Opera Wine 2023, le 130 aziende selezionate

Venti regioni, 130 produttori e altrettanti vini icona: rossi bianchi, rosé e spumanti a rappresentare il meglio del made in Italy enologico per il mercato estero, a partire da quello americano.


Vinitaly e Wine Spectator hanno svelato ieri al wine 2 wine di Verona fiere la nuova ambita selezione di Operawine 2023, realizzata in collaborazione con la più prestigiosa rivista americana di settore.
I 130 campioni del vino italiano saranno protagonisti il prossimo 1° aprile al super tasting di Operawine, con la consueta vernice dell’evento bandiera del vino italiano (2-5 aprile).


Sono 10 i nuovi ingressi rispetto alla selezione del 2022; tra le presenze regionali domina ancora la Toscana (35 aziende selezionate), seguita a distanza dall’altra rossista Piemonte (19) e dal Veneto, con 17 aziende. Giù dal podio, ma in buona crescita, due regioni del Mezzogiorno – Sicilia (10) e Campania (8) – in una presenza che a livello di macroaree vede il Nord con 57 imprese, il Centro con 44 e il Sud con 29.  Wine Spectator è una delle poche riviste in grado di determinare un’importante influenza sui consumatori nei mercati di riferimento.
Negli Usa è considerata un’autentica guida al lifestyle enologico per un mercato che da tempo rappresenta lo sbocco principale delle esportazioni di vino, a partire da quello italiano che con circa 2,3 miliardi di euro a valore registrati nel 2021 rappresenta quasi 1/3 delle importazioni statunitensi. Quest’anno, grazie al dollaro forte, la domanda americana ha sinora sofferto meno di altri il surplus dei costi a causa dell’inflazione: a tutto settembre (secondo l’Osservatorio Uiv/Vinitaly) le importazioni di bollicine italiane sono ancora in terreno positivo (+6% in volume e +8 in valore) mentre è in calo la domanda dei vini fermi tricolore (-7,2% in volume e -1,3% in valore).
Il matching tra le griffe selezionate e i vini di riferimento protagonisti Operawine 2033 sarà reso noto in sede di avvicinamento al prossimo Vinitaly.

PRODUTTORI DI OPERAWINE 2023Le aziende selezionate da Wine Spectator per l’edizione di quest’anno sono 130 (come nel 2022, contro i 186 del 2021, edizione speciale per il decimo anniversario, 103 del 2019 e 107 del 2018).
L’elenco completo è riportato di seguito.

AbruzzoMasciarelli
Basilicatad’Angelo
BasilicataElena Fucci
BasilicataGrifalco della Lucania
CalabriaLibrandi
CampaniaMastroberardino
CampaniaFeudi di San Gregorio
CampaniaQuintodecimo
CampaniaMontevetrano
CampaniaSan Salvatore
CampaniaColli di Lapio
CampaniaTerredora di Paolo
CampaniaSalvatore Molettieri
Emilia-RomagnaTenuta Pederzana
Friuli/Venezia-GiuliaVie di Romans
Friuli/Venezia-GiuliaMarco Felluga
Friuli/Venezia-GiuliaBastianich
Friuli/Venezia-GiuliaLivio Felluga
Friuli/Venezia-GiuliaGravner
Friuli/Venezia-GiuliaJermann
LazioFamiglia Cotarella
LiguriaCantine Lunae Bosoni
LombardiaGuido Berlucchi
LombardiaCa’ del Bosco
LombardiaConte Vistarino
LombardiaNino Negri
LombardiaBellavista
LombardiaArpepe
LombardiaRainoldi
MarcheUmani Ronchi
MarcheGarofoli
MarcheBisci
MoliseCatabbo
PiemonteProduttori del Barbaresco
PiemontePio Cesare
PiemonteCavallotto
PiemonteGiacomo Borgogno & Figli
PiemonteVietti
PiemontePaolo Scavino
PiemonteAldo Conterno
PiemonteMarchesi di Barolo
PiemonteMassolino
PiemonteElvio Cogno
PiemonteG.B. Burlotto
PiemonteG.D. Vajra
PiemonteOddero
PiemontePecchenino
PiemonteRenato Ratti
PiemonteGiuseppe Mascarello & Figlio
PiemonteFalletto di Bruno Giacosa
PiemonteLuciano Sandrone
PiemonteRoagna
PugliaTormaresca (Antinori)
PugliaMasseria Li Veli
PugliaLeone de Castris
SardegnaAgricola Punica
SardegnaArgiolas
SiciliaCusumano
SiciliaF. Tornatore
SiciliaPlaneta
SiciliaMorgante
SiciliaDonnafugata
SiciliaTasca d’Almerita
SiciliaFeudo Montoni
SiciliaBenanti
SiciliaTenuta delle Terre Nere
SiciliaGraci
Trentino-Alto AdigeCantina Nals Margreid
Trentino-Alto AdigeElena Walch
Trentino-Alto AdigeCantina Terlano
Trentino-Alto AdigeFerrari
Trentino-Alto AdigeTenuta San Leonardo
ToscanaTenuta San Guido
ToscanaTenuta Sette Ponti (Feudo Maccari)
ToscanaOrnellaia
ToscanaSan Filippo
ToscanaCastello Banfi
ToscanaSiro Pacenti
ToscanaBiondi-Santi
ToscanaCasanova di Neri
ToscanaIl Poggione
ToscanaPoggerino
ToscanaBarone Ricasoli
ToscanaRocca delle Macìe
ToscanaIstine
ToscanaSan Felice
ToscanaLamole di Lamole
ToscanaSan Giusto a Rentennano
ToscanaTenuta di Trinoro (Passopisciaro)
ToscanaVecchie Terre di Montefili
ToscanaLe Macchiole
ToscanaMazzei (Castello di Fonterutoli)
ToscanaPetrolo
ToscanaAltesino
ToscanaCanalicchio di Sopra
ToscanaCarpineto
ToscanaCastello di Monsanto
ToscanaCastello di Volpaia
ToscanaMarchesi de’ Frescobaldi
ToscanaValdicava
ToscanaBoscarelli
ToscanaCastellare di Castellina (Rocca di Frassinello & Feudi del Pisciotto)
ToscanaFattoria di Fèlsina
ToscanaFontodi
ToscanaCastello di Albola
ToscanaCastello di Ama
ToscanaRocca di Montegrossi
UmbriaScacciadiavoli
UmbriaTabarrini
UmbriaArnaldo Caprai
UmbriaLungarotti
UmbriaAntinori /Castello della Sala
Valle d’AostaLes Crêtes
VenetoRomano Dal Forno
VenetoTommasi (Paternoster)
VenetoMasi
VenetoTommaso Bussola
VenetoZenato
VenetoTedeschi
VenetoAllegrini
VenetoMonte del Frà
VenetoGini
VenetoLeonildo Pieropan
VenetoPrà
VenetoRoberto Anselmi
VenetoSuavia
VenetoBertani
VenetoZymè
VenetoMasottina
VenetoNino Franco

Sono 10 le aziende che parteciperanno per la prima volta a OperaWine:

  1. Colli di Lapio
  2. San Salvatore
  3. Conte Vistarino
  4. Masottina
  5. Giacomo Borgogno & Figli
  6. Feudo Montoni
  7. Cantina Nals Margreid
  8. Lamole di Lamole
  9. Vecchie Terre di Montefili
  10. Monte del Frà

Vincenzo Mercurio, miglior enologo d’Italia 2022

Oscar del vino 2022 ” premio Giacomo Tachis” assegnato da Bibenda e Fis al professionista Campano. Il 3 dicembre la cerimonia di Premiazione a Roma.
Winemaker ed enologo consulente con oltre 25 anni di esperienza alle spalle, Vincenzo Mercurio si è formato in Italia e all’estero, in particolare in Francia. Sono sempre di più le aziende italiane che scelgono di avvalersi della sua consulenza.


In Campania, Lazio, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Sardegna, Umbria, Sicilia, Mercurio porta con sé quella che ormai è diventata una filosofia da applicare all’intero processo produttivo, dalla vigna alla bottiglia: “Con i produttori confeziono emozioni, racconti della loro vita, del territorio e della storia che li ha generati – spiega Mercurio -e non posso che essere estremamente felice e orgoglioso di ricevere questo riconoscimento, che considero un punto di partenza e non di arrivo, e che rappresenta la conferma di come la strada intrapresa sia quella giusta”.
Alla base una costante formazione, sia accademica che sul campo“Solo conoscendo bene la materia dal punto di vista scientifico è possibile lavorare con cognizione di causa – spiega Mercurio –. Il vino si fa in vigna ma è indispensabile essere maniacalmente attenti in cantina in tutte le fasi. Personalmente non credo nell’importanza di avere uno stile enologico riconoscibile, non amo che si senta l’influenza del mio lavoro, ma punto tutto sulla capacità di ottenere vini in grado di raccontare il vitigno, il territorio e il produttore. I protocolli per realizzare una vinificazione devono essere come un abito su misura, e quelli prodotti con il mio metodo sono sempre vini dotati di personalità ed identità propria”. Nel futuro di Vincenzo Mercurio c’è soprattutto la sostenibilità ambientale. “Attraverso studi e viaggi in zone come l’Austria, la Svizzera, dove c’è una cultura diffusa sull’argomento, sto lavorando ad un metodo da condividere con tutti i produttori che sognano un mondo migliore da lasciare alle future generazioni. Non posso nascondere l’emozione e la soddisfazione per l’assegnazione dell’Oscar del Vino 2022 come Miglior Enologo Italiano – conclude Mercurio -. Anche se il riconoscimento è alla persona, lo condivido con quanti hanno creduto in me sposando la mia filosofia, per la quale il vino non è solo un prodotto ma un progetto di vita. Voglio ringraziare le aziende vitivinicole ed il team di collaboratori delle Ali di Mercurio, che ho formato e che mi supporta, e la mia famiglia, che condivide quotidianamente le gioie e i tanti sacrifici. Con questo ambito e prestigioso riconoscimento, più sicuro di prima, continuerò il mio cammino tra le vigne, passo dopo passo, accanto ai produttori. Ringrazio Franco Maria Ricci, Bibenda e la Fondazione Italiana Sommelier per aver creduto nel mio lavoro”.

Merano wine festival, i numeri dalla 31^ edizione

Grande affluenza al 31° Merano Wine Festival. 9.000 presenze totali nelle cinque giornate del festival ideato da The Winehunter Helmuth Köcher (4-8 novembre), più di 700 produttori presenti tra Wine, Food – Spirits – Beer suddivisi in due sessioni espositive, più di 330 etichette nella The Winehunter Area, 34 le bottiglie sciabolate, oltre 50 eventi tra 16 master class, 1 summit suddiviso in 6 presentazioni, 7 talks, 2 presentazioni di libri, 19 chef ospiti e 2500 piatti preparati in show cooking e special dinner. Una risonanza sui canali social ufficiali della manifestazione di oltre 650.000 account raggiunti nelle giornate del festival, e circa 150.000 visite al sito web. Tanti, infatti, gli ospiti d’eccezione tra cui il Ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, Gerry Scotti, Attilio Scienza, Gennaro Esposito, Franco Pepe, Peppe Aversa, Luca Gardini, Luca d’Attoma, Luigi Moio, Paolo De Castro e Herbert Dorfmann.

Si è conclusa con successo la 31^ edizione della rassegna meranese dedicata alle eccellenze wine & food selezionate da The Winehunter Helmuth Köcher. 9.000 le presenze registrate nelle cinque giornate del festival (4-8 novembre), di cui 7.000 i visitatori, tra le due sessioni espositive “Wine” e “Culinaria” nelle sale del Kurhaus e nella GourmetArena, per concludere, come di consueto, con la giornata riservata allo Champagne. Tra gli eventi clou: un summit incentrato sulla sostenibiltà, la presentazione del cortometraggio “Merano va in scena” a Teatro Puccini, e l’assegnazione di importanti riconoscimenti nel settore enogastronomico come i The Winehunter Award Platinum, il Premio Nel Segno di Zierock, il Premio GodioEmergente Sala e i premi del concorso Itinerari Miscelati. Molti i media presenti, tra cui le reti private nazionali come Sky, Mediaset e Rai, alcuni partner ufficiali, per un totale di 300 giornalisti accreditati; grande risonanza anche nei canali social ufficiali di Merano Wine Festival, con oltre 650.000 account raggiunti nelle giornate del festival. Un’edizione di successo, festeggiata anche dalle 34 sciabolate che hanno animato la rassegna: 31 in simultanea nel Ponte delle Terme in occasione della cerimonia di inaugurazione della 31^ edizione. Appuntamento al 32° Merano Wine Festival, in programma dal 10 al 14 novembre 2023.

I SIDE EVENTS 
Merano Wine Festival si è dimostrato una volta di più un cuore pulsante del mondo del vino e delle eccellenze culinarie a livello culturale, artistico, ambientale e istituzionale. Sono oltre 50 gli eventi che hanno animato il festival, primo fra tutti il summit “Respiro e Grido della Terra” incentrato sulle tematiche dell’acqua, dell’innovazione e della sicurezza alimentare in particolare nella viticoltura in cui sono intervenuti opinion leaders, stakeholders e istituzioni come l’enologo Luca D’Attoma, il presidente OIV Luigi Moio, il Vice-Presidente della Commissione Agricoltura UE Paolo De Castro, il Deputato Parlamento Europeo e membro commissione Agricoltura UE Herbert Dorfmann, il ricercatore, professore, visionario Attilio Scienza. 
Ospite del festival anche il neo Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, che ha sottolineato l’importanza di valorizzare e tutelare il territorio. E ancora il conduttore e produttore di vino Gerry Scotti, che ha ricevuto dalla guida del Touring Club Italiano un premio speciale in qualità di ambasciatore del vino italiano.
Numerosi gli appuntamenti con masterclass e showcooking, che hanno visto la preparazione di oltre 2500 piatti gourmet; tra i numerosi chef anche gli stellati Sara Precerutti (Acquada – Milano) Alessandro Ramella (Hotel Excelsior – Venezia), Umberto De Martini (Maison Florian – Bergamo), Lino Scarallo (Palazzo Petrucci – Napoli), Peppe Aversa (Il Buco – Sorrento) e i super stellati Gennaro EspositoFranco Pepe e Peppe Aversa ospiti della speciale sezione dedicata alla Campania, oltre alla presenza di nomi illustri del mondo internazionale del vino come il wine critic Luca Gardini. Infine, protagonista anche l’arte che ha incontrato il mondo del vino nella presentazione del nuovo cortometraggio “Merano va in scena” (in uscita il 14 novembre) prodotto da Anam Cara e diretto dallo sceneggiatore e regista Carlo Guttadauro che ha voluto raccontare la storia ideale che ha ispirato Merano WineFestival in un incontro immaginario tra il pioniere della viticoltura altoatesina Arciduca Giovanni d’Asburgo e il patron del festival Helmuth Köcher. 

Un connubio, quello tra arte e vino che ha illuminato anche l’ultima giornata con il gran finale Catwalk Champagne e “Il teatro di Marguerite Guyot” rappresentano dall’attrice Aphrodite de Lorraine con la presenza di Florence Guyot. Successo per i convegni Naturae et Purae in collaborazione con Angelo Carrillo, quest’anno dedicato al tema “Wine Resilience – Spiriti Estremi” sulla viticoltura estrema e i vini marittimi con un focus di wild cooking dedicato allo stoccafisso. Senza dimenticare i momenti culturali, come la presentazione dei libri “Il Bicchiere d’Argento” a cura di Cucchiaio d’Argento e in collaborazione con Luca Gardini e “I Vini del Cuore”. Spazio anche agli ambassador del Merano WineFestival, con la nuova Buyer & Financial Area che ha favorito l’incontro tra produttori e ambassador in partnership con 5Hats.

Merano Wine Festival 2022

Tanta animazione nello spazio di Casa Campania allestita nell’ambito del Merano WineFestival 2022.

Oggi, lo chef Luigi Ottaiano, coadiuvato dagli allievi dell’Istituto Alberghiero De Medici di Ottaviano, Francesco Cozzolino e Saverio Bifulco, si è esibito nella preparazione di un piatto semplice della cucina Napoletana: candele spezzate al pomodorino del piennolo, giro d’olio d’oliva monocultivar Ravece dop e basilico fresco.

Ad arricchire la proposta culinaria sono state servite tartine con pane fresco condite con pomodorino del piennolo, alici sott’olio e tonno rosso di Cetara, insieme a capocollo e salsiccia secca di maialino nero di Caserta, Provolone del Monaco dei Monti Lattari, Caciocavallo Podolico dell’Irpinia.

E per finire la mitica Pastiera Napoletana.

Lo show cooking, inserito nel Progetto Campania.Wine Medways_EU, è stato seguito da una folta platea di pubblico liberamente intervenuto. Tra gli ospiti di rilievo, oltre a giornalisti ed esperti del settore accreditati all’evento di Merano, erano presenti esponenti del mondo della cultura e della politica, nonché l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, on. Nicola Caputo.

A fare gli onori di casa i cinque presidenti dei rispettivi consorzi della Campania: Ciro Giordano, per il Vesuvio Consorzio Tutela Vini, Andrea Ferraioli, per il Consorzio Vita Salernum Vites; Teresa Bruno, per Irpinia Consorzio Tutela Vini; Cesare Avenia, per Vitica; Libero Rillo per Sannio Consorzio Tutela Vini.  

Ma a farla da padrone è stato il vino servito a fiume attraverso le oltre 200 etichette in rappresentanza delle più note tipologie e denominazioni della Campania.

Info: wines@campania.wine

La Rinascita incomincia dalla Speranza

Sabato 10 settembre Fontanafredda ha accolto più di 7000 presenze durante l’intera giornata.
Un successo determinato da esperienze culinarie, divertimento, cultura e musica che hanno coinvolto un pubblico variegato, dai winelovers alle famiglie.

Un’edizione all’insegna dell’eccellenza quella della Festa Della Vendemmia 2022 – La Rinascita incomincia dalla Speranza che ha celebrato il periodo più importante dell’anno con un ricco palinsesto di eventi di qualità. Più di 7000 presenze durante l’intera giornata; 1100 bottiglie di vino stappate; 600 kg di uva pigiata; più di 300 bambini coinvolti nelle attività di intrattenimento; 350 partecipanti alle visite nelle cantine storiche; 8 aree musica, 2 tour in bike nei vigneti. Questi i numeri di un programma che ha coinvolto i più affascinanti scorci di Fontanafredda.
Un susseguirsi di momenti dedicati al mondo del vino con visite alle cantina storiche e ai vigneti, all’alta cucina con “Degustando”, “Wood Truck”; occasione per far conoscere le eccellenze enologiche di Fontanafredda, l’alta cucina di Ugo Alciati, nonché visitare alcuni luoghi storici e significativi di questa realtà.

street food di “Bello & Buono” e Osteria Disguido, ma anche eventi di intrattenimento per tutte le età, tanta musica e spettacoli di giocoleria.

Otto aree musicali dedicate a esibizioni live, come i Finley, e dj set hanno arricchito un folto programma di spettacoli, cultura e gusto. Sono state 1100 le bottiglie di vino stappate per brindare alla vendemmia e 600 i kg di uva pigiata, nell’augurio di una grande nuova annata in arrivo.

A deliziare gli ospiti del Villaggio Narrante, 10 piatti accompagnati da specialità del territorio, grandi vini e cocktail, preparati dagli chef della nuova edizione di “Degustando”, evento in collaborazione con To Be Events: Giuseppe Lo Presti (Osteria Arborina), Ugo Alciati (Guido ristorante), Andrea Larossa (Ristorante Larossa), Francesco Marchese (FRE), Walter Ferretto (Il Cascinale nuovo), Emin Haziri (Cannavacciuolo Bistrot Torino), Antonio Romano (Spazio 7*), Stefano Sforza (Opera), Alfonso Russo (Ventuno.1) e Enzo Barillà (Eragoffi).

La selezione dei vini è stata curata da Fontanafredda, con bianchi, grandi rossi e bollicine. Oltre ai piatti, è stato possibile degustare le eccellenze gastronomiche di produttori come Pariani, La Perla di Torino e molti altri, tra salumi, formaggi, lievitati, dolci e gelati. Il tutto accompagnato dalla musica di intrattenimento DJ set.


Per i più piccoli si sono svolti gli spettacoli itineranti e di giocoleria dei fratelli Ochner, a seguire musica live e Dj Set Braontherocks. Il momento più atteso è stato l’esibizione della band Finley a partire dalle 21.30 sul grande palco del Lago. Presenti anche Vincenzo Scalabrino, il duo Dodo & Charlie e Madj che hanno animato l’area dei “Wood Truck” con cibo di strada all’ombra degli alberi secolari by Antignano Prodotto Tipico con i suoi tajarin all’uovo, Baladin con gustosi hamburger e pizza alla pala romana, Coj La Colomba con piatti tipici della tradizione piemontese e i dolci di Salute.

Grande successo per la visita ai vigneti by FPT Industrial con le bici di Webike durante la quale sono stati svelati tutti i segreti di una vendemmia a emissioni ridotte, grazie al trattore New Holland con motore FPT alimentato a biometano. E poi, le visite guidate alle cantine ottocentesche dalle 12.00 alle 18.00, il mercatino dell’artigianato e gli spettacoli per bambini di Daniela Febino. È stato possibile, inoltre, incontrare i Partner del Rinascimento Verde, che accompagnano Fontanafredda nel percorso della sostenibilità: oltre a FPT Industrial, anche Nomacorc con i primi tappi da vino al mondo realizzati utilizzando plastica riciclata, quelli della serie Nomacorc Blue line di Vinventions, insieme a quelli della Green line, a zero impatto di CO2 e derivati dalla canna da zucchero. Partner ormai consolidati della Festa anche Unipol Sai e VH Italia. Oltre al vino non sono mancati i cocktail di To be Events e le birre artigianali del birrificio Baladin.

La Festa della Vendemmia è una tradizione che Fontanafredda, ogni anno, reinterpreta in chiave moderna e sostenibile, in linea con la filosofia che contraddistingue il progetto del Rinascimento Verde. Quest’anno, inoltre, in occasione dei 30 anni dalla nascita del primo Barolo del Comune di Serralunga d’Alba, Fontanafredda si è fatta promotrice di un’iniziativa volta ad istituire la prima giornata mondiale per valorizzare questa denominazione comunale, il Serralunga Day, in data 9 settembre, che ha visto la partecipazione dei produttori della denominazione del Barolo del Comune di Serralunga d’Alba ed è stata rivolta ai media di settore, tra giornalisti specializzati e wine influencer.

Inaugurato il Parco Museale festa dell’uva di Impruneta

Riccardo Lazzerini – “Il Parco Museale si pone come obiettivo, insieme al Museo, di rendere immortale la Festa dell’Uva e di mostrare come le tradizioni dell’Uva e della Terracotta abbiano un legame profondo nel territorio imprunetino”. Dedicata una sala del Museo all’ex presidente del Rione Pallò, Luca Gasparri.

Impruneta 18 Settembre 2022 | È stato inaugurato questa mattina il “Parco Museale” del Museo Festa dell’Uva di Impruneta (Fi), giardino adiacente al Museo nato nel Settembre 2020 e di proprietà del Banco Fiorentino, lo spazio sarà adibito ad attività artistiche, eventi culturali e ricreativi, ed aperto al pubblico. Da sottolineare anche l’inaugurazione che ha preceduto quella del Parco; è stata intitolata una sala in onore a Luca Gasparri, ex presidente del rione Pallò che si è spento a soli 54 anni dopo una lunga malattia lo scorso maggio.


Il parco di 200 mq è gestito dall’Ente Festa dell’Uva ed ospita undici installazioni permanenti in terracotta e altri materiali, realizzate presso le Fornaci Storiche di Impruneta CAT in collaborazione con l’Associazione Art Art, è accessibile sia dall’interno del Museo che attraverso un ingresso.
La mattinata si è aperta con l’intitolazione della sala superiore del Museo all’ex presidente del Rione Pallò e dell’Ente Festa dell’Uva, Luca Gasparri che si è spento a soli 54 anni dopo una lunga malattia lo scorso maggio. Nel suo intervento Riccardo Lazzerini ha voluto sottolineare il valore umano di un uomo che ha dedicato gran parte della propria vita alla rione ed alla festa, e che con forza e convinzione si è speso per la realizzazione del Museo Festa dell’Uva, al quale era molto legato.
Molti i cittadini presenti all’inaugurazione di questa mattina, insieme a loro i presidenti dei quattro rioni dell’Impruneta e Riccardo Lazzerini, presidente Ente Festa dell’Uva – “L’obbiettivo del Parco Museale inaugurato oggi e del Museo presente dal 2020, è quello di rendere immortale la Festa dell’Uva e non meno importante è mostrare il legame profondo della festa con il territorio, dato che sono, quelle esposte, tutte opere realizzate da artisti locali . Il Parco Museale è il frutto della sinergia di tante individualità e di collaborazioni consolidate nel tempo. Siamo qui anche e soprattutto grazie alla lungimiranza del Banco Fiorentino che ha investito su di noi, e che oggi regala a Impruneta un nuovo spazio da vivere.”


“Il luogo, rivelato oggi al pubblico, è di grande interesse culturale e lega le tradizioni dell’Uva e della Terracotta. Legame che non poteva essere rappresentato in maniera migliore se non attraverso l’arte. Che possa essere questo un modo per creare sempre maggiore attrattiva verso Impruneta” – dichiara Alessio Calamandrei, sindaco di Impruneta.
“Grazie ad una grande sinergia è stato possibile creare quello che possiamo apprezzare oggi. Tullio Del Bravo, il curatore della mostra, è stato un tassello fondamentale e insieme a lui le Fornaci Storiche di Impruneta , sempre molto disponibili ad accogliere le nostre richieste. Da non tralasciare poi il lavoro fondamentale degli scultori che sono stati felici di donare le loro opere che rimarranno qui in maniera permanente” – dichiara Fiorella Noci, associazione culturale Art Art.
Proprio Tullio Del Bravo, curatore della mostra, ha tenuto a precisare nel corso della presentazione – “La terracotta identifica l’artigianato del territorio imprunetino e l’idea di invitare artisti per valorizzare questo aspetto in un parco ha riscosso un grande successo, tant’è che qua abbiamo per ora dieci opere che sono solo una parte di quelle che con il tempo andranno via via a posizionarsi nell’area museale”.


Il parco è sicuramente la più viva testimonianza del profondo legame tra il territorio e le sue eccellenze – “Tutti coloro che fanno parte delle Fornaci Storiche Impruneta hanno sposato subito l’idea di contribuire alla costruzione di questo parco Museale, dato che la nostra è una realtà molto importante per il territorio e il lavoro della terracotta è qualcosa di profondamente radicato” – dichiara Luigi Mariani, rappresentante delle Fornaci Storiche Impruneta CAT.
Stefano Romanelli e Alan Dell’Avvocata Poneti, in rappresentanza della banca BCC Banco Fiorentino, sottolineano – “Siamo orgogliosi di aver collaborato insieme a Riccardo Lazzerini per ridare vita a questo angolo che dà una nuova fruibilità anche al Museo. Il Banco Fiorentino si propone di partecipare e contribuire ad altre attività in grado di valorizzare il territorio il nostro fantastico territorio.”
Importante raccontare il grande contributo che ancora una volta dà la Misericordia di Impruneta , come ci espone il Provveditore Paolo Poggini – “Il legame con l’Ente Festa dell’Uva è sempre ben saldo. In piazza sono costantemente presenti una trentina di nostri ragazzi per il soccorso con due ambulanze attrezzate per qualsiasi evenienza
L’inaugurazione del “Parco Museale ” si è conclusa con lo spettacolo estemporaneo dal titolo “ Il Muro”, a cura di Imago Lab ets-aps , animazione per bambini da 4 a 10 anni, liberamente tratta dal racconto di Giancarlo Macrì e Carolina Zanotti.
Le opere permanenti esposte:
“Evoè” di Giuseppe Procopio (grido di giubilo delle baccanti). Sintetizza con la realizzazione di due lastre in cotto divergenti all’apice che accolgono un grappolo d’ uva. L’ opera è stata realizzata nella fornace Artenova.


“Baccante” di Fiorella Noci. Stele antropomorfa in terracotta con intervento cromatico metallizzato realizzata nella fornace Carbone.


Suono di vino” di Silvia Fossati. Opera in cotto, legno e vetrofusione che interagendo con l’azione del vento produce dei suoni. fornace Carbone per la parte in terracotta.


Il totem e la vite” di Antonella Andrei. Struttura verticale composta da moduli in terracotta impilati sui quali si appoggia e si sostiene una vite col suo frutto.


La buona educazione” di Francesco Battaglini. Figura di madre nell’atto di mostrare o offrire al figlio che tiene in braccio un grappolo d’uva. L’opera è stata realizzata presso la fornace Artenova.


Dal 1926 Festa dell’Uva di Impruneta” di Luigi Mariani. Busto femminile con i simboli della festa nelle sembianze della moglie con la quale ha condiviso questa passione, realizza nella fornace MITAL della quale è titolare con i due fratelli.


“La stele dei rioni” di Gianni Bandinelli
Quattro elementi in terracotta con i simboli ed i motti che li identificano sormontati da una pigna simbolo del paese. E nell’intento dell’artista modificabile a seconda della classifica ottenuta in ogni edizione della festa. L’opera è stata realizzata in collaborazione con la fornace Giorgio Pesci.


Vendemmia” di Marco Orsucci. Raffigura dei putti nell’atto di raccogliere i frutti della vite. Un altorilievo realizzato nella fornace Masini con la quale ha collaborato in molte occasioni.


“Ebbrezza” di Roberto Coccoloni. Scultura rappresentante un torso femminile emergente da un grappolo d’uva che termina in un flusso di vino, il tutto caratterizzato da una felice smaltatura a fuoco grazie a Sergio Ricceri che da sempre sperimenta ogni tipo di ingobbi, smalti e patine.


“Ampelos” di Ignazio Fresu. Scultore contemporaneo che utilizza prodotti di scarto nelle sue istallazioni, in questo caso viene utilizzata la resina. L’unica opera del parco non in terracotta dunque, che rappresenta l’uva nella trasformazione in vino. Prende il nome dal satiro di cui si invaghi Bacco, che morì tragicamente e dalla cui morte nacque la vigna.


“I colori della festa” di Maurizio Biagi. Quattro formelle con i colori dei rioni racchiusi in una teca o cornice in plexiglass.

Ci sono un Francese, un Americano e un Italiano…

No, non è quello che potrebbe sembrare. E’ il podio.

Ex Aequo per i vincitori Francesco Martucci della pizzeria “I masanielli” a Caserta e Anthony Mangieri “Una Pizza Napoletana” a New York, subito dietro un emigrante di lusso, di quelli che portano alto, nel mondo, il made in Italy , Giuseppe Cutraro di “Peppe pizzeria” a Parigi.
Una serata da incorniciare. Un prima e un dopo senza sbavature. La tensione, la gioia e la festa.
Napoli è la padrona di casa, in un clima quasi surreale, strade semideserte, al Maradona i Red Devils stanno per prendere una sonora lezione di calcio, ma questa è un’altra storia.
Intanto nel teatro di corte di Palazzo Reale, va in scena l’atto finale di Top 50 Pizza, con la premiazione delle migliori pizzerie del mondo (secondo la guida).
Ci sono tutti, tranne un paio di Campani che sono in aperta polemica: ma polemica per cosa poi ?
Top50 ha cambiato il modo di intendere “la guida”, una visione contemporanea, vissuta e consumata sui social. La guida curata da Barbara Guerra, Albert Sapere e Luciano Pignataro, ha tracciato una linea anche per i pizzaioli, parametri di riferimento che oggi sono un’indicazione precisa di quello che il mercato vuole. Ha creato un format globale.
Sarà tutto questo che la rende cosi ambita, se i premiati non hanno voluto perdersi la festa, arrivando da qualsiasi parte del mondo.
Della festa e del resto, continueremo a parlare in seguito, per adesso vi lasciamo un breve estratto della prima parte della serata con le parole a caldo di alcuni dei protagonisti.

Barolo a menzione comunale “Serralunga d’Alba”

Serralunga Day: si sono incontrati a Fontanafredda per istituire la prima giornata mondiale dedicata a questa menzione, a 30 anni dalla sua nascita. Un momento di confronto sulle diverse interpretazioni di questo territorio, patrimonio unico riconosciuto a livello internazionale. Si è svolto, nella splendida cornice del Villaggio Narrate nel cuore delle Langhe Patrimonio Unesco, il “Serralunga Day” la prima giornata mondiale dedicata al Barolo del Comune di Serralunga d’Alba. A 30 anni dalla nascita della menzione comunale, i produttori hanno istituito un appuntamento annuale, il secondo venerdì di settembre, per un confronto sulle diverse interpretazioni del territorio

Serralunga d’Alba (CN), 13 settembre 2022 – È stato inaugurato nel secondo venerdì di settembre il “Serralunga Day”, il progetto voluto dai produttori del Barolo del Comune di Serralunga d’Alba per celebrare e valorizzare questa importante menzione, a 30 anni dalla sua nascita.

Il “Serralunga Day” nasce dal desiderio di tutti i produttori della denominazione di dare vita a un momento di confronto sulle diverse interpretazioni del territorio, concretizzandolo con una presentazione ad amici, critici e stampa l’anteprima straordinaria dell’annata 2019, rigorosamente alla cieca, con l’unico scopo di delinearne un ritratto comune.

Ed è proprio in occasione del 30° anniversario dalla nascita del primo Barolo del Comune di Serralunga d’Alba (era il 1992 con il Barolo del 1988), che il “Serralunga Day” si pone l’obiettivo di diventare appuntamento annuale fissato per il secondo venerdì di settembre dove ogni anno tutti i produttori in anteprima racconteranno la nuova annata. I cosiddetti “Serralunga writers”, pool di giornalisti, critici e amici, al termine della degustazione, hanno elaborato un manifesto descrittivo dell’annata, intitolato “Barolo Serralunga d’Alba 2019, la grammatica del tannino”: “Come i periodi letterari di Seneca erano diretti e incisivi, così i tannini del Barolo Serralunga d’Alba 2019 risultano rigorosi nello stile e simili alla leggiadria dei versi del grande poeta. Una vendemmia classica, ma mai polverosa che esprime grande dinamismo e profondità.
Qui, c’è contemporaneità espressa in una leggerezza impalpabile e un’eleganza senza tempo. La distintività dell’origine è testimoniata da una grande nettezza, balsamicità e freschezza.
È evidente il superamento del mero abbinamento gastronomico, indice di grande versatilità e attualità.


Un’ottima annata, godibile e golosa sin da subito e al contempo rispettosa, rigorosa ed evocativa.
Con la 2019 Serralunga si conferma un terroir che, da sempre, dà valore al tempo restituendo a sua volta valore al vino. Un racconto unanime che traduce nel calice un territorio unico e fortemente identitario che parla il verbo del presente con uno sguardo verso il futuro come una promessa. Ci piace pensare che oggi Seneca avrebbe condiviso con noi un Barolo Serralunga d’Alba 2019!”

La giornata è terminata con la grande cena di gala al Garden del Lago, con i piatti dello chef stellato Ugo Alciati di Guidoristorante, accompagnati da tutti i Barolo 2018 dei produttori della menzione comunale di Serralunga d’Alba. Dove l’intero ricavato della cena è stato devoluto da parte di tutti i produttori di Serralunga ad una associazione territoriale che propone un progetto dedicato alle famiglie con bambini malati di cancro che hanno ultimato le terapie e iniziato il loro percorso di recupero: LA COLLINA DEGLI ELFI di Govone.
“Siamo infinitamente grati di essere nati su questa Terra, per questo abbiamo deciso di ricambiare, restituendo un po’ di questa fortuna al territorio meraviglioso che ci ospita” dichiarano i produttori del Barolo del Comune di Serralunga.
Presenti al “Serralunga Day” 25 produttori della denominazione del Barolo del Comune di Serralunga d’Alba per una giornata di incontro e degustazione delle annate 2019 (in assoluta anteprima) e 2018, oltre che di condivisione delle varie impressioni sull’annata 2022.

Eccoli in ordine alfabetico: Alessandro Rivetto, Angelo Negro, Boasso Franco, Ca’ Rome’, Cantina del Nebbiolo, Cascina Adelaide, Domenico Clerico, Enrico Serafino, Ettore Germano, Famiglia Anselma, Fontanafredda, Garesio, Giovanni Rosso, Luigi Baudana, Luigi Vico, Palladino, Paolo Manzone, Pico Maccario, Pira, Podere Gagliassi, Principiano Ferdinando, Rivetto, Schiavenza, Tenuta Rocca, Villadoria

Presentata la rassegna “Galluccio e Terra di Lavoro”

Si è svolta il 12 settembre u.s. all’Enoteca Provinciale di Caserta, la presentazione della “Rassegna di vini di Galluccio e Terra di Lavoro”, in programma il 16-17 e 18 settembre al Palazzo Mattia Seccareccia, nell’omonimo comune casertano.
La Rassegna, indirizzata agli esperti del settore, si inserisce all’interno della “46a Sagra dell’Uva” che si
svolgerà proprio in contemporanea nella frazione San Clemente di Galluccio. Entrambe le attività sono
promosse dall’Amministrazione comunale.
La Rassegna, che vede la partecipazione attiva di VITICA (Consorzio di tutela dei vini DOC e IGT della
provincia di Caserta), ha conquistato un peso specifico sempre più rilevante negli scenari campani de-
diti alla produzione enologica di qualità e alla promozione territoriale. Ha peraltro reso protagonista la
denominazione del Galluccio DOC e le eccellenze vitivinicole di Terra di Lavoro coinvolte nell’iniziativa.
E in questa cornice trova una sua reale e importante dimensione la “Rassegna di vini di Galluccio e
Terra di Lavoro”, nata nel 2018 per affiancare la festa popolare e per avviare un percorso formativo e
informativo sulla valorizzazione della produzione enologica locale.
Una realtà impreziosita dalle sue vigne, dal certosino lavoro svolto dall’operosità delle aziende del territorio e dalle buone pratiche messe in campo grazie alla fattiva cooperazione tra istituzioni, enti e comunità locali che mostrano quanto questa area sia in grado di offrire a 360 gradi.
Un evento nell’evento animerà Palazzo Mattia Seccareccia con le Masterclass dedicate ai vini Galluccio
DOC, Roccamonfina IGT, Falerno del Massico DOC, Aversa Asprinio DOC e Terre del Volturno IGT se-
guite dagli show cooking, in programma, a cura degli chef Mario Milo, Antonio Oliva e Arcangelo Dandini per valorizzare e esaltare il connubio vino-cibo.
Tutto ciò sarà declinato con un’immersione totale nella dimensione agricola e paesaggistica di Galluccio, pronta all’ingresso in nuovi mercati, continuando a investire contemporaneamente nella promozione storica e culturale di queste fertili terre, abbarbicate sul vulcano spento di Roccamonfina, parte del Parco Regionale di Roccamonfina e della foce del Garigliano.

La conferenza stampa, moderata dalla giornalista Antonella Amodio, ha visto la partecipazione di Francesco Lepore, sindaco del comune di Galluccio, di Nicola Caputo, Assessore all’Agricoltura della Regione Campania e quella di esponenti di spicco del settore eno-gastronomico del territorio come Rosanna Marziale, chef del ristorante Le Colonne di Caserta e Ambasciatrice della Mozzarella di Bufala Campana DOP nel mondo, Cesare Avenia, presidente del Consorzio Tutela Vini VITICA Caserta e Pietro Iadicicco, delegato provinciale AIS Caserta.

RASSEGNA DI VINI DI GALLUCCIO E TERRA DI LAVORO
Nel corso della conferenza, il primo cittadino di Galluccio ha illustrato le caratteristiche della Rassegna
e le ambiziose finalità alla base del progetto che tendono a una riconoscibilità a livello internazionale dell’identità territoriale di Galluccio e di Terra del Lavoro, non solo nel settore del vino ma anche in quello gastronomico, culturale, turistico e paesaggistico.
L’evento è nato in passato con l’intento di festeggiare la vendemmia, momento di particolare rilievo
per territori dalla vocazione vitivinicola come il nostro. Questo straordinario momento dell’anno rac-
chiude un patrimonio fatto di tradizioni, storia, valori, passione, ma anche di economia, capacità di innovazione e di lungimiranza per meglio potenziare il comparto enologico del nostro comune e dell’intero territorio. Solo attraverso un serio impegno da parte di tutti gli attori coinvolti è possibile costruire un futuro migliore per le aziende e per tutti i cittadini di questa area>>, ha affermato il sindaco Lepore. Massima attenzione alla manifestazione arriva anche da Nicola Caputo, Assessore all’Agricoltura della Regione Campania, il quale ha annunciato l’avvio di importanti iniziative in questo settore: Il vino è sempre più un acceleratore di sviluppo per il territorio.
La “Rassegna di Vini di Galluccio e di Terra di Lavoro” celebra alcuni dei tantissimi vitigni autoctoni che caratterizzano questa regione. Come Assessorato regionale all’Agricoltura stiamo lavorando alla promozione del territorio in tutti i suoi ambiti, con particolare riguardo al contesto vitivinicolo ed enoturistico. Per questo abbiamo costituito una cabina di regia con imprenditori vitivinicoli, consorzi e politica regionale che sta lavorando da tempo. L’obiettivo è quello di far percepire meglio la qualità dei nostri prodotti puntando sulla razionalizzazione delle denominazioni e su un rafforzamento del brand Campania”.
L’importante impatto per l’agricoltura e l’economia del territorio, reso possibile dal grande lavoro portato avanti dalle realtà agricole e vinicole dell’Alto Casertano, è stato invece rappresentato dal Presidente del Consorzio VITICA Caserta nel corso del suo intervento,
ha dichiarato Cesare Avenia:
“Il Consorzio Vitica è onorato di essere partner di una manifestazione che si perfeziona
di anno in anno con una offerta sempre attenta alla tradizione e che si apre a iniziative che attraggono i cultori e gli amanti del vino in linea con la continua crescita della qualità dell’offerta dei produttori viti vinicoli di Terra di Lavoro. Anche quest’anno il programma è ricco di stimoli e, partendo dal focus sulla denominazione DOP Galluccio, consentirà di far incontrare il pubblico con i prodotti più rappresentativi delle altre denominazioni tutelate dal Consorzio: DOC Falerno del Massico, DOC Aversa Asprinio, IGT Roccamonfina e IGT Terre del Volturno”.


Gli eventi in programma saranno supportati dalla preziosa collaborazione, ai fini del Pcto (Percorsi per
le Competenze Trasversali e l’Orientamento), dell’Istituto Alberghiero dell’ISISS G. Marconi di Vairano
Patenora (CE) guidato dal Dirigente Scolastico, la professoressa Filomena Rossi.

Greve in Chianti, presentata l’associazione Viticoltori

Il 13 novembre 2021 si è svolta la presentazione ufficiale dell’Associazione Viticoltori Greve in Chianti, che ha rinviato i saluti ad un appuntamento formale in grande stile l’anno successivo. Non poteva essere da meno la promessa fatta dalla Presidente Victoria MattaCastello di Vicchiomaggio – e delle oltre 30 cantine coinvolte, nell’invitare per il 1 settembre 2022 un parterre di giornalisti, influencer e wine blogger ad ascoltare l’intervento dello scrittore ed editore Alessandro Masnaghetti sul territorio e sulle Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) di recente introduzione. La rara possibilità di interagire con un autentico guru, ideatore delle mappe e dei libri di approfondimento a marchio Enogea immancabili nelle case di critici del settore e semplici appassionati. 

VICTORIA MATTA E MASNAGHETTI

L’evidenza, sul campo, di quante differenze possano trovarsi nello spazio di pochi metri, tali da giustificare l’idea stessa di zonazione, partita al momento in sordina e che vedrà di sicuro aggiornamenti ed ampliamenti nel futuro prossimo. Terreni, pendenze e condizioni climatiche notevolmente differenti, dove l’assunto Nord-Sud ed Est-Ovest viene rivoluzionato. Non è detto, infatti, che “Nord” significhi minor calore e vini più leggeri, così come non si può ricavare necessariamente un nesso tra suolo e vino, data l’estrema complessità e variabilità dell’ambiente pedoclimatico. Un potenziale ancora inespresso, che necessita di maggior impegno da parte di tutti per scalare le vette della qualità enologica. Vini materici, potentemente tannici, a volte esuberanti, che richiedono un sapiente uso delle moderne tecnologie produttive sia in vigna che in cantina. Chi lo fa da tempo presenta prodotti di buona finezza e gradevole linea gustativa, con un occhio amichevole verso il concetto di serbevolezza. Per gli altri vale l’assunto “gli esami non finiscono mai”: bisognerà rivederli in futuro con il frutto delle esperienze maturate. Avvertiamo comunque un cauto ottimismo, al netto delle naturali divergenze e dei tipici campanilismi mai domi, grazie alla locomotiva trainante di aziende storiche che hanno unito le forze per crescere insieme secondo il detto l’unione fa la forza.

Nella Masterclass che segue il dibattito, abbiamo potuto degustare 7 campioni provenienti da zone diverse, già di buon livello complessivo, con 3 punte di vertice che sono nell’ordine:

– Chianti Classico Docg 2019 Villa Calcinaia/Conti Capponi: parte timido poi tira su la testa con un frutto croccante misto tra ciliege ed amarene. Sentori floreali (viola) in lieve appassimento

– Chianti Classico Docg 2020 Castello di Querceto: compostezza. Peccato per alcune note evolute nel finale che lo stringono proprio al culmine, altrimenti sarebbe stato il migliore assaggio di giornata. Sapido.

– Chianti Classico Docg 2019 Fattoria di Santo Stefano: muscolare, dalla trama antocianica poderosa. Sorso denso e caldo, basato su toni scuri di mirtilli in confettura e spezie avvolgenti.

A seguire la cena di gala organizzata nella cornice della splendida Piazza Matteotti di Greve in Chianti, icona dell’arte fiorentina. Il territorio risente moltissimo della vicinanza alla capitale del Rinascimento italiano e lo si nota anche per lo charme delle residenze storiche deputate al turismo di lusso, veri capolavori mozzafiato. Qui è possibile però anche un turismo adatto a tutte le tasche, perché la bellezza del panorama offerto è a disposizione di chiunque, basta anche un semplice giro in macchina tra stradine e sterrati per rendersene conto. Durante la serata sono stati degustati 32 campioni comprendenti le Riserve e le Gran Selezioni non presenti nel pomeriggio. Ecco un buon elenco dei migliori, sul quale prendere spunti:

– Chianti Classico Docg Riserva 2019 – Azienda Agricola Richiari Porciglia: quello che non ti aspetti. Piccolissima produzione, praticamente sconosciuta al grande pubblico, eppure è superbo per eleganza, materia e succosità al sapore di ciliegia matura.

– Chianti Classico Docg Riserva del Fondatore Valerio Lapini 2018 BIO – Podere Campriano: vale quanto detto per il precedente campione. Si aggiungono spezie di liquirizia e pepe nero, con un’ottima prospettiva.

– Chianti Classico Docg Riserva 2018 – Querciabella: risente in persistenza l’annata difficile, eppure è un vero cavallo di razza. Lineare ed elegante.

– Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Savignola Paolina: l’annata memorabile in questo caso la dice lunga, ma son stati bravi a valorizzarla ulteriormente.

– Chianti Classico Docg Gran Selezione 2018 – Castello di Vicchiomaggio: arancia sanguinella e note iodate sul finale. Contratto all’ultimo, ma non si poteva davvero chiedere di meglio. Il vino appartiene al tempo ed alla natura.

– Chianti Classico Docg Gran Selezione 2016 – Carpineto: anche in tanta quantità si può fare qualità. Le classiche note polverose del Sangiovese fanno viaggiare con la mente verso boschi e sentieri impervi. Chiosa su tannini ben cesellati.

– Chianti Classico Docg Gran Selezione Sassello 2016 – Castello di Verrazzano: luogo incantevole, vino espressivo. Torrefazioni, visciole e sbuffi balsamici lo rendono completo ed appetitoso.

Ci rivedremo presto.