Poco convincente la 2023 proposta nella dodicesima edizione di Campania Stories, che segna un passo indietro rispetto alla crescita (anche emotiva) della qualità dei bianchi campani.
Non c’è dubbio che il millesimo abbia rappresentato ovunque un’annata non semplice da gestire, tra gelate, grandinate, malattie sistemiche e caldo assolato estivo. Non sono mancati neppure i cinghiali affamati, con i danni che ha creato la peronospora. Mancava solo il temuto asteroide dei film catastrofali americani ed il quadro sarebbe stato perfetto.
Ci si chiede, però, come mai alcune Regioni fatichino più di altre a mantenere dritta la barra, interrompendo il positivo cammino dei risultati conseguiti. L’opinione di 20Italie è che la paura si insinua in ciascuno di noi, negandoci la visione a lungo raggio del problema. Con il clima odierno non si può sperare molto, almeno nel breve. Il pessimismo arreca, però, soltanto sfiducia e conduce alla ricerca di facili soluzioni che mal cozzano con quanto dovrebbe presentare l’areale.
Vini non ancora pronti, nell’usanza poco saggia di essere imbottigliati pochi giorni prima delle manifestazioni d’assaggio, o stravolti nel profilo organolettico che li rende immediatamente riconoscibili. La saggezza presuppone una tranquillità d’animo solo in parte mitigata dal risvolto economico. I “nostri” produttori soffrono più di altri le avversità del mestiere e le ricette non sempre riescono come si vorrebbe: si beve ciò che si sente dentro.
Si salva la denominazione Greco di Tufo, che ha usufruito appieno dei ritardi di maturazione primaverili. Prodotti identitari, mordaci e favolosamente tipici che restituiscono il buonumore a chi li degusta. Il Fiano di Avellino resta costante sull’indecifrabilità di avere campioni troppo giovani per un giudizio completo, pur dimostrando minor polpa e “ciccia” del solito in molti casi. Bene il Sannio, non per picchi d’eccellenza, ma per una media qualitativa sempre in aumento; irripetibile e forse unica la Falanghina dei Campi Flegrei nella versione 2022, aderente come non mai al territorio di matrice vulcanica.
Visto l’apparente ripetersi di primavere pazze come quella dell’anno scorso, sarà meglio correre ai ripari senza indietreggiare di un millimetro. Ne va della stabilità stessa di un percorso che sta portando pian piano i bianchi della Campania ai vertici del settore, così come meritano i vitivinicoltori.
Di seguito l’elenco dei migliori assaggi effettuati alla cieca (senza conoscere le etichette), riportati poi al termine in ordine cronologico e non di preferenza. Un ringraziamento particolare a Miriade & Partners per la splendida organizzazione ed al servizio in sala curato dai sommelier di A.I.S. Campania.
Migliori Fiano di Avellino Docg 2023
Vesevo
Villa Raiano
Borgodangelo
Migliori Fiano di Avellino Docg 2022 – 2021
Pietracalda – Feudi di San Gregorio
Brancato – Tenuta Cavalier Pepe
Tenuta del Meriggio
Alimata – Villa Raiano
Elle – Laura De vito
Migliori Greco di Tufo Docg 2023
Vesevo
San Paolo di Claudio Quarta
Di Meo
Vigna Cicogna – Benito Ferrara
Migliori Greco di Tufo Docg 2022 – 2021
Contrada Epitaffio – Macchie Santa Maria
Tenuta del Meriggio
Pietracupa
Grancare – Tenuta Cavalier Pepe
Petilia
Kuris – Tenuta Scuotto
Migliori Falanghina del Sannio Dop – Beneventano Falanghina Igp 2023
Macére Bio – Torre del Pagus
Cantine Iannella
Identitas – Cantina di Solopaca
Anima Lavica – La Guardiense
Migliori Falanghina del Sannio Dop 2022 e 2020
Vigna Segreta – Mustilli
Libero “F” Particella 190 – Fontanavecchia
Migliori Falanghina dei Campi Flegrei Dop 2023
Colle Imperatrice – Astroni
Settevulcani – Salvatore Martusciello
Terrazze sui Campi – Tenute Loffredo
Dama del Sole – Cantavitae
Migliore Irpinia Coda di Volpe 2022
Tenuta del Meriggio
Migliori Terra del Volturno Pallagrello Bianco Igp 2023
Caiatì – Alois
Ventallegra – Scaramuzzo