La Regione Lazio alla 56ª edizione del Vinitaly, tra conferme e grandi novità

Nel suggestivo scenario del Tempio di Traiano in piazza Di Pietra, sede della Camera di Commercio, si è svolta la presentazione della 56ª edizione del Vinitaly e del Padiglione vini Lazio. L’evento ha visto la partecipazione di illustri personaggi del mondo del vino e delle Autorità della Regione Lazio, che hanno evidenziato le importanti novità che caratterizzeranno gli stand delle aziende vinicole laziali. Moderato da Angelo Mellone, Direttore di RAI Intrattenimento Day Time, l’intervento del Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, è stato teso a sottolineare gli investimenti significativi per valorizzare il vino laziale nel panorama nazionale e internazionale. Federico Bricolo, Presidente di Verona Fiere Spa, ha infine elogiato il Padiglione Lazio come uno dei più suggestivi della manifestazione.

Il Commissario Straordinario di ARSIAL, Massimiliano Raffa, ha invece evidenziato l’impegno dell’Agenzia nel portare la regione ai vertici del settore vinicolo, con particolare attenzione alla realizzazione del Padiglione, caratterizzato da elementi architettonici che richiamano l’acquedotto romano, conferendo ad esso eleganza e solennità uniche.

Alessandro Scorsone, Sommelier e Cerimoniere di Stato, ha evidenziato la necessità di valorizzare adeguatamente i vini romani e laziali all’interno del settore della ristorazione, suggerendo un cambio di regole per garantire loro il giusto risalto. Giancarlo Righini, Assessore al Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare, e il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, hanno elogiato il lavoro svolto fino a oggi nel settore vitivinicolo laziale, sottolineando le prospettive di crescita significative fondate su un modello di qualità che valorizza la diversità e la ricerca della perfezione. La partecipazione della Regione Lazio al Vinitaly fa parte di una strategia più ampia di valorizzazione, il “Modello Lazio”, che mira a promuovere la regione come punto di riferimento per l’eccellenza enologica.

In collaborazione con Arsial, la Regione presenterà una collettiva di 53 realtà vitivinicole locali, un padiglione scenografico e un nuovo storytelling territoriale, confermando così il ruolo di primo piano del Lazio nel panorama vinicolo italiano. Il claim scelto per l’occasione, “Lazio. All roads lead to taste“, incarna l’invito alla scoperta delle esperienze enologiche straordinarie che la regione ha da offrire, sottolineando l’unicità di ogni viaggio intrapreso nel territorio laziale. Il nuovo storytelling propone un viaggio attraverso le eccellenze vitivinicole regionali, arricchito da un’informazione quotidiana sugli eventi in programma e sulla filiera vitivinicola locale.

In sintesi, la partecipazione della Regione Lazio alla 56ª edizione del Vinitaly promette di essere un’esperienza indimenticabile, all’insegna della scoperta e della valorizzazione delle ricchezze enologiche della regione.

Vinòforum 2024: al Circo Massimo di Roma la nuova edizione

A Roma, il palazzo situato al numero 87 di via dei Cerchi, è avvolto da una suggestiva atmosfera di mistero e incanto. Nelle immediate vicinanze di quello che si ritiene essere stato il sito del Lupercale, dove la leggenda narra che Romolo e Remo, gli eroi fondatori di Roma, furono allattati dalla Lupa, rende questa dimora un luogo intriso delle radici di un popolo che ha plasmato in modo indelebile la storia della nostra civiltà. È qui che il 29 gennaio si è tenuto l’incontro inaugurale di Vinòforum 2024, un’edizione speciale dell’evento enologico più importante della Capitale.

Vinòforum Class ha rappresentato l’antipasto perfetto per gli appassionati del vino, con l’annuncio clamoroso della nuova sede della 21ª edizione: il prestigioso Circo Massimo. Dal 17 al 23 giugno, questo monumento storico sarà il palcoscenico di uno degli eventi più attesi dell’anno.

Al saluto di Emiliano De Venuti, organizzatore di Vinòforum, è seguito quello di Alessandro Scorsone, sommelier e amico fedele della manifestazione fin dalle sue origini. Moderatore Stefano Carboni dell’Agenzia MG Logos.

<<La scelta del Circo Massimo come nuova sede di Vinòforum è il risultato di una collaborazione tra l’evento e le istituzioni locali>> ha dichiarato De Venuti <<Con oltre 40.000 imprese legate al settore enogastronomico solo a Roma, il Lazio si conferma come un hub strategico per il Made in Italy. Vinòforum non solo promuoverà le eccellenze del territorio, ma contribuirà anche a valorizzare l’offerta turistica della capitale>>.

Durante la conferenza stampa hanno preso la parola illustri rappresentanti delle Istituzioni. Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario di A.R.S.I.A.L. – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio – ha annunciato il supporto dell’agenzia alle aziende vitivinicole del territorio.

Rodolfo Maralli, Presidente di Fondazione Banfi e Presidente di Banfi Srl, ha evidenziato il ruolo cruciale delle manifestazioni enogastronomiche nella valorizzazione delle produzioni di qualità, lodando Vinòforum per la capacità di adattarsi alle mutevoli esigenze del pubblico nel corso degli anni. In ultimo, Ernesto di Renzo, docente di Antropologia del Gusto all’Università di Roma Tor Vergata, ha concluso l’evento con una riflessione sull’importanza dei vigneti urbani di Roma, simbolo del legame millenario tra la Capitale e il vino.

Gambero Rosso e Osteria Fernanda insieme per il Mandrarossa on tour

Osteria Fernanda e Gambero Rosso: degustazione esclusiva con “Mandrarossa on Tour” a Roma.

L’Osteria Fernanda a Roma ha aperto le porte a un’esperienza culinaria unica, grazie al progetto Mandrarossa on Tour, frutto della collaborazione con il Gambero Rosso. Tre le cene-degustazione, due delle quali si svolgeranno a Roma e una a Milano. Per 20italie ho avuto l’opportunità di degustare una selezione dei vini più distintivi della cantina di Menfi, abilmente abbinati ai piatti creati dallo Chef Davide Del Duca.

Filosofia culinaria raffinata e sempre sorprendente. Abilità nel bilanciare sapientemente i sapori e nel presentare piatti freschi e creativi. L’ambiente del ristorante è già invitante, con un’estetica moderna, dal taglio minimalista, che richiama la tradizione avvolgendo gli ospiti con discreta cura. I tavoli posizionati di fronte alla luminosa e ampia vetrata della cucina offrono una vista coinvolgente sul lavoro della brigata, durante la preparazione delle portate.

Gambero Rosso è riuscito nell’intento ad esaltare in modo appropriato i punti di forza sia del menù che dei vini. Insieme a Lorenzo Ruggeri e Giuseppe Bonocore, ci siamo confrontati sugli abbinamenti, giudicati in sintonia per la serata. Roberta Urso, responsabile pubbliche relazioni e comunicazione di Mandrarossa, racconta la storia della cantina, una Cooperativa vitivinicola di qualità che raccoglie 160 conferitori selezionati tra i 2000 della famiglia maggiore Cantine Settesoli, con i suoi 500 ettari vitati. Studio approfondito dei terreni, basse rese e tutto il meglio della Sicilia raccolto vinificato con cura nelle bottiglie che avevo già provato in occasione dello scorso Vinitaly. Non mi resta che andare a Menfi e visitare di persona questa interessante cantina siciliana, da raccontare ancora su 20italie.

MENU E VINI IN ABBINAMENTO

  • Entrée
Selezione di finger food: Cioccolato bianco ripieno di arachidi con gel di crodino, sedano rapa con anacardi e fegatino di pollo.
  • Spuma di burro di Normandia e pane a lievitazione naturale appena sfornato.

Piccole esplosioni di sapore che stimolano l’acquolina in bocca.

Vini in abbinamento:

Calamossa Bianco Mandrarossa 2023

Metodo Charmat floreale fresco e piacevole, nota aromatica data dallo Zibibbo che bilancia

  • Antipasto
: Ostrica, topinambur fermentato olio di Perrillo e limone nero

Le note vegetali dell’olio e delle parti verdi coprivano un pochino l’ostrica

  • Calamaro, beurre blanc, cime di rapa, colatura e yuzu

Un piatto molto interessante con un trionfino di sapori giustamente dosati e bilanciati.

Vino in abbinamento:

Sicilia Urra di Mare Mandrarossa 2023 – Floreale gelsomino nella freschezza con finale sapido

  • Primo piatto: 
Tagliolino di spirulina, bottarga di tonno, finocchio e cerfoglio.

Vino in abbinamento:

Sicilia Bertolino Soprano Mandrarossa 2022


  • Secondo piatto: 
Manzo, mela cotogna, succo di pepe Sancho e olio al carbone d’erbe

Un piatto meraviglioso.

Vino in abbinamento:
 Sicilia Mandrarossa Cartagho 2020

Bella struttura, morbidezza e terziari. Forse troppo percepibile la nuance del legno.

  • Dolce: Cremino ai tre cioccolati Valrhona, latte salato e caffè.
  • Piccola pasticceria

Dolcezza bilanciata, non eccessiva ma di gran gusto. La giusta conclusione di una cena che ha sorpreso per qualità e la finezza.

Vino in abbinamento:
 Passito di Pantelleria Serapias Mandrarossa 2020.

Un passito che non stanca e invoglia alla beva, grazie alla spinta acida.

Lazio: è sempre tempo di Cesanese

Le feste sono finite da un pezzo ormai, eppure non si è mai troppo stanchi per parlare di Cesanese declinazione Docg Del Piglio

“La befana viene di notte con le scarpe tutte rotte” recitava un canto popolare, ma per gli appassionati del vino è venuta di giorno (anche se in realtà ne sono arrivate due). Il 6 gennaio 2024, il Consorzio del Cesanese del Piglio DOCG, in collaborazione con AIS Lazio, ha organizzato un evento per appassionati, operatori, stampa e Sommelier.

Il Cesanese all’Acquario Romano presentato da AIS Lazio, con la presenza del Presidente Regionale Francesco Guercilena, Angelo Petracci, Docente e Responsabile Guida Vitae Lazio, Umberto Trombelli Delegato AIS Latina,  e poi Ilaria  De Donato, Delegata AIS Fiumicino e Ostia, insieme a Sonia Scala si sono mascherate da befane aggiungendo allegria alla manifestazione.

Una manifestazione improntata sull’autoctono del Lazio che, dopo trascorsi umili, ora sta salendo alla ribalta dei vini che contano. La festa dell’Epifania è stata festeggiata dal Consorzio del Cesanese del Piglio con 13 aziende in un evento in cui il focus è stato la varietà locale tipica della Ciociaria, areale del Lazio meridionale.

Ingresso gratuito e una Masterclass tenuta da Angelo Petracci e Francesco Guercilena con la partecipazione di Pina Terenzi, Presidente del Consorzio Cesanese del Piglio, oltre che dell’Associazione Donne in Campo. Tanti gli appassionati e operatori del vino che hanno partecipato e provato i vini eleganti e serbevoli allo stesso tempo.

Le cantine partecipanti

Cantina Giovanni Terenzi

Casale della Ioria

L’Avventura

Petrucci e Vela

Pileum

Casal San Marco

Cerciole

Sbardella

Federici

Azienda Agricola Rapillo

Corte dei Papi

Marletta Teresa Maria Elena Sinibaldi

Panettone Maximo: a Roma la quinta edizione del Festival del panettone artigianale

Che Natale sarebbe senza il panettone? Nel giorno dell’Epifania, che “tutte le feste porta via”, vi raccontiamo di un evento giunto ormai alla quinta edizione: Panettone Maximo.

La città madre del panettone è indiscutibilmente Milano, anche se oggi, numerose pasticcerie d’Italia hanno sviluppato le proprie tradizioni, offrendo esperienze gastronomiche uniche che solo un panettone artigianale può regalare. Sebbene i laboratori artigianali siano stati influenzati dalle modifiche apportate ai panettoni industriali, hanno saputo preservare la nobiltà della tradizione di un tempo. Panettoni alti e bassi coesistono oggi nelle pasticcerie, entrambi distanti dalla produzione di massa. La tradizione si è evoluta, perfezionata e ha ampliato i suoi confini.

L’evento

Roma è stata il palcoscenico di una vera e propria festa per i buongustai con la quinta edizione del Festival del Panettone Artigianale, tenuta al Salone delle Fontane. Un tripudio di golosità ha invaso l’animo dei presenti, con migliaia di visitatori giunti ad assaporare le creazioni delle 42 pasticcerie e forni provenienti da diverse regioni d’Italia. Un evento organizzato da Fabio Carnevali e Stefano Albano con la collaborazione di Ristoragency e VERO Events.

Le delizie dei grandi lievitati hanno animato i banchi di degustazione, trasformando l’evento in una celebrazione gastronomica senza pari. Le pasticcerie hanno gareggiato in un prestigioso contest, mettendo in mostra la loro abilità nell’arte del panettone artigianale. Il grande trionfatore dell’edizione è stata la premiata pasticceria Vizio di Roma, che si è classificata al primo posto in entrambe le categorie regine: Miglior Panettone Tradizionale e Miglior Panettone al Cioccolato. La pasticceria ha dimostrato un’eccellenza culinaria indiscutibile, conquistando i palati dei giudici e degli appassionati presenti.

Gli spettacoli culinari hanno aggiunto un tocco di glamour all’evento, con show-cooking condotti da maestri gelatai di grido e grandi pastry Chef da noti ristoranti stellati. Le dimostrazioni culinarie hanno offerto agli spettatori un’occasione unica per apprezzare l’arte e la maestria di coloro che elevano il panettone a un’autentica opera d’arte gastronomica. Oltre ai panettoni, presenti numerose golosità come miele, dolci, birre artigianali e vino, per sottolineare l’importanza della ricchezza gastronomica che l’Italia offre in ogni festività della tradizione, con il supporto del Consorzio Tutela Roma DOC ed i vini del territorio.

L’affluenza massiccia e l’entusiasmo dimostrato dai partecipanti confermano il crescente interesse e l’amore degli italiani per il panettone artigianale. Il Festival del Panettone Artigianale si conferma così non solo come una competizione culinaria di alto livello, ma anche come un appuntamento imperdibile per gli amanti della tradizione dolciaria italiana.

I premi

Miglior Packaging

Pasticceria Panzini – Tolfa (RM)

Miglior Comunicazione Digitale

Il Frantoio – Roma

Premio del Pubblico

Spiga d’Oro Bakery – Roma

Premio Stampa Estera

Solo da Manduca – Roma

LIFE OF WINE 2023: un viaggio tra i ricordi delle annate che furono

Life of Wine 2023, atteso con fervore da appassionati e esperti di vino, ha nuovamente brillato in tutta la sua magnificenza grazie all’abile organizzazione di Roberta Perna e di Studio UMAMI. L’evento del 3 dicembre, presso l’Hotel Villa Pamphili a Roma, è stato un autentico trionfo dedicato all’evoluzione del vino nel corso del tempo.

La giornalista Roberta Perna con Alberto Chiarenza autore di 20Italie

Nonostante le sfide legate alla viabilità delle domeniche green, il pubblico ha risposto numeroso confermando che Life of Wine è ormai un appuntamento imperdibile per gli intenditori e gli amanti del vino. Al di là dei dati di affluenza e partecipazione, la manifestazione si è distinta per la sua importanza. Una giornata che ha offerto l’esperienza straordinaria di potersi immergere in una selezione di cantine degne di nota. Verticali storiche di etichette senza tempo e senza pari. c

Quest’anno, la presenza di piccoli e talentuosi produttori è emersa maggiormente, aggiungendo quel tocco di eccellenza in più. Life of Wine ha inoltre confermato che la passione per il vino è una forza inarrestabile, capace di unire intenditori, produttori e appassionati in una celebrazione unica, che continua a far brillare la cultura enologica nella città eterna.

Gli assaggi

Metodo Classico Trento DOC di Lucia Letrari “Quore”

Tra le colline a nord di Trento sorge la storica Cantina che ha scritto le prime pagine del successo del Metodo Classico di quella valle, insieme al visionario Giulio Ferrari. Il Metodo Classico Trento DOC di Lucia Letrari Quore, un Blanc de Blanc Grandi Millesimi di Chardonnay, invecchiato per 60 mesi sui lieviti ha recitato il ruolo di protagonista nel mondo degli sparkling d’autore.

La storia della famiglia Letrari è intrecciata con quella del Metodo Classico. Quore vuole essere una celebrazione di quattro annate straordinarie, dalla vibrante annata 2016 e 2015 alle più mature 2012 e 2011. Un viaggio attraverso il tempo, con i millesimi 2016 e 2015 che apportano profumi freschi e fruttati, mentre il 2012 e 2011 offrono una complessità avvolgente, arricchita da sentori di panificazione. Il colore dorato brillante si fa sempre più carico con il passare degli anni, una testimonianza dell’evoluzione e della maturità che avviene nella quiete della cantina. Ogni sorso è un’esperienza sensoriale che avvolge il palato in un abbraccio di eleganza e complessità.

La Stradina a Gattinara conquista il cuore degli esperti

In una piccola comunità ai piedi delle Alpi, cinque amici hanno trasformato il loro legame d’infanzia in un’avventura unica nel suo genere. La Stradina, così chiamata dal punto d’incontro che li ha visti crescere, è diventata il palcoscenico di un sogno condiviso: la produzione di un Nebbiolo elegantissimo.

Mario Mostini, Roberto Petterino, Prospero Biondi, Piergiorgio Cerello e Mauro Cometto, nati e cresciuti nella pittoresca Gattinara, decidono di tracciare un percorso diverso nella loro vita adulta. La decisione cruciale arriva quando, per non perdersi di vista, decidono di acquistare i vigneti di nonno Giorgio, in paese chiamato “Rusét” per via del caratteristico colore rossiccio dei capelli. Con Piergiorgio Cerello, enologo del gruppo, la squadra decide di dare vita a un vino che si distingue per eleganza, rispecchiando le caratteristiche uniche del territorio di Gattinara. Il progetto, nato dall’affetto per la terra e la tradizione, inizia a prendere forma nei vigneti acquisiti dai cinque amici di quasi un ettaro che producono circa 3000 bottiglie.

La verticale

Gattinara 2020: Un’annata che ha sfidato il caldo e la siccità, regalando un vino vigoroso con una struttura eccezionale. Un’esperienza che cattura l’anima di Gattinara.

Balós 2019 – 15°: Con l’annata calda, questo vino si presenta con forza e grande struttura. Un viaggio sensoriale che celebra la potenza del territorio.

Rusét 2009: Intensità olfattiva sorprendente, un ventaglio di aromi che incanta i sensi. In bocca, un viaggio di sensazioni uniche che raccontano la storia del 2009.

Rusét 2011: Connotazioni fresche e tanniche, note scure che dipingono un quadro gustativo raffinato. Un’annata che incanta con la sua complessità.

Rusét Cru Vigneto San Francesco, 2018 (migliore assaggio): Il culmine dell’eccellenza. Un’opera d’arte enologica che incarna il meglio di Gattinara. Un assaggio che lascia senza parole.

Rusét Cru Vigneto San Francesco, 2015 Riserva: Un inno al tempo, una riserva che racchiude l’anima di un territorio in ogni goccia. Un’annata che si fa ricordare.

Gini: storia di passione e tradizione a Soave

Nelle colline pittoresche di Monteforte d’Alpone, provincia di Verona, si snoda la storia della famiglia Gini, custode di una tradizione vinicola che si tramanda da ben 15 generazioni. Oggi Sandro e Claudio Gini guidano con passione e dedizione le sorti dell’azienda, portando avanti l’eredità vitivinicola con un tocco di innovazione e rispetto per la natura. Un tratto distintivo che rende unica la produzione Gini è la decisione pionieristica risalente al 1985 di abbandonare l’uso di anidride solforosa nella vinificazione. La vendemmia, momento cruciale nel ciclo vitale della vite, è inoltre gestita con una cura artigianale in tre periodi distinti. Questa strategia consente di vinificare uve in momenti diversi di maturazione, garantendo un perfetto equilibrio tra freschezza e grado zuccherino.

Gli assaggi

La Froscá 2021: Una sinfonia di freschezza e note floreali, con accenni di frutta a polpa bianca. Il 2021 si presenta come un’ode alla purezza e alla leggiadria, un Soave Classico DOC che incanta i sensi.

La Froscá 2019: Un frutto più maturo, ma sempre intriso di una freschezza distintiva. Profumi avvolgenti di fiori bianchi e frutta accompagnano questo vino equilibrato e delicato. Un’annata che abbraccia l’eleganza.

La Froscá 2013: Un salto indietro nel tempo rivela una leggera nota fumè. In bocca, un vino con corpo e morbidezza straordinari, impreziosito da note di miele millefiori. La perfetta armonia tra freschezza e una leggera sapidità chiude il sipario in bellezza.

Altri migliori assaggi presenti a Life of Wine

Il Colombaio di Santa Chiara – Vernaccia di Sangimignano DOCG 2016

Fontana Candida – Frascati Superiore Riserva DOCG Luna Mater 2019

Muscari Tomajoli Aita 2020

Il Borro – Toscana IGT 2016

Sergio Mottura – Tragugnano 2014

Antonelli Sanmarco – Sagrantino di Montefalco DOCG 2012

Lazio: D.S. Bio di Danilo Scenna “autoctono” purosangue

“Traccia la tua rotta verso una stella e supererai qualsiasi tempesta”, scriveva Leonardo Da Vinci. E così usciamo dall’areale del Cesanese viaggiando più a sud ai confini tra Lazio, Abruzzo e Campania, in località Pescosolido nei pressi di Sora (FR), dove si trova una stella nascente, la Cantina D.S. Bio di Danilo Scenna.

Quando faceva parte al Regno delle Due Sicilie, questo territorio apparteneva alla Campania, e fu Federico II a chiamare tutti i paesi della zona con il nome dei quartieri di Napoli. Ancora oggi il dialetto locale è un misto tra campano e abruzzese.

Danilo ha ereditato vigneti a piede franco di ottanta anni che crescono su pendii proibitivi per la meccanizzazione costringendo alla cura manuale, con un approccio olistico, ecologico ed etico, secondo la filosofia di Demeter. Oltre ad essersi appassionato all’allevamento di cavalli, Danilo si è dedicato alla coltivazione della vite con tanta passione ma soprattutto seguendo i principi di sostenibilità con il metodo della agricoltura biodinamica.

Tradizione e innovazione si incontrano perfettamente portando di pari passo la produzione di viti che contano svariati lustri, e una cantina moderna, diffusa in un piccolo borgo che Danilo sta ristrutturando dandogli nuova vita. Vitigni come Maturano, Pampanaro, Trebbiano, Lecinaro, Uva Giulia.

La qualità dei suoi vini in crescita, in alcuni casi hanno qualche angolo da smussare date le varietà autoctone riscoperte e salvaguardate, ma sempre “ben fatti” e la passione, la cura e la determinazione, sono qualità che ritroviamo nel bicchiere. Nessuna chiarifica, filtrazione o alterazione per tutti i vini prodotti.

INDOMATO Macerato 2021 85% Maturano, 10% Pampanaro e 5% Trebbiano. Nel mondo del vino, ci sono creazioni che sfidano le convenzioni e incantano con la loro audacia. Si presenta con un carattere fresco di note agrumate e un finale sorprendentemente sapido.

MATRE Frusinate IGT Bianco 2018. 60% Maturano e 40% Trebbiano a piede franco, è una celebrazione dell’eleganza e della complessità vinicola. Con il suo bouquet floreale che richiama la magnolia, la ricca gamma di sapori e l’evoluzione in bocca, questo vino è un’esperienza che merita di essere esplorata e apprezzata. Incanta con una beva fluida e scie di frutta esotica.

INDOMATO Rosato 2022. Uva Giulia in purezza vendemmiata a novembre con raccolta manuale delle uve e dopo la spremitura, la massa non ha nessun contatto con le bucce. Una bella spalla acida con note agrumate e verdi, finale leggermente amaricante.

VOLUMNIA Rosso del Frusinate IGT 2021. Sangiovese 40%, Lecinaro 40% e Uva Giulia 20%. Rivela solo un assaggio del suo potenziale. Bene attendere uno o due anni prima di aprirlo, per godere pienamente delle sue qualità.

PALMIERI Lecinaro del Frusinate IGT 2021, Lecinaro in purezza, Palmieri è un’autentica espressione di questa varietà di uva. Una scoperta sensoriale che delizia con note solfuree e vegetali arricchite da un intrigo di erbe aromatiche. Affascinante.

ARCARO Maturano del Frusinate IGT 2021, da Maturano in purezza coltivate su un terreno ricco di bauxite. Vinifica in vasche di cemento senza macerazione con le bucce e senza lieviti selezionati ma con i suoi stessi lieviti. Macerazione carbonica iniziale, affina sulle fecce fini per 6/7 mesi durante i quali viene effettuato il bâtonnage.

Esempio di eleganza in bottiglia, è un vino che merita di essere esplorato da chi cerca autenticità e carattere in ogni bicchiere. Di tutti il mio preferito.

www.dsbiodinamica.com

Lazio: in Ciociaria a passeggio tra le terre del Cesanese

Ma quanto è bello il territorio del Cesanese! Un viaggio nella terra dello storico vitigno autoctono originario del Lazio e precisamente in Ciociaria.

In una bellissima giornata di sole mi trovo dapprima nell’areale del Cesanese del Piglio DOCG in compagnia del Direttore di 20Italie Luca Matarazzo, per approfondire le caratteristiche di questo vitigno rosso che dona vini paragonabili alle tipologie più blasonate. Abbiamo incontrato vignaioli artigianali che ci hanno entusiasmato ed emozionato con le loro storie e con i loro prodotti, dove ogni vino diventa un vero e proprio abito sartoriale in cui si rispecchiano gli elementi distintivi del territorio e della passione di chi lo realizza.

Questo affascinante angolo d’Italia offre molto più di un semplice bicchiere. Paesaggi pittoreschi, tradizioni secolari e una cucina deliziosa che si fondono per creare un’esperienza indimenticabile. Situata nelle colline a sud di Roma, le terre del Cesanese rappresentano un piccolo incanto ricco di borghi, ciascuno con la propria storia e cultura. Quest’areale è stato a lungo celebrato per la sua tradizione vitinicola e culturale; Qui puoi passeggiare per stradine lastricate, ammirare antichi edifici e immergerti nelle tradizioni locali. Impossibile perdere l’opportunità di visitare le cantine storiche, dove i produttori condividono con orgoglio la loro eredità e le loro tecniche tramandate di generazione in generazione.

Sfatiamo il mito della differenza tra Cesanese Comune e di Affile. La leggenda ci parla di questi due vitigni dove il primo è noto per il grappolo più grosso e gli aromi di frutti rossi, dai tannini morbidi. Quello di Affile si dice che tende ad essere più verticale nelle sensazioni organolettiche. Tutta questa differenza, alla fine, non è così evidente e le recenti ricerche dimostrano come la suddivisione sia errata, restituendo importanza a suoli e condizioni pedoclimatiche variabili.

LA VISCIOLA

La prima tappa della nostra visita nel Comune di Piglio, riguarda la Cantina La Visciola di Piero Macciocca, coadiuvato dalla moglie Rosa Alessandri e la figlia Cecilia. Piero è un vero vignaiolo artigianale e la prima impressione, vedendo la piccola cantina ricavata in una sorta di locale deposito, è per una piccola vendita di vino alla buona. L’enorme sorpresa arriva al momento dell’assaggio dei vini, a conferma che non bisogna mai giudicare dalle prime impressioni. La vinificazione in questa cantina è seguita con maestria dall’enologo Michele Lorenzetti. Esperienza e competenza l’altissima qualità rinvenuta nel calice.

Le viti sono coltivate secondo i principi della biodinamica in quattro piccoli appezzamenti per un totale di quasi 6 ettari dai quali provengono i cru che prendono il nome proprio dal terreno di provenienza come il Priore “Mozzatta”, Priore “Ju Lattaro”, Priore “Vignali” e Vicinale. I terreni sono prevalentemente composti da argille rosse ad esclusione del Mozzatta che è composto da argilla bianca e calcare che donano maggiore eleganza e finezza. Priore è il soprannome invece di Piero.

Se volessimo ipotizzare un rapporto tra cantina e vini, per la Visciola esso è “piccola cantina, grandi vini”. In particolare mi riferisco ai cru Cesanese che sono gestiti con una tale capacità che risultano eleganti, con una bocca bellissima già a partire dal  Vicinale. con un crescendo sempre maggiore dove la nota leggermente affumicata è il filo conduttore.

Ecco alcuni appunti di degustazione

Vicinale 2021 Cesanese del Piglio DOCG 13,5°, è il cavallo di battaglia di Piero la cui uva Cesanese viene raccolta dai vari vigneti, dal colore limpido e brillante, al naso coerente con frutti rossi ma anche mirto e note speziate, aromatiche e fumée. Equilibrato in cui nessuna componente prevale in modo determinante sulle altre. Un vino che ci ha fatto esclamare: “’mazza quanto è bono!”

Priore “Vignali” 2021 Cesanese del Piglio DOCG 14°. Intenso e persistente, ricco, frutti rossi, mirto, spezie, in particolare pepe, leggera nota di tostatura. Qui si inizia a sentire la differenza del cru dove la natura detta legge e si sente l’identità territoriale del vigneto.

Priore “Ju Quartu” 2021 Cesanese del Piglio DOCG 13,5°. Ritrovo il Vignali con la differenza che i sentori virano maggiormente verso il frutto di bosco e il melograno.

Priore “Lu Lattaro” 2020 Cesanese del Piglio DOCG 14°. Si differenzia dagli altri appena degustati dal colore che in questo caso non tende al granato, ma è di un rosso rubino brillante. Un capolavoro di vinificazione dove prevale la frutta rossa matura, erbe mediterranee, note balsamiche mentolate e liquirizia. Una bella freschezza con un finale morbido e caldo.

Priore “Mozzatta” 2020 Cesanese del Piglio DOCG 14°. Una bella spina acida che non è esagerata ed è ben bilanciata dai tannini morbidi e setosi. Ovviamente frutti rossi, in particolare lampone e ribes nero. Piante officinali e spezie come china, cannella… un sorso bellissimo che pulisce la bocca e chiede un sorso dopo l’altro. Il finale è lungo e persistente e leggermente sapido. Una bevuta che si ricorda.

Nostrano Lazio Rosso IGT 2020 vinificato con uve Maiolica, un vitigno di origine toscana, imparentato con il Coda di Volpe Rosso. Giovane, piacevole e fresco con belle note di ciliegia e spezie.

Donna Rosa 2021 Passerina del Frusinate IGT 12,5°. Leggermente astringente con un po’ di tannino, morbido, floreale, sambuco.

Cupella 2021 11°, Frusinate IGT Bianco Frizzante rifermentato in bottiglia. Una bella freschezza, note solfuree e agrumate.

L’AVVENTURA

Sempre a Piglio, dopo aver percorso una breve distanza giungiamo al Casale Verdeluna che si erge sulla collina circondata da vigneti di Cesanese dove ci accolgono Gabriella Grassi, Stefano Matturro e il loro bellissimo cane. Il Casale è un agriturismo con una capacità ricettiva di 6 camere e un ristorante che riesce a soddisfare tranquillamente cento coperti, oltre ad essere anche la cantina dei vini L’Avventura. Oggi si direbbe “Wine Resort”, ma qui si respira ancora la tradizione contadina locale, dove è possibile gustare i piatti tipici rivisitati dallo Chef Giuseppe Rossi, che utilizza materie prime di qualità a chilometro zero.

SaxaPasserina del Frusinate IGT 2022 12°. Fresco con una intensità floreale tale da farlo sembrare un semi aromatico. Una bella frutta a polpa bianca che chiude con una verve di sapidità che torna a ristabilire gli equilibri.

Campanino” Cesanese del Piglio DOCG Superiore 2020 13,5°. Tra le gemme vinicole di una cantina si cela spesso un vino che incarna l’anima della terra da cui proviene. Il Campanino è uno di quei vini. Note canforate si mescolano con profumi di frutti rossi, creando un bouquet olfattivo che cattura l’attenzione e l’immaginazione.

Picchiatello” Cesanese del Piglio DOCG Superiore. Complessità aromatica che evoca la macchia mediterranea, il naso si riempie di sentori che richiamano le erbe aromatiche e le spezie, promettendo un’esperienza sensoriale unica. Espressione di eleganza con tannini fini che coccolano il palato, oltre a una testimonianza del legame profondo con la tradizione locale.

Camere Pinte” Cesanese del Piglio DOCG Riserva 2021 15°. Profondo e complesso, riserva una serie di sorprese per chiunque sia pronto a scoprire l’ampia gamma di sfumature che il Cesanese può offrire. Si apre con un bouquet intenso e complesso di aromi speziati di pepe nero e tocchi tostati avvolgono i sensi, creando una promessa di profondità e complessità. Trama tannica vellutata.

L’avventura” è il nome scelto dai proprietari, nel momento in cui hanno deciso di intraprendere il cammino di produttori di vino, provenendo da un altro settore, e trovandosi dal notaio per scegliere il nome della nuova attività, si sono chiesti come avrebbero chiamato questa nuova avventura? Ben fatto!

www.agriavventura.it

DAMIANO CIOLLI

Inerpicandoci per le stradine di Olevano Romano, si arriva a casa di Damiano dove si trova anche la cantina. Il vino Cesanese di Olevano Romano è stato per molti anni il più richiesto nelle osterie di Roma ed era un sostentamento sicuro per molte famiglie tra cui il nonno Guido e poi il papà Costantino. Damiano appartiene alla generazione che ha ereditato da loro la passione per il vino, dandogli una svolta trasformando così dal 2001, la produzione da vino sfuso a vino da imbottigliamento.

La passione unita all’amore  per Letizia Rocchi, enologca, fanno la differenza. Oggi Damiano e Letizia sono fieri del lavoro che porta avanti con dedizione e con i suoi 7 ettari riesce a malapena a soddisfare le richieste delle sue bottiglie prenotate prima ancora dell’immissione in commercio.

Abbiamo avuto il piacere di provare il vino direttamente dalle vasche di maturazione e sono convinto nel dire che sono veri capolavori.

Silene – Il Silene è ottenuto da una selezione di uve Cesanese provenienti da quattro vigneti impiantati in epoche diverse, raccolte e fermentate in vasche di cemento separatamente e assemblate prima dell’imbottigliamento. Damiano lo considera un vino di entrata ma ha già le connotazioni per essere bevuto dopo alcuni anni.

Cirsium – Il Cirsium quest’anno cambia nome e da ora in poi si chiamerà DAMIANO CIOLLI Olevano DOC Cesanese Riserva, è un Cru proveniente da un antico vigneto di un ettaro. Raccolta manuale con accurata selezione dei grappoli utilizzando soltanto i migliori e scartando quelli non idonei. La fermentazione è spontanea, una celebrazione dell’armonia naturale la macerazione, che si svolge ancora in cemento. Qui, il vino ha il tempo di estrarre tannini e aromi dalle bucce delle uve.

Questa fase è cruciale per la struttura e la complessità del vino, Dopo la macerazione, il vino viene travasato in botti grandi, dove inizia un periodo di riposo sui suoi depositi o fecce fini. Questo processo dura per i primi 12 mesi, permettendo al vino di maturare lentamente e sviluppare profondità. Alla fine di questo periodo torna nelle vasche di cemento e continua ad evolversi e acquisire caratteristiche uniche. Alla fine di questo meraviglioso viaggio, viene imbottigliato dove riposa per un ulteriore periodo di 12 mesi in cui raggiungerà la sua massima espressione.

www.damianociolli.it

RICCARDI REALE

Altra bellissima realtà, sempre nell’areale del Cesanese di Olevano Romano. Ci troviamo in compagnia di Piero Riccardi e Lorella Reale, due persone che hanno cambiato la loro vita alla ricerca della felicità. Giornalisti RAI entrambi (Piero è anche regista), decidono di acquistare le vigne a Olevano Romano e una bellissima villa a Bellegra, piccolo comune a circa 800 m. di altitudine, dalla quale si può godere di un panorama stupendo.

Piero e Lorella abbracciano da subito l’arte dell’agricoltura biodinamica, un approccio che rispetta la terra e le sue risorse. Poco più di 5 ettari di vigneti, prosperano grazie all’assenza di pesticidi e al sostegno di sovesci e preparati organici vegetali, preservando la fertilità del suolo e consentendo alle piante di esprimersi nella loro essenza. Qui, le viti sono sostenute da pali di castagno locale, e la biodiversità della zona aggiunge profondità ai vini.

Due tipologie di terreno, uno vulcanico e l’altro di arenarie del Cretaceo, conferiscono ai vini una complessità e una freschezza uniche. Ogni fase di affinamento porta alla creazione di varietà distintive, tra cui Cesanese, Malvasia, Rosciola e Riesling. Con la loro dedizione alla biodinamica e all’ecosistema locale, producono vini che catturano l’essenza del terreno e l’anima della natura.

EMOTIQ Riesling Renano IGT Lazio 2021. Un terroir insolito per il Riesling che qui prospera su terreni argillosi misti a componenti vulcaniche. La macerazione sulle bucce dona profondità e complessità. La sosta successiva in botti di castagno dona una struttura morbida. Profumi di fiori di campo e miele si intrecciano in un bouquet aromatico che avvolge i sensi. La componente minerale e dinamica sottolinea la complessità del vino, mentre le note speziate e sapide aggiungono un tocco di fascino.

EMOTIQ Malvasia Puntinata Lazio IGT 2021. Blend di Malvasia Puntinata, Moscato Bianco, Ottonese e Bellone, quattro varietà di uve che si sposano alla perfezione. Questa miscela offre una complessità aromatica che è un vero piacere per i sensi. vinificato con le bucce per una o due settimane in botti di castagno, poi la massa viene tolta, pulita e rimessa nelle botti per 12 mesi con fermentazione spontanea. Grazie al suo colore aranciato è considerato un orange wine.

TUCUCA Rosato Lazio IGT 2022. Vinificato con uve Cesanese, anch’esso a contatto con le bucce per quasi un giorno poi affina nelle botti di castagno. Colore rosa ciliegia è caratterizzato da una buona freschezza e da un lieve tannino che asciuga la bocca. Ha un bouquet olfattivo di frutti rossi di bosco, ciliegia croccante, melograno pepe rosa e un tocco di lime.

DIVAGO Lazio Rosato Frizzante IGP 2022. Cesanese in purezza, rifermenta in bottiglia, un vino allegro e gioviale con bollicina molto fine. Fragoline di bosco, lampone e melograno, con naso floreale, fruttato e una nota solfurea. Una parte del mosto viene congelato e sarà aggiunto alla massa in primavera facendo ripartire così la fermentazione conferendogli così una buona profondità.

COLLEPAZZO Cesanese Olevano Romano DOC 2020. Cesanese di Affile in purezza coltivato proprio nell’omonima località. Vinificazione e affinamento in cemento. Note solfuree e fumé, frutta rossa e spezie, un pochino corto.

CÀLITRO Cesanese Olevano Romano Rosso DOC 2020. Un Cru prodotto in un numero limitato di bottiglie, affina in botte grande grazie alla quale riceve il giusto apporto di micro ossigenazione che ne arricchisce il corredo olfattivo. Buon corpo anche se è ancora un po’ verde e necessita di ulteriore tempo per svolgersi  ed evolvere.

NECCIO Cesanese Olevano Romano DOC 2020. Altro Cru interessante affinato in barili. Decisamente più verticale con tannini presenti e ancora non completamente svolti. Frutti rossi maturi, cannella e erbe aromatiche.

www.cantinericcardireale.it

Lazio: Damiano Ciolli “il Cirsium è morto, evviva il Cirsium”

Comunicato Stampa

Con l’annata 2020 il Cesanese Riserva Cirsium cambia faccia. È un piccolo passo, un incipit per quella che potremmo definire “seconda fase del nostro progetto”.

Cirsium era un Cesanese Riserva.
Cirsium era il nostro vino più importante.
Cirsium è stato il primo tassello di un puzzle che stiamo ancora componendo.
Cirsium è il nome botanico di un fiore di campo, comunemente presente nei nostri terreni.
Cirsium è anche un nome di fantasia e non sarà più presente nelle nostre etichette: un cavillo legale ci impedisce di utilizzarlo ulteriormente e di fatto velocizza quella che era una traiettoria già in atto.

Con il millesimo 2020 vi proponiamo, dunque, “solo” un Cesanese Riserva ma la vigna è la stessa, medesima è la vinificazione e identico è l’affinamento. Cambia solamente il vestito. Abbiamo deciso di darvi un’anticipazione di quello che stavamo pensando, almeno graficamente.
Abbiamo dato alla bottiglia un abito essenziale, scegliendo la strada della linearità e preparando il campo per quello che succederà nei prossimi anni.


La digestione di un’analisi territoriale

In oltre 20 anni di attività abbiamo lavorato principalmente su due temi: uno più importante che riguarda la comprensione delle colline che ci ospitano, impegnandoci nella messa a punto di un protocollo agricolo basato sul rispetto e la conservazione, e quello inerente alla sperimentazione in ambito enologico, iter che ci ha permesso di sondare le potenzialità delle uve con cui ci confrontiamo e, oggi, proporre dei vini stilisticamente leggeri, aderenti alla varietà e, soprattutto, al territorio.

La consapevolezza ottenuta, grazie a questo cammino durato due decadi, si traduce in un nuovo obiettivo: esplicitare in etichetta un preciso racconto micro-territoriale e renderlo leggibile a tutti.
Nel futuro prossimo, infatti, sarà nostra cura riportare la menzione delle vigne dalle quali le uve traggono origine. L’idea è quella di tratteggiare un disegno sempre più preciso di ciò che abbiamo a
disposizione, offrendone un’immagine ancora più nitida.

Noi non ci fermiamo, questo è solo l’inizio.

Damiano e Letizia