La Fortezza, accoglienza e vini di qualità dal cuore del Sannio

Vini dalla grande beva, convivialità ed eleganza nel rispetto del territorio e delle uve. Ecco il segreto de "La Fortezza" a Torrecuso (BN)

Entrare nel cuore del Sannio dalla porta principale: Torrecuso. Questo era lo scopo del ritorno sui passi percorsi nel recente evento di Campania Stories, intervistando di persona Antonella Porto volto aziendale de La Fortezza, una delle aziende vitivinicole modello in forte ascesa nel panorama enologico beneventano. La forza e l’energia di Antonella predispongono l’animo al giusto mood per un viaggio in un territorio a tratti sottovalutato dalla critica di settore, nonostante rappresenti il 40% della superficie vitata campana. Quel “Sannioshire” (come amo definirlo) così simile a tante vedute chiantigiane grazie ai morbidi altipiani. Enzo Rillo, noto imprenditore nel campo della sicurezza stradale, ha cominciato da zero, costruendo mattone dopo mattone l’intera tenuta. Solo i vigneti appartenevano alla famiglia e proprio il ricordo dei genitori che coltivavano la terra lo ha indotto a realizzare un sogno di gioventù. La cantina, interamente rivestita in pietra e ben integrata nel paesaggio circostante, si compone di due corpi: nella parte superiore una villa dove vive la famiglia Rillo con ampi spazi aperti destinati prevalentemente a prato. Il corpo sottostante ospita, invece, l’attività produttiva: una perfetta miscela di tradizione e moderna tecnologia. Attendiamo l’arrivo di una importante novità per la spumantistica in cui La Fortezza è già leader nel mercato: una grotta sotterranea scavata nel tufo da utilizzare per l’affinamento del futuro Metodo Classico. Ma di tutto questo ci parlerà la bravissima Antonella Porto, direttore commerciale, nella video intervista rilasciata per voi lettori di 20Italie.

Riprendiamo il nostro racconto dall’assaggio delle etichette più interessanti, cominciando da:

Maleventum Vino Spumante Brut

Passare dalle chiacchiere ai fatti non è sempre semplice. Soprattutto quando si pensa a tanti omologhi rifermentati con metodo Charmat lungo di spessore decisamente inferiore. La Falanghina deve il suo nome proprio all’antichità romana, essendo coltivata già in quei tempi. Vuoi perché si pensa al palo di sostegno (falanga) o perché si rimanda al vino falernino (di Falerno), poi storpiato in “falanghino”, poco importa. Questa è la storia del Sannio; la piacevolezza di beva del vino deve vincere su tutto. Il classico prodotto per un incontro conviviale tra amici e cruditè di pesce (sushi incluso). Tipici sentori di fiori di campo e frutta a polpa bianca. Diverte parecchio.

Taburno Falanghina del Sannio DOC 2020

Sempre Falanghina, questa volta in versione ferma. Aromi tropicali di mango e maracuja, ben conditi da erbe mediterranee e spezie bianche. Annata eccellente, nonostante l’inizio della pandemia che ha spiazzato produttori e rivenditori. Un grande sacrificio resistere alla tempesta..e questi risultati ripagano di tante amarezze. Ama l’abbinamento gastronomico anche di fantasia, privilegiando il rapporto qualità-prezzo invidiabile.

Sannio Greco DOC 2020

In agro beneventano sorprende doppiamente una varietà tipicamente irpina. Fragranze floreali da ginestra e biancospino unite ad una mineralità imperante che sfiora la salsedine. Dei tre bianchi rimane l’assaggio più convincente, con una lunghezza da vero mezzofondista.

Piedirosso DOC 2019

Un vitigno molto apprezzato nei versanti vesuviani con una precisa identità e dignità. Un po’ meno in altre zone, complice la difficoltà nell’esprimersi al meglio a determinate altitudini ed esposizioni. Non bastasse questo, il Piedirosso soffre annate particolarmente calde e siccitose chiudendosi a riccio verso note acerbe ed erbacee che sviliscono il delicato frutto. Per fortuna il Sannio gode di una ventilazione che regola perfettamente lo scambio termico grazie a frequenti escursioni. La solare 2019 lavora ottimamente i tannini, per nulla invadenti. La Fortezza è una delle poche realtà a volerlo in purezza: scommessa più che vincente.

Aglianico Doc Taburno Riserva 2012

Il Re dei rossi campani a Torrecuso riesce a raggiungere traguardi straordinari. L’impasto argilloso-limoso dei terreni, con venature calcaree in profondità, dà materia al colore ed agli aromi tutti declinati tra more, amarene e mirtilli. Un tocco di petali viola macerati e tanta spezia scura, dal pepe in grani alla liquirizia fino a concludere con sigaro sbriciolato e cacao. Messo in commercio ben oltre quanto raccomandato dal disciplinare di produzione. Come per ogni prodotto de La Fortezza, un occhio di riguardo viene posto sempre al prezzo davvero interessante. Ben fatto Enzo Rillo!

Luca Matarazzo

Luca Matarazzo

Giornalista, appassionato di cibo e vino fin dalla culla. Una carriera da degustatore e relatore A.I.S. che ha inizio nel lontano 2012 e prosegue oggi dall’altra parte della barricata, sui banchi di assaggio, in qualità di esperto del settore. Giudice in numerosi concorsi enologici italiani ed esteri, provo amore puro verso le produzioni di nicchia e lo stile italiano imitato in tutto il mondo. Ambasciatore del Sagrantino di Montefalco per il 2021 e dell’Albana di Romagna per il 2022, nonché secondo al Master sul Vermentino, inseguo da sempre l’idea vincente di chi sa osare con un prodotto inatteso che spiazzi il palato.

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