Il 13 novembre 2021 si è svolta la presentazione ufficiale dell’Associazione Viticoltori Greve in Chianti, che ha rinviato i saluti ad un appuntamento formale in grande stile l’anno successivo. Non poteva essere da meno la promessa fatta dalla Presidente Victoria Matta – Castello di Vicchiomaggio – e delle oltre 30 cantine coinvolte, nell’invitare per il 1 settembre 2022 un parterre di giornalisti, influencer e wine blogger ad ascoltare l’intervento dello scrittore ed editore Alessandro Masnaghetti sul territorio e sulle Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) di recente introduzione. La rara possibilità di interagire con un autentico guru, ideatore delle mappe e dei libri di approfondimento a marchio Enogea immancabili nelle case di critici del settore e semplici appassionati.
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L’evidenza, sul campo, di quante differenze possano trovarsi nello spazio di pochi metri, tali da giustificare l’idea stessa di zonazione, partita al momento in sordina e che vedrà di sicuro aggiornamenti ed ampliamenti nel futuro prossimo. Terreni, pendenze e condizioni climatiche notevolmente differenti, dove l’assunto Nord-Sud ed Est-Ovest viene rivoluzionato. Non è detto, infatti, che “Nord” significhi minor calore e vini più leggeri, così come non si può ricavare necessariamente un nesso tra suolo e vino, data l’estrema complessità e variabilità dell’ambiente pedoclimatico. Un potenziale ancora inespresso, che necessita di maggior impegno da parte di tutti per scalare le vette della qualità enologica. Vini materici, potentemente tannici, a volte esuberanti, che richiedono un sapiente uso delle moderne tecnologie produttive sia in vigna che in cantina. Chi lo fa da tempo presenta prodotti di buona finezza e gradevole linea gustativa, con un occhio amichevole verso il concetto di serbevolezza. Per gli altri vale l’assunto “gli esami non finiscono mai”: bisognerà rivederli in futuro con il frutto delle esperienze maturate. Avvertiamo comunque un cauto ottimismo, al netto delle naturali divergenze e dei tipici campanilismi mai domi, grazie alla locomotiva trainante di aziende storiche che hanno unito le forze per crescere insieme secondo il detto l’unione fa la forza.
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Nella Masterclass che segue il dibattito, abbiamo potuto degustare 7 campioni provenienti da zone diverse, già di buon livello complessivo, con 3 punte di vertice che sono nell’ordine:
– Chianti Classico Docg 2019 Villa Calcinaia/Conti Capponi: parte timido poi tira su la testa con un frutto croccante misto tra ciliege ed amarene. Sentori floreali (viola) in lieve appassimento
– Chianti Classico Docg 2020 Castello di Querceto: compostezza. Peccato per alcune note evolute nel finale che lo stringono proprio al culmine, altrimenti sarebbe stato il migliore assaggio di giornata. Sapido.
– Chianti Classico Docg 2019 Fattoria di Santo Stefano: muscolare, dalla trama antocianica poderosa. Sorso denso e caldo, basato su toni scuri di mirtilli in confettura e spezie avvolgenti.
A seguire la cena di gala organizzata nella cornice della splendida Piazza Matteotti di Greve in Chianti, icona dell’arte fiorentina. Il territorio risente moltissimo della vicinanza alla capitale del Rinascimento italiano e lo si nota anche per lo charme delle residenze storiche deputate al turismo di lusso, veri capolavori mozzafiato. Qui è possibile però anche un turismo adatto a tutte le tasche, perché la bellezza del panorama offerto è a disposizione di chiunque, basta anche un semplice giro in macchina tra stradine e sterrati per rendersene conto. Durante la serata sono stati degustati 32 campioni comprendenti le Riserve e le Gran Selezioni non presenti nel pomeriggio. Ecco un buon elenco dei migliori, sul quale prendere spunti:
– Chianti Classico Docg Riserva 2019 – Azienda Agricola Richiari Porciglia: quello che non ti aspetti. Piccolissima produzione, praticamente sconosciuta al grande pubblico, eppure è superbo per eleganza, materia e succosità al sapore di ciliegia matura.
– Chianti Classico Docg Riserva del Fondatore Valerio Lapini 2018 BIO – Podere Campriano: vale quanto detto per il precedente campione. Si aggiungono spezie di liquirizia e pepe nero, con un’ottima prospettiva.
– Chianti Classico Docg Riserva 2018 – Querciabella: risente in persistenza l’annata difficile, eppure è un vero cavallo di razza. Lineare ed elegante.
– Chianti Classico Docg Riserva 2016 – Savignola Paolina: l’annata memorabile in questo caso la dice lunga, ma son stati bravi a valorizzarla ulteriormente.
– Chianti Classico Docg Gran Selezione 2018 – Castello di Vicchiomaggio: arancia sanguinella e note iodate sul finale. Contratto all’ultimo, ma non si poteva davvero chiedere di meglio. Il vino appartiene al tempo ed alla natura.
– Chianti Classico Docg Gran Selezione 2016 – Carpineto: anche in tanta quantità si può fare qualità. Le classiche note polverose del Sangiovese fanno viaggiare con la mente verso boschi e sentieri impervi. Chiosa su tannini ben cesellati.
– Chianti Classico Docg Gran Selezione Sassello 2016 – Castello di Verrazzano: luogo incantevole, vino espressivo. Torrefazioni, visciole e sbuffi balsamici lo rendono completo ed appetitoso.
Ci rivedremo presto.