Red Montalcino: il Rosso di Montalcino festeggia i suoi primi 40 anni

Neppure si può parlare di maggiore età, semmai di età della ragione per il Rosso di Montalcino. Uno splendido quarantenne che sta vivendo un momento di particolare euforia, grazie anche all’apprezzamento dei consumatori e al via libera definitivo all’ampliamento della superficie vitata rivendicabile per la Denominazione.

Il vigneto della Doc (attualmente di 519,7 ettari) potrà essere incrementato fino a 364 ettari (+60%). L’ampliamento, inoltre, non comporterà l’impianto di nuove vigne: gli ettari aggiuntivi rivendicabili fanno infatti già parte delle mappe del territorio come quota di vigneti coltivati a Sangiovese ma liberi da albi contingentati. In termini di bottiglie, la produzione potenziale aggiuntiva del Rosso sarà di poco superiore ai 3 milioni che si andranno a sommare alla media attuale di circa 3,6 milioni di pezzi l’anno. 

Cosa ne consegue? Un’attenzione maggiore verso l’intero comparto, con prodotti totalmente diversi che potranno ulteriormente catturare turisti e merchandising in giro per il mondo. Deduzione logica: più soldi per tutti e un’economia florida che porterà benessere a migliaia di famiglie. Il senso stesso del fare impresa.

Sul vino, invece, ancor più certezze per il futuro. Il Rosso di Montalcino ha da sempre rappresentato la bevuta facile, l’immediatezza di un sorso che non esige abbinamenti gastronomici o sforzi d’ingegno magari nella calura delle recenti estati. A 40 gradi all’ombra l’immagine è quella di poter godere di un prodotto da servire ad una temperatura inferiore alla norma e senza concentrarsi necessariamente su zone, stile e potenziale evolutivo. Il bere per il piacere del bere insomma.

Giunta alla terza edizione di Red Montalcino in Fortezza, ben 68 produttori hanno presentato i loro vini nel consueto walk around tasting, tra specialità gastronomiche regionali unite a pietanze vegan e fusion. La soddisfazione dei partecipanti è stata palpabile, così come i tannini del Sangiovese di queste terre, meglio addomesticabili quando non si gioca sulla potenza. Era un po’ anche lo scopo dell’allora presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Enzo Tiezzi, un illuminato nel mondo dell’enologia, persona dotata di saggezza e spessore che riuscì nel 1984 a conciliare le diverse anime in un progetto avveniristico.

Sì, perché anche Montalcino avrebbe potuto soffrire le difficoltà di altri areali della Toscana; eppure l’unità (almeno apparente) dei vitivinicoltori, la loro voglia d’imparare e lasciarsi guidare dai blasonati che hanno messo a disposizione il proprio sapere per la Comunità e lo spirito di non porre tutto sul piano della politica spicciola, astenendosi da inutili guerre di posizione, ha portato ai risultati positivi sperati.

In ultimo la scelta di eliminare la dualità di competenze e dirigenze accorpando le tipologie sotto la tutela di un solo Ente, altro atto insolito per un’Italia che sa duplicare qualsiasi ufficio e carica di potere.

La degustazione delle vecchie annate, moderata dalla giornalista di Rainews24 Barbara Di Fresco e condotta negli assaggi da Riccardo Viscardi di Doctor Wine, intitolata “Red Evolution: origini e futuro del Rosso di Montalcino”, ha dimostrato il nerbo del Sangiovese quando difettava di maturazioni spinte come quelle odierne. Irsuto agli inizi, superbo nello scorrere delle lancette.

Semmai ci fosse un problema su cui discutere resta quello del cambiamento climatico e dello “snellire” le cariche alcoliche estrattive di uve a pieno carico zuccherino dotate di minor acidità. Altrimenti le resistenze al tempo non saranno le stesse di qualche lustro passato.

Uno stimolo ulteriore per Fabrizio Bindocci, Presidente del Consorzio Vino Brunello di Montalcino e per il Direttore Andrea Machetti. Un modo per far entrare davvero il Rosso di Montalcino nell’eternità. Un ringraziamento particolare a Bernardetta Lonardi e Sara Faroni di Ispropress per l’organizzazione e l’accoglienza della stampa.

Vi rimandiamo alla playlist completa sul nostro canale ufficiale YouTube con tutte le interviste.

“A Montefalco” 2023: seconda giornata di assaggi

Redazione

Vi abbiamo raccontato ieri le nostre impressioni sull’annata 2019 in anteprima del Montefalco Sagrantino – Anteprima Montefalco Sagrantino 2019: le nostre considerazioni

Oggi proseguiamo negli assaggi delle etichette in commercio, parlando delle altre tipologie: Spoleto Trebbiano Spoletino, Montefalco Rosso, Montefalco Rosso Riserva, Montefalco Sagrantino Passito.

Troppo esigui ed eterogenei i campioni di Montefalco Grechetto e Montefalco Bianco per poter esprimere un giudizio complessivo. Sulla prima tipologia vogliamo indugiare, con la speranza che non venga lentamente dimenticata la varietà a bacca bianca qui da sempre presente e capace di offrire, con le giuste attenzioni, prodotti di ottima qualità e serbevolezza. Adesso l’attenzione è puntata tutta sul Trebbiano Spoletino (o “Spoletino”) e le sue declinazioni, ma un faro sul Grechetto deve restare debitamente acceso.

Per quanto concerne lo Spoleto Trebbiano Spoletino, evidenziamo un sostanziale allineamento nel gusto e nelle identità proposte. Rispetto al passato sembra esserci maggior consapevolezza del potenziale di tale varietà duttile dotata di acidità spiccata. La strada è ancora lunga da percorrere e non mancheranno ostacoli; restiamo comunque fiduciosi dopo aver effettuato l’assaggio dei campioni in lista.

Spoleto Trebbiano Spoletino: i migliori assaggi senza ordine di preferenza:

Annata 2022

  • Bocale
  • De Conti – “Rovicciano”
  • Pardi

Annata 2021

  • Antonelli San Marco – “Trebium”
  • Ilaria Cocco – “Avventata”
  • Le Cimate
  • Cantina Ninni – “Poggio del Vescovo”
  • Romanelli – “Le Tese”
  • Valdangius – “Campo de Pico”

Montefalco Rosso resta un emblema, se non altro per l’uso del Sangiovese in abbinamento al Sagrantino. Un connubio intrigante ove il primo prende la sua personale rivincita sullo storico attore del territorio. Gli assaggi hanno dimostrato minor uniformità rispetto al passato, forse condizionati dalle vintage della pandemia, che hanno creato non pochi problemi all’intero mercato dei vini verso i canali della ristorazione e delle enoteche. L’impressione finale è quella di prodotti che non sempre si concentrano sulla piacevolezza di beva, ma talora volgono su sensazioni verticali e puntute nella trama tannica, da aspettarsi più dalle versioni “Riserva”.

Montefalco Rosso: i migliori assaggi senza ordine di preferenza

Annata 2020

  • Antonelli San Marco
  • Di Filippo
  • Goretti – Fattoria Le Mura Saracene
  • Scacciadiavoli
  • Tenute Lunelli – Tenuta Castelbuono – “Zigurrat”
  • Tenute Baldo
  • Terre di San Felice

Annata 2019

  • Benedetti & Grigi – “Attunis”
  • Dionigi
  • Romanelli – “Capo de Casa”

Annata 2018

  • Ilaria Cocco – “Camorata”
  • Tabarrini – “Boccatone”

Montefalco Rosso Riserva: i migliori assaggi senza ordine di preferenza

Annata 2019

  • Lungarotti
  • Terre de’ Trinci

Annata 2018

  • Fongoli – “Serpullo”
  • Moretti Omero – “Faccia Tosta”

Annata 2017

  • Tenuta di Saragano – “Saragano”

Annata 2016

  • Adanti
  • Terre de la Custodia – “Rubium”

Ultime considerazioni per la tipologia Montefalco Sagrantino Passito. Denominazione che porta con sé il ricordo di ciò che ha rappresentato il Sagrantino nei secoli: il vino dolce delle feste e dei momenti felici a casa con i parenti. Complice le modifiche degli stili di vita e delle abitudini alimentari del consumatore medio, quasi tutti i passiti italiani stanno soffrendo i cambiamenti del mercato. Il Montefalco Sagrantino Passito non è da meno, ma i pochi produttori che mantengono viva la tradizione realizzano piccoli capolavori enologici, caratterizzati da mordenza tannica che lascia vieppiù indietro eventuali sensazioni troppo morbide fornite dal residuo zuccherino.

Montefalco Sagrantino Passito: i migliori assaggi senza ordine di prefenza

Annata 2018

  • Scacciadiavoli
  • La Veneranda
  • Arnaldo Caprai

Annata 2017

  • Briziarelli
  • Antonelli San Marco

Infine, comunichiamo la valutazione complessiva dell’annata 2019 del Montefalco Sagrantino, che ha raggiunto il massimo riconoscimento di 5 Stelle e ben 95 punti in centesimi. Un risultato che dimostra la crescita complessiva dell’areale, da perpetrarsi nel futuro senza passi falsi e senza dimenticare nessuna delle espressioni territoriali. Complimenti anche al giovane e già preparatissimo sommelier A.I.S. Andrea Gualdoni, per aver conseguito il titolo di Ambasciatore del Sagrantino 2023.