Anteprime di Toscana: Chianti Classico Collection 2023 – è il momento dei migliori assaggi della Gran Selezione

di Luca Matarazzo

Prima di cominciare a parlare delle annate dei Chianti Classico Gran Selezione presenti alle Anteprime di Toscana – Chianti Classico Collection 2023 – bisogna fare un passo indietro per poi farne due avanti.

Partiamo dalle considerazioni video fatte durante la prima giornata, in un momento di relax degustativo utilissimo per ricariche le energie nel confronto con i produttori.

L’attesa era grande per l’evento cult degli appassionati del Gallo Nero. La felicità genera sempre ottimismo e ne abbiamo davvero bisogno.

Continuiamo a ritroso nel tempo parlando del Chianti Classico 2019 nei 35 campioni presenti.

L’annata ha portato nei calici vini ricchi di aromi profondi, intensi ed eleganti. Gradevolezza unita a giusta tensione gustativa, in equilibrio con le presenze tanniche di buon nerbo ed integrità. Chi ha utilizzato il Sangiovese in solitario ha potuto innestare una marcia ulteriore.

In seguito i migliori assaggi elencati in ordine alfabetico e non di preferenza:

Migliori Chianti Classico Docg 2019

Casa di Monte – Le Capitozze

Castello di Monterinaldi – Vigneto Boscone

Fattoria di Montemaggio – Montemaggio

Felciano

Savignola Paolina – Ora

Valvirginio

Vecchie Terre di Montefili

Pochi gli assaggi presenti per l’annata 2018, che presentano comunque una sottile e puntuta eleganza suddivisa parimenti tra olfatto e palato.

Migliori Chianti Classico Docg 2018

Pensieri di Cavatina

Scheggiolla

Tenuta Carobbio

Migliori Chianti Classico 2017

Carus – Baldero

Solatione Winery

E veniamo al clou della nostra analisi riguardante il Chianti Classico Gran Selezione annate 2020 e 2019. Il confronto sembra impari, ancora una volta a discapito della prima versione, anche se meno evidente rispetto a quanto ravvisato nella tipologia Riserva.

Spezzando una lancia a favore, possiamo dire che le concentrazioni presenti in tanti campioni della 2020 meritano un tempo supplementare di riflessione. Per utilizzare un paragone calcistico, qualcuno andrà ai calci di rigore, qualcun altro si arrenderà alla “dura legge del gol”.

Di certo i tannini nervosi spesso non armonizzati dalle esuberanti essenze fruttate, mostrano i limiti di una stagione in chiaroscuro.

Meglio performante la 2019, contenuta nei picchi di eccellenza ma comunque equilibrata e identitaria in molti casi. La presenza sempre più maggioritaria del Sangiovese sta dando metaforicamente i suoi frutti, a volte buoni altre meno.

Vedremo nel futuro i progressi di questa tipologia, anche alla luce della ormai imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle Unità Geografiche Aggiuntive (UGA).

Migliori Chianti Classico Gran Selezione 2020

Brancaia

Castello di Fonterutoli – Badiòla

Famiglia Zingarelli – Tenuta Fizzano

Tenuta di Arceno – Strada al Sasso

Migliori Chianti Classico Gran Selezione 2019

Arillo in Terrabianca

Castello di Bossi

Castello di Gabbiano – Bellezza

Colle Bereto

Colombaio di Cencio

Il Poggiolino – Le Balze

Nardi Viticoltori – Vigna del Pino

Podere Castellinuzza/Paolo Coccia – Vecchie Vigne

Tenuta di Lilliano

Tolaini – Vigna Montebello Sette

Villa a Sesta – Sorleone

Anteprime di Toscana: Chianti Classico Collection 2023 – le nostre impressioni sulla Riserva ed i migliori assaggi

di Luca Matarazzo

Di fronte ad oltre 500 campioni riservati alla degustazione per la stampa tremerebbe chiunque. Nella due giorni di Chianti Classico Collection 2023 non c’è tempo per le chiacchiere, bisogna lavorare di buona lena e con grande saggezza.

La stessa che è stata utilizzata per la valutazione, questa volta, della tipologia Riserva. Una tipologia, a mio avviso, ultimamente sofferente nel confronto identitario tra Chianti Classico annata e Gran Selezione.

I tempi e gli stili cambiano e pur in presenza di una trasformazione radicale del modo stesso di concepire un vino, la domanda resta: dove punterà lo sguardo il produttore del futuro, intimorito dal cambiamento climatico e dalla rivoluzione continua dei mercati, con annesse tensioni globali?

Perché il senso di fare impresa, anche da vitivinicoltori, è quello di vendere il più possibile e, a volte, pure il prima possibile. Le annate 2020 e 2019 hanno rappresentato una sorta di spartiacque tra ciò che era in passato e ciò che viviamo attualmente.

Lo si sente (per una sorta di transfert inconscio) anche alla materia liquida assaggiata. Lo si sente a maggior ragione nel raffronto tra le due annate di riferimento, maggiormente fresca la prima ed a cinque stelle la seconda. Almeno secondo quanto indicavano le statistiche.

Possiamo dire che entrambe non hanno pienamente soddisfatto le aspettative. E non solo per un frutto eccessivamente maturo rinvenuto in molti campioni della 2020 o per le poche espressioni da palpito della 2019, ma anche nella complessiva gestione della trama tannica senza linea di continuità.

Naturalmente la tipologia presa in esame prevede un certo margine di scostamento con il trascorrere del tempo, facendo la tara sul fatto che qualcuno avrà, come capita di sovente, imbottigliato il vino poco prima dell’evento. Ci riserveremo di sicuro una ulteriore valutazione in altre occasioni.

Il panel di degustazione è stato composto, oltreché dal sottoscritto, anche dagli amici e colleghi di Vinodabere: il direttore Maurizio Valeriani, Antonio Paolini, Gianmarco Nulli Gennari, Gianni Travaglini, Federico Gabriele. L’uniformità di giudizio passa necessariamente dal confronto tra differenti opinioni.

Ecco i nostri migliori assaggi in ordine di preferenza:

Migliori Assaggi Chianti Classico Riserva 2020

Vigna Barbischio – Maurizio Alongi

Monte Bernardi

Ottomani

Luiano

Capraia

Le Miccine

Maurizio Brogioni

Riecine

La Montanina

Il Campitello – Monteraponi

Agostino Petri – Castello Vicchiomaggio

Sangioveto – Famiglia Zingarelli

Le Baròncole – Fattoria San Giusto a Rentennano

Migliori Assaggi Chianti Classico Riserva 2019

Nittardi

Poggio a’Frati – Rocca di Castagnoli

Belvedere Campoli/Conte Guicciardini

Burrone – Ca’ di Pesa

Le Vigne – Istine

Torcilacqua

Tenute Casenuove

Castello Monterinaldi

Banfi

Casale dello Sparviero

Castello della Paneretta

Montebuoni – Castello di Ama

Fattoria della Aiola

Foho – Casa al Vento

Fattoria La Ripa

Migliori Assaggi Chianti Classico Riserva 2018

Badia a Coltibuono
Le Masse di Greve – Lanciola
Pensieri di Cavatina
Piano dei Sarti – Tenuta La Novella
Gherardino – Vignamaggio
Viticcio

Migliori Assaggi Chianti Classico Riserva 2017

Le Capitozze – Casa di Monte

Migliori Assaggi Chianti Classico Riserva 2016

Bucciarelli/Antico Podere Casanova
Solatione Winery

Migliori Assaggi Chianti Classico Riserva 2015

Castello di Lamole – Fattoria di Lamole/Paolo Socci

“Chianti Classico Collection 2023”: le nostre considerazioni sulla prima giornata

di Luca Matarazzo

Il risveglio del guerriero. Nella prima giornata di assaggi alla Stazione Leopolda di Firenze la Chianti Classico Collection colpisce per l’alta affluenza di operatori ed appassionati.

Ed i vini? Non nascondiamolo: c’era qualche apprensione per la 2021, caratterizzata da imprevisti climatici di ogni sorta e da qualche profetica Cassandra di turno. Ed invece la soddisfazione dei cronisti è stata piuttosto generale. Facciamo un passo indietro, però, ed incominciamo dall’inizio.

Allegria nel Consorzio Vino Chianti Classico: dalle parole del suo presidente Giovanni Manetti, spira un vento di ottimismo grazie a fatturati in crescita ed all’approvazione definitiva (manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) dell’inserimento delle Unità Geografiche Aggiuntive tra le tipologie ufficiali della Gran Selezione.

Giovanni Manetti

Ecco quindi il ritorno del guerriero, quel messer Sangiovese in corazza di tannino, dal sapore muscolare e dal tono fortemente agrumato. Una costante caratteriale che ha contraddistinto i vini d’annata forse meno intraprendenti ed accomodanti di altre epoche, ma di sicuro efficaci e continui.

Discorso diverso per la 2020 che aveva colpito nell’edizione precedente per delicatezze e rimandi a fragranze floreali di una stagione in equilibrio tra caldo e freddo, tra sole e pioggia. Picchi di eccellenze quasi commoventi, ed altrettanti vini senza spigoli ma di rapida chiusura palatale. Un’altalena che necessita di revisione in fasi successive, per diventare realmente un Sangiovese ben temperato.

I campioni degustati alla cieca sono ben 162, condivisi nel dialogo tra gli operatori presenti. Un confronto questa volta serrato, senza sconti, su due vintage che sicuramente dividono, per certi versi, la critica di settore. Anche questo è il bello del Chianti Classico, a patto che non ci si faccia condizionare da pregiudiziali prive di fondamento.

È stata l’occasione per discutere con tanti colleghi ed amici ai quali si sono aggiunti anche Luca Grippo ed Augusta Boes autrice di 20Italie.

Ecco i nostri migliori assaggi. Questa volta abbiamo deciso di non inserire un ordine di preferenza, visto gli scarti davvero minimi di punteggio:

Migliori Chianti Classico Docg 2021

Chianti Classico 2021 – Altiero

Chianti Classico 2021 – Buondonno

Chianti Classico 2021 – Casa Emma

Chianti Classico 2021 – Castagnoli

Chianti Classico 2021 – Castello di Querceto

Chianti Classico 2021 – Istine

Chianti Classico 2021 – La Montanina

Chianti Classico 2021 H’amorosa – Maurizio Brogioni Winery

Chianti Classico 2021 Retromarcia – Monte Bernardi

Chianti Classico 2021 Morino – Mori Concetta

Chianti Classico 2021 – Podere Poggio Scalette

Chianti Classico 2021 L’aura – Querceto di Castellina

Chianti Classico 2021 – Riecine

Chianti Classico 2021 – San Fabiano Calcinaia

Chianti Classico 2021 – Tenuta di Arceno

Chianti Classico 2021 – Tenuta di Nozzole

Chianti Classico 2021 – Vallone di Cecione

Chianti Classico 2021 – Villa Valacchio

Migliori Chianti Classico Docg 2020

Chianti Classico 2020 – La Porta di Vertine

Chianti Classico 2020 – Borgo La Stella

Chianti Classico 2020 Capotondo – Cantina Castelvecchi

Chianti Classico 2020 Aria – Casa al Vento

Chianti Classico 2020 – Castellinuzza

Chianti Classico 2020 – Castellinuzza e Piuca di Coccia Giuliano

Chianti Classico 2020 – Castello di Radda

Chianti Classico 2020 Petrignano – Dievole

Chianti Classico 2020 – Fattoria della Aiola

Chianti Classico 2020 Valiano – Fattoria di Valiano

Chianti Classico 2020 Tenuta la Gabbiola – Fattoria San Michele a Torri

Chianti Classico 2020 Filetta di Lamole – Fontodi

Chianti Classico 2020 – I Sodi

Chianti Classico 2020 – Isole e Olena

Chianti Classico 2020 Pio 7 – Pasolini dall’Onda

Chianti Classico 2020 – Podere Capaccia

Chianti Classico 2020 – Podere La Cappella

Chianti Classico 2020 – Podere Terreno alla Via della Volpaia

Chianti Classico 2020 – Querciabella

Chianti Classico 2020 – Vallone di Cecione

Chianti Classico 2020 – Viticcio

Anteprima 2023 “Chianti Lovers & Rosso Morellino”

di Luca Matarazzo

Il momento è finalmente arrivato! Prendono il via le Anteprime Toscane 2023 partendo da Chianti Lovers & Rosso Morellino.

Ottima organizzazione (una conferma) alla Fortezza da Basso a Firenze; buona complessivamente anche la presenza dei produttori, necessaria per poter avere uno scambio su quanto assaggiato in sala degustazione.

Ed a proposito degli assaggi, abbiamo valutato tutti i campioni presenti in lista, rigorosamente alla cieca – senza conoscere la cantina di riferimento – ed in panel grazie alla presenza dei colleghi giornalisti Maurizio Valeriani (direttore di Vinodabere), Gianmarco Nulli Gennari, Antonio Paolini, Paolo Valente.

L’importanza del confronto tra differenti opinioni e valutazioni, arricchisce il giudizio finale rendendolo quanto più possibile aderente al concetto di imparzialità ed oggettività. Ecco le nostre considerazioni finali.

Annata non facile la 2022, lo si poteva intuire. Molta estrazione in tanti casi, con un frutto maturo che si muove verso l’amaro in modo neanche troppo gentile. Chi ha cercato di lavorare in sottrazione, a scapito di rinunciare ad alcune note caratteristiche del Sangiovese toscano, ha comunque presentato buoni prodotti. Ma sono poche eccezioni.

Discorso diverso per le Riserve: qui vanno scisse le realtà del Chianti Docg da quelle del Morellino di Scansano Docg. A parità di annata 2020, solo nella prima tipologia i vini sembrano aver compiuto il percorso intrinseco di integrazione mostrando già buon equilibrio. Troppo scarne, invece, le presenze delle varie sottozone del Chianti per poterci esprimere in maniera definitiva. Più succosa e immediata, infine, la 2021.

Di seguito l’elenco dei migliori assaggi in ordine di preferenza, in attesa di entrare nel vivo del Chianti Classico alla Stazione Leopolda nei giorni 13 e 14 febbraio:

Migliori Chianti 2022

Chianti Governo all’uso Toscano 2022 – Fattoria Petriolo

Chianti 2022 – Cantina Gentili

Chianti 2022 – Castelli del Grevepesa

Chianti 2022 – Fattoria Montellori

Chianti 2022 (Bio) – Fattoria Petriolo

Chianti 2022 – Campo del Monte

Chianti 2022 (Bio) – Cantina Viticoltori Senesi Aretini (Bio)

Chianti Governo all’uso Toscano 2022  – Colle Adimari

Chianti 2022 – Le Fonti

Chianti 2022 – Fattoria Campigiana

Chianti 2022 – Fattoria Lavacchio

Chianti Alberto Antonini 2022 – Poggiotondo

Chianti 2022 – Salcheto

Chianti 2022 – Bonacchi

Chianti 2022 – Vecchia Cantina di Montepulciano

Chianti 2022 – Tenuta San Vito in Fior di Selva

Chianti 2022 – Castello di Poppiano

Chianti 2022 – Piazzano

Chianti 2022 – Poggio del Moro

Chianti 2022 – Tenuta Coeli Aula

Migliori Chianti Superiore 2021

Chianti Superiore 2021  Poggiotondo

Chianti Superiore Galardi 2021 – Fattoria di Poggiopiano

Chianti Superiore 2021  – Tenute San Fabiano – Conti Borghini Baldovinetti de’Bacci

Chianti Superiore 2021 – Fattoria Casalbosco

Chianti Superiore 2021 – Piccini

Migliori Chianti Riserva 2020

Chianti Riserva 2020 – Poggio Mori

Chianti Riserva 2020 – Fattoria di Poggiopiano

Chianti Riserva 2020 – Fattoria Petriolo

Chianti Riserva 2020 – Vecchia Cantina di Montepulciano

Chianti Riserva 2020 – Fattoria La Leccia

Chianti Riserva 2020 – Fattoria Montellori

Chianti Riserva 2020 – Piccini

Chianti Riserva 2020 – Podere Alberese

Chianti Riserva 2020 – Fratelli Bellini

Migliori Chianti Rùfina 2021

Chianti Rùfina 2021 – Fattoria Selvapiana

Chianti Rùfina 2021 – Borgo Macereto

Chianti Rùfina 2021 – Fattoria Lavacchio

Migliori Chianti Rùfina Riserva 2020

Chianti Rùfina Riserva 2020 – Fratelli Bellini

Migliori Chianti Colli Fiorentini Riserva 2020

Chianti Colli Fiorentini Riserva 2020 – Malenchini

Chianti Colli Fiorentini Riserva 2020 – Tenuta San Vito in Fior di Selva

Migliori Morellino di Scansano 2022

Morellino di Scansano 2022 – Capua Winery

Morellino di Scansano 2022 – La Selva

Morellino di Scansano 2022 – Podere Casina

Morellino di Scansano 2022 – Poggio Maestrino

Morellino di Scansano 2022 – Tenuta Val di Falco Loacker Wine Estates

Morellino di Scansano 2022 – Terre dell’Etruria

Morellino di Scansano 2022 – Val di Toro

Migliori Morellino di Scansano Riserva 2020

Morellino di Scansano Riserva 2020 – La Selva

Morellino di Scansano Riserva 2020 – Val di Toro

Morellino di Scansano Riserva 2020 – Vignaioli del Morellino di Scansano

“Anteprime di Toscana”: finalmente ci siamo!

di Augusta Boes

Mentre i vigneti ovunque riposano più o meno profondamente durante un inverno che sin qui ha mostrato un andamento climatico coerente e regolare, il mondo del vino invece è in grande fermento.

E non mi riferisco all’annata 2022 che evolve, affina e si trasforma in cantina. Sto parlando di un periodo davvero effervescente, pieno di impegni per produttori, media, professionisti del settore e winelover nazionali e internazionali: sono cominciate le Anteprime in tutta Italia! Una lunga serie di eventi cardine del comparto, durante i quali vengono presentate le nuove annate ai mercati nazionali e internazionali in linea con i diversi Disciplinari di Produzione.


Ai nastri di partenza questa settimana ci sono le Anteprime di Toscana, che si concentreranno nel periodo 11-20 Febbraio. Come sempre sarà “PrimAnteprima” ad aprire le danze sabato 11 febbraio alla Fortezza da Basso a Firenze, con la consueta conferenza inaugurale e un brindisi collettivo tra tutti i Consorzi di Tutela.


Si prosegue domenica 12, sempre alla Fortezza da Basso con la rassegna Chianti Lovers & Rosso Morellino – il Sangiovese eclettico e versatile nelle sue infinite sfaccettature e molteplici liaison con gli altri vitigni a bacca nera tipici della Toscana e non solo. Un imperdibile caleidoscopio di etichette che portano nel calice una fetta significativa, in termini qualitativi e quantitativi, della produzione di vino della Toscana.


La sfilata del Sangiovese, divo indiscusso di queste anteprime, prosegue sullo sfavillante red carpet della Leopolda con la Chianti Classico Collection alla sua trentesima edizione. Nei giorni 13 e 14 Febbraio la tanto attesa presentazione delle etichette firmate dal Gallo Nero – nelle tipologie Annata, Riserva e Gran Selezione – completerà la panoramica su uno dei vini italiani più conosciuti al mondo. Il Consorzio del Chianti Classico è stato il primo a riproporre la formula con i produttori in presenza già dall’anno scorso, per la gioia di tutti noi! È sempre una grande festa il poter incrociare i calici e gli sguardi con i 200 produttori presenti con oltre 700 etichette in degustazione. Non mancheranno infine il Vin Santo e l’Olio DOP.


Tutti pronti con flash e telecamere giovedì 16 gennaio, perché entrerà in scena lei, la bellissima e inimitabile Regina Bianca di Toscana. Nella sale del Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada difatti sfilerà la Vernaccia di San Gimignano. Sarà come sempre un privilegio ammirarla nelle molteplici vesti che ogni anno vengono disegnate e realizzate solo ed esclusivamente per lei. Finalmente anche qui tornano in presenza gli “stilisti” che ogni anno la vestono di nuova e raffinata eleganza. A San Gimignano è tutto pronto, compreso il consueto approfondimento in Sala Dante che quest’anno si preannuncia davvero interessante.


Al suo debutto in società l’anno scorso, l’anteprima Altra Toscana ha subito conquistato tutti! Con le Denominazioni di Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Pisa, Valdarno di Sopra, Terre di Casole, Cortona, Colline Lucchesi, e Suvereto e Val di Cornia, e le loro numerose punte di eccellenza, non ci sarà certo tempo per annoiarsi! Dalle colline al mare, un excursus che doverosamente completa la ricca panoramica di vitigni e territori di una delle regioni del vino più vocate del mondo.

L’appuntamento quest’anno è il 17 Febbraio a Palazzo degli Affari a Firenze. Non mancate!
Concludiamo con la noblesse oblige di Montepulciano e il suo Vino Nobile in alta uniforme. L’anteprima del Vino Nobile di Montepulciano si terrà come sempre nella splendida cornice della Fortezza il 15 per la stampa di settore accreditata e nei giorni dal 18 al 20 Febbraio per chi non avesse potuto partecipare prima.

Anche qui finalmente ci riabbracceremo in tanti! Difatti potremo degustare la storia delle nuove annate non solo attraverso innumerevoli calici di bellezza, ma anche e soprattutto dai racconti dei produttori, finalmente presenti in questa edizione 2023.
In definitiva, una settimana che “Notte degli Oscar scansati!”

Nota di Redazione: quest’anno saremo presenti in tutte le date con i nostri autori e con i video di 20Italie.

Tutte le info al sito: https://www.anteprimetoscane.it/

Carmine Di Donna, le dolci contaminazioni della sua carriera

Una Master Class interamente dedicata alle torte, dalle mille sfumature diverse. Si è tenuta al primo piano dell’Hotel Commercio, nel complesso “Le Radici” a Battipaglia, l’interessante lezione di arte pasticciera del Pastry Chef Carmine Di Donna per il Team Costa del Cilento, guidato dallo chef Matteo Sangiovanni.

Un’occasione imperdibile per i tanti cultori e pasticcieri iscritti che hanno potuto ammirare le tecniche certosine e la silente, quasi religiosa, compenetrazione dello chef. Sguardo attento e concentrato, Carmine, nato da una famiglia nel settore dolciario da generazioni, ha la costanza e il rigore tipici di chi conosce i segreti delle creazioni dolciarie. E le loro esigenti precisioni.

Un atteggiamento assorto e sempre “in ascolto”, come ritenesse che in un certo senso le sue creazioni gli abbiano sempre parlato e continuino a farlo: risponde con un linguaggio suo proprio che di sicuro deriva da esperienza, nondimeno da amore per quello che fa da anni.

A Torre del Greco, in provincia di Napoli, ha cominciato a muovere i primi passi nel settore della pasticceria, consapevole dell’attenzione necessaria e del lavoro da fare. Lo Chef Di Donna dopo numerose esperienze all’estero è entrato a pieno titolo come professionista riconosciuto nell’alta ristorazione in Campania. Ha messo radici nelle location e nelle ristorazioni napoletane migliori, soprattutto in quelle dei più rinomati hotel in costiera, fino a prendere in mano le redini della Pasticceria de La Torre del Saracino dello chef pluristellato Gennaro Esposito a Vico Equense.

Ogni volta è un’avventura nuova per il giovane Pastry Chef 44enne, con la piena coscienza che la pasticceria è un mondo diverso dalla ristorazione in generale, a cui dedicare molto studio, molta fatica. Con l’esigenza di mettersi sempre in condizione di andare oltre, sempre pronto alla sperimentazione.

Un mondo che evolve verso interpretazioni totali 

È con fierezza che Carmine Di Donna osserva le tecniche, le sente prima di metterle in pratica, guarda “attraverso”: è questa l’impressione che se ne ha, addirittura ad occhio profano, lo sguardo che penetra nelle mistioni, fino alle contaminazioni, con l’obiettivo lucido di interpretare i dolci tradizionali con nuove tecniche che passa al vaglio da anni, migliorandole sempre più.

Carmine Di Donna non fa solo cose buone, in maniera incontestabile, ma anche molto belle; nota è la sua firma, sempre molto sofisticata, ben visibile nell’impatto estetico delle sue creazioni. Le geometrie perfette, le stupefacenti e gratificanti visioni, le contaminazioni vegetali, Di Donna non esprime il suo lavoro solo con il sapore, ma anche con la visione. Colori e composizioni, nei dessert variegati e nelle torte, rievocano sempre un piccolo mondo, un habitat. L’amore per le materie prime, e su tutto per la natura, guidano l’ispirazione così da approdare a interpretazioni totali, visive e gustative.

La formazione continua per il Team Costa del Cilento

La sua lezione, tenuta nella due giorni dedicata, del sette e dell’otto febbraio, è stata solo una delle tante opportunità di rilievo che il Team Costa del Cilento offre per tenere alta la formazione professionale, ma anche per rappresentare al meglio una cultura gastronomica che, specificamente nel sud Italia, si avvale di genialità appassionate.

Hotel Commercio – Master Class Team Costa del Cilento

Di Donna, migliore Pastry Chef in diversi anni per la Guida Gambero Rosso e per Identità Golose, primo assoluto in molte competizioni di pasticceria internazionali, va avanti con determinazione. Una carriera che avrà ancora da raccontare con espressioni continue di mondi diversi, sempre con lo stretto legame ai dolci sapori tradizionali e alle bellissime terre dell’infanzia, quelle affezioni che continuano a dare tutto alla vivida immaginazione dei bambini del sud. E a quei bambini che, cresciuti, diventano i migliori e portano con sé ovunque l’eccellenza della loro provenienza.

Amarone Opera Prima: il fascino della tecnica della “messa a riposo” nella Riserva

di Sara Cintelli

Il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, all’interno dell’Anteprima Amarone 2018Amarone Opera Prima“, ha organizzato per la stampa italiana e internazionale un focus sulla tipologia Amarone della Valpolicella Riserva.

Abbiamo degustato 10 vini da dieci diverse aziende ed annate, per comprendere, ancor meglio, come questo iconico prodotto racconti la vera identità di un territorio fortemente caratterizzante e legato a una tradizione secolare.

La Masterclass si è svolta presso il Palazzo della Gran Guardia, nella centralissima Piazza Bra del capoluogo veronese ed è stata condotta dall’enologo Enrico Nicolis, affermato professionista e consulente, e da J.C. Viens comunicatore, WSET Educator, giornalista e giudice di concorsi sul vino.

Dr. Enrico Nicolis e Mr J.C. Viens

Per capire la profondità dell’Amarone della Valpolicella, a maggior ragione nella versione Riserva (che segue affinamento più lungo), le peculiarità sono da ricercarsi nella cosiddetta tecnica della messa a riposo. I due esperti spiegano che le uve autoctone – Corvina, Corvinone e Rondinella in primis – dopo la raccolta da effettuarsi in perfette condizioni qualitative e di maturazione, vengono poste in fruttai e adagiate su stuoie (dette arele) di bambù adatte all’appassimento.

L’ambiente deve essere fresco, ventilato e con un adeguato livello di umidità per una ottimale concentrazione dei componenti aromatici dell’uva. Il processo ha una durata di circa 3-4 mesi, necessari a raggiungere il risultato desiderato, affinché i grappoli siano pronti per la pressatura e la successiva vinificazione.

Dobbiamo sempre considerare quello che gli inglesi chiamano vintage variation e cioè le differenze presenti ed imprescindibili che ogni annata, che ogni vendemmia porta con sé nei singoli acini di ciascun grappolo. Tale variazione non si riferisce solo alla vendemmia, ma influenza il prodotto finale fino al momento della pressatura. L’andamento del clima stagionale, la durata della fase di crescita dalla vite e quella di vendemmia condizionano anch’essi l’annata e quello che si andrà poi a ritrovare nel calice, così come l’attacco più o meno marcato della Botrytis Cinerea (muffa grigia) sui grappoli.

La Valpolicella presenta un microclima ideale per la formazione della muffa nobile: mattine umide e nebbiose lasciano spazio a pomeriggi soleggiati e ventilati, consentendo la formazione della pregiata muffa. I primi 15 giorni della fase di appassimento sono cruciali per la botrite, poiché bruschi cali di temperatura possono accelerare la sua scomparsa. In cambio produce reazioni chimiche che apportano complessità aromatiche e, di conseguenza, ingentiliscono il vino: amplifica la sensazione di dolcezza sul palato e riduce l’asperità dei tannini.

L’acido tartarico aumenta durante la fase di appassimento, mentre la percentuale di acido malico, invece, è direttamente correlata alla temperatura registrata durante tale processo. I polifenoli totali e gli antociani crescono durante la disidratazione delle bacche, contribuendo ad intensificare il colore e la complessità di beva nel vino con attività enzimatiche che vengono enfatizzate solo grazie al lungo invecchiamento sostenuto dall’Amarone Riserva.

Ogni produttore decide in che modo le condizioni di appassimento delle uve influenzino il processo stesso. In base alle singole annate, gli stessi livelli di ventilazione ed umidità presenti nel fruttaio offrono risultati anche molto diversi sul prodotto finale. Variazioni sulla perdita di peso dell’uva si registrano in base alla tipologia di ventilazione attuata: in maniera naturale grazie alla presenza di finestre nei locali, oppure controllata da appositi macchinari.

Una marcata e costante ventilazione ed una ridotta presenza di umidità nei fruttai accelerano l’essiccazione dell’acino, cosa che nella norma di altre tipologie si cerca di evitare, per favorire la massima concentrazione di profumi e aromi. In generale la quantità residua di uva, al termine del periodo, si aggira intorno al 35-50% del peso iniziale prima della messa a riposo. Si è anche constatato l’aumento molto veloce della disidratazione delle uve anche con pochi gradi di differenza nella temperatura (tra 15 e 20 ° C. cambia molto per Corvina, Corvinone e Rondinella).

Ma andiamo adesso nel vivo del programma: ecco i 10 Amarone della Valpolicella Riserva degustati in un affascinante, quanto teorico, viaggio nel tempo.

Tenuta Santa Maria – Gaetano BertaniAmarone della Valpolicella Riserva 2016

Rubino luminoso. A calice fermo, una ventata di mora, prugna e amarena essiccata o da confettura. Seguono accenni di cenere e note fumée. Con l’ossigenazione emergono frutti appena colti (ciliegia e lampone) uniti a cenni floreali vivaci. In bocca si lancia con sicurezza su note dolci, spezie di vaniglia e tabacco biondo. Il sorso è caldo, dalla trama tannica setosa ma ben riconoscibile. Chiude su note leggermente amaricanti di oliva verde che si integreranno dopo qualche tempo in bottiglia.

Tenuta Santa Maria Gaetano Bertani – Riserva 2016

Stefano Accordini – Il Fornetto – Amarone della Valpolicella Riserva 2016

Il colore rubino mostra qui degli accenni granati. Al naso è composto, a tratti timido, mentre cede qualche nota di caffè e mou uniti ad accenni balsamici ed un’impronta di erbe aromatiche essiccate. Buona la vivacità di sorso, lunga scia di liquirizia e finale sapido.

Stefano Accordini – Il Fornetto Riserva 2016

La Collina dei Ciliegi – Ciliegio – Arnaldo Gianolli – Amarone della Valpolicella Riserva 2015

Luminoso ed avvolgente rubino. Apre su note rosse di frutta matura e tocchi floreali in appassimento. In bocca spinge su sentori di caffè e cioccolato fondente; cavalca il sorso un’acidità vivace che aiuta la beva, alleggerendo le note piuttosto dolci. Tannino integrato e di ottima fattura. Grande potenziale.

La Collina dei Ciliegi – Ciliegio- Arnaldo Gianolli Riserva 2015

Novaia – Le Balze – Amarone della Valpolicella Riserva 2015

Gioiello da sfumature color sangue di piccione. Ottima la freschezza al naso, con note di erbe aromatiche e macchia mediterranea. Il frutto appare in secondo piano ma è dotato di finezza. Apre sapido e verticale per virare, al centro del palato, su sentori terziari di liquirizia, sottobosco e cipria. Tannino leggermente ruvido, ma troverà spazio e modo per assestarsi. Il calore è contenuto e ben gestito. Chiude lungo su rinfrescanti sentori agrumati.

Novaia – Le Balze Riserva 2015

Casa Vinicola Bennati – Cerasum – Amarone della Valpolicella Riserva 2013

Continua la sequenza dei colori rubino splendenti. Apre su sentori di caramelline gommose e note eteree, per poi virare su accenni erbacei e di spezie in infusione. Ricorda quasi il vermouth per la complessa parte balsamica. In bocca ha slancio e vibrazione, tannino protagonista di buona freschezza e piacevolezza di beva.

Casa Vinicola Bennati -Cerasum Riserva 2013

Gerardo Cesari – Bosan – Amarone della Valpolicella Riserva 2013

Ci si sposta su sfumature granate. A calice fermo sprigiona una nota fortificata, anche questa simile al vermouth o all’empireumatico connesso alle componenti caloriche. Segue, in successione, un riverbero di caramella d’orzo. In bocca domina la parte morbida da caffè, orzo e cacao. Si fa fatica a superare la punta alcoolica preannunciata al naso. Chiude ancora su torrefazione ed accenni di bosco. In cerca di un maggiore equilibrio in bottiglia.

Gerardo Cesari – Bosan Riserva 2013

Falezze – Luca Anselmi – Amarone della Valpolicella Riserva 2013

Rubino profondo. Apre su note floreali di rosa appassita e violetta, proseguendo su ciliegia matura sotto spirito. In bocca si avverte una nota leggermente amarognola da scorza di arancia. Continua su forte balsamicità, rabarbaro e caffè in polvere. Buona freschezza in avvio di sorso, comunque caldo, che chiude però senza lasciare un’impronta.

Falezze Luca Anselmi – Riserva 2013

Montezovo – Amarone della Valpolicella Riserva 2011

Rubino meno intenso, ma luminoso. Erbe aromatiche, timo, rosmarino e scorza di agrumi regalano eleganza e freschezza al naso. Bocca su netti ricordi di albicocca essiccata, amarena, frutti neri maturi e golosi. Buona la nota di cacao e tostatura a fine sorso, snellita da una freschezza lineare e piacevole. Chiusura calda e dinamica, con ricordi di frutti scuri ad accompagnare il finale lungo e saporito. Da tenere d’occhio negli anni avvenire.

Montezovo – Riserva 2011

Domini Veneti – Mater – Amarone della Valpolicella Riserva 2008

Granato vivo. A calice fermo si apre su sfumature di finocchio e macchia mediterranea, sottobosco, fungo e humus. La complessità prosegue su cenere, sbuffi verdi e salini che accennano alla pianta del cappero. In bocca è molto equilibrato, nonostante sfiori i 16 gradi volumici di alcool. Tannino vibrante che non predomina la scena gustativa. Sorso succoso, appagante, con prevalenza di sentori terziari di polvere di caffè, orzo, cacao e frutti essiccati come mirtillo e mora. Chiusura lunga su affumicature. Eleganza, equilibrio e brio.

Domini Veneti – Mater Riserva 2008

Valentina Cubi – Morar – Amarone della Valpolicella Riserva 2006

Nuance quasi aranciate. Intenso e ricco di frutti rossi disidratati e macerati, fragole, lamponi e ribes, uniti ad una punta da erbe di campo. Scie verticali da grandi freschezze, succulenza e sapore. La nota sapida di oliva e mandorla accarezza il palato in un equilibrio gustativo emozionante. La parte calorica è ben integrata, così come il tannino disteso e fuso alle altre componenti, in un sorso lungo al sapore di erbe officinali (origano e timo). Da bere adesso con goduria o da aspettare ancora in cantina, per scoprire in futuro nuove sfumature.

Valentina Cubi – Morar Amarone della Valpolicella Riserva 2006

Alla prossima edizione di Anteprima Amarone – “Amarone Opera Prima”.

Grandi Langhe edizione 2023 a Torino

di Adriano Guerri

Grandi Langhe 2023 ha lasciato davvero soddisfatti produttori e visitatori. 

Come l’anno precedente è andata in scena a Torino, all’interno delle Officine Grandi Riparazioni (OGR), nei giorni  30 e 31 gennaio. La sede delle prime edizioni era ad Alba, graziosa cittadina delle Langhe. La location di Torino, però, ha garantito maggiori spazi espositivi ed era facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto pubblici o privati.

Poca la distanza, infatti, dalla Stazione ferroviaria di Torino Porta Susa e con ampio parcheggio per chi ha preferito spostarsi in auto. Hanno partecipato oltre 3200 visitatori da 20 differenti nazioni, con nutriti banchi  d’assaggio per complessivi 240 produttori felici di far degustare le nuove annate dei loro preziosi vini.

Riflettori puntati sulla 2019 del Barolo, davvero promettente, e sulla 2017 per la tipologia Riserva, nonché la 2020 riguardante Barbaresco e Roero. La coinvolgente kermesse è stata organizzata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio di Tutela Roero con il patrocinio della Regione Piemonte e Banca Intesa Sanpaolo. 

Per ragioni di tempo, naturalmente, vista la vastità dei campioni presenti, ho preferito orientarmi nella selezione seguendo il criterio della piacevolezza di beva. Ecco un piccolo spunto dei migliori assaggi per i lettori di 20Italie, in attesa della prossima edizione di Grandi Langhe.

Michele Chiarlo – Barbaresco Faset 2020 e Barolo Cerequio 2019


Virna Borgogno – Barolo Cannubi sia  2018 che 2019


Malvira’ – Roero Riserva 2017


Fogliati – Barolo Bussia 2018


Fratelli Sergio & Battista Borgogno – Barolo Cannubi 2019


G.D Vajra – Barolo Bricco delle Viole 2019


Francesco Conterno – Barolo Riserva 2016


Agricola Marrone – Barolo Pichemej 2018

“Wine & Siena” edizione 2023

di Adriano Guerri

Siena è una città d’arte e un’ambita meta turistica, soprattutto nel periodo che va da aprile ad ottobre, capace di attirare turisti da ogni parte del mondo. A Siena dal 28 al 30 gennaio 2023 è andata in scena l’ottava edizione di Wine & Siena, una kermesse enogastronomica organizzata da WineHunter, che significa Helmuth Köcher, Presidente del Merano WineFestival.


Un evento voluto proprio da Köcher e da Stefano Bernardini, Presidente di Confcommercio Siena, ma anche dal compianto Andrea Vanni “senese Doc”. In questi tre giorni Siena è stata popolata da molti visitatori che hanno partecipato all’evento ed hanno colto l’occasione per visitare anche i musei della nobile città toscana.

La manifestazione ha avuto luogo all’interno degli ampi e meravigliosi saloni del Complesso Museale Santa Maria della Scala e Palazzo Squarcialupi. Alcuni saloni messi a disposizione per la kermesse vantano affreschi che portano la firma di pittori famosi, quali Lorenzo Vecchietta, Domenico di Bartolo, Priamo della Quercia, Giovanni di Raffaele Pavesi e Pietro d’Achille Crogi.

Detto e scritto ciò, mentre ti trovi di fronte ad un produttore e sorseggi un calice di vino  sei parimenti al cospetto di alcune di queste magnificenze. Un panorama impareggiabile che scende verso la montagnola senese da un lato e verso Montalcino ed il Monte Amiata dall’altro, con alcune vetrate dirimpettaie alla magnifica facciata del Duomo. Siena è avviluppata da dolci colline ed è il baricentro di importanti Docg e Doc conosciute ed apprezzate a livello nazionale ed internazionale.

Gli espositori presenti provengono da molte Regioni dello stivale, con chicche da tutto il globo. Nel salone delle Feste del Grand Hotel Continental Starhotels Collezione hanno avuto luogo alcune masterclass come: Alta Langa, bianchi autoctoni del Friuli Venezia Giulia, rossi purosangue Docg di 6 regioni, una verticale di Riesling Renano, Catwalk Champagne e Chianti Classico: tante microzone a confronto.

Si è pure svolta una tavola rotonda concernente il cambiamento climatico, un aspetto che sta molto a cuore a Helmuth.  Lunedì 30 gennaio, l’ultimo dei tre giorni, è stato interamente dedicato agli operatori del settore professionale con oltre 500 persone accreditate. Un bellissimo ed appassionante appuntamento che sin dai suoi albori è cresciuto in maniera esponenziale, riuscendo a suscitare attenzione da parte degli amanti del vino.

La prossima edizione di Wine & Siena è in programma per l’ultimo week end di gennaio 2024. Ho partecipato sabato 28 gennaio e mi sono avvicinato ad un buon numero di banchi d’assaggio. A seguito note di degustazione di alcuni vini che senza ombra di dubbio meritano un approfondimento.

Casa alle Vacche -Vernaccia di San Gimignano Crocus 2019: ottenuto prevalentemente da uve Vernaccia di Sangimignano, nella sua tonalità giallo dorato è ammantato da una bella brillantezza. La parte olfattiva rimanda a sentori di pesca, zafferano, vaniglia, ananas, mango, papaya e confetto di mandorle, con un sorso che ti colpisce per piacevoli morbidezze ed finale fresco, lungo e giustamente sapido.

Kellerei MeranWeissburgunder Riserva V Years Alto Adige Doc 2013: luminoso, intenso e ricco di sentori di pesca, pera, frutta esotica, spezie dolci. Gusto avvolgente e incredibilmente persistente.

Castelfeder – Burgum Novum Riserva Alto Adige Doc 2019: ottenuto da uve Pinot Nero, richiama alla vista alle nuance rubino trasparente, con un esplosione di profumi tra lamponi, more, fragoline di bosco e cacao in polvere. Allungo aromatico di grande impatto.

Azienda Agricola Gozzelino Sergio – Barbera d’Asti Superiore Docg 2016: veste rosso rubino con limpidi sentori di violetta, rosa, melograno, more, tabacco e pepe ed un palato avvolgente che prende slancio verso scie persistenti.

Marisa Cuomo – Furore Costa d’Amalfi Doc  Riserva 2018: blend 50% Aglianico e 50% Piedirosso, vivace nei riverberi e sprigionante sentori di visciola, mirtilli e mora accompagnati da una sottile speziatura.  Sorso appagante, fine ed equilibrato.

Vecchie Terre di Montefili – Chianti Classico Gran Selezione 2018: Sangiovese in purezza libera note di amarena, violetta, fiori secchi, con balsamicità e speziature finali edun attacco tannico poderoso ma setoso al contempo.

Fattoria di Valiano – Chianti Classico Riserva Poggio Teo 2019: ottenuto con Sangiovese in purezza,  rubino vivace, naso fine con effluvi di marasca,  prugna, mora, cacao e bacche di ginepro,  al palato è rotondo, pieno ed appagante.

Piombaia – Brunello di Montalcino 2017: dai rilfessi granati, al naso apporta ciliegia matura,  frutti di bosco e humus; un leggiadro dai tannini nobili che resiste al tempo.

Cantina Dorgali – Cannonau di Sardegna Classico Doc 2018: dinamismo espresso tra frutta di bosco, ciclamino, mirto e nuances di pino marittimo e pepe nero. Caldo come la Sardegna nel mare d’estate.

Cristian Torsiello, il grande chef minimal

Uno chef coraggioso e “contagioso” con la sua carica di passione, intenzionato a portare avanti il progetto del suo ristorante familiare aperto nel piccolo paese di Valva, insieme al fratello Tomas, e poi realizzato pienamente a Paestum, nella sala dell’Hotel Royal. Sono state due le connotazioni caratteriali a dare grande identità alle sue opere, decretando il noto successo della rinomata Osteria Arbustico, stella Michelin; la costanza e il rigore di Cristian Torsiello a restare sul territorio, con il DNA campano, ma contemporaneamente con il vivo intelletto sempre volto a sperimentare visioni diverse, anche con influenze e contaminazioni internazionali. Uno chef attento, particolarmente riservato, stupisce in lui la naturale tendenza ad esprimere sempre in modi diversi la sua cultura gastronomica: offre ogni volta un’attenta e minuziosa lettura di se stesso nell’intento di fare interpretare al meglio i suoi concept, tornando così ogni volta a dargli nuova linfa, a renderli infiniti nelle loro potenzialità.

Team Costa Del Cilento, la lectio magistralis di Torsiello

Anche durante il suo magistrale intervento del 14 dicembre 2022, in programma tra gli eventi del Team Costa del Cilento, ha coinvolto il pubblico rappresentando al meglio la tradizione culturale dell’associazione che dal 2014 è stata fondata e diretta in questi anni dallo chef Matteo Sangiovanni. Occasioni di rilievo, quelle organizzate dal Team, che danno vita ad interessanti manifestazioni utili per il settore gastronomico, ma anche a pure espressioni di bellezza della cucina, di fine dining particolari in cui è possibile vedere intrecciare mani degli chef italiani più importanti e così anche le loro filosofie. Un spettacolo che è in fondo specchio della nostra grande cultura nazionale che ha sempre valorizzato la genuinità e la qualità delle materie prime.

Questa volta è stata la location de Le Radici Ristorante (dove lo Chef Executive Matteo Sangiovanni è a lavoro dal 2020) l’ambientazione d’eccezione per la lectio magistralis di Torsiello che, tra l’interesse del pubblico, ha illustrato le preparazioni di alcune sue pietanze, tra le quali alcune storiche nel corso della sua carriera.

Cristian Torsiello è lo chef della distensione e della saggezza, fedele alla sua idea iniziale che ancora anima le sue convinzioni e con cui ha aperto l’Osteria Arbustico, con il chiaro obiettivo di ricreare un’oasi, un luogo tranquillo dove poter fare vera esperienza del sapore. Un ristorante lontano dal caos, accogliente e sereno, al pari del suo carattere.

Nota è anche la sua filosofia minimalista sempre alla ricerca di creazioni che sappiano sublimare i sapori genuini delle materie prime, senza alterare l’eccellenza del loro sapore naturale. “L’agnello deve rimanere agnello” è solito dire nel corso delle sue lezioni, a riprova del suo amore per la cucina, un indiscutibile tratto, tra l’altro, tipico di un’intelligenza acuta che si pone sempre al servizio del gusto, trattando e lavorando sapientemente le materie prime, senza snaturarle con le tecniche. Torsiello del resto ha sempre definito la sua cucina diretta e schietta, ricca di tecnicismi che ottimizzano i sapori, ma che mantengono come protagoniste proprio le materie prime.

Lo chef Torsiello sa cosa è la vera passione: quella che lascia le performances solo sullo sfondo, di modo che brilli indiscussa in primo piano tutta la qualità della propria opera.