I corsi di cucina del team Costa del Cilento

Non ci stanchiamo mai, come 20Italie, di narrare le iniziative enogastronomiche volte a dar lustro a regioni e prodotti italiani, con uno sguardo approfondito verso la “nostra” amata Campania. Parliamo di una terra incantevole, scelta nel passato da numerosi imperatori e ritornata a quei fasti sontuosi grazie anche a valide iniziative turistiche. “Tutti uniti verso un unico obiettivo” recita il mantra dell’associazione senza scopo di lucro Team Costa del Cilento.

Composta da chef professionisti, si pone l’obiettivo di rappresentare la bellezza e le tradizioni gastronomiche di una terra millenaria come quella cilentana. Il Presidente Matteo Sangiovanni ci narra le varie iniziative proposte, con partnership privilegiate e sponsor che hanno già abbracciato il suo progetto: portare il Cilento in giro per il mondo e far conoscere al mondo le eccellenze di tale territorio.

Tra le tante novità, un corso di cucina segmentato nell’arco di 10 incontri con cadenza ravvicinata, per conoscere ed implementare le proprie tecniche ai fornelli. Non è rivolto soltanto agli oltre 70 chef associati, bensì è aperto a chiunque (tesserato) voglia cimentarsi in un’esperienza formativa di altissimo livello. Professori per un giorno saranno i colleghi titolari di ristoranti famosi, come Paolo Gramaglia una stella Michelin con il suo President a Pompei e gli chef resident più importanti nel panorama gastronomico campano. Abbiamo chiesto proprio a Paolo di ricordare la sua prima ricetta, quando ancora studiava a scuola, e di riviverla nei piatti proposti oggi. Ascoltate l’emozione palpitante di chi vive con passione il lavoro di una vita.

Alcune considerazioni finali da parte di Matteo Sangiovanni, chef executive del Radici a Battipaglia. Promotore da sempre del territorio, ha partecipato anche a gare internazionali dove non sono mancati riconoscimenti e premi per il made in Italy che tutto il mondo ci invidia. Non manca un libro di ricette che cattura l’appetito del lettore. Ci lasciamo con la consapevolezza del grande fermento che il mondo della ristorazione sta vivendo, nonostante le attuali criticità.

Info su: www.teamcostadelcilento.com

Cucina multietnica che va dritta all’Anima

chef Hichame El Mahi.
Nei piatti, profumi, colori e combinazioni creative.
Piatti ricchi di colore e materie prime di montagna combinate con le spezie e i profumi delle terre africane. È la cucina multietnica e sensoriale dello chef Hichame El Mahi del fine dining “Anima” del Sensoria Dolomites all’Alpe di Siusi.

A creare questo dinamismo di proposte ricche di colori e di ingredienti oltre confine per la tipica cucina di montagna, è lo chef Hichame El Mahi del fine dining “Anima” del Sensoria Dolomites all’Alpe di Siusi, hotel quattro stelle superior in Alto Adige.
Le sue origini marocchine hanno oltrepassato le Alpi e contaminato il menu del ristorante con eccellenze gastronomiche di alto livello combinate con le spezie e i profumi delle terre africane. Sperimentazione di piaceri per il palato che coinvolge tutti i sensi.

Alpe di Siusi, 15 settembre 2022 – Tutti pazzi per le spezie, i sapori forti e i colori decisi abbinati nel piatto. La cucina del fine dining “Anima” del Sensoria Dolomites, quattro stelle superior a Siusi allo Sciliar in Alto Adige, si arricchisce di idee e di proposte del territorio dal gusto speziato, forte e decisamente pungente al palato, che accompagna l’ospite in un viaggio sensoriale verso tutti i continenti.

Tutto merito di Hichame El Mahi, chef di origini marocchine e con una lunga esperienza in ristoranti gourmet e stellati in Italia, in Emilia Romagna e Alto Adige, e internazionale in particolare in Francia. Infatti, “Anima”, aperto anche al pubblico esterno, propone una cucina dall’impronta internazionale, ma con forti contaminazioni italiane, per rispondere alle esigenze degli ospiti. Il menu è settimanale e non viene mai replicato; ogni giorno una proposta diversa a seconda della stagionalità dei prodotti, ma anche della creatività dello chef che propone degustazioni di otto portate e relativi abbinamenti vino.

IL MIX DI GUSTI IDEALE
Arrivato in Italia da ragazzo, Hichame El Mahi si è avvicinato al mondo della cucina solo attraverso le sue esperienze lavorative nazionali e internazionali. Poco alla volta si è fatto affascinare e ha iniziato a sperimentare, approcciando il mondo della ristorazione con un suo pensiero: promuovere le eccellenze di un territorio, quello altoatesino, ricordando sempre i profumi e i colori della sua terra d’origine, un crocevia di emozioni e di etnie, combinandola alla nouvelle cousine francese in particolare dalle tipiche creme e mousse che impreziosiscono il piatto.

Da 15 anni in Alto Adige, ha girato molte realtà approfondendo tecniche e conoscenze. Prima di arrivare nelle Dolomiti, ha lavorato in Emilia Romagna, ma anche in Francia a Colmar, dove ha colto le idee della cucina francese. Ha lavorato anche come private chef sugli yacht. «La mia formazione? Sul campo» spiega Hichame El Mahi. «Con la curiosità e la voglia di crescere in questo settore, ho appreso i segreti degli chef. Ho sperimentato combinazioni e nuove tecniche e, a tutto ciò, ho unito la passione e la fantasia».


Nella sua playlist, lo chef ama parlare di Vellutata di ortica servita con raviolo speck e mela Kanzi croccante e schuttelbrot.


Tra i primi piatti i Ravioli ripieni di burrata alpina e confit di pomodorini.


Le carni sono un must, in particolare il Filetto di vitello speck e variazione di carote e porcini, con ingredienti provenienti dalle malghe della zona e verdure raccolte nell’orto, oltre al Manzo rosè servito con verdura ratatouille, profumata con perle di balsamico e fondo bruno.

Hanno un ruolo centrale anche le spezie come la cannella, coriandolo, cardamomo, curry e masala. Per un fine pasto scoppiettante, il dolce, dedicato al Sensoria Dolomites, ossia la Pera Sensoria una morbida proposta con polpa, succo di pera e limone con cannella. Il tutto impreziosito da un mantello di crema ganache di vaniglia del Madagascar montata. All’esterno cioccolato bianco Ivoire Valhrona, burro di cacao e polvere di vaniglia Bourbon, che replicano la vera pera. Lavorare gli alimenti e prima ancora produrli, per lo chef è importante.
La sua brigata realizza direttamente la pasta con impasti di verdure e di spezie. Ha a disposizione un orto da cui raccoglie erbe e piccole quantità di verdure. I suoi fornitori sono piccoli produttori del territorio, una scelta per garantire la qualità degli ingredienti e per conoscerne sempre la provenienza. Non ama definire la sua cucina a chilometro zero, ma “cucina del territorio” perché il rapporto con i produttori è legato alle tradizioni di un Alto Adige agreste, vivo di tradizioni e sempre attento a coltivazioni naturali e biologiche. I dolci sono un altro plus. Vengono proposti in combinata con il maestro pasticcere esplorando le usanze provenienti da tutto il mondo. La selezione di golosità propone anche delle marmellate freschissime e naturali, una piccola produzione fatta in un maso della Val Venosta.

LA SALA E IL PIACERE DI BERE IL MEGLIO


Se la cucina si conferma una sperimentazione, a completare la proposta la dettagliata selezione beverage. Un concetto di ospitalità che si traduce nella grande attenzione per l’ospite che deve essere assecondato in tutte le proprie esigenze. «Amiamo mettere a proprio agio i clienti cercando di comprendere le esigenze che, di volta in volta, si presentano» spiega Lea Oberhofer. «Con i commensali il personale cerca di instaurare un rapporto equilibrato per presentare il percorso gastronomico al fine di farlo vivere al meglio. Amiamo raccontare ogni cosa, ma senza invadere la privacy delle persone. La carta dei vini è sempre in linea con i piatti della cucina». La carta dei vini conta 200 etichette, con grande attenzione alle produzioni dell’Alto Adige. Viene proposta divisa per vitigni e per aziende produttrici. La selezione però è continuamente in movimento in quanto la scelta è quella di andare alla ricerca delle produzioni più blasonate del territorio.

Parlare di food & beverage al Sensoria Dolomites e nel suo fine dining “Anima” significa intraprendere un cammino verso la sperimentazione di piaceri per il palato e che coinvolge tutti i sensi.

Vendemmia 2022, Conegliano Valdobbiadene.

La Farra: uve Glera di assoluta qualità da cui provengono le selezioni per il Valdobbiadene DOCG.
Vendemmia 2022, La Farra: raccolta di uve Glera di assoluta qualità nell’area centrale della zona di Conegliano Valdobbiadene dalla quale provengono le selezioni per la produzione del Valdobbiadene DOCG. Nonostante il 2022 sia stato un anno duramente colpito dalla scarsità di piogge, specialmente nei mesi di luglio e agosto, è stata determinante la scrupolosa gestione agronomica da parte di tutti i collaboratori.

Una vendemmia di ottima qualità, con uve Glera dalla maturazione perfetta, grado zuccherino e acidità interessanti.


La cantina La Farra, a Farra di Soligo nel cuore delle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio UNESCO, tira le somme di un anno caratterizzato da mesi estivi particolarmente critici a causa della siccità, individuando nella vocazione naturale del territorio alla coltivazione della vite e nell’attenta gestione agronomica dei vigneti da parte dei collaboratori, i fattori determinanti dell’eccellente vendemmia e dei vini che ne verranno prodotti.
La raccolta manuale svoltasi nei giorni scorsi tra i vigneti di La Farra, azienda vitivinicola nel cuore delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene patrimonio mondiale Unesco, ha rivelato uve di assoluta qualità.


A partire dalla vendemmia di varietà complementari, come il Pinot nero (per la produzione del Prosecco DOC Rosé) e lo Chardonnay, concluse alla fine di agosto, l’eccellente stato sanitario dei grappoli faceva ben presagire anche per la raccolta della Glera. E infatti le piogge, giunte tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, hanno permesso alle uve di raggiungere la perfetta maturazione e una gradazione zuccherina eccellente con una buona acidità considerata l’estate calda.

«Nonostante il 2022 sia stato un anno duramente colpito dalla scarsità di piogge, specialmente nei mesi di luglio e agosto l’ottima qualità riscontrata tra i vigneti nei giorni antecedenti alla vendemmia, hanno evidenziato l’importanza di alcuni fattori» afferma Innocente Nardi, proprietario dell’azienda insieme ai fratelli Adamaria e Guido. «Da un lato la grande vocazione del territorio delle nostre Colline alla coltivazione della vite: in particolare la capacità del terreno, conglomerato di origine morenica, di trattenere l’acqua e rilasciarla più lentamente in base alle necessità. Dall’altro l’impegno dei nostri collaboratori nella gestione delle diverse fasi agronomiche, quali la potatura verde e la cimatura, le lavorazioni interfilari per consentire all’acqua di trovare un terreno più morbido, lo sfalcio dell’erba meno frequente per impedire un’evaporazione troppo rapida dell’umidità. Una cura al dettaglio che è proseguita in vendemmia con la raccolta manuale dei grappoli che ne ha conservato la piena integrità. L’eccellenza si raggiunge con tanto sacrificio».

La vendemmia si è svolta nell’area centrale della zona di Conegliano Valdobbiadene, nei comuni di Farra di Soligo (dove è collocata la maggior parte dei vigneti dell’azienda e dalla quale provengono le selezioni per la produzione del Valdobbiadene DOCG), Pieve di Soligo, Follina e San Pietro di Feletto. Un anno dalla produzione non particolarmente elevata, ma che promette prodotti dall’eccellente livello qualitativo, piacevolmente aromatici e sapidi.

Cene in cantina al Dolomiti Wellness Hotel Fanes.

Fino a fine ottobre appuntamenti enogastronomici alla scoperta dei più autentici sapori dell’Alto Adige. Vino e materie prime locali, questi i protagonisti indiscussi delle cene in cantina organizzate dal Dolomiti Wellness Hotel Fanes, in Alto Adige, da metà settembre a fine ottobre. Degustazioni guidate dal maître-sommelier Oriano Federa e creazioni gastronomiche dello chef Claudio de Marc del fine dining dell’hotel. Il 5 stelle di San Cassiano brilla sulla terrazza più soleggiata del paese ed è pronto ad accogliere gli ospiti nella sua raffinata cantina, che vanta 500 etichette e di cui 150 sono altoatesine, palcoscenico di un viaggio sensoriale e gustativo alla scoperta dei più autentici sapori della tradizione enologica e culinaria regionale altoatesina.

In Alto Adige, incastonato nel paesaggio delle Dolomiti Patrimonio dell’UNESCO, il Dolomiti Wellness Hotel Fanes di San Cassiano propone una serie di esclusivi appuntamenti enogastronomici nella sua raffinata e accogliente cantina in legno, alla quale si accede dopo aver percorso un lungo corridoio contornato da botti e illuminato da candele. Occasioni imperidbili, queste, per gustare piatti della tradizione abbinati a nobili vini del territorio e che vedono sommelier e chef lavorare ancor più fianco a fianco per offrire ai propri ospiti un’esperienza alla conoscenza delle eccellenze enogastronomiche dell’Alto Adige.
Conosciuto per i suoi paesaggi senza eguali, l’Alto Adige è meta d’eccellenza dal punto di vista turistico e anche enogastronomico e, proprio per celebrarne la genuinità dei sapori e per farla conoscere ai suoi visitatori, il Dolomiti Wellness Hotel Fanes dà il via alle sue raffinate cene in cantina a partire da metà settembre fino a fine ottobre. A guidare il servizio il maître-sommelier Oriano Federa che abbina sapientemente a ogni piatto il giusto calice di etichette rigorosamente altoatesine; piatti ideati dall’executive-chef Claudio De Marc del 5 stelle di San Cassiano che, utilizzando materia prima locale reperita da produttori della zona e nell’orto della stuttura, rivisita la tradizione proponendo pietanze ricche di gusto e leggerezza. «L’idea delle cene in cantina nasce dalla volontà di esaltare il nostro territorio e farlo conoscere anche per le sue peculiarità vitivinicole e gastronomiche» afferma Oriano Federa. «Chi viene da noi per un soggiorno può godere di paesaggi magnifici, ma anche di piatti e vini eccezionali: l’Alto Adige offre infatti una selezione di vini di assoluta qualità che spesso celano storie interessanti e meritevoli di essere raccontati». Lo chef De Marc aggiunge: «Nella mia cucina non mancano mai prodotti di prima qualità; acquisto sempre formaggi, selvaggina, ultimamente anche molto pesce e valorizzo tutto al meglio, ispirandomi alla tradizione cui sono indubbiamente legato e fondendola a uno stile più moderno. Cosa c’è, poi, meglio di un calice di vino per completare l’esperienza? Per questo io e Oriano desideriamo stupire i nostri ospiti con un menù diverso di volta in volta e di cui non diamo anticipazioni ma dove, assicuriamo, la raffinatezza e la qualità non mancano mai». Le cene in cantina sono un’ottima occasione per trascorrere del tempo con famiglia o amici, radunati attorno a un unico tavolo e immersi nella pace offerta da questo luogo custode di tante ecellenze, illuminato solo dalle luci tenui di qualche candela.
Le cene in cantina si svolgono con un minimo di sei e un massimo di dodici persone una volta alla settimana, da metà settembre fino alla fine di ottobre; sono appuntamenti riservati esclusivamente agli ospiti del Dolomiti Wellness Hotel Fanes i quali, per partecipare, devono effettuare la prenotazione rivolgendosi al team di reception. Sempre alla reception, inoltre, gli ospiti possono informarsi sul giorno in cui si tiene l’appuntamento enogastronomico della corrente settimana. La cena non prevede alcun costo mentre è richiesto un contributo per i vini che varia di volta in volta sulla base delle etichette selezionate.

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Perché scelgo da anni Merano Wine Festival ?

Me lo sono sempre chiesto: perché scelgo da anni Merano Wine Festival al punto di ricominciare a parlarne già pochi giorni dopo la conclusione della precedente edizione?

Eppure di Fiere ed Esposizioni nel mondo vitivinicolo se ne contano a decine, per non dire centinaia ed in molte di esse sono stato presente. Cosa suscita in un veterano come il sottoscritto il brivido dell’avvicinarsi di un tale evento? Anzitutto, si da il caso che abbia trascorso gran parte della mia giovinezza in Trentino, a pochi passi dai luoghi incantevoli protagonisti della celebre Kermesse. Cosa non secondaria è l’ottima organizzazione, capace di migliorarsi anno dopo anno nonostante le mille incertezze del nostro presente.

Eppure ciò non basterebbe a fare la differenza, se non fosse per quel quid rappresentato dal concetto di eleganza e diversità nell’offerta enogastronomica che nessun altro riesce ad offrire. Si direbbe che voglia quasi sbucciarmi le mani nell’applaudire il lavoro di Elmuth Köcher, attuale presidente ed ideatore del marchio The WineHunter e del suo staff di validi collaboratori. Lasciamo parlare invece i numeri, raccontando dell’edizione 2021, la trentesima, svolta in un difficilissimo contesto pandemico: oltre 5.000 le presenze registrate nelle cinque giornate della manifestazione, dedicata alle eccellenze del settore enogastronomico selezionate da The WineHunter.

Grande partecipazione di un pubblico specializzato che conferma ancora una volta un target di qualità alla ricerca di novità che a Merano WineFestival anticipano da sempre le tendenze. Dal 4 all’8 novembre 2022 avrà luogo la 31^ edizione che vedrà l’affluenza di non oltre 1.500 persone al giorno puntando a un parterre di intenditori.

Splendide le sale dello storico Kurhaus (visibile nella foto di copertina) allestite per The Official Selection e le altre location come la Gourmet Arena, l’area Spirits Emotion
, l’Hotel Terme Merano e il Teatro Puccini per i Side Events e gli spazi esterni del “fuorisalone” Merano WineCitylife con aree tasting e master experience lungo Corso Libertà.

venerdì 4 novembre: all’interno del Kurhaus di Merano, la selezione di vini premiati The WineHunter Award 2022, l’eccellenza del settore vitivinicolo; The WineHunter Area con la possibilità di degustare più di 350 vini provenienti da tutta l’Italia in un unico punto. Infine, presso la GourmetArena, Passeggiata Lungo Passirio, i migliori prodotti gastronomici dalla culinaria, alle birre e ai liquori e distillati ed Extrawine, alla scoperta di prodotti di qualità ed eccellenza insieme al meglio dell’artigianalità degli accessori del settore. Non mancheranno conferenze, masterclass e drink competition, show cooking ed un’attenzione alle tematiche di sostenibilità in agricoltura.

sabato 5 novembre: oltre quanto già indicato che vale per tutte le giornate dell’evento, avverrà la premiazione dei prodotti e presentazione della guida ufficiale “Vini Buoni d’Italia 2023” presso il Teatro Puccini ed il concorso “Miglior Chef Emergente d’Italia”, la competizione riservata ai giovani chef under 30 che ha ormai raggiunto grande notorietà e successo nell’ambiente della ristorazione e che ogni anno vede in gara 40 giovani under 30.

domenica 6 novembre: un focus verso oriente con due momenti dedicati ad Hong Kong, Singapore e Giappone

lunedì 7 novembre: workshop WineHunter Ambassador USA; Premio Godio: innovazione, apertura, disponibilità, coerenza, coraggio ed anche cultura, ricerca e sano apprezzamento per la vita: questi i valori ispirati dal nome Godio. Il riconoscimento di un’alta e coraggiosa professionalità che é stata capace di distinguersi e dare un grande contributo alla cultura gastronomica altoatesina.

– martedì 8 novembre: la “Catwalk Champagne”, l’evento di chiusura del Merano WineFestival presenta alcune delle migliori Maisone Du Champagne abbinati a prodotti di culinaria selezionati. Un momento di gioia e di festa, nell’attesa di tempi sereni per tutti, brindando all’edizione che verrà.

Immancabili i tanti focus su diversi Consorzi italiani, questa volta nell’area all’aperto in Corso della Libertà saranno presenti il Consorzio di Tutela dei vini del Sannio, Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ed il Consorzio Barbera D’Asti e Monferrato.
Ed infine la Georgia ed i suoi vini, tema da sempre caro ad Helmuth, perché da quelle terre è nato il vino così come lo conosciamo.

Buon Merano Wine Festival 2022 edizione numero 31: “Il Respiro e Grido della Terra”.

Il peperone “sciuscillone”, materia prima eccezionale che sospinge un territorio

I Segreti di Diano, lo sciuscillone e l’elogio della non lentezza
Un’azienda nel cuore di Teggiano sfata il falso mito della lentezza della campagna e ci racconta come una materia prima eccezionale può dar vita a una realtà evoluta e propulsiva.  Un progetto agricolo che è anche valorizzazione del territorio. Teggiano, oltre ad essere una delle perle del Vallo di Diano per la sua ricchezza culturale, paesaggistica e artistica, ha un prodotto che definire un’eccellenza è riduttivo. Lo sciuscillone, la particolare varietà di peperone dolce di tipo “corno”, è la punta di diamante de I Segreti di Diano e dal 2019 è una De.Co. del Comune di Teggiano.  I Segreti di Diano è attiva sul territorio dal 2017 e in pochi anni riesce a coinvolgere ben dieci piccoli produttori, che oggi coltivano secondo il disciplinare, per poi conferire all’azienda che trasforma lo sciuscillone (peperone dolce) ed il serpentino (peperoncino piccante) in chips, polveri, creme ed essiccati. Il peperone crusco, sempre più richiesto dalla filiera della ristorazione e della pizzeria gourmet, e sempre più amato dal cliente finale, non è altro che il risultato dell’essicazione e della frittura del peperone corno. I Segreti di Diano può vantare di avere in esclusiva lo sciuscillone crusco, in quanto in azienda si trasforma solo questa speciale varietà di peperone dolce, a cui si affianca la variante piccante, il serpentino. Di entrambe le varietà, I Segreti di Diano è Coltivatore custode della Regione Campania. Il catalogo prodotti si completa con un piccante napoletano in olio extra vergine d’oliva monocultivar e per il prossimo futuro si ragiona già su derivati da altri prodotti orticoli come zucchine e melanzane. Agro-artigianato, quindi, che crea economia, valorizzando con la stessa importanza prodotto e manodopera, conoscenza contadina e consapevolezza dello strumento azienda per essere incisivi sui mercati, anche attraverso la gestione del conto terzi. La mente, le mani e il volto dietro questa giovane impresa appartengono a Pietro d’Elia, teggianese, dalla formazione economica e dall’indole eclettica, che nel 2016 decide di “tornare alle radici”, senza tuttavia fare di questo ritorno un cliché da “piccolo mondo antico”. Lontano dal romanticismo bucolico che spesso attraversa la rappresentazione delle aziende agricole del Sud Italia, Pietro d’Elia ha un’intuizione: trasformare un prodotto antico in un luxury brand, rafforzato anche dalla scelta di un packaging accattivante e sofisticato, in vetro e bag in alluminio, per una motivazione che va oltre l’estetica. Il peperone, infatti, è sensibile all’aria e all’umidità e va preservato grazie all’utilizzo di queste tipologie di confezionamento che, mantenendo l’atmosfera modificata, ne garantiscono una conservazione ottimale.
L’unica lentezza che accompagna I Segreti di Diano è quella dei finanziamenti pubblici, che tardano ad arrivare, ma non scoraggiano né la volontà dell’imprenditore né quella dei collaboratori che nel corso del tempo si sono affiancati, nel comune obiettivo di generare una sempre maggiore conoscenza di un prodotto di altissima qualità, per posizionarlo con una strategia precisa dentro e fuori dall’Italia. Tutti i peperoni sono raccolti, puliti e privati dei semi a manoL’essicazione del prodotto avviene secondo il metodo tradizionale, rispettando i 50 giorni che rendono il peperone naturalmente pronto alle diverse trasformazioni in cui l’azienda è specializzata. L’educazione al prodotto è un altro tratto distintivo dell’approccio aziendale e si sviluppa attraverso importanti momenti di formazione“È fondamentale che le artigiane e gli artigiani che lavorano in azienda siano profondamente consapevoli dell’importanza che ha il nostro lavoro, dalla cura della terra alla raccolta, dalla pulitura fino all’insertamento manuale, ed è altrettanto fondamentale che questa consapevolezza sia percepita come cultura, iniziando da noi. Soltanto così il consumatore finale potrà comprendere e apprezzare fino in fondo quanto la bellezza del nostro prodotto sia il risultato della sua bontà intrinseca, una bontà preziosa perché viene dal lavoro e dal valore che esso genera.” – conclude Pietro d’Elia. I Segreti di Diano “svela” quindi cosa c’è dietro un peperone eccezionale attraverso azioni che seguono meticolosamente il processo. Un progetto che si sviluppa tra passato, presente e futuro e che, soprattutto, si prende cura del suo prodotto e del suo territorio, nell’accezione più nobile termine, con apertura ed empatia, ma anche preoccupazione e commitment, un impegno che contiene in sé il senso della promessa, della scommessa, dell’attaccamento e della serietà.
talleri e rape rosse

“Sogni estivi”: San Michele Appiano, ricette d’autore e vini

Pinot Grigio Sanct Valentin e Talleri alle rape rosse, Casolet e ricotta affumicata del ristorante “Alla Pineta” del Pineta Nature Resort in Val di Non.
 
Torna “Sogni Estivi”, il progetto che mette assieme le ricette degli chef d’Italia e i vini della Cantina San Michele Appiano. Dedicato ai media che si rivolgono ai lettori che amano, anche a casa, preparare piatti d’autore accompagnati da vini d’eccellenza.
 Vini freschi e piatti a base di ingredienti di stagione sono il connubio perfetto per gli amanti della buona tavola in estate. Per questo torna il progetto “Sogni estivi”, ideato dalla Cantina San Michele Appiano, che vede protagonisti i suoi vini pregiati abbinati a ricette d’autore di chef (stellati e non) dei ristoranti d’Italia. Nelle scorse edizioni, assieme ai vini della Cantina leader in Alto Adige, hanno partecipato, con le loro ricette, chef da nord a sud dell’Italia (Herbert Hintner, i fratelli Cera, Alfonso Caputo, Nicola Portinari, Karl Baumgartner, Paolo Gori, Diego Pani, Renzo e Damiano Dal Farra). Quest’anno tocca a Mattia Sicher, chef al ristorante “Alla Pineta” del Pineta Natur Resort in Val di Non, che propone la ricetta dei Talleri alle rape rosse, Casolet e ricotta affumicata abbinata al Pinot Grigio Sanct Valentin della Cantina San Michele Appiano.


 
Il Pinot Grigio Sanct Valentin nasce nel 1986 quando, per la prima volta, viene vinificato in purezza ed affinato in piccole botti. L’espressivo Pinot Grigio Sanct Valentin convince per l’integrazione perfetta di acidità, forza e concentrazione. È uno dei Pinot Grigio italiani più dotati e la sua beva eccellente, anche dopo molti anni d’invecchiamento, è l’ideale per accompagnare il primo piatto proposto al ristorante “Alla Pineta”. Per preparare i Talleri, lo chef Mattia Sicher crea un impasto di patate, farina, uovo, rape rosse e un pizzico di sale, che stende a uno spessore di 1 cm e divide in due parti. Il ripieno (ottenuto frullando assieme il formaggio Casolet della Val di Sole, un cucchiaio di Trentingrana, 50 gr di ricotta affumicata e 50 gr di ricotta vaccina) è disposto sopra al primo dei due strati di pasta e ricoperto con il secondo. Tagliata la pasta nella forma desiderata e confezionati i talleri, lo chef cuoce il tutto in acqua bollente per 5 minuti e impiatta servendoli con un po’ di burro, sciolto nel brodo e fatto ritirare, e centrifugando la rapa rossa per rendere il colore più brillante.
 
La cucina dello Chef Mattia Sicher è fortemente legata alla tradizione locale, tanto che il ristorante “Alla Pineta” è stato riconosciuto come Osteria Tipica trentina; è inoltre uno dei pochi ristoranti della regione ad aver ricevuto l’attestato “Slow Food” grazie all’impegno nella tutela della tradizione, dei piccoli produttori, della biodiversità e della cultura legata al valore del cibo. La scelta di aderire a una filosofia che unisce tradizione, selezione e ricerca, per offrire sempre un’esperienza di eccellente qualità, è un elemento in comune con la Cantina San Michele Appiano. Con 320 soci e 385 ettari di vigneti, la Cantina leader in Alto Adige continua oggi, con profonda dedizione, a promuovere nei suoi vini la grande tradizione vitivinicola altoatesina, affidandosi alle più moderne tecnologie per garantire costanza e unicità qualitativa a tutti gli appassionati.

Cigar & Wine

Cigar & Wine, il 21 luglio tra i vigneti di Vallepicciola

Nel calendario di eventi conviviali estivi di Vallepicciola, c’è il 21 luglio Cigar & Wine. Gli ospiti potranno fumare il sigaro toscano e degustare i vini della cantina eccellenza di Castelnuovo Berardenga, Siena. Evento serale conviviale e che prevede anche musica dal vivo e il suggestivo tramonto sul paesaggio collinare del Chianti Classico.
 
Cigar & Wine è l’originale evento in programma a Vallepicciola, nel cuore del Chianti Classico, il 21 luglio, dalle ore 18.30 in poi, che dà l’opportunità di scoprire i migliori abbinamenti tra sigaro e vino addentrandosi in un viaggio alla scoperta della complessità di tutti i loro aromi. Si tratta di uno dei numerosi appuntamenti dell’estate organizzati dall’azienda vitivinicola di Castelnuovo Berardenga per tutti, residenti e turisti da ogni parte d’Italia e del mondo.

Cigar & Wine è l’evento dedicato agli amanti e appassionati di sigari, in particolare quelli toscani, abbinati ai pregiati vini della cantina Vallepicciola. La serata inizia poco prima del calar del sole, alle 18.30 ossia il momento migliore e più suggestivo per ammirare al tramonto il paesaggio collinare del Chianti Classico, scolpito dai giochi di colore tra i raggi del sole e le prime ombre. A far scoprire e apprezzare la ricchezza di aromi del sigaro abbinati ai vini della cantina Vallepicciola, proposti e presentati dall’azienda, c’è Terry Nesti, noto esperto di Manifatture Sigaro Toscano SpA e del Club Amici del Toscano. Sigaro e vino, ma anche cibo genuino locale e stagionale, tra cui salumi e formaggi selezionati con cura da Tamara Marini, responsabile Hospitality ed Eventi per Vallepicciola. Selezione che fa visitando quotidianamente i produttori locali con l’obiettivo di avere solo il meglio da offrire ai propri ospiti. Ma non è tutto, ci sono anche altri prodotti come pane, grissini e focacce fatti in casa e in accompagnamento con i salumi e i formaggi. Per deliziare le orecchie, oltre al palato, la piacevole musica dal vivo in compagnia del duetto Jazz composto dai giovani Selene Zuppardo e Santiago Fernandez, rispettivamente voce e pianoforte. L’evento assicura convivialità e relax in uno scenario che vede i propri ospiti immersi nel paesaggio collinare del Chianti Classico, un sigaro toscano in una mano e un calice di vino nell’altra; un modo originale di apprezzare il meglio di questo territorio e di degustare la ricca proposta dei 107 ettari di vigneti di Vallepicciola tra vini rossi, bianchi, rosati e bollicine di alta qualità.
 
In caso di maltempo, l’evento Cigar & Wine, si svolgerà comunque all’interno della moderna struttura dell’azienda vitivinicola. Il costo dell’esperienza è di € 35,00 a persona e per partecipare è necessario prenotare inviando una mail all’indirizzo di posta elettronica visit@vallepicciola.com, oppure telefonando o inviando un whatsapp al numero +39 342 0369692.

belvita

Cucina locale e stagionale, vini, birra e succhi della Val Venosta.

All’Alpin & Relax Hotel Das Gerstl il gusto è di casa grazie al marchio esclusivo R30 che garantisce l’utilizzo di prodotti tipici locali nel raggio di 30 chilometri.
Il meglio della Val Venosta e del territorio dell’Alto Adige all’Alpin & Relax Hotel Das Gerstl. Al quattro stelle superior, membro dei Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol, l’obiettivo primario è recuperare il proprio benessere attraverso i piaceri del palato. Il marchio “R30 – Garanzia gusto di casa” della famiglia Gerstl è garanzia di eccellenza nel piatto e nel bicchiere, con prodotti di provenienza entro i 30 km, come raccontano la chef Petra Patscheider e la sommelièr Sonja Gurschler.
L’accoglienza in Alto Adige non è fatta solo di benessere, ma anche di gusto. Lo conferma la proposta dell’Alpin & Relax Hotel Das Gerstl, che propone il meglio del territorio partendo dalla cucina. L’attenzione per il benessere degli ospiti, sempre al primo posto nei servizi personalizzati dei Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol a cui l’hotel appartiene, passa anche dalla proposta enogastronomica dedicata ai prodotti di eccellenza del territorio. A far da palcoscenico sono gli ambienti raffinati e confortevoli del ristorante gourmet, del lounge & bar e della cantina dei vini. La terrazza panoramica domina la Val Venosta e regala uno spettacolo meraviglioso sulla valle e sulle cime circostanti, esaltando il piacere della degustazione di cibi, vini, succhi, aperitivi e digestivi.

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R30, L’ECCELLENZA DEL GUSTO DI CASA
Tutto, in questo quattro stelle superior, si distingue per il marchio R30 – Garanzia gusto di casa, garanzia di provenienza locale ed eccellenza dei prodotti, siano essi i materiali con cui sono stati realizzati gli ambienti dell’hotel o l’offerta enogastronomica. Questo marchio fortemente voluto dalla famiglia Gerstl, riassume il concetto dei 30 km come massima distanza di provenienza di qualsiasi tipologia di bene. Una filosofia di cucina locale e stagionale che la famiglia Gerstl spiega e condivide con gli ospiti una volta a settimana con aperitivo sulla terrazza.

CUCINA LOCALE E STAGIONALE
La cucina si rispecchia in questa visione. «Qui si ritrova la filosofia R30, dalla colazione interamente R30 alla cena gourmet, passando per il bistro con la sua offerta pomeridiana di dolci fatti in casa e bibite preparate con prodotti locali» spiega la chef Petra Patscheider. Ogni ingrediente proviene da agricoltori e allevatori della Val Venosta, in primis e poi, a seguire, da altre zone dell’Alto Adige e, solo dopo, da altri territori. Coltivatori e allevatori vengono scelti dopo una minuziosa selezione, andando a visitarli sul posto affinché la chef sia informata settimanalmente dei prodotti disponibili. «L’offerta è particolarmente ricca nel periodo estivo, ma in collaborazione con coltivatori locali prepariamo conserve e sciroppi per la stagione invernale». Protagonisti sono gli ingredienti stagionali della Val Venosta: i prodotti caseari e gli ortaggi, tra cui patate, carote, cavolo cappuccio, sedano, asparagi e la frutta, come le albicocche. Tra i tipi di carne, i salami affumicati e lo speck di malghe locali e il manzo pregiato del maso di Melago in Vallelunga in Alta Val Venosta, dove si alleva la razza bovina pura Wagyu in modo sostenibile. «Privilegiamo la stagionalità, ma sempre sulla base della filosofia R30, che gli ospiti chiedono e riconoscono dalla presenza del marchio».

VITICOLTURA DELLA VAL VENOSTA E REGIONALE
Un buon piatto deve essere accompagnato da un buon vino. La sommelièr Sonja Gurschler presenta la cantina del Das Gerstl: «La filosofia R30 vale anche per la cantina. Quattrocento etichette, soprattutto di provenienza da una decina di produttori della Val Venosta, poi della Val Isarco e una proposta bilanciata tra bianchi e rossi del resto dell’Alto Adige e infine tutte le altre regioni d’Italia. L’estero è rappresentato solo dallo champagne». La distanza fa la differenza e ogni scelta utilizza anche questo criterio. Vini e succhi come quello di mela totalmente R30, succhi con frutti di bosco altoatesini, bibita Cola da Bressanone, birra altoatesina e i prodotti delle numerose distillerie della zona. «Questa offerta locale e poi regionale, è protagonista degli eventi di degustazione dedicati a vini del territorio, al Gin, a vini altoatesini e infine all’abbinamento formaggio e vino». E, quando il menu del ristorante è speciale, ecco l’occasione per degustare in bicchiere fino a cinque o sei diversi vini R30 e regionali.

Glamping

Tenda e comfort di lusso a 2000 mt, tra le vette altoatesine.

Glamping: combinazione di glamour e camping per sperimentare una vacanza diversa e indimenticabile, immersi nella natura della Valle Aurina, in Alto Adige. Le parole chiave che ben la descrivono? Tenda, avventura, comfort di lusso e romanticismo, il tutto abbracciati dalla rigogliosa natura della valle laterale più estesa dell’Alto Adige.
Il maestoso scenario naturale dell’area vacanze Valle Aurina, in Alto Adige, fa da palcoscenico a un’estate da trascorrere in modo inusuale grazie alla particolare avventura di soggiorno nelle tende glamour del Mountainglamp: tra vette che superano i 3.000 metri, laghi, torrenti e foreste, il Mountainglamp consente di trascorrere una notte a stretto contatto con la natura e avvolti da comfort di lusso.
Il Glamping è un’occasione nuova per trascorrere le vacanze che si è diffusa negli ultimi anni, ma in cosa consiste più precisamente? Glamour e camping che, insieme, diventano sinonimo di vacanza nel lusso e nel comfort pur dormendo sotto le stelle, in tenda e immersi nella natura. La Valle Aurina presenta la proposta di Mountainglamp del team Kreaktiv a Campo Tures, vicino alle Cascate di Riva di Tures dove, dai suoi 846 metri s.l.m. si raggiunge, a piedi o in e-bike, un alpeggio che tocca quota 2.000; qui, circondati dalla maestosità delle Alpi della Zillertal, si degustano prima i formaggi di un maso locale assieme a un drink e ci si sposta, poi, in una spaziosa tenda in cui trascorrere la notte. La tenda è attrezzata di tutto il necessario per soddisfare ogni comfort e andare incontro alle esigenze di ciascun ospite. Il Glamping regala anche l’occasione per passeggiate nella tranquillità e nel silenzio, momenti in cui rigenerarsi in una sauna a botte o una vasca riscaldata. Al calar del sole si possono fare delle brevi passeggiate, ammirando il tramonto e lasciandosi conquistare da momenti totali di relax sotto le stelle, da qui più luminose grazie alla totale oscurità libera dall’illuminazione dei centri abitati, osservando valli e cime alla luce della luna, con intorno solo i suoni della vita notturna dell’ambiente naturale.



Il Mountainglamp in Valle Aurina è un’opportunità per vivere un’esperienza suggestiva, vicini alla natura e rigenerandosi al suo contatto, avvolti dai comfort di un albergo. In coppia nel segno del romanticismo, in gruppo o in famiglia come pura avventura, il Mountainglamp porta benessere fisico e mentale. Per informazioni e prenotazioni: KREAKTIV, www.kreativ.it/it/, tel. 0474 771489