“Sorsi di solidarietà”: Radda in Chianti per la Romagna

Sangiovese di Toscana vs Sangiovese di Romagna.

Probabilmente uno degli “scontri più sentiti” nel mondo degli appassionati dI vino. Ognuno dice la sua: qualcuno si schiera per patriottismo, qualcun altro porta a sostegno esperienze della tal degustazione. Qualcun altro ancora parlando di storia, terroir o addirittura DI analisi organolettiche. Per tutta onestà, il Sangiovese Toscano si è sempre piazzato su un gradino del podio più alto rispetto a quello Romagnolo.

Tuttavia il giorno 2 settembre 2023 la suddetta partita ha avuto un terzo, inaspettato, vincitore: la solidarietà. A Radda in Chianti, ha avuto infatti luogo “Sorsi di solidarietà”, un evento ideato dall’associazione Vignaioli di Radda in unione alla Pro Loco di Radda.

Idea che, per riprendere le parole di Riccardo Porciatti, vice presidente della Pro Loco di Radda, è nata per non perdere il focus sull’alluvione che a maggio di quest’anno ha colpito la Romagna. 4 vignaioli Raddesi (Istine, Fattoria Poggerino, Tenuta di Carleone e Caparsa) a confronto con 4 vignaioli Romagnoli (Vigne dei Boschi, Marta Valpiani, Costa Archi e Villa Papiano) in una degustazione organizzata in 4 staffette.

Da sinistra: Paolo Cianferoni (Caparsa), Sean O’Callaghan (Tenuta di Carleone), Piero Lanza (Fattoria Poggerino), Angela Fronti (Istine)

Da sinistra: Paolo Babini (Vigne dei Boschi), Gabriele Succi (Costa Archi), Francesco Bordini (Villa Papiano), Elisa Mazzavillani (Marta Valpiani)

Luogo della manifestazione la suggestiva piazza Francesco Ferrucci di Radda in Chianti, adibita con tavoli da degustazione per l’occasione. Il ricavato risultante dalla presenza di ben 80 spettatori (fra cui oltre al sottoscritto, anche la collega Sara Cintelli) è stato devoluto in beneficenza alle associazioni dei vignaioli coinvolti nell’alluvione dello scorso maggio.

Non solo viticoltori, ma anche olivicoltori. È l’olio, infatti, un altro elemento che condivide con il vino i confronti su quale sia il migliore, se questo o quello. Ma ciò che ci preme sottolineare è che in Romagna l’olio ha condiviso purtroppo anche la stessa sorte del vino, ovvero quella di aver subito gli ingenti danni delle frane causate dall’alluvione. Brisighella, uno dei territori maggiormente colpiti, è la terra dove viene prodotto il “Brisighello”, il primo olio extravergine d’oliva d’Italia ad aver ricevuto la certificazione DOP nel 1996. L’intervento di Nicola Pederzoli, vice presidente del Consorzio Olio DOP di Brisighella, ci ha fatto capire che il consorzio è composto da piccoli produttori, e che quindi se uno di loro dovesse abbandonare scoraggiato dagli ingenti danni subiti, potrebbe causare un effetto domino e portarsi dietro anche gli altri. Risulta quindi fondamentale che rimangano tutti uniti.

Da destra: Nicola Pederzoli, Federica Assirelli (Consorzio Olio DOP Brisighella)

A fare da portavoce dei vignaioli colpiti, invece, c’è Francesco Bordini, colonna dell’agronomia vitivinicola Romagnola e titolare di Villa Papiano, l’azienda di famiglia. Oltre a fornire qualche numero per aiutare la platea a visualizzare meglio quale sia stata la portata dei fenomeni meteorologici che hanno colpito la Romagna, ha calcato la mano sul rapporto che l’uomo ha con la natura. Essa, infatti, ha una potenza inarrestabile, ma quali responsabilità ha l’uomo? È ligio al dovere eseguendo tutti gli interventi di manutenzione con costanza? Anche Radda sorge su un territorio collinare con parecchie analogie con quello Romagnolo, il che suona quasi come una sorta di monito, o appello, affinché la stessa sorte non capiti ad altri.

Da sinistra: Carlo Macchi (Wine Surf), Francesco Bordini (Villa Papiano)

Si è passati quindi alle degustazioni, ma questa volta non vogliamo perderci in analisi, punteggi e classifiche. Vogliamo tuttavia raccogliere il suggerimento di Carlo Macchi, giornalista enogastronomico e direttore di Wine Surf (nonché conduttore della serata) nel capire somiglianze e differenze fra queste due tipologie di Sangiovese e di territorio, confrontando vini della stessa annata – la 2019 – (o quasi… qualcuno ha portato la 2020). Le somiglianze? Il Sangiovese si conferma probabilmente uno dei vitigni maggiormente capaci di leggere il terroir, per cui ogni vino ci ha parlato esattamente del luogo in cui viene prodotto. Le diversità? Radda in Chianti gioca sul corpo e sulle morbidezze. Vini pieni, ricchi e con tannini complessi. La Romagna invece fa rimanere in estate, con prodotti freschi, tesi, caratterizzati da finezza di aromi e succose acidità che invogliano il sorso successivo. De gustibus non disputandum est.

Conclude la serata un ricco buffet organizzato con prodotti tipici provenienti da entrambe le zone, con l’intervento di Pierpaolo Mugnaini sindaco di Radda in Chianti. Oltre a ringraziare i produttori per l’innegabile lavoro di qualità ravvisato nella degustazione, egli auspica che questa neonata partnership possa continuare anche in futuro contribuendo a scambi utili per conoscersi, condividere storie e culture, divenendo una crescita positiva per gli attori in gioco. Anche fra vignaioli le “rivalità positive” si trasformano in amicizia e unione quando il minimo comune denominatore è la solidarietà.

Perché, alla fine, cosa c’è di meglio di un’atmosfera intima, del buon cibo e un calice di vino, magari Sangiovese?

Matteo Paganelli

Matteo Paganelli

La mia passione per la scrittura inizia molto presto, quando all’età di 3 anni mia madre decide di insegnarmi a leggere e a scrivere. La mia passione per il vino invece inizia molto più tardi, ma sfocia subito in un percorso rapido che mi porta a diventare sommelier AIS e aspirante vignaiolo. Quando ho capito che potevo coniugare queste due passioni... è stato effetto supernova. Un giorno, non molto lontano, scriverò il libro della mia vita.

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