Le “P” nascoste nel simbolo VitignoItalia

No, non siamo impazziti! L’anticiclone africano sta finalmente prendendo piede con sole e temperature estive quasi tropicali, ma abbiamo avuto la vista lunga, a maggior ragione da Media Partner della manifestazione, per capire che VitignoItalia contiene ben 3 volte la lettera “P” dell’alfabeto nascosta tra le pieghe del suo simbolo.

P come Produttori, quelli entusiasti di partecipare all’evento per avere visibilità e presentare una Campania enogastronomica che ha ancora tantissimo margine in potenziale: 300 aziende e consorzi presenti hanno popolato la Stazione Marittima di Napoli, all’altezza della situazione. Tra banchi d’assaggio, talk e degustazioni top level, VitignoItalia ha acceso i riflettori sulle realtà enologiche più prestigiose della Penisola, puntando sul dialogo diretto con i produttori, che da sempre caratterizza questo format di successo.

Ampi focus sulle grandi denominazioni quali Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Friuli Doc e Roma Doc , intervenuti ai microfoni di 20Italie, passando per i migliori vini regionali come i rossi di Sicilia, i bianchi vulcanici da invecchiamento, i bianchi e spumanti siciliani e il verdicchio dei Castelli di Jesi.

P come Premiazioni, con il meglio dell’enologia tricolore grazie alla quarta edizione di 100 Best Italian Rosé, la guida edita da LucianoPignataroWineBlog di Luciano Pignataro e curata dai giornalisti Antonella Amodio, Chiara Giorleo, Adele Granieri Raffaele Mosca, che hanno raccontato da Nord a Sud le migliori etichette di una tipologia spesso erroneamente vista come vino semplice e beverino senza prospettiva di evoluzione nel tempo.

P come Protagonisti dunque, anche nell’arduo abbinamento pizza-vino con la presentazione di Calici & Spicchi di Antonella Amodio, Verso del Vino – Verso Divino, il volume di Marianna Ferri e Ottavio Costa e con la presentazione di 50 Insoliti Noti, la guida ai migliori 50 vini per tradizionalità e legame con il territorio, a cura di Gimmo Cuomo, firma del Corriere del Mezzogiorno. Cala così il sipario su VitignoItalia 2024, giunta all’anno della “maturità” simbolica con le sue diciotto candeline spente e che ha riunito 10.000 tra wine lover e traders.

Maurizio Teti Direttore di Vitigno Italia

Un’edizione eccezionale nei numeri e più coinvolgente che mai – sottolinea Maurizio Teti, Direttore di VitignoItaliaresa possibile grazie alla sinergia con i principali player della manifestazione a partire dalle istituzioni. In particolare con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania che da sempre crede fortemente nel nostro progetto. Siamo stati spettatori di un’edizione davvero sorprendente: a partire dal nostro fedele pubblico che ogni anno ci stimola nell’ideazione di nuovi contenuti, alle grandi cantine presenti che costituiscono l’essenza della manifestazione”.

Abbiamo messo in campo – prosegue Teti – un programma di incontri che hanno soddisfatto e incuriosito tanto gli appassionati quanto gli esperti, con attività trasversali tra il vino e altri settori, mettendo sempre al centro il piacere della degustazione e l’interazione con i produttori. Chiuderei con un ringraziamento a Unicredit e FEAMPA per il prezioso contributo e all’ICE per l’importanza in ambito internazionale che ogni anno conferisce alla nostra manifestazione, coinvolgendo grandi esperti del settore”.

Non da meno l’interesse dei buyers, un gruppo di 30 tra gli operatori più competenti provenienti da 18 paesi, selezionati in collaborazione con ICE, che hanno mostrato grande apprezzamento per le cantine presenti e hanno preso parte all’educational tour nei Campi Flegrei, approfondendo i vini di questo territorio enologico, tra i più affascinanti della regione. 

Infine l’affascinante masterclass sugli underwater wine, un viaggio tra i vini degli abissi più interessanti della Penisola che ha dato risalto ai produttori (Tenuta del Paguro con il Romagna Albana Docg Squilla Mantis 2019 UWW, Tenuta Campo al Signore con il Bolgheri Rosso Doc 2018 UWW, il Consorzio Agerasprinio Più o Meno Dieci con Asprinio DOC Aversa 2023 e Tenuta Asinara e il suoCayenna Submariner) che con passione e cura si dedicano a questo tipo di produzione singolare quanto affascinante. Un ringraziamento particolare all’Agenzia Mg Logos di Stefano Carboni e Maria Grazia D’Agata per il supporto, la condivisione e l’organizzazione stampa.

Masi Agricola: la Valpolicella in tour a Napoli da Cisterna Bistrot

Nord chiama Sud: la Valpolicella proposta nei vini di Masi Agricola e i piatti dello chef Pierpaolo Musto di Cisterna Bistrot a Napoli.

Evento organizzato grazie all’impegno di Titti Casiello, nostro autore di 20Italie, quest’oggi invece in veste di intermediaria tra due realtà che fungono da guida nel panorama enogastronomico. A Napoli le contaminazioni esistono da sempre e da Cisterna Bistrot, sotto le mani sapienti di chef Pierpaolo Musto, vanno in scena piatti della tradizione rivisitati appositamente in chiave veneta per l’ospite d’onore: i vini di Masi Agricola.

Chef Pierpaolo Musto

La storia di Masi inizia nel 1772, data della prima vendemmia della famiglia Boscaini nei pregiati vigneti del “Vajo dei Masi”, valle nel cuore della Valpolicella Classica. Da qui prende il nome l’azienda, tuttora di proprietà della famiglia, che, dopo oltre 200 anni di appassionato lavoro, opera attivamente oggi con la sesta, settima e ottava generazione. Fanno parte del Gruppo anche le cantine Conti Serego Alighieri, Conti Bossi Fedrigotti e Canevel, oltre le Tenute a conduzione biologica Poderi del Bello Ovile in Toscana e Masi Tupungato in Argentina.

Il menù prevedeva un trittico composto da:

alici ‘mbuttunate in saor accompagnate dal Valpolicella Classico Doc “Possessioni” 2021 di Serego Alighieri, classico incontro di uve Corvina, Rondinella e Molinara (clone Serego Alighieri da una vigna a piede franco), dai tannini morbidi e dall’ottima bevibilità fruttata.

Montanarina con baccalà mantecato proposta in abbinamento al Rosso Verona IGT “Campofiorin” 2020, una vendemmia tardiva in stile tipico per l’areale ed una tecnica peculiare, affinatasi negli anni, che consiste nel far rifermentare la massa vinosa sulle bucce semi-appassite dell’Amarone. Potenza e controllo viaggiano sullo stesso ritmo, non coprendo la delicatezza della mantecatura.

Polenta con salsiccia e friarielli servita con Amarone della Valpolicella Classico Docg Riserva “Costasera” 2017. La storia di Masi qui presentata in un’annata straordinaria, che ha consentito di ottenere un vino dalla gradevole freschezza non rimarcata da eccessive sensazioni morbide.

Prima del gran finale non poteva mancare il classico Risotto all’Amarone, eseguito alla perfezione con l’aggiunta di yogurt di bufala e nocciole di Giffoni. Qui la maggiore età dell’Amarone della Valpolicella Classico Docg “Vaio Amaron” 2016 di Serego Alighieri, con le sue nuance da confettura di frutti di bosco e una speziatura completa tra pepe nero e cannella, ottiene il massimo consenso dei presenti.

Chiusura su un plateau di formaggi erborinati a base di latte di pecora e bufala, ben sorretti dall’avvolgenza del Recioto della Valpolicella Classico Docg “Angelorum” Masi e sulle frittole veneziane (simili alle zeppole partenopee) con crema al limone di Sorrento con un calice di Elisir allo zenzero in Grappa di Amarone Masi.

Un prodotto di particolare rarità e degno di una serata all’insegna del buongusto, dell’eleganza e della musica jazz, con le indimenticabili melodie di Ella Fitzgerald.

Napoli: Vallepicciola porta il vento del Chianti Classico nel “paese d”o sole e d”o mare”

Bello rivedere, dopo la mia visita di qualche anno fa, Alberto Colombo CEO di Vallepicciola a Napoli nel “paese d”o sole e d”o mare”, come la famosa melodia di Bovio e D’Annibale. Bello riassaporare anche i vini provenienti da quest’angolo di Chianti Classico appartenente alla UGA Vagliagli, piccola frazione di Castelnuovo Berardenga.

Un doppio evento organizzato da smstudio pr & communication in un press day entusiasmante, suddiviso tra una tappa pomeridiana per la stampa ad Altogrado Vineria ed un momento più informale e interattivo nella cena serale al Ristorante Steak House, con l’abbinamento perfetto per i rossi toscani: la “ciccia” cotta a puntino.

Cantina avveniristica, sogno di Bruno Bolfo imprenditore ligure leader nel settore siderurgico. Per anni la consulenza enologica fu affidata alle abili mani di Riccardo Cotarella, che ne ha seguito le fasi prodromiche, lasciando poi il testimone per scelta aziendale ad Alessandro Cellai. L’opera di quest’ultimo, già riconosciuta e apprezzata in passato nei Domini Castellare di Castellina, è stata quella di rendere la materia prima eccellente, meno ricca e opulenta nella trasformazione e maturazione dell’uva in vino, anche grazie alla scelta di contenitori in cemento.

Eleganza, lunghezza ed espressività inserite nel ricamo territoriale. Vagliagli è nota per i suoi terreni compositi, basati su argille di tipo galestroso, calcare, buone altitudini ed esposizioni per garantire ventilazione con escursioni termiche notturne. L’incanto del paesaggio, i Monti del Chianti in lontananza, le vallate di Radda e Gaiole a pochi chilometri, è tale da rendere l’intera zona un sito di alto prestigio sul lato enoturistico.

Nella degustazione guidata presso Altogrado Vineria abbiamo riconosciuto la bellezza della diversità, raccontata nei calici da prodotti e annate differenti. In particolare il Chianti Classico 2021 ha un corredo di frutta e agrume rosso su nuance fumée di brace e radice di liquirizia. Il tannino lascia una scia avvolgente, quasi gelatinosa che rende il sorso aggraziato e godurioso. Annata della potenza e della morbidezza contrapposta alla fresca e floreale della Riserva 2020, dove i richiami di incenso, spezie scure e macchia mediterranea ben si uniscono alla trama antocianica irta e polverosa da sbuffo boschivo.

L’idea del Rosso Toscana IGT 2021 realizzato da Sangiovese in purezza ricalca la volontà di non adeguarsi ed adagiarsi per forza ai dettami di un disciplinare di produzione, cercando piuttosto di valorizzare quanto il terroir sa offrire senza incastonarlo in schemi prefissati. In questo caso il campione deve ancora digerire le espressioni boisé date dall’utilizzo di legni piccoli per la sosta in bottaia. Dalla vigna vecchia di 40 anni ne deriva un vino materico, strutturato e mellifluo, con dicotomia di bocca tra lievi surmaturazioni e pungenze tanniche. Ciò che è sicuro è che avrà molto tempo davanti per potersi esprimere nella sua piena compiutezza.

Chiudiamo i sipari con la garanzia di casa Vallepicciola: il Pievasciata Pinot Nero, che nella vintage 2022 ha regalato emozioni palpitanti ai cronisti, compreso il sottoscritto. Non serve attendere nulla per divertirsi con un sorso dinamico, ricco di piccoli frutti di bosco (lampone e fragoline) su tocchi balsamici e di cannella nel finale. Versatile, ottimo nel rapporto qualità-prezzo per non concentrarsi solo sul “Re” Sangiovese.

Due righe di chiosa le merita anche il Ristorante Steak House, con Francesco, Barbara e Gennaro che ci hanno accolto nel segno della tradizione partenopea di 54 anni di storia e una selezione di carni e frollature da autentici numeri uno. Apprezzabile il contesto “goliardico” per finire la giornata insolitamente calda, tra i ricordi del vento del Chianti Classico e del sole e del mare di Napoli.

Anteprima Vitigno Italia 2024

Tutto pronto per Anteprima VitignoItalia 2024: appuntamento con oltre 500 etichette da tutta la Penisola

Maurizio Teti, Direttore della manifestazione: “Record di accrediti da parte degli operatori di settore a testimonianza del ruolo che VitignoItalia ha nell’ambito della manifestazioni di settore a livello nazionale”.

Anteprima VitignoItalia 2024 è alle porte. Una giornata di degustazioni e incontri con i produttori dedicata alla stampa, appassionati e operatori di settore per conoscere le migliori espressioni enologiche da nord a sud della Penisola. 500 tra le migliori etichette delle più prestigiose cantine e consorzi vitivinicoli italiani saranno protagoniste a Napoli, negli eleganti saloni dell’Hotel Excelsior, dalle ore 15.00 fino a serata inoltrata. Una straordinaria opportunità per vivere l’esperienza di un percorso alla scoperta dell’Italia del Vino, che accompagnerà il pubblico partenopeo e non solo, naturale preludio alla 18esima edizione VitignoItalia prevista a giugno 2024 (da domenica 2 a martedì 4 giugno).

Si prospetta un’edizione dai grandi numeri – commenta Maurizio Teti, Direttore di VitignoItalia – infatti il dato che più ci soddisfa è il forte interesse riscontrato dalle enoteche, sommelier, ristoratori e dagli operatori di settore provenienti da tutta la regione, a cui è dedicata la fascia dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Un’affluenza che conferma la nostra manifestazione come punto di riferimento tra gli eventi enologici del BelPaese, soprattutto in virtù di un notevolissimo parterre di grandi produttori. Tanti nomi e vini da conoscere, che ogni anno coinvolgono un numero crescente di appassionati e professionisti che trovano in Anteprima VitignoItalia, il perfetto binomio tra degustazioni di grandi vini e approfondimenti su produttori, territori e vitigni”.

Confermata quindi la grande attenzione di cui Anteprima VitignoItalia gode tra addetti ai lavori e appassionati, cui va aggiunta la presenza di numerose firme della stampa nazionale e estera, provenienti dall’Austria, UK, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Israele. I media, oltre alla giornata di lunedì, potranno soddisfare la propria curiosità sulle cantine del territorio con un press tour che vedrà protagonista il Sannio, terroir in costante ascesa nel panorama nazionale e non solo.

“Una delle caratteristiche delle manifestazioni targate VitignoItalia – conclude Teti è quella di creare diversi momenti di approfondimento e di confronto, valutare le tendenze, confermare la crescita di nuove realtà senza mai dimenticare i territori tradizionalmente vocati. Il tutto con uno sguardo proiettato al futuro non solo per quello che concerne l’aspetto squisitamente qualitativo dei vini ma anche con approfondimenti su tematiche come il marketing, la comunicazione e le mille sfaccettature che fanno del nostro mondo un microcosmo affascinante e complesso”.

ANTEPRIMA VITIGNOITALIA 2024

Hotel Excelsior, Napoli – Via Partenope, 48

Lunedì 27 novembre 2023

Orario evento: dalle ore 15:00 alle ore 21:30

www.vitignoitalia.it

Tel 08/14104533; segreteria@vitignoitalia.eu

Ufficio Stampa MG Logos – Tel 06/97270151 – comunicazione@mglogos.it

“Trentodoc in Città”: a Napoli le bollicine di montagna guardano il Vesuvio

di Ombretta Ferretto

“Trentodoc in Città” è la manifestazione promossa dal consorzio spumantistico trentino per promuovere le bollicine di montagna in diverse realtà italiane.

Lunedì scorso 17 Aprile è approdata a Napoli, all’Hotel Eurostar Excelsior, con trentadue banchi d’assaggio e due seminari di degustazione guidata. L’evento, realizzato con il supporto di AIS Campania, era prevalentemente rivolto a operatori del settore, che, in una delle sale al piano terra, hanno potuto degustare i prodotti della DOC, scegliendo tra le cento etichette in mescita. Presente con ben tre referenze la cantina che ha scritto la storia del Trento Doc: Ferrari. Così come i colossi della viticoltura trentina Cavit e Nosio, attraverso i loro marchi Trentodoc, Altemasi e Rotari.

Non è stata facile la scelta all’interno di un così vasto assortimento, dove l’unica possibile classifica è quella dettata dal gusto personale. Tra i presenti ai banchi, spiccano Maso Martis Pas Dosé Riserva Bio, per la ricchezza e le mille sfaccettature al naso, e il +4 Rosé Riserva Letrari, per la gustosità del sorso che richiama la gelatina alle fragoline di bosco.

Le due Masterclass, guidate da Valentino Tesi, Miglior Sommelier d’Italia 2020, e Tommaso Luongo, Presidente AIS Campania, hanno raccontato la storia e le caratteristiche principali di questa Denominazione di Origine nata nel 1993 come la prima in Italia totalmente dedicata a un Metodo Classico. L’Istituto Trento Doc, fondato nel 1984 (e dunque prima ancora della stessa denominazione), conta oggi 67 aziende iscritte. Oltre 1154 sono gli ettari vitati certificati, nelle cinque valli intorno al capoluogo Trento: Vallagarina, Valsugana, Valdicembra, Val d’Adige, Valle dei Laghi. Quattro invece le varietà d’uva previste dal disciplinare: Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco e Meunier. Determinati pure gli affinamenti minimi per le diverse categorie: 15 mesi per il Brut, 24 mesi il Millesimato, 36 mesi per la versione Riserva.

Giulio Ferrari fu il primo a intuire, all’inizio del secolo scorso, che l’elemento latitudine, così determinante nella zona dello Champagne, poteva essere sostituito in Trentino da un altro elemento altrettanto caratterizzante, l’altitudine, con risultati altrettanto pregevoli nella produzione di un Metodo Classico. Bollicine di montagna è l’indissolubile slogan legato al nome Trentodoc, perché la caratterizzazione principale di questo spumante è determinata dal territorio montano, da suoli prevalentemente porfirici e calcarei (spesso ricchi di dolomia e roccia rossa del Trentino), che ne determinano profumi sottili ed eleganti e un gusto teso e minerale nell’evoluzione.

Ho partecipato alla seconda degustazione guidata, con sette campioni rappresentanti tutte le aree di produzione. Eccone, in sintesi le mie personali impressioni.

Trentodoc Sarnis Rosé s.a. – Cantina sociale di Avio 65% Pinot Nero – 35% Chardonnay
36 mesi di permanenza minima sui lieviti

Colpisce immediatamente per il suo colore rosa antico. Naso contraddistinto dalla delicatezza dei profumi di cipria, melagrana, fiori secchi, che si completano in bocca con la freschezza delle erbe mediterranee e il finale piacevolmente mordente.

Trentodoc Monsieur Martis – Rosé de noir 2018 Brut Millesimato – Maso Martis
100% Pinot Meunier
48 mesi di permanenza minima sui lieviti

Unico campione da Pinot Meunier in purezza. Bouquet complesso, immediatamente minerale vira poi agrumato su arancia rossa, bonbon al mandarino, acqua di mille fiori, tostature al torroncino.
Bocca avvolgente è perfettamente sostenuta dalla freschezza vivace, in uno dei campioni con un basso residuo zuccherino da dosaggio (5,5 g/l).

Trentodoc Altemasi Pas Dosé – 2017 Millesimato – Altemasi
60% Chardonnay – 40% Pinot nero
60 mesi di permanenza minima sui lieviti

Primo dei Pas Dosé in degustazione, Altemasi Millesimato si presenta di un giallo brillante con nuance ancora giovanili. Scie balsamiche di eucalipto e mentolo, ma la nota agrumata, così tipica del Trentodoc, si fa strada tra pompelmo rosa, cedro e fiori di zagara. Teso in acidità, anche e golosamente coerente al palato con ricordi di canditura.

Trentodoc Blasé – 2016 Millesimato – Revì
75% Chardonnay – 25% Pinot nero
42 mesi di permanenza minima sui lieviti

Giallo brillante per il Millesimato 2016 che, con i suoi 24 mesi di affinamento ulteriori dopo la data di sboccatura, si contraddistingue per le note di evoluzione, proseguendo su sentori di tostature, marzapane e fiori appassiti. Gusto su scie di distillazione e frutta surmatura nella parte retronasale.

Trentodoc Opera Brut – 2014 Millesimato – Opera Valdicembra
100% Chardonnay
60 mesi di permanenza minima sui lieviti

Verve dorata dall’inizio alla fine, esplode su caratteristici sentori di zagara e agrumi, persino pungenti, dove il lime spicca assieme ad una tenue nota di menta nepitella da mixologia moderna. Verticale come una lama, si completa tra essenze rinfrescanti e gusto pieno.

Trentodoc Blauen Extra Brut Blanc de Noirs – 2015 Millesimato – Moser
100% Pinot nero
72 mesi di permanenza minima sui lieviti

Presente anche la casa spumantistica del campione ex ciclista Moser, con l’etichetta che ricorda il suo record dell’ora di 51,151 km. Naso gentile declinato su profumi di mela cotogna, susina acerba, e nuance officinali di felce. Sorso fresco, secco, con una persistenza di note fruttate mature.

Trentodoc Domini Nero Brut – 2016 Millesimato – Abate Nero
100% Pinot Nero
60 mesi di permanenza minima sui lieviti

L’ultimo in degustazione è di nuovo un blanc de noirs, di brillante vivacità. Naso ricco e sfaccettato di erbe di montagna, fiori di campo, mela, susina e note fumé in chiusura. Acidità e sapidità dialogano alla perfezione sulle fragranze presenti in sottofondo.

Ultima curiosità: sul marchio Trentodoc: le due “o” del logo rappresentano in maniera stilizzata il remuage al quale vengono sottoposte le bottiglie di metodo classico in pupitre.

Ad maiora!

Napoli: La Guardiense porta il Sannio vulcanico dei suoi vini a Palazzo Petrucci

di Luca Matarazzo

A Napoli, per un istante, il tempo si è fermato quando la cooperativa vitivinicola La Guardiense ha presentato i vini del Sannio al ristorante gourmet Palazzo Petrucci, una Stella Michelin.

È risaputo che l’areale possiede terreni di diversa natura, ma solo recentemente gli stessi sono stati analizzati con l’occhio attento di chi coltiva per particelle, suddivise in apposite zonazioni. Ne consegue che il nobile vitigno sannita per eccellenza, la Falanghina, che in Campania alberga sotto numerose espressioni, gode di una variabilità frutto di imprinting genetico, scelte stilistiche e, naturalmente, suoli.

La Valle Telesina, nella parte ovest del beneventano, è priva di vulcani ma con un terreno sorprendentemente ricco di ignimbrite: merito della super esplosione dei Campi Flegrei circa trenta millenni orsono, capace di trasportare lapilli e minerali magmatici anche nell’area che da Castelvenere giunge a San Lorenzello.

Una sorta di “Cru itinerante” che prende forma dall’impegno del Presidente Domizio Pigna, da anni al timone dell’azienda, grazie anche alla consulenza enologica esterna di Riccardo Cotarella e dell’enologo interno Marco Giulioli. Vini puliti ed eleganti molto diversi rispetto al passato, con un gusto più moderno ed accattivante, che vogliono puntare, lo auspichiamo vivamente, anche al racconto del terroir.

Anima Lavica è la linea innovativa del progetto Janare dedicato ad un preciso compito: quello di comunicare vini di carattere, identificati con una linea congegnata con precisione certosina, vista la dimensione complessive della realtà d’origine.

Dai 33 soci del 1960 se ne contano adesso 1000 con 3500 appezzamenti per un totale di 1500 ettari. A far bene i conti trattasi di soci conferitori dalle piccole dimensioni che difendono con cura il patrimonio paesaggistico e produttivo di queste colline poste ad un’altitudine compresa tra i 300 ed i 500 metri.

“I mille” di Guardia Sanframondi vengono dunque proposti nel calice sotto forme liquide in abbinamento con i piatti dello chef executive Lino Scarallo di Palazzo Petrucci.

«Questo progetto è nato un po’ per caso – ha spiegato Marco Giulioli – col ritrovamento di una mappa di zonazione dei suoli della valle Telesina stilata tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila. È stato come trovare un tesoro: la frammentazione dei suoli e il lato vulcanico ben delineato imponevano di cogliere al volo questa opportunità».

Da sinistra: Nicola Caputo, Armida Filippelli, Domizio Pigna, Marco Giulioli

Conclude il Presidente de La Guardiense Domizio Pigna alla presenza della giornalista professionista Monica Caradonna, alla quale vanno i nostri ringraziamenti, ed a importanti autorità politiche campane tra le quali Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura ed Armida Filippelli, assessore regionale alla Formazione Professionale: «Le nostre etichette non sono solo il frutto del lavoro di una squadra devota e infaticabile ma anche un importante esempio dell’eccellenza che un territorio come quello del Beneventano, su cui siamo felici di insistere, sa regalare».

Importante rammentare, infine, Benevento.Wine lanciato a maggio 2022, che mira a promuovere le eccellenze e le peculiarità del Sannio attraverso eventi dedicati, incoming di operatori del settore, giornalisti e opinion leader, il tutto finalizzato a creare reti e relazioni con i mercati campani, nazionali e internazionali.

VitignoItalia | Il vino, a Sud.

Comincia oggi, 5 giugno 2022, la sedicesima edizione del Salone VitignoItalia.

3 giorni nella splendida cornice di Castel dell’Ovo di Napoli dove 300 cantine italiane per oltre 2000 etichette si mostreranno al pubblico e a oltre 30 buyer. In programma degustazioni guidate da Scuola Europea Sommelier, Ais Campania e Fisar.

Dopo due anni di stop, si ritorna finalmente con oltre 20 ore di degustazioni e convegni.

A cura di Scuola Europea Sommelier

Domenica 5 Giugno – ore 16:30
Umani Ronchi
I VITIGNI BIANCHI DELLA COSTA ADRIATICA – Dai Castelli di Jesi all’Abruzzo
In degustazione:
VECCHIE VIGNE 2020 – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc (BIOLOGIO)
VECCHIE VIGNE 2016 – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc (BIOLOGIO)
PLENIO 2020 – Castelli di Jesi Verdicchio DOCG Classico Riserva
PLENIO 2010 – Castelli di Jesi Verdicchio DOCG Classico Riserva
CENTOVIE 2020 – Colli Aprutini Igt Pecorino (BIOLOGICO)

Domenica 5 Giugno – ore 18:30
FRESCOBALDI
Da quell’incontro, Luce fu
Erano gli anni Settanta, quando il Merlot fece il suo ingresso a Montalcino per mano della Famiglia Frescobaldi.
Così, quando a metà anni Novanta, Vittorio Frescobaldi incontra Robert Mondavi è anche grazie a quell’esperienza pionieristica che si dà inizio a un nuovo capitolo nella storia dei grandi rossi toscani.
Entreremo in questo fantastico progetto realizzato attraverso una verticale di Tentua Luce, 2011 – 2013 – 2019.

A cura di Ais Campania

Lunedì 6 Giugno – ore 15:30
MARISA CUOMO
VERTICALE FIORDUVA 2007 – 2009 – 2015 – 2017 – 2019 – 2020
“Un vino appassionato che sa di roccia e di mare” – L. Veronelli
conduce: Luciano Pignataro

Lunedì 6 Giugno – ore 17:30
Le Famiglie Storiche – L’Amarone 2011:
Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi
Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta sant’Antonio
Tommasi, Torre d’Orti, Venturini, Zenato
conduce: Luciano Pignataro

Lunedì 6 Giugno – ore 19:00
FEAMP
Degustazione con abbinamento ai prodotti ittici e presentazione della guida
aziende vitivinicole campane a cura dell’Assessorato Agricoltura e Ais Campania

CONVEGNI

Lunedì 6/Giugno – ore 14:00 / 19:00 – HOTEL VESUVIO (Sala Mascagni)
Concorso Miglior Sommelier della Campania.
AIS CAMPANIA

A cura di Fisar

Martedì 7 Giugno – ore 15:30
ETNA – PASSOPISCIARO
Passobianco 2019 | Passopisciaro
Passorosso 2019 | Passopisciaro
Contrada C 2019 | Passopisciaro
Contrada G 2019 | Passopisciaro

Martedì 7 Giugno – ore 17:15
FEUDI DI SAN GREGORIO
PRESENTAZIONE PROGETTO GREASE: TECNOLOGIE 4.0 PER LA GESTIONE SOSTENIBILE
DEL VIGNETO E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DEL VINO GRECO.
DEGUSTAZIONE DEI VINI SPERIMENTALI OTTENUTI.

Martedì 7 Giugno – ore 18:30
La Falanghina – Regina bianca della Campania:
Azienda Agricola Nugnes – Falerno del Massico bianco doc “Tacito”
Azienda Agricola I Mustilli – VIGNA SEGRETA FALANGHINA DEL SANNIO – SANT’AGATA DEI GOTI DOC 
Azienda Salvatore Martusciello – FALANGHINA DOC CAMPI FLEGREI “SETTEVULCANI “
Azienda Terredora di Paolo – Campania Falanghina IGT
Azienda Albamarina – Falanghina del Cilento

CONVEGNI

Martedì 7 Giugno – ore 17:30 – HOTEL VESUVIO (Sala Mascagni)
EXTRA VERGINE – UN FUTURO SOSTENIBILE
BRANDING – TRACCIABILITA’ – TRADIZIONE – TURISMO

Introduzione Raffaele Amore – Presidente Comitato Promotore Olio Campania I.G.P.
TERESA DEL GIUDICE – Ordinaria di Economia Agraria Federico II Napoli
GIUSEPPE FESTA – Direttore del Corso “Wine Business”, Università di Salerno
LUCA MARTUSCELLI – Presidente Associazione Unisapori, Università di Salerno

conclusioni: Nicola Caputo – Assessore all’Agricoltura Regione Campania
modera: ITALO SANTANGELO – Agronomo Pubblicista

Sono stati invitati ad intervenire rappresentanti dei Consorzi di Tutela,
delle organizzazioni professionali agricole, del mondo della ricerca e delle categorie interessate.

Martedì 7 Giugno – ore 19:00 – CASTEL DELL’OVO (Terrazza)
Premiazioni:
50 Top Italy Rosé – Guida ai Migliori Rosati d’Italia 2022

Foto: vitignoitalia.it

Dal 5 al 7 giugno 2022 / 15:00 – 22:00
Castel dell’Ovo
Via Eldorado, 3 – Napoli

Ticket acquistabili su: https://www.azzurroservice.net/biglietti/vitignoitalia-2022

Campania.Wine Sustainability

Iniziativa dedicata ai vini a indicazione geografica della regione in programma a Napoli il 22 e 23 maggio 2022 a Palazzo Reale

Ritorna Campania.Wine Sustainability il grande evento promosso in cooperazione dai cinque consorzi di tutela vini e il consorzio di tutela del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP. Dopo la prima edizione dello scorso autunno, che ha visto per la prima volta insieme le comunità del vino della Campania, è in programma un nuovo importante appuntamento che avrà come teatro il palazzo Reale di Napoli dove si svolgeranno incontri di approfondimento, promozione e valorizzazione attraverso wine forum, masterclass, seminari e degustazioni, laboratori enogastronomici con il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP.

Un evento unico nel suo genere che vede insieme le cinque comunità del vino, e non solo, della Campania con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le DOC e IGT tutelate, attraverso un suggestivo itinerario di conoscenza esperienziale rivolto ad esperti, giornalisti di settore, addetti ai lavori e appassionati del mondo del vino.

Si inizia domenica 22 maggio dalle 10 alle 19, con un “walk around wine tasting” presso il porticato del Palazzo Reale dove saranno allestiti spazi espositivi con i produttori campani aderenti ai cinque consorzi di tutela vini riconosciuti: Sannio Consorzio Tutela Vini, Consorzio Tutela Vini Vesuvio; Consorzio Tutela Vini d’Irpinia; VITICA – Consorzio Tutela Vini Caserta; Consorzio tutela vini Vita Salernum Vites, in replica anche nella giornata di lunedì 23 maggio, sempre dalle 10 alle 19.

Lunedì 23 maggio è previsto un importante forum dal tema “Le indicazioni geografiche come patrimonio sostenibile della Campania e il ruolo dei consorzi di tutela” in programma alle 10 presso il Teatro di Corte del Palazzo Reale di Napoli. All’incontro, moderato dal giornalista de Il Sole 24, Giorgio Dell’Orefice, parteciperanno: Nicola Caputo assessore agricoltura Regione Campania, Ciro Fiola presidente Unioncamere Campania, i presidenti dei consorzi di tutela, Raffaele Amore presidente CIA Campania, Gennarino Masiello vice presidente nazionale Coldiretti, Salvatore Schiavone direttore ICQRF Italia Meridionale, Matteo Lorito rettore Università degli Studi di Napoli Federico II, Enrico De Micheli amministratore delegato Agroqualità SPA, Stefano Stefanucci direttore Equalitas, Roberta Cafiero Direttore PQAI IV Dir.Generale Ministero Politiche Agricole, Lucrezia Lamastra, Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza e coordinatrice scientifica SOStain, Ettore Capri Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza e Osservatorio europeo sostenibilità in agricoltura, conclude Paolo De Castro Deputato Parlamento Europeo.

Sempre lunedì 23 alle 17.00, presso il Teatro di Corte del Palazzo Reale di Napoli, altro importante appuntamento: “La Campania che ama la Campania 2022”, con l’assegnazione dei riconoscimenti voluti dai consorzi di tutela vini della Campania per le migliori carte dei vini che hanno referenze regionali. Il riconoscimento nasce per far conoscere e sostenere coloro che promuovono la cultura e il patrimonio della vitivinicoltura campana. In particolare il riconoscimento vuole valorizzare le attività che costituiscono il fondamento conservativo e innovativo della cultura vitivinicola, oltre a tutelare le identità in tutte le possibili forme connesse al mondo del vino. Conducono Veronica Maia e Luciano Pignataro.

Per i winelover appuntamenti da non perdere presso la Sala delle Armi del Maschio Angioino dove sono in programma quattro masterclass dedicate ad altrettante tipologie di vini campani. A condurre Chiara Giorleo DipWset, in collaborazione con Associazione Italiana Sommelier Campania (l’accesso è consentito solo su prenotazione scrivendo a masterclass@campania.wine) gli appuntamenti saranno dedicati ai vini a indicazione geografica: spumanti (ore 11); vini bianchi (ore 12.30); vini rosati (ore 15); vini rossi (ore 16.30).

L’ edizione di Campania.Wine Sustainability, promossa dai cinque consorzi di tutela insieme al consorzio di tutela del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP, coinvolge oltre 150 produttori campani e mette in vetrina oltre 600 etichette a DOC e IGT: Taurasi, Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Aglianico del Taburno,Vesuvio, Cilento, Falerno del Massico, Castel San Lorenzo, Aversa, Costa d’Amalfi, Galluccio, Sannio, Irpinia, Falanghina del Sannio, Colli di Salerno, Paestum, Pompeiano, Roccamonfina, Benevento, Terre del Volturno, Catalanesca del Monte Somma, Campania. Tutti i territori esprimono vini sostenibili capaci di rappresentare la grande biodiversità della Campania in termini enologici sui mercati nazionali e internazionali. L’evento in programma il 22 e 23 maggio a Napoli è frutto di un’importante cooperazione che mira a creare una efficace condivisione progettuale tra le varie realtà territoriali, ciascuna con le proprie identità e le proprie vocazioni.

Le iniziative, che si svolgeranno in ottemperanza alle vigenti normative nazionali e regionali anti Covid-19, sono realizzate con il cofinanziamento dell’Unione Europea, Campagna Medways_EU: from Mediterranean to the East, new WAYS to advance Sustainability in Europe.

Veritas, palato indipendente per spiriti liberi.

Il Veritas è la finestra su Napoli che il patron Stefano Giancotti ha deciso di aprire anni fa, per lanciare la sua sfida sulla cucina, sul buon vino e sulla convivialità.

Indipendenza, autenticità, libertà. Ed il lusso di essere ‘piccoli’, perché solo in un piccolo ristorante si possono curare maniacalmente i dettagli.
Ma è un lusso in blue jeans, informale e accogliente.
Tutto questo è il Veritas, un nome latino che racconta bene non solo il territorio, Napoli, ma anche lo stile che caratterizza il ristorante.
Il Veritas trova oggi la sua sponda naturale in Carlo Spina, lo chef di Soccavo che viene da un’esperienza ricca, fatta di una gavetta intensa e rigorosa nella disciplina, ma anche di tanta contaminazione.
Carlo Spina incontra con naturalezza la filosofia identitaria e libertaria del Veritas.La ricerca della qualità non è mai limitata al piccolo territorio, la sperimentazione – e la sfida – è fare della cucina una sintesi di culture, con una tecnica che mette insieme tante esperienze per restituirne una: l’esperienza “Veritas”, riconoscibile ed autentica.

Il gusto e il sapore sono al centro della cucina di Carlo Spina che può essere definita voluttuosa, intensa, seducente.
Dopo un recente restyling dei locali, oggi il Veritas si presenta con un ambiente accogliente e allo stesso tempo sofisticato, dal design deciso. 
Ai piatti di Carlo Spina si affianca la cantina di Alfredo Raucci, sommelier dall’approccio passionale e concreto. Al Veritas non solo è possibile consumare al calice l’intera offerta della cantina, ma si può godere della consulenza di Alfredo, che spazia sapientemente tra piccoli produttori, vignaron, artigiani e artisti del vino.
Un ‘identità libera da pregiudizi, questo è ciò che il Veritas ricerca attraverso la sua “finestra”. Per scoprirne di più, ecco l’intervista completa di Francesco Costantino: