Romagna: l’alluvione ha unito AIS e Slow Food in una cena solidale di beneficenza per la raccolta fondi

L’alluvione è finita ma la solidarietà no: è questo il motto scelto per la cena solidale nata dalla collaborazione di Slow Food condotta di Forlì e AIS Delegazione Forlì, svoltasi giovedì 3 agosto presso l’azienda agricola Calonga.

Sono passati più di due mesi dalla tremenda catastrofe che ha colpito la Romagna, lasciandola immersa nel fango per parecchie settimane. Grazie all’impegno di tutti, le città Romagnole sono velocemente ritornate alla normalità; una normalità agognata che ha però la colpa di farci dimenticare in fretta quanto accaduto.

Un menù a più mani, composto da piatti preparati con materie prime di qualità provenienti da alcune delle aziende del territorio direttamente coinvolte dalle recenti frane (azienda agricola I Mät ad Sgùn, azienda agricola Giorgini, azienda agricola Tirli, Podere le Campore), sapientemente abbinati dai sommeliers di AIS Romagna coi vini dell’azienda agricola ospite, Calonga, di Maurizio Baravelli.

da sinistra Matteo, Francesco e Maurizio Baravelli dell’azienda agricola Calonga

20Italie era lì per voi per raccontarvi da vicino come “l’unione fa da sempre la forza”.

I commensali vengono accolti con un aperitivo in piedi, un pane “speziato” saltato in padella con timo rosmarino e aglio, qualche pomodorino fresco di Calonga (non sono solo vignaioli…) e il loro Baldàn, un metodo classico brut con quasi 5 anni sui lieviti, sapientemente assemblato unendo sangiovese vinificato in bianco e bombino bianco (localmente conosciuto come pagadebit) in parti eguali.

La ricca tavolata inizia a colorarsi di cibo appena viene servito l’antipasto, il tonno di coniglio, un lessato di coniglio con erbe aromatiche, condito con olio evo e spezie. La prima portata è composta da bucatini al ragù bianco con scalogno romagnolo (pasta rigorosamente home made di farina di semola rimacinata e trafilata al bronzo). Entrambe le pietanze accompagnate da L’Azzurro, un freschissimo Romagna DOC Pagadebit.

Arriviamo al pezzo forte, il “coniglio saporito”, un piatto che vinse il Premio Marietta 1997, riconoscimento istituito in nome della fedele cuoca governante di Pellegrino Artusi. A questo piatto vincente, viene abbinato il Bruno, simpaticissimo ed estivo Romagna DOC Sangiovese dal colore rosso tenue, e dalla quasi assenza di tannino.

Si chiude la cena con le tradizionalissime ciambella e crostata Romagnole, e l’altrettanto tradizionale Albana Dolce.

da sinistra Caterina Valbonesi Delegato AIS Forlì e Antonella Altini fiduciaria Slow Food Condotta di Forlì

Durante la serata le due Organizzazioni enogastronomiche si sono inventate una lotteria con premi in bottiglie di vino del territorio, cortesemente donate dal Consorzio Vini di Romagna.

Ed ha funzionato: sono stati ben 1.120 euro i fondi raccolti consegnati nelle mani della Parrocchia di Don Felice in modo da essere devoluti alle famiglie più in difficoltà.

Il commiato è avvenuto non prima di aver degustato anche tutti gli altri vini di Calonga, in particolare, Zenaide, Chardonnay che fermenta in barriques; e poi “7” Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva prodotto solo in particolari annate (quella in degustazione era una sorprendente 2017, anno dove pochi sono riusciti a far bene) e due Vermouth, BV Bianco e BV, nati dalla collaborazione col noto profumiere Baldo Baldinini.

I tesori della Tuscia

di Alberto Chiarenza

La Tuscia è un territorio che nasconde molti tesori culturali ed enogastronomici. Tuttavia, se si vuole davvero scoprire e vivere questa regione in modo completo, c’è solo un uomo che ha una conoscenza approfondita del settore: il giornalista Carlo Zucchetti, dal suo inconfondibile cappello e dall’inesauribile esperienza sui piccoli tesori nascosti d’Italia.

Zucchetti è un grande conoscitore della Tuscia e ha guidato molte persone alla scoperta delle gioie culturali ed enogastronomiche, con una particolare attenzione ad un progetto sociale di assistenza e inclusione per ragazzi con disabilità, disagio psichico e dipendenze varie.

Un progetto portato avanti dalla Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali, che si occupa di recuperare giovani ragazzi fragili con lo scopo di favorire il loro inserimento lavorativo e sociale.

La Cooperativa rientra in una vasta zona di competenza che va da Tarquinia, Viterbo, Montefiascone a Acquapendente, fino ad arrivare poi a Tuscania e Montalto di Castro. La loro mission sociale tocca molte località che coprono una vasta area nella Tuscia Viterbese.

La città di Viterbo è la prima tappa di questo percorso in cui ho potuto ammirarne le bellezze grazie alla guida turistica Alessandra Petra che ha narrato la storia dagli etruschi ad oggi passando per i Papi che si sono stabiliti qui per 25 anni, tanto che Viterbo si è guadagnata il soprannome di “città dei Papi”.

FATTORIA DI ALICE

Qui si trova Fattoria di Alice, dove ci accoglie Elisa Calanca, educatrice della Cooperativa e responsabile di S’Osteria38. Il progetto della Cooperativa Alice Nova Sinergie Solidali, si occupa di riabilitazione, inclusione e inserimento nel mondo del lavoro, con lo scopo di rendere un servizio alla persona, con una assistenza socio-riabilitativa, educativa e inclusiva. 

Elisa ci illustra il progetto di agricoltura sociale articolato su tre fattorie e un ristorante albergo, appunto S’Osteria38. Oltre ad Elisa, ci accoglie anche Emily Aversa che oltre ad essere una educatrice è anche la referente della Fattoria.

Fattoria di Alice possiede anche un laboratorio di trasformazione dove vengono lavorati i prodotti dei campi. In questo modo è nata l’idea di connotarsi come cooperativa di tipo B, per produzione e lavorazione. La Fattoria è un luogo meraviglioso pensato dal padre fondatore Vito Ferrante, artista e persona di profonda cultura, che ha dedicato la sua vita ad aiutare i ragazzi in difficoltà. Una sorta di oasi magica, in cui chi entra esce arricchito nel cuore e nell’anima.

I ragazzi partecipano attivamente alla coltivazione, all’allevamento di piccoli animali da fattoria e al mantenimento di tutta la struttura, sentendosi integrati e partecipi di un progetto che li coinvolge in attività atte a sviluppare le loro capacità cognitive. 

PICCOLA FORMAGGERIA ARTIGIANA

Oltre alla fattoria c’è la Piccola Formaggeria Artigiana, un caseificio nato dalla creatività e professionalità di un giovane produttore di formaggio, Marco Borgognoni. Lavora latte di ovino e caprino con assoluta maestria e con tecniche innovative fornendo formaggi di grande qualità, oltre ai fior di latte ottenuti con latte vaccino. Sapori unici e incredibili!

S’OSTERIA38 

Dopo aver sentito parlare così tanto di S’Osteria38, arrivo a Acquapendente grazie a Emily Aversa che ci accompagna nel tour. S’Osteria38 deve il suo nome perché era la 38ª sosta sulla Via Francigena, via che ha visto per secoli passare di qui i tanti pellegrini che percorrevano il famoso cammino per Roma e poi per la Terra Santa. 

Nasce quattro anni fa come albergo, ristorante e punto vendita in cui i ragazzi iniziano un percorso formativo in cucina, gestione della sala e dell’albergo. Queste attività aiutano a riabilitare persone con varie problematiche sociali grazie alle attività il cui scopo è l’inclusione e soprattutto generare un livello di competenze che possa consentire ai ragazzi di avere una professionalità e quindi un posto di lavoro.

La visita di Acquapendente mi ha portato a conoscere, sempre grazie a Alessandra Petra, il centro storico e i murales dipinti sugli edifici in occasione dell’anniversario della Via Francigena in cui famosi Street Artist provenienti da molte nazioni si sono cimentati dando un volto nuovo a case antiche.

FATTORIA ORTOSTORTO 

A Montalto di Castro si trova Fattoria Ortostorto, dalla connotazione agricola e turistica. Anche qui viene svolto un grande lavoro di riabilitazione e inclusione grazie al lavoro degli educatori che, insieme ai ragazzi, portano avanti con eccellenti risultati, l’attività di ospitalità e di produzione di prodotti agricoli, ortaggi e allevamento di animali da fattoria, che vengono poi lavorati nel laboratorio di trasformazione della Fattoria di Alice a Viterbo.

Da Montalto di Castro, non si poteva non andare a visitare il sito archeologico e naturalistico di Vulci. Una passeggiata tra le rovine Etrusche che portano il visitatore nel ‘500 A.C. quando la civiltà era fiorente e ricca. Uno sguardo sul passato di questa terra meravigliosa e ancora poco conosciuta, ma che merita di essere vista.

Poi c’è Nepi, un bene confiscato alla mafia, dove è in fase di avviamento un’attività cinofila ludico-ricreativa, riabilitativa e sportiva. In conclusione la Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali è composta da circa 560 dipendenti tra contratti e partite iva e circa 190 soci.

Tra le attività connesse con il Programma Alice, ci sono altre tre importanti realtà produttive della Tuscia che meritano una menzione a parte per la loro rilevanza. Chiudiamo la nostra visita proprio con le immagini di quest’ultime:

La Cantina Muscari Tomajoli a Tarquinia

L’Allevamento di mucche maremmane Mariotti a Vulci

La Fattoria Sensi a Tuscania