Aquara e i suoi cambiamenti

Aquara sta subendo un interessante processo trasformativo. Il numero dei b&b cresce costantemente, ed offre soluzioni dalla doppia natura; una, di tipo immersivo, affonda nei campi, nelle radure, e coccola gli ospiti con i silenzi della campagna e con piccoli lussi come piscine e solarium; l’altra, più pratica, è inserita in piena area urbana, ma offre sempre la benevolenza della quiete, della disintossicazione e distacco dalla vita frenetica, dalla tecnologia invadente. E questo è un primo indizio della trasformazione.

Gli investimenti nel settore agricolo sul territorio aquarese di imprenditori visionari da un lato, e la nascita di alcune esperienze che tracciano il territorio e lo portano in tavola dall’altro, sono due ulteriori indizi che ci conducono ad un’unica conclusione: Aquara vuole finalmente diventare attrattore turistico.
Ma gli indizi vanno confermati, per poter farli diventare prova. Quale migliore occasione allora, di verificare di persona. Ho incontrato imprenditori ed ho ascoltato la loro visione, la loro voglia di trasformare tante piccole realtà frastagliate in un’unica costellazione fatta di offerta turistica, di eccellenze e di ruralità.

La rete che spontaneamente si è creata, rappresenta una miniera di opportunità. Ci auguriamo che la guida istituzionale costruisca solide rotaie, su cui far correre i carrelli carichi delle pietre preziose di offerta turistica che Aquara può produrre.
Un primo banco di prova, dato il periodo post-Covid, è rappresentato dall’aspetto religioso, dalle famose feste patronali che tanto fanno per le identità dei piccoli e grandi centri.

La festa del santo patrono, oltre alla devozione, per anni è stato il momento del rientro. Un rientro quasi azzerato rispetto a quando ero ragazzo, dove figli di immigrati di prima generazione, tornavano un numerosi. Eravamo una piccola comunità nella comunità, disponibili alla integrazione ed alla condivisioni delle esperienze di quotidiani diversi.

Antonio Inglese, architetto, figlio dello storico Sindaco Mario, è uno di quelli. Non ci siamo mai persi di vista. L’ho seguito nelle sue gesta, ho gioito per i suoi successi in Cina. Nutriamo lo stesso amore per Aquara. Impossibilitato a rientrare in Oriente, ha trasferito il suo studio nella casa patronale aquarese. Da qui, partono call di lavoro con Hong Kong, Shangai, Shenzen, dal giardino di casa di un luogo dove i suoni sono diversi. Pensavo, che se potessero replicarli, probabilmente gli amici cinesi troverebbero un modo di crearci un business.
La vecchia rete dei “ritornanti” oggi ha solo le maglie un po’ più larghe. Con tanti di noi non si riesce a conciliare le date per vedersi. Ma la festa del Santo, quella, è un’istituzione.
Abbiamo trascorso due serate insieme, bevendo e mangiando, pensando a quale contributo potessimo dare…

Da un paio d’anni c’è anche un pub ad Aquara, un posto di giovani, ma che sa accogliere anche chi ha qualche esigenza in più. “Fuori luogo” è il nome, che rende perfettamente l’idea : fuori dagli schemi, fuori dai preconcetti, la connessione intergenerazionale è patrimonio da condividere.
Arrivavamo da una cena frugale in un posto che amo, di cui parlerò la prossima volta. Tanti gli amici ritrovati, così come i drink, questo ha “cancellato” i ricordi.

La cena del Giorno dopo

Esistono delle realtà piccole, appena spuntate, consapevoli di quanto sia difficile fare economia con totale immersione nel territorio, ma che ci provano lo stesso. Hanno viti e fanno vino; hanno l’orto e cucinano. A casa loro, ricavando un poco di spazio. Personalmente, è in questo che intravedo l’embrione di qualcosa di bello, che se supportato può diventare una fantastica realtà. Un’esperienza raccontata con competenza accademica e passione.

Non è per svogliatezza, ma mi piace ricordare il primo approccio a questa struttura, avvenuto lo scorso mese, e fu amore a prima vista. Tante cose da affinare, ma l’idea di fondo è semplice e vincente: arrivare e restare sorpresi da un luogo in cui il silenzio ha trovato la sua dimora naturale.

Immergersi nella dimensione rurale, entrare in contatto con la natura; scoprire uno spazio ed un tempo senza sovrastrutture.

Il turismo di prossimità, per tanti, è la nuova frontiera del viaggio

Avventori che vogliono disintossicarsi dallo stress urbano, allontanarsi da fastidiosi rumori, fuggire dalle ansie e dalla fretta, per entrare in sintonia con la natura. Scoprire quanto il tempo possa dilatarsi, un silenzio nel quale sentire il battito del cuore che si emoziona.

La provincia di Salerno ha un territorio meraviglioso con una varietà di paesaggi. Il mondo conosce la bellezza e la magia della Costiera Amalfitana, lo splendido mare del Cilento, ma è arrivata l’ora di scoprire il resto.

Un viaggio nel tempo, a ritroso, per conoscere antichi usi e costumi.

Realtà che ti consentono di vivere la natura, di mangiare quello che la terra produce, subito dopo averlo raccolto; l’ospitalità di una tavola imbandita sotto una pianta d’ulivo, con una nonna che ti prepara da mangiare come se lo facesse per i propri familiari.

Francesco Costantino

Francesco Costantino

Nato a Salerno, quando le luci più note erano quelle naturali tra la Costiera Amalfitana e la Piana del Sele. Sommelier per vocazione ed esperto di food per lavoro in tutte le sue declinazioni. La sua passione per il Cilento è un link familiare e culturale; le radici gli hanno dato molto di più di quanto sia riuscito ancora a raccontare. Fonda 20Italie per testimoniarlo.

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