Terra di Lavoro Wines 2023 – le nostre considerazioni finali

Redazione

Parlare di eventi come Terra di Lavoro Wines 2023 rappresenta uno dei presupposti pensati sin dagli inizi dalla Redazione di 20Italie.

Venti, come le nostre magnifiche Regioni ricche di storia, cultura e coscienza enogastronomica. Tra di esse la prima da cui siamo partiti è stata la Campania, non sempre attenzionata persino dai suoi abitanti.

Nulla di nuovo all’orizzonte, in perfetta coerenza con il motto latino “nemo propheta in patria”. Eppure ci sarebbe parecchio da dire, in particolare della voglia di coesione ricercata dai produttori vitivinicoli del Consorzio Tutela Vini Caserta “VITICA”.

Il Presidente Cesare Avenia è un vero vulcano di iniziative, proprio come il territorio di appartenenza caratterizzato dai ricordi lavici delle eruzioni, sotto forma di sabbie, ceneri e pomici.

L’aggregazione è composta da ben 3 Doc e 2 Igt, ciascuna caratterizzata da differenze pur all’interno di un unico schema, unito dal classico filo rosso di Arianna. Il Mar Tirreno a poca distanza con i suoi zefiri miti che garantiscono buone escursioni nelle calure estreme delle ultime stagioni ed il vulcano spento di Roccamonfina, con il lontananza l’ancor vivo Vesuvio, sono la testimonianza delle complessità naturale di queste terre.

Per far sì che possano essere conosciute vieppiù al grande pubblico di appassionati ed operatori del settore, verrà istituito, a fine aprile, il “sabato casertano” con cantine aperte e possibilità di visita delle stesse previa prenotazione sul sito del Consorzio Vitica.

Ma veniamo alle fasi cruciali di Terra di Lavoro Wines II Edizione, svoltasi nella magnifica cornice del Real Sito Belvedere di San Leucio (CE) nei giorni 18 e 19 marzo 2023.

Dopo i saluti di rito delle Autorità presenti Carlo Marino sindaco di Caserta, Tommaso De Simone Presidente CCIAA di Caserta e Salvatore Schiavone Direttore Ufficio Italia Meridionale ICQRF – il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro ha aperto i lavori con le relazioni del professore Attilio Scienza e di Elisa Frasnetti, assegnista di ricerca presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Tema delicatissimo: la sostenibilità e le nuove sfide per il futuro. A seguire, in collegamento video, la docente universitaria Roberta Garibaldi ha terminato la prima fase del simposio parlando di turismo enogastronomico.

Gradita presenza, a conclusione lavori e prima di cominciare le degustazioni tra i banchi d’assaggio, dell’Assessore all’Agricoltura per la Regione Campania Nicola Caputo.

Ottimo il supporto della squadra di sommelier di A.I.S. Campania nel gestire al meglio le richieste dei presenti anche durante le Masterclass, con interventi del Presidente dell’Associazione Italiana Sommelier Campania Tommaso Luongo e del Delegato di Caserta Pietro Iadicicco.

Le degustazioni guidate, con vini assaggiati rigorosamente alla cieca, sono servite ad evidenziare pregi e limiti delle varie Denominazioni, creando quell’identità fondamentale per porsi dinanzi al giudizio dei critici e dei mercati di riferimento.

La nostra reporter Maurizia Albano ha potuto constatare con mano la qualità dei prodotti con pochissimi rilievi in negativo, indice di un percorso di crescita per tutto il comparto. Stuzzicanti le acidità delle versioni Asprinio di Aversa e gustose quelle delle altre Denominazioni compresa la piccolissima Doc Galluccio.

Le varietà d’uva principali sono: Falanghina, Asprinio Bianco, Aglianico, Piedirosso, Pallagrello e Primitivo, tutte considerate autoctone, accompagnate da tante altre di minor produzione. La bellezza autentica della nostra Campania!

Il giorno 19, invece, è stato il momento per la commozione, dapprima nel vedere la rinascita della Vigna Borbonica di San Silvestro della Reggia di Caserta, che Tenuta Fontana ha ricevuto in affidamento in concessione. Scopo del progetto “Vigna di San Silvestro” è la valorizzazione enologica della produzione di una varietà tradizionale come il Pallagrello Bianco e Nero.

A seguire l’attribuzione al Consorzio Vitica del Marchio di Autenticità Culturale (M.A.C.) ed il Premio dedicato alla memoria di Maria Felicia Brini (Masseria Felicia), imprenditrice eclettica e grande innovatrice, troppo prematuramente scomparsa.

A ricevere il premio è stato il ristorante Il Frantoio Ducale per la migliore carta dei vini del territorio.

L’ottimismo è il profumo della vita: su questa basi non possiamo che attendere, fiduciosi, la prossima edizione di Terra di Lavoro Wines.

Evento “La Sardegna di Vinodabere” – la prima parte delle interviste ai suoi protagonisti

di Luca Matarazzo

Ottima riuscita a Roma per la prima edizione dell’evento La Sardegna di Vinodabere.

La possibilità per conoscere il potenziale immenso di un territorio ancora da scoprire, soprattutto in alcune sfumature sublimi. Tante le tipologie presenti, tra Vermentino, Cannonau, Bovale Sardo (o Muristellu) e chi più ne ha…

Tanti i protagonisti a cominciare dagli organizzatori: in primis il Direttore Responsabile di Vinodabere Maurizio Valeriani e poi i numerosi produttori presenti, che hanno voluto dedicare uno spazio del prezioso tempo a disposizione per essere intervistati ai microfoni di 20Italie.

Riportiamo un estratto delle voci raccolte, espressioni di territori, uomini, laboriosità.

Da sinistra i giornalisti Maurizio Valeriani, Dario Cappelloni, Antonio Paolini

<<Maurizio Valeriani, l’impressione è quella di un evento davvero unico nel suo genere>>

Risponde il Direttore: <<personalmente cerco di raccontare la Sardegna da oltre 20 anni, ultimamente anche con le edizioni della Guida Vini proposta dalla testata enogastronomica Vinodabere. L’esigenza concreta e pienamente soddisfatta di comunicare territori nella Capitale, ove transita ben il 20% del mercato nazionale. Tre Masterclass sold-out (Sulcis, Mamoiada e Mandrolisai) e straordinaria affluenza di pubblico ai banchi d’assaggio. Il primo, spero, di una lunga serie di eventi su una delle regioni più affascinanti d’Italia>>.

Enrico Esu

Enrico Esu dell’Azienda Agricola Enrico Esu (Nerominiera) ci narra delle vigne di Carignano del Sulcis, cresciute a contatto con le sabbie marine ed il vento di maestrale che sferza dalle coste dell’isola di Sant’Antioco verso Carbonia.

<<Il nostro territorio consente ancora una coltivazione a piede franco pre-fillossera. La sabbia rappresenta il terreno povero sul quale si adatta bene un vitigno vigoroso come il Carignano. Io coltivo con onore le vecchie vigne impiantate da mio padre e da esse ne ricavo un vino strutturato, che fa delle eleganti note fruttate il suo emblema. La pura espressione del varietale la conservo intatta grazie alla vinificazione in acciaio, anticipando la vendemmia ed ottenendo maggiori freschezze e bevibilità>>.

Raffaele De Matteis

Infine, a conclusione di questa prima tranche di interventi, abbiamo il parere illustre di Raffaele De Matteis Presidente della Cantina Sociale Sant’Antioco – Sardus Pater del Sulcis. A lui abbiamo chiesto cosa pensa del sistema delle Cooperative Vitivinicole sarde, meglio sviluppato ed organizzato di altre realtà.

<<La nostra Cooperativa nasce nel 1949 dalla volontà di pochi soci conferitori nel cercare di rendere economicamente vantaggiosa la produzione di uva e di vino. Con l’arrivo delle nuove leve, dotate della forza della gioventù, si sono aggiunte linfa ed energie vitali per l’intero comparto. Si crede fortemente nel motto “l’unione fa la forza” con lo spirito adatto a far bene, oggi come ieri.

A presto per un altro giro di interviste su 20Italie.

Amarone Opera Prima: il fascino della tecnica della “messa a riposo” nella Riserva

di Sara Cintelli

Il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, all’interno dell’Anteprima Amarone 2018Amarone Opera Prima“, ha organizzato per la stampa italiana e internazionale un focus sulla tipologia Amarone della Valpolicella Riserva.

Abbiamo degustato 10 vini da dieci diverse aziende ed annate, per comprendere, ancor meglio, come questo iconico prodotto racconti la vera identità di un territorio fortemente caratterizzante e legato a una tradizione secolare.

La Masterclass si è svolta presso il Palazzo della Gran Guardia, nella centralissima Piazza Bra del capoluogo veronese ed è stata condotta dall’enologo Enrico Nicolis, affermato professionista e consulente, e da J.C. Viens comunicatore, WSET Educator, giornalista e giudice di concorsi sul vino.

Dr. Enrico Nicolis e Mr J.C. Viens

Per capire la profondità dell’Amarone della Valpolicella, a maggior ragione nella versione Riserva (che segue affinamento più lungo), le peculiarità sono da ricercarsi nella cosiddetta tecnica della messa a riposo. I due esperti spiegano che le uve autoctone – Corvina, Corvinone e Rondinella in primis – dopo la raccolta da effettuarsi in perfette condizioni qualitative e di maturazione, vengono poste in fruttai e adagiate su stuoie (dette arele) di bambù adatte all’appassimento.

L’ambiente deve essere fresco, ventilato e con un adeguato livello di umidità per una ottimale concentrazione dei componenti aromatici dell’uva. Il processo ha una durata di circa 3-4 mesi, necessari a raggiungere il risultato desiderato, affinché i grappoli siano pronti per la pressatura e la successiva vinificazione.

Dobbiamo sempre considerare quello che gli inglesi chiamano vintage variation e cioè le differenze presenti ed imprescindibili che ogni annata, che ogni vendemmia porta con sé nei singoli acini di ciascun grappolo. Tale variazione non si riferisce solo alla vendemmia, ma influenza il prodotto finale fino al momento della pressatura. L’andamento del clima stagionale, la durata della fase di crescita dalla vite e quella di vendemmia condizionano anch’essi l’annata e quello che si andrà poi a ritrovare nel calice, così come l’attacco più o meno marcato della Botrytis Cinerea (muffa grigia) sui grappoli.

La Valpolicella presenta un microclima ideale per la formazione della muffa nobile: mattine umide e nebbiose lasciano spazio a pomeriggi soleggiati e ventilati, consentendo la formazione della pregiata muffa. I primi 15 giorni della fase di appassimento sono cruciali per la botrite, poiché bruschi cali di temperatura possono accelerare la sua scomparsa. In cambio produce reazioni chimiche che apportano complessità aromatiche e, di conseguenza, ingentiliscono il vino: amplifica la sensazione di dolcezza sul palato e riduce l’asperità dei tannini.

L’acido tartarico aumenta durante la fase di appassimento, mentre la percentuale di acido malico, invece, è direttamente correlata alla temperatura registrata durante tale processo. I polifenoli totali e gli antociani crescono durante la disidratazione delle bacche, contribuendo ad intensificare il colore e la complessità di beva nel vino con attività enzimatiche che vengono enfatizzate solo grazie al lungo invecchiamento sostenuto dall’Amarone Riserva.

Ogni produttore decide in che modo le condizioni di appassimento delle uve influenzino il processo stesso. In base alle singole annate, gli stessi livelli di ventilazione ed umidità presenti nel fruttaio offrono risultati anche molto diversi sul prodotto finale. Variazioni sulla perdita di peso dell’uva si registrano in base alla tipologia di ventilazione attuata: in maniera naturale grazie alla presenza di finestre nei locali, oppure controllata da appositi macchinari.

Una marcata e costante ventilazione ed una ridotta presenza di umidità nei fruttai accelerano l’essiccazione dell’acino, cosa che nella norma di altre tipologie si cerca di evitare, per favorire la massima concentrazione di profumi e aromi. In generale la quantità residua di uva, al termine del periodo, si aggira intorno al 35-50% del peso iniziale prima della messa a riposo. Si è anche constatato l’aumento molto veloce della disidratazione delle uve anche con pochi gradi di differenza nella temperatura (tra 15 e 20 ° C. cambia molto per Corvina, Corvinone e Rondinella).

Ma andiamo adesso nel vivo del programma: ecco i 10 Amarone della Valpolicella Riserva degustati in un affascinante, quanto teorico, viaggio nel tempo.

Tenuta Santa Maria – Gaetano BertaniAmarone della Valpolicella Riserva 2016

Rubino luminoso. A calice fermo, una ventata di mora, prugna e amarena essiccata o da confettura. Seguono accenni di cenere e note fumée. Con l’ossigenazione emergono frutti appena colti (ciliegia e lampone) uniti a cenni floreali vivaci. In bocca si lancia con sicurezza su note dolci, spezie di vaniglia e tabacco biondo. Il sorso è caldo, dalla trama tannica setosa ma ben riconoscibile. Chiude su note leggermente amaricanti di oliva verde che si integreranno dopo qualche tempo in bottiglia.

Tenuta Santa Maria Gaetano Bertani – Riserva 2016

Stefano Accordini – Il Fornetto – Amarone della Valpolicella Riserva 2016

Il colore rubino mostra qui degli accenni granati. Al naso è composto, a tratti timido, mentre cede qualche nota di caffè e mou uniti ad accenni balsamici ed un’impronta di erbe aromatiche essiccate. Buona la vivacità di sorso, lunga scia di liquirizia e finale sapido.

Stefano Accordini – Il Fornetto Riserva 2016

La Collina dei Ciliegi – Ciliegio – Arnaldo Gianolli – Amarone della Valpolicella Riserva 2015

Luminoso ed avvolgente rubino. Apre su note rosse di frutta matura e tocchi floreali in appassimento. In bocca spinge su sentori di caffè e cioccolato fondente; cavalca il sorso un’acidità vivace che aiuta la beva, alleggerendo le note piuttosto dolci. Tannino integrato e di ottima fattura. Grande potenziale.

La Collina dei Ciliegi – Ciliegio- Arnaldo Gianolli Riserva 2015

Novaia – Le Balze – Amarone della Valpolicella Riserva 2015

Gioiello da sfumature color sangue di piccione. Ottima la freschezza al naso, con note di erbe aromatiche e macchia mediterranea. Il frutto appare in secondo piano ma è dotato di finezza. Apre sapido e verticale per virare, al centro del palato, su sentori terziari di liquirizia, sottobosco e cipria. Tannino leggermente ruvido, ma troverà spazio e modo per assestarsi. Il calore è contenuto e ben gestito. Chiude lungo su rinfrescanti sentori agrumati.

Novaia – Le Balze Riserva 2015

Casa Vinicola Bennati – Cerasum – Amarone della Valpolicella Riserva 2013

Continua la sequenza dei colori rubino splendenti. Apre su sentori di caramelline gommose e note eteree, per poi virare su accenni erbacei e di spezie in infusione. Ricorda quasi il vermouth per la complessa parte balsamica. In bocca ha slancio e vibrazione, tannino protagonista di buona freschezza e piacevolezza di beva.

Casa Vinicola Bennati -Cerasum Riserva 2013

Gerardo Cesari – Bosan – Amarone della Valpolicella Riserva 2013

Ci si sposta su sfumature granate. A calice fermo sprigiona una nota fortificata, anche questa simile al vermouth o all’empireumatico connesso alle componenti caloriche. Segue, in successione, un riverbero di caramella d’orzo. In bocca domina la parte morbida da caffè, orzo e cacao. Si fa fatica a superare la punta alcoolica preannunciata al naso. Chiude ancora su torrefazione ed accenni di bosco. In cerca di un maggiore equilibrio in bottiglia.

Gerardo Cesari – Bosan Riserva 2013

Falezze – Luca Anselmi – Amarone della Valpolicella Riserva 2013

Rubino profondo. Apre su note floreali di rosa appassita e violetta, proseguendo su ciliegia matura sotto spirito. In bocca si avverte una nota leggermente amarognola da scorza di arancia. Continua su forte balsamicità, rabarbaro e caffè in polvere. Buona freschezza in avvio di sorso, comunque caldo, che chiude però senza lasciare un’impronta.

Falezze Luca Anselmi – Riserva 2013

Montezovo – Amarone della Valpolicella Riserva 2011

Rubino meno intenso, ma luminoso. Erbe aromatiche, timo, rosmarino e scorza di agrumi regalano eleganza e freschezza al naso. Bocca su netti ricordi di albicocca essiccata, amarena, frutti neri maturi e golosi. Buona la nota di cacao e tostatura a fine sorso, snellita da una freschezza lineare e piacevole. Chiusura calda e dinamica, con ricordi di frutti scuri ad accompagnare il finale lungo e saporito. Da tenere d’occhio negli anni avvenire.

Montezovo – Riserva 2011

Domini Veneti – Mater – Amarone della Valpolicella Riserva 2008

Granato vivo. A calice fermo si apre su sfumature di finocchio e macchia mediterranea, sottobosco, fungo e humus. La complessità prosegue su cenere, sbuffi verdi e salini che accennano alla pianta del cappero. In bocca è molto equilibrato, nonostante sfiori i 16 gradi volumici di alcool. Tannino vibrante che non predomina la scena gustativa. Sorso succoso, appagante, con prevalenza di sentori terziari di polvere di caffè, orzo, cacao e frutti essiccati come mirtillo e mora. Chiusura lunga su affumicature. Eleganza, equilibrio e brio.

Domini Veneti – Mater Riserva 2008

Valentina Cubi – Morar – Amarone della Valpolicella Riserva 2006

Nuance quasi aranciate. Intenso e ricco di frutti rossi disidratati e macerati, fragole, lamponi e ribes, uniti ad una punta da erbe di campo. Scie verticali da grandi freschezze, succulenza e sapore. La nota sapida di oliva e mandorla accarezza il palato in un equilibrio gustativo emozionante. La parte calorica è ben integrata, così come il tannino disteso e fuso alle altre componenti, in un sorso lungo al sapore di erbe officinali (origano e timo). Da bere adesso con goduria o da aspettare ancora in cantina, per scoprire in futuro nuove sfumature.

Valentina Cubi – Morar Amarone della Valpolicella Riserva 2006

Alla prossima edizione di Anteprima Amarone – “Amarone Opera Prima”.