Anteprima Vino Nobile di Montepulciano: non assomigliare a nessuno può essere una carta vincente

Lo affermiamo a prova di smentita: non copiare può essere una carta vincente per qualsiasi Denominazione che si rispetti. Non copiare non significa improvvisare a sentimento; piuttosto mantenere una precisa identità, prendendo spunti positivi dagli altri territori dove qualità ed eleganza nei vini sono un marchio di fabbrica. Il Vino Nobile di Montepulciano prova da sempre a distinguersi, ma non tutte le sue espressioni (dalla “rivoluzione della famiglia Fanetti” nel secolo scorso), seppur realizzate in forma camaleontica, hanno raggiunto un punto fisso al quale aggrapparsi.

Nell’attesa gli anni sono trascorsi e gli sforzi di piccoli produttori e grandi cantine cooperative non hanno guadagnato la meta ambita, superati a distanza da altre realtà toscane confinanti. Gli attriti del passato neppure hanno aiutato l’areale a risolvere antiche questioni circa stili ed interpretazioni. Ora, sembra giungere finalmente una svolta con prodotti di gran lunga snelliti nell’asprezza tannica e nei richiami speziati dei contenitori di legno tanto cari per la moda di fine anni ’90.

La concentrazione è passata da potenze estrattive e scure di un tempo, alla nuova tipologia “Pievi” che vedrà l’arrivo in commercio a partire dal 2025. Nei campioni proposti della tipologia Vino Nobile di Montepulciano 2021, seppure in numero esiguo (26), abbiamo ravvisato il nerbo del frutto, con tannini per oltre la metà dei casi saporiti e ben integrati e da rivedere in futuro per i restanti.

La Riserva 2020, invece, è deliziosa nelle sfumature tenui tipiche del Sangiovese, con richiami floreali nitidi di grande finezza, su scatto finale salmastro. Un vino che dimostra la sua plenitude nell’assaggio con ulteriori spazi di crescita: l’immagine esatta di quanto sta vivendo l’intero comparto produttivo vitivinicolo locale.

Siamo certi che la strada intrapresa porterà a miglioramenti complessivi, a patto di non perdere la bussola nelle tante versioni offerte al consumatore e di non “demolire ad ogni costo il tannino”, imitando terroir estranei a quello meraviglioso di Montepulciano.

Il panel misto è stato composto dai redattori di 20 Italie Luca Matarazzo (direttore), Alberto Chiarenza e Adriano Guerri con il direttore di Vinodabere Maurizio Valeriani. Di seguito i migliori assaggi per tipologia ed in ordine di preferenza.

Migliori Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Selezione 2021

Vino Nobile di Montepulciano 2021 – Crociani

Vino Nobile di Montepulciano 2021 – Le Bèrne

Vino Nobile di Montepulciano Parceto 2020 – Tenuta Poggio alla Sala

Vino Nobile di Montepulciano 2020 – Tenuta Abbadia Vecchia

Vino Nobile di Montepulciano 2021 – Tenuta Valdipiatta

Vino Nobile di Montepulciano   Redi 2021 – Vecchia Cantina di Montepulciano

Vino Nobile di Montepulciano 2020 – Il Macchione

Vino Nobile di Montepulciano 2020 – Lombardo

Vino Nobile di Montepulciano   Messaggero 2019 – Montemercurio

Vino Nobile di Montepulciano Pasiteo   2020 – Fassati

Migliori Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2020

Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2020 – Tenuta Gracciano della Seta

Vino Nobile di Montepulciano Riserva Ojas 2020 – Manvi

Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2020 – Carpineto

Vino Nobile di Montepulciano Riserva   Vallocaia 2020   – Bindella – Tenuta Vallocaia

Vino Nobile di Montepulciano Riserva   Quercione 2020 – Lunadoro

Vino Nobile di Montepulciano Riserva Mahti 2020 – Cantina Chiacchiera

Migliori Vino Nobile di Montepulciano Annate Precedenti

Vino Nobile di Montepulciano Parceto   2020 – Tenuta Poggio alla Sala

Vino Nobile di Montepulciano 2020 – Tenuta Abbadia Vecchia

Vino Nobile di Montepulciano 2020 – Il Macchione

Vino Nobile di Montepulciano 2020 – Lombardo

Vino Nobile di Montepulciano Messaggero 2019 – Montemercurio

Vino Nobile di Montepulciano Pasiteo 2020 – Fassati

Vino Nobile di Montepulciano 2020 – Podere Casanova

Vino Nobile di Montepulciano   Settecento 2018 – Podere Casanova

Vino Nobile di Montepulciano Riserva Poldo 2016 – Villa S.Anna

Vino Nobile di Montepulciano Riserva Viraroccia 2018 – Icario

Chianti Classico Collection 2024: la Gran Selezione nel segno della continuità

Degustate le annate 2021 – 2020 – 2019 della versione Chianti Classico Gran Selezione durante l’Anteprima Chianti Classico Collection 2024.

L’impressione complessiva è stata di uno stile che dimostra coerenza e perfetta integrazione al territorio. Memori delle prime annate proposte ormai un decennio fa, l’idea moderna è quella di un vino scevro dalle pomposità estrattive che tanto appeal avevano su determinati mercati nordici ed extra Unione Europea.

Sempre più ridotta la “violenza” del legno, utilizzato con saggezza nella maggior parte delle espressioni; un contenitore adorato e temuto al tempo stesso dal Sangiovese, in grado di amplificare le sue strutture ancora incompiute o coprirne il frutto in maniera irrimediabile. Resta aperta la questione delle gradazioni alcoliche, in alcuni casi evidenti e non controbilanciate da adeguata acidità.

Nella 2021 i tannini risultano nel complesso marcati e graffianti, ancora in divenire, seppur corposi. Vini che lasciano la bocca talvolta arsa dai richiami di marasche sotto spirito e speziature profonde. In questo caso il riposo in bottiglia non potrà che essere salvifico per molti di essi. Ci fermiamo qui nelle considerazioni rimandando ad un futuro assaggio, essendo piuttosto esiguo il numero di campioni in degustazione (appena 15).

La 2020, in chiaroscuro per le altre tipologie, progredisce meglio al sorso, declinato tra componenti che rispondono in pieno ai canoni dell’eleganza. Trama antocianica meno fitta, ma non per questo meno accattivante. Bene anche la lunghezza finale che ritrova nella vena iodata il timbro tipico della Gran Selezione.

La 2019 è davvero in stato di grazia: un mosaico agrumato e mediterraneo, che cela alla perfezione lo scorrere delle lancette e l’evoluzione naturale. Mascherata la parte pseudocalorica da stuzzicanti nuance di spezie dolci ed erbe officinali, che non stancano il gusto neppure dopo le numerose valutazioni effettuate durante l’Anteprima.

Ecco i nostri migliori assaggi in ordine alfabetico, così come proposto dalla tabella di degustazione riservata alla stampa. Sono i vini che si sono attestati su un livello pari almeno a 90 centesimi. Il panel è stato composto dai redattori di 20Italie: Alberto Chiarenza, Adriano Guerri, Ombretta Ferretto e dal direttore Luca Matarazzo

Chianti Classico Gran Selezione 2021

Castello di Fonterutoli – Badiòla

Fontodi – Vigna del Sorbo

Poggio al Sole – Casasilia

Villa a Sesta – Sorleone

Chianti Classico Gran Selezione 2020

Borgo La Stella

Castagnoli – Salita

Cecchi – Valore di Famiglia

Colombaio di Cencio – Lodoli

Isola delle Falcole – Le Falcole

LE Fonti/Panzano – Le Fonti

Le Miccine

Querceto di castellina – Sei

Rignana – Villa di Rignana

Terreno – Asofia

Torraccia di Presura

Chianti Classico Gran Selezione 2019

Arillo in Terrabianca – Terrabianca

Cafaggio – Basilica Solatìo

Casa al Vento – V’incanto

Castelli del Gravepesa – Clemente VII

Castellinuzza e Piuca – Vigna Piuca

Fattoria di Corsignano – L’Imperatrice

Fattoria San Michele a Torri – Il Poggio

Podere Castellinuzza/Paolo Coccia – Vecchie Vigne

San Fabiano Calcinaia – Cellole

San Leonino – Salivolpe

Viticcio – Prunaio

100 anni dalla nascita del Consorzio Vino Chianti Classico: le nostre impressioni sulla tipologia “annata” 2022 e 2021

Il tempo delle rose è finito, forse per sempre. Adesso, se si vuol godere appieno del Sangiovese in versione Chianti Classico, bisogna puntare dritto sul frutto, costi quel che costi. Di certo un cambiamento è in atto, anno dopo anno, nella potenza del sorso, nell’integrità dei tannini, nella piacevolezza complessiva.

La 2022 ha mostrato i toni caldi di una stagione che ha messo a dura prova la resistenza delle vigne ed i nervi dei produttori. La pioggia benefica primaverile e autunnale del passato è ormai un lontano ricordo, lo notiamo girando per Firenze a febbraio in manica di camicia. Restano gli eventi estremi che svaniscono con la stessa velocità con la quale causano anche danni devastanti. Nel difficile scenario odierno, si studia come diminuire le concentrazioni alcoliche e migliorare la parte antocianica sempre più sfalsata rispetto ai tempi ideali di vendemmia.

Non stupisce che il marcatore quasi ossessivo dei vini sia la spezia scura, che scatta con velocità precedendo di qualche lunghezza la celebre ciliegia. Quest’ultima si esprime su linee di confettura o di marasca sotto spirito, a discapito delle nuance tenere e delicate dei periodi freschi. Il futuro è già scritto e anche il gusto di chi giudica dovrà necessariamente adattarsi senza rimpianti.

Qualche sussulto a fasi alterne nella 2021, con maggiori picchi espressivi in positivo insieme a steccature inattese. Il tannino eccessivamente piacevole, o per meglio dire piacione della 2022, diventa ispido e difficile da elaborare. Domina un’immagine generale in chiaroscuro come fu per la 2018, con l’attenuante di speranza per il domani, grazie all’eleganza e alle sfumature ancora acerbe che promettono buona evoluzione.

È certamente un momento di festa per il centenario del Consorzio Vino Chianti Classico e per l’intera denominazione d’origine. Sfruttiamone i tempi felici per prepararci a dovere a qualsiasi mutamento climatico e di stile. Ora o mai più.

Ecco i nostri migliori assaggi, effettuati durante l’evento Chianti Classico Collection 2024, in ordine alfabetico così come proposto dalla tabella di degustazione riservata alla stampa. Sono i vini che si sono attestati su un livello pari almeno a 90 centesimi. Il panel è stato composto dai redattori di 20Italie: Alberto Chiarenza, Adriano Guerri, Ombretta Ferretto e dal direttore Luca Matarazzo

Chianti Classico Docg 2022

Brancaia

Castello di Ama – Ama

Castello di Querceto

Fattoria San Michele a Torri – Tenuta la Gabbiola

Gagliole – Rubiolo (campione da botte)

La Montanina

Monteraponi

Montesecondo

Mori Concetta

Oliviera – Lavoro

Podere Terreno alla via della Volpaia

Riecine

Rocca delle Macie

Tolaini – Vallenuova

Chianti Classico Docg 2021

Cafaggio

Carpineta Fontalpino – Fontalpino

Castello della Peneretta

Castello di Bossi

Castello di Radda

Cinciano

Dievole – Petrignano

Fontodi – Filetta di Lamole

La Croce

Le Fonti/Panzano – Le Fonti

Losi Querciavalle – Querciavalle (campione da botte)

Ottomani

Pensieri di Cavatina

Podere Capaccia

Podere Cianfanelli – Cianfanello

Pomona

Rinchiari Porciglia – Porciglia

San Giorgio a Lapi

Savignola Paolina – Ora

Tenuta di Lilliano – Lilliano

Tenute Squarcialupi – Cosimo Bojola

Valvirginio – Nero dei Venti

Villa Vallacchio

Genova: torna l’evento “I Vini del Cuore”

TORNA A GENOVA – DOMENICA 3 E LUNEDI’ 4 MARZO – PRESSO IL MUSEO DIOCESANO LA TERZA EDIZIONE DELL’EVENTO COLLEGATO ALLA GUIDA SOCIAL I VINI DEL CUORE

Il chiostro medievale affrescato, al primo piano del Museo Diocesano di Genova, situato tra Palazzo Ducale e la Cattedrale di San Lorenzo, ospiterà la terza edizione dell’evento promosso da Associazione Ampelos a.p.s che presenterà alcune delle cantine selezionate nelle tre edizioni della guida social I VINI DEL CUORE.

L’evento si svolgerà nel cuore di Genova, proprio dietro a Piazza De Ferrari e poco distante dal Palazzo della Regione, dove Lunedì 26 febbraio alle 11, avrà luogo la conferenza stampa, presso la Sala Della Trasparenza, alla quale sarà presente il Vice Presidente della Regione Liguria Alessandro Piana.

Anche in questa occasione saranno presenti nuove cantine che vogliono farsi conoscere dalla community de I Vini del Cuore: alle persone che interverranno alla manifestazione sarà consegnata una cartolina, tramite le quale potranno esprimere un giudizio e scegliere il proprio vino del cuore. I dieci vini più votati andranno di diritto nella quarta edizione della guida, che uscirà nell’autunno 2024.

Il programma prevede l’inaugurazione Domenica 3 marzo alle 11 con la partecipazione del gruppo musicale Gilda Musicorum, che, in costume d’epoca,eseguirà melodie antiche.

Lunedì 4 marzo dalle 9 alle 14, il congresso organizzato dal Servizio di Salute Mentale  ASL 4 Chiavarese (responsabile scientifico Dottoressa Francesca Santi) presso la sala Auditorium dell’Ospedale Nostra Signora di Montallegro a Rapallo dal titolo “Vino e Salute. Tradizioni, Miti e Verita Scientifiche”

La dottoressa Olga Sofia Schiaffino, psichiatra e ideatrice della guida social, sarà tra i moderatori degli illustri relatori scelti quali Il Prof. Antonio Guerci, il Prof. Franco Manti, il Prof. Gianluca Serafini, il dott. Pietro Ciliberti e il Dott. Davide Prestia, il Dott. Davide Bianchi. L’evento è accreditato ECM (4, 3 crediti) per le figure professionali previste. (www.asl4.liguria.it)

Alle cantine partecipanti è offerta la partecipazione al progetto Wine Discover, ideato da Mihaela Cojocaru DipWSET, un’opportunità unica per far conoscere la produzione vinicola a livello internazionale: esso prevede l’incontro con i produttori, la creazione di video strutturati ad hoc per suscitare nei buyers interesse e fiducia nei confronti dei vini presentati e l’invio dei contatti delle aziende agli importatori.

L’ingresso alla manifestazione, che si terrà appunto domenica 3 e lunedì 4 marzo, dalle 10 alle 19 presso il Museo Diocesano di Genova, in via Tommaso Reggio 20r avverrà tramite la tessera associativa Ampelos, il cui costa è di 20 euro ed è acquistabile sul sito https://ivdc.ivinidelcuore.it

E’ previsto una tessera scontata a 15 euro per gli iscritti ad altre Associazioni del Vino ( Onav, Ais, Fis, Fisar, Donne del Vino, Assosommelier etc…)

Tessera Omaggio per giornalisti, Ho.Re.Ca., operatori di settore – sempre previa registrazione sul sito https://ivdc.ivinidelcuore.it

La tessera prevede la visita guidata su prenotazione del Museo Diocesano, per scoprire un vero tesoro artistico del capoluogo ligure.

E’ stato richiesto il patrocinio della Regione Liguria e del Comune di Genova; si ringrazia il Vice Presidente della Regione Liguria Alessandro Piana per il sostegno al progetto.

Un evento che vuole confermare Genova come luogo di cultura del bere consapevole e della sostenibilità, dando visibilità all’approccio alla degustazione del vino non solo tecnica ma anche emozionale, per guidare il consumatore e i winelovers verso uno stile di consumo che apprezzi il fattore umano, la coerenza e l’impegno di chi lo produce e inviti alla scoperta dei territori vinicoli di cui l’Italia e la nostra Liguria sono immensamente ricche.

www.ivinidelcuore.it

www.wineloversitaly.com

www.associazioneampelos.it

Alcune informazioni utili:

SEDE DELLA MANIFESTAZIONE: Museo Diocesano  

https://g.co/kgs/KGcLQL

 Il centro storico è area chiusa al traffico.

COME RAGGIUNGERE GENOVA:

  • IN AUTO: autostrada A12, uscita Genova Est
  • nelle vicinanze di Piazza De Ferrari/ Museo Diocesano posteggi  a pagamento:
  •  Piccapietra  https://g.co/kgs/K1T3ML   
  • City Park https://g.co/kgs/f5rjmw
  •  Acquario/Porto Antico  https://g.co/kgs/SYtGar
  • IN TRENO: Stazione Genova Brignole (Genova Piazza Principe), linee servite da FS no Italo
  • IN AEREO: aeroporto Cristoforo Colombo. Servizio taxi da e per la città, Volabus (a orari prestabiliti) www.amt.genova.it
  • IN NAVE: Traghetti da e per la Sardegna, Sicilia (controllare orari e frequenze settimanali)

DOVE ALLOGGIARE:

Genova offre diverse soluzioni tra cui bed and breakfast e appartamenti nella zona del Centro Storico: consultare i portali Airbnb, Trivago, Booking.

Nelle vicinanze:

Hotel Bristol Palace – via XX Settembre 35        www.hotelbristolpalace.it

Best Western Porto Antico – via Ponte Calvi 5      www.bestwestern.it

Best Western Hotel Metropole – piazza Fontane Marose  www.bestwestern.it

Per info e chiarimenti:

Ufficio Stampa /Segreteria I VINI DEL CUORE

Olga Sofia Schiaffino  olgasofiadoc@gmail.com    +393518318992 Clara Maria Iachini  clara.iachini@gmail.com        +393400009444

Grandi Langhe 2024

La prestigiosa Anteprima piemontese Grandi Langhe 2024 ha avuto luogo nei giorni 29 e 30 gennaio 2024 all’interno degli ampi spazi delle Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino. Location posta strategicamente a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Torino Porta Susa, facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo di trasporto.

L’Evento

In questa edizione è aumentata la presenza degli espositori,  ben 300 dietro ai desk d’assaggio, lieti di far degustare i loro capolavori e fieri di raccontare il loro territorio. Modificato il sistema di assegnazione dei banchi, sempre contraddistinti da colori, ma adesso in ordine alfabetico anziché in zone come nelle precedenti edizioni. All’ingresso vi era un grande spazio d’assaggio per il Consorzio e la possibilità di degustare circa 50 etichette di Alta Langa Metodo Classico con servizio sommelier.

Ingresso spumeggiante: un benvenuto ai visitatori e una tesa di mano ad altri areali da parte del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio di Tutela del Roero con il supporto di Regione Piemonte ed il sostegno di banca Intesa San Paolo.
All’anteprima hanno partecipato buyers, importatori, ristoratori, enotecari, giornalisti e wine blogger nazionali ed esteri.

L’annata di Barolo in anteprima presa in esame è la 2020, quella di Barbaresco e Roero la 2021. Una passerella tra i produttori e un approfondimento con le aziende mi ha dato la possibilità di degustare vari vini ottenuti da uve varietà Nascetta,  Arneis, Favorita, Moscato Bianco, Barbera,  Dolcetto, Nebbiolo, Pelaverga di Verduno.

I migliori assaggi

G.D Vajra – Barolo Bricco delle Viole 2020 – Emana note di violetta, ciliegia, rosa appassita con cenni balsamici e speziati; avvolgente, elegante e setoso. 
Virna Borgogno – Barolo Sarmassa 2020 – Sensazioni di mora, ribes, tabacco e liquirizia. Composito, rotondo, appagante e persistente.
Fratelli Serio & Battista Borgogno – Barolo Cannubi 2020 – Melagrana, amarena, lampone, ribes e spezie dolci in successione, dalla trama tannica setosa, coerente e lunga.
Agricola Marrone – Barolo Bussia 2019 – Naso di frutti rossi, prugna, sottobosco e liquirizia. Sorso pieno ed appagante, coerente e duraturo
Conterno Fantino – Vigna Sorì Ginestra 2020 – Libera note di pout-pourri floreale, marasca e balsamicità. Palato delicato, setoso ed armonioso.
Diego Conterno- Le Coste di Monforte 2020 – Rimanda ai fiori di campo, alla rosa, mirtillo e sottobosco, con gusto pieno, generoso ed appagante.
Ceretto – Barolo Brunate 2019 – Sentori di ciliegia, fragola,viola ed eucalipto, dal tannino palpabile ma setoso. Duraturo e leggiadro.
Adriano Marco e Vittorio- Barbaresco Basarin 2020 – Effluvi di rosa canina, violacciocca, spezie e nuance mentolate. Fresco e sapido, al contempo setoso. 
Matteo Correggia – Roero Riserva Ròche d’Ampsèj 2018 – Con sentori di frutta matura, cacao e cenni di erbe officinali, è un vino generoso ed armonioso.
Livia Fontana- Barolo Fontanin 2018 – Note di sottobosco, fragolina, tabacco e liquirizia; espressivo e carezzevole, decisamente persistente e fine.

WINE & SIENA 2024 – Masterclass Chianti Classico

Si è conclusa con grande successo la 9°edizione di  Wine & Siena – Capolavori del Gusto. Ha avuto luogo dal 27 al 29 gennaio 2024 all’interno degli stupendi saloni del Complesso Museale Santa Maria della Scala e Palazzo Squarcialupi di Siena.

L’appassionante kermesse enogastronomica  viene organizzata da The WineHunter, ovvero Helmuth Köcher, Presidente del Merano WineFestival, voluta proprio da Köcher e da Stefano Bernardini, Presidente di Confcommercio Siena, ma anche da Andrea Vanni “senese purosangue”, scomparso prematuramente 2 anni fa.

Durante i tre giorni Siena è stata presa letteralmente d’assalto da molti winelovers, alcuni dei quali hanno approfittato dell’occasione per visitare anche i musei della nobile città toscana. La location vanta alcune opere d’arte realizzate da famosi pittori e, mentre si è in attesa per  degustare vini, si può approfittare per ammirare le  magnificenze del museo.

Siena è posta a poca distanza da alcune note Docg e Doc che godono di fama planetaria, tuttavia, all’evento hanno partecipato molti espositori di ogni angolo d’Italia. Le masterclass si sono svolte nel salone delle Feste del Grand Hotel Continental Starhotels Collezione. L’ultimo giorno come di consueto è stato dedicato agli operatori del settore professionale.

Un entusiasmante appuntamento che sin dai suoi albori è cresciuto progressivamente, riuscendo a destare interesse da parte degli amanti del vino. La prossima edizione di Wine & Siena è in programma dal 25 al 27 gennaio 2025. Ho partecipato sabato 27 gennaio e mi sono avvicinato ad un buon numero di banchi d’assaggio. A seguito note di degustazione di alcuni vini provenienti dall’area del Chianti Classico che meritano un approfondimento e cenni sulla denominazione.

Chianti Classico Docg

La zona di produzione del Chianti Classico è posta tra due province, Siena e Firenze. I comuni del territorio senese, sono: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti e Radda in Chianti, e in parte, alcune zone dei comuni di Castelnuovo Berardenga (il più vicino a Siena) e Poggibonsi, e quelli del territorio fiorentino, sono: Greve in Chianti e parte dei Comuni di Barberino Val d’Elsa/Tavarnelle Val di Pesa e San Casciano val di Pesa.

Tre sono le tipologie di vini del Gallo Nero: Chianti Classico annata, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione. Il vitigno che dà origine ai vini è  il Sangiovese sia in purezza sia in prevalenza,  il disciplinare ne prevede un minimo dell’80% e al completamento concorrono altri vitigni a bacca nera, sia autoctoni che alloctoni, i principali sono il Canaiolo, il Colorino, la Malvasia Nera, il Merlot ed il Cabernet Sauvignon.

Il bando del Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici editto nel 1716 riconosceva la Denominazione “Chianti “assieme ad altre 3 zone della Toscana. Con il crescente numero di produttori, al di fuori della suddetta area le verrà conferito il suffisso ” Classico “, per contraddistinguersi come zona storica e vocata alla produzione di questo grande vino. Il riconoscimento a Doc arriva nel 1967 mentre quello a Docg  nel 1984.

La leggenda del Gallo Nero

L’emblema del Consorzio è un Gallo Nero, la leggenda narra che per porre fine a scontri armati, tra Firenze e Siena che si protaevano da anni, e per determinare i confini, avrebbero affidato la prova a due Cavalieri, partendo dalle rispettive città. Sarebbero dovuti partire al canto del gallo. I Senesi scelsero un gallo bianco e lo ingozzarono di cibo, mentre i Fiorentini scelsero un gallo nero che tennero a stecchetto. Lì dove si fossero incontrati sarebbero stati determinati i confini tra le due province. Il gallo nero fiorentino, preso dalla fame, iniziò a cantare prima del sorgere del sole, ed il cavaliere immediatamente parti. Il gallo bianco senese, satollo dormiva ancora e,  l’ incontro avvenne a pochi km da Siena.

A livello sensoriale é di un colore rosso rubino intenso, trasparente  e consistente, al naso emana sentori di violetta, amarena,  prugna, mirtillo, mora e con affinamenti più lunghi, vaniglia, liquirizia, cannella, noce moscata e pepe nero, oltre a note balsamiche di mentolo ed eucalipto, tabacco, cuoio e cacao.
Sorso sempre caratterizzato da buona trama tannica e lunga persistenza aromatica; in funzione della tipologia sa essere avvolgente, setoso ed armonioso.

I vini degustati

Chianti Classico Riserva Pietraia 2019  – Borratella
Arcanum Igt Toscana 2019 – Tenuta di Arceno – Cabernet Franc
Chianti Classico Vigna del Capannino 2020 – Tenuta di Bibbiano
Chianti Classico Gran Selezione 2019 – Vecchie Terre di Montefili –
Chianti Classico Poggio Rosso  Gran Selezione 2019 – San Felice
Chianti Classico Strada al Sasso Gran Selezione 2020 – Tenuta di Arceno
Chianti Classico 2019 – Tenuta Villa Trasqua

Chianti Docg: “La Rivoluzione a Montespertoli”

Quando si pensa che della Toscana si sa ormai tutto si rischia di incorrere in un errore, perché sono ancora molte le realtà dormienti che godono di una antica tradizione vitivinicola e che sono in fase di risveglio e riscossa. Una di queste è quella del Chianti Docg realizzato a pochi chilometri da Firenze, nella sottozona ricadente nel comune di Montespertoli. Un distretto storico che sembrava ormai rilegato ad essere dimenticato, rivive oggi un progetto rivoluzionario in cui i vini mirano a risalire la faticosa via del successo dei grandi vini toscani.

La “Rivoluzione”

Alla sua seconda edizione di “La Rivoluzione a Montespertoli”, presentato dall’Associazione Viticoltori di Montespertoli, l’evento unisce 17 aziende eco-sostenibili con una visione comune di valorizzare uno dei terroir vinicoli più sottovalutati della Toscana. A guidare la pacifica rivoluzione è Giulio Tinacci, di soli 30 anni, da due anni Presidente dell’Associazione che lui stesso ha ideato, che sottolinea il ruolo di garanzia dell’autenticità del prodotto attraverso un patto tra viticoltori. Giovane ingegnere, cresciuto tra i vigneti di famiglia della cantina Montalbino, ha sviluppato in breve la consapevolezza di chi vuole rompere gli schemi per uscire dall’anonimato e far conoscere una realtà che ha tanto da raccontare.

Tra le splendide colline del territorio di Montespertoli, Giulio alleva vitigni autoctoni della tradizione vitivinicola toscana: Sangiovese, Fogliatonda, Canaiolo, Colorino, Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca del Chianti. Le sue idee sono state sposate con entusiasmo dagli altri sedici produttori, ottenendo il patrocinio del Comune di Montespertoli fin dalla prima edizione. Il sindaco Alessio Mugnaini ha ribadito l’orgoglio della città nel sostenere aziende motivate che promuovono il territorio non solo durante questo evento, ma durante tutto l’anno.

Le Masterclass

Domenica 12 novembre 2023, il Museo della Vite e del Vino ha aperto le porte agli appassionati di vino, stampa e operatori per assaporare i vini dell’associazione con banchi d’assaggio. L’esplorazione approfondita delle sfumature del vino di Montespertoli, guidata dall’esperto di vini Bernardo Conticelli, in una masterclass molto professionale, è stata uno dei momenti salienti. La giornata si è conclusa con la cena organizzata al Podere dell’Anselmo, dove sono stati presentati piatti tipici del territorio con materie prime a chilometro zero, in abbinamento ai vini dei produttori del Consorzio.

Lunedì, sempre presso il Museo del Vino in Montespertoli, l’Associazione ha organizzato una degustazione guidata da Giampaolo Gravina, uno dei critici più apprezzati a livello nazionale. Gravina riconosce la rottura con la tradizione nel nuovo percorso di Montespertoli, affermando: “Mai come oggi il vino di questo territorio è delineato da un carattere contemporaneo. Rivendicando la centralità del viticoltore dal vigneto alla bottiglia, sta conferendo a tutta l’area una collocazione non più subalterna ma con una prospettiva da protagonista.”

Le cantine presenti

Podere all’Anselmo, Tenuta Barbadoro, Fattoria di Bonsalto, Tenuta Coeli Aula, Fattoria La Gigliola, Le Fonti a San Giorgio, Podere Ghisone, Podere Guiducci, Fattoria La Leccia, La Lupinella, Montalbino, Tenuta Moriano, Fattorie Parri, La Querce Seconda, Tenuta Ripalta, Castello di Sonnino e Valleprima.

Tra un Benvenuto, un’alice di Acquapazza e un calice, ci è scappato un Prosit. A Cetara, Golosità che scaldano il cuore con Ambientarti e Grapee.

Torre di Cetara colma di avventori, venerdì 1 settembre, nel pieno dell’affluenza turistica dell’alta stagione. Scusate mi correggo, la data esatta è venerdì 1 dicembre. Ebbene sì, a Cetara si possono trascorre momenti fantastici anche in autunno inoltrato, quasi inverno.

A coccolarci ci sono le agenzie Ambientarti e Grapee che organizzano una rassegna culturale dal sapore leggero, per dare lustro a tutto ciò che il terroir sa offrire, (come direbbero gli esperti del vino).

Il titolo è un voluto rimando all’unione di intenti e di realtà diverse, ognuna col suo stile, ognuna costituente un piccolo tassello nel mosaico enogastronomico della Campania. Dei fratelli Vicinanza, ad esempio, abbiamo già accennato nell’articolo Salerno: Hippocratica Civitas tra santi, tradizioni, luci d’artista ed attrazioni enogastronomiche.

Ma a noi non bastava e quindi torniamo sul loro vino bianco, blend alla pari tra Fiano e Bombino ed il rosso, invece, 70% Aglianico e 30% Merlot dalle immediate colline di Salerno. Tenuta San Benvenuto ha curato quindi la “parte liquida” dell’evento, che ha accompagnato l’entrée a cura realizzato a cura di Prosit e Golosità e la successiva degustazione a cura del ristorante Acquapazza a Cetara.

I ragazzi di Grapee hanno raccontato, a modo loro, le eccellenze del golfo: i vini salernitani e i prodotti cetaresi che ogni giorno si guardano e si fanno l’occhiolino portando lustro alla regione nel mondo intero.

Un ottimo lavoro di comunicazione e cultura del Made in Italy, nell’attesa di rivederci anche il 19 gennaio per l’ultimo degli appuntamenti programmati. 

A voi un piccolo estratto della serata nella Torre Vicereale di Cetara.

La Sardegna di Vinodabere seconda edizione

33 cantine dal piccolo continente Domenica 21 e lunedì 22 gennaio 2024 Hotel Belstay, Via Bogliasco, 27 – Roma

Saranno 33 le cantine partecipanti alla II edizione di La Sardegna di Vinodabere ed oltre 140 i vini in degustazione, che offriranno, per la seconda volta nella Capitale, un quadro unico della produzione enologica del piccolo continente.
Domenica 21 e lunedì 22 gennaio, all’Hotel Belstay a Roma, sarà possibile incontrare ai banchi di assaggio numerosi produttori sardi e scoprire insieme a loro le tante aree vinicole dove si produce vino di qualità.
Da quasi ogni luogo della magica isola arriveranno vignaioli insieme alle loro preziose etichette, per permettere al pubblico di intraprendere un singolare viaggio nel loro mondo enologico ed apprezzare le differenze date dai microclimi e dai terreni che caratterizzano la Sardegna e che nei calici lasciano il segno.
Elenco aree ed aziende

Alghero
Poderi Parpinello

Anglona
Tenute Rossini

Coros
Cantina Monte Fenosu
Salvatore Chessa

Gallura

Cantina Depperu
Jankara
La Contralta
Li Duni
Li Seddi
Siddùra
Surrau
Tenute Gregu

Mamoiada
Cantina Marco Canneddu

Mandrolisai
Fradiles

Ogliastra
Alberto Loi
Tenute Perda Rubia

Oliena
Iolei
ASCOS, Associazione Produttori del Nepente e del Vino di Oliena:

Biscu

Gostolai

Guthiddai

Ruju Sardu

Salis

Vignaioli di Oliena

Orgosolo
Cantine di Orgosolo

Romangia

Fattorie Isole
Vini TraMonti
Consorzio Terre di Romangia:
Fara Giorgio
Nuraghe Cabrioni
Viticoltori della Romangia

Sulcis
AgriPunica
Cantina Santadi
Cantine Sardus Pater

Sud Sardegna
Pala

La Sardegna di Vinodabere, nella giornata di domenica, sarà anche masterclass grazie alle quali si potranno approfondire alcune aree vitivinicole e fare un confronto diretto con produzioni provenienti dalle medesime zone.

Orari
Domenica 21 gennaio
Ore 10 – 11 masterclass “Il Nepente di Oliena e le sue interpretazioni”
Costo 25 euro a persona. Possibilità di richiesta accredito stampa.
Ore 11.30 – 13.30 masterclass “Ogliastra, Orgosolo e Romangia, territori a confronto”
Costo 35 euro a persona. Possibilità di richiesta accredito stampa.
Dalle ore 14 alle ore 16 accesso ai banchi di assaggio riservato a stampa, blogger, influencere
e operatori (accredito da richiedere via mail)
Dalle ore 16 apertura anche al pubblico finale
Ore 20 termine della manifestazione
Lunedì 22 gennaio
Dalle ore 10 fino alle ore 18.30 apertura banchi di assaggio per il pubblico, stampa, blogger,
influencer e operatori.

Costi
Ingresso giornaliero
25 euro per il pubblico
20 euro per sommelier con tessera in corso di validità da mostrare alla cassa
Ingresso per due giorni 40 euro invece di 50 euro
Con il biglietto di ingresso sarà possibile degustare tutti i vini presenti ai banchi.
Ingresso gratuito per stampa ed operatori con richiesta di accredito via mail. L’accredito sarà valido solo una volta confermato via mail.
Per giornalisti, blogger e influencer scrivere a accredito@robertaperna.com
Per operatori (ristoratori, enotecari, agenti…) scrivere a operatorivinodabere@gmail.com
Per maggiori info e dettagli: vinodabere@gmail.com

Al WIP Burger & Pizza successo di pubblico per la serata dedicata al Sake

Non è trascorso tantissimo tempo dalla serata ospitata dal Wip Burger & Pizza di Nocera Inferiore dedicata al sake giapponese, tanto che se ne continua a parlare ancora oggi. Va comunque riconosciuto ai cugini Domenico Fortino e Lorenzo Oliva, al timone del locale tanto insignito da riconoscimenti e menzionato nelle guide, di avere avuto coraggio, visione e lungimiranza nell’aderire ad una proposta ritenuta lontana anni luce dalla loro offerta gastronomica e per l’Agro sarnese Nocerino, d’altronde però esse sono anche le doti che li hanno condotti a maturare gli straordinari risultati che vedono il Wip sempre più apprezzato e sotto i riflettori, sintomo di capacità imprenditoriale, di socializzazione e di fidelizzazione non comuni.

A raccontare il sake giapponese in abbinamento alla Dieta Mediterranea durante la serata di santa Barbara non poteva che essere Gaetano Cataldo, primo a svilupparne e dimostrarne l’ipotesi, sake sommelier certificato dalla sake sommelier Association, docente della scuola Italiana sake e suo referente per il Mezzogiorno.

Il format ha previsto una parte culturale e una specificatamente edonistica, prevedendo quindi cinque diversi sake a cinque portate. Dopo una disamina che ha messo in parallelo tutti gli aspetti che legano il nostro modello alimentare alla cucina giapponese, non sono mancati i riferimenti ad Ancel Keys ed al suo “seven Countries study”, includente appunto anche l’arcipelago nipponico.

Gaetano Cataldo ha tenuto ad evidenziare quindi le proprietà organolettiche in assonanza tra il cibo e il fermentato di riso, fattore umami in primis, proiettando gli ospiti nel passato millenario del sake, raccontandone storia, aneddoti, ingredienti, cultura e produzione. Il menu, studiato appositamente per dare una chiave di lettura palatale ben definita, ha celebrato gli impasti meditati del Wip con la loro selezione di farine e la grande artigianalità dell’Ager sarnensis, i cui prodotti sono sempre più affermati, tanto sul panorama regionale che nazionale.

Ecco il menu e gli abbinamenti andati in scena

Focaccia ai multicereali con baccalà marinato all’olio evo ed agrumi, crema di scarola alla napoletana, polvere di olive nere e maionese di papaccelle. Dewanoyuki Kimoto Junmai dalla prefettura di Yamagata, prodotto da Watarai Honten.

Pizza di impasto integrale senator Cappelli con tonno rosso fresco ai 3 pepi, pomodorino corbarino semidry, mousse di cipollotto nocerino e Insalatina di Lollo. Ninki Gold Junmai Daiginjo dalla prefettura di Tohoku, prodotto da Ninki Ichi.

Tagliere di Salumi di Salvatore Calabrese: fiocco e salsiccia di scottona stagionata, capocollo e dosso di suino piemontese pesante. Amabuki White Junmai Daiginjo dalla prefettura di saga, prodotto da Amabuki shuzo. La Macelleria del Centro storico a san Marzano sul sarno è una realtà norcina di gran pregio, giunta alla terza generazione e che lavora salumi e insaccati solo con maiali pesanti italici, razza mangalica ungherese e bovini di pregio. Da segnalare il culatello.

Tagliere di Formaggi da Meditazione ai 4 latti di Paolo Amato: tofu vaccino ai porcini e ai fiori eduli, stracchino maturo di bufala, pecorino riserva dei Monti Lattari e blu di capra. Shirayuki Edo Genshu Junmai dalla prefettura di Hyogo, prodotto da Konishi shuzo. Il Caseificio Aurora nel comune di sant’Egidio del Monte Albino è un altro fiore all’occhiello dell’area nord di salerno ed in termini caseari costituisce una dispensa preziosa per molti ristoratori di pregio e chef stellati.

Delizia al Limone e Panettone Classico con salsa agli Agrumi del Gran Caffè Romano di Solofra. Kodakara Yuzu dalla prefettura di Yamagata, prodotto da Tatenokawa. Una trasvolata dalla tradizione pasticcera più tipica della Costiera Amalfitana alla sapiente artigianalità irpina dei lievitati natalizi dei fratelli Romano, una garanzia di qualità che si rinnova. Grandissima la curiosità destata tra il pubblico con tematiche e nuove emozioni gustative.

La nostra redazione non poteva mancare a questo appuntamento e tra gli ospiti eccellenti figuravano Andrea Ferraioli, presidente del Consorzio Vita salernum Vites, con la sua signora Marisa Cuomo, Antonio Polichetti, presidente della locale Condotta slow Food ed il collega Nello Ferrigno, direttore di In Prima News.