LIFE OF WINE 2023: un viaggio tra i ricordi delle annate che furono

Life of Wine 2023, atteso con fervore da appassionati e esperti di vino, ha nuovamente brillato in tutta la sua magnificenza grazie all’abile organizzazione di Roberta Perna e di Studio UMAMI. L’evento del 3 dicembre, presso l’Hotel Villa Pamphili a Roma, è stato un autentico trionfo dedicato all’evoluzione del vino nel corso del tempo.

La giornalista Roberta Perna con Alberto Chiarenza autore di 20Italie

Nonostante le sfide legate alla viabilità delle domeniche green, il pubblico ha risposto numeroso confermando che Life of Wine è ormai un appuntamento imperdibile per gli intenditori e gli amanti del vino. Al di là dei dati di affluenza e partecipazione, la manifestazione si è distinta per la sua importanza. Una giornata che ha offerto l’esperienza straordinaria di potersi immergere in una selezione di cantine degne di nota. Verticali storiche di etichette senza tempo e senza pari. c

Quest’anno, la presenza di piccoli e talentuosi produttori è emersa maggiormente, aggiungendo quel tocco di eccellenza in più. Life of Wine ha inoltre confermato che la passione per il vino è una forza inarrestabile, capace di unire intenditori, produttori e appassionati in una celebrazione unica, che continua a far brillare la cultura enologica nella città eterna.

Gli assaggi

Metodo Classico Trento DOC di Lucia Letrari “Quore”

Tra le colline a nord di Trento sorge la storica Cantina che ha scritto le prime pagine del successo del Metodo Classico di quella valle, insieme al visionario Giulio Ferrari. Il Metodo Classico Trento DOC di Lucia Letrari Quore, un Blanc de Blanc Grandi Millesimi di Chardonnay, invecchiato per 60 mesi sui lieviti ha recitato il ruolo di protagonista nel mondo degli sparkling d’autore.

La storia della famiglia Letrari è intrecciata con quella del Metodo Classico. Quore vuole essere una celebrazione di quattro annate straordinarie, dalla vibrante annata 2016 e 2015 alle più mature 2012 e 2011. Un viaggio attraverso il tempo, con i millesimi 2016 e 2015 che apportano profumi freschi e fruttati, mentre il 2012 e 2011 offrono una complessità avvolgente, arricchita da sentori di panificazione. Il colore dorato brillante si fa sempre più carico con il passare degli anni, una testimonianza dell’evoluzione e della maturità che avviene nella quiete della cantina. Ogni sorso è un’esperienza sensoriale che avvolge il palato in un abbraccio di eleganza e complessità.

La Stradina a Gattinara conquista il cuore degli esperti

In una piccola comunità ai piedi delle Alpi, cinque amici hanno trasformato il loro legame d’infanzia in un’avventura unica nel suo genere. La Stradina, così chiamata dal punto d’incontro che li ha visti crescere, è diventata il palcoscenico di un sogno condiviso: la produzione di un Nebbiolo elegantissimo.

Mario Mostini, Roberto Petterino, Prospero Biondi, Piergiorgio Cerello e Mauro Cometto, nati e cresciuti nella pittoresca Gattinara, decidono di tracciare un percorso diverso nella loro vita adulta. La decisione cruciale arriva quando, per non perdersi di vista, decidono di acquistare i vigneti di nonno Giorgio, in paese chiamato “Rusét” per via del caratteristico colore rossiccio dei capelli. Con Piergiorgio Cerello, enologo del gruppo, la squadra decide di dare vita a un vino che si distingue per eleganza, rispecchiando le caratteristiche uniche del territorio di Gattinara. Il progetto, nato dall’affetto per la terra e la tradizione, inizia a prendere forma nei vigneti acquisiti dai cinque amici di quasi un ettaro che producono circa 3000 bottiglie.

La verticale

Gattinara 2020: Un’annata che ha sfidato il caldo e la siccità, regalando un vino vigoroso con una struttura eccezionale. Un’esperienza che cattura l’anima di Gattinara.

Balós 2019 – 15°: Con l’annata calda, questo vino si presenta con forza e grande struttura. Un viaggio sensoriale che celebra la potenza del territorio.

Rusét 2009: Intensità olfattiva sorprendente, un ventaglio di aromi che incanta i sensi. In bocca, un viaggio di sensazioni uniche che raccontano la storia del 2009.

Rusét 2011: Connotazioni fresche e tanniche, note scure che dipingono un quadro gustativo raffinato. Un’annata che incanta con la sua complessità.

Rusét Cru Vigneto San Francesco, 2018 (migliore assaggio): Il culmine dell’eccellenza. Un’opera d’arte enologica che incarna il meglio di Gattinara. Un assaggio che lascia senza parole.

Rusét Cru Vigneto San Francesco, 2015 Riserva: Un inno al tempo, una riserva che racchiude l’anima di un territorio in ogni goccia. Un’annata che si fa ricordare.

Gini: storia di passione e tradizione a Soave

Nelle colline pittoresche di Monteforte d’Alpone, provincia di Verona, si snoda la storia della famiglia Gini, custode di una tradizione vinicola che si tramanda da ben 15 generazioni. Oggi Sandro e Claudio Gini guidano con passione e dedizione le sorti dell’azienda, portando avanti l’eredità vitivinicola con un tocco di innovazione e rispetto per la natura. Un tratto distintivo che rende unica la produzione Gini è la decisione pionieristica risalente al 1985 di abbandonare l’uso di anidride solforosa nella vinificazione. La vendemmia, momento cruciale nel ciclo vitale della vite, è inoltre gestita con una cura artigianale in tre periodi distinti. Questa strategia consente di vinificare uve in momenti diversi di maturazione, garantendo un perfetto equilibrio tra freschezza e grado zuccherino.

Gli assaggi

La Froscá 2021: Una sinfonia di freschezza e note floreali, con accenni di frutta a polpa bianca. Il 2021 si presenta come un’ode alla purezza e alla leggiadria, un Soave Classico DOC che incanta i sensi.

La Froscá 2019: Un frutto più maturo, ma sempre intriso di una freschezza distintiva. Profumi avvolgenti di fiori bianchi e frutta accompagnano questo vino equilibrato e delicato. Un’annata che abbraccia l’eleganza.

La Froscá 2013: Un salto indietro nel tempo rivela una leggera nota fumè. In bocca, un vino con corpo e morbidezza straordinari, impreziosito da note di miele millefiori. La perfetta armonia tra freschezza e una leggera sapidità chiude il sipario in bellezza.

Altri migliori assaggi presenti a Life of Wine

Il Colombaio di Santa Chiara – Vernaccia di Sangimignano DOCG 2016

Fontana Candida – Frascati Superiore Riserva DOCG Luna Mater 2019

Muscari Tomajoli Aita 2020

Il Borro – Toscana IGT 2016

Sergio Mottura – Tragugnano 2014

Antonelli Sanmarco – Sagrantino di Montefalco DOCG 2012

Secondo appuntamento con le eccellenze enogastronomiche della Gourmet Arena al 32° Merano Wine Festival: i video di 20Italie

La Gourmet Arena del 32° Merano Wine Festival ha rappresentato l’evento nell’evento, con un patrimonio di eccellenze della gastronomia italiana unico nel suo genere. Abbiamo già offerto un ricco antipasto con il precedente articolo curato dalla collega di redazione Olga Sofia Schiaffino Primo appuntamento con le eccellenze enogastronomiche della Gourmet Arena al 32° Merano Wine Festival.

Quest’oggi, invece, andiamo in scena con le interviste video e con i protagonisti che possono spiegare a voce, meglio di quanto riusciamo a fare con le parole scritte, l’emozione, il progetto e le visioni a lungo raggio del lavorare materie prime semplicemente eccellenti.

Un panorama in cui l’Italia veste il ruolo da protagonista indiscusso, ammirata (e invidiata) dai concorrenti esteri che non hanno le stesse tradizioni in settori così diversi tra loro. Non solo formaggi, ma anche salumi, pasta e riso, pesce, dolci e tecniche di produzione secolari.

Parlare di colatura di alici, ad esempio, significa descrivere una metodologia antichissima, quando si recuperava ogni parte di un cibo, compresi i succhi delle alici sottoposte a pressatura e salagione. Nasce un ingrediente che fa pietanza a sé stante, ricco di aromi e di sapore. Un rafforzativo per qualsiasi ricetta, a patto di essere molto morigerati con l’aggiunta extra di sale. Gennaro Castiello e lo chef Gennaro Marciante con il loro ristorante Acquapazza a Cetara sono tra i detentori di questo segreto campano conosciuto ovunque.

Usi, costumi e tanta sperimentazione. L’idea di una nuova varietà di riso, il Riso Magnum proposto da Hera nei Campi in collaborazione con l’Università degli Studi Federico II° di Napoli restituisce lustro al Principato di Salerno di arcaica memoria. La famiglia Bifulco ha ridato vita, nei terreni della Piana del Sele, alla coltivazione di uno dei cereali più diffusi al mondo, sfruttando le serre fredde destinate alla coltivazione delle eccellenti baby leaf (le giovani foglie e i piccioli di qualsiasi prodotto del gruppo “ortaggi a foglia”) e inserendosi naturalmente nella rotazione colturale dei terreni.

E poi Cristina Nonino, quinta generazione di distillatori di Grappa Nonino, una famiglia che in fatto di conservazione del patrimonio culturale italiano non ha nulla da invidiare. Distillare, che sia per grandi produzioni o in maniera più artigianale, è un’arte e richiede competenza e scelta delle materie prime. Le vinacce devono essere freschissime, quasi appena lavorate, per evitare sgradevoli devianze gusto-olfattive. Una nota a margine anche nel Disciplinare, considerato da molti troppo elastico per difendersi da imitazioni o versioni “al ribasso” di una tipologia identitaria delle regioni del Nord del BelPaese.

Al Sud, nascosto tra i vicoli di San Giorgio a Cremano, c’è il laboratorio di Alma de Lux con i suoi premiatissimi liquori artigianali, confezionati in un brand elegante e di immediato impatto. La proposta di quest’anno è la Marinara, con sentori di origano e pomodoro a rimembrare la pizza storica partenopea. Gianni Onorato e la moglie Luisa Matarese sono partiti dal nulla con le proprie forze ed eccoli, adesso, al vertice dell’eccellenze di categoria.

Last but not least un dietro le quinte con chi aiuta ogni giorno nell’ottima realizzazione di eventi di tale portata, come il Merano Wine Festival. Ce ne parla, in chiusura articolo, Mauro Pelacani dell’azienda P&B Line S.a.S. rivenditori di ghiaccio a lunga conservazione, indispensabile per gli stand di vino e prodotti facilmente deperibili.

Perché una manifestazione che si rispetti non può esistere senza il supporto di tutti gli attori in gioco.

Companatico: a Sala Consilina prende il via la prima edizione del festival degli “incontri saporiti”

Cibo & dintorni, Selezione vini, DJ set, Masterclass. Quando tutto sembra volgere lentamente verso le festività natalizie, con i consuenti e ricchi appuntamenti gastronomici tra parenti e amici, Companatico spariglia le carte rimettendo in moto la passione e i sapori nella prima edizione del festival di “incontri saporiti”.

Sala Consilina ritorna in fermento (è proprio il caso di dirlo), con un evento che coinvolge numerosi produttori vitivinicoli, il premiatissimo food truck di Civà – Cibo Vagabondo – Salumeria Malinconico, panifici e norcineria a chilometro zero, Caseificio S. Antonio e le Associazioni di categoria Slow Food Vallo di Diano e Tanagro, Onaf e Ais Delegazione Cilento e Vallo di Diano.

Non potevano mancare, seguendo lo stile proposto per altre manifestazioni, le radici culturali con i cortometraggi del Toko Film Fest e il dj set N-Zino from 180 gr. Tutto questo nella splendida cornice dello storico Palazzo Fiordelisi nei pressi di Piazza Umberto I, oggetto di una recente e raffinata ristrutturazione.

I saloni suddivisi per zone a tema consentono di godere appieno dell’ampio ventaglio di degustazioni ed experience emozionali, con banchi d’assaggio e food area. Prevista l’8 dicembre alle ore 19 una Masterclass dedicata all’abbinamento vino/formaggio curata da Maria Sarnataro – Delegata AIS Cilento e Vallo di Diano e Onaf Salerno.

Un’iniziativa realizzata da Talea, di Alessandro Paventa, che ha come obiettivo la valorizzazione dei centri storici del Vallo di Diano e degli attrattori culturali e naturali mediante l’organizzazione di eventi afferenti al mondo enogastronomico e da giovani imprenditori con il supporto dell’Amministrazione Comunale di Sala Consilina ed i fondi europei previsti dalla Regione Campania POR 2014 – 2020.

I biglietti sono disponibili su taleaexperience.com

Anteprima Brunello di Montalcino: la 2019 sarà l’annata della verità?

Il millesimo 2019 possiede certamente i connotati della grande annata, caratterizzata da attributi salvifici che conducono a un’espressione armoniosa e appagante della rinomata denominazione. La completezza strutturale è un dato di fatto inconfutabile, e la traiettoria della maturazione in bottiglia appare orientata da subito verso un futuro glorioso.

Difficile dire se sia l’annata del secolo, perché il secolo è ancora molto lungo a venire, ma sicuramente possiamo definirla l’annata della verità cha saprà lasciare una traccia indelebile nella memoria. Un millesimo indirizzato da una Natura benevola e in equilibrio, come capita ormai sempre più di rado, in cui predominano con chiarezza cristallina sia la voce del territorio che lo stile di ogni produttore.

Il Brunello di Montalcino 2019 conferma ogni certezza

Non eravamo pieni di aspettative quando finalmente abbiamo varcato la soglia del Chiostro di Sant’Agostino, sede storica di Benvenuto Brunello, una delle anteprime più attese ogni anno. Niente affatto, ci siamo accomodati in postazione pieni di certezze. E non per sentito dire, o semplicemente perché l’andamento regolare delle stagioni ha traguardato in cantina uve non solo sane, ma a dir poco perfette rispetto a tutti i parametri di maturazione. Il potenziale delle grandi annate si è palesato immediatamente e con grande eloquenza sin dal primo assaggio di botte nell’ormai lontano 4 gennaio 2020.

Un sorso che fu un incipit stupefacente che suscitò curiosità e gioia, seguito poi da numerose esperienze di degustazione nel corso degli anni, esplorando il ricco territorio di Montalcino. Assaggiare un vino in definizione è un po’ come sbirciare alle spalle dell’artista, ammirando ogni singola pennellata che contribuisce all’opera completa. L’evoluzione sulla tela è in ogni istante un’opera a sé stante. Allo stesso modo, ogni assaggio di botte racconta una storia sospesa nel senzatempo dove il passato e il futuro sono entrambi pienamente manifesti nel presente.

Potenza e Controllo

Certamente ricorderete l’iconico scatto di Annie Leibovitz con Carl Lewis che sta per scattare ai blocchi di partenza con ai piedi un paio di tacchi a spillo rossi. Sono ormai 31 anni che lo slogan “La potenza è nulla senza il controllo”accompagna il marchio Pirelli. Ebbene, l’immagine e lo slogan sono riaffiorati alla mente con la progressione degli assaggi, in questa annata dove non manca davvero nulla, è tutto al posto giusto anche se a volte non ancora perfettamente in equilibrio.

Intensità e raffinatezza, unitamente a una dinamica tensione al palato, caratterizzano la maggior parte dei calici, e la sfida principale rimane il raggiungimento di un equilibrio ottimale tra calore alcolico, tannini e acidità. Come sempre, le interpretazioni più convincenti si rivelano attraverso un bilanciamento armonioso tra tutte le componenti.

Sebbene qualche campione fosse ancora un po’ timido di naso, l’espressiva eloquenza del sorso non è mai mancata, e ciò che ha sorpreso maggiormente in ogni assaggio è stata la dolcezza dei tannini, anche quando presentavano qualche asperità e tratti di ruvidezza tipici della gioventù.

Augusta Boes autore di 20Italie

Gli assaggi più convincenti

Senza voler dare punteggi né stilare graduatorie, riportiamo di seguito le etichette che ci hanno colpito maggiormente.

Casanuova delle Cerbaie – leggiadro e stratificato nei profumi, fresco, dinamico e scorrevole al sorso, e con tannini dolci e levigati, questo è un Brunello talmente godibile che in tavola rischierà di finire sempre troppo presto.

Poggio di Sotto – un vino che non si discute, si ama. Un Brunello esemplare, profondo, completo ed equilibrato in tutte le sue parti, e che si conferma tra le punte d’eccellenza della denominazione.

Franco Pacenti – precisione ed eleganza sono ormai caratteristiche consolidate che trovano la massima espressione nel sorso carnoso e sfaccettato di Rosildo, un vero e proprio cru in equilibrio perfetto tra energia e armonia.

Fattoi – equilibro, intensità e scorrevolezza fanno da complemento a un naso complesso, profondo ed elegante per questo Brunello la cui coerenza gusto-olfattiva ne amplifica notevolmente la piacevolezza.

La Serena – è il canto della terra verso il cielo, dal bouquet intenso e variegato che, insieme al frutto, profuma di fiori di campo, erbe aromatiche e brezza marina. Complesso e potente, eppure agile e teso, regala gioia ad ogni sorso.

Sanlorenzo – quest’anno Luciano Ciolfi si presenta in smoking con un Brunello inedito e di intrinseca eleganza. Ribes, mirtilli e fragoline di bosco, uniti a una evidente carica balsamica e a una trama tannica fitta e carezzevole, riportano nel calice sensazioni che evocano la Borgogna.

Pietroso – solare, luminoso, esplosivo, è un Sangiovese didattico al naso, con un tripudio di violette e amarene seguite poi da note ematiche, di arancia e cacao. Il calice perfetto con una bella fiorentina al sangue.

Cava D’Onice – Colombaio – piacevolezza e precisione ne caratterizzano il sorso balsamico, fresco, equilibrato e disteso, con tannini dolci e perfettamente integrati. È ghiotto e infinito nella chiusura e non si fa certo dimenticare.

Ridolfi – i Brunello di Gianni Maccari sono come gli acquerelli in cui non ci può essere spazio per l’errore, e fluiscono sempre con eleganza e precisione. Il Donna Rebecca in particolare è profondo e sontuoso con note di cioccolata e arancia che lo rendono davvero irresistibile.

Gorelli – è quello che meglio rappresenta lo slogan Pirelli, e che riesce a coniugare magistralmente complessità e leggiadria, materia e leggerezza, eleganza e disinvoltura, potenza e controllo. Un grandissimo Brunello destinato a regalare intensi picchi di gioia nel tempo.

Ancora una volta, Montalcino si conferma come DOCG d’eccellenza, la cui produzione si distingue per la capacità diffusa di saper fare bene al di là delle caratteristiche specifiche di terroir, e della personale interpretazione di ogni singola cantina. L’orientamento stilistico è sempre più indirizzato verso vini che riescono a coniugare struttura e intensità con la piacevolezza, dinamicità e scorrevolezza del sorso, da godere subito ma pur sempre destinati a durare nel tempo.

Unico rammarico è che le defezioni tra le Cantine punte di eccellenza del territorio cominciano ad essere un po’ troppe. Un fenomeno che non può essere ignorato e che ci si augura possa presto arrestarsi, magari anche con il rientro in campo di Produttori di cui, oggettivamente, continuiamo a sentire la mancanza.

Merano Wine Festival 2023: i colori, le emozioni e le prospettive globali

Merano Wine Festival, giunto alla sua 32ª edizione, si è confermato l’evento più elegante dell’anno nel panorama enogastronomico italiano. Una manifestazione attesa con fervore da appassionati e operatori del settore, che ha trasformato la tranquilla Merano in un palcoscenico di degustazioni, incontri tematici e nuove prospettive per il mondo del vino.

Il richiamo all’eleganza in un’atmosfera vivace e frizzante, che ha accolto i partecipanti provenienti da ogni angolo d’Italia e oltre i confini nazionali. Corso della Libertà, ogni mattina, si è trasformato in un punto d’incontro dove una lunga coda di appassionati, ansiosi di varcare le soglie del Kurhaus, dava il via a giornate intense e piene di sorprese. Non è solo la celebrazione del gusto, ma un’esperienza sensoriale completa.

Oltre alle degustazioni guidate, le masterclass hanno offerto l’opportunità di approfondire la conoscenza del vino, svelando i segreti nascosti dietro ogni calice. I partecipanti hanno avuto la possibilità di esplorare nuovi territori, scoprendo realtà vitivinicole uniche e l’eccellenza dei settori food, beer and spirits all’interno della Gourmet Area.

I numeri parlano chiaro: 650 aziende vinicole, oltre 3000 operatori del settore e oltre 6500 visitatori. Cinque aree principali – il Kurhaus, la Gourmet Area, il Teatro Puccini, l’Hotel Terme Merano e il Forst Beer – per un panorama completo. Merano si è trasformata in un crocevia di eleganza e bellezza, con negozi e bar che pullulano di operatori, produttori, giornalisti, fotografi, blogger e influencer.

Il Kurhaus, elegante edificio che ospita i banchi di assaggio, è stato il fulcro dell’evento. La WineHunter Arena, nella Sala Grande, ha presentato centinaia di etichette in degustazione, tra cui spiccano il Cesanese del Piglio Superiore DOCG Colleforma di Pina e Armando Terenzi e il Roma DOC Bianco a base di Malvasia Puntinata di Anna Laura Cappellini della Cantina Cifero. L’incontro con la Brand Ambassador di Tenute Navarra, Federica Di Salvo, è stato l’occasione per scoprire il Nero d’Avola Riserva Batticchiè, un vino premiato che ha conquistato i palati più raffinati.

Il redattore di 20Italie Alberto Chiarenza nella sala del Kurhaus

I banchi di assaggio sono un viaggio attraverso le eccellenze regionali, come dimostra Casa Campania (n.d.r. il nostro prossimo approfondimento). Una delle regioni più belle di Italia e la regione con il più alto numero di vitigni autoctoni. Territori magnifici e ancora poco esplorati che stanno riscoprendo l’importanza delle basse rese e del vino di qualità. La cultura gastronomica campana è sicuramente un simbolo dell’Italia nel mondo e i vini sono altrettanto degni di questa nomea. Chiara Giorleo, madrina delle cinque denominazioni campane, guida in un percorso enoico tra Irpinia, Salerno, Sannio, Vesuvio e Caserta, valorizzando la cultura gastronomica e i vini di qualità.

Presenti molti operatori del settore, giornalisti oltre a rappresentanti delle più esclusive Associazioni, come il Presidente della Associazione Italiana Sommelier Sandro Camilli.

La serata di gala, segno della vera ripartenza del Festival, con qualche dissapore per le attese prolungate. Altro momento che consacra ogni anno il Merano Wine Festival è il Sabrage collettivo sul Ponte delle Terme, nel famoso atto che decapita il collo della bottiglia di Champagne, con un colpo di sciabola. Il tutto avviene sotto la supervisione di Helmut Köcher.

Prospettive Globali: Ambassador Internazionali e Export

Merano Wine Festival 2023 ha guardato al futuro, proponendo prospettive globali con il progetto degli Ambassador Internazionali. Non solo degustazioni, ma uno sguardo al futuro dell’enologia italiana all’estero. Sessioni dedicate al settore dell’export hanno delineato un progetto innovativo e avvincente.

L’attrattiva principale per le aziende partecipanti è stata la possibilità di espandere le proprie capacità di vendita. Il nuovo progetto di The WineHunter ha coinvolto importatori provenienti da diverse parti del mondo, dal Sud America al mercato statunitense, dal Canada alla Scandinavia, dalla Russia alla Cina.

Un particolare approfondimento è stato dedicato al gruppo di China Link, un lavoro lungo e impegnativo che ha portato a risultati significativi per l’export italiano in Cina. Marco Facchini e la sua squadra, attivi da oltre dieci anni in Cina, hanno consolidato la presenza dell’export italiano in un mercato complesso e in crescita.

Nella Gourmet Arena non sono mancati gli Show Cooking a cura di numerosi chef, che si sono cimentati con esibizioni creative e fantasiose ma di grande gusto, fatte con materie prime ricercate e rispettando o rivisitando i piatti tipici regionali. Molti gli espositori gastronomici presenti, con il meglio del Belpaese, come olio, formaggi, dolci e quant’altro offra lo Stivale Tra questi mi ha colpito lo stand di Rossoraro, un produttore eccellente di zafferano.

In conclusione, Merano Wine Festival 2023 si conferma non solo come una vetrina delle eccellenze enologiche ma, nonostante alcune critiche (tutto è perfettibile), anche come un evento in continua evoluzione, capace di anticipare le tendenze del settore e di aprire nuovi orizzonti per il vino italiano nel panorama internazionale.

CALICE! ALICI AL CALICE. Venerdì 24 novembre nella Torre Vicereale di Cetara.

Comunicato Stampa

AL MUSEO CANTINA “CALICE! ALICI AL CALICE”:
LA COLATURA E IL VINO DA DEGUSTARE IN COLLABORAZIONE CON GRAPEE
PROSSIMO INCONTRO: VENERDì 24 NOVEMBRE
TORRE VICEREALE, CETARA, ORE 20.00

Sarà un appuntamento speciale quello di venerdì 24 novembre, alla Torre Vicereale di Cetara, per “Calice! Alici al Calice” con le degustazioni dedicate a buongustai e appassionati della buona tavola.Da un’idea di ambientarti, ancora una volta,il mondo vitivinicolo sposa la colatura di alici, alla scoperta di accoppiate inedite e vincenti. Tra racconti di mare e calici da assaporare, la Costiera Amalfitana ci regalerà contorni e contenuti eccezionali, vino e prelibatezze da gustare, e non solo, da ascoltare come una playlist, da guardare come un film, rigorosamente in abbinamento al più prezioso dei nettari. Dalle 20, il Museo Cantina accoglierà i “Vini d’altura” e, in particolare, scopriremo il mondo di Corvéè, cantina emblema della Val di Cembra, guidati dal team di Grapee negli approfondimenti su sentori, profumi e caratteristiche organolettiche. E ancora, masterclass, show-cooking e wine pairing, con dimostrazioni pratiche, preparazione di piatti e storie di lavorazione del pescato, a partire dall’esperienza di Giulio Giordano che illustrerà agli ospiti il magico processo di trasformazione e spillatura della colatura di alici, fornendo tutti gli elementi per la valutazione sensoriale, attraverso i suoi prodotti a marchio Nettuno. Se ad aprire i fuochi sarà Da Spadone per gli assaggi, a spadellare ci penserà il ristorante La Cianciola e il suo vulcanico chef Vincenzo Giorgio per servire un primo piatto espresso. In occasione del terzo e ultimo incontro dell’anno, venerdì 1 dicembre, ampio spazio alle “Eccellenze del golfo: vini salernitani e prodotti cetaresi” nella loro massima esaltazione, con giochi di prestigio e contaminazione tra le specialità di casa, il benvenuto di Prosit e ladegustazione a cura del ristorante Acquapazza. In cantina Tenuta San Benvenuto. Gli altri due appuntamenti in programma riprenderanno a gennaio, il 19 e 26, sempre di venerdì sera, alla Sala Grotta. Per ogni incontro è prevista una proposta di una diversa cantina vinicola da accompagnare alle bontà cetaresi, con i consigli di produttori, pescatori e ristoratori. Ingresso con ticket degustazione. In omaggio, due speciali sottobicchieri della collezione “Connessioni” ispirata alla Costiera Amalfitana, dai disegni dell’architetto Francesco Rizzo per Ceramiche Artistiche Giovanni De Maio. L’evento si configura come momento destagionalizzato del format “Ami Cetara” interamente sostenuto dal Comune di Cetara, all’interno del programma “Le Notti Azzurre Winter Edition” con leiniziative e attività di promozione turistico-culturale e dei prodotti di eccellenza del borgo.

PER INFO:

Posti limitati (max 40), è consigliata la prenotazione: 

info@ambientarti.net | WhatsApp +39 3894770914

Addetto stampa

Rosita Sosto Archimio |  rositasostoarchimio@gmail.com | + 39 393/3587430

Anteprima Vitigno Italia 2024

Tutto pronto per Anteprima VitignoItalia 2024: appuntamento con oltre 500 etichette da tutta la Penisola

Maurizio Teti, Direttore della manifestazione: “Record di accrediti da parte degli operatori di settore a testimonianza del ruolo che VitignoItalia ha nell’ambito della manifestazioni di settore a livello nazionale”.

Anteprima VitignoItalia 2024 è alle porte. Una giornata di degustazioni e incontri con i produttori dedicata alla stampa, appassionati e operatori di settore per conoscere le migliori espressioni enologiche da nord a sud della Penisola. 500 tra le migliori etichette delle più prestigiose cantine e consorzi vitivinicoli italiani saranno protagoniste a Napoli, negli eleganti saloni dell’Hotel Excelsior, dalle ore 15.00 fino a serata inoltrata. Una straordinaria opportunità per vivere l’esperienza di un percorso alla scoperta dell’Italia del Vino, che accompagnerà il pubblico partenopeo e non solo, naturale preludio alla 18esima edizione VitignoItalia prevista a giugno 2024 (da domenica 2 a martedì 4 giugno).

Si prospetta un’edizione dai grandi numeri – commenta Maurizio Teti, Direttore di VitignoItalia – infatti il dato che più ci soddisfa è il forte interesse riscontrato dalle enoteche, sommelier, ristoratori e dagli operatori di settore provenienti da tutta la regione, a cui è dedicata la fascia dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Un’affluenza che conferma la nostra manifestazione come punto di riferimento tra gli eventi enologici del BelPaese, soprattutto in virtù di un notevolissimo parterre di grandi produttori. Tanti nomi e vini da conoscere, che ogni anno coinvolgono un numero crescente di appassionati e professionisti che trovano in Anteprima VitignoItalia, il perfetto binomio tra degustazioni di grandi vini e approfondimenti su produttori, territori e vitigni”.

Confermata quindi la grande attenzione di cui Anteprima VitignoItalia gode tra addetti ai lavori e appassionati, cui va aggiunta la presenza di numerose firme della stampa nazionale e estera, provenienti dall’Austria, UK, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Israele. I media, oltre alla giornata di lunedì, potranno soddisfare la propria curiosità sulle cantine del territorio con un press tour che vedrà protagonista il Sannio, terroir in costante ascesa nel panorama nazionale e non solo.

“Una delle caratteristiche delle manifestazioni targate VitignoItalia – conclude Teti è quella di creare diversi momenti di approfondimento e di confronto, valutare le tendenze, confermare la crescita di nuove realtà senza mai dimenticare i territori tradizionalmente vocati. Il tutto con uno sguardo proiettato al futuro non solo per quello che concerne l’aspetto squisitamente qualitativo dei vini ma anche con approfondimenti su tematiche come il marketing, la comunicazione e le mille sfaccettature che fanno del nostro mondo un microcosmo affascinante e complesso”.

ANTEPRIMA VITIGNOITALIA 2024

Hotel Excelsior, Napoli – Via Partenope, 48

Lunedì 27 novembre 2023

Orario evento: dalle ore 15:00 alle ore 21:30

www.vitignoitalia.it

Tel 08/14104533; segreteria@vitignoitalia.eu

Ufficio Stampa MG Logos – Tel 06/97270151 – comunicazione@mglogos.it

Sulle tracce di Dioniso: le eccellenze della viticoltura greca in degustazione a Firenze al Greek Wine Day

Venerdì 10 Novembre, in occasione del Greek Wine Day, un evento organizzato da Haris Papandreau @greekwinelover, in collaborazione con il Consolato Greco di Firenze e Fisar Firenze presso il Together Florence Inn a Bagno a Ripoli, è stata presentata una rappresentanza di cantine greche che hanno portato in assaggio la loro produzione.

La qualità del vino greco è costantemente in ascesa e la conoscenza dei winelovers è andata oltre il Retsina che accompagnava i ricordi delle vacanze estive: il recupero di varietà native, le lavorazioni in cantina secondo i criteri moderni, l’attenzione alla sostenibilità e alla tradizione di gestione delle vigne hanno sicuramento portato questo paese alla ribalta dei mercati internazionali.

La presenza di tanti produttori ha reso questo momento davvero speciale: da un banco all’altro si viaggiava dalla Beozia all’isola di Ikaria, da Santorini a Creta e al Peloponneso, ascoltando i racconti dei vignaioli.

Karimalis Winery è una azienda a conduzione familiare creata nel 1999 da Giorgos Karimalis e da sua moglie Eleni: stanchi della frenesia della metropoli di Atene si sono ritirati nell’Isola di Ikaria, dove possedevano, da ben 500 anni, terra e casa. Una scelta sicuramente coraggiosa, motivata dal desiderio di vivere secondo natura. L’isola è famosa per la produzione di vino sin dai tempi di Omero, il Pramno e per il culto di Dioniso. Inoltre è una delle cinque regioni al mondo che appartengono alla Blue Zone, cioè a quei territori dove la longevità delle persone supera i 100 anni.

Iliana Karamalis, una dei 4 figli della coppia, è l’enologa (e dal 2019 proprietaria!) della giovane cantina, che offre anche la possibilità di alloggio e di percorsi naturalistici agli enoturisti: le sue spiegazioni sono state avvincenti e i vini assolutamente interessanti. Lavorano i terreni nei villaggi di Nas e Pigi in regime biologico, nel massimo rispetto dell’equilibrio della natura e vengono utilizzati solo lieviti indigeni. Le varietà coltivate sono quelle locali: reteno, kountouro e fokiano per quanto riguarda le varietà a bacca nera e begleri e assyrtiko per quelle bianche. Le fecce del vino e di cantina ritornano nei vigneti attraverso il compostaggio. L’estensione degli appezzamenti ammonta a circa 6 ettari e vengono prodotte 10.000 bottiglie.

Tra gli assaggi più convincenti un Pet Nat da fokiano e kountouro e il Kalambele, un blend composto da begleri e assyrtiko, di medio corpo e vibrante freschezza, con gradevoli note olfattive che ricordano la mela verde, l’acacia, la scorza di limone, la cera d’api. Il vino prende il nome dal toponimo dove è situato il terreno più antico e significa “buona vite”.

Domaine Zafeirakis è situato nel centro della Tessaglia ai piedi del Monte Olimpo, nei territori coperti dalla Tyrnavos PGI e la famiglia produce vino da più di 100 anni. Christos Zafeirakis, quarta generazione, dopo aver completato gli studi di enologia e aver sperimentato diversi stage all’estero, tra cui anche in Italia, ha deciso di coltivare il primo vigneto biologico nel 2005 e da allora l’impegno non solo si è mantenuto, ma è cresciuto, abbracciando anche i principi della biodinamica.

Attualmente sono dodici gli ettari coltivati nelle zone di Paleomylos e Kampilagas con le varietà autoctone limniona, malagousia e con le internazionali chardonnay e syrah. I suoli hanno delle caratteristiche molto diverse: Paleomylos presenta sabbie e argilla, con alte concentrazioni di calcio mentre Kampilagas era anticamente un lago, predominano le argille ed è ricco in oligoelementi. In cantina vengo usati lieviti indigeni e utilizzati sia i contenitori di acciaio, che di legno che le anfore di Tava.

Natura è un vino bianco 100% malagousia che fermenta in legno e matura per 12 mesi in botti da 24 hl: profumi intensi ed espressivi di pesca, di fiori gialli ed erbe di campo, per un sorso fresco dalla chiusura sapida. Con il limniona si ottengono, oltre al rosè, due vini stupendi. Il primo svolge la fermentazione e l’affinamento in legno, la macerazione dura circa 25 giorni mentre il secondo, dopo la fermentazione in legno matura nelle anfore. In entrambi si riconoscono le caratteristiche del varietale, cioè il colore rosso intenso, il corredo olfattivo che ricorda i piccoli frutti neri, mora, mirtillo, le nuances speziate, il pepe e i tannini setosi, il finale con sentori di pietra focaia.

Hatzidakis Winery ci proietta nella magia di Santorini, tra i paesaggi vulcanici dove le viti di assyrtiko vengono condotte e organizzate nel cestino (Kouloura), che permette ai grappoli, che pendono all’interno di esso, di essere protetti dal soffiare dei venti e dai raggi del sole. L’azienda ha ottenuto il riconoscimento Vegan nel 2021. Erano presenti alla manifestazione Konstantina Chrissou con le figlie Ariadni e Stella Hatzidakis e con l’enologa Nektaria Vlachou.

In assaggio un vino nuovo, prezioso da un singolo vigneto, di nome Rampelia: le uve di assyrtiko restano in una stanza fredda per 24 ore dopo la raccolta prima della criomacerazione. Segue poi la pressatura soffice e la fermentazione con lieviti indigeni a temperatura controllata; il vino resta sulle fecce fini per 12 mesi dopodiché il 70% della massa affina in acciaio e il restante 30% in botti di rovere francese. Si riconoscono profumi di agrumi, di biancospino, quella sferzante acidità che rende il sorso verticale, arrotondato dal minimo tocco del legno. Un vino caratterizzato da una drammatica espressività, figlio di un’attenzione alla cura delle viti maniacale e del rispetto della tradizione.

In degustazione anche l’ultima annata di Aidani, bianco piacevolmente fresco ottenuto dall’omonimo vitigno, che ha un’etichetta molto particolare, dato che si tratta di un disegno a pastello fatto da Stella Hatzidakis quando era piccola. Skitali è molto particolare perché porta con sé l’eredità di Haridimos Hatzidakis, quel “testimone” che viene consegnato alla generazione successiva; assyrtiko in purezza, uve proveniente dai vigneti a Pirgos ( dove ha sede al cantina) e Megalochori. Per la fermentazione in acciaio vengono utilizzati lieviti indigeni e rimane sulle fecce nobili per 12 mesi; non viene filtrato e affina successivamente 12 mesi in bottiglia. Colpisce la finezza ed eleganza dei profumi di limone, di acacia, di biancospino, di erba cedrina, la guizzante acidità e la persistenza del sorso, che lascia ricordi marini, quasi salati in bocca.

Il Greek Wine Day si conferma un evento di grande spessore e importanza per l’approfondimento della conoscenza dei vini Greci e per la cultura che promuove, non solo del bere bene, che riporta alle radici della storia dei popoli del Mediterraneo: restiamo quindi in attesa della prossima data, per godere ancora del nettare degli dei.

Borgodivino in tour a Brisighella seconda parte: assaggi ed esperienze gourmet

Il fascino del borgo di Brisighella ha conquistato anche me, dopo aver partecipato alla tappa romagnola di Borgodinivinointour di cui ha raccontato in un precedente articolo il mio collega Matteo Paganelli.

La manifestazione ha avuto un grande successo e le persone hanno affollato i numerosi banchi di degustazione: ecco le cantine che ho avuto il piacere di scoprire!

Cantine Re Dauno ha sede a San Severo in Puglia  e produce Metodo Classico: l’idea nacque dai genitori di Ilaria Toma che iniziarono quasi per gioco nella cantina di casa a produrre bollicine e le prime 500 bottiglie, così piacevoli e interessanti, li spinsero a continuare l’avventura e di incrementare la produzione. Comprarono così un locale atto ad ospitare le attrezzature necessarie per la vinificazione e si specializzarono nella spumatizzazione delle uve autoctone quali il bombino bianco, il nero di Troia utilizzando per alcuni assemblaggi anche il pinot nero. Nella cantina situata nel sotterraneo di un palazzo barocco, a temperatura e umidità costante, le bottiglie sono allocate sulle pupitres e vien effettuato il remuage manualmente. In assaggio il VSQ metodo classico Gold 2019 – 36 mesi sui lieviti – ottenuto da bombino bianco e pinot nero (certificato Igp Puglia). Luminoso giallo paglierino con bagliori dorati, il corredo olfattivo rimanda alle note di pera, pesca, ribes, crosta di pane. In bocca è setoso, la bollicina fine e dimostra una buona persistenza e chiusura su ricordi fruttati. Affilato e preciso il Pas Dosé millesimo 2019 da bombino bianco, uno spumante che racconta in modo perfetto quanto il vitigno in questione sia versatile e capace di stupire in questa interpretazione. Giallo paglierino, si apprezzano i sentori di mela, biancospino, ginestra e uva spina; cremoso al palato, con una guizzzante sapidità e un finale su una nota ammandorlata. Del prezioso Rosé Nature da nero di Troia ne rimanevano solo 6 bottiglie in vendita, per cui ne ho acquistata una e mi riservo di raccontarla a parte e a breve. Una curiosità: il nome dell’azienda è stato ispirato dalla leggenda che racconta dell’eroe greco Diomede che fondò il Castris Drionis, l’attuale San Severo, in onore della sposa Drionia, figlia di Re Dauno.

Fattoria Zerbina è animata dalla passione, dalla competenza e dal coraggio di Cristina Geminiani che nel 1987 ha preso in mano le redini dell’azienda, creata dallo zio Vincenzo nel 1966, subito dopo l’acquisto del primo podere. Le viti di albana, sangiovese, ancelotta sono tutte condotte ad alberello come del resto la rappresentanza dei vitigni internazionali quali cabernet sauvignon, merlot e syrah.

Federica, in rappresentanza della proprietà, mi ha illustrato i vini portati all’evento, che mi hanno Ceparano 2022 è una gradevole espressione di questo vitigno che si propone con sentori floreali e impressionato per la grande qualità, bevibilità ed eleganza. Romagna Albana secco Docg Bianco di di frutta tropicale e colpisce per la dinamicità del sorso, grazie alla vibrante freschezza e alla chiusura quasi salina.

Romagna Sangiovese Superiore Docg Poggio Vicchio 2021: in questo vino il sangiovese è in purezza e colpisce per l’integrità delle sensazioni fruttate, tipicamente la marasca. La vinificazione e affinamento avvengono in acciaio. Romagna Sangiovese Superiore Riserva Torre di Ceparano 2017 si ottiene dopo 4 settimane di macerazione e un anno e mezzo di affinamento in tonneau. Le uve provengono da quattro cloni di sangiovese, la raccolta è parcellizzata: dall’annata 2018 si è scelto di produrre un vino con una maggiore bevibilità e che incontri maggiormente il gusto moderno.

Romagna Doc Sangiovese Riserva Pietramora – Marzeno- porta in etichetta la menzione geografica che stabilisce che le uve provengano da uno specifico cru, in cui è ammesso dal disciplinare solo un 5% di uve diverse dal sangiovese: in questo vino il sangiovese è in purezza e raccoglie il meglio dei vigneti aziendali. Luminoso rosso rubino, il bouquet regala precise note di piccoli frutti rossi, di spezie dolci e di humus. Caldo e avvolgente, con un tannino vibrante e una buona persistenza.

Antitesi è il risultato di un progetto che prevede l’impiego di un 60% di merlot assieme a un 40% di sangiovese appassito in pianta, mediante il taglio del tralcio; classica vinificazione in rosso per il merlot, vinificazione del sangiovese vendemmiato tardivamente che viene aggiunto alla vasca del merlot per ottenere un rifermentazione in diluizione. Un vino in cui la componente acida si sposa perfettamente con la sensazione vellutata data dal merlot, rendendolo apprezzabile anche da un pubblico di neofiti, meno avvezzo al carattere fiero del sangiovese.

Drei Donà – Tenuta La Palazza appartiene ai conti Drei Donà dagli anni Venti e dal 1980, Claudio, avendo abbandonato l’attività forense, decide di dedicarsi completamente alla produzione del vino e a esaltare le caratteristiche del sangiovese coltivato nei vigneti sulle colline tra Forlì, Predappio e Castrocaro. I nomi sulle etichette dei vini riportano quelli dei cavalli del piccolo allevamento di famiglia, tranne Lillybeth che ricorda invece quello delle fedeli cagnoline di razza corgy. Il lavoro in vigna segue i principi della agricoltura biologica, a tutela della biodiversità. La degustazione inizia con due versione di chardonnay, Il Tornese, di cui una vinifica solo in acciaio mentre l’altra Il Tornese le Origini ricorda lo stile borgognone, dato l’impronta del legno utilizzato per l’affinamento.

Predappio Doc Notturno 2020 nasce dalla selezione delle migliori uve e viene vinificato in vasche di cemento; la macerazione avviene per circa 14 giorni e l’affinamento in botti grandi di rovere francese e in tonneau. Manto rubino, note speziate di chiodi di garofano, marasca, prugna, amarena e  cioccolato; tannino preciso e affilato, che fa intuire le potenzialità evolutive, grazie anche alla piacevole componente acida. Lillybeth 2020 nasce da un blend di sangiovese e da una piccola percentuale (circa di 20%) di cabernet sauvignon e cabernet franc ed è pensato come un vino quotidiano, che segue oltre alle indicazioni per il biologico anche le attenzioni per avere in etichetta la certificazione vegana. Ho apprezzato la giovialità del vino, i profumi floreali, erbacei e fruttati che lo caratterizzano e il tannino presente ma perfettamente integrato.

Presso lo Stand del Club del Sigaro Toscano è stato possibile un avvicinamento al mondo del fumo lento guidati dagli esperti: in assaggio anche sigari aromatizzati al cacao, limoncello, grappa.

Per una cena speciale, il ristorante L’Infinito con la sua terrazza panoramica che guarda la vallata, è sicuramente una scelta perfetta per rendere la visita a Brisighella davvero indimenticabile!

Servizio curato, personale molto gentile e professionale e una bella carta dei vini.

Sarno di Vino 2023: numeri, storie, emozioni di un’edizione all’insegna del buon gusto

Sarno di Vino 2023 si è conclusa in un crescendo di emozioni.

Giunta ormai alla quarta edizione, grazie all’impegno proficuo tra l’Associazione di promozione The Globe, presieduta da Giovanna Fiore, con il supporto infallibile del vice presidente Aniello Liguori.

ReCalice e Agenzia Zurich di Sarno gli sponsor tecnici della manifestazione, che ha visto la presenza di oltre 500 ospiti, tra semplici appassionati di enogastronomia e operatori del settore. Le masterclass ed i banchi d’assaggio hanno visto la collaborazione dei sommelier di A.I.S. Campania – Delegazione di Salerno – guidati dal Delegato Nevio Toti. Brillante il racconto di tre aziende e tre territori, dal nord al sud della penisola, diversi per tipologie e varietà d’uva.

Inizio spumeggiante con la Franciacorta di Cantine Muratori, che ha presentato i suoi Metodo Classico eleganti e versatili negli abbinamenti. La seconda degustazione ha visto, invece, una selezione di Fiano di Avellino dell’azienda Villa Raiano, illustre rappresentante di quell’Irpinia conosciuta a livello mondiale per i suoi bianchi longevi.

Conclusione in rosso per Paternoster che da Barile, in pieno territorio Vulture, ha proposto una straordinaria verticale del Don Anselmo, il suo Aglianico di punta, descritto con minuzia di particolari dal sottoscritto e dall’enologo Fabio Mecca.

I saloni di Villa del Balzo hanno accolto altre rappresentanze di spicco dell’enologia, con 50 produttori vitivinicoli per arricchire di gusto e cultura la scelta finale. Il giardino storico ha visto la presenza della sezione gastronomia di alta qualità, per arrivare al dopo pasto meditativo, con i sigari di Ambasciator Italico.

Un evento di tali proporzioni non potrebbe raggiungere il successo senza il supporto essenziale delle Amministrazioni locali, in particolare il Comune di Sarno, grazie all’assessore Francesco Squillante, e la comunicazione di 20Italie, Radio Base e Sarno Notizie.