Da “Cibrèo Ristorante” a Firenze: quando l’amore davvero è dappertutto

di Augusta Boes

Da “Cibrèo Ristorante” a Firenze: quando l’amore davvero è dappertutto

Sono talmente assorta nel mondo del vino che mi ci è voluto un caro amico di Los Angeles, col quale ho condiviso gli anni del College a Washington, per presentarmi Fabio Picchi e il suo fantastico Cibrèo, leggendaria trattoria di Firenze in Via del Verrocchio. L’incontro è stato così toccante e coinvolgente che, per la prima volta in assoluto, ho deciso di raccontare una storia che non fosse di una Cantina.

A destra l’autore di 20Italie Augusta Boes

La gentilezza nell’accoglienza è d’obbligo in qualsiasi ristorante certo, ma qui da Cibrèo c’è qualcosa di profondamente diverso. Quell’attenzione che va ben oltre la cortesia nei gesti, fatta di sguardi e di parole che ti fanno sentire subito un amico di vecchia data, un ospite in famiglia, come se stessero aspettando solo te.

La sala è illuminata da una luce calda, di quel chiarore color zafferano da tè danzante anni Venti. C’è una candela su ogni tavolo a rendere l’atmosfera ancora più intima. Il nostro tavolo è in una posizione strategica, domina tutta la sala e, casualmente, ma non troppo, è lo stesso tavolo della volta precedente. Per il mio amico Dom, non per me. Lui dalla California è un loro cliente affezionato da anni, per me che vengo da Roma invece è la prima volta, e un po’ me ne vergogno!

La sala

La sala si riempie velocemente, di sorrisi e di allegria. Non siamo qui semplicemente per il piacere edonistico della tavola d’autore. Siamo tutti qui in cerca di quell’attimo di trasalimento, di quel picco di gioia, di quella emozione che va ben oltre l’esperienza del cibo. Le vibrazioni positive sono davvero forti in sala, e la felicità è talmente densa e tangibile che la si taglia con il coltello. Seduti in tavoli diversi, siamo tutti connessi più o meno inconsciamente, e mentre sfoglio la carta dei vini (deformazione professionale) mi viene in mente la scena iniziale del film “Love Actually”.

È la scena dell’aeroporto in cui le persone si ritrovano e si abbracciano, e la voce fuori campo racconta che “ogni volta che sono depresso …. penso all’area degli arrivi dell’aeroporto di Heathrow …. Per me l’amore è dappertutto! Padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzate, fidanzati, amici… Io ho la strana sensazione che se lo cerchi, scoprirai che l’amore davvero è dappertutto”. Ecco, per me non sarà la sala di arrivo di un aeroporto a ricordarmi tutto ciò; d’ora in avanti sarà la sala del Cibrèo.

Assorta in questo potentissimo piano vibrazionale, mentre mi godo un confortevole senso di appartenenza, una coppia con i capelli d’argento cattura la mia attenzione. Li avevo notati nel pomeriggio in giro per Firenze; passeggiavano mano nella mano e si guardavano come se fosse il loro primo appuntamento. Sì, l’amore davvero è dappertutto e io, qui, adesso, sono nel posto più giusto che mi possa venire in mente, innamorata più che mai della vita.

Zuppetta del Pescatore

E l’amore è forte, vibrante e agrodolce nelle parole di Giulio Picchi, che mi racconta la sua Zuppetta del Pescatore. “Me l’ha insegnata il babbo, è un piatto semplice dei pescatori delle isole, fatto con le verdure e i pesci meno pregiati, quelli che al mercato non compra mai nessuno”. Piatto talmente sublime che non ho resistito e ho fatto il bis, e non l’ho nemmeno dovuto chiedere! La Direttrice Cristina Petrelli, impeccabile e attenta, deve avere notato la gioia eloquente nei miei occhi e me ne ha portato un altro piatto. È bellissimo avere qualcuno che anticipa i tuoi desideri e si prende cura di te in questo modo. Io non ci sono abituata!

Spezzatino con piselli e patate

Lo spezzatino con piselli e patate, un piatto che sa tanto di casa, di famiglia e di dolce conforto, è impreziosito da deliziosi bocconi di tenerissima ricciola, un pesce di profondità dalle carni morbidissime e succulente che adoro particolarmente. Non tenterò di descriverne lo spettro organolettico, né tantomeno l’equilibrio del piatto e la bontà dei sapori. Spesso non lo faccio nemmeno con quei vini spettacolari per i quali ogni racconto, ogni descrittore risulterebbe tristemente inadeguato. Da godere ad occhi chiusi per imprimere nella memoria la piacevolezza commovente del momento.

Il vino, certo che ne parlo! Per una cena a base di pesce e non solo, non poteva che essere un vino di mare e di monti, e in Italia di vini così non ce ne sono poi tantissimi. In carta, per la mia gioia, ho trovato il Tramonti Bianco – Costa d’Amalfi DOC di Tenuta San Francesco. Un blend di Falanghina, Biancolella e Pepella che mi fa sempre battere il cuore.

Il vino

Vino che ha accompagnato con la sua freschezza e bella struttura non solo i piatti di mare, ma anche lo sformato di patate e ricotta al forno con il ragù, e il tenerissimo piccione ripieno di mostarde con cipolline borettane in agrodolce, i piatti scelti da Dom. Per quanto si sposasse egregiamente con tutto, l’abbinamento perfetto lo ha trovato con lo spezzatino di ricciola, aggiungendo l’effetto “dolby surround” ad ogni boccone, compreso il pane con cui ho fatto elegantemente la scarpetta.

I secondi

È difficile mi faccia tentare dal dessert, non amo particolarmente i dolci, ma non ero ancora pronta a lasciare andare questo momento magico, e così mi sono lasciata tentare dalla torta al cioccolato senza farina. Una coccola densa e cremosa talmente buona che mi sono dimenticata di fare la foto! Ugualmente deliziosa la torta di ricotta e arance scelta invece da Dom.

I dessert

La serata volge al termine purtroppo, è tempo di andare. Siamo entrati in cerca di emozioni, e ce ne torniamo a casa con gli occhi pieni di meraviglia e il cuore pieno di ricordi. Una bellissima ragazza mi porge la giacca, la mia, senza che le dovessi ricordare quale fosse. Sono i dettagli che fanno la differenza. E per quanto possa sembrare semplice, ma vi sfido a farlo al suo livello,

“saper soffriggere, saper far pomarole, è come muovere una leva che lentamente ma costantemente ci porterà verso un mondo migliore.” – Fabio Picchi –

Fabio Picchi

Caro Fabio, non ho fatto in tempo a conoscerti personalmente, e questo resterà per sempre il mio grande rammarico. Ma so che mi senti, e che sei sempre qui, in questa sala che hai tanto amato. Per cui te lo devo dire: stasera qui con te, a casa tua, il mio mondo è davvero diventato migliore. Mi hai regalato un attimo perfetto e tornerò presto, te lo prometto. Non è mai troppo tardi per diventare amici.

CIBRÈO RISTORANTE

Cucina fiorentina e toscana

Via del Verrocchio 8r
Firenze, Italia

booking@cibreo.com
Tel  +39 055 234 11 00

Orario di apertura:
Dal martedì al sabato dalle 12.30 alle 14.30
& dalle 19.00 alle 22.30

Chiuso la domenica e il lunedì.

I Video di 20Italie: Firenze tra arte e gusto

di Paolo Loffredo

Di recente la Redazione di 20Italie ha partecipato alle Anteprime di Toscana, nel luogo emblema deputato agli incontri decisivi tra politica, scienza, agricoltura e, naturalmente, vino: la Stazione Leopolda a Firenze.

L’occasione è stata doppiamente propizia, per il sottoscritto e per i colleghi Alessia Benincasa, Luca Matarazzo e Roberto Imparato, per scoprire le meraviglie del Chianti Classico e per una visita approfondita alla città considerata la Capitale del Rinascimento.

Firenze è arte, storia, folclore dei suoi abitanti fieri del passato da “granduchi di Toscana”. Per le sue stradine, colme di turisti come non si vedeva da tempo a causa della pandemia, si parla il dialetto progenitore della nostra lingua moderna.

Passare accanto a botteghe artigiane quali le antiche Legatorie di Firenze, le Officine Erboristiche Tradizionali o Zecchi Colori Belle Arti anticipa lo sguardo verso le meraviglie architettoniche di chiese, ponti e musei presenti quasi in ogni angolo di città.

E così la Cattedrale di Santa Maria del Fiore con il maestoso Campanile di Giotto, Ponte Vecchio che ha resistito a terremoti, guerre ed alluvioni. Infine il Museo degli Uffizi e la passeggiata lungo le sponde del fiume Arno, testimone di intere generazioni passate da queste parti.

Non poteva mancare un approfondimento con la cucina tipica di Firenze, anch’essa ricca di tradizioni e ricette dal sapore inconfondibile come il Lampredotto. Siamo andati al Trippaio di San Frediano, che in dialetto significa chi prepara la trippa da offrire ai propri commensali.

Una vera “buticche di’llampredotto” come si direbbe nel vernacolo locale, pietanza da mangiare rigorosamente in un panino caldo. Un piatto considerato per secoli “povero”, ma che vive una seconda gioventù nella valorizzazione di ristoratori attenti alla cultura gastronomica del luogo natio.

Perché una parte di Firenze è nascosta un po’ in ciascuno di noi…

PITTI TASTE – il racconto e le interviste di 20Italie

di Alessia Benincasa

PITTI TASTE SI RICONFERMA LA FIERA DELL’ARTIGIANATO D’ECCELLENZA MADE IN ITALY

Tante conferme per il PITTI TASTE, ad iniziare dalla location suggestiva di Fortezza dal Basso, che per il secondo anno di seguito ospita la Fiera delle nicchie d’eccellenza Made in Italy.

Firenze, culla della bellezza e della cultura italiana, ha ospitato 538 aziende e oltre 7.000 operatori del settore intervenuti da oltre 50 paesi, con un afflusso del +40% rispetto a un anno fa.

Degli oltre 500 espositori, il 90% erano già presenti nell’edizione precedente, a riprova che la nuova scenografia è stata apprezzata dai protagonisti e dai buyers, rappresentativi delle più importanti insegne da tutto il mondo, soprattutto dai mercati emergenti. Le presenze migliori sono quelle di Francia (+46%), Stati Uniti (+53%), Regno Unito (+28), Olanda (+66%), e Austria (68%).

Abbiamo intervistato Agostino Poletto, Direttore Generale di Pitti Immagine, che ha ribadito la forte vocazione del PITTI TASTE a rappresentare l’evento italiano di riferimento per l’artigianato d’eccellenza e per le aziende di nicchia che portano agli occhi del mondo il valore unico della qualità italiana e di tradizioni familiari che si sposa al dinamismo e all’eleganza delle nostre imprese.

Oltre 10.000 visitatori, infatti, hanno avuto l’opportunità di vivere un’esperienza di gusto e di storie di successo.

Aziende come Acquapazza Gourmet, storici produttori della pregiata colatura di alici di Cetara, sono considerate le “vecchie guardie” della Fiera, presenti sin dalla prima edizione con un racconto che accoglie uno sguardo più ampio e globale sul significato di qualità italiana.

Ad unanime consenso si aggiungono voci di aziende di più recente nascita nel panorama dell’agro-artigianato, come I Segreti di Diano, che trovano nel PITTI TASTE una delle opportunità più interessanti nello scenario italiano.

E ancora: abbiamo ascoltato i feedback di Pastificio dei Campi, solida realtà della denominazione Pasta di Gragano IGP, un vanto italiano nel mondo; l’importante lavoro sul biologico di Inserbo, storica azienda conserviera di tradizione familiare nell’agro nocerino-sarnese.

Infine, abbiamo vissuto il Cilento e le sue bontà mediterranee con Santomiele, per terminare con la famosa nocciola piemontese che dà vita agli scrigni golosi di Tastelanghe.

Grande merito del PITTI TASTE è quello di aver reso i prodotti delle piccole eccellenze artigianali italiane un evento contemporaneo, cool, grazie anche ai tanti eventi svoltisi nella Unicredit Arena e dentro la città con i Fuori di Taste!.

Il PITTI TASTE è una fiera che nel tempo è diventata propagatrice di tendenze e veicolo dei valori di riconoscibilità, eleganza, bellezza e bontà che rendono la cultura italiana unica nel mondo.

Interviste video realizzate per 20Italie a cura del giornalista Milko Chilleri.

“Chianti Classico Collection 2023”: le nostre considerazioni sulla prima giornata

di Luca Matarazzo

Il risveglio del guerriero. Nella prima giornata di assaggi alla Stazione Leopolda di Firenze la Chianti Classico Collection colpisce per l’alta affluenza di operatori ed appassionati.

Ed i vini? Non nascondiamolo: c’era qualche apprensione per la 2021, caratterizzata da imprevisti climatici di ogni sorta e da qualche profetica Cassandra di turno. Ed invece la soddisfazione dei cronisti è stata piuttosto generale. Facciamo un passo indietro, però, ed incominciamo dall’inizio.

Allegria nel Consorzio Vino Chianti Classico: dalle parole del suo presidente Giovanni Manetti, spira un vento di ottimismo grazie a fatturati in crescita ed all’approvazione definitiva (manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) dell’inserimento delle Unità Geografiche Aggiuntive tra le tipologie ufficiali della Gran Selezione.

Giovanni Manetti

Ecco quindi il ritorno del guerriero, quel messer Sangiovese in corazza di tannino, dal sapore muscolare e dal tono fortemente agrumato. Una costante caratteriale che ha contraddistinto i vini d’annata forse meno intraprendenti ed accomodanti di altre epoche, ma di sicuro efficaci e continui.

Discorso diverso per la 2020 che aveva colpito nell’edizione precedente per delicatezze e rimandi a fragranze floreali di una stagione in equilibrio tra caldo e freddo, tra sole e pioggia. Picchi di eccellenze quasi commoventi, ed altrettanti vini senza spigoli ma di rapida chiusura palatale. Un’altalena che necessita di revisione in fasi successive, per diventare realmente un Sangiovese ben temperato.

I campioni degustati alla cieca sono ben 162, condivisi nel dialogo tra gli operatori presenti. Un confronto questa volta serrato, senza sconti, su due vintage che sicuramente dividono, per certi versi, la critica di settore. Anche questo è il bello del Chianti Classico, a patto che non ci si faccia condizionare da pregiudiziali prive di fondamento.

È stata l’occasione per discutere con tanti colleghi ed amici ai quali si sono aggiunti anche Luca Grippo ed Augusta Boes autrice di 20Italie.

Ecco i nostri migliori assaggi. Questa volta abbiamo deciso di non inserire un ordine di preferenza, visto gli scarti davvero minimi di punteggio:

Migliori Chianti Classico Docg 2021

Chianti Classico 2021 – Altiero

Chianti Classico 2021 – Buondonno

Chianti Classico 2021 – Casa Emma

Chianti Classico 2021 – Castagnoli

Chianti Classico 2021 – Castello di Querceto

Chianti Classico 2021 – Istine

Chianti Classico 2021 – La Montanina

Chianti Classico 2021 H’amorosa – Maurizio Brogioni Winery

Chianti Classico 2021 Retromarcia – Monte Bernardi

Chianti Classico 2021 Morino – Mori Concetta

Chianti Classico 2021 – Podere Poggio Scalette

Chianti Classico 2021 L’aura – Querceto di Castellina

Chianti Classico 2021 – Riecine

Chianti Classico 2021 – San Fabiano Calcinaia

Chianti Classico 2021 – Tenuta di Arceno

Chianti Classico 2021 – Tenuta di Nozzole

Chianti Classico 2021 – Vallone di Cecione

Chianti Classico 2021 – Villa Valacchio

Migliori Chianti Classico Docg 2020

Chianti Classico 2020 – La Porta di Vertine

Chianti Classico 2020 – Borgo La Stella

Chianti Classico 2020 Capotondo – Cantina Castelvecchi

Chianti Classico 2020 Aria – Casa al Vento

Chianti Classico 2020 – Castellinuzza

Chianti Classico 2020 – Castellinuzza e Piuca di Coccia Giuliano

Chianti Classico 2020 – Castello di Radda

Chianti Classico 2020 Petrignano – Dievole

Chianti Classico 2020 – Fattoria della Aiola

Chianti Classico 2020 Valiano – Fattoria di Valiano

Chianti Classico 2020 Tenuta la Gabbiola – Fattoria San Michele a Torri

Chianti Classico 2020 Filetta di Lamole – Fontodi

Chianti Classico 2020 – I Sodi

Chianti Classico 2020 – Isole e Olena

Chianti Classico 2020 Pio 7 – Pasolini dall’Onda

Chianti Classico 2020 – Podere Capaccia

Chianti Classico 2020 – Podere La Cappella

Chianti Classico 2020 – Podere Terreno alla Via della Volpaia

Chianti Classico 2020 – Querciabella

Chianti Classico 2020 – Vallone di Cecione

Chianti Classico 2020 – Viticcio

Anteprima 2023 “Chianti Lovers & Rosso Morellino”

di Luca Matarazzo

Il momento è finalmente arrivato! Prendono il via le Anteprime Toscane 2023 partendo da Chianti Lovers & Rosso Morellino.

Ottima organizzazione (una conferma) alla Fortezza da Basso a Firenze; buona complessivamente anche la presenza dei produttori, necessaria per poter avere uno scambio su quanto assaggiato in sala degustazione.

Ed a proposito degli assaggi, abbiamo valutato tutti i campioni presenti in lista, rigorosamente alla cieca – senza conoscere la cantina di riferimento – ed in panel grazie alla presenza dei colleghi giornalisti Maurizio Valeriani (direttore di Vinodabere), Gianmarco Nulli Gennari, Antonio Paolini, Paolo Valente.

L’importanza del confronto tra differenti opinioni e valutazioni, arricchisce il giudizio finale rendendolo quanto più possibile aderente al concetto di imparzialità ed oggettività. Ecco le nostre considerazioni finali.

Annata non facile la 2022, lo si poteva intuire. Molta estrazione in tanti casi, con un frutto maturo che si muove verso l’amaro in modo neanche troppo gentile. Chi ha cercato di lavorare in sottrazione, a scapito di rinunciare ad alcune note caratteristiche del Sangiovese toscano, ha comunque presentato buoni prodotti. Ma sono poche eccezioni.

Discorso diverso per le Riserve: qui vanno scisse le realtà del Chianti Docg da quelle del Morellino di Scansano Docg. A parità di annata 2020, solo nella prima tipologia i vini sembrano aver compiuto il percorso intrinseco di integrazione mostrando già buon equilibrio. Troppo scarne, invece, le presenze delle varie sottozone del Chianti per poterci esprimere in maniera definitiva. Più succosa e immediata, infine, la 2021.

Di seguito l’elenco dei migliori assaggi in ordine di preferenza, in attesa di entrare nel vivo del Chianti Classico alla Stazione Leopolda nei giorni 13 e 14 febbraio:

Migliori Chianti 2022

Chianti Governo all’uso Toscano 2022 – Fattoria Petriolo

Chianti 2022 – Cantina Gentili

Chianti 2022 – Castelli del Grevepesa

Chianti 2022 – Fattoria Montellori

Chianti 2022 (Bio) – Fattoria Petriolo

Chianti 2022 – Campo del Monte

Chianti 2022 (Bio) – Cantina Viticoltori Senesi Aretini (Bio)

Chianti Governo all’uso Toscano 2022  – Colle Adimari

Chianti 2022 – Le Fonti

Chianti 2022 – Fattoria Campigiana

Chianti 2022 – Fattoria Lavacchio

Chianti Alberto Antonini 2022 – Poggiotondo

Chianti 2022 – Salcheto

Chianti 2022 – Bonacchi

Chianti 2022 – Vecchia Cantina di Montepulciano

Chianti 2022 – Tenuta San Vito in Fior di Selva

Chianti 2022 – Castello di Poppiano

Chianti 2022 – Piazzano

Chianti 2022 – Poggio del Moro

Chianti 2022 – Tenuta Coeli Aula

Migliori Chianti Superiore 2021

Chianti Superiore 2021  Poggiotondo

Chianti Superiore Galardi 2021 – Fattoria di Poggiopiano

Chianti Superiore 2021  – Tenute San Fabiano – Conti Borghini Baldovinetti de’Bacci

Chianti Superiore 2021 – Fattoria Casalbosco

Chianti Superiore 2021 – Piccini

Migliori Chianti Riserva 2020

Chianti Riserva 2020 – Poggio Mori

Chianti Riserva 2020 – Fattoria di Poggiopiano

Chianti Riserva 2020 – Fattoria Petriolo

Chianti Riserva 2020 – Vecchia Cantina di Montepulciano

Chianti Riserva 2020 – Fattoria La Leccia

Chianti Riserva 2020 – Fattoria Montellori

Chianti Riserva 2020 – Piccini

Chianti Riserva 2020 – Podere Alberese

Chianti Riserva 2020 – Fratelli Bellini

Migliori Chianti Rùfina 2021

Chianti Rùfina 2021 – Fattoria Selvapiana

Chianti Rùfina 2021 – Borgo Macereto

Chianti Rùfina 2021 – Fattoria Lavacchio

Migliori Chianti Rùfina Riserva 2020

Chianti Rùfina Riserva 2020 – Fratelli Bellini

Migliori Chianti Colli Fiorentini Riserva 2020

Chianti Colli Fiorentini Riserva 2020 – Malenchini

Chianti Colli Fiorentini Riserva 2020 – Tenuta San Vito in Fior di Selva

Migliori Morellino di Scansano 2022

Morellino di Scansano 2022 – Capua Winery

Morellino di Scansano 2022 – La Selva

Morellino di Scansano 2022 – Podere Casina

Morellino di Scansano 2022 – Poggio Maestrino

Morellino di Scansano 2022 – Tenuta Val di Falco Loacker Wine Estates

Morellino di Scansano 2022 – Terre dell’Etruria

Morellino di Scansano 2022 – Val di Toro

Migliori Morellino di Scansano Riserva 2020

Morellino di Scansano Riserva 2020 – La Selva

Morellino di Scansano Riserva 2020 – Val di Toro

Morellino di Scansano Riserva 2020 – Vignaioli del Morellino di Scansano

Evento “Vini Migranti”: il punto di vista di 20Italie

Lo scorso 22 e 23 gennaio alle ex scuderie Granducali di Firenze  ha avuto luogo la terza edizione di Vini Migranti. Una fiera che ha visto la partecipazione di 60 produttori provenienti da ogni parte d’Italia e da nazioni quali Argentina, Francia, Germania, Libano, Slovenia, Spagna, Ungheria e Giappone per quanto concerne il Sakè, propriamente chiamato Nihonshu. Un’occasione dedicata interamente a piccole ed esclusive realtà vitivinicole del panorama enologico.

Da un desiderio di Teseo Geri – Distribuzione Tanta Roba – assieme ad un gruppo di ristoratori ed enotecari è nato l’evento con il preciso obiettivo di far conoscere cantine da tutto il mondo in una regione a forte vocazione produttiva come la Toscana. Nella due giorni di kermesse hanno avuto luogo anche le Masterclass alle quali, mio malgrado per limiti di tempo, non ho potuto partecipare. La fiera è stata ben organizzata e da consigliare sicuramente agli amanti del nettare di Bacco. Mi sono presentato subito pronto ai banchi d’assaggio, notando un’ottima rispondenza del pubblico di settore: ecco la segnalazione delle note di merito.

Úrágya 57 annata 2015 Demetervin. L’azienda si trova a Mád, in Ungheria, nella storica regione vitivinicola di Tokaj. Ottenuto interamente da uve Furmint provenienti da un vigneto che risale al 1921, è di un luminoso giallo dorato,  sprigionante all’olfatto eleganti sentori di pesca, albicocca e frutta tropicale che ben si fondono con note di agrumi canditi.  Sorso piacevolmente fresco e sapido, dotato di una ottima lunghezza.

Friulano Doc Colli Orientali del Friuli Colvierie 2020 Azienda Agricola Sara & Sara. La Cantina è immersa nella campagna di Savorgnano del Torre in provincia di Udine. Friulano in purezza, affina per un periodo di 10 mesi in tonneaux francese. Delicate le nuance paglierine, al naso prorompono sentori di camomilla, pera, albicocca e mandorla, ben amalgamate a note di agrumi e vaniglia. Tutto molto avvolgente dal finale sapido, persistente e di buona armonia.

Ribolla Gialla Filip Jure  Štekar 2018: cantina a Snežatno, in Slovenia, a poca distanza dal Collio Goriziano. Anche qui parliamo di un monovarietale spinto agli occhi verso le classiche sfumature ambrate della tipologia, con profumi di albicocca, mango e papaya alle quali seguono gustose scie di erbe aromatiche. Lascia un palato elegante e delicato, colpendo per gradevole piacevolezza di beva.

Fara Doc 2018 Az. Castaldi Francesca: ubicata a Briona, in provincia di Novara, tra le splendide colline dell’Alto Piemonte. Blend costituito da 70% di uve Nebbiolo ed il restante 30% di Vespolina; bellissimi i riverberi intensi rosso rubino, spiccano poi sbuffi di violetta,  petali di rosa, frutti di bosco e frutta essiccata  con un gusto pieno ed appagante, dal finale speziato.

Il Faro Doc Chiano Conti 2015 Tenuta Gatto viene prodotto sulle alture di Messina, a 400 metri. Vino da uve Nerello Mascalese (50%), Nerello Cappuccio (30%), Nero d’Avola (15%) ed il raro autoctono Nocera, affina prima in acciaio e poi un anno in tonneaux. Veste di rosso rubino intenso, quasi impenetrabile, dipanandosi tra eleganti sentori di rosa, geranio, ciliegia, mora accompagnate da note di spezia. Rotondo e di buona struttura con la giusta corrispondenza nelle diverse fasi di giudizio.

E chiudiamo con Chianti Riserva Docg Regista 2019 Il Palagio. La Tenuta, di proprietà del cantante Sting (ex leader dei Police) e di sua moglie Trudie, si trova a Figline Valdarno (FI), nella residenza estiva.  Prodotto che dimostra la dinamicità del Sangiovese sia nel colore rubino che nei profumi potenti e complessi tra ciliegia, violacciocca, prugna, cacao e liquirizia. Trama tannica ben amalgamata con un finale fresco e sapido. Un degno “messagge in a bottle” di commiato in attesa del prossimo anno.