A Palazzo Gentilcore si celebrano le eccellenze enogastronomiche del Cilento e Vallo di Diano

La splendida cornice di Palazzo Gentilcore, nel cuore del borgo antico di Castellabate, ha ospitato un evento straordinario dedicato alla celebrazione delle eccellenze del Cilento e Vallo di Diano. La manifestazione è stata fortemente voluta da Chiara Fontana e Giovanni Riccardi con la sapiente collaborazione di Marco Contursi e Assunta Niglio in rappresentaza della condotta Slow Food Gelbison.

La terrazza elegante e accogliente della Locanda Pancrazio ha fornito il palcoscenico ideale per questo viaggio culinario, con la partecipazione di appassionati di gastronomia e professionisti del settore, tutti accomunati dall’obiettivo di valorizzare e promuovere le risorse uniche del territorio.

Giovanni e Chiara, dopo aver trasformato l’edificio storico del XI secolo “Palazzo Gentilcore” in un’incantevole Art boutique hotel con annesso ristorante “Locanda Pancrazio”, hanno saputo coniugare il rispetto per la tradizione culinaria cilentana con una visione innovativa, sempre alla continua ricerca di nuovi stimoli sul territorio.

Marco Contursi, da sempre attivo sul territorio, ha concentrato il suo impegno nella valorizzazione delle eccellenze gastronomiche locali e nella promozione di una cucina che rispetti i ritmi della natura e le culture del luogo.

L’evento ha celebrato i sapori e i saperi della tradizione culinaria a chilometro zero: un vero e proprio omaggio alla ricchezza culturale, gastronomica e imprenditoriale del Cilento e Vallo di Diano: un’immersione totale nella sapienza dei popoli del Mediterraneo, che mette in risalto anche l’importanza della sostenibilità e del rispetto per le tradizioni locali.

Durante la serata uno degli aspetti più apprezzati è stato il percorso che ha offerto ai partecipanti la possibilità di degustare una vasta gamma di prodotti tipici. Dai formaggi ai salumi, dai vini agli oli, dai fagioli alla cipolla, dalle farine antiche ai magnifici prodotti della pesca locale, ogni assaggio è stato un viaggio nei sapori autentici di questa terra straordinaria.

Stazionando tra i vari stand, guidati dai sorrisi e dalle parole dei diversi produttori e dei padroni di casa, si è potuto raggiungere gustativamente i luoghi più affascinanti e significativi del territorio, percorrendo questo meraviglioso e selvaggio parco naturale in lungo ed in largo, dal mare alla montagna.

I vini autoctoni e biologici dell’alto e basso Cilento (Paestum, Perdifumo, Licusati, Prignano Cilento, Sant’Angelo a Fasanella, Giungano, Castellabate, Punta Licosa, Torchiara, Rutino), la soppressata di Gioi, lo struffolone e le olive ammaccate di Salento, le Alici di Menaica di Pisciotta, le ricotte e le mozzarelle di Paestum, l’Amaro del Tumusso di Padula, i salumi e i formaggi del Vallo di Diano, i panettoni di Agropoli, il fico, la genziana e il rosmarino distillati di Casalvelino, la cipolla di Vatolla, i taralli dai grani antichi di Sala Consilina, i tartufi di Colliano, la pasta fresca di Palomonte, i fagioli di Controne sono solo alcune delle tappe del lungo e suggestivo viaggio.

Ad allietare ulteriormente i presenti sono stati i piatti preparati con maestria dalla cucina di Locanda Pancrazio, coadiuvata purtroppo a distanza dallo chef Pietro Parisi. L’evento è iniziato con un aperitivo che ha introdotto gli ospiti ai sapori freschi e autentici della Campania, con antipasti creativi e sfiziosità che esaltavano ingredienti quali: pomodori, mozzarella di bufala, basilico e olio extravergine d’oliva. L’associazione “Pescatori di Castellabate” ha poi proposto la tradizionale “cunzatura” e un delizioso e delicato pacchero con scorfano e aragosta.

Gugliucciello Tartufi ha elaborato una profumatissima polenta al tartufo scorzone. Il pastificio “La sfoglia d’oro” ha fatto assaporare un intrigante raviolo allo zenzifero con tartufo. La cucina della “Locanda Pancrazio” ha invece preparato un appetitoso fusillo al ragù di fichi, armonioso e succulento.

Una cucina genuina e dedita al rispetto delle tradizioni con l’abbinamento ad alcuni vini coraggiosi e unici, tipicamente cilentani, delle cantine presenti all’evento. Particolare menzione meritano l’attraente e strutturato Antece 2022, il fiano della DOC Cilento, macerato in anfora, dei Viticoltori De Conciliis; l’elegante e fresco Rosato Ronnorà 2023, PAESTUM IGP ROSATO 2023 della cantina Donna Clara; il ramato e luminoso Ephyra 2023, IGP Campania di Rossella Cicalese; il biologico e fruttato Phasis 2023, Fiano Paestum I.G.P- Tenute del Fasanella; l’aromatico Iscadoro 2022, IGT Paestum della Cantina Casebianche. Nel post-dinner, hanno deliziato i palati i ricercati liquori e gli affascinanti distillati dell’Alchimista incantatore Giuseppe Pastore (Cilento, I Sapori della Terra) e l’artigianale Amaro del Tumusso, affinato in anfora, la cui miscela di genziana, alloro, carciofo, elicrisio, rafano e altre erbe autoctone segrete lo rende aromatico, avvolgente e morbido.

Un banchetto per il palato. Un momento di celebrazione, ma anche un’opportunità per riflettere sul futuro dell’areale. Gli ambasciatori del gusto presenti hanno tutti ribadito l’importanza di sostenere le eccellenze del territorio attraverso eventi che ne promuovano l’eccellenza, politiche di sviluppo sostenibile e progetti di valorizzazione che coinvolgano l’intera comunità.

Chiara Fontana, Giovanni Riccardi e Marco Contursi hanno condiviso con gli ospiti il loro impegno per la promozione della sostenibilità e della qualità degli ingredienti locali, evidenziando come la cucina possa essere un veicolo per preservare le tradizioni e sostenere l’ambiente.

Team Costa del Cilento: chef Alfonso Ferrigno presenta le sue ricette col pescato del Cilento

Coniugare cucina d’autore con l’esigenze di ristorante all’interno di un Resort di lusso a 5 stelle è un compito che richiede carattere e personalità. Quella riservata e pragmatica di Alfonso Ferrigno, Chef Executive dell’Ambrosia Stylish Restaurant de L’Araba Fenice ad Altavilla Silentina (SA), che in una location a dir poco “onirica”, quasi il mosaico di una scacchiera a marmi policromi bianchi e neri, dispensa colori e sapori nelle sue preparazioni.

Due ricette, due modi opposti di intendere il pescato del Cilento. Nella prima, la terrina di branzino pescato a lenza con zuppetta di crostacei, frutti di mare e alga wakame, rientra il concetto di fusion, di contaminazione tra materie prime d’estrazione eterogenea, legate dal fil rouge del ritorno al mare. L’idea di spingere quasi sui ricordi d’infanzia, quando preparare le terrine (di carne) era un momento di convivialità familiare nei momenti di festa.

Apparentemente più classica e tradizionale la ricetta del risotto con gambero rosso del Cilento, crema di peperoncino di fiume, yuzu e katsuobushi. Le sensazioni agrumate e sapide degli ingredienti orientali in realtà richiamano molto la nostra mentalità di mantecatura del riso, che deve fungere da perfetto amalgama tra le varie componenti del piatto.

Alfonso Ferrigno, associato al Team Costa del Cilento, pone la sua concentrazione proprio sull’equilibrio complessivo, stimolando vivacità e lunghezza al palato e raccontando, con bravura e tecnica, il territorio e le sue mille espressioni gastronomiche.

Costiera Amalfitana: una sera al “Convento” con la cucina di Claudio Lanuto

Non era neve quella che veniva giù dal cielo, ma pioggia e la temperatura faceva pensare più alla Pasqua che al Natale. Eppure l’accensione dell’albero al Grand Hotel Convento Anantara di Amalfi ha mantenuto tutto il magico fascino dell’evento, reso ancora più suggestivo dall’eccezionale location in cui si è svolto: i resti del chiostro cistercense del XIII secolo, incastonati al sesto piano di una delle strutture ricettive più eleganti della Costiera Amalfitana.

I festoni di minuscole luci, Il braciere al centro del porticato, il coro di voci bianche a intonare i tipici canti natalizi e il cocktail di raffinati finger food, sono stati la preziosa cornice del quadro che lo scorso 27 Novembre ha dato il via alla stagione natalizia dell’Hotel ricavato da un’attenta ristrutturazione dell’ex convento dei Cappuccini di Amalfi e oggetto di un recente rebranding della catena di lusso Anantara. L’occasione è stata anche ideale celebrazione per la cucina dello chef Claudio Lanuto, recentemente entrata a far parte della Guida Ristoranti d’Italia 2024 del Gambero Rosso.

L’autore di 20Italie Ombretta Ferretto intervista lo chef Claudio Lanuto

Livornese di nascita, svezzato tra grandi cucine nazionali e internazionali (a partire da I Quattro Passi di Antonio e Fabrizio Melillo al Fat Duck di Heston Blumenthal), Lanuto festeggia il suo battesimo sulla guida più rinomata del Belpaese al ristorante Dei Cappuccini, rivelandosi persona pacata ed equilibrata nel rilasciare una dichiarazione sul recente conseguimento: “Mi sono commosso quando ho letto il mio nome sulla Guida”.

Al termine dell’evento di accensione dell’albero, il Ristorante Dei Cappuccini ha accolto i partecipanti in un ambiente sobrio con elementi architettonici e stilistici dell’antico convento, come le alte volte a crociera da cui scendono, disegnandone le coste, i moderni lampadari. Gli arredi dalle linee pulite ed essenziali cedono il passo all’opulenza solo nei tramezzi dorati che ricordano le piogge d’oro di molti quadri di Klimt, mentre le boiserie in legno chiaro scaldano l’ambiente, insieme alle luci soffuse e alla voce calda di Lucy Kiely, che unitamente alla chitarra classica di Cherubino Fariello, ha accompagnato la serata.

La cena, studiata e realizzata appositamente per l’evento natalizio, è stata un’elegante rivisitazione della tradizione, arricchita da contaminazioni di originale creatività, pur rimanendo fedele alla biodiversità e alla stagionalità del territorio.

La scarola ripassata con uvetta diventa quindi nido ideale per la capasanta scottata e guarnita da una sottilissima gelatina di tsuyu – brodo di dashi concentrato, arricchito di salsa di soya, mirin e sake. Il suo sentore umami fa da contraltare alla goccia di maionese delicata.

Il baccalà, invece, è stato protagonista dell’antipasto assieme alla giardiniera di verdure, classico richiamo all’insalata di rinforzo della tradizione partenopea – e alla crema di limone salato. Ad accompagnare entrée e antipasto Costa d’Amalfi doc Furore bianco Marisa Cuomo 2022 – blend di Falanghina e Biancolella – dai sentori freschi di agrumi ed erbette mediterranee, che ha sostenuto bene la complessità gustativa dei primi due piatti.

Eco di uno dei più grandi classici della tavola di Natale, il tortello di zucchine, crudo di scampi e lamelle di mandorle in fumetto di scampi, riportava alla memoria il confortante tortellino in brodo, spesso presente sulle tavole delle feste. Mentre con la seconda portata Lanuto è uscito dal canone delle festività proponendo un piatto a cui è molto affezionato: il trancio di spigola arrostita e crudo di gamberi rossi, serviti su un bisque di crostacei e accompagnati da sedano rapa grigliato e in dadolata con salsa di limone.

Il Fiano di Avellino DOCG Alessandra 2013 De Meo, ottenuto da uve selezionate da leggera vendemmia tardiva, ricco nei rimandi olfattivi di frutta matura e ginestra, caramello e note fumée, si è rivelato pieno e godurioso al sorso, in perfetto equilibrio con le portate principali.

Come tributo alla varietà e alla ricchezza dei prodotti della Costiera, lo chef ha voluto sottolineare la stagionalità e la territorialità di quelli utilizzati nei suoi piatti, molti provenienti dall’orto-giardino dei frati, come i limoni o i profumatissimi mandarini protagonisti del dessert a chiusura della cena.

Il babà al rum, mandarino del Convento e cioccolato, in accompagnamento con Passion 2021 Vino Passito Cantine Giuseppe Apicella – blend di vitigni autoctoni locali – avvolgente al palato nei sentori di frutta candita, fico secco e bastoncino di liquirizia, è stato ottimo preludio anche per le coccole finali: il bignè alla crema di limone, la gelatina di melograno e la caprese di mandorle e cioccolato.

Al termine della cena Claudio Lanuto, dopo aver ringraziato lo splendido lavoro di tutto lo staff, ci ha raccontato in poche sintetiche parole l’esperienza e la personale aspettativa dal suo impegno quotidiano: “siamo giovani, siamo partiti quest’anno con il progetto della ristorazione e il mio principale obiettivo è quello di far star bene le persone”.

Placito Risano – la cucina istriana ha trovato il suo “centro di gravità”

di Carolina Leonetti

“Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione”. Da questa frase tratta da Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline ha inizio, metaforicamente, il mio viaggio gastronomico al ristorante Placito Risano.

Ho avuto il piacere di cenare qui in occasione del Amber Wine Press Tour, evento dedicato ai particolari Orange Wine che tanto attirano l’attenzione degli appassionati, con un focus specifico su prodotti e cantine del Carso.

Sono rimasta incantata da un locale posto quasi fuori dal tempo, dove arte, storia e cucina creano un connubio perfetto, e non vedevo l’ora di raccontare le emozioni vissute.

Gli arredi e gli affreschi si ispirano all’Alto Medioevo, il periodo diviso tra momenti di luce e buio intellettuale, per ricordare proprio un evento che, si presume, abbia ivi avuto luogo: Il Placito del Risano, primo accordo arbitrale nella storia di queste terre, che segnò il passaggio dall’ordinamento bizantino a quello feudale.

Il giovane chef Jure Dretnik e la sua brigata riescono a creare vere e proprie opere d’arte con ricchezza e varietà dei sapori che accompagnano l’avventore in un viaggio enogastronomico, immersi nelle atmosfere dal periodo storico, fino ai tempi moderni.

La cucina è ricercata, sempre legata al territorio e alla stagionalità; un vero e proprio viaggio in Istria, con la particolarità del menu che non menziona i nomi dei piatti, ma solo gli ingredienti usati per la loro realizzazione.

I dettagli della sala curati nei minimi particolari e la grande professionalità del personale lo rendono un luogo ideale dove ritemprarsi per trascorrere una serata romantica o per organizzare meeting aziendali e momenti sereni in compagnia di amici.

Ottima, infine, la proposta degustativa e la selezione vini in abbinamento.

Placito Risano

Bezovica 30

6275 Črni Kal

Slovenia

SI: +386 41 332 696

IT: +39 351 533 8703

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