La Regione Lazio alla 56ª edizione del Vinitaly, tra conferme e grandi novità

Nel suggestivo scenario del Tempio di Traiano in piazza Di Pietra, sede della Camera di Commercio, si è svolta la presentazione della 56ª edizione del Vinitaly e del Padiglione vini Lazio. L’evento ha visto la partecipazione di illustri personaggi del mondo del vino e delle Autorità della Regione Lazio, che hanno evidenziato le importanti novità che caratterizzeranno gli stand delle aziende vinicole laziali. Moderato da Angelo Mellone, Direttore di RAI Intrattenimento Day Time, l’intervento del Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, è stato teso a sottolineare gli investimenti significativi per valorizzare il vino laziale nel panorama nazionale e internazionale. Federico Bricolo, Presidente di Verona Fiere Spa, ha infine elogiato il Padiglione Lazio come uno dei più suggestivi della manifestazione.

Il Commissario Straordinario di ARSIAL, Massimiliano Raffa, ha invece evidenziato l’impegno dell’Agenzia nel portare la regione ai vertici del settore vinicolo, con particolare attenzione alla realizzazione del Padiglione, caratterizzato da elementi architettonici che richiamano l’acquedotto romano, conferendo ad esso eleganza e solennità uniche.

Alessandro Scorsone, Sommelier e Cerimoniere di Stato, ha evidenziato la necessità di valorizzare adeguatamente i vini romani e laziali all’interno del settore della ristorazione, suggerendo un cambio di regole per garantire loro il giusto risalto. Giancarlo Righini, Assessore al Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare, e il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, hanno elogiato il lavoro svolto fino a oggi nel settore vitivinicolo laziale, sottolineando le prospettive di crescita significative fondate su un modello di qualità che valorizza la diversità e la ricerca della perfezione. La partecipazione della Regione Lazio al Vinitaly fa parte di una strategia più ampia di valorizzazione, il “Modello Lazio”, che mira a promuovere la regione come punto di riferimento per l’eccellenza enologica.

In collaborazione con Arsial, la Regione presenterà una collettiva di 53 realtà vitivinicole locali, un padiglione scenografico e un nuovo storytelling territoriale, confermando così il ruolo di primo piano del Lazio nel panorama vinicolo italiano. Il claim scelto per l’occasione, “Lazio. All roads lead to taste“, incarna l’invito alla scoperta delle esperienze enologiche straordinarie che la regione ha da offrire, sottolineando l’unicità di ogni viaggio intrapreso nel territorio laziale. Il nuovo storytelling propone un viaggio attraverso le eccellenze vitivinicole regionali, arricchito da un’informazione quotidiana sugli eventi in programma e sulla filiera vitivinicola locale.

In sintesi, la partecipazione della Regione Lazio alla 56ª edizione del Vinitaly promette di essere un’esperienza indimenticabile, all’insegna della scoperta e della valorizzazione delle ricchezze enologiche della regione.

Vinitaly 2023: cantina Fradiles – l’eleganza del Mandrolisai – paradiso di Sardegna

di Adriano Guerri

A Verona, durante la 55esima edizione di Vinitaly 2023 che è andata in scena dal 2 al 5 aprile 2023, ho avuto il piacere di presentarmi allo stand della Cantina Fradiles. Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini da me degustati al padiglione dedicato alla Regione Sardegna, parliamo, con alcuni cenni, dell’azienda.

Posta quasi al centro dell’isola dei Nuraghi, sia per longitudine che latitudine, nel comune di Atzara (NU) e più precisamente all’interno del Comprensorio della Doc Mandrolisai. Un areale vocato da secoli per la coltivazione della vite. Fradiles vanta oltre 10 ettari vitati, localizzati ad altimetrie variabili dai 450 ai 700 metri s.l.m., alcuni vigneti coltivati ad alberello sono di straordinaria bellezza, ultra secolari e a piede franco. Il suolo è di origine sabbiosa derivante dalla disgregazione di granito e porfido. 

Fradiles, in sardo, significa “cugini”; infatti, le redini dell’azienda sono in mano ai cugini Paolo Savoldo e Giuseppe Flore, che ho conosciuto personalmente durante la kermesse. 

La Tenuta è immersa nel verde delle colline tra splendidi boschi di lecci e numerose vigne. Le varietà maggiormente coltivate sono: Cannonau, Monica, Bovale Sardo, in loco chiamato Muristellu, e altri vitigni autoctoni a bacca bianca e nera. 

La Cantina è dotata di attrezzature moderne con contenitori in acciaio inox e botti di rovere di media capienza. I loro vini rimarcano eleganza e sono capaci di trasmettere emozioni, così come gli stessi cugini “fradiles” Paolo e Giuseppe.

La denominazione di origine controllata Mandrolisai è stata costituita nel 1981, i vitigni che danno origine a questo singolare vino sono gli stessi che si trovano in azienda. Il territorio ampelografico ricomprende unicamente i Comuni di: Atzara, Desulo, Meana Sardo, Ortueri, Samugheo, Sorgono e Tonara. Le tipologie previste dal Disciplinare sono: Mandrolisai Doc, Mandrolisai Superiore Doc e Mandrolisai Rosato Doc.

Note di degustazione dei vini

Fontanafrisca Demos De Pedra Isola dei Nuraghi Bianco Igt 2022 – Giallo paglierino brillante, emana sentori di camomilla, forsizia, pesca e nuances agrumate, fresco e sapido, ammaliante e persistente.

Fradiles Mandrolisai Rosso Doc 2021 – Rosso rubino vivace, dai sentori di frutti di bosco (mora selvatica), accompagnati da note balsamiche, pieno, giustamente tannico e fine. 

Memoririas Creccherie Mandrolisai Rosso Doc 2021 – Rubino più intenso, libera sentori di mora, ribes e macchia mediterranea con sottili sbuffi di spezie, avvolgente e appagante. Il sorso persiste in bocca per molto tempo. 

Angraris Mandrolisai Rosso Superiore Doc 2019 – Anche qui rubino però dai riflessi tendenti al granato. Sprigiona nuance di confettura di frutti di bosco, vaniglia, pepe e cannella, ben unite a note di tabacco e viola appassita. Finale morbido con tannini poderosi, ma setosi di grande armonia e piacevolezza di beva.

Vinitaly 2023: il focus sui produttori del Lazio

Alberto Chiarenza

Verona, città d’arte e cultura, dal 2 al 5 aprile, ha ospitato il più grande evento del vino italiano: Vinitaly 2023.

La 55ª edizione ha visto la partecipazione di ben 93.000 espositori, 29.600 provenienti da 30 nazioni diverse. Tante le emozioni e le occasioni per gli appassionati del vino, ma soprattutto per produttori, i buyer e operatori del settore, per incontrarsi e confrontarsi sui nuovi trend e sulle sfide del mercato.

A sinistra il professor Luigi Moio con Alberto Chiarenza di 20Italie

Il successo di Vinitaly è sotto gli occhi di chiunque. Consolidati vecchi rapporti commerciali e create numerose nuove collaborazioni. Il quartiere Fiera si è trasformato in un’immensa enoteca, con degustazioni, convegni e masterclass, dove ho incontrato esperti del settore tra i quali il professore Luigi Moio – Presidente OIV – Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, Federica Cecchi winedesigner di etichette per grandi aziende e Vice delegata della Associazione Donne del Vino Toscana, Marco Simonit di Simonit & Sirch ed enologi del calibro di Barbara Tamburini, Maurilio Chioccia e Giuseppe Colopi.

Non solo: Vinitaly ha dato anche l’opportunità di conoscere meglio il mercato internazionale, grazie alla presenza di operatori stranieri e di esperti del settore dell’export come Marco Facchini di China Link conosciuto in una cena nella sontuosa Villa Mosconi Bertani grazie ad Alessia Lulli della cantina Parvus Ager.

Tanti i produttori incontrati durante la kermesse: Giovanni Folonari e Andrea Contucci, Enrico Pimazzoni di Sagrivit, gruppo che racchiude tre grandi realtà vinicole, Rocca Bernarda, Villa Giustiniani e Castello di Magione, Francesca Pagnoncelli Falcieri, produttrice e Presidente del Consorzio Moscato di Scanso e organizzatrice dell’evento Wine in Venice, Umberto Trombelli Delegato di AIS Latina, Tullio Galassini Presidente del Consorzio Roma DOC e Emanuele Ranchella della Associazione Vignaioli in Grottaferrata.

La possibilità, unica nel suo genere, di conoscere meglio le realtà vitivinicole delle regioni italiane, in particolare il Lazio, che sta facendo un lavoro encomiabile per proiettarsi ai massimi livelli qualitativi.

Nel territorio del Cesanese, ad esempio, spicca Pina Terenzi, figlia di Giovanni Terenzi l’uomo che ha creduto nel vitigno rosso ciociaro. Dal 15 marzo Pina è il nuovo Presidente del Consorzio del Cesanese del Piglio DOCG. Rimanendo sul territorio, ho intervistato Marina Perinelli della storica Cantina Casale della Ioria e con Gabriella Grassi della Cantina L’Avventura. Una vera e propria avventura d’amore, insieme al marito Stefano Maturro, che ha portato alla creazione di vini di notevole qualità e potenziale.

Nello stand dedicato ai Castelli Romani ho incontrato Chiara Iacoponi di Eredi dei Papi, Lorenzo Costantini di Villa Simone e la figlia Sara, che ha intrapreso il percorso paterno iniziando una produzione propria con la nuovissima realtà: Borgo del Cedro. Infine Cristina Piergiovanni di Casale Vallechiesa, Francesco De Sanctis della Cantina De Sanctis, 

Per la Provincia di Latina, Giovanna Trisorio della Cooperativa Cincinnato, con la sua realtà a Cori che vanta la partecipazione di ben 110 associati e la signora Carmen della Cantina I Pampini, visitando anche lo spazio dell’azienda Villa Gianna.

Appartiene alla bassa Tuscia la Cantina Muscari Tomajoli dove il Vermentino (per Marco Muscari Tomajoli) è un punto di riferimento. Ma la vera scommessa e sfida è stata AIDA, rosso di struttura ottenuto da rese bassissime di uve Montepulciano, raccolta tardiva e, dopo la fermentazione, elevazione in barrique per 18 mesi poi in bottiglia per altri 9. Solo 325 bottiglie davvero ricercate.

Vinitaly è stata anche l’opportunità per constatare e tastare il polso del livello qualitativo del panorama enologico italiano, attraverso convegni e incontri con la partecipazione delle più alte cariche istituzionali italiane. Tra i temi trattati si è parlato dell’impatto del cambiamento climatico sulla produzione del vino e delle strategie adottate per far fronte a questa sfida. In particolare, si è discusso della necessità di adottare pratiche sostenibili e di ridurre l’impatto ambientale della produzione vitivinicola.

Ampio spazio è stato dato ai vini naturali e biologici, sempre più apprezzati dai consumatori. Sono stati organizzati degustazioni e incontri con i produttori di questi vini, per far conoscere al pubblico le loro caratteristiche e le tecniche utilizzate nella produzione. Non sono mancate le novità tecnologiche, con la presentazione di soluzioni innovative per la gestione dei vigneti e la vinificazione, che permettono di ottenere vini sempre più di qualità, con un minore impatto ambientale e una maggiore efficienza produttiva.

Grande merito va riconosciuto a Excellence di Pietro Ciccotti che, con professionalità, ha organizzato nell’area eventi un’agenda fitta di incontri in collaborazione con la Regione Lazio, ARSIAL e altri Enti, Associazioni e Consorzi vitivinicoli. 

Vinitaly: un appuntamento imperdibile per gli appassionati del buon vino e per tutti coloro che desiderano scoprire le eccellenze enologiche del made in Italy. Al prossimo anno!

La Liguria al Vinitaly 2023: emozioni liquide nel calice

di Olga Sofia Schiaffino

Si è appena conclusa la 55esima edizione di Vinitaly e tra gli assaggi più interessanti menzioniamo sicuramente i vini liguri, che brillano per espressione di territorialità e per capacità di stupire il wine lover appassionato. (n.d.r. vogliamo iniziare proprio dalla Liguria il nostro lungo spazio dedicato alla Fiera vitivinicola più importante d’Italia. Seguiranno ulteriori approfondimenti dei redattori di 20Italie).

Ca du Ferrà, al Padiglione 8 Fivi, ha presentato il passito Diciassettemaggio da un antico vitigno autoctono denominato “Ruzzese”. Il progetto di recupero, in collaborazione con il CNR – Istituto per la protezione sostenibile delle piante – Coldiretti di La Spezia e Regione Liguria, è iniziato nel 2007, quando Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta hanno messo a dimora le prime 77 barbatelle: attualmente le piante sono circa 1500, distribuite su cinque terrazze che guardano il mare, e la prima vendemmia è avvenuta nel 2020.

Le uve raccolte sono state messe in cassette ad appassire, i grappoli sgranati a mano dopo due mesi. Il vino si offre con un manto dorato scintillante, un corredo olfattivo che si articola sui sentori di macchia mediterranea e sulle note fruttate di fico maturo. La dolcezza è ben compensata dalla acidità, il finale lungo e la chiusura sapida.

Il passito da Ruzzese, selezionato persino da Sante Lancerio, era molto amato nel XVI secolo da Papa Paolo III Farnese e ritorna oggi a regalare a chi lo assaggia emozioni autentiche. Il vino è dedicato a Giuseppe, perché celebra la data del suo compleanno e la bottiglia è elegantemente vestita con i colori turchesi dell’azienda.

Sempre al Padiglione Fivi  la Signora del Rossese di Dolceacqua Giovanna Maccario, azienda Maccario Dringenberg, ha presentato un’anteprima non ancora in bottiglia che raccoglie le uve delle nomeranze Posaù, Luvaira, Berna, Nouvilla, Sette Cammini vendemmia 2022; la siccità e la scarsa produzione hanno fatto optare Giovanna per realizzare un vino unico, che vuole celebrare il nonno e il prozio, premiati durante il Regno d’Italia per il Rossese di Dolceacqua.

Fratelli Maccario 1922″ (campione di botte) si presenta con l’eleganza caratteristica dei vini di questa cantina: lo aspetteremo, per tutto il tempo che Giovanna vorrà regalargli prima di imbottigliarlo.

La Pietra del Focolare, con il sorriso e la simpatia di Laura Angelini, Linda e Stefano Salvetti hanno presentato la nuova produzione che vede il vermentino quale protagonista indiscusso; da segnalare “Anfora”, le cui uve vengono macerate in acciaio da settembre a maggio e poi passano in anfora Tava di terracotta non vetrificata.

Azienda Agricola Linero propone Il Colli di Luni Superiore “Del Generale”, blend di Vermentino 90%, Malvasia 5% e Trebbiano 5% che provengono dalla famosa vigna del generale Tognoni, eroe decorato della Prima Guerra Mondiale e grande amico di Luigi Veronelli.

Tenuta Maffone riesce sempre a stupire, uscendo con un “Superligurian” dal nome dialettale Vuscià (appellattivo con il quale ci si rivolge con rispetto a una persona, dando del “voi”) che ha conquistato un posto tra i 5Star Wines – the Book 2023. Si tratta di un vino ottenuto da Ormeasco, vendemmia 2016, affinato in legno e in anfora. Tiratura davvero limitata, 1720 bottiglie e 120 magnum.

Baia del Sole della famiglia Federici a Luni ha effettuato la sperimentazione della cantina subacquea con la partnership di Jamin Underwater Wines per il suo pregiato metodo classico Giulio F56: risultati molto promettenti da una tecnica sotto fase di studio da parte di numerose Università ed esperti di settore.

Rocca Vinealis nello stand di Vite In Riviera ha presentato la sua produzione di Granaccia: una giovane azienda che ha ripreso la viticoltura in un territorio di montagna, al confine con il Piemonte.

Paolo Bosoni della cantina Lunae ha ricevuto il premio Angelo Betti, riconoscimento intitolato alla persona che ebbe l’intuizione del progetto Vinitaly, che viene assegnato dal 1973 ai benemeriti della viticoltura italiana, Meritassimo, per la presenza sul territorio lunense da oltre 4 generazioni, per la conservazione delle tradizioni e della cultura contadina nel Museo della Culturale Materiale del Vino e per i vini che hanno raccontato la Liguria in tutto il globo.

Presso lo stand del distributore Bolis abbiamo incontrato la cantina Giacomelli, con Roberto Petacchi ed il Vermentino delle etichette “Boboli” e “Pianacce”, premiati anche quest’anno da The Wine Hunter. La presenza di Regione Liguria con il vice presidente assessore Alessandro Piana ha testimoniato l’importanza di promuovere la viticoltura ligure, chi lo produce e chi la comunica. Agricoltura sempre eroica e che sa accogliere le sfide del cambiamento climatico e dei nuovi trend del mercato.

Vinitaly Special Edition: fra vini, distillati e nuove tendenze

La tre giorni del Vinitaly Special Edition è stata l’occasione ideale per riprendere lì dove ogni discorso, in materia di vini e distillati, si era fermato. Dal 17 al 19 ottobre, con una formula prettamente dedicata al business, ma non solo, il Salone del vino e dei distillati ha offerto la consueta offerta, ricca di oltre 400 aziende provenienti da tutta Italia e operatori del settore provenienti invece da 35 nazioni di tutto il mondo.

Vinitaly Special Edition

La Special Edition del Salone del vino e dei distillati è stato un importante momento per verificare lo stato di salute dei settori dell’ho.re.ca. Un confronto necessario, dopo che il 2020 ha fatto registrare mancati introiti per un valore complessivo di 1,5/1,8 miliardi di euro. Ecco, quindi, l’esigenza di un confronto per ragionare sulle opportunità offerte dalle nuove tendenze.

È un dato di fatto, per esempio, che le cantine biologiche abbiano registrato un aumento delle vendite pari all’11%. I temi ambientali, diventati argomento di attualità già da qualche tempo, evidentemente hanno coinvolto anche il settore vitivinicolo. Al Vinitaly Special Edition, proprio per andare incontro a questa tendenza ormai conclamata, è stato prevista una degustazione nel corso della quale sono stati serviti 132 vini biologici, di 42 aziende provenienti da 16 regioni.

Un’altra importante tendenza che si sta andando confermando è quella della mixology. A sottolineare questo aspetto, per la prima volta, alla Special Edition del salone ha debuttato l’Area Mixology, che ha previsto un apposito spazio dedicato a bartenders, prodotti destinati alla preparazione di cocktail e nuove miscelazioni.

Come sempre, però, al centro della kermesse, è stato il vino. Ricco, da questo punto di vista, è stato il calendario delle degustazioni che ha portato alla scoperta delle novità, ma anche delle novità come gli Orange wines.

Il mercato del vino italiano: forte crescita su tutti i mercati internazionali

Secondo le stime, attualmente in Italia sono presenti oltre 310 mila aziende agricole, di cui 45.600 si occupano della produzione di vino. Nel 2020, la produzione di vini italiani ha generato un valore complessivo di 6,3 miliardi di euro: un risultato negativo, se confrontato con il 2019, perché ha comportato una perdita del 2,3% rispetto al 2019. Ciononostante, i vini italiani hanno raggiunto risultati importanti nei principali mercati esteri. Nei primi sette mesi del 2021, infatti, sono stati registrati risultati importanti sia negli Stati Uniti d’America, dove è stata registrata una crescita del 9,5% pari a 1,1 miliardi di euro, e in Germania, dove il mercato è cresciuto del 9,9%. Incrementi più contenuti, ma comunque importanti, sono stati registrati anche in Svizzera, Canada, Russia e Cina. L’unico mercato in calo, pertanto, è stato quello del Giappone, dove è stata registrata una contrazione dell’1,8%. In generale, comunque, il mercato del vino italiano ha fatto meglio di tutti gli altri paesi produttori, in particolare della Francia che rappresenta il principale competitor.