Vigne Di Malies: alla scoperta di un’incantevole cantina del Sannio fortemente legata alle tradizioni

Nelle storie che raccontiamo, elementi comuni suscitano sempre forti emozioni e riemergono in maniera del tutto naturale alla penna: territorio, coraggio, passione.

La nostra attenzione, questa volta, si sposta nell’areale del Sannio in provincia di Benevento, ove le vette più alte del massiccio Taburno-Camposauro disegnano il profilo di una signora distesa, la Dormiente del Sannio, dal profondo valore simbolico. La figura della donna si ricollega al mito ancestrale della madre-terra e il suo essere distesa e immersa in un sonno profondo rappresenta la tranquillità, la pace e l’armonia dei luoghi. Questa zona è da sempre tra le più vocate alla viticoltura campana. Qui nella valle Telesina, due agronomi, Giuseppina Caporale e Flaviano Foschini, uniti nella vita e sul lavoro, nel 2001 hanno dato luce, colore e sapore al progetto Vigne Di Malies.

La loro è un’azienda vitivinicola a carattere familiare, ereditata dal padre di Flaviano; anche i due figli della coppia, Lina e Giuseppe poco più che adolescenti, sono a pieno titolo cooptati in azienda. I sei ettari di terreni vitati della cantina, nei comuni di Guardia Sanframondi e Castelvenere, dopo un reimpianto iniziato nel 2002, ospitano vitigni autoctoni del luogo: falanghina per almeno un 50%, fiano, coda di volpe, greco, aglianico, sangiovese e cabernet, oltre un ettaro di camaiola che per la prima volta sarà vinificata nel 2023. Vigne Di Malies produce poco più di 40000 bottiglie, vini tutti in purezza, fatta eccezione per la Coda di Volpe, verticalizzata da Falanghina senza snaturare il vitigno di base.

Il nome della cantina ricorda le origini di Benevento, rievocando la scritta Malies sulla moneta pre-sannitica, il cui significato indicava il territorio di vigne situato tra i due fiumi Sabato e Calore. Il logo invece richiama il simbolo della provincia di Benevento, un cinghiale imbrigliato, ormai pronto al sacrificio. Tradizione, cultura e dedizione sono i sostantivi che maggiormente rappresentano questa realtà enologica.

La cantina “Le Vigne di Malies” appartiene al Sannio Consorzio Tutela Vini, associata anche alla FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti). L’attenzione alla produzione è molto scrupolosa, tutto è seguito direttamente dalla coppia di agronomi, dalla cura in campo, alle potature, trattamenti, raccolta manuale delle uve, l’estrazione differenziata di antociani e polifenoli e altro.

Pina Caporale

La degustazione avviene in una cantina fresca, nel centro storico di Guardia Sanframondi dove Flaviano e Pina hanno ricavato uno spazio degustativo molto suggestivo.

Auspicio – Spumante da Falanghina metodo classico – 12,5% – Brut Nature

Vendemmia del 2019, aggiunta della “liqueur de tirage” a fine gennaio 2020, sboccatura a settembre del 2022 dopo più di 30 mesi sui lieviti.  Noi lo assaggiamo dopo circa 10 mesi dall’aggiunta della “liqueur d’expedition”.

Un color giallo dorato incanta subito gli occhi per la sua vivacità e densità. Il perlage fine e abbastanza persistente, risulta carezzevole in bocca. Profumo da note di fiori di campo e ginestre seguite da sentori di mela e albicocca con sfumature di minerali. Beva fresca, sapida e piacevole con finale di buona persistenza. Ottimo da accompagnare con dei crudi di pesce.

Callìda – Coda di Volpe – 14% – DOC Sannio 2022 – Vigna Cuponi

Nome che richiama la furbizia della volpe. Camomilla, gelsomino, salvia, frutta bianca non troppo matura, pesca cilentana, mandorla sono i descrittori immediatamente riconoscibili, che si mescolano consistentemente tra loro. Un equilibrio perfetto lo rende molto elegante al palato; lungo nel finale con bella freschezza e mineralità.

Fojano – Fiano – 13,5% – DOC Sannio 2022 – Vigna fontana dell’Olmo

Vino fine e delicato, strutturato, dal colore giallo tenue con intensi e persistenti profumi fruttati e floreali, indicato su cucina di mare più delicata. Presenta sfumature croccanti e grasse molto intriganti da melone, pesca gialla e mais bianco, miele e minerale gessoso sul finale.

Creanzia – Falanghina – 13,5 % – DOC Sannio 2016

Dal nome latino Creantia (crescere, creare) deriva lo spagnolo Criar (allevare, educare) e la parola iberica Crianza, diffusa anche nel dialetto campano “bona crianza” che si addice a qualcosa fatto con cura ed elegantemente. Pina e Flaviano la definiscono “la nostra migliore creatività enologica”. Affina almeno 18 mesi tra barrique (6 mesi), acciaio e bottiglia, durante i quali acquisisce un bel colore dorato, molto lucente. L’olfatto è intenso, minerale, floreale, predomina la ginestra, e la frutta esotica come mango e ananas. Nel finale si sprigionano vaniglia e nocciola.

La degustazione termina con l’assaggio dell’annata 2019 dello stesso vino.

Creanzia – Falanghina – DOC Sannio 2019

Anche l’annata 2019 conferma l’eleganza olfattiva e la piacevolezza nella beva. Il colore dorato più saturo. Il sentore di vaniglia predomina rispetto alla 2016, probabilmente per l’utilizzo di barriques nuove. Fa presagire una buona longevità e interessanti evoluzioni gusto-olfattive.

Qualcuno asseriva che… “Ci vuole un sacco di coraggio per mostrare i tuoi sogni a qualcun altro”.  Si può aggiungere anche: lasciarsi dietro il rumore di opinioni altrui che offuscano il proprio sogno interiore, per seguire con coraggio il cuore e la propria intuizione non è da tutti e solo un guerriero armato di sana pazzia riesce a farlo!

da sinistra Pina Caporale, Flavio Foschini, i due figli Lina e Giuseppe

A Vigne Di Malies questa filosofia è fortemente tangibile e alimenta anche le nuove generazioni. La “Bona Creanzia” qui è di casa ed è una magnifica, innata, dote familiare.

Napoli: La Guardiense porta il Sannio vulcanico dei suoi vini a Palazzo Petrucci

di Luca Matarazzo

A Napoli, per un istante, il tempo si è fermato quando la cooperativa vitivinicola La Guardiense ha presentato i vini del Sannio al ristorante gourmet Palazzo Petrucci, una Stella Michelin.

È risaputo che l’areale possiede terreni di diversa natura, ma solo recentemente gli stessi sono stati analizzati con l’occhio attento di chi coltiva per particelle, suddivise in apposite zonazioni. Ne consegue che il nobile vitigno sannita per eccellenza, la Falanghina, che in Campania alberga sotto numerose espressioni, gode di una variabilità frutto di imprinting genetico, scelte stilistiche e, naturalmente, suoli.

La Valle Telesina, nella parte ovest del beneventano, è priva di vulcani ma con un terreno sorprendentemente ricco di ignimbrite: merito della super esplosione dei Campi Flegrei circa trenta millenni orsono, capace di trasportare lapilli e minerali magmatici anche nell’area che da Castelvenere giunge a San Lorenzello.

Una sorta di “Cru itinerante” che prende forma dall’impegno del Presidente Domizio Pigna, da anni al timone dell’azienda, grazie anche alla consulenza enologica esterna di Riccardo Cotarella e dell’enologo interno Marco Giulioli. Vini puliti ed eleganti molto diversi rispetto al passato, con un gusto più moderno ed accattivante, che vogliono puntare, lo auspichiamo vivamente, anche al racconto del terroir.

Anima Lavica è la linea innovativa del progetto Janare dedicato ad un preciso compito: quello di comunicare vini di carattere, identificati con una linea congegnata con precisione certosina, vista la dimensione complessive della realtà d’origine.

Dai 33 soci del 1960 se ne contano adesso 1000 con 3500 appezzamenti per un totale di 1500 ettari. A far bene i conti trattasi di soci conferitori dalle piccole dimensioni che difendono con cura il patrimonio paesaggistico e produttivo di queste colline poste ad un’altitudine compresa tra i 300 ed i 500 metri.

“I mille” di Guardia Sanframondi vengono dunque proposti nel calice sotto forme liquide in abbinamento con i piatti dello chef executive Lino Scarallo di Palazzo Petrucci.

«Questo progetto è nato un po’ per caso – ha spiegato Marco Giulioli – col ritrovamento di una mappa di zonazione dei suoli della valle Telesina stilata tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila. È stato come trovare un tesoro: la frammentazione dei suoli e il lato vulcanico ben delineato imponevano di cogliere al volo questa opportunità».

Da sinistra: Nicola Caputo, Armida Filippelli, Domizio Pigna, Marco Giulioli

Conclude il Presidente de La Guardiense Domizio Pigna alla presenza della giornalista professionista Monica Caradonna, alla quale vanno i nostri ringraziamenti, ed a importanti autorità politiche campane tra le quali Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura ed Armida Filippelli, assessore regionale alla Formazione Professionale: «Le nostre etichette non sono solo il frutto del lavoro di una squadra devota e infaticabile ma anche un importante esempio dell’eccellenza che un territorio come quello del Beneventano, su cui siamo felici di insistere, sa regalare».

Importante rammentare, infine, Benevento.Wine lanciato a maggio 2022, che mira a promuovere le eccellenze e le peculiarità del Sannio attraverso eventi dedicati, incoming di operatori del settore, giornalisti e opinion leader, il tutto finalizzato a creare reti e relazioni con i mercati campani, nazionali e internazionali.