A Milano si parla dell’Oro verde della Puglia, in collaborazione con Gambero Rosso ed il Consorzio Igp Olio di Puglia

Abbiamo inviato i nostri cronisti Carolina Leonetti e Andrea Russetti a raccontare un evento importante nel panorama della produzione italiana dell’Olio Extravergine d’Oliva. Leggiamone il loro interessante resoconto.

Nella splendida cornice dell’Osteria del Treno, lo scorso 4 Marzo, Gambero Rosso e il Consorzio IGP Olio di Puglia hanno acceso i fari sull’Oro Verde di Puglia, l’Olio Extravergine d’Oliva. Un appellativo pregiato quanto la storia millenaria della coltivazione dell’ulivo in questa regione. Una tradizione produttiva che si tramanda di generazione in generazione.

Grande l’affluenza per le degustazioni, accompagnate da alcune eccellenze gastronomiche del territorio delle aziende: Le 4 Contrade, Il Quadrato Delle Rose, Masseria Cusmai e Masseria Miscioscia, oltre che da alcuni assaggi iconici dell’Osteria e da una bella selezione di vini del territorio del Consorzio Primitivo di Manduria DOP, Salice Salentino DOP e Brindisi DOP.

Un percorso di valorizzazione di questa eccellenza che Maria Francesca Di Martino, Presidente del Consorzio IGP Olio di Puglia, descrive così: “Il nostro Consorzio, in sinergia con Gambero Rosso, sta realizzando, in Italia ed all’estero, una serie di iniziative volte a promuovere il prodotto cardine della nostra regione, l’olio extra vergine di oliva. Il nostro obiettivo è quello di far conoscere e riconoscere anche e soprattutto ai non addetti al settore che più del 40% dell’olio evo di qualità prodotto in Italia è in realtà made in Puglia”.

Una bella carrellata delle tante tipicità varietali: l’oliva Leccino, la Coratina, la Cellina di Nardò, la Paranzana e l’Ogliarola. La presidentessa del Consorzio precisa che la nascita dello stesso avviene nel 2020 subito dopo l’ottenimento della certificazione IGP olio di Puglia del dicembre2019. Il Disciplinare prevede che tutte le fasi di produzione dell’olio siano effettuate in Puglia: le olive sono pugliesi, i frantoi hanno gli stabilimenti nella regione così come gli imbottigliatori. Il logo del Consorzio ha come simbolo una moneta traiana (una donna con in mano un trancio di olivo) riferimento alla strada traiana che fa da trait d’union tra le province pugliesi.

Un numero importante: in Puglia ci sono più di sessanta milioni di piante d’olivo, la regione rappresenta, da sola, circa la metà del prodotto oleario nazionale. Tanti i riconoscimenti: qui risiedono alcune delle aziende più iconiche del settore, sintomo di un prodotto che sta sempre più dimostrando che qualità e quantità possono andare di pari passo

Si dice che “Ogni Puglia ha il suo albero” perché gli ulivi secolari pugliesi sono dei monumenti viventi, un manifesto regionale. Queste piante influenzano l’ecosistema locale circostante, ma anche l’economia e la cultura da tante ere, basta guardare lo Stemma Regionale in cui campeggia un florido ulivo.

I marcatori più indicativi sono l’amaro leggero e un retrogusto che rimanda a erbe e/o ortaggi. I profumi ricordano mandorla, erba tagliata, carciofo, all’interno di un corredo aromatico mediamente intenso. Il colore dell’olio non dovrebbe influenzarci, d’altronde le degustazioni nelle commissioni tecniche prevedono calici che non lo lascino trapelare (al fine di non condizionare l’analisi organolettica), comunque le nuance possono andare dall’oro intenso al verde scuro. La torbidità è naturalmente dovuta a una voluta assenza di filtraggio al fine di conservare ancora di più le qualità del frutto.

Le qualità nutritive sono di ottimo livello, l’acidità è dello 0.4%, vi è ricchezza di acido oleico, antiossidanti (tocoferolo), vitamina E e caroteni. La raccolta avviene quasi esclusivamente a mano, garantendo selezione fin dall’inizio al fine di evitare malattie, fermentazioni o muffe.

La Xylella e il futuro

Non poteva mancare un accenno al male che ha falcidiato l’olivicoltura negli ultimi anni. Il Batterio Xylella Fastidiosa è giunto in Puglia nel 2008 presumibilmente da piante di Caffè Costaricane e in pochi anni ha ridotto la popolazione degli uliveti di quasi il 90%. Circa 21 milioni di ulivi morti, in alcuni casi espiantandoli preventivamente per tentare di arginare il male. Sebbene sia rallentata è ancora presente nel territorio e i produttori stanno rispondendo alla battaglia adottando cultivar resistenti come il Leccino, che vedremo sempre di più in futuro.

La degustazione tenuta da Indra Galbo, della guida Oli d’Italia di Gambero Rosso

Taurino – IGP Olio di Puglia monocultivar Leccino

Siamo nella zona del Salento, dove i fratelli Donato e Rosaria conducono l’Azienda Agricola. Tutte le fasi del processo produttivo, dalla produzione delle olive, all’estrazione, all’imbottigliamento avvengono nell’azienda stessa. Assaggiamo un olio delicato, equilibrato e leggermente fruttato che bene si abbina a piatti a base di pesce e ad insalate delicate.

Pantaleo – IGP Olio di Puglia monocultivar Coratina

Oltre cento anni di tradizione e quattro generazioni di imprenditori che creano prodotti di alta qualità. La varietà Coratina è la regina di gran parte della Puglia, è la varietà che contiene più polifenoli. L’olio degustato presenta un amaro e piccante importanti con sentori di rucola ed erba tagliata.

Olearia Clemente – IGP Olio di Puglia (blend di Coratina e Ogliarola)

Siamo a Manfredonia dove da oltre 120 anni la famiglia produce olio di oliva direttamente dai loro uliveti che si estendono nel cuore del Parco Nazionale del Gargano. Il prodotto in degustazione si presenta delicato con note di mandorla dolce ed erbacee.

Olio Guglielmi – IGP Olio di Puglia monocultivar Coratina

Azienda molto estesa e celebre di Andria. Naso erbaceo, vegetale, ricordi di mandorla, sensazioni di zenzero. L’assaggio è deciso, molto amaro ma anche piccante, coerentemente vegetale.

Frantoio Oleario Congedi – IGP Olio di Puglia (blend di Favolosa e Coratina)

Altra azienda salentina che unisce la qualità a un grande impegno nella sostenibilità. Sentori al naso di foglia di pomodoro, carciofo, mandorla amara e vegetale, corpo medio.

Frantoio Bitetti – IGP Olio di Puglia monocultivar Coratina

Siamo a Ginosa: l’azienda racconta una passione tramandata di padre in figlio. Di grande equilibrio, al naso emergono sensazioni di valeriana, verdure, piccantezza media e ben amalgamata.

De Carlo – IGP Olio di Puglia (blend di Coratina, Ogliarola Barese, Leccino, Peranzana)

Azienda storica del barese. Naso ricco di note vegetali, di vario genere, dalla cicoria al caco, passando per erbe di campo e mandorle. Equilibrio gustativo puntuale, lascia una lunga e piacevole scia al suo passaggio.

Le Ferre – IGP Olio di Puglia monocultivar Coratina

In provincia di Taranto, produce, confeziona e commercializza olio extravergine d’oliva. Posta in una vallata tra mare e collina con un microclima ideale per coltivazione delle olive. In assaggio un olio dalla spiccata piccantezza, sentori vegetali e mandorla amara.

Di Martino – IGP Olio di Puglia monocultivar Coratina

Da oltre trecento anni produce olio. Innovazione e tradizione si fondono per dare vita a prodotti di qualità espressione evidente del territorio. Verticale e tagliente in degustazione, dove il vegetale e la mandorla amara sono bene evidenti.

Gambero Rosso e Osteria Fernanda insieme per il Mandrarossa on tour

Osteria Fernanda e Gambero Rosso: degustazione esclusiva con “Mandrarossa on Tour” a Roma.

L’Osteria Fernanda a Roma ha aperto le porte a un’esperienza culinaria unica, grazie al progetto Mandrarossa on Tour, frutto della collaborazione con il Gambero Rosso. Tre le cene-degustazione, due delle quali si svolgeranno a Roma e una a Milano. Per 20italie ho avuto l’opportunità di degustare una selezione dei vini più distintivi della cantina di Menfi, abilmente abbinati ai piatti creati dallo Chef Davide Del Duca.

Filosofia culinaria raffinata e sempre sorprendente. Abilità nel bilanciare sapientemente i sapori e nel presentare piatti freschi e creativi. L’ambiente del ristorante è già invitante, con un’estetica moderna, dal taglio minimalista, che richiama la tradizione avvolgendo gli ospiti con discreta cura. I tavoli posizionati di fronte alla luminosa e ampia vetrata della cucina offrono una vista coinvolgente sul lavoro della brigata, durante la preparazione delle portate.

Gambero Rosso è riuscito nell’intento ad esaltare in modo appropriato i punti di forza sia del menù che dei vini. Insieme a Lorenzo Ruggeri e Giuseppe Bonocore, ci siamo confrontati sugli abbinamenti, giudicati in sintonia per la serata. Roberta Urso, responsabile pubbliche relazioni e comunicazione di Mandrarossa, racconta la storia della cantina, una Cooperativa vitivinicola di qualità che raccoglie 160 conferitori selezionati tra i 2000 della famiglia maggiore Cantine Settesoli, con i suoi 500 ettari vitati. Studio approfondito dei terreni, basse rese e tutto il meglio della Sicilia raccolto vinificato con cura nelle bottiglie che avevo già provato in occasione dello scorso Vinitaly. Non mi resta che andare a Menfi e visitare di persona questa interessante cantina siciliana, da raccontare ancora su 20italie.

MENU E VINI IN ABBINAMENTO

  • Entrée
Selezione di finger food: Cioccolato bianco ripieno di arachidi con gel di crodino, sedano rapa con anacardi e fegatino di pollo.
  • Spuma di burro di Normandia e pane a lievitazione naturale appena sfornato.

Piccole esplosioni di sapore che stimolano l’acquolina in bocca.

Vini in abbinamento:

Calamossa Bianco Mandrarossa 2023

Metodo Charmat floreale fresco e piacevole, nota aromatica data dallo Zibibbo che bilancia

  • Antipasto
: Ostrica, topinambur fermentato olio di Perrillo e limone nero

Le note vegetali dell’olio e delle parti verdi coprivano un pochino l’ostrica

  • Calamaro, beurre blanc, cime di rapa, colatura e yuzu

Un piatto molto interessante con un trionfino di sapori giustamente dosati e bilanciati.

Vino in abbinamento:

Sicilia Urra di Mare Mandrarossa 2023 – Floreale gelsomino nella freschezza con finale sapido

  • Primo piatto: 
Tagliolino di spirulina, bottarga di tonno, finocchio e cerfoglio.

Vino in abbinamento:

Sicilia Bertolino Soprano Mandrarossa 2022


  • Secondo piatto: 
Manzo, mela cotogna, succo di pepe Sancho e olio al carbone d’erbe

Un piatto meraviglioso.

Vino in abbinamento:
 Sicilia Mandrarossa Cartagho 2020

Bella struttura, morbidezza e terziari. Forse troppo percepibile la nuance del legno.

  • Dolce: Cremino ai tre cioccolati Valrhona, latte salato e caffè.
  • Piccola pasticceria

Dolcezza bilanciata, non eccessiva ma di gran gusto. La giusta conclusione di una cena che ha sorpreso per qualità e la finezza.

Vino in abbinamento:
 Passito di Pantelleria Serapias Mandrarossa 2020.

Un passito che non stanca e invoglia alla beva, grazie alla spinta acida.

Radici del Sud: evento Cannonau versus Primitivo il 2 marzo

Condividiamo con piacere l’evento proposto da Radici del Sud, avendo partecipato come testata 20Italie alla scorsa edizione della Kermesse più importante dei vini del Mezzogiorno.

Sabato dalle 11:00 alle 22:30, nel suggestivo Chiostro comunale di Palazzo San Domenico, grazie al patrocinio del Comune di Gioia del Colle, al Consorzio della Mozzarella di Gioia del Colle, L’ associazione Produttori del Nepente e del Vino di Oliena e i produttori del Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle si confronteranno attraverso 2 masterclass e una conferenza sull’analisi dei due territori e dei due vitigni, guidate da esperti del settore e ricercatori. I partecipanti avranno quindi la possibilità di esplorare attraverso i racconti di ricercatori e produttori presenti, le origini e le caratteristiche di questi due vini apprezzati a livello mondiale.

Due vitigni del Sud antichissimi in due territori molto vocati, con produzioni agricole sostenibili, che conferiscono aromi di intensità straordinaria.

Il motivo del confronto lo spiega in poche righe il giornalista Maurizio Valeriani, direttore della testata Vinodabere.it: “Primitivo di Gioia del Colle vs Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena, un confronto ormai per nulla azzardato, dato che i due areali hanno raggiunto modelli di eleganza inimmaginabili fino a dieci o quindici anni fa. La carica alcolica dei vini di queste zone e la maturità del frutto risultano ormai ottimamente bilanciate da freschezza e sapidità. L’altitudine delle vigne, superiore alle rispettive medie regionali delle aree vitate, in entrambi i casi gioca un ruolo determinante nella produzione di vini equilibrati.”

L’evento rappresenta un’opportunità per arricchire le proprie conoscenze, fare networking con professionisti del settore e, naturalmente, godere dell’interessante offerta enologica del sud Italia.

L’invito è rivolto ad appassionati di vino, operatori del settore, giornalisti e tutti coloro che sono interessati ad approfondire di più su queste varietà.

Il programma prevede la prima masterclass alle ore 11.00 dove seguirà l’apertura dei banchi d’assaggio alle ore 12.30 con le etichette di tutti i produttori presenti. Si replica nel pomeriggio con una seconda Masterclass con vini di altri produttori dei due territori, preceduta da una conferenza che avrà inizio alle 17.30. Chiuderà i lavori l’apertura dei banchi d’assaggio alle ore 20.15 aperto al pubblico dei soli ospiti accreditati.

Il Comune e il Consorzio di tutela della mozzarella di Gioia del Colle provvederanno al reperimento di prodotti tipici locali per i banchi d’assaggio.

Interverranno: Sindaco di Gioia del Colle, Giovanni MastrangeloLucio Romano, Assessore alla cultura di Gioia del Colle, Nicola Campanile (Radici del Sud), Luigi Tarricone e Vittorio Alba  ricercatori presso Crea centro di ricerca viticultura ed enologia, ricercatore presso Crea centro di ricerca viticultura ed enologia, Maurizio Valeriani, giornalista della testata vinodabere.it, Giuseppe Barretta, wine teller, Nicola Chiaromonte, produttore e Presidente del Consorzio di tutela del Primitivo di Gioia del Colle, Tonino Arcadu, produttore, ricercatore ed ex professore di chimica, Bastiano Pugioni produttore e presidente Associazione Ascos di Oliena

Si possono richiedere accrediti stampa o prenotare il ticket solo attraverso il sito radicidelsud.it o attraverso i seguenti link:

prenota ticket

richiedi accredito stampa

Non sarà possibile acquistare ticket d’ingresso o richiedere accrediti stampa presso la sede dell’evento sabato 2 Marzo.

Per informazioni dettagliate sull’evento e per registrarsi, si prega di visitare il sito web di Radici del Sud o di contattare direttamente l’organizzazione.

Contatti:

Sito Web: www.radicidelsud.it

Email: radicidelsud@gmail.com

Telefono: [3464076012]

Luogo dell’Evento:

Chiostro comunale di Palazzo San Domenico

Piazza Margherita di Savoia, 10

70023 Gioia del Colle (BA)

Bollicine protagoniste a Wine&Siena 2024

Bollicine protagoniste di una masterclass durante la manifestazione Wine&Siena 2024: tradizioni consolidate e interpretazioni innovative.

Wine&Siena conferma il gradimento del pubblico per le eccellenze selezionate da TheWineHunter: una nona edizione che ha inaugurato il calendario degli appuntamenti enoici in Italia e che ha registrato un record di presenze, ben 2500 e la giornata di sabato con ticket sold out.

Nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 le sale del Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione sono state animate dalle interessanti masterclass, tra cui quella dedicata ai vini fatti in anfora magistralmente condotta da Helmuth Köcher.

Le sessioni del sabato si sono aperte nella mattinata con Bolle d’Italia: un viaggio sensoriale tra le eccellenze delle bollicine italiane. In apertura un Franciacorta Docg Extra Brut Arcadia 2019 Lantieri, 36 mesi sui lieviti, prevalenza Chardonnay con 15% di Pinot Nero e 5% di Pinot Bianco. Profilo olfattivo che regala note di agrumi, di panificazione, di zagara e di erbe di campo. La bollicina è fine e di media persistenza.

Franciacorta Docg dosaggio zero Dom riserva 2016 Mirabella è uno spumante Metodo Classico da 72 mesi sui lieviti; le basi fermentano in contenitori di cemento e si utilizza solitamente un 55% di Chardonnay mentre la parte restante è ugualmente divisa tra Pinot Bianco e Pinot Nero. Al naso si apprezza la frutta a polpa gialla, la nespola, il cedro, salvia e cera d’api, con sbuffi quasi sulfurei. Bollicina setosa e grande finezza. Il sorso denota una buona persistenza e l’abbinamento con il cibo un richiamo immediato.

VSQ Pinot Nero Metodo Classico pas dosè Monsupello: azienda che conduce circa 50 ettari vitati su terreni calcareo-gessosi in Oltrepò Pavese. Il vino affina in acciaio e non svolge la malolattica; in primavera vengono assemblati i vini ottenuti dalle diverse parcelle, segue la seconda fermentazione e una sosta di 40 mesi sui lieviti. Il colore di questo spumante è sempre luminoso ma sicuramente di intensità cromatica maggiore, i profumi ricordano la mela cotogna, la frutta candita, la renetta, il pan brioche e la pietra focaia. Vivace freschezza, che rende l’assaggio di squisita piacevolezza.

VSQ Metodo Classico Dosaggio Zero Montemercurio 2016 è ottenuto da sangiovese proveniente da una vigna di circa 60 anni. La sboccatura viene riportata a maggio 2023. Una piacevole nota di ossidazione lascia il passo alla scorza d’arancia candita, alla frutta, alla grafite. Preciso equilibrio gustativo, chiusura sapida.

VSQ Metodo Classico Astra 2020 UvaMatris ha affascinato la platea per il suo naso floreale, i sentori di acacia e biancospino, di crema pasticcera, erbe officinali, ceralacca; in bocca una freschezza guizzante e una lunga persistenza. L’enologo Gabriele Ronchi ottiene questa bollicina utilizzando il Nebbiolo, a dimora su suoli calcareo-argillosi ricchi di marna.

La masterclass si è conclusa con la degustazione di Oltrepò Pavese Docg Metodo Classico Brut Collezione 2008 La Versa, una bollicina  ottenuta da Pinot Nero, che fermenta in acciaio, e da un saldo di Chardonnay in botti di legno di primo passaggio non tostate. Rimane ben 12 anni e mezzo sui lieviti. Terre d’Oltrepò è l’azienda che ha raccolto l’eredità di La Versa e che raccoglie il 45 % delle uve prodotte in questo territorio, rinomato nel mondo per la produzione di Pinot Nero. Il calice offre profumi di ananas, cedro, nocciola, una dolce speziatura, miele di acacia, zafferano, pasta frolla. Bollicine finissime, che salgono numerose in catenelle luminescenti, che al palato regalano sensazioni seriche. Infinita persistenza e una nota iodata sul finale.

Un viaggio attraverso le eccellenze italiane, proprio secondo i principi ispiratori di Merano Wine Festival, che ha affascinato il pubblico presente e lo ha stimolato al confronto, alla discussione e all’approfondimento di questi territori.

Al via a Genova la terza edizione de “I Vini del Cuore”

GENOVA. Domenica 3 e lunedì 4 marzo torna la manifestazione “I  Vini del Cuore”, alla terza edizione, presso il Museo Diocesano di Genova. L’evento, che è stato presentato oggi presso la Sala della Trasparenza della Regione Liguria, ospiterà alcune delle cantine selezionate nelle tre edizioni della guida social I Vini del Cuore con la curatela e l’organizzazione dell’Associazione Ampelos a.p.s.

Anche in questa occasione saranno presenti nuove cantine che vogliono farsi conoscere dalla community de I Vini del Cuore: ai visitatori durante la manifestazione sarà consegnata una cartolina, con cui potranno esprimere un giudizio e scegliere il proprio vino del cuore. I dieci vini più votati saranno inseriti nella quarta edizione della guida, prevista per l’autunno di quest’anno.

“L’evento rappresenta un’occasione di grande interesse per operatori di settore e appassionati – dice il vicepresidente della Regione Liguria con delega all’Agricoltura e al Marketing Territoriale Alessandro Piana -, perseguendo un obiettivo importante e ambizioso: far conoscere sempre di più le nostre eccellenze come specchio del lavoro che sta a monte e del territorio, di cui preservano la bellezza e contrastano la fragilità.  Le produzioni enoiche liguri, infatti, sono connotate dal connubio tra tradizione e innovazione, risultando chiari vettori di crescita nelle diverse comunità di appartenenza”.

“Ringrazio Olga Sofia Schiaffino e l’associazione Ampelos – dice l’assessore al Commercio del Comune di Genova Paola Bordilli – per essere presente nella nostra città con questa manifestazione enologica che promuove il valore culturale del vino e del bere consapevole sostenendo l’intero comparto dell’enogastronomia. Un’occasione preziosa per poter conoscere l’eccellenza della produzione italiana che rappresenta la nostra storia e le nostre tradizioni”.

Il programma prevede l’inaugurazione domenica 3 marzo alle 11 con la partecipazione del gruppo musicale Gilda Musicorum, che eseguirà melodie antiche, suonando in costume d’epoca. Lunedì 4 marzo dalle 9 alle 13, è previsto il congresso “Vino e Salute. Tradizioni, miti e verità scientifiche”  organizzato dal Servizio di Salute Mentale ASL 4 Chiavarese presso la Sala Auditorium dell’Ospedale Nostra Signora di Montallegro a Rapallo. Saranno relatori Antonio Guerci, Franco Manti, Gianluca Serafini, Pietro Ciliberti, Davide Prestia e Davide Bianchi, con la moderazione dell’ideatrice della guida social Olga Sofia Schiaffino.

“Alle cantine partecipanti- spiega Olga Sofia Schiaffino di Ampelos a.p.s – è offerta la partecipazione al progetto Wine Discover, ideato da Mihaela Cojocaru DipWSET, un’opportunità unica per far conoscere la produzione vinicola a livello internazionale: esso prevede l’incontro con i produttori, la creazione di video strutturati ad hoc per suscitare nei buyers interesse e fiducia nei confronti dei vini presentati e l’invio dei contatti delle aziende agli importatori”.

L’ingresso alla manifestazione, che si terrà appunto domenica 3 e lunedì 4 marzo dalle ore 10 alle 19 presso il Museo Diocesano di Genova ( via Tommaso Reggio 20r ) avverrà tramite la tessera associativa Ampelos, il cui costo è di 20 euro ed è acquistabile sul sito ivdc.ivinidelcuore.it . Tessera ridotta a 15 euro per gli iscritti ad altre Associazioni del Vino  (Onav, Ais, Fis, Fisar, Donne del Vino, Assosommelier etc…) e omaggio per giornalisti, Ho.Re.Ca., operatori di settore  sempre previa registrazione. La tessera prevede la visita guidata su prenotazione del Museo Diocesano, diretto da Paola Martini, per scoprire un vero tesoro artistico del capoluogo ligure. La manifestazione vede il patrocinio della Regione Liguria.

Anteprime di Toscana 2024: chiudiamo il sipario con Anteprima “L’Altra Toscana” e le sue Denominazioni d’Origine

La Toscana è nota per la sua vocazione vitivinicola con importanti areali ed alcuni Consorzi hanno già presentato le nuove annate. Anteprima “L’Altra Toscana” racchiude, in un unico evento, i vini delle DOP e IGP: Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Toscana. Realtà che non hanno nulla da invidiare alle altre consorelle regionali.

La terza edizione dell’ Anteprima “L’Altra Toscana” si è  svolta nella giornata di lunedì 19 febbraio a Palazzo degli Affari a Firenze e ha chiuso i battenti delle Anteprime di Toscana. Kermesse ben organizzata in una struttura prestigiosa con ampi spazi e servizi adeguati. Il servizio è stato affidato alla Fisar (Federazione Italiana Sommelier Alberghi Ristoranti) con sommelier gentili ed efficienti, i quali hanno operato tra i tavoli di assaggio dedicati alla stampa con puntualità. Non dobbiamo, però, dimenticare l’impegno anche di A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier), impeccabile nell’assistenza ai tavoli della stampa ed ai banchi dei produttori. A poca distanza la cupola del Brunelleschi sembrava quasi di toccare il cielo con un dito.

L’Anteprima è  dedicata alle Denominazioni più piccole della Regione, anch’esse ricche di tradizioni e di storia, ove la vite affonda le sue radici da secoli, alcune delle quali figurano già nel Bando del Granduca di Toscana Cosimo III De’ Medici del 1716, la Doc ante litteram per eccellenza. Altre sono state costituite recentemente, splendide realtà poste tra la costa tirrenica e le pendici montane con microclima e aspetti pedoclimatici diversificati, con distanze notevoli lungo i 4 punti cardinali della Regione. I vitigni variano, trovando spazio sia autoctoni sia alloctoni, per vini di ogni tipologia tra scelte convenzionali, biologiche e biodinamiche.

Il paesaggio è variegato, non mancano scorci mozzafiato su dolci od erte colline, numerosi sono gli imponenti e suggestivi castelli, le splendide ville, i tipici poderi, le pievi, i caratteristici  borghi costruiti in pietra, i folti boschi, gli uliveti secolari, campi e cipressi in duplice filar o a forma di roccolo. Alcune di queste meravigliose enclave sono state inserite nella lista World Heritage UNESCO.

I vini “top” degustati 

Tenuta di Capezzana – Carmignano Riserva Docg – Villa Capezzana  Trefiano 2019 – Sangiovese 80% Cabernet Sauvignon 10% e Canaiolo 10%.  Rosso rubino intenso, sprigiona note di viola appassita, ciliegia, scorza d’arancia, liquirizia e cacao in polvere, dal sorso rotondo, generoso e decisamente persistente.

Fattoria Varramista Terre di Pisa Rosso Doc Frasca 2021- Syrah 50%, Merlot 50% – Color rubino intenso, rivela sentori di  liquirizia, pepe nero, bacche di ginepro e tabacco. I tannini sono copiosi ma setosi, coerente ed ampio.

Il Borro Val d’Arno di Sopra Sangiovese Doc Polissena 2020 – Sangiovese 100% – Rubino intenso,  emana note di marasca , prugna, e macchia mediterranea. Gusto pieno e vibrante dal finale lunghissimo.

Tenuta Di Vaira Toscana Rosso Igt 2019 – Cabernet Franc 100% – Rosso rubino vivace, emana sentori di pervinca, mora, cassis, sottobosco e piacevoli nuances di peperone. Armonioso e leggiadro del tannino nobile e longevo.

Basile Montecucco Sangiovese Docg Ad Agio 2018 –  Sangiovese 100% – Rosso rubino intenso, libera sentori di amarena, ribes rosso e mirtillo che ben si fondono con note di liquirizia. Palato accattivante e duraturo.

Tenuta Impostino Montecucco Sangiovese Riserva Docg Impostino  2018 – Sangiovese 80% Merlot,  Petit Verdot e Syrah 20% – Sfumature sul granato, dipanante note di lampone, mora, prugna e china accompagnate da sottili note speziate, sorso interminabile, coerente e sorprendente.

Castello di Fonterutoli Toscana Rosso Igt Siepi 2021 – Sangiovese 50%, Merlot 50% – Rubino profondo, si districa tra note di frutti di bosco, prugne, tabacco e lievi nuance di sandalo. Gusto ricco dalla scia finale salmastra avvolgente.

Castello di Vicchiomaggio Toscana Rosso Igt FSM 2019 – Merlot 100% –  Rubino impenetrabile, complesso e fine, amarena, lampone, chinotto, grafite e sottobosco. Composito e dotato di una straordinaria piacevolezza di beva su finale balsamico.

Tua Rita Toscana Sangiovese Igt Perlato del Bosco Rosso 2021 – Sangiovese 100% – Rubino vivace, rivela note di violacciocca, tanta frutta rossa, sottobosco e ginepro. Sorso fresco, al contempo morbido e durevole.

Sottolineiamo che non è  stato inserito alcun vino di altre Denominazioni semplicemente perché a breve avremo la possibilità di approfondire questi stupendi lembi di terra dedicando appositi articoli a tema.

Roma Whisky Festival 2024

Dopo il grande successo del 2023, torna il Roma Whisky Festival, l’evento aperto al pubblico e dedicato al variegato mondo del whisky, ai suoi amanti, ai produttori, agli importatori, ai distributori e ai bartenders che si svolgerà sabato 24 e domenica 25 febbraio nell’ormai consueta cornice del Salone delle Fontane.

Anche per questa edizione, sono previsti stand e spazi espositori delle più importanti aziende del settore, come Glenmorangie, Akashi, Shinobu, Glenturret, Ardbeg e tante altre.

Un intero week end dedicato al “re” dei distillati, che Andrea Fofi, fondatore ed organizzatore della manifestazione, ha voluto arricchire con numerose novità, tra le quali spicca una nuova Area Vintage, dedicata agli imbottigliamenti d’epoca. Nata dalla collaborazione con Oro Whisky Bar, è uno spazio pensato per chi già conosce l’anima di questo magnifico distillato e vuole scoprirne edizioni rare e particolari: tra le tante, annoveriamo un Port Ellen del 1979, Macallan X-ray collectionBowmore 27yo del 1989, Clynelish 24yo del 1990, Fettercairn 18yo del 1997.

Non mancano le masterclass dedicate ai professionisti di settore, alle quali sono riservati i pomeriggi (dalle 15 alle 17) di sabato 24 e domenica 25.

Tra gli appuntamenti previsti nella giornata del 24, spicca “Alla scoperta delle distillerie Benriach e Glenglassaugh”, che vedrà Claudio Riva (presidente Whisky Club Italia) alle prese con i segreti e le curiosità di queste due distillerie leggendarie del mondo Highland e Speyside. Sempre per il 24, Marco Fedele, brand ambassador Bruichladdich, sarà il relatore di “Bruichladdich, un viaggio alla scoperta dell’isola di Islay: un’occasione per apprendere le peculiarità dei diversi imbottigliamenti di Bruichladdich, uno degli Islay più iconici sul mercato.

Tra gli appuntamenti di domenica 25 febbraio, segnaliamo “ORO Collection, un’occasione unica in 4 decenni”, tenuta da Fabio Ermoli (creatore del progetto Lost Dram Selections), dove scopriremo quattro imbottigliamenti vintage di whisky, divisi in quattro decenni, per scoprire peculiarità e caratteristiche distintive di ogni epoca.

A completare l’ampio spazio dedicato agli addetti al settore, il festival è aperto a tutti gli appassionati del distillato per eccellenza, come confermato dal patron Andrea Fofi: “Negli ultimi anni il mercato del whisky, storicamente rivolto alla stretta cerchia dei grandi appassionati, si è aperto ad un maggiore numero di consumatori: un prodotto che è oggi apprezzato da entrambi i sessi e da tutte le fasce di età”

Ne è la dimostrazione una lezione appositamente dedicata ai neofiti, ai quali è dedicato il mini-corso di avvicinamento l’”ABC del whisky”.

Non poteva poi mancare al Roma Whisky Festival 2024 il premio “Whisky & Lode”, che eleggerà i migliori whisky del salone valutati, come di consueto, da una giuria di esperti secondo la regola del blind tasting, in quattro diverse categorie: Best Scotch Whisky, Best Cask Strength, Best World Whisky e  Best American Whiskey.

La manifestazione aprirà le porte sabato 24 febbraio dalle ore 14.00 alle 21.00 e proseguirà nella giornata del 25 febbraio con gli stessi orari. I biglietti sono disponibili online attraverso il sito ufficiale https://romawhiskyfestival.it/

Chianti Classico Collection 2024: “3 C scritte a 4 mani”

Abbiamo ancora nella mente le splendide emozioni suscitate dalle Anteprime di Toscana 2024 e dalla due giorni di Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda di Firenze. La culla del Rinascimento italiano per una settimana nell’anno diventa anche la culla del vino nel mondo. Pronunciare Chianti Classico significa raccontare territori incantevoli, dove la fatica dell’uomo è riuscita ad abbellire ciò che è già magnifico di per sé.

Un universo di meraviglie, un racconto diverso ogni volta. Tantissime le aziende presenti ai banchi di assaggio. Oltre 500 le referenze messe in degustazione per la stampa di settore, tra cui c’eravamo anche noi di 20Italie, con il direttore Luca Matarazzo ed i redattori Alberto Chiarenza, Adriano Guerri e Ombretta Ferretto. A loro il compito bellissimo e arduo di selezionare i migliori assaggi tra Chianti Classico Annata, Riserva e Gran Selezione, per poi intervistare alcuni tra i rappresentati di prestigio dell’areale.

Un ringraziamento particolare va alla Regione Toscana per l’organizzazione semplicemente perfetta della settimana di Anteprime di Toscana ed alle referenti Silvia Fiorentini e Caterina Mori del Consorzio Vino Chianti Classico per averci dato piena assistenza durante la kermesse.

Ma adesso è giunto davvero il momento di lasciare spazio e voce alle emozioni dei nostri autori, che sapranno trasmettere certamente lo spirito di gruppo e le vibrazioni dell’aver preso posto in un luogo dove si fa la storia del vino.

Alberto Chiarenza

La recente edizione del Chianti Classico Collection 2024 ha segnato un vero trionfo, con la partecipazione di rinomati giornalisti ed esperti del settore provenienti da buona parte del mondo. Le mie aspettative erano alte e la manifestazione non mi ha certamente deluso, con le degustazioni in anteprima che confermano un trend verso vini di altissima qualità. Un cambiamento significativo è stato notato nell’approccio alla vinificazione, con una diminuzione dell’uso del legno a favore di vini più freschi e verticali. Tuttavia, la tradizione non è stata abbandonata, ma rielaborata in modo da mantenere l’autenticità senza appesantire il palato con sentori eccessivi di legno. Bellissima esperienza condivisa con amici e colleghi di 20Italie come Adriano, Ombretta e il direttore Luca Matarazzo.

Ombretta Ferretto

Chianti Classico Collection 2024 è stata un’occasione avvincente per abbracciare in un unico colpo una denominazione complessa e apprezzarne le numerose sfaccettature del territorio. Grazie all’ottimo lavoro di squadra con il direttore Luca Matarazzo e i colleghi Alberto Chiarenza e Adriano Guerri, in due giorni sono stati passati al vaglio circa cinquecento campioni tra Annata, Riserva e Gran Selezione. Non mi è mancata occasione di approfondire in verticale specifici territori e la storia della denominazione attraverso importanti realtà produttive: Gaiole, con Ricasoli e Castello di Ama, entrambe impegnate in accurate zonazioni espressive degli specifici areali,  San Donato in Poggio, con Castello di Monsanto e il primo cru di Chianti.

Adriano Guerri

La Chianti Classico Collection suscita molto interesse da parte di noi amanti di Bacco. Questa edizione è stata ricca ed appassionante con amici di viaggio molto preparati e affabili. Momenti di confronto in degustazione molto costruttivi, senza lasciare nulla al caso. Ringrazierò sempre il direttore Luca Matarazzo per la possibilità, Ombretta Ferretto e Alberto Chiarenza per aver trascorso assieme due giornate emozionanti. La citazione musicale “Tu chiamale se vuoi emozioni”, del duo Battisti-Mogol, calza a pennello.

Luca Matarazzo (direttore)

Indubbiamente questo è “l’evento degli eventi”. Sono giunto all’ottava partecipazione e ogni volta è un’emozione diversa. Tanti colleghi ed amici da tutto il mondo pronti a confrontarsi con un mito del Made in Italy, che ha vissuto anche momenti delicati e cruciali. Dalla ripresa post scandalo al metanolo di metà anni ’80, il trend in positivo non ha mai smesso di arrestarsi. Adesso non si discute più di qualità, ma di sostenibilità ed i dilemmi imposti dal climate change rappresentano la vera sfida per il futuro. Per intanto però, godiamoci con un sorriso i primi 100 anni del Consorzio Vino Chianti Classico e del suo Gallo Nero, emblema di un vino unico e inimitabile.

Tutte le interviste le troverete cliccando sul seguente link di youtube.

Leggi anche le nostre impressioni 👇🏻

Chianti Classico Collection 2024 le nostre impressioni sulla Riserva: essere o non essere non basta, bisogna crederci davvero

Abbiamo già parlato degli assaggi sulla versione Chianti Classico Annata e Gran Selezione ai seguenti link: 100 anni dalla nascita del Consorzio Vino Chianti Classico: le nostre impressioni sulla tipologia “annata” 2022 e 2021Chianti Classico Collection 2024: la Gran Selezione nel segno della continuità.

Mancavano all’appello, per concludere degnamente l’operato di 20Italie durante l’evento Chianti Classico Collection 2024 nell’ambito di Anteprime di Toscana, le valutazioni della Riserva, suddivisa nelle annate 2021 e 2020. Il panel di degustazione è stato composto dal direttore Luca Matarazzo e dai redattori Alberto Chiarenza, Ombretta Ferretto, Adriano Guerri.

La 2021 conferma, qualora ce ne fosse bisogno, tutta la sua carica fruttata e la palpabilità del tannino. <<Una vintage ancora piuttosto irruenta e spigolosa, che necessita di tanto riposo prima di comprenderne il reale potenziale>> evidenza Ombretta Ferretto. Adriano Guerri intravede comunque delle positività fornite dalle <<freschezze presenti, che rendono i campioni gradevoli nell’allungo finale e per nulla stancanti>>. Rincara la dose il redattore Alberto Chiarenza: <<la bivalenza dell’annata, dai toni a tratti rudi, a tratti morbidi e alcolici. Vini che cercano ancora il giusto bilanciamento>>.

Certamente di minor impatto palatale e meglio declinata sulle eleganze la 2020 con alcuni picchi di assoluta bellezza. <<Una sorta di canto del cigno delle sfumature più nobili del Sangiovese chiantigiano, quelle note di viola mammola e spezie sinuose che contraddistinguono i prodotti di gran parte dell’areale>> sottolinea Luca Matarazzo direttore di 20Italie. Il rovescio della medaglia potrebbe essere il prezzo pagato nei confronti della longevità, vini obbiettivamente a un ottimo stato evolutivo che vanno apprezzati già adesso per quel che sono.

Il problema non è l’essere o non essere di amletica memoria, quanto l’effettiva credibilità di una tipologia compressa tra Annata e Gran Selezione, anche nella selezione (ci perdonerete il gioco di parole) delle uve da destinare e delle pratiche di cantina per distinguersi dagli altri. Uno schema tutto interno alla Denominazione, in cui prevale al momento una sorta di tregua forzata nell’attesa di ulteriori sviluppi. La politica di “appeasement” anche in questo caso, come fu per il primo ministro Chamberlain nel secolo scorso, rischia solo di creare confusione e smarrimento.

Di seguito l’elenco dei premiati, che hanno ottenuto alla cieca un punteggio pari o superiore ai 90 centesimi.

Migliori Chianti Classico Riserva 2021

Buondonno

Castello di Vicchiomaggio – Agostino Petri

Fattoria San Giusto a Rentennano – Le Baròncole (campione da botte)

L’Erta di Radda (campione da botte)

Ottomani

Podere Castellinuzza/Paolo Coccia (campione da botte)

Ricasoli – Brolio

Migliori Chianti Classico Riserva 2020

Acquadiaccia

Borgo Salcetino – Lucarello

Casa al Vento – Foho (campione da botte)

Castello di Gabbiano

Castello di Monsanto

Cinciano

I Sodi

La Sala del Torriano

Montefioralle

Podere La Cappella – Querciolo

Rignana

San Felice – Il Grigio

Tenuta di Nozzole – La Forra

Tenute Selvolini

Vigneti La Selvanella/Melini – Vigneti La Selvanella

Anteprime di Toscana 2024 – Chianti Lovers & Rosso Morellino: e se la 2023 fosse solo un “grande bluff”?

Siamo alle fasi conclusive di Anteprime di Toscana 2024, l’evento degli eventi per ogni appassionato e operatore del settore del vino. È il momento dell’analisi sugli assaggi di Chianti DOCG e Morellino di Scansano DOCG. Troppo presto e troppi pochi campioni per un’articolazione più approfondita, ma le sensazioni iniziali sono già evidenti.

Cominciamo col dire che la 2023 viene presentata, in entrambe le Denominazioni, per la maggior parte da campioni da botte. Nulla quaestio, siamo tarati alla bisogna, ma sovente viene aggiunto un ulteriore tassello di difficoltà con prodotti in vetro solo da pochissimi giorni, dove lo stress delle varie componenti organolettiche si ravvisa in ogni fase. A maggior ragione viene penalizzata anche la degustazione e la nostra valutazione complessiva, non ce ne voglia nessuno.

Secondo aspetto non meno importante: la notevole differenza degli stili proposti, in alcuni casi con evoluzioni oltre le righe, per un vino che basa i propri canoni su immediatezza e gioventù di profumi e che crea il sano dubbio di lavorazioni “estreme” in cantina. Chi ha operato con saggia eleganza raccoglie pieni consensi dalla critica, portando a considerare che l’annata 2023, tra le tante inclemenze climatiche, ha saputo in fin dei conti dare buoni risultati, in quel poco che restava per i produttori pazienti. Frutto, calore, polpa e tannini ben delineati.

In attesa di conoscere i dati ufficiali e definitivi sulla produzione 2023, dopo il taglio del 10% imposto rispetto alla 2022, per cercare di frenare il grave fenomeno dell’invenduto, restiamo ancora dubbiosi sul progetto complessivo di riposizionamento rispetto agli altri competitors toscani, tanto ambito dal Consorzio Vino Chianti. Un timido sprazzo di luce si vede all’orizzonte, piacevolmente colpiti anche dall’impegno di qualche grande imbottigliatore che ha presentato vini di grande finezza. Speriamo non si tratti solo di “un bluff” e che si continui invece sul sentiero intrapreso: quello della qualità vincente ad ogni costo, ad ogni sacrificio. Sulle sottozone, raccogliamo un breve sunto di selezionati, essendo ridottissimo il numero di proposte in assaggio. Ottima performance per la Riserva 2021, che dimostra come il Sangiovese, con adeguato riposo ed annate ideali, riesca ad esprimersi sempre ad ottimi livelli domando tannini ed acidità imperiose tipiche del varietale.

Per quanto concerne le impressioni sul Morellino di Scansano Docg pubblichiamo con piacere il parere di Maurizio Valeriani, direttore di Vinodabere, grande esperto del mondo vitivinicolo che ha condiviso il panel misto tra le due testate assieme al giornalista Antonio Paolini ed ai critici enogastronomici Olga Schiaffino ed Alberto Chiarenza. <<Sorpresa o conferma, fate voi. In ogni caso quel che emerge dall’assaggio dei campioni di Morellino presentati in Anteprima è l’immagine di una denominazione e un territorio in cammino, tesi a riguadagnare in toto gli apprezzamenti e gli attestati di stima che si ritiene di meritare. E la considerazione vale anche per i pur logicamente “embrionali” 2023, quasi tutti sdoganati con fiducioso anticipo e non ancora in commercio, ma tra i quali non mancano pezzi davvero validi e alcune promesse brillanti>>.

Migliori Assaggi Chianti Annata 2023

Chianti 2023 – Streda Belvedere

Chianti 2023 – Piazzano

Chianti  Governo all’uso toscano 2023 – Tenuta Coeli Aula

Chianti 2023 – Bindi Sergardi

Chianti 2023 – Leonardo da Vinci

Chianti 2023 – Ruffino

Chianti 2023 – Fattoria il Muro

Chianti 2023 – Podere Ghisone

Chianti 2023 – Piccini

Migliori Assaggi Chianti Colli Fiorentini 2022

Chianti Colli Fiorentini 2022 – Castelvecchio in San Casciano Val di Pesa

Chianti Colli Fiorentini 2022 – Fattoria San Michele a Torri

Chianti Colli Fiorentini 2022 – Tenuta San Vito

Migliori Assaggi Chianti Superiore 2022

Chianti Superiore 2022 – Malenchini

Chianti Superiore 2022 – Fattoria di Poggiopiano

Chianti Superiore 2022 – Fattoria Fibbiano

Chianti Superiore 2022 – Mansalto

Migliori Assaggi Chianti Riserva 2021

Chianti Riserva 2021 – Cantina Gentili

Chianti Riserva 2021 – Vecchia Cantina di Montepulciano

Chianti Riserva 2021 – Tenuta Coeli Aula

Chianti Riserva 2021 – Castello di Oliveto

Chianti Riserva 2021 – Sensi Vigne e Vini

Migliori Assaggi Morellino di Scansano 2023

Morellino di Scansano 2023 – Fattoria Le Pupille

Morellino di Scansano 2023 – San Felo

Morellino di Scansano 2023 – Val delle Rose – Tenute Cecchi

Morellino di Scansano Massi di Mandorlaia 2023 – Conte Guicciardini

Morellino di Scansano 2023 – Santa Lucia

Morellino di Scansano 2023 – Cantina La Selva

Morellino di Scansano Roggiano 2023 – Cantina Vignaioli di Scansano

Migliori Assaggi Morellino di Scansano Riserva 2021

Morellino di Scansano Riserva 2021 – Bruni

Morellino di Scansano Riserva 2021 – Val delle Rose – Tenute Cecchi

Morellino di Scansano Riserva 2021 – Alberto Motta

Morellino di Scansano Riserva 2021 – Santa Lucia

Morellino di Scansano Riserva 2021 – Cantina La Selva