Si parla di rari vini dolci all’evento “Dolce Toscana nel Vino”

Alla Fattoria del Colle di Trequanda, Donatella Cinelli Colombini, in collaborazione con Le Donne del Vino delegazione della Toscana ed il supporto delle giornaliste Maddalena Mazzeschi e Marzia Morganti, in occasione della presentazione alla Stampa del suo nuovo Passito, ha organizzato una degustazione 12 di vini dolci, di cui, 8 Vin Santo, 1 Moscadello di Montalcino, 2 Passito ed 1 Aleatico dal titolo “Dolce Toscana nel Vino”.

Donatella ha fatto gli onori di casa, dando il benvenuto ai partecipanti, la degustazione è stata condotta dall’esperto giornalista Gianni Fabrizio, durante la quale sono intervenute le produttrici, ed infine il Direttore di Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione Toscana, Roberto Scalacci ha concluso con aneddoti e considerazioni finali.

Alcune note a margine: queste tipologie di vino vengono prodotte in quantità limitate e sono molto onerose; attualmente trovano poco spazio sia nel settore H0.RE.CA sia nella G.D.O. Accompagnano spesso dessert da servire a fine pasto; una soluzione ideale per aumentarne le vendite potrebbe essere rappresentata dalla vendita al calice, per coloro che si presentano al ristorante in coppia, mentre per tavoli con un maggior numero di commensali è la bottiglia da 0,375 cl il formato preferibile. Donatella ribadisce che tali vini, però, possono essere uniti non solo a dolci, ma anche patè de foie gras e a formaggi sia erborinati sia stagionati o semplicemente in meditazione.

Nel caso della Grande Distribuzione si trovano prodotti a basso prezzo, come Vin Santi fortificati con la fascetta da vino liquoroso che non hanno nulla a che vedere con i Vin Santi naturali che sono contraddistinti da denominazioni di origini controllata o altri passiti di elevata qualità, generando confusione nel consumatore finale. Non tradizionale e obsoleta la pratica di affondare il cantuccino nel calice. Le nuove generazioni, nostro malgrado, fanno poco consumo di vini dolci: sono invece perle enologiche che meritano ampio spazio nelle nostre tavole.

Vin Santo

Il nome Vin Santo si ipotizza che derivi dal Concilio di Firenze del 1439, quando il cardinale greco Bessarione, mentre stava bevendo il vin pretto, esclamò “sembra vino di Xantos”, un vino passito greco di Santorini. Da quel momento fu chiamato Vin Santo. Esistono tuttavia, altre ipotesi da cui far derivare il nome di questo nettare. A Siena si parla di un frate francescano che nel 1348 curava i malati di peste con un vino che era solitamente usato dai confratelli per celebrare messa. Si diffuse, così, la persuasione che avesse proprietà miracolose, valendogli l’appellativo santo. Il Vin Santo toscano è un vino prodotto da uve lasciate appassire dopo la raccolta. Ottenuto con uve di Trebbiano e Malvasia, talvolta con San Colombano e Grechetto. Può essere anche prodotto con uve rosse, maggiormente con Sangiovese e in questo caso si parla di Vin Santo Occhio di Pernice.

Moscadello di Montalcino

Il Moscadello di Montalcino viene prodotto nell’ omonimo Comune. Già apprezzato da Francesco Redi, Ugo Foscolo e il Pontefice Urbano VIII erano dei veri amanti. Montalcino è oggi nota per uno dei più grandi vini rossi italiani : il Brunello. Le origini del Moscadello affondano agli inizi del 1500, attualmente è una Doc ed il vitigno utilizzato per la produzione è il Moscato Bianco, un’uva bianca aromatica, coltivata in tutta la penisola. Può essere prodotto in tre tipologie, Tranquillo, Frizzante e Vendemmia Tardiva.

Aleatico 

L’Aleatico è un vitigno aromatico che dà origine a vini molto piacevoli ed eleganti, diffuso sull’ Isola d’Elba, e conosciuto anche a Gradoli in Alta Tuscia. Vinificato in versione secca, dà origine a vini di buona struttura, ma la tipologia più nota è quella dolce, ottenuta con uve appassite, una vera gemma enologica italiana.

Vini Passiti

Come suggerisce il nome, vengono ottenuti con la pratica dell’appassimento delle uve, talvolta attaccati da botrytis cinerea. Diffusi in ogni regione italiana, pertanto le uve utilizzate sono variabili secondo la provenienza geografica. Vini dolci con un importante residuo zuccherino, ma anche secchi, come l’Amarone della Valpolicella o lo Sforzato o Sfursat della Valtellina.

La Fattoria del Colle si trova nel comune di Trequanda, a poca distanza dal centro abitato  del suggestivo Borgo. L’azienda si trova all’interno sia della Doc Orcia sia della Docg Chianti. Gli ettari vitati di proprietà sono 17, estesi su una superficie totale di 336. Nei vigneti si trovano le varietà di SangioveseFoglia TondaMerlotTraminer e Sagrantino. Posti ad un’altitudine di oltre 400 metri s.l.m., godono di un microclima particolare con forti escursioni termiche tra le ore diurne e notturne, capaci di dare origine a vini di eccellente qualità. La produzione segue metodi di coltivazione biologica, nel pieno rispetto dell’ambiente. La Tenuta è di proprietà di Donatella Cinelli Colombini, già appartenuta ai suoi antenati alla fine del Cinquecento. Un’ azienda, ed è stata la prima in Italia ad esser gestita solamente da donne. Alla Fattoria del Colle oltre alla cantina, si trova un agriturismo con ristorante, piscina e centro benessere con spa. Una nota di merito va all’Orcia Doc Cenerentola, ottenuto con Sangiovese e Foglia Tonda e al il Drago e le Otto Colombe Igt, ottenuto con Sangiovese, Merlot ed altri vitigni autorizzati. 

I vini degustati

Aleatico Sovana DOC Superiore 2022 – Fattoria Aldobrandesca

Solalto IGT Toscana 2019 – Fattoria Le Pupille

Florus Moscadello di Montalcino Doc 2019 – Banfi

Passito IGT Toscana 2018 – Donatella Cinelli Colombini

Vin Santo di Montepulciano DOC 2016 – Dei

Vin Santo del Chianti Classico DOC 2018 – Castello di Querceto

Vin Santo DOC 2013 – Badia a Coltibuono

Vin Santo del Chianti Doc 2004 – Tenuta il Corno

Red Label Vin Santo del Chianti DOC 2015 – Castello Sonnino

Vin Santo di Carmignano DOC Riserva 2016 – Capezzana

Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012 – Tenuta Artimino

Vin Santo del Chianti Rufina DOC 2006 – Villa di Vetrice

Dopo la degustazione dei vini, una degustazione di formaggi selezionati da Andrea Magi e abbinati al passito di Donatella Cinelli Colombini hanno preceduto il pranzo, per noi preparato dalla Chef Doriana Marchi con piatti tipici della tradizione toscana. Il dessert accompagnato al Passito è stato realizzato dal pasticcere campione del mondo Rossano Vinciarelli.

Isola d’Elba: il visionario progetto Nesos di Arrighi

L’Azienda Agricola Arrighi si trova a pochi passi dal centro abitato di Porto Azzurro sulla meravigliosa Isola d’Elba. Nove gli ettari vitati di proprietà, estesi sui complessivi 22 totali e localizzati interamente nel parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Da oltre un secolo è di proprietà della famiglia elbana di albergatori, che coltivano vitigni quali i classici ansonica, trebbiano toscano (o procanico), vermentino, viogner e gli insoliti (da queste parti) chardonnay, sangiovese, sagrantino e syrah. Discorso a parte per l’aleatico, che Antonio Arrighi sa trasformare in una versione passito di rara bellezza.

Le vigne sono disposte ad anfiteatro, alcune delle quali giacciono su terrazzamenti naturali, altre sorrette da muretti a secco posti su suoli argillosi e ben protette dai venti. Finalmente è arrivato il giorno in cui conoscere questa splendida realtà. Dopo aver degustato i vini abbiamo fatto un tour con il quad tra i vigneti e malgrado il periodo di vendemmia Antonio si è reso molto disponibile, gentile e garbato come sempre a fornirmi dettagli sui vini. Un vero sperimentatore.

Progetto Nesos

In collaborazione con il Professor Attilio Scienza dell’Università di Milano è stata ricondotta sull’Elba una vecchia pratica utilizzata 2500 anni fa nell’isola greca di Chio. L’uva che si presta meglio è l’Ansonica  che ha delle similitudini con le uve greche. Gli acini integri vengono messi in alcune nasse di vimini e posti in mare ad una profondità di 7 metri, per una durata di circa 5 giorni. Il sale marino toglie la pruina e l’uva, una volta ripescata, viene esposta al sole appassendo più rapidamente. L’effetto antiossidante fa penetrare per osmosi il sale nell’acino, senza danneggiarlo, preservando l’integrità degli aromi primari del vitigno. La fermentazione avviene in anfore con le bucce e senza i raspi, senza aggiunta di solfiti, per un numero molto limitato di bottiglie.

Elba vitinicola

La storia vitivinicola dell’Elba risale all’epoca degli Etruschi: alcuni reperti ritrovati ne sono una pronta testimonianza. Napoleone Bonaparte, nel suo periodo di esilio, è stato un grande estimatore di un vino questa terra, l’Aleatico. Agli inizi del 900 l’Isola era una delle tre zone vitivinicole più estese della regione e la prima per quanto riguarda le uve a bacca bianca. La vite era coltivata per buona parte su terrazzamenti sorretti da muretti a secco che sfioravano altitudini fino ai 400 metri s.l.m. Con la propagazione della filossera ci fu una radicale riduzione del patrimonio viticolo e la coltivazione trovò spazio in zone più pianeggianti. Poi, con l’avvento massiccio del turismo, i produttori si sono cimentati a realizzare campioni di assoluta qualità.

La Doc Elba nelle tipologie Bianco e Rosso è arrivata nel 1967 ed in seguito anche Elba Aleatico, Elba Ansonica, Elba Ansonica Passito e Elba Rosato. Negli anni ’90 è stato costituito il Consorzio di Tutela del vino dell’Elba. Nel 1999 si aggiunge anche la denominazione Elba Moscato e nel 2011 anche le tipologie Elba Vermentino, Elba Trebbiano e Elba Sangiovese. Il 2011 è anche l’anno in cui l’Elba Aleatico Passito raggiunge l’apice ottenendo il sigillo Docg. Il suolo è ricco di minerali con terreni sia argillosi sia sabbiosi. Sino agli anni ’50 nelle miniere venivano estratte soprattutto ematite e limonite. Il clima è mite e di tipo mediterraneo.

I vini degustati

Valerius Toscana Igt 2022 – ansonica vinificato in anfora – Veste giallo paglierino luminoso, rivela note di fiori di ginestra, pesca  susina e agrumi, fresco e sapido, leggiadro e persistente.

Hermia Toscana Igt 2022 – viogner vinificato in anfora – Nuance paglierine, emana sentori di albicocca, uva spina, mandarino, mughetto, zagara, mango ed ananas, sapido, avvolgente, coerente e persistente.

V.I.P. Toscana Igt 2022 – viogner vinificato in barriques – rimanda ai sentori di ananas, frutta esotica, scorza di limone e vaniglia, fresco, morbido, armonioso e duraturo.

Tresse Toscana Igt 2020 – sangiovese 50%, syrah 30% e sagrantino 20% vinificati in anfore – Rosso rubino intenso, libera sentori di violetta, frutti di bosco, visciola e spezie dolci, palato delicato e sapido, tannini setosi.

Sergio Arrighi Elba Rosso Doc Riserva  2020 – sangiovese 100%. Rosso rubino trasparente, vira sul granato, sprigiona note di ciliegia, prugna, ribes, mora e pepe nero. Pieno, avvolgente ed equilibrato.