I vini di Podere Pellicciano nell’incantevole borgo di San Miniato

Se si pensa a San Miniato, viene immediatamente in mente il tartufo bianco e proprio dal seminario condotto sul pregiato tubero nostrano inizia il press tour organizzato da Claudia Marinelli di Darwine & Food Comunicazione e Podere Pellicciano.

Dettagli utili alla raccolta del tartufo da parte dell’azienda sanminiatese Nacci, mancava solo la caccia al tartufo accompagnati, magari, dagli splendidi lagotti cercatori infallibili.

San Miniato, però, è anche zona dove la viticoltura affonda le radici nel lontano passato. Dopo una passeggiata tra i vigneti a Bucciano con i fratelli Fabio e Federico Caputo, ci siamo diretti al Ristorante Brassica di San Miniato e deliziati dai piatti preparati dallo chef Andrea Madonia in abbinamento con le vecchie annate di vini di Podere Pellicciano.

Al mattino seguente abbiamo effettuato la degustazione in azienda e poi la visita in cantina, per assaporare anche alcuni campioni sia da vasca che da botte, al cui termine è seguito uno squisito pranzo in azienda realizzato magistralmente dallo chef Armando Brigai del Ristorante Olivum di Ponte a Elsa. Piatti ben preparati e ben calibrati con ingredienti territoriali e, naturalmente, ottimi vini.

Podere Pellicciano è stato acquistato dalla famiglia Caputo nel 2003 come casa di campagna; allora era conosciuto come Vallechiara, posto a poca distanza dal centro abitato del Borgo etrusco di San Miniato (Pi). Un antico podere che risale al 1830 e che vanta oggi circa 10 ettari vitati e 3 ettari di olivi, da sempre gestiti secondo i dettami dell’agricoltura biologica nel massimo rispetto dell’ambiente, con certificazione BIO ottenuta nel 2016.

Le varietà coltivate sono quelle storiche trovate in eredità nelle vecchie vigne, propagate e inserite per selezione massale anche nei nuovi impianti: Sangiovese, Malvasia Nera, Colorino e Canaiolo per quanto riguarda le varietà a bacca rossa; Trebbiano, Malvasia Bianca, San Colombano e Vermentino a bacca bianca.

Il suolo è ricco di tufo in superficie e di argilla in profondità con presenza di fossili marini. Le altimetrie dei vigneti in località Bucciano sfiorano i 280 metri s.l.m.. Una scelta ben ponderata è stata quella di non mettere a dimora nessuna varietà internazionale, in un periodo ove molti altri vigneron lo facevano. La varietà preferita è la Malvasia Nera: avendo un ciclo più breve rispetto ad altri, le condizioni climatiche sono ideali per scongiurare le gelate primaverili. Un’areale che dà origine a vini meno strutturati e possenti, ma al contempo più eleganti. Le escursioni termiche tra le ore diurne e notturne sono notevoli, fattore importante per ottenere una buona complessità aromatica. Le correnti marine donano infatti una buona ventilazione alle dolci colline sanminiatesi.

Una splendida realtà a conduzione familiare, Concetta, la mamma, si occupa delle visite in cantina e l’accoglienza dei molti turisti che visitano San Miniato, Fabio si occupa di tutta l’attività commerciale e Federico, l’enologo, si occupa sia dei vigneti sia di tutta la produzione in cantina. Prevalentemente i vini da loro prodotti sono in purezza, recentemente anche qualche blend. Alcune etichette sono dedicate ai figli, sulle quali campeggia il soprannome, Il Biondo dedicato a Fabio, Cimba a Martina e Tricche a Federico.

Un’azienda giovane ed emergente della quale senza ombra di dubbio sentiremo parlare molto in futuro e bene. Una famiglia affabile e molto ospitale, il bello del mondo enoico.

I vini degustati

Il Biondo Toscana Igt 2023 – Vermentino, Malvasia Bianca e Grechetto – dalle nuance giallo paglierino ed un naso in cui giungono sentori di fiori di camomilla, pesca, ananas e vibrazioni agrumate. Sorso saporito e di buona corrispondenza.

Fonte Vivo Toscana Igt 2021 – Trebbiano in purezza  – Giallo dorato, sprigiona note di albicocca, caramella d’orzo, erbe officinali, dal gusto pieno e persistente.

Chianti Docg 2023 – Sangiovese, Colorino e Canaiolo – Rubino vivace, rimanda subito a sentori di giaggiolo, mora e frutti di bosco.  Fresco, sapido e coerente.

Tricche Toscana Igt 2021 – Sangiovese 70%, Malvasia Nera 20% e Colorino 10% – Rosso rubino intenso, salgono all’olfatto note di rosa, prugna, mora, sottobosco e nuance balsamiche. Sorso vellutato, equilibrato e coerente .

Egola Toscana Igt 2020 – Malvasia Nera – Rubino intenso, rimanda sentori di mora, ribes nero, liquirizia e spezie. Al palato risulta setoso, armonioso e tipico.

Egola Toscana Igt 2021 – Malvasia Nera – Rubino intenso, libera note di rosa, giaggiolo, frutta nera e tabacco. Allungo finale fresco, saporito e leggiadro.

Buccianello Toscana Igt 2021 – Colorino – Rubino impenetrabile,  si percepiscono note di mora, prugna, ribes e pepe nero, setoso, delizioso e decisamente lungo.

Buccianello Toscana Igt 2020 – Colorino – Rubino impenetrabile, emana sentori di rosa, ciclamino, frutti di bosco e spezie, dalla bocca fresca, saporita e leggiadra.

Prato della Rocca Toscana Igt 2020 – Malvasia Nera, Sangiovese e Colorino in uvaggio e coofermentati – Rubino impenetrabile, rivela note di frutta rossa e spezie dolci. Avvolgente, accattivante e persistente.

Prato della Rocca Toscana Igt 2019 – Malvasia Nera, Sangiovese, Colorino in uvaggio e coofermentati – Rubino impenetrabile, dipana sentori di mirto, frutti di bosco,  sottobosco e spezie dolci, attacco tannico poderoso e buona piacevolezza di beva.

Podere Pellicciano
Via Serra, 64
56028 San Miniato (Pi)
www.poderepellicciano.it

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Adriano Guerri

La passione per il mondo enoico è nata anni fa, lavorando in alcuni importanti Hotels d'Europa. Durante il mio soggiorno all'estero mi sono iscritto ad un corso vini ed al rientro in Italia, per approfondire meglio la mia conoscenza, ho frequentato i 3 livelli con Ais. Mi piace degustare, visitare aziende vitivinicole, calpestare le vigne ed assistere alle kermesse enoiche. Da qualche anno a questa parte scrivo articoli su blog e riviste enogastronomiche nazionali.

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