Slow Wine Fair 2023

di Adriano Guerri

Slow Wine Fair 2023


A  Bologna dal 26 al 28 febbraio si è svolta la seconda edizione di Slow Wine Fair.

Un evento organizzato da BolognaFiere e Sana, Salone del Biologico e del Naturale, con la direzione di Slow Food. La location era facilmente raggiungibile in auto, di fronte al quartiere fieristico, con un ampio parcheggio coperto al costo di 5 euro per l’intera giornata.

Due interi padiglioni dagli ampi spazi e ben 750 aziende vitivinicole presenti, suddivise per regioni e talvolta, per distribuzioni provenienti da ogni parte del Bel Paese e da 21 Paesi esteri. In questa edizione v’era anche uno angolo dedicato appositamente a distillati e liquori.

A sinistra l’autore Adriano Guerri

Tantissimi buyers, eno-appassionati e operatori professionali hanno varcato la porta di Bolognafiere per avvicinarsi ai banchi d’assaggio evitando lunghe attese. Molti punti di ristoro per uno snack veloce, che nelle ore di punta sono stati presi letteralmente d’assalto.

Tante le Masterclass che hanno arricchito e reso la kermesse davvero interessante.

Un programma ricco, ma si sa, il tempo è tiranno e nel poco avuto a disposizione ne è valsa la pena fermarsi al banco d’assaggio di:

Nominé-Renard Champagne Brut Aoc Da uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier, color paglierino brillante e perlage fine e persistente. Racconta di fiori bianchi, zagare, pompelmo e petit patisserie. Sorso fresco, sapido e duraturo.

Tenuta La Viola Albana Secco “In terra” 2021 Nuance dorate, sprigiona immediati sentori di zafferano, pesca, mango e nocciola. Al palato è  sapido e pieno, con sottile presenza di mordenza data dalle catechine.

Ceratti Greco di Bianco Doc 2021 Paglierino brillante, con note olfattive di erbe di campo, miele, agrumi ed albicocca su finale da mandorla dolce. Coerente al gusto, fresco e avvolgente con buona lunghezza.

Le Piane BiankΩ – Vino bianco 2021 Ottenuto dalle uve del vitigno autoctono Erbaluce, mostra un colore giallo intenso con riflessi dorati, liberando eleganti sentori di fiori alpini secchi, miele e pera. Bocca fresca e dinamica, con scie sapide e di frutta secca.

Le Piane Boca Doc 2019 Nebbiolo 85% e Vespolina 15 % – rosso rubino marcato con riflessi tendenti al granato. Chiare sensazioni da frutti di bosco, viola mammola, melagrana, ai quali segue una vena terziaria di tabacco e note balsamicità che prosegue dritta al palato. Un vino suadente dai tannini integrati, quasi infinito.

Diego Conterno Barolo Docg Ginestra 2018 Granato di carattere, con evidenti richiami di rosa canina, ciliegia e lamponi cui seguono sfumature complesse di noce moscata, polvere di caffè e china. Tannino morbido ed elegante che va di pari passo con la sua sapidità. Lungo e scorrevole.

Panizzi Pinot Nero  Igt Ermius 2019 rubino vivace, accompagnato da una bella trasparenza tipica del Pinot Nero. Profumi delicati e accattivanti che rimandano a note di tabacco, frutti di bosco e gelsomino. Piacevole ed elegante non stanca mai.

Bouchard Père & Fils Volnay Taille Pieds Aoc Premier Cru 2018 Rubino quasi trasparente, ventaglio olfattivo da lampone , ribes, mora, ciclamino e note di sottobosco. Avvolge con leggiadria, sapido e durevolezza. Che vino da degna chiusura di Slow Wine Fair 2023!

Anteprime di Toscana 2023: L’Altra Toscana – la panoramica dell’evento

di Adriano Guerri

Siamo alle fasi conclusive di una lunga settimana che termina con l’Anteprima 2023 L’Altra Toscana.

Ultima kermesse, ma non per ordine di importanza, che ha avuto luogo lo scorso 17 febbraio negli ampi e rinnovati saloni di Palazzo degli Affari di Firenze.

In degustazione oltre 330 etichette tra vini a marchio DOP e IGP: Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana, Valdarno di Sopra.

È stata la seconda edizione dedicata a Denominazioni ricche di storia e di antiche  e profonde tradizioni vinicole  che affondano le proprie radici in tempi lontani.


Realtà forse nascoste, che a livello  qualitativo non hanno nulla da invidiare alle più blasonate consorelle regionali, con tre di esse che figuravano già nel 1716 nel Bando del Grand Duca di Toscana Cosimo III De’ Medici, una sorta di prima denominazione di origine controllata.

Molto diverse tra loro, localizzate tra mare e  pendici montane con areali distanti l’uno dall’altro, presentano aspetti pedoclimatici variegati, con tanti produttori uniti dal comune denominatore di creare vini di elevata qualità.

Variano anche i vitigni da un areale all’altro sia quelli autoctoni sia gli alloctoni, anche se il Sangiovese la fa da padrone quasi ovunque tra coltivazioni convenzionali, biologiche e biodinamiche.

Spettacolari i paesaggi, quasi paradisiaci, costellati da castelli, ville, poderi, pievi e borghi arroccati sulla sommità di sinuose e talvolta erte colline; boschi secolari, uliveti, campi e ordinati filari di cipressi. Un patrimonio unico e ancora da scoprire con alcune enclave inserite nella lista World Heritage UNESCO.


Il servizio è stato affidato all’Associazione Italiana Sommelier. I sommelier si sono ben destreggiati tra i tavoli d’assaggio dedicati alla stampa con puntualità ed efficienza. Al piano soprastante v’erano banchi d’assaggio consortili con possibilità, pertanto, di incontrare anche qualche vigneron.

Location con ampi spazi e servizi all’altezza dell’evento.  Dalla sommità della struttura si gode un panorama senza pari, digradante verso la cupola del Brunelleschi da un lato, e l’Appennino dall’altro.

Tra i vini degustati, ne ho estrapolati alcuni  che meritano un approfondimento. 

Tenuta di Capezzana, Carmignano Villa Capezzana 10 Anni – Sangiovese 80% Cabernet Sauvignon 20%.  Rosso granato  intenso, emana sentori di tabacco, rosa appassita, scorza d’arancia, liquirizia e spezie doci, avvolgente, pieno e incredibilmente lungo.

Stefano Amerighi Cortona Doc Syrah Apice 2019 – Rosso rubino intenso, rivela sentori di marasca, melograno, tabacco, pepe nero e bacche di ginepro, intenso e fine con tannini poderosi, ma ben levigato.

Camporignano Mattaione Terre di Casole Doc 2016 – Sangiovese 80% Merlot 20%, rubino intenso,  una cascata di frutta e spezie. Pieno ed appagante,  decisamente lungo.

Petrolo Valdarno di Sopra Merlot Vigna Galatrona 2020 – rosso rubino vivace emana sentori di mora, cassis, rosa e sottobosco, armonioso e leggiadro con tannino nobile dal sorso lungo.

Basile Montecucco Sangiovese Docg Carta Canta 2019 –  Sangiovese 100%, rosso rubino, eleganti sentori di ciliegia, lampone e ribes ben uniti a note di liquirizia, gusto piacevolmente morbido.

Tenuta Impostino Montecucco Sangiovese Riserva Viandante Docg 2017 – Sangiovese 100%, rosso rubino, ribes, lampone, mora, prugna accompagnate da sottili note balsamiche, dimostra coerenza e persistenza.

Castello di Nipozzano Marchesi Frescobaldi Chianti Rufina Riserva  Vecchie Viti Docg 2020 – Sangiovese, Malvasia Nera,  Colorino e Canaiolo, rosso rubino vivace,  si districa tra sentori di pervinca, frutti di bosco,  pepe nero e cannella. Scia sapida lunga.

Badia a Morrona Terre di Pisa Doc Vignalta 2019 – Sangiovese 100% rubino trasparente,  un pot-pourri di fiori, amarena, noce moscata e sottobosco, composito e dotato di una straordinaria piacevolezza di beva.

Tua Rita Toscana Sangiovese Igt Perlato del Bosco Rosso 2020 – Sangiovese 100%, rubino scuro, violetta, frutti di bosco,  sottobosco e mirto, fresco, avvolgente e assolutamente lungo.

Sottolineiamo che non è stato inserito nessun vino della Doc Orcia, della Doc Maremma e della Doc Colline Lucchesi, semplicemente, perché a breve avremo la possibilità di approfondire questi stupendi lembi di terra dedicando appositamente degli articoli.

Napoli: La Guardiense porta il Sannio vulcanico dei suoi vini a Palazzo Petrucci

di Luca Matarazzo

A Napoli, per un istante, il tempo si è fermato quando la cooperativa vitivinicola La Guardiense ha presentato i vini del Sannio al ristorante gourmet Palazzo Petrucci, una Stella Michelin.

È risaputo che l’areale possiede terreni di diversa natura, ma solo recentemente gli stessi sono stati analizzati con l’occhio attento di chi coltiva per particelle, suddivise in apposite zonazioni. Ne consegue che il nobile vitigno sannita per eccellenza, la Falanghina, che in Campania alberga sotto numerose espressioni, gode di una variabilità frutto di imprinting genetico, scelte stilistiche e, naturalmente, suoli.

La Valle Telesina, nella parte ovest del beneventano, è priva di vulcani ma con un terreno sorprendentemente ricco di ignimbrite: merito della super esplosione dei Campi Flegrei circa trenta millenni orsono, capace di trasportare lapilli e minerali magmatici anche nell’area che da Castelvenere giunge a San Lorenzello.

Una sorta di “Cru itinerante” che prende forma dall’impegno del Presidente Domizio Pigna, da anni al timone dell’azienda, grazie anche alla consulenza enologica esterna di Riccardo Cotarella e dell’enologo interno Marco Giulioli. Vini puliti ed eleganti molto diversi rispetto al passato, con un gusto più moderno ed accattivante, che vogliono puntare, lo auspichiamo vivamente, anche al racconto del terroir.

Anima Lavica è la linea innovativa del progetto Janare dedicato ad un preciso compito: quello di comunicare vini di carattere, identificati con una linea congegnata con precisione certosina, vista la dimensione complessive della realtà d’origine.

Dai 33 soci del 1960 se ne contano adesso 1000 con 3500 appezzamenti per un totale di 1500 ettari. A far bene i conti trattasi di soci conferitori dalle piccole dimensioni che difendono con cura il patrimonio paesaggistico e produttivo di queste colline poste ad un’altitudine compresa tra i 300 ed i 500 metri.

“I mille” di Guardia Sanframondi vengono dunque proposti nel calice sotto forme liquide in abbinamento con i piatti dello chef executive Lino Scarallo di Palazzo Petrucci.

«Questo progetto è nato un po’ per caso – ha spiegato Marco Giulioli – col ritrovamento di una mappa di zonazione dei suoli della valle Telesina stilata tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila. È stato come trovare un tesoro: la frammentazione dei suoli e il lato vulcanico ben delineato imponevano di cogliere al volo questa opportunità».

Da sinistra: Nicola Caputo, Armida Filippelli, Domizio Pigna, Marco Giulioli

Conclude il Presidente de La Guardiense Domizio Pigna alla presenza della giornalista professionista Monica Caradonna, alla quale vanno i nostri ringraziamenti, ed a importanti autorità politiche campane tra le quali Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura ed Armida Filippelli, assessore regionale alla Formazione Professionale: «Le nostre etichette non sono solo il frutto del lavoro di una squadra devota e infaticabile ma anche un importante esempio dell’eccellenza che un territorio come quello del Beneventano, su cui siamo felici di insistere, sa regalare».

Importante rammentare, infine, Benevento.Wine lanciato a maggio 2022, che mira a promuovere le eccellenze e le peculiarità del Sannio attraverso eventi dedicati, incoming di operatori del settore, giornalisti e opinion leader, il tutto finalizzato a creare reti e relazioni con i mercati campani, nazionali e internazionali.