“100 Best Italian Rosè”: una grande occasione per i vini rosati del Sud Italia

di Luca Matarazzo

I vini rosati (o vini rosa) vengono ancora visti, da molti consumatori, come il frutto di un’alchimia sperimentale non sempre ripetibile.

Ciò quando va bene. Quando va male, invece, scorgiamo negli occhi delle persone quel senso di smarrimento nel pensare a un mero completamento di una gamma commerciale, ovvero un’etichetta di ricaduta per annate generose o altrettanto negative per le maturazioni dei rossi da lunga sosta in cantina.

Bisognerebbe, piuttosto, pensare ai rosè come ad un mondo parallelo, ove fare qualità non con metodi da azzeccagarbugli, ma seguendo lo stesso filo logico degli altri esempi aziendali. Solo così si punta dritti all’eccellenza, con contestuale rapidità di beva, timbro di fabbrica ideale. Senza dimenticare che alcuni virtuosi riescono persino a resistere oltre un lustro in bottiglia, senza veder scalfita l’acidità e la sapidità, veicolo di tensione gustativa e di piacevolezza al sorso.

Lo scopo di una Guida giunta alla terza edizione, che da quest’anno prende la formula di 100 Best Italian Rosè, grazie al giornalista enogastronomico Luciano Pignataro, sta proprio nel concetto di rappresentanza e nobilitazione. Ed in tale riflesso i rosati del Mezzogiorno hanno una porta spalancata da varcare.

Il giornalista Luciano Pignataro editore della guida 100 Best Italian Rosè edizione 2023

Già la storia di quanto accaduto in Puglia ne è un fulgido esempio, tra Negroamaro, Primitivo e Susumaniello per citarne alcuni. Ma anche in Campania, come ci raccontano i produttori Libero Rillo di Fontanavecchia, Adolfo Scuotto di Tenuta Scuotto e Ludovica Pagano di Famiglia Pagano, una varietà ostica come l’Aglianico dalla spiccata tannicità, se lavorata bene, può dare un contributo di sostanza al comparto.

Libero Rillo – Fontanavecchia
Adolfo Scuotto – Tenuta Scuotto
Ludovica Pagano – Famiglia Pagano

E perché non pensare alla Calabria nel versante Cirò, con il Magliocco a far da padrone indiscusso o in Sicilia sulle pendici dell’Etna tra Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese, magari equilibrati in blend.

Il Sud Italia, spesso dimenticato e sofferente dal punto di vista comunicativo, può dettare le regole del futuro con espressioni di ottima agilità, dal profilo organolettico elegante e serbevole. Che sia incontestabile però una cosa: il quadro della situazione attuale, come già spiegato nella video intervista dal giornalista Luciano Pignataro, obbliga gli attori in gioco a evitare improvvisazioni.

Il lavoro comincia in vigna con selezioni accurate, non per eccedenze o per difetti di maturazione. Bisognerebbe, poi, razionalizzare l’impianto, immaginando che quelle porzioni vitate siano deputate unicamente alla realizzazione del rosato, senza commistioni al ribasso.

Last but not least l’opera di cantina da parte dell’enologo è fondamentale, nell’evitare ossidazioni rimarchevoli o devianze che vanifichino uve ottime sotto il profilo aromatico.

La giornalista Antonella Amodio
La giornalista Chiara Giorleo
La giornalista Adele Elisabetta Granieri
Teresa Mincione

Non è un gioco per tutti ed il severo panel alla cieca condotto da Antonella Amodio, Chiara Giorleo, Adele Elisabetta Granieri, Teresa Mincione e Raffaele Mosca ha sfornato una sequela di vini impressionanti, tra i quali primeggia il Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2022 “Baldovino” di Tenuta i Fauri.

Al centro Valentina Di Camillo – Tenuta I Fauri

Non poteva mancare, infine, un piccolo spazio a Vinolok, uno degli sponsor principali della manifestazione celebrativa di chiusura del 20 luglio 2023 nella splendida cornice dello Yacht Club Marina di Stabia.

Vinolok

Ecco l’elenco completo dei premiati da visualizzare cliccando il link sottostante:

https://www.lucianopignataro.it/a/italian-best-rose/236142/amp/

Liguria: Genova quando il Cuore incontra il mare

di Alberto Chiarenza

Genova, città di naviganti, così affascinante che incanta per storia, cultura e bellezza. Città di porto, crogiolo di influenze e tradizioni che ne fanno un luogo davvero unico al mondo.

Il suo centro storico caratterizzato dai “Caruggi”, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un labirinto di stradine strette, piazzette, chiese e i palazzi antichi nascosti, ove si respira l’atmosfera del passato e si odono le canzoni di Fabrizio De André.

Meta di appassionati di mare e di barche oltre che dal turismo della città con numerose attrazioni culturali e culinarie; raramente, però, si sente parlare di Genova come destinazione di un evento dedicato esclusivamente al vino. A questo ha pensato Olga Sofia Schiaffino, già autore di 20Italie, nell’organizzare l’evento della Guida dei Vini del Cuore che si è svolto dal 7 al 8 maggio presso la bellissima cornice dell’Hotel NH Collection Genova Marina.

Quando si parla di cuore il pensiero va all’amore e in questo caso il legame tra il vino e il cuore è dato dal contributo di blogger selezionati. Olga la definisce una guida social: non vengono dati voti, ma solo racconti di storie ed emozioni. Può trattarsi di una bottiglia aperta in una occasione particolare o di una visita in cantina, un racconto emozionale e indipendente dove il blogger non è il protagonista ma soltanto il narrante e racconta le sue impressioni senza dover scendere in descrizioni eccessivamente tecniche.

Giornate ricche di appuntamenti con i produttori e tre masterclass. Il mare incontra il vino nell’elegante cornice del NH Marina Collection Genova, un hotel sul mare affacciato sul porto antico proprio accanto il bellissimo e famoso vascello “Neptune”, utilizzato per numerosi set cinematografici.

Le eleganti sale che hanno ospitato l’evento’ hanno accolto i numerosi partecipanti con vini ai banchi d’assaggio e una vista mozzafiato. Poi nella sala Mediterraneo si sono tenute le tre masterclass di grande spessore.

La prima, condotta dal giornalista Aldo Fiordelli, con 8 vini selezionati e raccontati quasi come un viaggio in Italia. La Leccia, Cantina della Volta, Marisa Cuomo, Colli di Luni , La Salceta, Lecci e Brocchi, Enotria Tellus e Marzocco di Poppiano.

Poi è stata la volta degli Amber Wines, vini senza confine. Il sommelier ed export manager Enrico Cusinato ci ha parlato dei luoghi comuni sui cosiddetti “orange wine”. Il termine orange, amber, macerati o skin contact sono tutti sinonimi di vini di nicchi. Sono prodotti in quantità limitate, crescendo in esperienza, soprattutto nell’affinare le tecniche di vinificazione.

L’ultimo appuntamento è stato un racconto affascinante degli autori del libro “MALVASIA, un diario mediterraneo”, Paolo Tegoni con il fotografo Francesco Zoppi di cui la collega Maura Gigatti ha parlato già nell’articolo MALVASIA un diario mediterraneo – presentazione del libro di Paolo Tegoni.

Varietà dotata di precursori aromatici straordinari; un’uva eccellente dalla quale si possono ottenere vini di grande eleganza e versatilità.

La prima giornata si è conclusa con la Cena di Gala al Rollipop Bistrot con i piatti preparati dal resident Chef Luca Satta.

Antipasto “ribagnun”: la rivisitazione delle acciughe ripiene che in dialetto genovese si chiamano bagnun.

Per primo il risotto Pasqualina, ispirato alla torta di verdure ed un secondo composto da filetto di ombrina, puntarelle e salsa alla mugnaia.

Il dolce, una delizia per occhi e palato, è il “sasso di panera”. Due semifreddi al caffè ricoperti di cioccolato fondente, poggiati su una granella di caffè e spolverati sempre con polvere di caffè.

Non ci resta che aspettare la terza edizione della Guida dei Vini del Cuore, che sarà ulteriormente arricchita e piena di spunti interessanti, visto che i vini che ogni autore potrà descrivere saranno sette invece di tre. Tante le novità allo studio da parte dell’Organizzazione che ha fatto un lavoro egregio e di grande qualità.

Le cantine partecipanti all’evento

Andrea Bruzzone (Liguria)

Cà du Ferrà (Liguria)

Cantina della Volta (Emilia-Romagna)

Cantina di Vicobarone (Emilia-Romagna)

Casale Azienda Agricola (Toscana)

Crotin 1897 (Piemonte)

Enotria Tellus (Veneto)

Eraldo Dentici (Umbria)

Il Paluffo (Toscana)

John Maiolo (Piemonte) *

La Leccia (Toscana)

La Pietra del Focolare (Liguria)

La Salceta (Toscana)

Lecci e Brocchi (Toscana)

Marisa Cuomo (Campania)

Marzocco di Poppiano (Toscana)

Podere Casina (Toscana)

Podernuovo (Toscana)

Ramoino (Liguria)

Tröpflthalof (Trentino-Alto Adige)

Vini Moras (Campania)

Freschi&Bufano Wine Merchants (Svizzera) con le cantine ospiti:

Fattoria Pagano (Campania)

La Badiola (Toscana)

Piccoli (Veneto)

Tenuta del Vallone Rosso (Sicilia)

Liquorificio Fabbrizii (Liguria)

Tra questealcune che mi hanno emozionato particolarmente senza un ordine di preferenza.

Inizio con Pierin il Barolo secondo John Maiolo, un produttore di Monforte D’Alba, presente con tre referenze del famoso rosso piemontese, il Langhe Rosso, il Langhe Nebbiolo e il grande Barolo Pierin 2016 e 2017. Tre vini di grande eleganza dove le attente selezioni delle uve e le basse rese fanno la differenza.

Dal Veneto l’azienda Piccoli con le bellissime etichette di rose colorate del Valpolicella Superiore DOC Rocolo, il Valpolicella Superiore Ripasso DOC Caparbio e AMARONE della Valpolicella DOCG La Parte.

Sempre dal Veneto una giovane realtà enoica di Fabio Lucchese e Anita Abazi. Le bottiglie si distinguono per le etichette molto colorate e decisamente originali, che sembrano opere d’arte. Parliamo di Enotria Tellus, la cantina inaugurata nel 2016. Vini di un’eleganza sorprendente che ho apprezzato molto.

Rimanendo sui grandi rossi, era presente la Cantina Podernuovo rappresentata da Roberto Mercurio, con il Brunello di Montalcino, Orcia Rosso DOC Il Primo, Orcia Rosso DOC Nectar, Toscana IGT Il Moro e Toscana IGT bianco Gemma. Vini fatti con cura, dove il progetto enologico di fare vini longevi, si ritrova alla beva non solo con la componente fresca ma con un corredo gusto-olfattivo decisamente interessanti.

Cantina Della Volta dall’Emilia, una Cantina che si è dedicata dal 1981 alla spumantizzazione con Metodo Classico di Chardonnay e Pinot nero, oltre al famoso Lambrusco di Sorbara nella versione Lambrusco Spumante metodo Classico. Quando si inizia una degustazione si predilige la bollicina per poi procedere con i fermi. Più volte durante la degustazione sono tornato invece a provare i loro spumanti.

Dall’areale Valdarno di Sopra era presente la Cantina La Salceta, con vini a base di Sangiovese e Cabernet Franc sia in purezza che in blend. Parlando con il produttore, Ettore Ciancico, uomo dalla grande personalità, mi ha parlato del progetto che lo sta portando a studiare un vitigno autoctono quasi sconosciuto e riscoperto da pochi anni e che darà vita a un vino bianco rarissimo: l’Orpicchio.

Ancora Toscana, nel Chianti Classico, con Lecci e Brocchi, realtà immersa in un territorio vocato grazie alla grande biodiversità di Castelnuovo Berardenga.

Dalla terra del Montefalco Sagrantino era presente Eraldo Dentici con i suoi vini di produzione “naturale” bilanciati da buona freschezza e avvolgenza al tempo stesso.

Il Nuovo Liquorificio FABBRIZII in Val d’Aveto nell’ entroterra di Genova è una Azienda di produzione di liquori artigianale che rinasce dal ricettario ritrovato dalla famiglia, appartenente a Giovanni Fabrizi che vendeva liquori in Liguria e Italia settentrionale fino al 1940. Ora è la pronipote Laura a seguire la produzione che vanta una vasta gamma di prodotti di assoluta qualità e bontà.

Cà du Ferrà, produzione di nicchia posizionata nella zona delle Cinque Terre in Liguria, dove la valorizzazione di vitigni antichi e autoctoni è stato il progetto fondamentale della Cantina. Sono il Ruzzese, il Rossese Bianco, il Picabon e l’Albarola Kihlgren le varietà che danno vita a vini di grande eleganza grazie al lavoro svolto dagli enologi, Barbara Tamburrini e Vittorio Fiore.

Non ci resta che attendere la prossima edizione della Guida dei vini del cuore in cui troverete anche i sette vini che ho appositamente selezionato.

Ora i link delle aziende citate

I Vini Del Cuore – https://associazioneampelos.it/

Andrea Bruzzone (https://andreabruzzonevini.it)

Cà du Ferrà (http://caduferra.wine/it/)

Cantina della Volta (https://cantinadellavolta.com)

Cantina di Vicobarone (https://www.cantinavicobarone.com)

Casale Azienda Agricola (http://www.casalewines.com)

Crotin 1897 (https://www.crotin1897.com)

Enotria Tellus (https://www.enotriatellus.it)

Eraldo Dentici (https://www.eraldodentici.com)

Il Paluffo (http://ifiassociazione.it)

John Maiolo (https://www.johnmaiolo.com/barolo/maiolo/pierin/) *

La Leccia (https://www.castellolaleccia.com)

La Pietra del Focolare (https://www.lapietradelfocolare.it)

La Salceta (https://www.lasalceta.it)

Lecci e Brocchi (https://www.vinolecciebrocchi.it)

Marisa Cuomo (https://www.marisacuomo.com)

Marzocco di Poppiano (https://www.marzoccopoppiano.it/it/)

Podere Casina (https://www.poderecasina.com/it/azienda/vino/)

Podernuovo (https://www.podernuovovini.com)

Ramoino (https://www.ramoinovini.com)

Tröpflthalof (https://www.bioweinhof.it/it/)

Vini Moras (https://www.vinimoras.it)

Freschi&Bufano Wine Merchants (https://www.freschibufano.ch/it/freschibufano-i-mercanti-del-vino/)

Fattoria Pagano (https://www.fattoriapagano.it)

La Badiola (https://www.labadiola.it)

Piccoli (https://www.piccoliwine.it)

Tenuta del Vallone Rosso (https://www.tenutadelvallonerosso.com)

Liquorificio Fabbrizii (https://www.liquorificiofabbrizii.com) AccessoriDa Vino (https://www.accessoridavino.com)

Online la Guida ai Migliori Vini dell’Irpinia 2023 di Vinodabere.it

Comunicato Stampa

On line da qualche giorno la Guida ai Migliori Vini dell’Irpinia 2023 di Vinodabere.it, curata dai giornalisti Antonio Paolini e Maurizio Valeriani – 122 vini recensiti di cui 48 premiati con Standing Ovation

È on line da qualche giorno sulla testata giornalistica Vinodabere.it la Guida ai Migliori Vini dell’Irpinia 2023, curata dai giornalisti enogastronomici Antonio Paolini e Maurizio Valeriani.

Si tratta di un vero e proprio focus sullo stato dell’arte dello storico e vocatissimo areale campano, territorio di elezione per varietà cardine quali Fiano, Greco ed Aglianico. Le etichette menzionate e recensite sono quelle che hanno superato il punteggio medio  di 90 centesimi nella degustazione alla cieca del panel composto da 17 persone scelte tra giornalisti, critici ed esperti di settore (Ruggero Faliva, Paolo Frugoni, Federico Gabriele, Maurizio Gabriele, Emanuele Giannone, Luca Matarazzo Direttore Responsabile di 20Italie, Daniele Moroni, Gianmarco Nulli Gennari, Antonio Paolini, Pino Perrone, Emanuela Pistoni, Stefano Puhalovich, Franco Santini, Marco Sciarrini, Gianni Travaglini, Paolo Valentini e Maurizio Valeriani).

Ben 300 i campioni assaggiati che hanno impegnato a fondo, ma anche convinto in pieno, la Commissione di Vinodabere per qualità complessiva in profonda crescita e ben aderente alle denominazioni ed ai territori di provenienza. Diverse le punte di eccellenza, soprattutto tra i bianchi, che si propongono come l’inclinazione produttiva migliore della Campania. Chi ha rischiato e sostenuto, con pazienza, un ulteriore riposo in bottiglia di uno o due anni dalla vendemmia prima dell’immissione sul mercato, ne ha raccolto i frutti indiscussi esprimendo al meglio le potenzialità del varietale d’origine. Non mancano, però, prestazioni altamente positive (e sorprese graditissime) anche dal fronte Taurasi, che cresce complessivamente in finezza, e dalle versioni Irpinia Campi Taurasini e Aglianico, Doc di ricaduta ricche di personalità e ormai sdoganate dal concetto di semplice “vino d’ingresso”.

Una fotografia dell’Irpinia dunque davvero molto confortante. A maggior ragione per una Guida che nasce con l’intento di divulgare il livello qualitativo raggiunto da territori per i quali esso non è ancora stato universalmente e completamente suffragato.

Ben 122 vini recensiti, di cui 48 premiati con il riconoscimento più alto, la Standing Ovation. La Guida è consultabile al link seguente: https://vinodabere.it/guida-ai-migliori-vini-dellirpinia-2023-di-vinodabere-la-guida-completa/

I tesori della Tuscia

di Alberto Chiarenza

La Tuscia è un territorio che nasconde molti tesori culturali ed enogastronomici. Tuttavia, se si vuole davvero scoprire e vivere questa regione in modo completo, c’è solo un uomo che ha una conoscenza approfondita del settore: il giornalista Carlo Zucchetti, dal suo inconfondibile cappello e dall’inesauribile esperienza sui piccoli tesori nascosti d’Italia.

Zucchetti è un grande conoscitore della Tuscia e ha guidato molte persone alla scoperta delle gioie culturali ed enogastronomiche, con una particolare attenzione ad un progetto sociale di assistenza e inclusione per ragazzi con disabilità, disagio psichico e dipendenze varie.

Un progetto portato avanti dalla Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali, che si occupa di recuperare giovani ragazzi fragili con lo scopo di favorire il loro inserimento lavorativo e sociale.

La Cooperativa rientra in una vasta zona di competenza che va da Tarquinia, Viterbo, Montefiascone a Acquapendente, fino ad arrivare poi a Tuscania e Montalto di Castro. La loro mission sociale tocca molte località che coprono una vasta area nella Tuscia Viterbese.

La città di Viterbo è la prima tappa di questo percorso in cui ho potuto ammirarne le bellezze grazie alla guida turistica Alessandra Petra che ha narrato la storia dagli etruschi ad oggi passando per i Papi che si sono stabiliti qui per 25 anni, tanto che Viterbo si è guadagnata il soprannome di “città dei Papi”.

FATTORIA DI ALICE

Qui si trova Fattoria di Alice, dove ci accoglie Elisa Calanca, educatrice della Cooperativa e responsabile di S’Osteria38. Il progetto della Cooperativa Alice Nova Sinergie Solidali, si occupa di riabilitazione, inclusione e inserimento nel mondo del lavoro, con lo scopo di rendere un servizio alla persona, con una assistenza socio-riabilitativa, educativa e inclusiva. 

Elisa ci illustra il progetto di agricoltura sociale articolato su tre fattorie e un ristorante albergo, appunto S’Osteria38. Oltre ad Elisa, ci accoglie anche Emily Aversa che oltre ad essere una educatrice è anche la referente della Fattoria.

Fattoria di Alice possiede anche un laboratorio di trasformazione dove vengono lavorati i prodotti dei campi. In questo modo è nata l’idea di connotarsi come cooperativa di tipo B, per produzione e lavorazione. La Fattoria è un luogo meraviglioso pensato dal padre fondatore Vito Ferrante, artista e persona di profonda cultura, che ha dedicato la sua vita ad aiutare i ragazzi in difficoltà. Una sorta di oasi magica, in cui chi entra esce arricchito nel cuore e nell’anima.

I ragazzi partecipano attivamente alla coltivazione, all’allevamento di piccoli animali da fattoria e al mantenimento di tutta la struttura, sentendosi integrati e partecipi di un progetto che li coinvolge in attività atte a sviluppare le loro capacità cognitive. 

PICCOLA FORMAGGERIA ARTIGIANA

Oltre alla fattoria c’è la Piccola Formaggeria Artigiana, un caseificio nato dalla creatività e professionalità di un giovane produttore di formaggio, Marco Borgognoni. Lavora latte di ovino e caprino con assoluta maestria e con tecniche innovative fornendo formaggi di grande qualità, oltre ai fior di latte ottenuti con latte vaccino. Sapori unici e incredibili!

S’OSTERIA38 

Dopo aver sentito parlare così tanto di S’Osteria38, arrivo a Acquapendente grazie a Emily Aversa che ci accompagna nel tour. S’Osteria38 deve il suo nome perché era la 38ª sosta sulla Via Francigena, via che ha visto per secoli passare di qui i tanti pellegrini che percorrevano il famoso cammino per Roma e poi per la Terra Santa. 

Nasce quattro anni fa come albergo, ristorante e punto vendita in cui i ragazzi iniziano un percorso formativo in cucina, gestione della sala e dell’albergo. Queste attività aiutano a riabilitare persone con varie problematiche sociali grazie alle attività il cui scopo è l’inclusione e soprattutto generare un livello di competenze che possa consentire ai ragazzi di avere una professionalità e quindi un posto di lavoro.

La visita di Acquapendente mi ha portato a conoscere, sempre grazie a Alessandra Petra, il centro storico e i murales dipinti sugli edifici in occasione dell’anniversario della Via Francigena in cui famosi Street Artist provenienti da molte nazioni si sono cimentati dando un volto nuovo a case antiche.

FATTORIA ORTOSTORTO 

A Montalto di Castro si trova Fattoria Ortostorto, dalla connotazione agricola e turistica. Anche qui viene svolto un grande lavoro di riabilitazione e inclusione grazie al lavoro degli educatori che, insieme ai ragazzi, portano avanti con eccellenti risultati, l’attività di ospitalità e di produzione di prodotti agricoli, ortaggi e allevamento di animali da fattoria, che vengono poi lavorati nel laboratorio di trasformazione della Fattoria di Alice a Viterbo.

Da Montalto di Castro, non si poteva non andare a visitare il sito archeologico e naturalistico di Vulci. Una passeggiata tra le rovine Etrusche che portano il visitatore nel ‘500 A.C. quando la civiltà era fiorente e ricca. Uno sguardo sul passato di questa terra meravigliosa e ancora poco conosciuta, ma che merita di essere vista.

Poi c’è Nepi, un bene confiscato alla mafia, dove è in fase di avviamento un’attività cinofila ludico-ricreativa, riabilitativa e sportiva. In conclusione la Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali è composta da circa 560 dipendenti tra contratti e partite iva e circa 190 soci.

Tra le attività connesse con il Programma Alice, ci sono altre tre importanti realtà produttive della Tuscia che meritano una menzione a parte per la loro rilevanza. Chiudiamo la nostra visita proprio con le immagini di quest’ultime:

La Cantina Muscari Tomajoli a Tarquinia

L’Allevamento di mucche maremmane Mariotti a Vulci

La Fattoria Sensi a Tuscania

Anteprima Vini della Costa Toscana 2023

di Adriano Guerri

Nei giorni 12 e 13 marzo nella storica location del Real Collegio di Lucca ha avuto luogo la 22esima edizione dell’Anteprima Vini della Costa Toscana.

Questa edizione ha subito una variazione di calendario rispetto alle precedenti, che andavano in scena nel mese di maggio anziché marzo. Dietro ai banchi d’assaggio, vi era un elevato numero di produttori provenienti dalle province della Costa Toscana: Livorno, Grosseto, Pisa, Lucca e Massa Carrara, ben lieti di presentare le nuove annate.

Oltre 600 etichette in degustazione! Sono stati due giorni entusiasmanti sia per i produttori sia per i visitatori. La Costa Toscana è terra altamente vocata sia per vitigni alloctoni che autoctoni, capaci di dare origine a vini di eccellente qualità, come Sassicaia, una delle più importanti perle enologiche italiane, ottenute in quel di Bolgheri.

In questa kermesse è stato altrettanto interessante conoscere importanti e sorprendenti realtà meno note. Un’Anteprima veramente avvincente e un appuntamento imperdibile: oltre ad un percorso sensoriale con il calice, si sono svolte anche le Masterclass che già al mio arrivo,  avevano registrato il sold out.

La 22esima edizione ha scelto le giornate di domenica e lunedì, il secondo giorno è stato completamente dedicato agli operatori del settore professionale, anziché il sabato e domenica come nelle precedenti. Per l’occasione sono stati allestiti i banchi d’assaggio nei saloni al piano superiore, come di consueto prima della pandemia. Già pronta la prossima kermesse programmata per il 17 e 18 marzo 2024.

Ed ora, alcuni tra i migliori assaggi

Vigne Basse Colli di Luni Vermentino Doc 2022 Az. Terenzuola: giallo paglierino brillante,  sprigiona effluvi di pesca, ananas e piacevoli note agrumate.  Il sorso è fresco e sapido, contraddistinto da un finale lungo.

Invisibile Maremma Toscana Bianco Doc 2019 Az Monterò: Vermentino 75% e Viogner 25%, dal color giallo dorato, emana note di mela, nespola, ananas e menta nepitella. Gusto avvolgente, sorretto da una rinfrescante acidità, nel complesso armonioso.

Vermentino Forma Alta Costa Toscana Igt 2018 Az. Terenzuola: Ivan Giuliani si supera con il suo Vermentino Nero 90%, corredato da un piccolo saldo di Barsaglina 10%. Dalle tonalità rubine intense, rivela subito sentori di violetta, ciliegia e frutti di bosco, per proseguire in successione verso pepe nero in grani e cannella. Coerente, appagante e saporito.

Pollera Val di Magra Igt 2017 Fattoria Ruschi Noceti: rarità. Rosso rubino profondo, dipanante aromi di ciliegia, mirtillo rosso americano, lampone e mora con un tocco di bergamotto. Ottima la struttura, avvolgente.

V.I.P. Toscana Igt Viogner 2022 Az. Arrighi: giallo paglierino dai riflessi dorati, al naso è complesso con sentori di fiori di campo e frutta esotica, accompagnate da note leggermente speziate. Chiosa fresco e sapido. Un gran bel sorso.

Giovesone Orcia Rosso Doc Riserva 2019 Az. La Nascosta: Sangiovese 100%, rosso rubino trasparente, ricco di frutta matura, sottobosco e tabacco, alternati a note speziate. Generoso ed elegante al contempo, dal finale piacevolmente lungo.

L’Alberello Bolgheri Superiore Rosso 2020 Az. Grattamacco: Cabernet Sauvignon 70% e Cabernet Franc 30%, rubino intenso su nuance aromatiche di melagrana, prugna, creme de cassis, bacche di ginepro e note balsamiche. Attacco tannico poderoso ma ben integrato e fine.

Avvoltore Toscana Igt 2018 Az. Moris Farms: Sangiovese 75%, Cabernet Sauvignon 20% e Syrah 5%, intenso rubino con spiccate note di frutta matura, liquirizia, cacao, tabacco e spezie dolci. Vellutato e dotato di una straordinaria piacevolezza di beva.

Fedespina Toscana Igt 2019 Az. Fedespina: Pinot Nero in purezza, rosso trasparente, olfatto declinato su petali di rosa, fragolina di bosco, ribes e liquirizia, dal gusto delizioso che ti invita ad un sorso  successivo.

Sondrete Toscana Igt Az. La Regola: da uve appassite di Trebbiano, Malvasia e Colombana, giallo dorato con riflessi che virano sull’ambrato, rivela sentori di datteri, fico, miele, albicocca e zafferano,  piacevolmente dolce e al contempo fresco.

Slow Wine Fair 2023

di Adriano Guerri

Slow Wine Fair 2023


A  Bologna dal 26 al 28 febbraio si è svolta la seconda edizione di Slow Wine Fair.

Un evento organizzato da BolognaFiere e Sana, Salone del Biologico e del Naturale, con la direzione di Slow Food. La location era facilmente raggiungibile in auto, di fronte al quartiere fieristico, con un ampio parcheggio coperto al costo di 5 euro per l’intera giornata.

Due interi padiglioni dagli ampi spazi e ben 750 aziende vitivinicole presenti, suddivise per regioni e talvolta, per distribuzioni provenienti da ogni parte del Bel Paese e da 21 Paesi esteri. In questa edizione v’era anche uno angolo dedicato appositamente a distillati e liquori.

A sinistra l’autore Adriano Guerri

Tantissimi buyers, eno-appassionati e operatori professionali hanno varcato la porta di Bolognafiere per avvicinarsi ai banchi d’assaggio evitando lunghe attese. Molti punti di ristoro per uno snack veloce, che nelle ore di punta sono stati presi letteralmente d’assalto.

Tante le Masterclass che hanno arricchito e reso la kermesse davvero interessante.

Un programma ricco, ma si sa, il tempo è tiranno e nel poco avuto a disposizione ne è valsa la pena fermarsi al banco d’assaggio di:

Nominé-Renard Champagne Brut Aoc Da uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier, color paglierino brillante e perlage fine e persistente. Racconta di fiori bianchi, zagare, pompelmo e petit patisserie. Sorso fresco, sapido e duraturo.

Tenuta La Viola Albana Secco “In terra” 2021 Nuance dorate, sprigiona immediati sentori di zafferano, pesca, mango e nocciola. Al palato è  sapido e pieno, con sottile presenza di mordenza data dalle catechine.

Ceratti Greco di Bianco Doc 2021 Paglierino brillante, con note olfattive di erbe di campo, miele, agrumi ed albicocca su finale da mandorla dolce. Coerente al gusto, fresco e avvolgente con buona lunghezza.

Le Piane BiankΩ – Vino bianco 2021 Ottenuto dalle uve del vitigno autoctono Erbaluce, mostra un colore giallo intenso con riflessi dorati, liberando eleganti sentori di fiori alpini secchi, miele e pera. Bocca fresca e dinamica, con scie sapide e di frutta secca.

Le Piane Boca Doc 2019 Nebbiolo 85% e Vespolina 15 % – rosso rubino marcato con riflessi tendenti al granato. Chiare sensazioni da frutti di bosco, viola mammola, melagrana, ai quali segue una vena terziaria di tabacco e note balsamicità che prosegue dritta al palato. Un vino suadente dai tannini integrati, quasi infinito.

Diego Conterno Barolo Docg Ginestra 2018 Granato di carattere, con evidenti richiami di rosa canina, ciliegia e lamponi cui seguono sfumature complesse di noce moscata, polvere di caffè e china. Tannino morbido ed elegante che va di pari passo con la sua sapidità. Lungo e scorrevole.

Panizzi Pinot Nero  Igt Ermius 2019 rubino vivace, accompagnato da una bella trasparenza tipica del Pinot Nero. Profumi delicati e accattivanti che rimandano a note di tabacco, frutti di bosco e gelsomino. Piacevole ed elegante non stanca mai.

Bouchard Père & Fils Volnay Taille Pieds Aoc Premier Cru 2018 Rubino quasi trasparente, ventaglio olfattivo da lampone , ribes, mora, ciclamino e note di sottobosco. Avvolge con leggiadria, sapido e durevolezza. Che vino da degna chiusura di Slow Wine Fair 2023!

Anteprime di Toscana 2023: L’Altra Toscana – la panoramica dell’evento

di Adriano Guerri

Siamo alle fasi conclusive di una lunga settimana che termina con l’Anteprima 2023 L’Altra Toscana.

Ultima kermesse, ma non per ordine di importanza, che ha avuto luogo lo scorso 17 febbraio negli ampi e rinnovati saloni di Palazzo degli Affari di Firenze.

In degustazione oltre 330 etichette tra vini a marchio DOP e IGP: Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana, Valdarno di Sopra.

È stata la seconda edizione dedicata a Denominazioni ricche di storia e di antiche  e profonde tradizioni vinicole  che affondano le proprie radici in tempi lontani.


Realtà forse nascoste, che a livello  qualitativo non hanno nulla da invidiare alle più blasonate consorelle regionali, con tre di esse che figuravano già nel 1716 nel Bando del Grand Duca di Toscana Cosimo III De’ Medici, una sorta di prima denominazione di origine controllata.

Molto diverse tra loro, localizzate tra mare e  pendici montane con areali distanti l’uno dall’altro, presentano aspetti pedoclimatici variegati, con tanti produttori uniti dal comune denominatore di creare vini di elevata qualità.

Variano anche i vitigni da un areale all’altro sia quelli autoctoni sia gli alloctoni, anche se il Sangiovese la fa da padrone quasi ovunque tra coltivazioni convenzionali, biologiche e biodinamiche.

Spettacolari i paesaggi, quasi paradisiaci, costellati da castelli, ville, poderi, pievi e borghi arroccati sulla sommità di sinuose e talvolta erte colline; boschi secolari, uliveti, campi e ordinati filari di cipressi. Un patrimonio unico e ancora da scoprire con alcune enclave inserite nella lista World Heritage UNESCO.


Il servizio è stato affidato all’Associazione Italiana Sommelier. I sommelier si sono ben destreggiati tra i tavoli d’assaggio dedicati alla stampa con puntualità ed efficienza. Al piano soprastante v’erano banchi d’assaggio consortili con possibilità, pertanto, di incontrare anche qualche vigneron.

Location con ampi spazi e servizi all’altezza dell’evento.  Dalla sommità della struttura si gode un panorama senza pari, digradante verso la cupola del Brunelleschi da un lato, e l’Appennino dall’altro.

Tra i vini degustati, ne ho estrapolati alcuni  che meritano un approfondimento. 

Tenuta di Capezzana, Carmignano Villa Capezzana 10 Anni – Sangiovese 80% Cabernet Sauvignon 20%.  Rosso granato  intenso, emana sentori di tabacco, rosa appassita, scorza d’arancia, liquirizia e spezie doci, avvolgente, pieno e incredibilmente lungo.

Stefano Amerighi Cortona Doc Syrah Apice 2019 – Rosso rubino intenso, rivela sentori di marasca, melograno, tabacco, pepe nero e bacche di ginepro, intenso e fine con tannini poderosi, ma ben levigato.

Camporignano Mattaione Terre di Casole Doc 2016 – Sangiovese 80% Merlot 20%, rubino intenso,  una cascata di frutta e spezie. Pieno ed appagante,  decisamente lungo.

Petrolo Valdarno di Sopra Merlot Vigna Galatrona 2020 – rosso rubino vivace emana sentori di mora, cassis, rosa e sottobosco, armonioso e leggiadro con tannino nobile dal sorso lungo.

Basile Montecucco Sangiovese Docg Carta Canta 2019 –  Sangiovese 100%, rosso rubino, eleganti sentori di ciliegia, lampone e ribes ben uniti a note di liquirizia, gusto piacevolmente morbido.

Tenuta Impostino Montecucco Sangiovese Riserva Viandante Docg 2017 – Sangiovese 100%, rosso rubino, ribes, lampone, mora, prugna accompagnate da sottili note balsamiche, dimostra coerenza e persistenza.

Castello di Nipozzano Marchesi Frescobaldi Chianti Rufina Riserva  Vecchie Viti Docg 2020 – Sangiovese, Malvasia Nera,  Colorino e Canaiolo, rosso rubino vivace,  si districa tra sentori di pervinca, frutti di bosco,  pepe nero e cannella. Scia sapida lunga.

Badia a Morrona Terre di Pisa Doc Vignalta 2019 – Sangiovese 100% rubino trasparente,  un pot-pourri di fiori, amarena, noce moscata e sottobosco, composito e dotato di una straordinaria piacevolezza di beva.

Tua Rita Toscana Sangiovese Igt Perlato del Bosco Rosso 2020 – Sangiovese 100%, rubino scuro, violetta, frutti di bosco,  sottobosco e mirto, fresco, avvolgente e assolutamente lungo.

Sottolineiamo che non è stato inserito nessun vino della Doc Orcia, della Doc Maremma e della Doc Colline Lucchesi, semplicemente, perché a breve avremo la possibilità di approfondire questi stupendi lembi di terra dedicando appositamente degli articoli.

Napoli: La Guardiense porta il Sannio vulcanico dei suoi vini a Palazzo Petrucci

di Luca Matarazzo

A Napoli, per un istante, il tempo si è fermato quando la cooperativa vitivinicola La Guardiense ha presentato i vini del Sannio al ristorante gourmet Palazzo Petrucci, una Stella Michelin.

È risaputo che l’areale possiede terreni di diversa natura, ma solo recentemente gli stessi sono stati analizzati con l’occhio attento di chi coltiva per particelle, suddivise in apposite zonazioni. Ne consegue che il nobile vitigno sannita per eccellenza, la Falanghina, che in Campania alberga sotto numerose espressioni, gode di una variabilità frutto di imprinting genetico, scelte stilistiche e, naturalmente, suoli.

La Valle Telesina, nella parte ovest del beneventano, è priva di vulcani ma con un terreno sorprendentemente ricco di ignimbrite: merito della super esplosione dei Campi Flegrei circa trenta millenni orsono, capace di trasportare lapilli e minerali magmatici anche nell’area che da Castelvenere giunge a San Lorenzello.

Una sorta di “Cru itinerante” che prende forma dall’impegno del Presidente Domizio Pigna, da anni al timone dell’azienda, grazie anche alla consulenza enologica esterna di Riccardo Cotarella e dell’enologo interno Marco Giulioli. Vini puliti ed eleganti molto diversi rispetto al passato, con un gusto più moderno ed accattivante, che vogliono puntare, lo auspichiamo vivamente, anche al racconto del terroir.

Anima Lavica è la linea innovativa del progetto Janare dedicato ad un preciso compito: quello di comunicare vini di carattere, identificati con una linea congegnata con precisione certosina, vista la dimensione complessive della realtà d’origine.

Dai 33 soci del 1960 se ne contano adesso 1000 con 3500 appezzamenti per un totale di 1500 ettari. A far bene i conti trattasi di soci conferitori dalle piccole dimensioni che difendono con cura il patrimonio paesaggistico e produttivo di queste colline poste ad un’altitudine compresa tra i 300 ed i 500 metri.

“I mille” di Guardia Sanframondi vengono dunque proposti nel calice sotto forme liquide in abbinamento con i piatti dello chef executive Lino Scarallo di Palazzo Petrucci.

«Questo progetto è nato un po’ per caso – ha spiegato Marco Giulioli – col ritrovamento di una mappa di zonazione dei suoli della valle Telesina stilata tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila. È stato come trovare un tesoro: la frammentazione dei suoli e il lato vulcanico ben delineato imponevano di cogliere al volo questa opportunità».

Da sinistra: Nicola Caputo, Armida Filippelli, Domizio Pigna, Marco Giulioli

Conclude il Presidente de La Guardiense Domizio Pigna alla presenza della giornalista professionista Monica Caradonna, alla quale vanno i nostri ringraziamenti, ed a importanti autorità politiche campane tra le quali Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura ed Armida Filippelli, assessore regionale alla Formazione Professionale: «Le nostre etichette non sono solo il frutto del lavoro di una squadra devota e infaticabile ma anche un importante esempio dell’eccellenza che un territorio come quello del Beneventano, su cui siamo felici di insistere, sa regalare».

Importante rammentare, infine, Benevento.Wine lanciato a maggio 2022, che mira a promuovere le eccellenze e le peculiarità del Sannio attraverso eventi dedicati, incoming di operatori del settore, giornalisti e opinion leader, il tutto finalizzato a creare reti e relazioni con i mercati campani, nazionali e internazionali.