Il Cesanese: una varietà che cresce in una terra fatta di storie antiche

di Olga Sofia Schiaffino

Alla scoperta della Ciociaria e dei suoi prodotti enogastronomici insieme a Le Donne Del Vino del Lazio

– parte prima –

Grazie alla passione e al lavoro di vignaioli illuminati si è assistito negli ultimi dieci anni alla promozione della conoscenza del vitigno Cesanese, che è intimamente legato con una terra ricca di storia e di bellezze naturali e artistiche.

La Ciociaria prende il nome dalle “ciocie”, le calzature che indossavano i pastori e i contadini dei territori che oggigiorno sono delimitati dai Monti Ernici, dal versante interno degli Ausoni e parte dei Lepini e la Valle del Sacco,rappresentato  grosso modo dalla zona compresa tra Piglio, Paliano, Serrone, Acuto prossimi alla città di Frosinone.

Il 6 giugno è iniziato un press tour ricco di appuntamenti, di esperienze e di visite in cantina, promosso dalla Associazione Le Donne del Vino del Lazio, di cui Manuela Zennaro è Delegata, in collaborazione con Regione Lazio.

La prima cantina ad accoglierci è stata Casale della Ioria, azienda che possiede circa 38 ettari vitati in conduzione biologica nella zona del Cesanese del Piglio Docg. Marina e Paolo Perinelli sono stati molto cordiali e hanno raccontato con passione il loro impegno nella produzione del vino, accompagnati dai figli, che curano la parte agronomica ed enologica.

Un grande leccio secolare sembra voler dare una benevola protezione ai visitatori. Di maestosa bellezza, viene a essere rappresentato sulle etichette della produzione della cantina. Il Cesanese di Affile è sicuramente il protagonista assieme alla Passerina.

La degustazione è iniziata con un metodo Martinotti davvero piacevole, Cesanese Lazio Igp Brut: bollicina perfetta come colonna sonora dell’estate.

Campo Novo2020 è la versione più fruttata vinificata totalmente in accaio. Etichetta molto invitante, nel calice si apprezza un vino dal colore rosso rubino e un profilo olfattivo che rimanda alla rosa, alla ciliegia e al lampone. Tannino di trama serica. Pulito, bello croccante.

Torre Del Piano 2017 è un Cesanese Superiore che si ottiene selezionando i migliori grappoli da appezzamenti su suoli vulcanici; dopo la fermentazione in acciaio, riposa in barrique per circa 8 mesi e segue un periodo di affinamento in bottiglia. Al naso si apprezzano sentori di gelatina di ciliegia, prugna, vaniglia, arancia sanguinella, tabacco, cacao. Tannino preciso e chiusura sapida.

Casale della Ioria 2020 è ottenuto da uve che maturano su suoli argillosi; terminata la macerazione in acciaio il vino riposa in botti di rovere da 20 ettolitri. Corredo olfattivo che rimanda a note balsamiche, lentisco, marasca, peonia ed erbe selvatiche. In bocca è secco, con un tannino delicato e la chiusura è sapida. Sempre dai terreni argillosi nella zona di acuto, a 260 mt slm si ottiene un vino senza solfiti aggiunti, Cesanese del Piglio Docg Zero Solfiti, ottenuto da uve perfettamente sane, lavorate in acciaio.

Dopo il pranzo, durante il quale ho potuto assaggiare delizie locali, è stata presentata l’opera di un pittore locale, Antonio Menenti che ha partecipato con le sue opere alla Biennale di Venezia nel 2007. La professoressa Mirella tomaselli ha inoltre affascinato la platea con alcuni aneddoti storici su Anagni e il comprensorio: non solo buon vino ma una full immersion nella cultura.

La seconda tappa del tour ha portato il nostro gruppo all’azienda L’Avventura. Il racconto della nascita della cantina è davvero coinvolgente, perché gli attuali proprietari, provenienti da mondi completamente diversi, si sono innamorati della vigna e come un “azzardo” hanno deciso di intraprendere questa avventura acquistando i primi vigneti, approssimativamente 8 anni fa.

Azienda biologica e sostenibile, segue e applica i metodi dell’Agricoltura Organica Rigenerativa. Bellissimo il Wine Resort Casale VerdeLuna finito nel 2019, dopo una ristrutturazione del vecchio casale in pietra, immerso totalmente nei vigneti dove si coltiva il Cesanese di Affile e il Cesanese Comune. Il primo si riconosce per gli acini più piccoli e neri, rispetto alla variante comune, viene vendemmiato nella prima metà di ottobre e si ottengono solitamente vini longevi.

Durante la splendida cena allietata dai canti di un gruppo folcloristico ciociaro gli Hernicantus di Palliano, abbiamo potuto assaggiare la produzione dell’azienda, raccontata da Stefano e Gabriella. Dopo aver iniziato con un metodo classico si è proseguito con Saxa, una Passerina in acciaio delicata e fedele alle caratteristiche del vitigno per poi proseguire con Con Te Lollo, che dimostra un struttura e una maggiore complessità.

Campanino è un blend composto da Cesanese di Affile 50% e Cesanese Comune 50%; fermentazione con lieviti indigeni  e maturazione in acciaio. Dinamico, croccante e succoso.

Picchiatello è ottenuto da 100% Cesanese di Affile coltivato su suoli argillosi; lieviti indigeni a temperatura controllata,in acciaio poi il 30% della massa prosegue la maturazione in acciaio mentre il 70% in botte grande per 12 mesi, seguiti da 2 mesi in bottiglia. Bellissima pulizia al naso con una nota balsamica importante, decisamente gradevole e una retro etichetta che fa sognare e che commuove, un vino del cuore.

Amor è un Cesanese di Affile in purezza che cresce su suoli argilloso-calcarei: fermenta in acciaio e sosta sei mesi in barrique. Il timbro del varietale non viene perso, si apprezzano al naso sentori di ciliegia matura, prugna cacao e una nota fumée.

Camere Pinte dopo la fermentazione alcolica, matura in barrique e tonneau per 14 mesi, a cui seguono 10 mesi di bottiglia. Al naso la frutta volge verso la confettura, il tannino è sempre perfettamente cesellato e integrato. Grande persistenza e respiro.

Una giornata intensa, trascorsa in compagnia di persone e vini che hanno lasciato un segno nel cuore e nell’anima. E non finisce qui…

MARCHE: “I MAGNIFICI 16” IL PRIMO EVENTO DEDICATO ALLE DOP MARCHIGIANE

Comunicato Stampa

APPUNTAMENTO CON 120 AZIENDE E 70 GIORNALISTI NAZIONALI DI SETTORE, DAL 22 AL 24 GIUGNO

Tutto pronto per “I magnifici 16”, il focus sui territori delle piccole e grandi denominazioni dell’Istituto marchigiano tutela vini (Imt) previsto da giovedì 22 a sabato 24 giugno. Un evento, voluto e organizzato da Imt per promuovere le Dop marchigiane sul mercato interno, a cui parteciperanno oltre 120 imprese del vino e circa 70 giornalisti nazionali del settore. In programma, visite alle cantine, oltre a tasting e masterclass in 9 eno-itinerari distribuiti su tutte le denominazioni afferenti al Consorzio, che da solo rappresenta circa il 70% dell’export e poco meno della metà dell’intero vigneto regionale.

“Le nostre aziende – ha detto il presidente Imt, Michele Bernetti – sono da sempre molto attive sul fronte della promozione all’estero grazie a vini di punta – Verdicchio in primis – che hanno contribuito in modo decisivo alla crescita in valore delle esportazioni regionali, con un +33% negli ultimi 5 anni e un controvalore di quasi 76 milioni di euro. Ma il mercato nazionale rimane senz’altro strategico, ancora di più oggi con il boom turistico che si registra nel Belpaese così come nelle coste, nelle città e nei borghi marchigiani”.

L’evento, diffuso nei primi 2 giorni in 9 macro-aree enologiche, si chiuderà sabato 24 giugno a Villa Koch (Recanati) con un ultimo tasting corale di tutte le 16 denominazioni e un convegno che farà il punto sulle politiche di settore in particolare legate all’enoturismo. Sotto la lente, un asset – quello del turismo del vino – considerato importante ai fini di un ulteriore sviluppo dell’immagine del brand marchigiano, anche dopo il recente varo della legge regionale che si propone di creare una rete di imprese di qualità non solo nelle produzioni ma anche nei servizi. Attesi, tra gli altri, gli interventi dell’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini, del presidente della commissione Agricoltura alla Camera, Mirco Carloni, del presidente di Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi e del direttore di Atim Marche, Marco Bruschini.

Saranno quasi 300 i vini in degustazione per una 3 giorni dedicata alle 16 Dop tutelate da Imt: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terreni di San Severino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero (Doc e Docg), San Ginesio, Serrapetrona e Vernaccia di Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi (Doc e Docg), Verdicchio di Matelica (Doc e Docg). L’area tutelata dall’Istituto marchigiano di tutela vini si estende su un vigneto tra le province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino di oltre 7.500 ettari e una produzione che nel 2022 ha sfiorato i 230 mila ettolitri imbottigliati (l’89% del totale). I filari marchigiani sono tra i più sostenibili in Italia, con un’incidenza biologica sul vigneto che ha raggiunto il 39,5% delle superfici, pari a 6.991 ettari su un totale vitato di 18.000 ettari (anno 2022/23, fonte: Regione Marche, Assessorato all’Agricoltura), un’incidenza doppia rispetto alla media italiana. Dal 2010 al 2022 il totale degli investimenti messi in campo dal maxi-Consorzio e dalle aziende socie con i contributi comunitari (Ocm-Vino e Psr Marche Mis. 1.33 e 3.2) ha superato quota 28 milioni di euro.

Ufficio stampa Istituto marchigiano di tutela vini – Imt: Ispropress

Marina Catenacci (327.9131675 – stampa@ispropress.it);

Sara Faroni (328 661 7921 – ufficiostampa@ispropress.it);

Simone Velasco (327.9131676 – simovela@ispropress.it)

Radici del Sud 2023: i vincitori

di Luca Matarazzo

C’era un inglese, una canadese, un tedesco ed una messicana: in mezzo un italiano.

Sembra il tema di una classica barzelletta, invece è stato un appuntamento insolito con l’evento più importante del Sud Italia: Radici del Sud.

La kermesse enologica, capitanata da Nicola Campanile e dal suo staff, giunta alla diciottesima edizione senza mostrare alcun segno di stanchezza, rappresenta un punto fermo tra i Concorsi Internazionali del vino per giornalisti, wine blogger ed esperti di settore convogliati da ogni angolo del globo… non soltanto il Belpaese.

E così capita di dover dirigere da Presidente e capo panel una giuria tecnica composta da Anais Cancino (Messico), Liz Palmer (Canada), Anthony Rose (Regno Unito) e Torge Thies (Germania). Scopo della 2 giorni di degustazione è stato quello di decretare i migliori assaggi nel confronto con le altre Commissioni, in un ritmo serrato suddiviso tra sessioni mattutine e pomeridiane fino a esaurimento dei campioni alla cieca. Numerosissime le aziende partecipanti, con ottimo riscontro anche del pubblico di appassionati ai banchi d’assaggio finali.

Ecco il resoconto dei vini premiati con l’indicazione delle cantine produttrici:

SPUMANTI DA UVE AUTOCTONE A BACCA BIANCA

1 posto giuria nazionale

BARONE G.R. MACRÌ CALABRIA CENTOCAMERE BIANCO MANTONICO 100% 2019

2 posto giuria nazionale

CAIAFFA VINI PUGLIA MYRIA FIANO 100% 2022

1 posto giuria internazionale

CAIAFFA VINI PUGLIA MYRIA FIANO 100% 2022

2 posto Ex-equo giuria internazionale

GIOVANNI AIELLO PUGLIA CHAKRA BLU VERDECA 100% 2021

ORIGINE & IDENTITÀ CALABRIA 20-18 ZIBIBBO 100% 2021

SPUMANTI DA UVE AUTOCTONE A BACCA ROSSA

1 posto giuria nazionale

VITIVINICOLA PUDDU SARDEGNA BALOI CANNONAU 100% 2022

2 posto giuria nazionale

VIGNAIOLI PUGLIESI PUGLIA BULLA AUFIDUS ROSÉ NERO DI TROIA 100% 2021

1 posto giuria internazionale

BRARONE G.R. MACRÌ CALABRIA CENTOCAMERE ROSATO NERELLO MASCALESE 100% 2019

2 posto giuria internazionale

VITIVINICOLA PUDDU SARDEGNA BALOI   CANNONAU 100% 2022

FALANGHINA

1 posto giuria nazionale

AGNANUM CAMPANIA FALANGHINA  FALANGHINA 100%  2021

2 posto giuria nazionale

NATIV CAMPANIA  CUPA DEL PARADISO FALANGHINA 100% 2022

1 posto giuria internazionale

ALABASTRA PINTORE & VALENTINO CAMPANIA FALANGHINA FALANGHINA 100% 2018

2 posto giuria internazionale

CANTINE KANDEA PUGLIA COSTANZA FALANGHINA 100% 2019

GRECO

1 posto giuria nazionale

CANTINE KANDEA PUGLIA ANAIS GRECO 100% 2019

2 posto giuria nazionale

ALABASTRA PINTORE & VALENTINO CAMPANIA GRECO DI TUFO 100% 2018

1 posto giuria internazionale

DI PRISCO CAMPANIA GRECO DI TUFO GRECO 100% 2020

2 posto giuria internazionale

SAN SALVATORE 1988  CAMPANIA CALPAZIO GRECO 100% 2022 

FIANO

1 posto giuria nazionale

CANTINE KANDEA  PUGLIA BIANCOFIORE FIANO 100% 2021

2 posto giuria nazionale

AGRI GIRARDI PUGLIA CIMAGLIA  FIANO 50% MALVASIA 50% 2022

1 posto giuria internazionale

DI PRISCO CAMPANIA IRPINIA FIANO FIANO 100% 2020

2 posto giuria internazionale

SAN SALVATORE 1988 CAMPANIA PIAN DI STIO FIANO 100% 2022

GRUPPO MISTO VINI BIANCHI

1 posto giuria nazionale

IUPPA SICILIA LINDO ETNA BIANCO SUPERIORE DOC CARRICANTE 90% CATARRATTO 10% 2020

1 posto giuria nazionale

CANTINE BENVENUTO CALABRIA  BENVENUTO ZIBIBBO ZIBIBBO 100% 2022

1 posto giuria nazionale

MARISA CUOMO CAMPANIA FURORE BIANCO FIORDUVA 40% RIPOLI 30% FENILE 30% GINESTRA 2021

1 posto giuria nazionale- EXEQUO

CANTINA CAMBONI GIOVANNI SARDEGNA GIOVANNI CAMBONI VERMENTINO 100% 2022

1 posto giuria nazionale- EXEQUO

SIDDÙRA SARDEGNA MAÌA VERMENTINO 100% 2021

1 posto giuria nazionale

OREFICE VINI ABRUZZO COCOCCIOLA  COCOCCIOLA 100% 2022

1 posto giuria nazionale

CANTINA DI VENOSA BASILICATA VERBO MALVASIA MALVASIA100% 2022

1 posto giuria nazionale

VINI DI MONTEMARCUCCIO PUGLIA PRIMI FILARI VERDECA 100% 2022

1 posto giuria internazionale

MARISA CUOMO CAMPANIA FURORE BIANCO FIORDUVA 40% RIPOLI 30% FENILE 30% GINESTRA 2021

1 posto giuria internazionale

ORIGINE & IDENTITÀ CALABRIA CENTODÍ ZIBIBBO100%    2022

1 posto giuria internazionale

SIDDÙRA SARDEGNA MAÌA VERMENTINO 100% 2021

1 posto giuria internazionale

BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO SICILIA  LALÙCI  GRILLO 100% 2022

1 posto giuria internazionale

PODERI D’AURIZIO ABRUZZO D’AURI’ PECORINO 100% 2021

1 posto giuria internazionale

VINI DI MONTEMARCUCCIO PUGLIA PRIMI FILARI VERDECA 100% 2022

ROSATI DA VITIGNI AUTOCTONI DEL SUD

1 posto giuria nazionale

CASA PRIMIS PUGLIA MONROSE NERO DI TROIA 100%    2022

2 posto giuria nazionale

MICHELE BIANCARDI CANTINE E VIGNE DAUNE PUGLIA ROSALIA NERO DI TROIA 100% 2022

1 posto giuria nazionale EXEQUO

BUZZARONE VIGNAIOLO IN CASTELFERRATO ABRUZZO RUGGITO MONTEPULCIANO 100% 2022

1 posto giuria nazionale- EXEQUO

CREA VINI  ABRUZZO AMARTI SEMPRE MONTEPULCIANO 100% 2022

1 posto giuria nazionale

CAMPI VALERIO MOLISE PER UNA ROSA TINTILIA 100% 2022

1 posto giuria nazionale

SIDDURA SARDEGNA NUDO CANNONAU 100% 2022

1 posto giuria nazionale

BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO SICILIA  C’D’C’ ROSATO NERO D’AVOLA 100% 2022

1 posto giuria nazionale

IFALCO CAMPANIA FA’ CRUCI AGLIANICO 100%  2022

1 posto giuria nazionale

CANTINE STATTI CALABRIA GRECO NERO GRECO NERO 100% 2022

1 posto giuria internazionale

MANDWINERY (FAMIGLIA MANDUANO) PUGLIA BISCIÙ NERO DI TROIA 100% 2022

2 posto giuria internazionale

TORREVENTO PUGLIA PRIMARONDA NERO DI TROIA 100% 2022

1 posto giuria internazionale

BUZZARONE VIGNAIOLO IN CASTELFERRATO ABRUZZO RUGGITO MONTEPULCIANO 100% 2022

1 posto giuria internazionale

SIDDURA SARDEGNA NUDO CANNONAU 100% 2022

1 posto giuria internazionale

BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO SICILIA  C’D’C’ ROSATO NERO D’AVOLA 100%    2022

1 posto giuria internazionale

IFALCO CAMPANIA FA’ CRUCI AGLIANICO 100% 2022

1 posto giuria internazionale

TENUTA DEL TRAVALE CALABRIA EPICARMA NERELLO CAPPUCCIO 100% 2022

GRUPPO MISTO VINI ROSSI

1 posto giuria nazionale

VITIVINICOLA FULGHESU LE VIGNE SARDEGNA KANTHARU MURISTELLU35% CANNONAU30% MONICA25% CAGNULARI 10% 2019

1 posto giuria nazionale

IUPPA SICILIA CLO NERELLO MASCALESE 85% NERELLO CAPPUCCIO 15%” 2020

1 posto giuria nazionale

LIBRANDI CALABRIA DUCA SANFELICE GAGLIOPPO 100% 2020

1 posto giuria nazionale

MARISA CUOMO CAMPANIA FURORE AGLIANICO 50% PIEDIROSSO 50% 2019

1 posto giuria nazionale

VINI DI MONTEMARCUCCIO PUGLIA ELPÌS OTTAVIANELLO 100% 2022

1 posto giuria nazionale

CAMPI VALERIO MOLISE OPALIA TINTILIA DEL MOLISE TINTILIA 100% 2019

1 posto giuria internazionale

VITIVINICOLA FULGHESU LE VIGNE SARDEGNA SENTIDU CAGNULARI 100% 2016

1 posto giuria internazionale

IUPPA SICILIA CLO ETNA ROSSO NERELLO MASCALESE 85% – NERELLO CAPPUCCIO 15% 2020

1 posto giuria internazionale

CANTINE CACCAMO CALABRIA CAPARBIO CALABRESE 80% NERELLO MASCALESE 20% 2020

1 posto giuria internazionale

MARISA CUOMO CAMPANIA RAVELLO PIEDIROSSO 70% AGLIANICO 30% 2019

1 posto giuria internazionale

ANGELO D’UVA MOLISE LAGENA TINTILIA 100% 2020

1 posto giuria internazionale

ROSSO LIBERO  PUGLIA ROSSO LIBERO  BLEND UVE AUTOCTONE 100% 2021

MONTEPULCIANO

1 posto giuria nazionale

PODERI D’AURIZIO ABRUZZO D’AURÌ MONTEPULCIANO 100% 2021

2 posto giuria nazionale

DONVITANTONIO VINI  ABRUZZO DONVITANTONIO MONTEPULCIANO 100 % 2019

1 posto giuria internazionale

OREFICE VINI ABRUZZO 1932 MONTEPULCIANO 100% 2015

2 posto giuria internazionale

L’ ARDITO AZIENDA AGRICOLA PUGLIA DON FELICE MONTEPULCIANO 100% 2021

NEGROAMARO

1 posto giuria nazionale

CANTINE EMERA DI CLAUDIO QUARTA VIGNAIOL ANIMA DI NEGROAMARO NEGROAMARO 100% 2019

2 posto giuria nazionale – EXEQUO

LE VIGNE DI SAMMARCO PUGLIA ORMANERA SALICE SALENTINO DOP RISERVA NEGROAMARO 100% 2016

2 posto giuria nazionale – EXEQUO

FABIANA WINES PUGLIA KALEMA  NEGROAMARO SALENTO NEGROAMARO 100% 2020

1 posto giuria internazionale

CANTINE PAOLO LEO     PUGLIA ORFEO  NEGROAMARO 100% 2021

2 posto giuria internazionale

FABIANA WINES PUGLIA KALEMA  NEGROAMARO SALENTO NEGROAMARO 100% 2020

PRIMITIVO

1 posto giuria nazionale

FATALONE ORGANIC WINES       PUGLIA FATALONE RISERVA       PRIMITIVO 100%    2020

2 posto giuria nazionale

MASSERIA MITA             PUGLIA IMPERATRICE    PRIMITIVO 70%  NEGROAMARO 30%       2018

1 posto giuria internazionale

CANTINE DUE PALME    PUGLIA SANGAETANO   PRIMITIVO 100%              2022

2 posto giuria internazionale

FATALONE ORGANIC WINES       PUGLIA FATALONE RISERVA       PRIMITIVO 100%    2020

NERO DI TROIA

1 posto giuria nazionale

TORREVENTO PUGLIA TORRE DEL FALCO  NERO DI TROIA 100% 2021

2 posto giuria nazionale EXEQUO

PIARULLI VINI ED OLIO  PUGLIA NERO DI TROIA NERO DI TROIA 100% 2021

2 posto giuria nazionale EXEQUO

CAIAFFA VINI PUGLIA VIBRANS NERO DI TROIA 100% 2019                                                                    

1 posto giuria internazionale

CRIFO PUGLIA AUGUSTALE NERO DI TROIA 100% 2017

2 posto giuria internazionale

CAIAFFA VINI PUGLIA VIBRANS NERO DI TROIA 100% 2019

CANNONAU

1 posto giuria nazionale

FAMIGLIA DEMELAS SARDEGNA GIOGU CANNONAU 100% 2021

2 posto giuria nazionale

VITIVINICOLA PUDDU SARDEGNA CARROS CANNONAU 100% 2019

1 posto giuria internazionale

VITIVINICOLA FULGHESU LE VIGNE SARDEGNA  AMPSICORA  CANNONAU 100% 2020

2 posto giuria internazionale

SEBASTIANO POLINAS SARDEGNA POLINAS CANNONAU 100% 2020

MAGLIOCCO

1 posto giuria nazionale EXEQUO

LIBRANDI CALABRIA MEGONIO MAGLIOCCO 100% 2021

1 posto giuria nazionale EXEQUO

TENUTE PACELLI CALABRIA TERRA ROSSA MAGLIOCCO 100% 2020

2 posto giuria nazionale

CASA COMERCI CALABRIA  ABATIA MAGLIOCCO CANINO 100% 2021

1 posto giuria internazionale

CASA COMERCI CALABRIA ‘ABATIA MAGLIOCCO CANINO 100% 2021

2 posto giuria internazionale

LIBRANDI CALABRIA MEGONIO MAGLIOCCO 100% 2021

AGLIANICO

1 posto giuria nazionale

CANTINE DELITE CAMPANIA GENEROSO AGLIANICO 100%  2015

2 posto giuria nazionale

AZIENDA AGRICOLA ANTONIO COVUCCIA CAMPANIA 1931 AGLIANICO 100% 2021

1 posto giuria internazionale

CONTRADAMITO CAMPANIA DUNSOGNO AGLIANICO 100% 2016

2 posto giuria internazionale EXEQUO

2VITE CAMPANIA  AGLIANICO 70% PIEDIROSSO 30% 2020

2 posto giuria internazionale EXEQUO

AZIENDA AGRICOLA BOCCELLA CAMPANIA IRPINIA CAMPI TAURASINI AGLIANICO 100% 2020

2 posto giuria internazionale EXEQUO

ANTICO CASTELLO  CAMPANIA MAGIS AGLIANICO 100% 2016

TAURASI

1 posto giuria nazionale

AMARANO CAMPANIA LAGONESSA  AGLIANICO 100%  2014

2 posto giuria nazionale

CONTRADAMITO CAMPANIA  AMATO AGLIANICO 100% 2016

1 posto giuria internazionale

CONTRADAMITO CAMPANIA  AMATO AGLIANICO 100% 2016

2 posto giuria internazionale

AZIENDA AGRICOLA BOCCELLA CAMPANIA SANT’EUSTACHIO AGLIANICO 100% 2018

VINI DOLCI , PASSITI, MUFFATI, OSSIDATIVI

1 posto giuria nazionale

CANTINE DEL NOTAIO  BASILICATA  L’AUTENTICA  MOSCATO 70% MALVASIA 30% 2021

2 posto giuria nazionale

BOTROMAGNO – PODERI D’AGOSTINO  PUGLIA GRAVISANO MALVASIA BIANCA 100% 2015

1 posto giuria internazionale

CANTINE DEL NOTAIO BASILICATA L’AUTENTICA MOSCATO 70% MALVASIA 30% 2021

2 posto giuria internazionale

MAGNA GRAECIA CALABRIA ZEPHIROS PASSITO MAGLIOCCO 100% 2022

BIOLOGICO

TAURASI  

1 posto giuria internazionale

AZIENDA AGRICOLA BOCCELLA  CAMPANIA  SANT’EUSTACHIO AGLIANICO 100% 2018

PRIMITIVO   

2 posto giuria internazionale

FATALONE ORGANIC WINES PUGLIA FATALONE RISERVA PRIMITIVO 100% 2020

PRIMITIVO   

1 posto giuria nazionale

FATALONE ORGANIC WINES  PUGLIA FATALONE RISERVA  PRIMITIVO 100% 2020

GRUPPO MISTO VINI BIANCHI DEL SUD ITALIA

2 posto giuria nazionale

MAGADDINO VINI SICILIA GRILLO 100% 2022

A tutta birra con KBIRR: imprenditoria brassicola made in Campania

di Titti Casiello

Fare bene a un territorio e alle persone che lo vivono. Fare bene un prodotto, partendo dalle materie prime per crearlo.

Sembra che “fare bene” sia il motto di Fabio Ditto – fondatore di Kbirr – birrificio tutto made in Campania situato nella provincia napoletana – a Giugliano di Napoli – che della territorialità ne ha fatto il suo vanto di eccezione.

“Per anni ho lavorato come importatore in questo settore. Ho visto crescere e incrementare molte attività campane, eppure nessuno che volesse affidarsi integralmente solo alla produttività di questa terra. Alla fine ho deciso di fare il salto, cercando di creare una ricchezza che partisse proprio da qui”.

Correva l’anno 2016 e Ditto apriva i battenti con la sua microazienda: “era un goccificio più che birrificio. Con una produzione di appena 600 ettolitri. Con Achille Certezza – il nostro mastro birrario – cercavamo la cotta perfetta, il luppolo giusto .. e poi finalmente è arrivata. “Ua e che birr” la prima esclamazione quando ci siamo guardati! E da qui è nato anche il nome della nostra azienda.”

Chissà se avrebbe immaginato che dal suo piccolo sogno sarebbe nata un’eccellenza imprenditoriale nel mondo. Con oltre trecentomila litri annui prodotti – oggi Kbirr – si appresta, infatti, a diventare una delle più interessanti realtà brassicole artigiane del nostro Paese.

Eppure di acqua (anzi di birra) ne è passata prima che arrivassero gli elogi del marcato. “Distinzione. E’ questo quello che serve. Perché se nell’industria della birra numeri e volumi raggiungono cifre da capogiro, in quelle artigianali la competizione sta tutta nella capacità di sapersi distinguere attraverso la qualità”.

Per far questo serviva anzitutto un mastro birrario attento e appassionato, come Achille Certezza che, dismessi gli abiti da architetto, è oggi completamente immerso nel fermentato di malto, con una cura ed una passione che paiono tangibili in ogni Kbirr che porti la sua firma.

Di certo non bastava più neanche il “goccificio”: era necessario uno stabilimento di avanguardia che potesse sostenere grandi volumi senza dimenticare i crismi del passato. Da qui, la scelta di una cantina verticale – retaggio dei vecchi birrifici di un tempo quando non c’erano le pompe di sollevamento – con sistemi a caduta tra i tini di bollitura e quelli di ammostamento posizionati esattamente nel piano inferiore, per scendere in ultimo verso le sale delle cotte.

E’ un impianto completamente automatizzato che strizza l’occhio alla sostenibilità ambientale: “tutte le nostre birre non sono filtrate né pastorizzate. Bisogna stare, quindi, attenti alle possibili contaminazioni batteriche ed è necessaria una pulizia maniacale ad ogni singola produzione. Per questo abbiamo creato anche un sistema di recupero delle acque che vengono riutilizzate in fase di ammostamento”. Non esiste al mondo un progetto simile, anche questo vuol dire Campania!

Achille Certezza

Senza dimenticare che, oltre ad evitare sprechi, si recuperano anche fonti di energia rinnovabili: “contiamo a breve di diventare pienamente autosufficienti”, dimostrando anche una forte attenzione verso gli standard ambientali dell’UE.

Ma fare bene per Kbirr passa non solo attraverso un’economia sostenibile, ma anche circolare: “la maggior parte dei nostri fornitori sono tutti campani. Al massimo arriviamo alla Toscana ed al centro Italia”.
Oggi il brand esplode letteralmente, con distribuzioni in mezzo mondo: “esportiamo in quasi tutta Europa, in Giappone e una parte degli Stati Uniti. E dal mese prossimo anche in Australia”.

Una qualità che sa viaggiare all’unisono con i trend del momento attraverso grafiche coinvolgenti e nomi spiritosi che inneggiano al Neapolitan style. Un bel biglietto da visita per parlare così anche ad un pubblico meno edotto su luppoli e tecniche di produzione.
Perché la “Beer Revolution” passa anche da qui: essere al passo coi tempi e le mode, senza dimenticare l’arte ancestrale della sapienza del lavoro e della ricerca delle materie prime.

Rincara la dose Fabio Ditto: “volevo rendere fruibile la qualità attraverso un prodotto popolare come la birra. Ma c’è qualcos’altro che volevo che fosse, poi, a disposizione di tutti: l’arte. Sono convinto che per rasserenare gli animi bisogna circondarsi costantemente di bellezza. Per questo ho scelto la collaborazione con artisti come Alessandro Flaminio, Pasquale Manzo e Luca Carnevale ai quali va il merito di aver contribuito alla realizzazione del progetto #drinkneapolitan con la realizzazione di etichette stilose ed iconiche”. Così come al pari le reinterpretazioni grafiche di Maura Messina o le continue ispirazioni fornite dalla collaborazione con l’artista Roxy in the box.

Oggi il progetto Kbirr conta sette etichette tra Lager, Strong Lager, Scotch Ale, Imperial Stout, Red Strong Ale, American Pale Ale e Golden Ale. E ogni tipologia sembra avere un preciso compito, quello di narrare, tra profumi e gusto, l’eclettismo di una città viva e scaramantica come Napoli a partire dai nomi che ognuna di esse ha, dai significati estrinsecamente napoletani. “Sono tutti termini venuti fuori all’improvviso durante le continue chiacchierate con Achille, tra una discussione su una nuova ricetta o una prova di degustazione”.

La degustazione

In una giornata riservata alla stampa di settore – occasione per visitare anche l’ampliamento produttivo del birrificio e della sala degustazione con le nuove opere artistiche del digital artist Luigi Gallo e del designer Luigi Masecchia – un lungo leit motiv tra birra e cibo è stato garantito dallo chef Domenico Iavarone – stella Michelin del ristorante Josè Villa Guerra di Torre del Greco – e dal maestro cioccolatiere Giovanni Borreca della Pasticceria Pink House di Aversa attraverso proposte culinarie realizzate attraverso l’utilizzo – tra gli ingredienti – anche delle birre Kbrirr.

Assafà Natavota – La birra dello scudetto
Una birra da bere tutti i giorni, di quelle che hai voglia di berla “natavota” (un’altra volta). Ed effettivamente questa Lager si lascia bere con facilità, senza mai essere scontata grazie a quel retrogusto di fiori gialli e frutta esotica che sembrano andare incredibilmente d’accordo. E’ un #musthave dell’azienda, presentata quest’anno in un’edizione speciale realizzata da Luca Carnevale per ricordare la vittoria calcistica napoletana 2023.

Pullicenhelll – una Hoppy Ale che cela – tra note di agrumi e scorza di arancia – non solo un elogio alla maschera simbolo di Napoli, ma anche a quella parte di Napoli più “rovente”, a quel popolo fatto di pizzaioli che vive tra i calori incandescenti dei forni a legna e così dando vita all’altro simbolo della città. E qui il connubio grafico è tutto merito dall’artista Pasquale Manzo.

#CuorediNapoli – l’American Pale Ale (APA) la cui etichetta riprende il marchio registrato dall’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Un vero e proprio brand della città che in Kbirr si esprime tra agrumi olfattivi e tanta vivacità gustativa dove è il luppolo a mostrare la sua nota in evidenza.

Paliata – un Imperial Stout giocata tra le sensazioni dolci del malto e quelle speziate di liquirizia. Un gusto impegnativo e strutturato. Esattamente come una “paliata”, che tra morbidezza e dotazione alcolica quasi si impone al palato lasciando una scia di notevole persistenza sul finale.

Cap’e Fierro -l’ultima nata in casa Kbirr è’ una Strong Lager le cui vesti sono state affidate ad Alessandro Flaminio, scultore napoletano che dell’iconografia di San Gennaro ne ha fatto anche la sua principale firma artistica. L’austerità di un santo come San Gennaro la si ritrova in un gusto deciso di note dolci – tra miele e noci – e in un corpo pieno che chiude tra lidi amaricanti e una potente avvolgenza gustativa.

Birrificio Kbirr
Via Salvatore Piccolo, 133
Zona Industriale ASI, Giugliano in Campania

Best Wine Stars: le “stelle” del vino splendono a Milano

di Carolina Leonetti

Nelle giornate del 20-21 e 22 maggio si è tenuta a Milano, Palazzo del Ghiaccio, la quarta edizione dell’evento-degustazione Best Wine Stars.

Oltre 200 realtà wine e spirit selezionate dalla società Prodes Italia, con ben 800 etichette in degustazione: una bella vetrina per i produttori che hanno avuto l’occasione di presentarsi al grande pubblico e agli addetti del settore. La manifestazione ha avuto anche momenti di approfondimento con talk e masterclass tenuti da esperti organizzate in collaborazione con la sommelier e scrittrice Adua Villa.

Carolina Leonetti autore di 20Italie

Tra le news di questa quarta edizione la presenza di un’area bio dedicata a quelle aziende che hanno fatto della sostenibilità la loro missione. Il giro tra i banchi d’assaggio, accompagnata dalla mia amica e sommelier Marta, si prospetta davvero interessante.

Il tour inizia con la Cantina Merlotta Vignaioli dal 1962. Siamo in Romagna, precisamente a Imola; qui da oltre sessant’anni si coltivano vitigni autoctoni e dalla fine degli anni novanta l’attenzione della cantina alle colture internazionali è stata una carta vincente che ha portato a nuove interpretazioni di Chardonnay e Cabernet Sauvignon.

L’assaggio parte con due bollicine, la prima a base Pinot Nero e Chardonnay: Predio Brut dal nome affascinante “Perla Rara”, qui l’armonia tra l’eleganza dello Chardonnay e la struttura del Pinot Nero danno vita ad uno spumante metodo Charmat Lungo molto interessante, elegante e cremoso con una spiccata mineralità; la seconda è un’interpretazione del vitigno autoctono della zona, il Pignoletto, uno spumante brioso, fresco con note che richiamano la mela golden e rimandi floreali.

Il colpo di fulmine arriva con il loro Romagna Albana Secco “Icona di Stile”, un tripudio di profumi e sapori, dalla frutta tropicale alle note mielate e ammandorlate.  Un vino elegante, sontuoso prodotto da uve che nelle annate favorevoli vengono attaccate della botritys cinerea, una bevuta nobile.

Ci spostiamo in Toscana da Tenuta di Artiminio, posta sui colli del Montalbano ha una storia che si perde nei secoli, dal periodo etrusco al 1596 quando il Granduca Ferdinando I de ‘Medici fece erigere la Villa Medicea “La Ferdinanda”.

La loro produzione spazia dalle blasonate DOGC Carmignano e Chianti, ad un vino che attira per il nome stravagante Vin Ruspo, rosato che vedrei ben abbinato alla pappa al pomodoro, per arrivare alle IGT e l’assaggio di Artumer, blend di Trebbiano e Petit Manseng anticipa le bevute estive.

Scendiamo ancora lo Stivale per arrivare in Abruzzo a Contrada Camerino, dove ad accoglierci troviamo  il patron della cantina La Lignite. Il racconto diretto dei produttori è molto coinvolgente, una storia familiare che parte dai nonni, dal lavoro quotidiano nei terreni fertili e vocati per la coltivazione della vite. Partiti da una piccola produzione ad uso familiare, con gli anni l’azienda si è strutturata per far fronte alla crescente richiesta e per dare vini sempre di ottima qualità. Il nome dell’azienda fa riferimento al luogo in cui si trova il vigneto, su una vecchia miniera di lignite dismessa.

Due sono le linee: Lignite e Montevignani. Non posso tirarmi indietro e li assaggio tutti! Della linea Lignite mi colpisce il rosato, un bel rosato carico da Montepulciano in purezza, un gusto morbido, l’utilizzo esclusivo dell’acciaio per la fermentazione e maturazione esalta le caratteristiche del frutto e del territorio. Montevignani è invece il loro fiore all’occhiello, blend di Montepulciano e Cabernet, affinato in piccole botti, regala una grande finezza e leggerezza gustativa.

Il nostro giro è un po’ strano, decidiamo di risalire la Penisola e approdiamo in Friuli dall’azienda Paradiis che prende il nome dalla piccola frazione Paradiso, nel Comune di Pocenia a metà strada tra Udine e Lignano Sabbiadoro. In questa zona del medio Friuli Venezia Giulia, dove le terre sono definite “terre forti” proprio per la natura geologica dei terreni, particolarmente tenaci, argillosi e adatti alla coltivazione di uve a bassa resa per ettaro, l’azienda produce vini dotati di spiccata personalità spaziando dai vitigni autoctoni a quelli internazionali. Mi soffermo sul Friulano e sul loro Refosco dal peduncolo rosso, e ne riconosco le peculiarità di cui sono grande ammiratrice, due bevute veramente interessanti.

Quando si sta bene e si è intenti a fare cose interessanti non ci si rende conto del tempo che vola. Sono quasi le 17 ed è ora di avvicinarci ai tavoli della masterclass che abbiamo prenotato: “Sensibili alla Sostenibilità” Le aziende protagoniste sono Borgoverde Soc Agricola S.S., Bulichella, Marisa Cuomo e Monviert a raccontarcele Francesco Quarna al fianco di Adua Villa.

Si parte con Isabella, Manzoni Bianco di Borgoverde, per passare alla Ribolla Gialla di Monviert, quindi allo spettacolare Fiorduva di Marisa Cuomo; Il Rubino e Montescristo di Bulichella tra i rossi, ritorna Marisa Cuomo con il Furore Riserva, e si conclude con lo Schioppettino di Monviert e il 39 di Borgoverde.  Otto vini che ci fanno percorrere altrettanti viaggi verso terre così diverse.

La giornata volge al termine, un ultimo giro tra i banchi non può mancare, cos’altro dire se non che non si finisce mai di imparare. E si impara soprattutto parlando con i produttori che sono ogni giorno in prima linea, che affrontano fatiche e difficoltà, che amano la loro terra, che danno vita, per scomodare Galileo, allo straordinario composto di umore e di luce.

Prosit!

Campania Stories: l’Irpinia ospita l’edizione 2023

Comunicato Stampa

È l’Irpinia ad ospitare l’edizione 2023 di Campania Stories. La stampa specializzata nazionale ed internazionale sarà in provincia di Avellino dal 23 al 26 maggio prossimi per la presentazione delle nuove annate dei vini prodotti nelle principali denominazioni campane. Oltre 90 le adesioni da tutta la regione alla rassegna organizzata da Miriade & Partners con le aziende partecipanti che celebra lasinergia tra tutte le componenti del mondo del vino: le cantine campane, l’indispensabile collaborazione di AIS Campania, il sostegno della Regione Campania, che anche quest’anno ha inserito la rassegna nell’elenco delle manifestazioni fieristiche e degli eventi di promozione a cui partecipa in via ufficiale, e la media partnership di Luciano Pignataro Wine Blog.

Anche questa edizione di Campania Stories vedrà la presenza sul territorio di autorevolissime firme della stampa di settore nazionale e internazionale, mentre durante l’anno verranno organizzati groupage internazionali dando la possibilità alle cantine di far assaggiare i propri vini alle più importanti testate mondiali, fornendo allo stesso tempo a giornalisti e operatori contenuti tecnici e aggiornamenti sui dati di produzione di filiera. Una rassegna, dunque, che dura 365 giorni, anche attraverso le attività digitali (e non solo) dipromozione della Campania del vino nel mondo, presentando sul web e sui social denominazioni, territori e protagonisti del mondo del vino della regione,da seguire attraverso gli hashtag #campaniastories e #iobevocampano e sul sito www.campaniastories.com.

Campania Stories sarà come sempre strutturata con tasting riservati alla stampa e visite in cantina e ai territori della regione. Sede delle degustazioni dell’edizione 2023 di Campania Stories sarà l’Hotel Villa Calvo – Ristorante La locandina di Aiello del Sabato (Avellino), mentre il luogo in cui si darà inizio alla rassegna sarà il centro storico di Gesualdo, tra i “Borghi più belli d’Italia”, con il suo castello, con il patrocinio del Comune di Gesualdo. Un luogo che entusiasmò Torquato Tasso, che celebrava la “terra fortunata, aprica, che inonda e porta a più felici genti”, conosciuta anche per i marmi che qui si estraggono, che Vanvitelli usò nella Reggia di Caserta e Carlo III di Borbone per il Palazzo Reale di Portici. In cima al borgo c’è il castello, tra i monumenti più importanti della Campania, che fu dimora e sede di una illuminata e sfarzosa corte musicale del Principe Carlo Gesualdo, uno dei più illustri madrigalisti di ogni tempo apprezzato in tutto il mondo, musicista raffinatissimo innovatore ed eccezionale precursore della musica moderna. In questo luogo a lui molto caro Carlo Gesualdo si rifugiò dopo aver ucciso la moglie Maria D’Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa sorpresi in flagrante adulterio, un duplice omicidio che sconvolse la Napoli del 1590. Dal castello di Gesualdo Carlo Gesualdo si prodigò in opere di bene per espiare la sua colpa e, per attenuare l’onta del tradimento e il rimorso, cercò conforto nella musica. Sarà questo luogo ricco di fascino e storia ad ospitare la serata inaugurale di Campania Stories, una “festa contadina” in cui si festeggerà anche il trentennale della denominazione Taurasi Docg, in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini d’Irpinia, e che celebrerà l’Irpinia nella sua autenticità, dalle produzioni tipiche alle espressioni artistiche, accompagnati dalla Scuola di Tarantella Montemaranese, interprete di una tradizione popolare millenaria dell’Irpinia. 

Venerdì 26 maggio, infine, a conclusione del programma per la stampa, l’atteso Campania Stories Day, degustazione per operatori e appassionati provenienti da tutta Italia, in programma sempre all’Hotel Villa Calvo – La Locandina di Aiello del Sabato (Avellino) su tre fasce orarie (10.30-12.30, 15.30-17.30, 18.30-20.30) con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti (per info: whastapp 379.1991513, 329.9606793, 392.0059528 – eventi@miriadeweb.it).

Ecco le cantine che parteciperanno all’edizione 2023 di Campania Stories: Irpinia (Avellino): Amarano, Barbot Stefania, Borgodangelo, Cantina del Barone, Cantine Dell’Angelo, Cantine di Marzo, Colli di Lapio, Contrade di Taurasi-Cantine Lonardo, De’ Gaeta, De Vito Laura, Di Meo, Di Prisco, Donnachiara, Famiglia Pagano, Feudi di San Gregorio, Ferrara Benito, Fiorentino, I Capitani, I Favati, Il Cancelliere, Il Cortiglio, Le Otto Terre, Macchie Santa Maria, Masseria Alfano, Masseria Della Porta, Nativ, Perillo, Petilia, Pietracupa, Sanpaolo di Claudio Quarta, Tenuta Cavalier Pepe, Tenuta De Gregorio, Tenuta del Meriggio, Tenuta Pietrafusa di Villa Matilde Avallone, Tenuta Madre, Tenuta Sarno 1860, Tenuta Scuotto, Traerte, Vesce Giovanni, Vesevo, Vigne Guadagno, Villa Raiano, Vinusco; Sannio (Benevento): Cantina di Solopaca, Cantine Tora, Fattoria La Rivolta, Fontanavecchia, Fontana Reale, La Fortezza, La Guardiense, Monserrato 1973, Mustilli, Ocone 1910, Rossovermiglio, Tenuta Sant’Agostino, Terre Stregate, Torre del Pagus; Caserta: Alois, Cantina di Lisandro, Caputo 1890, Galardi, Masseria Piccirillo, Paparelli Luca, Porto di Mola, Sclavia, Torelle, Vigne Chigi, Villa Matilde Avallone; Napoli: Abbazia di Crapolla, Agnanum, Astroni, Bosco de’ Medici, Cantavitae, Cantine Carputo, Cantine del Mare, Cantine Olivella, Casa Setaro, Contrada Salandra, D’Ambra Vini d’Ischia, La Pietra di Tommasone, La Sibilla, Portolano Mario, Salvatore Martusciello, Sorrentino. Salerno: Cantina dei Quinti, Cuomo Marisa, Il Colle del Corsicano, Montevetrano, Sammarco Ettore, San Salvatore 19.88, Tempa di Zoè.

Campania Stories promuove e lavora per la sinergia tra i territori. In questa ottica è in programma in questa edizione anche un focus sulla Basilicata e, in particolare, sulle cantine di Generazione Vulture, ospiti di Campania Stories in vista di future collaborazioni tra le aree vinicole delle due regioni: in degustazione i vini di Basilisco, Carbone Vini, Fucci Elena, Grifalco, Madonne delle Grazie, Martino, Musto Carmelitano.

UFFICIO STAMPA

MIRIADE & PARTNERS SRL

Massimo Iannaccone – tel. 392.9866587

Diana Cataldo – tel. 329.9606793

Serena Valeriani – tel. 392.0059528

E-mail: ufficiostampa@miriadeweb.it Sito internet: www.campaniastories.com

“I Garagisti di Sorgono”: il Mandrolisai con firma d’autore

di Adriano Guerri

Nella medievale Rocca Rangoni di Spilamberto (Mo), durante la 7°edizione dell’evento Vignaioli Contrari, ho conosciuto un piccolo angolo di Sardegna con la cantina I Garagisti di Sorgono.

Sono rimasto colpito dai loro vini e ve li propongo con alcuni cenni sull’azienda. 

I Garagisti di Sorgono è una splendida realtà enologica sarda, nata nel 2015 dall’unione di tre giovani viticoltori: Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru. Il loro obiettivo è produrre vini artigianali, espressivi e di elevata qualità con vitigni autoctoni dell’isola.

Pietro Uras – I Garagisti di Sorgono

Coltivano circa 10 ettari vitati al centro geografico della Sardegna, più precisamente a Sorgono (NU), area di confine fra Barbagia e Campidano all’interno della Doc Mandrolisai. Alcuni vigneti ad alberello libero, considerati tra i più belli del mondo, superano addirittura gli ottanta anni di età; altri invece arrivano ai sessanta, messi a dimora dai genitori e persino dai nonni dei proprietari.

Le altimetrie si attestano sui 550 metri s.l.m. con suoli poveri e sabbiosi derivanti da disgregazione granitica. Il clima è di tipo mediterraneo, caratterizzato da notevoli escursioni termiche e le uve beneficiano della maggior concentrazione di aromi. Le varietà coltivate sono, Cannonau, Monica e Muristellu (o Bovale Sardo). La scelta del nome aziendale deriva da “Vin de Garage”, termine usato a Bordeaux per aziende di piccole dimensioni, limitate produzioni e vini di indubbia qualità.

Note di degustazione 

Rosato Mandrolisai Doc 2022 – dalle eleganti note di rosa, lampone e creme de cassis. Fresco, sapido, leggiadro e ben ordinato.

Parisi – Bovale Igt 2021 – rosso rubino intenso, naso da viola mammola, ribes nero, pepe in grani e liquirizia. Gusto piacevolmente tannico, vellutato ed equilibrato. 

Manca – Cannonau Doc 2020 –  riflessi rubino vivaci, intensi aromi di more, prugna, ribes e mirtillo che anticipano note di pepe nero ed erbe aromatiche. Avvolgente, coerente e persistente.   

Murru – Monica Doc 2020 – rubino intenso, naso da ciliegia, lampone e rabarbaro, cui seguono note di spezie dolci e mandorla. Molto lungo e armonioso. 

Uras – Mandrolisai Doc 2020 – svela subito nuance di petali di rosa rossa, frutti di bosco, macchia mediterranea e sottobosco. Finale sapido, rotondo e armonioso.

MAGGIO: I VINI DELLA DIETA MEDITERRANEA WINE TOUR

Comunicato Stampa

Maggio: il mese dei vini di Salerno in Campania. Una passeggiata primaverile tra le sfumature e i colori dei vini della provincia di Salerno

“Il vigneto Salerno” rientra nel circuito firmato Campania.Wine, e porta avanti un fitto programma di iniziative primaverili che vedono in calendario diverse attività promosse dal Consorzio VSV con il contributo del MASAF ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022.
Il mese di maggio verrà infatti dedicato al tour intitolato: “I vini della dieta mediterranea Wine Tour: mese dei vini di Salerno in Campania”, un ciclo di incontri che coinvolgerà le 5 province campane.
Infatti, saranno ben cinque gli appuntamenti che porteranno alla scoperta delle diverse realtà dislocate su tutta la provincia di Salerno, dando la possibilità di incontrare e conoscere questo ampio territorio.
Cinque anche le realtà ricettive territoriali scelte per ciascuna provincia regionale, tali da diffondere in modo capillare la ricca provincia di Salerno e permettere a tutti una più facile partecipazione.
Quella della provincia di Salerno è infatti un’area che per la sua varietà e complessità diventa laboratorio culturale e di biodiversità. Riguardo la produzione vitivinicola, è altresì un territorio ricco di sfaccettature, tali da avere situazioni molto diverse tra loro.
Si tratta di un territorio in prevalenza collinare, ricco di corsi d’acqua, ma non mancano poi le alture di rilievo, tra cui il Cervati (1898 m) e il massiccio degli Alburni col monte Panormo (1742 m). Riguardo la fascia costiera, che si estende per circa 220 km, possiamo dividerla in tre parti, quella nord che è rappresentata dalla costiera amalfitana, aspra e frastagliata; quella centrale, più piatta, che è caratterizzata da un’ampia ed ininterrotta spiaggia, circondata da una rigogliosa pineta – che si estende per più di 50 km da Salerno ad Agropoli – e infine la parte sud, la Costiera Cilentana, che si estende per circa 100 km da Agropoli a Sapri ed è caratterizzata dal continuo alternarsi di tratti aspri e rocciosi a spiagge ampie e sabbiose.
Quello che verrà proposto sarà un calendario ricco e diversificato che vedrà affrontare un tema diverso, dalla potenzialità dei bianchi di esprimersi nel tempo, alle declinazioni in rosa frutto delle espressività varietali presenti nell’ampio areale, fino a una panoramica dei grandi bianchi di questo territorio e delle diverse tipologie presenti.
Ogni appuntamento prevederà una serata aperitivo, con degustazione condotta da un degustatore esperto, che racconterà la storia dei territori e guiderà gli intervenuti nell’abbinamento dei prodotti che accompagneranno le degustazioni.
Un gioco di sinergie con l’intero territorio regionale che vuole rendere sempre più attive ed efficaci le connessioni tra il mondo ricettivo e i fruitori finali e che mira ad accrescere il livello di riconoscibilità dei prodotti a DO/IG territoriali, a rafforzarne l’immagine e la notorietà e, contestualmente, a rafforzare il legame con il territorio di produzione quale luogo di elezione delle produzioni di qualità territorialmente riconosciute.

Di seguito il calendario che vedrà definite tematiche diverse, dando ampio spazio ai numerosi produttori legati a questo vasto territorio.

PROGRAMMA

MAGGIO:“I vini della dieta mediterranea Wine Tour: mese dei vini di Salerno in Campania”

• 4 maggio ore 18.00
Tenuta Villa Cuccola Strada Provinciale Bellona\Capua km 1,9, 81041 Bellona, Caserta.
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo nel casertano:
Espressioni in rosso e in bianco dei vini della provincia di Salerno

• 5 maggio ore 18.00
Ristorante Saint Joseph
Via S. Allende, 66, Salerno
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo a Salerno:
I Grandi Bianchi

• 16 maggio ore 19.30
Ristorante Sartù
Via S. Gennaro Al Vomero, 13, 80129 Napoli NA
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo a Napoli:
La longevità dei bianchi della provincia di Salerno

• 17 maggio ore 18.30
Locanda Radici
SP 21, Strada Provinciale Frasso Solopaca (Contrada San Vincenzo), 82030 Melizzano BN
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo nel beneventano:
Rosa tramonto nei calici dei vini della provincia di Salerno

• 30 maggio ore 18.30
Green Resort De Marco
Contrada Campore, snc – Chiusano di San Domenico (AV):
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo in Irpinia:
Dalla costiera cilentana, alla amalfitana passando per Salerno

Consorzio Vita Salernum Vites
Tre denominazioni di origine e due a indicazione geografica per un totale di oltre quaranta tipologie di vini, così il Consorzio Vita Salernum Vites si distingue come la provincia più estesa della regione Campania, con i suoi 145 soci – che comprendono tutte le 3 categorie di Viticoltori – Vinificatori – Imbottigliatori con un totale di 42.541 HL di vino imbottigliato ( circa 5.672.133 bottiglie potenziali) riferite all’anno 2022.
Una provincia piuttosto vasta, che si estende su una superficie di 4918 km² e comprende ben 158 comuni, attestandosi come prima provincia della regione Campania per numero di comuni.
Un territorio che si distingue anche per il suo patrimonio archeologico e culturale ( da Paestum e Velia alla Certosa di Padula, ai complessi ipogei delle Grotte di Pertosa e delle Grotte di Castelcivita) unico al mondo e naturalmente per la straordinaria bellezza paesaggistica, con due siti riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità, la Costiera Amalfitana e il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (180.000 ettari), riconosciuto anche riserva della biosfera e primo geoparco in Italia.

Contatti e Ufficio Stampa:

Consorzio Vita Salernum Vites
consorziovsv@gmail.com
info@consorziovinisalerno.it

Coordinamento Press:
Fosca Tortorelli;
ufficiostampa@consorziovinisalerno.it

I tesori della Tuscia

di Alberto Chiarenza

La Tuscia è un territorio che nasconde molti tesori culturali ed enogastronomici. Tuttavia, se si vuole davvero scoprire e vivere questa regione in modo completo, c’è solo un uomo che ha una conoscenza approfondita del settore: il giornalista Carlo Zucchetti, dal suo inconfondibile cappello e dall’inesauribile esperienza sui piccoli tesori nascosti d’Italia.

Zucchetti è un grande conoscitore della Tuscia e ha guidato molte persone alla scoperta delle gioie culturali ed enogastronomiche, con una particolare attenzione ad un progetto sociale di assistenza e inclusione per ragazzi con disabilità, disagio psichico e dipendenze varie.

Un progetto portato avanti dalla Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali, che si occupa di recuperare giovani ragazzi fragili con lo scopo di favorire il loro inserimento lavorativo e sociale.

La Cooperativa rientra in una vasta zona di competenza che va da Tarquinia, Viterbo, Montefiascone a Acquapendente, fino ad arrivare poi a Tuscania e Montalto di Castro. La loro mission sociale tocca molte località che coprono una vasta area nella Tuscia Viterbese.

La città di Viterbo è la prima tappa di questo percorso in cui ho potuto ammirarne le bellezze grazie alla guida turistica Alessandra Petra che ha narrato la storia dagli etruschi ad oggi passando per i Papi che si sono stabiliti qui per 25 anni, tanto che Viterbo si è guadagnata il soprannome di “città dei Papi”.

FATTORIA DI ALICE

Qui si trova Fattoria di Alice, dove ci accoglie Elisa Calanca, educatrice della Cooperativa e responsabile di S’Osteria38. Il progetto della Cooperativa Alice Nova Sinergie Solidali, si occupa di riabilitazione, inclusione e inserimento nel mondo del lavoro, con lo scopo di rendere un servizio alla persona, con una assistenza socio-riabilitativa, educativa e inclusiva. 

Elisa ci illustra il progetto di agricoltura sociale articolato su tre fattorie e un ristorante albergo, appunto S’Osteria38. Oltre ad Elisa, ci accoglie anche Emily Aversa che oltre ad essere una educatrice è anche la referente della Fattoria.

Fattoria di Alice possiede anche un laboratorio di trasformazione dove vengono lavorati i prodotti dei campi. In questo modo è nata l’idea di connotarsi come cooperativa di tipo B, per produzione e lavorazione. La Fattoria è un luogo meraviglioso pensato dal padre fondatore Vito Ferrante, artista e persona di profonda cultura, che ha dedicato la sua vita ad aiutare i ragazzi in difficoltà. Una sorta di oasi magica, in cui chi entra esce arricchito nel cuore e nell’anima.

I ragazzi partecipano attivamente alla coltivazione, all’allevamento di piccoli animali da fattoria e al mantenimento di tutta la struttura, sentendosi integrati e partecipi di un progetto che li coinvolge in attività atte a sviluppare le loro capacità cognitive. 

PICCOLA FORMAGGERIA ARTIGIANA

Oltre alla fattoria c’è la Piccola Formaggeria Artigiana, un caseificio nato dalla creatività e professionalità di un giovane produttore di formaggio, Marco Borgognoni. Lavora latte di ovino e caprino con assoluta maestria e con tecniche innovative fornendo formaggi di grande qualità, oltre ai fior di latte ottenuti con latte vaccino. Sapori unici e incredibili!

S’OSTERIA38 

Dopo aver sentito parlare così tanto di S’Osteria38, arrivo a Acquapendente grazie a Emily Aversa che ci accompagna nel tour. S’Osteria38 deve il suo nome perché era la 38ª sosta sulla Via Francigena, via che ha visto per secoli passare di qui i tanti pellegrini che percorrevano il famoso cammino per Roma e poi per la Terra Santa. 

Nasce quattro anni fa come albergo, ristorante e punto vendita in cui i ragazzi iniziano un percorso formativo in cucina, gestione della sala e dell’albergo. Queste attività aiutano a riabilitare persone con varie problematiche sociali grazie alle attività il cui scopo è l’inclusione e soprattutto generare un livello di competenze che possa consentire ai ragazzi di avere una professionalità e quindi un posto di lavoro.

La visita di Acquapendente mi ha portato a conoscere, sempre grazie a Alessandra Petra, il centro storico e i murales dipinti sugli edifici in occasione dell’anniversario della Via Francigena in cui famosi Street Artist provenienti da molte nazioni si sono cimentati dando un volto nuovo a case antiche.

FATTORIA ORTOSTORTO 

A Montalto di Castro si trova Fattoria Ortostorto, dalla connotazione agricola e turistica. Anche qui viene svolto un grande lavoro di riabilitazione e inclusione grazie al lavoro degli educatori che, insieme ai ragazzi, portano avanti con eccellenti risultati, l’attività di ospitalità e di produzione di prodotti agricoli, ortaggi e allevamento di animali da fattoria, che vengono poi lavorati nel laboratorio di trasformazione della Fattoria di Alice a Viterbo.

Da Montalto di Castro, non si poteva non andare a visitare il sito archeologico e naturalistico di Vulci. Una passeggiata tra le rovine Etrusche che portano il visitatore nel ‘500 A.C. quando la civiltà era fiorente e ricca. Uno sguardo sul passato di questa terra meravigliosa e ancora poco conosciuta, ma che merita di essere vista.

Poi c’è Nepi, un bene confiscato alla mafia, dove è in fase di avviamento un’attività cinofila ludico-ricreativa, riabilitativa e sportiva. In conclusione la Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali è composta da circa 560 dipendenti tra contratti e partite iva e circa 190 soci.

Tra le attività connesse con il Programma Alice, ci sono altre tre importanti realtà produttive della Tuscia che meritano una menzione a parte per la loro rilevanza. Chiudiamo la nostra visita proprio con le immagini di quest’ultime:

La Cantina Muscari Tomajoli a Tarquinia

L’Allevamento di mucche maremmane Mariotti a Vulci

La Fattoria Sensi a Tuscania

Piemonte: il Barolo “Pierin” di John Maiolo

di Olga Sofia Schiaffino

Nel mondo del vino si presentano spesso occasioni fortunate di incontrare persone che ti colpiscono per le loro qualità e la loro determinazione: tra questi John Maiolo, appassionato di vino e con un grande sogno realizzato.

Da buon piemontese ha il Nebbiolo nell’anima e un progetto preciso: creare quel vino particolare che parli al cuore. Ma dove trovare le uve? Per fare un vino memorabile ci vuole qualcosa di speciale, come le uve dal vigneto storico nel cuore di Monforte d’Alba appartenuto al Pierin, Langhetto d’altri tempi e vignaiolo esperto.

Egli dedicò la vita alla vigna, un appezzamento con esposizione sud ovest nella Menzione Geografica Aggiuntiva “Ginestra”; intorno al 2006 vendette la proprietà ai fratelli Faccenda di Cascina Chicco, pretendendo però di continuare a lavorarla. Solo la morte, avvenuta nel 2018, lo separò definitivamente dalle piante e dalla terra tanto amata nel suo lavoro.

I nuovi proprietari, che da 4 generazioni sono dediti alla viticoltura e oggi possiedono circa 50 ettari nelle zone più vocate di Roero e Langhe, sono, per fortuna, degni rappresentati di un terroir unico e promotori di quei principi etici appartenuti al buon Pierin.

John Maiolo si rivolge a Enrico Faccenda per il suo progetto e decide di imbottigliare, con una propria etichetta, le uve provenienti dalla vigna di Pierin. Nasce un barolo davvero unico, vivo, autentico. Un vino a cui sono stati attribuiti punteggi elevati dalla critica di settore e che merita di essere descritto e narrato con termini alla portata di tutti.

Guardiamo la bottiglia prima di tutto: l’Albeisa, simbolo del territorio delle Langhe, con 300 anni di storia sulle spalle, è stata modellata dai maestri vetrai delle antiche Vetrerie di Poirino (TO). In etichetta un dipinto che raffigura le colline dell’Albese a Serralunga, una storia di famiglia in un mondo di ricordi dell’infanzia, di tradizioni contadine, dove l’uomo e la natura sono in perfetta armonia. Il padre di John, uno dei più grandi pittori europei naif-figurativi del secolo scorso, soleva ritrarre quei luoghi ricamati in ordinati filari per accogliere il nobile nebbiolo. Sembra di affacciarsi a una finestra a contemplare il paesaggio intorno, mentre nel calice si sprigionano profumi di viola, lamponi, ciliegia che sembra quasi in confettura, poi liquirizia, tabacco e cioccolato.

L’assaggio è emozionante, puro velluto liquido, con un tannino preciso e ordinato che anima il sorso:  la nota speziata accompagna il finale che si allunga, riportando alla memoria sentori e sapori. Un lavoro attento e scrupoloso, a cominciare dalla vendemmia manuale, iniziata nella seconda metà di ottobre nel 201, con due passaggi a distanza di circa 10 giorni di differenza. La fermentazione si è svolta in due settimane, in piccole vasche di acciaio con numerosi rimontaggi. La macerazione è durata invece 45 giorni; al termine di essa il vino è stato messo in botti di rovere da 2000 litri per attendere la fermentazione malolattica. Il periodo di affinamento si è compiuto per circa 32 mesi in botti grandi di rovere e per 13 mesi di nuovo in vasche d’acciaio.

Guardo John e mi colpisce il suo sguardo luminoso, mentre è in attesa di un commento sul prodotto che ho appena degustato: un vino che ti prende per mano e ti conduce in una dimensione dove c’è posto solo per le persone buone, per l’onestà e per l’amore a Madre Terra che ci ha dato i natali.

L’annata del Barolo Docg “Pierin” 2016 si divide in 1400 bottiglie, 100 Magnum e 10 Jeroboam, che promettono meraviglie per il futuro e che spero di avere l’occassione di riassaggiare, sicuramente in ottima compagnia.