“I Garagisti di Sorgono”: il Mandrolisai con firma d’autore

di Adriano Guerri

Nella medievale Rocca Rangoni di Spilamberto (Mo), durante la 7°edizione dell’evento Vignaioli Contrari, ho conosciuto un piccolo angolo di Sardegna con la cantina I Garagisti di Sorgono.

Sono rimasto colpito dai loro vini e ve li propongo con alcuni cenni sull’azienda. 

I Garagisti di Sorgono è una splendida realtà enologica sarda, nata nel 2015 dall’unione di tre giovani viticoltori: Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru. Il loro obiettivo è produrre vini artigianali, espressivi e di elevata qualità con vitigni autoctoni dell’isola.

Pietro Uras – I Garagisti di Sorgono

Coltivano circa 10 ettari vitati al centro geografico della Sardegna, più precisamente a Sorgono (NU), area di confine fra Barbagia e Campidano all’interno della Doc Mandrolisai. Alcuni vigneti ad alberello libero, considerati tra i più belli del mondo, superano addirittura gli ottanta anni di età; altri invece arrivano ai sessanta, messi a dimora dai genitori e persino dai nonni dei proprietari.

Le altimetrie si attestano sui 550 metri s.l.m. con suoli poveri e sabbiosi derivanti da disgregazione granitica. Il clima è di tipo mediterraneo, caratterizzato da notevoli escursioni termiche e le uve beneficiano della maggior concentrazione di aromi. Le varietà coltivate sono, Cannonau, Monica e Muristellu (o Bovale Sardo). La scelta del nome aziendale deriva da “Vin de Garage”, termine usato a Bordeaux per aziende di piccole dimensioni, limitate produzioni e vini di indubbia qualità.

Note di degustazione 

Rosato Mandrolisai Doc 2022 – dalle eleganti note di rosa, lampone e creme de cassis. Fresco, sapido, leggiadro e ben ordinato.

Parisi – Bovale Igt 2021 – rosso rubino intenso, naso da viola mammola, ribes nero, pepe in grani e liquirizia. Gusto piacevolmente tannico, vellutato ed equilibrato. 

Manca – Cannonau Doc 2020 –  riflessi rubino vivaci, intensi aromi di more, prugna, ribes e mirtillo che anticipano note di pepe nero ed erbe aromatiche. Avvolgente, coerente e persistente.   

Murru – Monica Doc 2020 – rubino intenso, naso da ciliegia, lampone e rabarbaro, cui seguono note di spezie dolci e mandorla. Molto lungo e armonioso. 

Uras – Mandrolisai Doc 2020 – svela subito nuance di petali di rosa rossa, frutti di bosco, macchia mediterranea e sottobosco. Finale sapido, rotondo e armonioso.

Vinitaly 2023: cantina Fradiles – l’eleganza del Mandrolisai – paradiso di Sardegna

di Adriano Guerri

A Verona, durante la 55esima edizione di Vinitaly 2023 che è andata in scena dal 2 al 5 aprile 2023, ho avuto il piacere di presentarmi allo stand della Cantina Fradiles. Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini da me degustati al padiglione dedicato alla Regione Sardegna, parliamo, con alcuni cenni, dell’azienda.

Posta quasi al centro dell’isola dei Nuraghi, sia per longitudine che latitudine, nel comune di Atzara (NU) e più precisamente all’interno del Comprensorio della Doc Mandrolisai. Un areale vocato da secoli per la coltivazione della vite. Fradiles vanta oltre 10 ettari vitati, localizzati ad altimetrie variabili dai 450 ai 700 metri s.l.m., alcuni vigneti coltivati ad alberello sono di straordinaria bellezza, ultra secolari e a piede franco. Il suolo è di origine sabbiosa derivante dalla disgregazione di granito e porfido. 

Fradiles, in sardo, significa “cugini”; infatti, le redini dell’azienda sono in mano ai cugini Paolo Savoldo e Giuseppe Flore, che ho conosciuto personalmente durante la kermesse. 

La Tenuta è immersa nel verde delle colline tra splendidi boschi di lecci e numerose vigne. Le varietà maggiormente coltivate sono: Cannonau, Monica, Bovale Sardo, in loco chiamato Muristellu, e altri vitigni autoctoni a bacca bianca e nera. 

La Cantina è dotata di attrezzature moderne con contenitori in acciaio inox e botti di rovere di media capienza. I loro vini rimarcano eleganza e sono capaci di trasmettere emozioni, così come gli stessi cugini “fradiles” Paolo e Giuseppe.

La denominazione di origine controllata Mandrolisai è stata costituita nel 1981, i vitigni che danno origine a questo singolare vino sono gli stessi che si trovano in azienda. Il territorio ampelografico ricomprende unicamente i Comuni di: Atzara, Desulo, Meana Sardo, Ortueri, Samugheo, Sorgono e Tonara. Le tipologie previste dal Disciplinare sono: Mandrolisai Doc, Mandrolisai Superiore Doc e Mandrolisai Rosato Doc.

Note di degustazione dei vini

Fontanafrisca Demos De Pedra Isola dei Nuraghi Bianco Igt 2022 – Giallo paglierino brillante, emana sentori di camomilla, forsizia, pesca e nuances agrumate, fresco e sapido, ammaliante e persistente.

Fradiles Mandrolisai Rosso Doc 2021 – Rosso rubino vivace, dai sentori di frutti di bosco (mora selvatica), accompagnati da note balsamiche, pieno, giustamente tannico e fine. 

Memoririas Creccherie Mandrolisai Rosso Doc 2021 – Rubino più intenso, libera sentori di mora, ribes e macchia mediterranea con sottili sbuffi di spezie, avvolgente e appagante. Il sorso persiste in bocca per molto tempo. 

Angraris Mandrolisai Rosso Superiore Doc 2019 – Anche qui rubino però dai riflessi tendenti al granato. Sprigiona nuance di confettura di frutti di bosco, vaniglia, pepe e cannella, ben unite a note di tabacco e viola appassita. Finale morbido con tannini poderosi, ma setosi di grande armonia e piacevolezza di beva.

Evento “La Sardegna di Vinodabere” – la prima parte delle interviste ai suoi protagonisti

di Luca Matarazzo

Ottima riuscita a Roma per la prima edizione dell’evento La Sardegna di Vinodabere.

La possibilità per conoscere il potenziale immenso di un territorio ancora da scoprire, soprattutto in alcune sfumature sublimi. Tante le tipologie presenti, tra Vermentino, Cannonau, Bovale Sardo (o Muristellu) e chi più ne ha…

Tanti i protagonisti a cominciare dagli organizzatori: in primis il Direttore Responsabile di Vinodabere Maurizio Valeriani e poi i numerosi produttori presenti, che hanno voluto dedicare uno spazio del prezioso tempo a disposizione per essere intervistati ai microfoni di 20Italie.

Riportiamo un estratto delle voci raccolte, espressioni di territori, uomini, laboriosità.

Da sinistra i giornalisti Maurizio Valeriani, Dario Cappelloni, Antonio Paolini

<<Maurizio Valeriani, l’impressione è quella di un evento davvero unico nel suo genere>>

Risponde il Direttore: <<personalmente cerco di raccontare la Sardegna da oltre 20 anni, ultimamente anche con le edizioni della Guida Vini proposta dalla testata enogastronomica Vinodabere. L’esigenza concreta e pienamente soddisfatta di comunicare territori nella Capitale, ove transita ben il 20% del mercato nazionale. Tre Masterclass sold-out (Sulcis, Mamoiada e Mandrolisai) e straordinaria affluenza di pubblico ai banchi d’assaggio. Il primo, spero, di una lunga serie di eventi su una delle regioni più affascinanti d’Italia>>.

Enrico Esu

Enrico Esu dell’Azienda Agricola Enrico Esu (Nerominiera) ci narra delle vigne di Carignano del Sulcis, cresciute a contatto con le sabbie marine ed il vento di maestrale che sferza dalle coste dell’isola di Sant’Antioco verso Carbonia.

<<Il nostro territorio consente ancora una coltivazione a piede franco pre-fillossera. La sabbia rappresenta il terreno povero sul quale si adatta bene un vitigno vigoroso come il Carignano. Io coltivo con onore le vecchie vigne impiantate da mio padre e da esse ne ricavo un vino strutturato, che fa delle eleganti note fruttate il suo emblema. La pura espressione del varietale la conservo intatta grazie alla vinificazione in acciaio, anticipando la vendemmia ed ottenendo maggiori freschezze e bevibilità>>.

Raffaele De Matteis

Infine, a conclusione di questa prima tranche di interventi, abbiamo il parere illustre di Raffaele De Matteis Presidente della Cantina Sociale Sant’Antioco – Sardus Pater del Sulcis. A lui abbiamo chiesto cosa pensa del sistema delle Cooperative Vitivinicole sarde, meglio sviluppato ed organizzato di altre realtà.

<<La nostra Cooperativa nasce nel 1949 dalla volontà di pochi soci conferitori nel cercare di rendere economicamente vantaggiosa la produzione di uva e di vino. Con l’arrivo delle nuove leve, dotate della forza della gioventù, si sono aggiunte linfa ed energie vitali per l’intero comparto. Si crede fortemente nel motto “l’unione fa la forza” con lo spirito adatto a far bene, oggi come ieri.

A presto per un altro giro di interviste su 20Italie.