I vini dell’azienda JOAQUIN: la “stella” del firmamento irpino

di Carmela Scarano e Ombretta Ferretto

Il 27 marzo, per la prima volta in Irpinia, il Gruppo Meregalli ha presentato il suo catalogo vini “VISCONTI 43” presso Palazzo Filangieri, monumento storico sito in Lapio (AV).

L’evento intitolato 100 vini in cantina ha richiamato l’attenzione di numerosi operatori del settore ed esperti del mondo “wine” da varie regioni del sud Italia. Unica etichetta irpina presente nel catalogo è quella di Joaquin, cantina che ha fatto da patron dell’evento con una masterclass di 4 vini in degustazione presentata da Francesca Auricchio, Sales & Export Manager di Joaquin, dal Wine Hunter Mattia Tabacco (un vero e proprio cacciatore di vini che ha tramutato la sua passione in professione), e dal Master of Wine, nonché Director of Wine di Oenogroup, Justin Knock.

A farmi compagnia durante l’intero arco temporale dell’evento la collega degustatrice Ombretta Ferretto, che ha raccolto e tramutato in forma scritta alcune impressioni salienti della giornata.

Justin Knock ha introdotto la platea sostenendo che la grande complessità di molti vini campani risiede invece nella capacità intrinseca di esprimere il suolo vulcanico da cui provengono. Questo fattore, unito alla responsabilità intrinseca del produttore di immettere il vino sul mercato soltanto nel
momento perfetto per essere goduto appieno, pone la cantina Joaquin ad un livello di eccellenza.

I 4 vini degustati durante la Masterclass sono stati:

  • Vino della stella 2020
  • Piante a Lapio 2018
  • Piante a Lapio no vintage
  • Taurasi riserva della società 2015

Il primo campione, Fiano di Avellino Riserva 2020Vino della Stella”, è un Fiano in purezza da mezzo ettaro circa di vigne poste a Montefalcione, a 550 metri di altitudine, su terreni calcareo–argillosi. Raccolta delle uve nell’ultima settimana di ottobre, al raggiungimento della piena maturità tecnologica e fenologica. Fermentazione e affinamento in acciaio. Esce in commercio non prima di trenta mesi dalla vendemmia. Si presenta di una delicata veste color paglierino dai riflessi dorati, ed un corredo odoroso di fiori bianchi, leggermente agrumati con tostature finali. Sorso fresco, di grande impatto e sapidità.

Il Piante a Lapio 2018 prende il nome dal bosco che si trova davanti al vigneto, acquistato da Raffaele Pagano, proprietario di Joaquin. Si estende su 0,34 ettari con viti centenarie prefillossera. Esce sul mercato dopo 5 anni di affinamento. A differenza del Vino della Stella che fa solo acciaio, il Piante a Lapio dopo un primo affinamento in acciaio passa in botti scolme quasi esauste di castagno e acacia per poi terminare l’affinamento in bottiglia. Più intensi i riverberi dorati nel calice, con profumi di spezie ed erbe aromatiche. Avvolgente al palato, ricco di morbidezze fruttate. Vino signature dell’azienda.

Piante a Lapio No Vintage è invece un blend di due annate in percentuali diverse e precisamente il 14% annata 2014 (solo legno) e il 60 % annata 2020 (solo acciaio).  Il naso vira subito verso frutta gialla matura e poi succo di agrumi per indulgere in sentori tostati accompagnati da sbuffi eterei e minerali. Tanta albicocca, maracujá, nocciola.

Last but not least, l’etichetta definita da Francesca Auricchio “da momenti speciali”: il Taurasi Riserva 2015, proveniente da un appezzamento 1,2 ettari a Paternopoli. Anche queste sono viti a piede franco prefillossera.

Esce in commercio dopo 7 anni, ben oltre i canoni previsti dal disciplinare di produzione, sempre in linea con lo stile della cantina il cui pensiero è quello di attendere il vino. Al calice si presenta rosso granato, con profumi lunghi e complessi che spaziano dal cioccolato al tabacco, con note speziate di cannella, vaniglia e noce moscata. Di carattere, pieno ed avvolgente, con un tannino disteso e vibrante, che ci lascia presagire una lunga vita.

Slow Wine Fair 2023

di Adriano Guerri

Slow Wine Fair 2023


A  Bologna dal 26 al 28 febbraio si è svolta la seconda edizione di Slow Wine Fair.

Un evento organizzato da BolognaFiere e Sana, Salone del Biologico e del Naturale, con la direzione di Slow Food. La location era facilmente raggiungibile in auto, di fronte al quartiere fieristico, con un ampio parcheggio coperto al costo di 5 euro per l’intera giornata.

Due interi padiglioni dagli ampi spazi e ben 750 aziende vitivinicole presenti, suddivise per regioni e talvolta, per distribuzioni provenienti da ogni parte del Bel Paese e da 21 Paesi esteri. In questa edizione v’era anche uno angolo dedicato appositamente a distillati e liquori.

A sinistra l’autore Adriano Guerri

Tantissimi buyers, eno-appassionati e operatori professionali hanno varcato la porta di Bolognafiere per avvicinarsi ai banchi d’assaggio evitando lunghe attese. Molti punti di ristoro per uno snack veloce, che nelle ore di punta sono stati presi letteralmente d’assalto.

Tante le Masterclass che hanno arricchito e reso la kermesse davvero interessante.

Un programma ricco, ma si sa, il tempo è tiranno e nel poco avuto a disposizione ne è valsa la pena fermarsi al banco d’assaggio di:

Nominé-Renard Champagne Brut Aoc Da uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier, color paglierino brillante e perlage fine e persistente. Racconta di fiori bianchi, zagare, pompelmo e petit patisserie. Sorso fresco, sapido e duraturo.

Tenuta La Viola Albana Secco “In terra” 2021 Nuance dorate, sprigiona immediati sentori di zafferano, pesca, mango e nocciola. Al palato è  sapido e pieno, con sottile presenza di mordenza data dalle catechine.

Ceratti Greco di Bianco Doc 2021 Paglierino brillante, con note olfattive di erbe di campo, miele, agrumi ed albicocca su finale da mandorla dolce. Coerente al gusto, fresco e avvolgente con buona lunghezza.

Le Piane BiankΩ – Vino bianco 2021 Ottenuto dalle uve del vitigno autoctono Erbaluce, mostra un colore giallo intenso con riflessi dorati, liberando eleganti sentori di fiori alpini secchi, miele e pera. Bocca fresca e dinamica, con scie sapide e di frutta secca.

Le Piane Boca Doc 2019 Nebbiolo 85% e Vespolina 15 % – rosso rubino marcato con riflessi tendenti al granato. Chiare sensazioni da frutti di bosco, viola mammola, melagrana, ai quali segue una vena terziaria di tabacco e note balsamicità che prosegue dritta al palato. Un vino suadente dai tannini integrati, quasi infinito.

Diego Conterno Barolo Docg Ginestra 2018 Granato di carattere, con evidenti richiami di rosa canina, ciliegia e lamponi cui seguono sfumature complesse di noce moscata, polvere di caffè e china. Tannino morbido ed elegante che va di pari passo con la sua sapidità. Lungo e scorrevole.

Panizzi Pinot Nero  Igt Ermius 2019 rubino vivace, accompagnato da una bella trasparenza tipica del Pinot Nero. Profumi delicati e accattivanti che rimandano a note di tabacco, frutti di bosco e gelsomino. Piacevole ed elegante non stanca mai.

Bouchard Père & Fils Volnay Taille Pieds Aoc Premier Cru 2018 Rubino quasi trasparente, ventaglio olfattivo da lampone , ribes, mora, ciclamino e note di sottobosco. Avvolge con leggiadria, sapido e durevolezza. Che vino da degna chiusura di Slow Wine Fair 2023!