La “Yellow Night” da Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel inaugura la stagione estiva nella divina Costiera

Esistono pochi posti al mondo dove il sapore della pizza incontra la suggestione di atmosfere uniche ed incantevoli e la Costiera Amalfitana è certamente in cima alla classifica. Ma se il matrimonio tra la tonda mediterranea viene officiata dal maestro Gino Sorbillo presso La Locanda della Canonica dell’Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel, la celebrazione non può che essere esclusiva e dal tocco decisamente glamour.

Di pizzerie in location mozzafiato ce ne sono tante al mondo, a dimostrazione del fatto che la pizza è la perfetta ambasciatrice della Dieta Mediterranea persino nella sua versione più elegante e gourmet, ma gustarne una all’interno di un monastero risalente al 1212, dalle mani di Gino Sorbillo tra i più iconici maestri pizzaioli, e godendo della vista mare sul Golfo di Salerno, non ha prezzo. Neanche mangiarla sul rooftop del grattacielo più alto del mondo sarebbe lontanamente equiparabile ad un’esperienza così profonda e rara.

La Locanda della Canonica è il pizza outlet di Gino Sorbillo, incastonata in uno dei luoghi simbolo di quella che un tempo è stata una delle quattro Repubbliche Marinare, sorto ad Amalfi nel XIII secolo e sovrastante il borgo marinaro dal colle Falconcello, antico crocevia sui traffici marittimi verso l’Impero Bizantino, Alessandria d’Egitto e l’India. La serata del 22 giugno scorso ha costituito un’esperienza davvero profonda: paesaggio, cultura ed enogastronomia, uniti all’istrionica giovialità di Gino Sorbillo, disponibile e cortese verso tutti gli ospiti.

Accompagnati dal personale cortese ed estremamente specializzato nell’arte dell’accoglienza è stato difficile resistere all’invito di esplorare la struttura nel suo cuore: le mura originarie dell’antico cenobio fondato dal cardinale Pietro Di Capua nel XIII secolo, prima ad uso dei monaci cistercensi e poi, nel 1583, affidato alle cure dei frati Cappuccini. La suggestione è forte nell’attraversare il complesso monumentale di San Pietro della Canonica, apprezzandone la struttura primigenia in stile arabo-normanno con il chiostro e l’antro naturale, scavato dalla forza del mare, per non parlare della chiesetta dedicata a San Pietro de Toczulo, con le sue vestigia e l’odore di incenso, in cui si officiano ancora cerimonie religiose. Percorriamo adesso il cammino a ritroso e poi la passeggiata dei monaci medievali, per raggiungere gli altri ospiti e celebrare i sapori di un menu che ha lasciato il segno.

Il Maestro Gino Sorbillo

La montanarina con pomodoro, parmigiano e basilico mette subito allegria assieme alle bollicine brut da metodo classico “Alta Costa”, con uve Biancazita e Biancatenera, di Tenuta San Francesco, briose e sapide, ma i fan della ”bionda” non hanno saputo resistere alle lusinghe della birra Ravello. A seguire una freschissima e delicata insalata di gamberi con cuore di insalata e maionese piccante, poi tartare di tonno rosso, pomodori secchi e olive e caponata napoletana con mozzarella di bufala e pomodori, fiori di zucca ripieni di ricotta e basilico, peperoni ripieni con capperi e olive taggiasche e crostini con burrata e zucchine alla scapece. Insomma, le danze si sono aperte con sapori autentici e combinazioni molto interessanti e qualcuno ha pensato bene di ballare con il cocktail di accompagnamento a base di Malfy gin, non a torto, mentre altri andavano di bolla con il rosato, ancora inedito, a base di uve Tintore della Tenuta San Francesco.

I tagliolini di limone sfusato amalfitano preparati dinanzi agli ospiti dallo Chef Resident Claudio Lanuto, hanno costituito un inno alla solarità della bella Costiera e un degno preludio alle pizze del maestro Sorbillo.

Chef Claudio Lanuto

Si parte con la Convent Pizza, con impasto di grani italici, crema di fiori di zucca, provola, alacce, terra di olive nere e zest di limone. Si prosegue con la Yellow Pizza, a base di crema di pomodorini gialli, fior di latte, chips di zucchine e provolone del monaco. Sempre preparata da Gino Sorbillo, arriva la Fresca Fresca, una focaccia fatta con mozzarella di bufala, pomodoro cuore di bue, bresaola di bufala e misticanza dell’orto. Tra gli invitati, qualcuno si è divertito a preparare la pizza assieme al Maestro Sorbillo, ben felice di condividere alcuni “trucchi del mestiere”. Il secondo piatto di pesce spada, melanzane e mozzarella ha anticipato l’ultima portata, costituita da totani e patate. C’è chi ha optato per un Tramonti bianco doc e chi per la versione in rosso, rispettivamente a base di Falanghina, Pepella e Biancolella, quindi di Aglianico, Tintore e Piedirosso, sempre di Tenuta San Francesco.

Hanno vinto entrambi gli abbinamenti, ma tutte e due le fazioni, poi, sono state sopraffatte dal buffet dei dolci con le delizie tipiche della pasticceria campana. Serata da ripetere assolutamente, sulle note briose di una serata estiva indimenticabile.

Le prossime date imperdibili per la Yellow Night: 12 luglio, 17 agosto, 16 settembre e 12 ottobre.

Costiera Amalfitana: una sera al “Convento” con la cucina di Claudio Lanuto

Non era neve quella che veniva giù dal cielo, ma pioggia e la temperatura faceva pensare più alla Pasqua che al Natale. Eppure l’accensione dell’albero al Grand Hotel Convento Anantara di Amalfi ha mantenuto tutto il magico fascino dell’evento, reso ancora più suggestivo dall’eccezionale location in cui si è svolto: i resti del chiostro cistercense del XIII secolo, incastonati al sesto piano di una delle strutture ricettive più eleganti della Costiera Amalfitana.

I festoni di minuscole luci, Il braciere al centro del porticato, il coro di voci bianche a intonare i tipici canti natalizi e il cocktail di raffinati finger food, sono stati la preziosa cornice del quadro che lo scorso 27 Novembre ha dato il via alla stagione natalizia dell’Hotel ricavato da un’attenta ristrutturazione dell’ex convento dei Cappuccini di Amalfi e oggetto di un recente rebranding della catena di lusso Anantara. L’occasione è stata anche ideale celebrazione per la cucina dello chef Claudio Lanuto, recentemente entrata a far parte della Guida Ristoranti d’Italia 2024 del Gambero Rosso.

L’autore di 20Italie Ombretta Ferretto intervista lo chef Claudio Lanuto

Livornese di nascita, svezzato tra grandi cucine nazionali e internazionali (a partire da I Quattro Passi di Antonio e Fabrizio Melillo al Fat Duck di Heston Blumenthal), Lanuto festeggia il suo battesimo sulla guida più rinomata del Belpaese al ristorante Dei Cappuccini, rivelandosi persona pacata ed equilibrata nel rilasciare una dichiarazione sul recente conseguimento: “Mi sono commosso quando ho letto il mio nome sulla Guida”.

Al termine dell’evento di accensione dell’albero, il Ristorante Dei Cappuccini ha accolto i partecipanti in un ambiente sobrio con elementi architettonici e stilistici dell’antico convento, come le alte volte a crociera da cui scendono, disegnandone le coste, i moderni lampadari. Gli arredi dalle linee pulite ed essenziali cedono il passo all’opulenza solo nei tramezzi dorati che ricordano le piogge d’oro di molti quadri di Klimt, mentre le boiserie in legno chiaro scaldano l’ambiente, insieme alle luci soffuse e alla voce calda di Lucy Kiely, che unitamente alla chitarra classica di Cherubino Fariello, ha accompagnato la serata.

La cena, studiata e realizzata appositamente per l’evento natalizio, è stata un’elegante rivisitazione della tradizione, arricchita da contaminazioni di originale creatività, pur rimanendo fedele alla biodiversità e alla stagionalità del territorio.

La scarola ripassata con uvetta diventa quindi nido ideale per la capasanta scottata e guarnita da una sottilissima gelatina di tsuyu – brodo di dashi concentrato, arricchito di salsa di soya, mirin e sake. Il suo sentore umami fa da contraltare alla goccia di maionese delicata.

Il baccalà, invece, è stato protagonista dell’antipasto assieme alla giardiniera di verdure, classico richiamo all’insalata di rinforzo della tradizione partenopea – e alla crema di limone salato. Ad accompagnare entrée e antipasto Costa d’Amalfi doc Furore bianco Marisa Cuomo 2022 – blend di Falanghina e Biancolella – dai sentori freschi di agrumi ed erbette mediterranee, che ha sostenuto bene la complessità gustativa dei primi due piatti.

Eco di uno dei più grandi classici della tavola di Natale, il tortello di zucchine, crudo di scampi e lamelle di mandorle in fumetto di scampi, riportava alla memoria il confortante tortellino in brodo, spesso presente sulle tavole delle feste. Mentre con la seconda portata Lanuto è uscito dal canone delle festività proponendo un piatto a cui è molto affezionato: il trancio di spigola arrostita e crudo di gamberi rossi, serviti su un bisque di crostacei e accompagnati da sedano rapa grigliato e in dadolata con salsa di limone.

Il Fiano di Avellino DOCG Alessandra 2013 De Meo, ottenuto da uve selezionate da leggera vendemmia tardiva, ricco nei rimandi olfattivi di frutta matura e ginestra, caramello e note fumée, si è rivelato pieno e godurioso al sorso, in perfetto equilibrio con le portate principali.

Come tributo alla varietà e alla ricchezza dei prodotti della Costiera, lo chef ha voluto sottolineare la stagionalità e la territorialità di quelli utilizzati nei suoi piatti, molti provenienti dall’orto-giardino dei frati, come i limoni o i profumatissimi mandarini protagonisti del dessert a chiusura della cena.

Il babà al rum, mandarino del Convento e cioccolato, in accompagnamento con Passion 2021 Vino Passito Cantine Giuseppe Apicella – blend di vitigni autoctoni locali – avvolgente al palato nei sentori di frutta candita, fico secco e bastoncino di liquirizia, è stato ottimo preludio anche per le coccole finali: il bignè alla crema di limone, la gelatina di melograno e la caprese di mandorle e cioccolato.

Al termine della cena Claudio Lanuto, dopo aver ringraziato lo splendido lavoro di tutto lo staff, ci ha raccontato in poche sintetiche parole l’esperienza e la personale aspettativa dal suo impegno quotidiano: “siamo giovani, siamo partiti quest’anno con il progetto della ristorazione e il mio principale obiettivo è quello di far star bene le persone”.