Campania Stories 2023: il giorno dei bianchi campani

di Luca Matarazzo

Crescita. Chiamatela come volete è pur sempre questo il concetto. La prima giornata di Campania Stories 2023 dedicata agli assaggi dei vini bianchi campani si è conclusa con splendidi risultati.

L’organizzazione perfetta di Miriade & Partners coadiuvata dai sommelier di AIS Campania ha consentito l’assaggio di tutti i 178 campioni presenti, permettendo, a chi scrive, di poter trarre le considerazioni di rito su stili e denominazioni.

Il quadro complessivo emerso riflette sempre più la vena bianchista della Regione, capace di valorizzare le tante varietà autoctone, vero patrimonio ampelografico. Non soltanto Fiano e Greco, ma anche Falanghina, Coda di Volpe, Pallagrello Bianco, Caprettone e molti altri ad arricchire le tessere del mosaico.

Sugli stili nulla da dire: la ricerca ostinata dell’eleganza comincia a inserirsi in maniera prepotente nella mentalità del vitivinicoltore locale. Il frutto di tale impegno si attesta su vini di estrema piacevolezza e versatilità, rinunciando talora ad irrobustire i caratteri del varietale.

“La potenza è nulla senza controllo” recitava il motto di un noto brand negli anni ’90. Ottime notizie dal Casertano, ove finalmente i produttori del Pallagrello Bianco, uva le cui origini si perdono nella notte dei tempi, hanno trovato la maniera giusta di presentarsi al mercato.

La Costiera Amalfitana e l’isola di Ischia procedono di pari passo lungo il sentiero delle nuance floreali e sapide ammirate dagli osservatori enogastronomici di tutto il mondo. Greco di Tufo e Fiano di Avellino raccontano, nell’annata 2022, le due facce di una stessa medaglia: più pronto ed appagante il primo, austero e timido il secondo a ulteriore dimostrazione del maggior riposo in bottiglia richiesto dal Fiano, per smarcarsi da sentori melliflui post fermentativi e virare su spinte agrumate e tostate di bellezza infinita.

Infine la Falanghina, qui proposta nelle espressioni Campi Flegrei e Sannio. La vintage in anteprima, dimostra l’opera di recupero del divario tra le due realtà ormai compiuta dai vigneron beneventani. I campioni proposti hanno le connotazioni e le identità necessarie per poter essere rapportati ai territori di provenienza. Qualità significa sacrificio e, alla lunga, gli sforzi vengono sempre ripagati. Complimenti davvero.

Veniamo ai migliori assaggi indicati per tipologia, senza ordine di preferenza

Vini Spumanti

Tenuta del Meriggio – Nocturna

Bianchi a base di Coda di Volpe

Amarano – Irpinia Coda di Volpe Dop – Lucinda 2021

Bianchi del Vesuvio

Cantine Olivella – Catalanesca del Monte Somma – Summa 2020

Sorrentino Vini – Vesuvio Caprettone Dop – Benita ’31 2022

Costiera Amalfitana e Isola d’Ischia

La Pietra di Tommasone – Ischia Forastera Dop 2022

Marisa Cuomo – Costa d’Amalfi Furore Bianco – Fiorduva 2021

Terre del Volturno Pallagrello Bianco Igp

Vigne Chigi – Pallagrello Bianco 2022

Cantina di Lisandro – Lancella 2021

Alois – Morrone 2021

Dop Irpinia Falanghina

Tenuta Cavalier Pepe – Lila 2022

Dop Falanghina del Sannio

Torre del Pagus – Falanghina del Sannio Taburno Dop -Macére 2022

Feudi di San Gregorio – Serrocielo 2022

Fontanavecchia – Falanghina del Sannio Taburno Dop 2022

La Guardiense – Anima Lavica 2022

Mustilli – Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti Dop – Vigna Segreta 2021

Ocone 1910 – Falanghina del Sannio Taburno Dop – Diana 2021

Cantine Tora – Kissos 2017

Dop Campi Flegrei Falanghina

Astroni – Colle Imperatrice 2022

Salvatore Martusciello – Settevulcani 2022

Bianchi a base di Fiano

Porto di Mola – Roccamonfina Igp – Collelepre 2022

Tempa di Zoè – Paestum Fiano Igp – Asterias 2022

Tenuta Scuotto – Campania Fiano Igp – Oinì 2020

Fiano di Avellino Docg

Di Meo – Fiano di Avellino 2022

Villa Raiano – Fiano di Avellino 2022

Le Otto Terre – Saucito 2022

Tenuta Cavalier Pepe – Fiano di Avellino Riserva Docg – Brancato 2021

Feudi di San Gregorio – Fiano di Avellino Riserva Docg – Campanaro 2021

Stefania Barbot – Xoròs 2021

Macchia Santa Maria – Fiano di Avellino Riserva Docg – Boschi a Lapio 2021

Laura De Vito – Elle 2020

Laura De Vito – Li Sauruni 2020

Tenuta Sarno 1860 – Erre 2019

Greco di Tufo Docg

Di Meo – Greco di Tufo Docg 2022

Cantine Di Marzo – Greco di Tufo Docg 2022

Sanpaolo – Puddinghe 2022

Famiglia Pagano – I Tufi 2022

Tenuta Cavalier Pepe – Nestor 2022

Le Otto Terre – Greco di Tufo Riserva Docg – 2021

Amarano – Cardenio 2021

Villa Raiano – Ponte dei Santi 2021

Pietracupa – Greco Pietracupa 2020

Petilia – Campania Greco Igp – QuattroVenti 2015

Vinitaly 2023: il focus sui produttori del Lazio

Alberto Chiarenza

Verona, città d’arte e cultura, dal 2 al 5 aprile, ha ospitato il più grande evento del vino italiano: Vinitaly 2023.

La 55ª edizione ha visto la partecipazione di ben 93.000 espositori, 29.600 provenienti da 30 nazioni diverse. Tante le emozioni e le occasioni per gli appassionati del vino, ma soprattutto per produttori, i buyer e operatori del settore, per incontrarsi e confrontarsi sui nuovi trend e sulle sfide del mercato.

A sinistra il professor Luigi Moio con Alberto Chiarenza di 20Italie

Il successo di Vinitaly è sotto gli occhi di chiunque. Consolidati vecchi rapporti commerciali e create numerose nuove collaborazioni. Il quartiere Fiera si è trasformato in un’immensa enoteca, con degustazioni, convegni e masterclass, dove ho incontrato esperti del settore tra i quali il professore Luigi Moio – Presidente OIV – Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, Federica Cecchi winedesigner di etichette per grandi aziende e Vice delegata della Associazione Donne del Vino Toscana, Marco Simonit di Simonit & Sirch ed enologi del calibro di Barbara Tamburini, Maurilio Chioccia e Giuseppe Colopi.

Non solo: Vinitaly ha dato anche l’opportunità di conoscere meglio il mercato internazionale, grazie alla presenza di operatori stranieri e di esperti del settore dell’export come Marco Facchini di China Link conosciuto in una cena nella sontuosa Villa Mosconi Bertani grazie ad Alessia Lulli della cantina Parvus Ager.

Tanti i produttori incontrati durante la kermesse: Giovanni Folonari e Andrea Contucci, Enrico Pimazzoni di Sagrivit, gruppo che racchiude tre grandi realtà vinicole, Rocca Bernarda, Villa Giustiniani e Castello di Magione, Francesca Pagnoncelli Falcieri, produttrice e Presidente del Consorzio Moscato di Scanso e organizzatrice dell’evento Wine in Venice, Umberto Trombelli Delegato di AIS Latina, Tullio Galassini Presidente del Consorzio Roma DOC e Emanuele Ranchella della Associazione Vignaioli in Grottaferrata.

La possibilità, unica nel suo genere, di conoscere meglio le realtà vitivinicole delle regioni italiane, in particolare il Lazio, che sta facendo un lavoro encomiabile per proiettarsi ai massimi livelli qualitativi.

Nel territorio del Cesanese, ad esempio, spicca Pina Terenzi, figlia di Giovanni Terenzi l’uomo che ha creduto nel vitigno rosso ciociaro. Dal 15 marzo Pina è il nuovo Presidente del Consorzio del Cesanese del Piglio DOCG. Rimanendo sul territorio, ho intervistato Marina Perinelli della storica Cantina Casale della Ioria e con Gabriella Grassi della Cantina L’Avventura. Una vera e propria avventura d’amore, insieme al marito Stefano Maturro, che ha portato alla creazione di vini di notevole qualità e potenziale.

Nello stand dedicato ai Castelli Romani ho incontrato Chiara Iacoponi di Eredi dei Papi, Lorenzo Costantini di Villa Simone e la figlia Sara, che ha intrapreso il percorso paterno iniziando una produzione propria con la nuovissima realtà: Borgo del Cedro. Infine Cristina Piergiovanni di Casale Vallechiesa, Francesco De Sanctis della Cantina De Sanctis, 

Per la Provincia di Latina, Giovanna Trisorio della Cooperativa Cincinnato, con la sua realtà a Cori che vanta la partecipazione di ben 110 associati e la signora Carmen della Cantina I Pampini, visitando anche lo spazio dell’azienda Villa Gianna.

Appartiene alla bassa Tuscia la Cantina Muscari Tomajoli dove il Vermentino (per Marco Muscari Tomajoli) è un punto di riferimento. Ma la vera scommessa e sfida è stata AIDA, rosso di struttura ottenuto da rese bassissime di uve Montepulciano, raccolta tardiva e, dopo la fermentazione, elevazione in barrique per 18 mesi poi in bottiglia per altri 9. Solo 325 bottiglie davvero ricercate.

Vinitaly è stata anche l’opportunità per constatare e tastare il polso del livello qualitativo del panorama enologico italiano, attraverso convegni e incontri con la partecipazione delle più alte cariche istituzionali italiane. Tra i temi trattati si è parlato dell’impatto del cambiamento climatico sulla produzione del vino e delle strategie adottate per far fronte a questa sfida. In particolare, si è discusso della necessità di adottare pratiche sostenibili e di ridurre l’impatto ambientale della produzione vitivinicola.

Ampio spazio è stato dato ai vini naturali e biologici, sempre più apprezzati dai consumatori. Sono stati organizzati degustazioni e incontri con i produttori di questi vini, per far conoscere al pubblico le loro caratteristiche e le tecniche utilizzate nella produzione. Non sono mancate le novità tecnologiche, con la presentazione di soluzioni innovative per la gestione dei vigneti e la vinificazione, che permettono di ottenere vini sempre più di qualità, con un minore impatto ambientale e una maggiore efficienza produttiva.

Grande merito va riconosciuto a Excellence di Pietro Ciccotti che, con professionalità, ha organizzato nell’area eventi un’agenda fitta di incontri in collaborazione con la Regione Lazio, ARSIAL e altri Enti, Associazioni e Consorzi vitivinicoli. 

Vinitaly: un appuntamento imperdibile per gli appassionati del buon vino e per tutti coloro che desiderano scoprire le eccellenze enologiche del made in Italy. Al prossimo anno!

Cortona: intervista alla produttrice di vini Chiara Vinciarelli

di Adriano Guerri

Lo scorso 18 marzo ho partecipato all’evento dedicato alla Syrah, nella suggestiva cittadina di Cortona. La kermesse Chianina & Syrah è giunta alla sesta edizione ed oltre a dare risalto alla denominazione Cortona Doc, valorizza anche un’altra importante eccellenza del territorio, come la carne della razza chianina, binomio perfetto tra cibo e vino.

Ho partecipato all’evento per la prima volta degustando vari esemplari ottenuti rigorosamente da uve Syrah. Mi sono avvicinato con curiosità e piacere al banco d’assaggio della produttrice Chiara Vinciarelli ed oltre a degustare i suoi tre vini, presenti appositamente per l’occasione, mi ha descritto l’azienda che porta il suo nome, attraverso alcune domande rilasciate per i lettori di 20Italie.

A sinistra la produttrice Chiara Vinciarelli

Chiara Vinciarelli racconta:

<<La mia azienda si trova in località Valiano del comune di Montepulciano (SI) e possiede terreni e vigneti estesi su una superficie  di 5 ettari sia nel comune di Montepulciano in provincia di Siena sia nel comune di Cortona in provincia d’Arezzo. Nei miei vigneti coltivo, Syrah, Sangiovese e Chardonnay. La scelta della Syrah è dovuta al territorio, quando alcuni produttori agli inizi degli anni sessanta del secolo scorso hanno scoperto che nelle loro vigne si trovavano alcune piante di questo vitigno. Da un’indagine condotta e vari approfondimenti hanno constatato che dava origine a vini di eccellente qualità. L’ intero areale di Cortona era vocato per la coltivazione della Syrah e si è diffuso, da allora in maniera esponenziale. Sino ad allora, erano conosciuti i vini della Côtes du Rhône e pochi di altri areali del nuovo mondo. Anch’io ho voluto coltivare questo vitigno all’interno della Cortona Doc. Le vigne si trovano a 10 km dal centro abitato di Cortona, nella mia azienda svolgiamo anche attività agrituristica ed organizziamo visite in cantina e degustazioni guidate, accompagnate ad assaggi di prodotti locali. Per il primo vino che degusterà, il Castore, ho utilizzato una bottiglia borgognotta come  prevede il disciplinare,  mentre per il Polluce utilizzo ancora la bottiglia bordolese, perché è la mia preferita. In azienda produciamo altri due vini: Alcyone ottenuto interamente  con  Sangiovese e Stella Bianca, un bianco ottenuto con uve di Chardonnay>>.

Concludendo la mia  degustazione, Chiara oltre a ringraziarmi, mi invita a recarmi in azienda… e sinceramente non vedrò l’ora di farlo!

I vini da me degustati :

Castore Igt Toscana Syrah 2021– veste rosso rubino intenso e luminoso, emana sentori di ciclamino, ribes, mirtillo, mora e amarena, dal sapore fresco, immediato e gustoso.

Pollùce Cortona Doc Syrah 2020 – rubino vivace, sprigiona al naso essenze di pepe nero, prugna e frutti di bosco, unite a nuances di vaniglia, tabacco e liquirizia. Finale di bocca pervaso dal tannino nobile e avvolgente.

Pollùce Cortona Doc Syrah 2019 – Rubino intenso e quasi impenetrabile, rivela sfumature olfattive di mirtilli, more selvatiche, felce, bacche di ginepro e pepe bianco. Sorso ricco, rotondo e appagante, sorretto da una buona spalla acida e da trame tanniche setose e armoniose.

Chapeau!

La Liguria al Vinitaly 2023: emozioni liquide nel calice

di Olga Sofia Schiaffino

Si è appena conclusa la 55esima edizione di Vinitaly e tra gli assaggi più interessanti menzioniamo sicuramente i vini liguri, che brillano per espressione di territorialità e per capacità di stupire il wine lover appassionato. (n.d.r. vogliamo iniziare proprio dalla Liguria il nostro lungo spazio dedicato alla Fiera vitivinicola più importante d’Italia. Seguiranno ulteriori approfondimenti dei redattori di 20Italie).

Ca du Ferrà, al Padiglione 8 Fivi, ha presentato il passito Diciassettemaggio da un antico vitigno autoctono denominato “Ruzzese”. Il progetto di recupero, in collaborazione con il CNR – Istituto per la protezione sostenibile delle piante – Coldiretti di La Spezia e Regione Liguria, è iniziato nel 2007, quando Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta hanno messo a dimora le prime 77 barbatelle: attualmente le piante sono circa 1500, distribuite su cinque terrazze che guardano il mare, e la prima vendemmia è avvenuta nel 2020.

Le uve raccolte sono state messe in cassette ad appassire, i grappoli sgranati a mano dopo due mesi. Il vino si offre con un manto dorato scintillante, un corredo olfattivo che si articola sui sentori di macchia mediterranea e sulle note fruttate di fico maturo. La dolcezza è ben compensata dalla acidità, il finale lungo e la chiusura sapida.

Il passito da Ruzzese, selezionato persino da Sante Lancerio, era molto amato nel XVI secolo da Papa Paolo III Farnese e ritorna oggi a regalare a chi lo assaggia emozioni autentiche. Il vino è dedicato a Giuseppe, perché celebra la data del suo compleanno e la bottiglia è elegantemente vestita con i colori turchesi dell’azienda.

Sempre al Padiglione Fivi  la Signora del Rossese di Dolceacqua Giovanna Maccario, azienda Maccario Dringenberg, ha presentato un’anteprima non ancora in bottiglia che raccoglie le uve delle nomeranze Posaù, Luvaira, Berna, Nouvilla, Sette Cammini vendemmia 2022; la siccità e la scarsa produzione hanno fatto optare Giovanna per realizzare un vino unico, che vuole celebrare il nonno e il prozio, premiati durante il Regno d’Italia per il Rossese di Dolceacqua.

Fratelli Maccario 1922″ (campione di botte) si presenta con l’eleganza caratteristica dei vini di questa cantina: lo aspetteremo, per tutto il tempo che Giovanna vorrà regalargli prima di imbottigliarlo.

La Pietra del Focolare, con il sorriso e la simpatia di Laura Angelini, Linda e Stefano Salvetti hanno presentato la nuova produzione che vede il vermentino quale protagonista indiscusso; da segnalare “Anfora”, le cui uve vengono macerate in acciaio da settembre a maggio e poi passano in anfora Tava di terracotta non vetrificata.

Azienda Agricola Linero propone Il Colli di Luni Superiore “Del Generale”, blend di Vermentino 90%, Malvasia 5% e Trebbiano 5% che provengono dalla famosa vigna del generale Tognoni, eroe decorato della Prima Guerra Mondiale e grande amico di Luigi Veronelli.

Tenuta Maffone riesce sempre a stupire, uscendo con un “Superligurian” dal nome dialettale Vuscià (appellattivo con il quale ci si rivolge con rispetto a una persona, dando del “voi”) che ha conquistato un posto tra i 5Star Wines – the Book 2023. Si tratta di un vino ottenuto da Ormeasco, vendemmia 2016, affinato in legno e in anfora. Tiratura davvero limitata, 1720 bottiglie e 120 magnum.

Baia del Sole della famiglia Federici a Luni ha effettuato la sperimentazione della cantina subacquea con la partnership di Jamin Underwater Wines per il suo pregiato metodo classico Giulio F56: risultati molto promettenti da una tecnica sotto fase di studio da parte di numerose Università ed esperti di settore.

Rocca Vinealis nello stand di Vite In Riviera ha presentato la sua produzione di Granaccia: una giovane azienda che ha ripreso la viticoltura in un territorio di montagna, al confine con il Piemonte.

Paolo Bosoni della cantina Lunae ha ricevuto il premio Angelo Betti, riconoscimento intitolato alla persona che ebbe l’intuizione del progetto Vinitaly, che viene assegnato dal 1973 ai benemeriti della viticoltura italiana, Meritassimo, per la presenza sul territorio lunense da oltre 4 generazioni, per la conservazione delle tradizioni e della cultura contadina nel Museo della Culturale Materiale del Vino e per i vini che hanno raccontato la Liguria in tutto il globo.

Presso lo stand del distributore Bolis abbiamo incontrato la cantina Giacomelli, con Roberto Petacchi ed il Vermentino delle etichette “Boboli” e “Pianacce”, premiati anche quest’anno da The Wine Hunter. La presenza di Regione Liguria con il vice presidente assessore Alessandro Piana ha testimoniato l’importanza di promuovere la viticoltura ligure, chi lo produce e chi la comunica. Agricoltura sempre eroica e che sa accogliere le sfide del cambiamento climatico e dei nuovi trend del mercato.

Cibus Connecting Italy 2023: le nostre considerazioni

di Maura Gigatti

Oggi più che mai è importante riscoprire il valore associativo proprio in momenti come Cibus Connecting Italy 2023, manifestazione sulle eccellenze agroalimentari svoltasi a Parma nelle giornate del 29 e 30 marzo trascorse.

L’occasione per esperti ed operatori di settore di poter approcciare un mondo bellissimo, che mi appassiona da quando mossi i primi passi nel campo del food and beverage. Tanti i volti familiari, realtà tra piccole e grandi dimensioni, che fanno del made in Italy un punto fisso da esportare con orgoglio in tutto il mondo.

Semmai, pecchiamo talvolta nel ricordare le nostre abilità e persino nel comunicarle a dovere, cosa che gioverebbe all’intero movimento produttivo. Anche perché da fuori ci osservano e ci apprezzano, persino con un po’ di sana invidia competitiva.

Ben vengano, dunque, gli eventi come Cibus Connecting Italy e molti altri utili a generare fiducia e voglia di proseguire sulla lunga strada della qualità. Gli espositori presenti erano entusiasti e soddisfatti, ottimisti sul futuro, in particolare nell’attuale momento di delicata congiuntura economica.

Già in preparazione la prossima edizione dal 7 al 10 maggio 2024 sempre a Parma, probabilmente con qualche piccola modifica sul format sin qui attuato, ma con la consueta sostanza nei fatti: quelli di una delle fiere più importanti del Belpaese.

Importanti i feedback ricevuti dagli intervistati, di cui faremo breve menzione partendo, in prima battuta, da Antonietta Mazzeo, giornalista, editorialista, Direttore Generale di COER – MTO Emilia-Romagna e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino.

Antonietta Mazzeo

<<Questa edizione – sottolinea la Mazzeo – si rivela dinamica, vivace ed intraprendente. Meno numerosa la presenza complessiva di visitatori rispetto agli anni passati, frutto anche di coincidenze temporali con altre manifestazioni, ma pubblico molto interessato e attento verso le novità. Tutte le regioni italiane sono presenti, una vetrina esclusiva delle nostre eccellenze gastronomiche. Persone e prodotti raccontati da chi vive nel quotidiano il proprio lavoro>>.

Cinzia Romeo

Prosegue sulla stessa linea Cinzia Romeo, export manager di Rizzoli Emanuelli S.p.A. : <<buyers ed operatori ben organizzati, con un rispetto metodico degli orari per gli appuntamenti e la calma necessaria per i dovuti approfondimenti commerciali. Siamo soddisfatti oltre le aspettative per un evento che ci vede da anni protagonisti>>.

Mirco Sbernini

Soddisfazione anche da Mirco Sbernini, direttore vendite di Coppini Arte Olearia e da Ugo Bertolotti, in rappresentanza di Parma Quality Restaurant e Parma Alimentare, soprattutto per gli ottimi riscontri avuti con i paesi Ue ed extra Schengen. Tanti apprezzamenti e la speranza di ritrovarsi il prossimo anno con numeri e fatturati in continua crescita.

Ugo Bertolotti

Qualche numero in conclusione: con oltre 900 brand, 10000 operatori, 3000 buyer da 90 nazioni diverse e 500 nuovi prodotti nel catalogo espositivo, Cibus Connecting Italy rappresenta un’enorme opportunità per instaurare e sviluppare relazioni commerciali a livello internazionale, ma anche per aggiornarsi sulle innovazioni del comparto e progettare il futuro del proprio business.