Sarno di Vino 2023: numeri, storie, emozioni di un’edizione all’insegna del buon gusto

Sarno di Vino 2023 si è conclusa in un crescendo di emozioni.

Giunta ormai alla quarta edizione, grazie all’impegno proficuo tra l’Associazione di promozione The Globe, presieduta da Giovanna Fiore, con il supporto infallibile del vice presidente Aniello Liguori.

ReCalice e Agenzia Zurich di Sarno gli sponsor tecnici della manifestazione, che ha visto la presenza di oltre 500 ospiti, tra semplici appassionati di enogastronomia e operatori del settore. Le masterclass ed i banchi d’assaggio hanno visto la collaborazione dei sommelier di A.I.S. Campania – Delegazione di Salerno – guidati dal Delegato Nevio Toti. Brillante il racconto di tre aziende e tre territori, dal nord al sud della penisola, diversi per tipologie e varietà d’uva.

Inizio spumeggiante con la Franciacorta di Cantine Muratori, che ha presentato i suoi Metodo Classico eleganti e versatili negli abbinamenti. La seconda degustazione ha visto, invece, una selezione di Fiano di Avellino dell’azienda Villa Raiano, illustre rappresentante di quell’Irpinia conosciuta a livello mondiale per i suoi bianchi longevi.

Conclusione in rosso per Paternoster che da Barile, in pieno territorio Vulture, ha proposto una straordinaria verticale del Don Anselmo, il suo Aglianico di punta, descritto con minuzia di particolari dal sottoscritto e dall’enologo Fabio Mecca.

I saloni di Villa del Balzo hanno accolto altre rappresentanze di spicco dell’enologia, con 50 produttori vitivinicoli per arricchire di gusto e cultura la scelta finale. Il giardino storico ha visto la presenza della sezione gastronomia di alta qualità, per arrivare al dopo pasto meditativo, con i sigari di Ambasciator Italico.

Un evento di tali proporzioni non potrebbe raggiungere il successo senza il supporto essenziale delle Amministrazioni locali, in particolare il Comune di Sarno, grazie all’assessore Francesco Squillante, e la comunicazione di 20Italie, Radio Base e Sarno Notizie.

Food & Book: la cultura del cibo, il cibo nella cultura

Si è chiusa a Montecatini Terme (PT) lo scorso 29 ottobre la nona edizione del Food & Book Festival del libro e della cultura gastronomica, la kermesse dedicata a chi il cibo lo cucina e lo racconta, organizzata dall’Associazione Culturale Eureka in collaborazione con la casa editrice Agra e con la direzione di Sergio Auricchio e Stefano Carboni (Mg Logos). L’evento è patrocinato dal Comune di Montecatini Terme, dalla Regione Toscana e dall’ANP, Associazione nazionale dirigenti scolastici.

A fare da teatro alla quattro giorni di presentazioni e dibattiti, oltre all’Istituto alberghiero F. Martini e al Palazzo del Turismo, la suggestiva cornice neoclassica delle Terme Tettuccio. L’accoglienza e il servizio durante la manifestazione sono stati curati dagli allievi dell’Istituto alberghiero F. Martini.

Una manifestazione eclettica, Food & Book, sin dalla prima edizione del 2014, dato che si pone come obiettivo quello di far incontrare autori, che in differenti modalità parlano di cibo dalle loro pagine, e chef, che esprimono il concetto del cibo attraverso una propria originale narrazione in cucina. In altri termini cultura del cibo e cibo nella cultura, senza mai discostarsi dalla stretta attualità che il tema impone.

La trama dell’edizione 2023 ha infatti riguardato le biodiversità alimentari, il patrimonio ittico italiano, la straordinaria ricchezza dell’olivicoltura nel nostro Paese, oltre al dibattito più che mai attuale sull’occupazione nel mondo dell’accoglienza e della ristorazione. La IX Edizione del Festival è stata dedicata a Eduardo De Filippo che proprio a Montecatini Terme, nel 1931, debuttò con la propria compagnia, appena costituita insieme ai fratelli Peppino e Titina. Nella Cena di Gala di venerdì 27 Ottobre, in onore di Eduardo, gli chef Marcello Leoni e Pietro Parisi, insieme agli alunni dell’istituto alberghiero F. Martini, hanno rivisitato alcuni piatti della tradizione napoletana, che il grande poeta e drammaturgo ha narrato nelle sue opere, come il ragù, attore comprimario e silenzioso della commedia Sabato, Domenica e Lunedì. Nella stessa serata Patrizia Cirulli, cantautrice milanese, ha narrato in musica alcune poesie di Eduardo tratte dal suo ultimo album Fantasia, presentato durante  il Festival.

Chef Leoni, insieme a Valentina Tepedino, ha partecipato anche ai due dibattiti di sabato 28 ottobre sul patrimonio ittico italiano, in qualità di Testimonial de “L’AMO italiano”, progetto promosso da Eurofishmarket – società di consulenza, ricerca e formazione nel settore ittico di cui la Tepedino è direttrice- nato per promuovere e valorizzare prodotti ittici di qualità. Temi affrontati: la valorizzazione del pescato italiano e del cosiddetto “pesce povero”, attraverso la conoscenza del prodotto e del modo migliore per cucinarlo. Ai due diversi round sono intervenuti Benedetta Mariotti, Responsabile Qualità di Arbi Spa, Alessandra Malfatti, Presidente de La Cittadella di Viareggio, e Maurizio Acampora, Presidente della Cooperativa mare nostrum di Viareggio.

Diversi gli autori presenti al festival con opere nelle quali il cibo gioca ruoli diversi: dalla giornalista Monica Viti, col suo Matcha al veleno (Sonzogno), giallo “a porte chiuse” ambientato in una scuola di té milanese, alla torinese Desy Icardi, che con La pasticcera di mezzanotte (Fazi) conclude la serie di romanzi dedicati ai cinque sensi.

Non sono mancati gli approfondimenti scientifici sull’alimentazione, con Antonello Senni autore di La Nutriscenza (Agra Editrice) e Giuseppe Nocca con Educazione Alimentare e Sport – Nutrizione movimento salute (Dde Editrice).

Tra gli altri autori ospiti anche Anna Maria Gehney con Il corpo nero (Fandango Libri) e Marco Vichi e Leonardo Gori con il loro Vite Rubate (Guanda), romanzo a quattro mani.

Francesca Romana Barberini, conduttrice e autrice di programmi enogastronomici, ha regalato alla platea aneddoti legati alla figura di Sora Lella – al secolo Elena Fabbrizi, sorella del grande attore romano Aldo e cuoca nell’omonima trattoria- raccontati nel suo Annamo Bene (Giunti), ricettario biografico della nonna di tutti gli italiani, come la definì Carlo Verdone. E alla più autentica cucina romanesca è stata dedicata la Cena con lo scrittore di sabato 28 ottobre, dove la Barberini ha avuto occasione di raccontare alcuni dei piatti cucinati al Grand Hotel Croce di Malta seguendo le ricette di Sora Lella, come gli gnocchi all’amatriciana. 

Un importante approfondimento è stato dedicato, nella giornata di domenica 29 ottobre, alla situazione dell’olivicoltura e dell’oleoturismo in Italia. Sono intervenuti il Sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra, la giornalista Fabiola Pulieri, autrice di Oleoturismo – Opportunità per imprese e territori (Agra Editrice), Giuseppe Nocca, storico dell’alimentazione, Antonello Senni,  genetista esperto di evoluzione e di nutrigenomica umana, Alessandro Benedetti, Presidente del frantoio Cooperativo di Montecatini; ha moderato il dibattito Alessandro Sartoni, Assessore alla Cultura di Montecatini Terme.

A quattro anni ormai dall’entrata in vigore della legge nazionale sull’oleoturismo, sono ancora molte le Regioni che non hanno recepito la norma, restando di fatto al palo su uno dei fattori che potrebbe diventare propulsivo per lo sviluppo dell’olivicoltura nel nostro paese, fatta di piccole aziende e di agricoltura prevalentemente eroica. Inoltre mancano ancora interventi a trecentosessanta gradi e campagne d’informazione e formazione capaci di dare al prodotto olio d’oliva il giusto rilievo sia in termini di visibilità che di prezzo.

Non poteva mancare, in una manifestazione dedicata alla cultura del cibo, il vino, presente in questa IX edizione di Food & Book con le bollicine: Adriana Assini ha presentato Madame Clicquot – Lo Champagne sono io (Scrittura & Scritture), biografia romanzata della celebre mademoiselle Ponsardin, vedova Clicquot, mentre Sciampagna, lo spumante classico italiano (Marcianum press), approfondita antologia sul mondo delle bollicine italiane, è stato raccontato dai curatori Giampaolo Zuliani e Alice Lupi.

Si parla di rari vini dolci all’evento “Dolce Toscana nel Vino”

Alla Fattoria del Colle di Trequanda, Donatella Cinelli Colombini, in collaborazione con Le Donne del Vino delegazione della Toscana ed il supporto delle giornaliste Maddalena Mazzeschi e Marzia Morganti, in occasione della presentazione alla Stampa del suo nuovo Passito, ha organizzato una degustazione 12 di vini dolci, di cui, 8 Vin Santo, 1 Moscadello di Montalcino, 2 Passito ed 1 Aleatico dal titolo “Dolce Toscana nel Vino”.

Donatella ha fatto gli onori di casa, dando il benvenuto ai partecipanti, la degustazione è stata condotta dall’esperto giornalista Gianni Fabrizio, durante la quale sono intervenute le produttrici, ed infine il Direttore di Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione Toscana, Roberto Scalacci ha concluso con aneddoti e considerazioni finali.

Alcune note a margine: queste tipologie di vino vengono prodotte in quantità limitate e sono molto onerose; attualmente trovano poco spazio sia nel settore H0.RE.CA sia nella G.D.O. Accompagnano spesso dessert da servire a fine pasto; una soluzione ideale per aumentarne le vendite potrebbe essere rappresentata dalla vendita al calice, per coloro che si presentano al ristorante in coppia, mentre per tavoli con un maggior numero di commensali è la bottiglia da 0,375 cl il formato preferibile. Donatella ribadisce che tali vini, però, possono essere uniti non solo a dolci, ma anche patè de foie gras e a formaggi sia erborinati sia stagionati o semplicemente in meditazione.

Nel caso della Grande Distribuzione si trovano prodotti a basso prezzo, come Vin Santi fortificati con la fascetta da vino liquoroso che non hanno nulla a che vedere con i Vin Santi naturali che sono contraddistinti da denominazioni di origini controllata o altri passiti di elevata qualità, generando confusione nel consumatore finale. Non tradizionale e obsoleta la pratica di affondare il cantuccino nel calice. Le nuove generazioni, nostro malgrado, fanno poco consumo di vini dolci: sono invece perle enologiche che meritano ampio spazio nelle nostre tavole.

Vin Santo

Il nome Vin Santo si ipotizza che derivi dal Concilio di Firenze del 1439, quando il cardinale greco Bessarione, mentre stava bevendo il vin pretto, esclamò “sembra vino di Xantos”, un vino passito greco di Santorini. Da quel momento fu chiamato Vin Santo. Esistono tuttavia, altre ipotesi da cui far derivare il nome di questo nettare. A Siena si parla di un frate francescano che nel 1348 curava i malati di peste con un vino che era solitamente usato dai confratelli per celebrare messa. Si diffuse, così, la persuasione che avesse proprietà miracolose, valendogli l’appellativo santo. Il Vin Santo toscano è un vino prodotto da uve lasciate appassire dopo la raccolta. Ottenuto con uve di Trebbiano e Malvasia, talvolta con San Colombano e Grechetto. Può essere anche prodotto con uve rosse, maggiormente con Sangiovese e in questo caso si parla di Vin Santo Occhio di Pernice.

Moscadello di Montalcino

Il Moscadello di Montalcino viene prodotto nell’ omonimo Comune. Già apprezzato da Francesco Redi, Ugo Foscolo e il Pontefice Urbano VIII erano dei veri amanti. Montalcino è oggi nota per uno dei più grandi vini rossi italiani : il Brunello. Le origini del Moscadello affondano agli inizi del 1500, attualmente è una Doc ed il vitigno utilizzato per la produzione è il Moscato Bianco, un’uva bianca aromatica, coltivata in tutta la penisola. Può essere prodotto in tre tipologie, Tranquillo, Frizzante e Vendemmia Tardiva.

Aleatico 

L’Aleatico è un vitigno aromatico che dà origine a vini molto piacevoli ed eleganti, diffuso sull’ Isola d’Elba, e conosciuto anche a Gradoli in Alta Tuscia. Vinificato in versione secca, dà origine a vini di buona struttura, ma la tipologia più nota è quella dolce, ottenuta con uve appassite, una vera gemma enologica italiana.

Vini Passiti

Come suggerisce il nome, vengono ottenuti con la pratica dell’appassimento delle uve, talvolta attaccati da botrytis cinerea. Diffusi in ogni regione italiana, pertanto le uve utilizzate sono variabili secondo la provenienza geografica. Vini dolci con un importante residuo zuccherino, ma anche secchi, come l’Amarone della Valpolicella o lo Sforzato o Sfursat della Valtellina.

La Fattoria del Colle si trova nel comune di Trequanda, a poca distanza dal centro abitato  del suggestivo Borgo. L’azienda si trova all’interno sia della Doc Orcia sia della Docg Chianti. Gli ettari vitati di proprietà sono 17, estesi su una superficie totale di 336. Nei vigneti si trovano le varietà di SangioveseFoglia TondaMerlotTraminer e Sagrantino. Posti ad un’altitudine di oltre 400 metri s.l.m., godono di un microclima particolare con forti escursioni termiche tra le ore diurne e notturne, capaci di dare origine a vini di eccellente qualità. La produzione segue metodi di coltivazione biologica, nel pieno rispetto dell’ambiente. La Tenuta è di proprietà di Donatella Cinelli Colombini, già appartenuta ai suoi antenati alla fine del Cinquecento. Un’ azienda, ed è stata la prima in Italia ad esser gestita solamente da donne. Alla Fattoria del Colle oltre alla cantina, si trova un agriturismo con ristorante, piscina e centro benessere con spa. Una nota di merito va all’Orcia Doc Cenerentola, ottenuto con Sangiovese e Foglia Tonda e al il Drago e le Otto Colombe Igt, ottenuto con Sangiovese, Merlot ed altri vitigni autorizzati. 

I vini degustati

Aleatico Sovana DOC Superiore 2022 – Fattoria Aldobrandesca

Solalto IGT Toscana 2019 – Fattoria Le Pupille

Florus Moscadello di Montalcino Doc 2019 – Banfi

Passito IGT Toscana 2018 – Donatella Cinelli Colombini

Vin Santo di Montepulciano DOC 2016 – Dei

Vin Santo del Chianti Classico DOC 2018 – Castello di Querceto

Vin Santo DOC 2013 – Badia a Coltibuono

Vin Santo del Chianti Doc 2004 – Tenuta il Corno

Red Label Vin Santo del Chianti DOC 2015 – Castello Sonnino

Vin Santo di Carmignano DOC Riserva 2016 – Capezzana

Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012 – Tenuta Artimino

Vin Santo del Chianti Rufina DOC 2006 – Villa di Vetrice

Dopo la degustazione dei vini, una degustazione di formaggi selezionati da Andrea Magi e abbinati al passito di Donatella Cinelli Colombini hanno preceduto il pranzo, per noi preparato dalla Chef Doriana Marchi con piatti tipici della tradizione toscana. Il dessert accompagnato al Passito è stato realizzato dal pasticcere campione del mondo Rossano Vinciarelli.

Modena Champagne Experience: tutta la magia delle bollicine minuto per minuto

Si sono chiusi si battenti su Modena Champagne Experience che anche quest’anno si conferma punto di riferimento a livello europeo per tutti gli operatori del settore e per gli appassionati delle iconiche bollicine francesi. La manifestazione organizzata da Società Excellence, giunta alla sesta edizione, ha registrato oltre 6000 accessi nelle due giornate del 15 e 16 ottobre. I visitatori, provenienti da tutta Italia, hanno avuto l’occasione di girare idealmente nelle varie zone della AOC Champagne e ampliare la loro conoscenza grazie alla presenza di 176 aziende, tra grandi Maison e piccoli vigneron, che hanno messo in degustazione più di 900 vini.

Luca Cuzziol, Presidente di Società Excellence, racconta: “l’obiettivo era, come al solito, quello di mettere i tantissimi cultori dello champagne presenti in Italia nelle condizioni migliori per poter approfondire la conoscenza di questo magnifico vino”. “L’Italia è uno dei mercati di riferimento a livello mondiale per il consumo di Champagne, il più importante per quanto riguarda le cosiddette cuvée de prestige. Oggi possiamo dire che il nostro Paese, e Modena in particolare, ospita anche la manifestazione più importante d’Europa per quantità e qualità di aziende espositrici appartenenti al mondo dello Champagne”. 

Arduo il compito nello scegliere le degustazioni, dopo un passaggio tra le Maisons più famose, il mio tour ideale tra le varie aree della Champagne mi ha portato a fare nuove conoscenze, eccone alcune:

Champagne Colin, azienda a gestione familiare che produce dal 1829 degli ottimi champagne. Negli anni a seguire, e fino a quasi i giorni nostri, la presenza femminile nella conduzione dell’azienda è stata preponderante. Tra gli anni Cinquanta e Novanta, Champagne Colin ha aderito a una cooperativa e dal 1997 fa parte de Vignerons Indépendants. L’Azienda è situata nella Côte des Blancs, nel villaggio di Vertus e produce Champagne Blanc de Blancs Premier e Grand Cru. La maggior parte del vigneto è piantata a Chardonnay, uva che dà meravigliosi e longevi Blanc de Blancs. Una piccola parte è piantata a Pinot Nero e Pinot Meunier e si trova a Sézanne. Piacevolmente colpita dal loro Premier Cru Brut Castille Rosé, Chardonnay e Pinot Noir che insieme regalano un colore rosato e un perlage fine e persistente. Lamponi e melograno al naso, con note speziate e una beva che dona un’ottima profondità.

Quentin Beaufort Blanc de Noir La maison è stata fondata nel 2007 a Polisy nella Côte de Bar da Quentin figlio di Jacques della maison André Beaufort che nel 1971 fu pioniere del biologico in terra di Champagne. Il loro Blanc de Noir 100% Pinot noir riposa oltre 39 mesi sui lieviti e il dégorgement avviene alla volée. Un tripudio di profumi: frutti rossi, cioccolato fondente e scorze di agrumi, le bollicine sono finissime e delicate. Interpreta fedelmente il territorio. Grande freschezza, armonica ed equilibrata la chiusura con lungo finale.

Erick Schreiber, Azienda portata avanti da Erick Schreiber, agronomo-enologo e pioniere della biodinamica nell’areale. Nel 1988 crea la prima bottiglia di Champagne Biodinamico: l’obiettivo è di preservare il più possibile la fertilità del suolo, evitando contaminazioni chimiche. Tutti gli champagne prodotti risultano genuini, svolgono al meglio la complessità aromatica, la freschezza e la mineralità, più durevoli nel tempo e rappresentano la massima espressione del loro terroir d’origine. Curioso il racconto dell’energia Astrale, nel 2008 in alcuni vigneti sono stati posti alcuni Megaliti che andrebbero a concentrare questa energia sulla vigna influenzandone positivamente il ciclo vegetativo. Il loro Grande Réserve Brut esprime il cuore del terroir. Cuvée composta dalle selezioni dei migliori Pinot  Noirs e Chardonnay di 3 diverse annate. Potente ed elegante. Note di frutti rossi, lunga persistenza in bocca, molta freschezza e una bella complessità aromatica. Esprimerà sicuramente tutto il suo potenziale con l’invecchiamento.

Stephane Breton La sede della Maison è a Congy, una piccola cittadina a 30 minuti da Epernay, fra la Côte Des Blancs e i vigneti di Sézannais. La storia della maison Breton Fils ha inizio nel 1945 quando Olivette ed Ange Breton decisero di produrre e vendere il proprio champagne, coltivando 2 ettari di vigneto per un totale di 300 bottiglie. Oggi l’azienda si è decisamente ampliata e vanta una produzione di 150.000 bottiglie l’anno grazie ai 17 ettari di vigneti sparsi nel territorio della Champagne Ardenne. Le cantine, tipiche della regione, sono state scavate nella pietra dallo stesso Ange Breton nel corso degli ultimi 60 anni, ed è qui che i vini trovano le condizioni ideali per invecchiare nel modo migliore. la Maison sia annovera fra i principali Récoltant-Manipulant della Champagne. Stephane Breton Blanc de Blanc uve bianche principalmente Chardonnay, affina 24 mesi. Colore dorato chiaro, perlage fine e persistente. Note al naso floreali, fruttate e agrumate, avvolgente e fresco in bocca. Morbido e lunga persistenza.

Henriot fondata nel 1808 daApolline Henriot a Reims è tra le più antiche maison della regione.  Ancora a conduzione familiare produce Champagne ricercati e raffinati.  La cantina possiede circa 30 ettari suddivisi tra la montagna di Reims e la Cote de Blanc in cui coltivano nel primo Pinot Nero e nel secondo Chardonnay, oltre una piccola parte di Pinot Meunier. Votati alle coltivazioni biologiche, i vigneti vengono vinificati separatamente portando alla realizzazione di cuvée territoriali e Vin de reserve frutto di assemblaggi delle migliori annate passate. In degustazione CHAMPAGNE BRUT MILLESIMÈ 2012 54% Chardonnay e 46% Pinot Noir. Annata difficile dal punto di vista climatico quella del 2012 almeno nella prima parte dell’anno, che mette a dura prova i produttori e qui le capacità della Maison vengono tutte fuori e ne nasce una vera perla. Affinamento sui lieviti minimo 84 mesi prima della sboccatura. Una bollicina ricca che presenta una bella complessità negli aromi di frutta matura, al palato si presenta minerale con elegante struttura e freschezza avvincente.

Esco soddisfatta, ho degustato bene, ho conosciuto produttori, distributori e nuovi compagni di bevute. L’atmosfera spumeggiante già mi manca, non mi resta che dire au-revoir Modena Champagne Experience!

“A Votre santé”

Sabato 28 ottobre 2023 la quarta edizione di Sarno Di Vino, con tante cantine e pregiate etichette.

Comunicato Stampa

Sarno Di Vino a Villa Lanzara. L’appuntamento per sabato 28 ottobre 2023
Nella splendida cornice di Villa Lanzara torna Sarno Di Vino. Tra calici e degustazioni, masterclass
e creatività, innovazione e tradizione. Lo spazio ideale per l’enogastronomia.
Anche quest’anno i  giardini di Villa Lanzara ospiteranno Sarno Di Vino, manifestazione, ormai alla
sua quarta edizione, organizzata dall’associazione “THE GLOBE”.
L’appuntamento è per sabato 28 ottobre dalle 17.30 con il taglio del nastro.
Sarno Di Vino ospiterà numerose cantine della regione Campania e non solo, spaziando dalle
realtà più conosciute a quelle in crescita, per un percorso sensoriale che trasformerà Villa Lanzara
in un luogo dove poter degustare e immergersi in un’atmosfera magica. Circa 90 cantine e 200
etichette
.
Saranno presenti sommelier esperti che accompagneranno e faranno conoscere le varie cantine e
i produttori attraverso banchi d’assaggio e masterclass dedicate.
Le Masterclass:
Cantina Muratori, Spumanti Franciacorta Docg condotta dal Presidente provinciale AIS Nevio
Toti;
Villa Raiano, Fiano Docg, condotta da Luca Matarazzo AIS Salerno;
Paternoster, Aglianico del Vulture Docg, condotta da Luca Matarazzo AIS Salerno.


 
Quest’anno spazio ampio anche ai sigari. La Tabaccheria d’Antonio in collaborazione con Club
Ambasciatori Italico hanno organizzato una master class sul sigaro condotta dal Blend Manager di
Italiano Leonardo Marcucci. L’evento ha il patrocinio del Comune di Sarno, della Sarno Servizi
Integrati e dell’Assessorato al SUAP.
Radio Base e Sarno Notizie e 20 Italie sono Media Partner dell’evento. La diretta dai Giardini di
Villa Lanzara dalle ore 18.30 sabato 28 ottobre 2023 – Per messaggi e info segui le pagine social
“The Globe_SarnodiVino” – SarnoNotizie e RadioBase.

Sake Days a Firenze: il racconto dell’evento unico nel suo genere per gli amanti del Giappone (e non solo)

Domenica 8 ottobre al Renny Club in via Baracca 1 a Firenze, in occasione della terza edizione dei Sake Days si è tenuta una manifestazione unica nel suo genere, che ha visto coinvolti i principali distributori e importatori di bevande provenienti dal Giappone.

Una masterclass molto interessante, volta a far scoprire quanto il sake possa rappresentare una scelta perfetta per gli abbinamenti ai piatti della dieta mediterranea, è stata condotta da Gaetano Cataldo, sommelier ed esperto di sake e da Luciana Mandarino di Madstudio/Marificio.

Il Marificio è un laboratorio di idee culinarie che prende forma e vita dai pesci più pregiati e ricercati del mare italiano, che vengono lavorati per creare salumi di pesce, quali la bresaola di tonno, il girello di pesce spada, la lonza di morone: una proficua collaborazione tra lo chef stellato Pasquale Palamaro e l’armatore Filippo Castaldi. Il cibo che viene creato è sostenibile, a basso impatto ambientale ed etico.

Cataldo ha stimolato la platea con alcune considerazioni, riguardanti la “compatibilità” dei sapori della dieta mediterranea con la bevanda giapponese a base di riso.

Italia e Giappone si trovano alle stesse latitudine e sono circondate dal mare, l’Italia solo su tre lati essedo una penisola; entrambe si estendono in lunghezza, abbracciando diversi paralleli e hanno suoli vulcanici e territori sismici. Le abitudini alimentari di questi paesi sono state valutate positivamente dallo studio del Dott. Ancel Keys, nell’ambito di una ricerca sulla longevità della popolazione verso gli anni Sessanta (Seven Countries Study), abbinate a un corretto stile di vita.

Le vicende storiche legate alla seconda Guerra Mondiale hanno sicuramente frenato l’entrata e la diffusione di prodotti giapponesi sul mercato statunitense, cosa che non è accaduta per quanto riguarda quelli italiani.

E’ stato molto interessante scoprire come il pesce del nostro mare, lavorato con passione e cura, affumicato e salato possa diventare un partner perfetto per le varie tipologie di sake! Il sapore umami è la chiave di lettura dei vari piatti di entrambe le cucine, per cui ricercare nel nostro caso un sake adatto a bilanciare l’esperienza gustativa.

La degustazione è iniziata con un sake spumantizzato, con il quale si è brindato in apertura della degustazione. I relatori hanno consigliato di tenere piccole quantità di cibo e di sake in modo da provare diversi abbinamenti e trovare il cosiddetto best pairing.

Sicuramente il sommelier o il ristoratore devono conoscere molto bene i piatti e gli ingredienti, in modo da poter consigliare il sake più adatto, alla corretta temperatura di servizio.

Il primo piatto di insaccati di mare del Marificio ha visto una ricciola nera, preparata come lonza di morone, di colore bianco, una salamella dolcemare (una ricetta trattata con il vino ischitana) e un girello di pesce spada, mentre il secondo è stato composto con un insaccato da pesce spada, ricciola e tonno, seguita dalla bresaola di tonno e per finire la ‘nduja di Spilinga, con peperoni gialli e rossi.

Il sake, contenendo circa un quinto in meno di acidi fissi rispetto al vino, riesce ad abbinarsi molto piacevolmente: Il primo sake degustato, un Tokubetsu Junmai, (junmai= senza aggiunta di alcol) ha un nome che tradotto significa Luna dopo la Pioggia e proviene dalla prefettura di Hiroshima; la sgrammatura del chicco di riso, scelto di una tipologia aromatica, si aggira al 60%. Un sake delicato ed elegante, con profumi che vanno ricercati dentro il bicchiere, tra cui spiccano le note aromatiche e speziate, con una lieve piccantezza sul finale. Il secondo sake in degustazione è Dassai 45, ottenuto da un riso la cui sgrammmatura si aggira al 45% e appartiene alla tipologia Junmai Daiginjo, con vibrante intensità e profumi erbacei, frutta tropicale, guanabana, umami e speziati. Il terzo sake servito richiede un tempo maggiore perché possa aprirsi e possa essere apprezzato grazie alle sensazioni retrolfattive: una tipologia di Futsushu, prodotto per la prima volta dalla cantina nel 1964, riprendendo l’antica tradizione dei Taru sake, che prevedono l’utilizzo delle botti di cedro. Si apprezzano sensazioni di cedro appunto, di conifere, di menta piperita, di umami. Una esperienza molto stimolante e interessante, che ha aperto la mente agli abbinamenti con i prodotti del nostro mare, sapientemente trattati; il sake rappresenta un mondo che merita di essere approfondito, perché espressione di una cultura millenaria.

A tal proposito, a breve inizieranno i corsi organizzati dalla Scuola del Sake, per ora a Firenze, con Giovanni Baldini e molti altri validissimi relatori del calibro di Gaetano Cataldo.

Milano Wine Week 2023: tutte le novità della sesta edizione in corso nel capoluogo lombardo

Dal 7 al 15 ottobre Milano sarà la capitale del vino, grazie agli appuntamenti creati non solo per gli addetti al settore ma per i winelover: Federico Gordini, durante la conferenza stampa che si è tenuta il 19 settembre presso la sala La Scala dell’Excelsior Hotel Gallia, ha sottolineato che l’edizione 2023 vedrà il coinvolgimento di consorzi, organizzazioni e centinaia di aziende provenienti da tutta Italia, ma anche realtà extra-settore, istituzioni, associazioni di categoria e, soprattutto, il pubblico finale.

Sicuramente un format che vuole proporre esperienze e attività esclusive, tra cui il Walk Around Tasting, il Wine Boat – il battello che navigherà lungo i Navigli per offrire la possibilità di degustazioni fuori dal comune, nel contesto di uno degli scorci più rappresentativi di Milano – e il Wine Bus – che sarà  in partenza da Palazzo Bovara (Headquarter della Milano Wine Week), dal lunedì al giovedì, con 2 corse al giorno, rispettivamente alle ore 17.00 e alle 20.00, e il sabato e la domenica con 3 corse al giorno, rispettivamente alle ore 11.30, alle 17.00 e alle 21.00

Il successo di consensi e di pubblico dello scorso anno ha reso possibile l’organizzazione di ben 22 appuntamenti di degustazione sul Wine Bus, in collaborazione con importanti aziende e consorzi italiani, tra cui Enoteca Regionale Emilia Romagna. Ritorna anche l’Enoteca di MWW (Phyd, Via Tortona 31), dove troveranno spazio banchi d’assaggio e postazioni dove saranno presenti i produttori: sarà inoltre possibile degustare e acquistare una vasta selezione di vini.

Da non perdere Wine List Italia, in programma domenica 8 ottobre a Palazzo Bovara. Si tratta della presentazione – seguita da un Walk Around Tasting dedicato, aperto al pubblico – della prima guida edita da MWW Media – Vendemmie che raccoglie una selezione di oltre 50 dei migliori sommelier italiani.

Cresce inoltre l’attesa per l’assegnazione dei MWW Awards, che si terrà lunedì 9 ottobre, dalle ore 18.00 alle 21.00, a Palazzo Castiglioni, con la cerimonia di consegna della terza edizione del Premio Carta Vini Italia e del Premio Wine Retail, i riconoscimenti che celebrano le migliori selezioni vinicole del mondo della ristorazione e del retail, attribuiti da una giuria di esperti.

Palazzo Bovara ospiterà quest’anno anche la serata di apertura della manifestazione, che sarà dedicata ai brand-icona del vino italiano, con la prima edizione di Wine Icons, il palinsesto esclusivo di MWW 2023 dedicato alle grandi firme del panorama vinicolo del Paese. Un’iniziativa che nasce con l’obiettivo di presentare i più grandi brand del vino – selezionati da Milano Wine Week e Carrefour, che si conferma partner della manifestazione meneghina.

L’Associazione Le Donne del Vino dedicherà la masterclass in programma mercoledì 11 ottobre alle 20.30 a Marisa Leo, brutalmente uccisa dal suo ex compagno e il ricavato della serata devoluto a favore  dell’associazione Palma Vitae di Partanna (Tp).

Grande attesa per la presentazione della Guida di Slow Food sabato 7 ottobre al Superstudio Maxi e come di consueto nel pomeriggio sarà possibile degustare i vini premiati; inoltre sabato 14 alle 19 al Phyd di via Tortona 38, la presentazione della terza edizione della guida social I Vini del Cuore, la cui prefazione è stata curata da Donatella Cinelli Colombini. Un programma molto ricco e denso di appuntamenti davvero sensazionali: per maggiori informazioni consultare il sito www.milanowineweek.com

Sake Days torna a Firenze il giorno 8 ottobre 2023

Comunicato Stampa

Il Sake Days è diventato ormai un appuntamento fisso in quel di Firenze e, giunto ormai alla terza edizione, un must per gli appassionati di nihonshu da tutt’Italia. Fortemente voluto da Giovanni Baldini, suo creatore e fondatore della Scuola Italiana Sake, il Sake Days 2023 promette di essere ancora più articolato e ricco nella sua programmazione; tutto ciò grazie al suo patrón ed alla fitta rete di relazioni e sinergie creata negli anni tra associazioni, enti ed operatori di settore.

Come per le precedenti edizioni anche quest’anno il Sake Days si terrà al Renny Reinassance Club di Firenze, segnatevi la data: 8 ottobre dalle 11:00 alle 19:00 in via Francesco Baracca 1F.

La Scuola Italiana Sake presenterà ufficialmente il suo schieramento per la prima volta al pubblico del Sake Days e sarà lo stesso Giovanni Baldini a introdurre Daniele Cancellara, Gaetano Cataldo, Luca Pedinotti, Erica Benucci e Luca Rendina, quali soci fondatori e relatori da sempre vicini al Sake Days ed attivi nella divulgazione della Cultura Giapponese nei più svariati ambiti.

Il Sake Days, come d’altronde la stessa attività di Giovanni Baldini testimonia, ha da sempre costituito un ponte ideologico tra la cultura giapponese e quella italiana. Inoltre, grazie a Gaetano Cataldo è stato possibile enunciare la tesi che oggi vede felicemente il fermentato del Sol Levante coniugarsi armonicamente alla Dieta Mediterranea. Non a caso tra i tantissimi espositori presenti quest’anno al Sake Days spiccano i salumi di Mare di Marificio e la pasticceria di Rossella Liberti di Picogrammo, veicolati e rappresentati dallo studio MAD di Luciana Mandarino, nonché i prodotti artigianali di Giuseppe Pastore, direttamente dal Cilento, culla del nostro modello alimentare.

Cosa accadrà dopo il brindisi augurale? Ecco alcune delle tappe più attese del programma, che troverete integralmente qui:

Alle 11:15 si terrà Nihonshu, Shochu, Awamori e Amami: questi sconosciuti. Fermentati o distillati? La relazione sarà tenuta dai membri della Scuola Italiana Sake Daniele Cancellara, barmanager del Rasputin e conduttore di Whisky for Breakfast, Gaetano Cataldo, presidente di Identità Mediterranea e miglior sommelier dell’anno al Merano Wine Festival, Luca Pedinotti, F&B manager del gruppo Finger’s Restaurant, formatore e wine consultant, Erica Benucci, beer expert e docente Fisar, e Luca Rendina, esperto in distillati orientali e fondatore di Bere Giapponese.

Interessantissimo l’appuntamento delle ore 13:00: Elixir of Tradition: la magia del Koji, a cura di Flavio Sacco, alias Il Fermentalista, che spiegherà le funzioni della spora fungina più importante per l’alimentazione asiatica e la lattofermentazione.

Alle 14:00 sarà la volta di Viaggio in Giappone: per un turismo enogastronomico. Relazione tenuta dalla Scuola Italiana Sake col supporto del Japan National Tourism, mentre alle 16:00 ci sarà la presentazione del Libro “Sete – La mia vita nel mondo del sake” di Giovanni Baldini, con il giornalista Franco Poggianti ad intervistare l’autore.

Alle 19:30 invece lo spazio della Sala Talk sarà dedicato a Shochu: il segreto meglio custodito del Giappone.  Ad introdurre il tema e a tenere la degustazione sarà Luca Rendina, founder di Bere Giapponese e Trade Media Japan.

Cosa terranno invece in serbo gli organizzatori nella Sala Degustazione del Renny Club?

Alle 11:30 andrà in scena Sake italiano: tra tradizione giapponese e innovazione made in Italy. Degustazione a cura di Nicola Coppe, di RisoSake.

Alle ore 12:30. Sake e salumi di mare, ovvero sake e Dieta Mediterranea. Un’alchimia da scoprire.  Degustazione a cura della Scuola Italiana Sake con Gaetano Cataldo, accompagnato da Luciana Mandarino, con i prodotti della distribuzione Bacchus e Marificio.

Alle 13:30 La birra artigianale giapponese: una nicchia di rara qualità. Relazione e degustazione condotta da Erica Benucci.

Alle 14:30. Sulle tracce di Dioniso in Giappone: l’essenza dei vini giapponesi dalla prefettura di Yamanashi.   Sarà sempre Bacchus distribuzione a fornire i vini inediti dal Giappone. A raccontare i territori e descrivere le note organolettiche sarà ancora Gaetano Cataldo, nella veste wine specialist di scuola AIS. In realtà sia nell’area congressuale che in quella degustativa le attività saranno davvero molteplici con i sake della prefettura di Iwate, descritti da Yukari Sato di Shibataya, i sake d’autore del leggendario Noguchi Naohiko a cura dello staff di Nakama. Non mancheranno i prodotti della regione di Hokuriku, a cura di Hiroaki Naganuma per JFC e i blend di nihonshu di Kenbishi, la cantina più antica del Giappone, tenuta dal team di Sake Company. Se non foste invogliati a sufficienza a fare un salto a Firenze, sappiate che Daniele Cancellara terrà la seguente masterclass: alla scoperta dei malti giapponesi. Relazione e degustazione imperdibile di whisky. Da precisare, inoltre, che la Scuola Italiana Sake incentrerà il focus sull’awamori e si discuterà persino di miscelazione a base di sake con Simone Baggio.

È proprio il caso di dirlo: non mancate!

Modena Champagne Experience 2023: in programma la VI edizione il 15 e 16 ottobre

Ci siamo! Anche quest’anno torna la tanto attesa manifestazione dedicata alle blasonate bollicine d’Oltralpe.

Modena Champagne Experience punto di riferimento per i professionisti del settore, non solo in Italia, ma in tutta Europa, si terrà domenica 15 e lunedì 16 ottobre nei padiglioni di Modena Fiere, sotto l’organizzazione di Società Excellence realtà che riunisce ventuno aziende italiane della distribuzione vitivinicola di alta qualità.

Gli appassionati e i professionisti del settore potranno avvicinare oltre 175 aziende tra storiche Maison e piccoli vigneron.

Numeri da capogiro, oltre 900 champagne suddivisi in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse aree della Regione: dal cuore del territorio di produzione tra Reims ed Epernay (Montagne de Reims), alla Vallée de la Marne, fino alla Côte des Blancs e ad Aube.

Luca Cuzziol, presidente di Società Excellence, racconta: Riuscire ogni anno a fare sempre meglio è una sfida importante e ambiziosa, ma è anche l’obiettivo che guida il nostro quotidiano lavoro di importatori e distributori”. “L’anno scorso eravamo già molto soddisfatti di essere riusciti a riunire nello stesso luogo un numero molto consistente e rappresentativo di aziende della Champagne. Quest’anno siamo riusciti ad aumentare ulteriormente il numero e questo è motivo di ulteriore soddisfazione”.

Non mancheranno gli approfondimenti con Masterclass di alto livello che condurranno ad esperienze uniche, come Bollicine al buio, dove a guidare i partecipanti alla blind ci sarà Luca Boccoli, Chevalier de l’Ordre des Coteaux de Champagne; sarà poi la volta del raffinato Blanc de Blancs raccontato da Luigi Bertini, enologo di professione. E poi ancora gli Champagne Rosé con Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, e Paolo Porfidio, head sommelier e coordinatore ASPI e le Top Cuvée di Francesco Falcone, degustatore, scrittore e divulgatore indipendente. Manlio Giustiniani, docente FIS e collaboratore di molte testate di settore, condurrà un approfondimento dedicato al millesimo 2008 con 5 grandi rappresentanze in degustazione. Michel Bettane, grande nome della critica internazionale, illustrerà che cos’è la cosiddetta “Vinification à l’ancienne”, con le tecniche di produzione della vecchia scuola che realizza champagne con l’aiuto del legno.

Una prestigiosa passerella irrinunciabile, STAY TUNED!

Per maggiori dettagli, vendita dei biglietti e calendario delle Masterclass ecco il link al sito ufficiale:

https://www.champagneexperience.it

Prosit!

“Sorsi di solidarietà”: Radda in Chianti per la Romagna

Sangiovese di Toscana vs Sangiovese di Romagna.

Probabilmente uno degli “scontri più sentiti” nel mondo degli appassionati dI vino. Ognuno dice la sua: qualcuno si schiera per patriottismo, qualcun altro porta a sostegno esperienze della tal degustazione. Qualcun altro ancora parlando di storia, terroir o addirittura DI analisi organolettiche. Per tutta onestà, il Sangiovese Toscano si è sempre piazzato su un gradino del podio più alto rispetto a quello Romagnolo.

Tuttavia il giorno 2 settembre 2023 la suddetta partita ha avuto un terzo, inaspettato, vincitore: la solidarietà. A Radda in Chianti, ha avuto infatti luogo “Sorsi di solidarietà”, un evento ideato dall’associazione Vignaioli di Radda in unione alla Pro Loco di Radda.

Idea che, per riprendere le parole di Riccardo Porciatti, vice presidente della Pro Loco di Radda, è nata per non perdere il focus sull’alluvione che a maggio di quest’anno ha colpito la Romagna. 4 vignaioli Raddesi (Istine, Fattoria Poggerino, Tenuta di Carleone e Caparsa) a confronto con 4 vignaioli Romagnoli (Vigne dei Boschi, Marta Valpiani, Costa Archi e Villa Papiano) in una degustazione organizzata in 4 staffette.

Da sinistra: Paolo Cianferoni (Caparsa), Sean O’Callaghan (Tenuta di Carleone), Piero Lanza (Fattoria Poggerino), Angela Fronti (Istine)

Da sinistra: Paolo Babini (Vigne dei Boschi), Gabriele Succi (Costa Archi), Francesco Bordini (Villa Papiano), Elisa Mazzavillani (Marta Valpiani)

Luogo della manifestazione la suggestiva piazza Francesco Ferrucci di Radda in Chianti, adibita con tavoli da degustazione per l’occasione. Il ricavato risultante dalla presenza di ben 80 spettatori (fra cui oltre al sottoscritto, anche la collega Sara Cintelli) è stato devoluto in beneficenza alle associazioni dei vignaioli coinvolti nell’alluvione dello scorso maggio.

Non solo viticoltori, ma anche olivicoltori. È l’olio, infatti, un altro elemento che condivide con il vino i confronti su quale sia il migliore, se questo o quello. Ma ciò che ci preme sottolineare è che in Romagna l’olio ha condiviso purtroppo anche la stessa sorte del vino, ovvero quella di aver subito gli ingenti danni delle frane causate dall’alluvione. Brisighella, uno dei territori maggiormente colpiti, è la terra dove viene prodotto il “Brisighello”, il primo olio extravergine d’oliva d’Italia ad aver ricevuto la certificazione DOP nel 1996. L’intervento di Nicola Pederzoli, vice presidente del Consorzio Olio DOP di Brisighella, ci ha fatto capire che il consorzio è composto da piccoli produttori, e che quindi se uno di loro dovesse abbandonare scoraggiato dagli ingenti danni subiti, potrebbe causare un effetto domino e portarsi dietro anche gli altri. Risulta quindi fondamentale che rimangano tutti uniti.

Da destra: Nicola Pederzoli, Federica Assirelli (Consorzio Olio DOP Brisighella)

A fare da portavoce dei vignaioli colpiti, invece, c’è Francesco Bordini, colonna dell’agronomia vitivinicola Romagnola e titolare di Villa Papiano, l’azienda di famiglia. Oltre a fornire qualche numero per aiutare la platea a visualizzare meglio quale sia stata la portata dei fenomeni meteorologici che hanno colpito la Romagna, ha calcato la mano sul rapporto che l’uomo ha con la natura. Essa, infatti, ha una potenza inarrestabile, ma quali responsabilità ha l’uomo? È ligio al dovere eseguendo tutti gli interventi di manutenzione con costanza? Anche Radda sorge su un territorio collinare con parecchie analogie con quello Romagnolo, il che suona quasi come una sorta di monito, o appello, affinché la stessa sorte non capiti ad altri.

Da sinistra: Carlo Macchi (Wine Surf), Francesco Bordini (Villa Papiano)

Si è passati quindi alle degustazioni, ma questa volta non vogliamo perderci in analisi, punteggi e classifiche. Vogliamo tuttavia raccogliere il suggerimento di Carlo Macchi, giornalista enogastronomico e direttore di Wine Surf (nonché conduttore della serata) nel capire somiglianze e differenze fra queste due tipologie di Sangiovese e di territorio, confrontando vini della stessa annata – la 2019 – (o quasi… qualcuno ha portato la 2020). Le somiglianze? Il Sangiovese si conferma probabilmente uno dei vitigni maggiormente capaci di leggere il terroir, per cui ogni vino ci ha parlato esattamente del luogo in cui viene prodotto. Le diversità? Radda in Chianti gioca sul corpo e sulle morbidezze. Vini pieni, ricchi e con tannini complessi. La Romagna invece fa rimanere in estate, con prodotti freschi, tesi, caratterizzati da finezza di aromi e succose acidità che invogliano il sorso successivo. De gustibus non disputandum est.

Conclude la serata un ricco buffet organizzato con prodotti tipici provenienti da entrambe le zone, con l’intervento di Pierpaolo Mugnaini sindaco di Radda in Chianti. Oltre a ringraziare i produttori per l’innegabile lavoro di qualità ravvisato nella degustazione, egli auspica che questa neonata partnership possa continuare anche in futuro contribuendo a scambi utili per conoscersi, condividere storie e culture, divenendo una crescita positiva per gli attori in gioco. Anche fra vignaioli le “rivalità positive” si trasformano in amicizia e unione quando il minimo comune denominatore è la solidarietà.

Perché, alla fine, cosa c’è di meglio di un’atmosfera intima, del buon cibo e un calice di vino, magari Sangiovese?