori, equamente distribuiti nelle due giornate, la IX edizione di Nebbiolo nel Cuore ha battuto tutti i record a dimostrazione del fatto che l’amore per questo nobile vitigno non solo è eterno ma anche contagioso. Per quest’anno è tutto, alla prossima edizione!

La lista completa dei produttori presenti la trovate qui: https://www.nebbiolonelcuore.it/i-produttori/

La Sardegna di Vinodabere

40 aziende ed oltre 170 vini
Sabato 21 e domenica 22 gennaio 2023
Hotel Belstay, Via Bogliasco, 27 – Roma

Conoscere la produzione vitivinicola di un’isola affascinante come la Sardegna; girare tra i banchi di assaggio ed apprezzare la varietà enologica che questa terra sa offrire; incontrare di persona gli artigiani del vino e degustare oltre 170 etichette. Tutto questo succederà a Roma a La Sardegna di Vinodabere, alla sua prima edizione, che si terrà sabato 21 e domenica 22 gennaio all’Hotel Belsaty. 

Saranno 40 le cantine sarde selezionate dal team della testata Vinodabere diretta da Maurizio Valeriani profondo conoscitore della produzione locale, che condurrà i visitatori in un viaggio alla scoperta di tante aree diverse tra loro, ovvero Alghero, Gallura, Mamoiada, Mandrolisai, Ogliastra, Orgosolo, Oristanese, Sorso, Sulcis ed il sud della Sardegna. Alcuni di questi stessi territori saranno anche i protagonisti delle masterclass in programma sabato 21 gennaio. Scopo di questa manifestazione, al suo primo anno di vita, è quello di promuovere una viticoltura dove ancora tanto è da scoprire, attraverso l’assaggio di vini prodotti da realtà anche di piccole dimensioni e meno conosciute, oltre che da cantine note in tutto il Mondo.

Tra bollicine, bianchi, rossi e rosati La Sardegna di Vinodabere sarà una esperienza vinosa fatta di mille colori, sfumature ed odori: un tour in una terra  fatta di storia e di tradizioni, con lo sguardo attento e curioso sul futuro.

Programma

Sabato 21 gennaio ore 9:00: Masterclass “Il Carignano del Sulcis ed il piede franco” – condotta da Dario Cappelloni e Maurizio Valeriani.

Sabato 21 gennaio ore 10:30: Masterclass “Mamoiada e la viticoltura di montagna” – condotta da Dario Cappelloni, Antonio Paolini e Maurizio Valeriani. 

Sabato 21 gennaio ore 12: Masterclass “Mandrolisai e la vocazione enoica di un territorio nel cuore della Sardegna” – condotta da Dario Cappelloni e Maurizio Valeriani.

Orari

Sabato 21 gennaio ore dalle 15 alle 16,30

Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) e stampa. Ingresso gratuito accreditandosi inviando una mail a vinodabere@gmail.com entro il 19 gennaio 2023.

Sabato 21 gennaio ore dalle 16,30 alle 20,30

Apertura banchi di assaggio per il pubblico Per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) e stampa.

Domenica 22 gennaio ore dalle 10 alle 12,30

Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) e stampa. 

Domenica 22 gennaio ore dalle 14 alle 19

Apertura banchi di assaggio per il pubblico. Per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) e stampa ingresso gratuito accreditandosi inviando una mail a vinodabere@gmail.com entro il 19 gennaio 2023.

Biglietti e maggiori info https://www.metooo.it/e/la-sardegna-di-vinodabere

GUIDA BIO 2023: A Salerno l’evento nazionale sui vini biologici italiani

Con oltre 2000 vini degustati e recensiti e 500 aziende è stata presentata la nuova edizione della Guida Bio 2023 a cura di Antonio Stanzione. La città di Salerno ha fatto questa volta da madrina al primo e unico format nel panorama nazionale ad occuparsi esclusivamente di vini derivanti da agricoltura biologica certificata o in conversione, che per la sua quarta edizione si presenta anche in formato cartaceo. Un doppio evento, con la premiazione nella mattina di sabato 14 gennaio a Palazzo Sant’Agostino per l’assegnazione dell’ambita Foglia d’Oro 2023 (il massimo riconoscimento) e, nel pomeriggio, il salone con le etichette più esclusive in assaggio nella straordinaria location della Stazione Marittima Zaha Hadid. La guida traccia un itinerario d’eccellenza che si snoda da Nord a Sud, attraverso tutte le regioni d’Italia, con aperture anche internazionali nel caso dell’Istria. Un volume che viene così a configurarsi come una preziosa mappatura che diventa strumento imprescindibile per tutti gli appassionati e i “winelover”, per orientarsi alla ricerca di prodotti di qualità, garantiti al 100% biologici.

«Guida Bio nasce con l’intento di valorizzare le scelte green ed ecosostenibili del mondo enologico e di altri comparti della produzione agricola – sottolinea Antonio Stanzione, Direttore e ideatore di Guida Bio, curatore sezione Vino – L’agricoltura biologica è una sfida difficile, ma è anche un percorso di responsabilità nella produzione dei beni e nella salvaguardia delle opportunità delle generazioni future, di sostenibilità ambientale e dei processi di lavorazione. Oggi sempre più produttori sono coinvolti in questo mondo, spinti da motivazioni di carattere ambientale, sociale e di tutela del consumatore, attore sempre più attento alla provenienza delle materie prime, alla certificazione d’origine e alla qualità dei procedimenti di trasformazione di queste. Bio è scelta di consapevolezza, etica, lungimiranza, rispetto e qualità».

Credits: https://www.facebook.com/guidaBio.it/

La Guida Bio 2023 permette al lettore di entrare nell’esperienza delle aziende, di penetrare nel loro vissuto, immedesimandosi nel loro mondo fatto di scelte molto coraggiose, di valorizzazione del territorio, di tradizioni legate alla sostenibilità ambientale e alla continua ricerca dell’eccellenza. Il volume è suddiviso in 20 capitoli, uno per ogni regione italiana, eccezion fatta per Friuli Venezia Giulia e Istria che vede vini e aziende provenienti anche dal territorio istriano oltreconfine. Sono state selezionate ed inserite le cantine in ordine alfabetico, con i dati di contatto, una sintetica descrizione aziendale ed una breve degustazione dei vini completa di punteggio e prezzo. I vini menzionati sono stati degustati e recensiti tutti rigorosamente alla cieca dalle varie commissioni regionali. La valutazione prevede un punteggio da 2 a 5 foglie. È stata, inoltre, assegnata la foglia d’oro, una menzione speciale per i vini che si sono distinti per eleganza, qualità e specificità. Un folto pubblico di operatori del settore, semplici appassionati ha partecipato all’intera manifestazione, compresi i banchi di assaggio delle numerose etichette premiate, con la presenza dei produttori e l’ausilio tecnico dei sommelier dell’Associazione Italiana Sommelier.

Benvenuto Brunello 2022: “Why Always Me?”

La bulimia comunicativa colpisce ormai ogni settore e categoria merceologica. Il vino non è da meno, anzi gli specialisti dell’analisi sul futuro di un’annata si sprecano. È lo sport italiano pari soltanto al gioco del calcio, quando si cerca di indovinare la formazione della Nazionale da novelli allenatori. Sia ben chiaro che il diritto di osservare quanto si assaggia in fase di giudizio è sacrosanto. Lo spingersi però oltre, ipotizzando decenni di vita o altrettanti rapidi declini, è solo frutto di una scommessa potenzialmente pericolosa e piena di risvolti empirici. Il metodo razionale e sistematico comporta la visione di un intero insieme sulla base delle degustazioni effettuate; a parlare deve essere sempre il contenuto del calice, senza aggiunta di vademecum su come fare prodotti di qualità o vaticini da autentici profeti enologici. Atteniamoci dunque ai fatti, osservando l’intramontabile Brunello di Montalcino che si presenta con la sua Anteprima 2018 per la versione d’ingresso e la 2017 per la Riserva, senza dimenticare la crescita straordinaria dei meno impegnativi Rosso di Montalcino targati 2020 e 2021.

Non vuole essere il classico elenco di aziende in competizione: per una volta non prenderemo alcuna posizione stilando classifiche ad hoc che finiscono presto nel dimenticatoio. Affronteremo, invece, il grande dilemma che toglie il sonno (o lo fa venire a seconda dei punti di vista) al consumatore medio: durerà o non durerà la 2018? Se incontrate un cliente che vaga tra ristoranti in cerca della risposta a tale quesito, vi prego di comunicarlo alla Redazione di 20Italie per intervistarlo prima delle cure psichiatriche. Entrando più nel vivo della discussione, la tesi della presunta “magrezza” dei vini nati sotto il segno ’18, ricordo che in quel periodo vivevo stabilmente in Toscana. Da testimone oculare delle stagioni passate non mi sarei aspettato di sicuro una vintage potente e muscolare come la 2017, e quante fesserie avevamo sentito pure su di essa! A parlare di levità e minor lunghezza di aromi e sapori ce ne corre: gli oltre 60 campioni testati spingono verso note evolutive scure, simili al sottobosco tipico del Sangiovese che avevamo dimenticato da tempo. Il frutto non è un dominatore assoluto, ma spalleggia sensazioni floreali e speziate in un triangolo equilatero davvero sublime. Il sorso è denso, meno materico, ma di grande impatto. I tannini sono mediamente pronti e di ottima fattura, senza nuance verdi o grip sgradevoli. Se bisogna per forza trarre delle conclusioni finali possiamo dire con certezza che equilibrio, eleganza e carattere sono le tre componenti ideali per dare un vestito da sarto d’alta moda ai Brunello di Montalcino presentati a stampa ed appassionati. Il resto sono chiacchiere da partita di scopone scientifico al tavolo di un bar. 

“E chi non beve con me peste lo colga!”

Merano Wine Festival 2022 La Masterclass del Custoza Doc – “Contemporary Blend”

Merano Wine Festival 2022 ha fatto bingo ancora una volta! Oltre 9.000 presenze totali nelle cinque giornate del festival ideato da The WineHunter Helmuth Köcher (4-8 novembre), più di 700 produttori presenti tra Wine, Food – Spirits – Beer suddivisi in due sessioni espositive, più di 330 etichette nella The Winehunter Area, 34 le bottiglie sciabolate, oltre 50 eventi tra 16 materclass, 1 summit suddiviso in 6 presentazioni, 7 talks, 2 presentazioni di libri, 19 chef ospiti e 2500 piatti preparati in shoowcooking e special dinner. Numeri a parte, grande importanza dedicata a territori e denominazioni con degustazioni guidate a tema, come quella organizzata dal Consorzio Tutela Vino Custoza Doc intitolata “Conteporary Blend”

La presidente Roberta Bricolo illustra la bellezza di un areale dove la natura domina su tutto. Nove comuni: Sommacampagna, Villafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, Peschiera del Garda, Castelnuovo Veronese, Sona, Bussolengo, Pastrengo, Lazise, con una fitta serie di dolci colline allungate, disposte ad andamento concentrico dislivelli compresi tra i 50 ed i 100 metri. I depositi lasciati dai ghiacciai che formarono il vicino lago di Garda presentano suoli estremamente variegati e variabili, ricchi di scheletro, intervallati da ampie piane ghiaiose e tipici depositi sassosi ben levigati, che garantiscono un corretto drenaggio d’acqua. Le composizioni prevalentemente calcaree apportano alle uve tipiche componenti minerali e sapide.

In tale contesto non stupisce la serbevolezza dei vini derivanti dal blend costituito da Garganega, Trebbianello (un biotipo locale del Tocai friulano) e la Bianca Fernanda (un clone locale del Cortese), insieme al Trebbiano, storicamente coltivato sulle nostre colline. Bianchi dotati di una spiccata vena gastronomica che aumenta col passare del tempo e con l’attenuarsi delle sensazioni più fresche citrine a tutto vantaggio di mineralità e avvolgenza. Ma come contestualizzare quanto sin qui detto se non con la prova del fuoco, verificare nel confronto due annate differenti di uno stesso prodotto aziendale? Ecco il senso della degustazione condotta da Eros Teboni consulente e miglior sommelier Wsa 2018. Ve ne raccontiamo un breve stralcio con le nostre migliori impressioni.

Custoza Doc San Michelin cantina Gorgo: da uno storico vigneto aziendale dell’azienda di Roberta Bricolo è il vino che si è dimostrato più costante nello scorrere delle lancette, con una precisa identità evidenziata sia nella 2021 che nella 2015. La prima, ovviamente, gode di note da fiori bianchi dolci, con parti erbacee su ricordo di mela verde. Nella versione agée le maturazioni del frutto sono evidenti, ma resta intatto quel riverbero officinale appetitoso unito al tipico finale salino.

Custoza Doc cantina Le vigne di San Pietro: belle le sensazioni gessose iniziali della 2021 con successioni di lime e tiglio, dalla chiusura ancora acerba. Commovente la 2012 su foglie di tè, cenere di camino, cedro maturo e sapidità intrigante. Dopo 10 anni restano tante vibrazioni nel calice a riprova del falso mito dei bianchi italiani facilmente ossidabili.

Custoza Doc Superiore Cà del Magro cantina Monte del Frà: azienda che ha conquistato la fiducia con tanto impegno ed eleganza nei prodotti. Piacevole da bere il 2020, appagante tra erbe di campo, fiori gialli di ginestra e sbuffi di pompelmo rosa. Iconica la 2016 dalla impressionante lunghezza fatta di albicocche succose, pesca melba e mandorle essiccate. Il miglior assaggio di giornata.

Custoza Doc Superiore Amedeo cantina Cavalchina: la famiglia Piona, che l’anno scorso ha vissuto il drammatico lutto di Luciano, dalla fine della seconda guerra mondiale è un caposaldo del territorio con una qualità media complessiva raggiunta da tanta ricerca e voglia di sperimentare. Amedeo 2021 gioca sui toni agrumati, forse un po’ troppo nervosi nelle scie conclusive. Meglio la 2015 aggrappata alle sensazioni di gesso e di idrocarburi normali nelle fasi evolutive della tipologia.

Chiudiamo da dove abbiamo iniziato, ovvero dai numeri e questa volta li diamo per quanto concerne la denominazione Custoza: 1400 ettari, 11 milioni di bottiglie medie annue, 72 cantine vinificatrici, 110 imbottigliatori e 480 viticoltori. Il futuro è già scritto.

L’Avvento magico nella foresta incantata

Alla scoperta della cascata illuminata e dell’esposizione di presepi più grande d’Europa.
Nel periodo d’Avvento, dal 26 novembre al 24 dicembre, la Valle Aurina diventa uno dei luoghi più magici dell’intero Alto Adige dove i visitatori possono godere appieno dell’atmosfera natalizia: la passeggiata nella Foresta Incantata di Campo Tures, con il suo sentiero illuminato che conduce alla cascata e al suggestivo volto di Cristo nella roccia, e la visita al museo dei presepi di Lutago, il più grande d’Europa, sono solo due delle proposte che la Valle Aurina ha in serbo per i suoi ospiti.
Il 3 dicembre, inoltre, torna la grande sfilata dei Krampus a Campo Tures con ben 350 comparse.
A confine con l’Austria, l’area vacanze Valle Aurina è considerata una delle più incontaminate valli dell’Alto Adige, un territorio lambito da più di 80 montagne che raggiungono vette superiori ai 3.000 metri di altitudine e dove l’inverno ha un’atmosfera magica che rapisce e incanta chiunque vi si rechi. La Valle, in questo periodo dell’anno, è la tappa ideale per chi vuole vivere il periodo d’Avvento e le feste Natalizie a contatto con le meraviglie dei suoi paesaggi incantati capaci di far sognare grandi e piccoli.


Tra le proposte più affascinanti che attraggono i visitatori nel periodo che precede il Natale c’è la Foresta Incantata a Cantuccio, accanto a Campo Tures, dove un sentiero illuminato di 1 km e mezzo, con piccole capanne in legno sparse qua e là che propongono specialità gastronomiche locali e tipiche, conduce alla prima cascata di Riva di Tures, gioiello naturale tra i più suggestivi della regione. Il percorso viene rischiarato dalle capanne che proiettano bagliori di luce sulla strada e invitano ad una sosta prima di raggiungere la cascata, dove un vero e proprio spettacolo della natura si apre davanti agli occhi dei visitatori: acqua che si getta nel vuoto, illuminata da luci e a fianco della quale è possibile scorgere il volto di Cristo scolpito nella roccia in mezzo a larici, abeti e pini.
Ma non è tutto: per gli amanti delle passeggiate nelle vie del paese, Lutago è la location perfetta.
Qui le attività locali e i negozi tipici propongono prodotti di grande qualità che vanno oltre il semplice souvenir natalizio ma che rappresentano un pezzo vero e proprio del folklore di questi luoghi e, per chi vuole vivere un’esperienza da fiaba, è possibile anche concedersi un giro in carrozza sia durante le domeniche d’Avvento sia giovedì 8 dicembre.


Per chi vuole scoprire il Natale da un punto di vista culturale oltre che spirituale, è d’obbligo una visita al Museo dei Presepi ‘’Maranatha’’ e alla sua collezione, la più vasta di tutta Europa: un’area espositiva en plein air, presepi provenienti da ogni parte del mondo e realizzati anche con materiali insoliti e preziosi come quello in cristallo di Swarovski.


Il 3 dicembre, inoltre, a Campo Tures tornano i Krampus: una sfilata con ben 350 demoni che animano le strade del paese e mantengono viva una tradizione che si perde nella notte dei tempi e legata alla mitologia cristiana, più precisamente a quella del vescovo san Nicola e al suo servitore Krampus. Un’usanza popolare dove Campo Tures diventa punto d’incontro per i diavoli dell’Alto Adige e che inizia assaggiando vin brûlé caldo e biscotti nel padiglione del festival attendendo la partenza del corteo delle 18, dove terrificanti figure con maschere, campanacci e fruste attraversano il centro del paese.


Chi ama la musica, infine, può assistere al Concerto d’Avvento diretto dal maestro Christian Unterhofer presso la chiesa di Tures, domenica 18 dicembre alle ore 16 o alle ore 18: l’iniziativa fa parte della serie musiKultur Taufers e proporne canti tradizionali, popolari e classici.
Tra Foreste incantate, tradizioni ancestrali e scenari da favola, la Valle Aurina si conferma meta di un turismo per tutte le età dove folklore, modernità e natura convivono in armonia e regalano ai visitatori un soggiorno indimenticabile.
Orari Foresta Incantata: 15:00-19:00, nei fine settimana d’Avvento e l’8 dicembre.