Burano l’isola dai mille colori

Nella parte nord est della laguna di Venezia, lontano dal fragore cittadino, l’isola di Burano vi accoglierà con i suoi mille colori ed il suo ritmo lento, regalandovi ore di pace e tranquillità.

Il modo più economico per arrivare a Burano dal centro di Venezia è prendere il vaporetto n. 12 in partenza da Fondamenta Nuove, a circa 2 km dalla stazione ferroviaria, il tragitto è di circa 45 minuti; è possibile raggiungere l’isola anche da Treporti in 15 minuti di navigazione (questa è la soluzione per cui abbiamo optato noi).

Una natura rigogliosa e incredibili scenari naturali accompagnano il viaggiatore durante la navigazione in laguna e l’arrivo lascia meravigliati, ci si rende conto di trovarsi in un luogo unico al mondo: le case colorate in lontananza ricordano la necessità dei pescatori di dipingere le proprie abitazioni con un colore identificativo in modo da poter far ritorno alle proprie dimore e non perdersi nelle notti buie e nebbiose. Colori sgargianti accostati tra loro senza un particolare senso cromatico ma così vividi che sembrano usciti da un libro di fiabe.

Accanto a Burano un insieme di isole minori a pelo d’acqua, come Torcello e Mazzorbo meritano una visita, un mondo minuscolo ma infinito. La leggenda narra che questo arcipelago fu abitato sin dal 639 d.C., anno in cui fu fondata la cattedrale di Santa Maria Assunta a Torcello ad opera degli Altinati, una popolazione in fuga dagli Unni di Attila. Prima di tale data in laguna l’uomo non esisteva ancora, e dove noi oggi vediamo le casette colorate, gli orti, e i palazzi antichi, c’erano solo fango e acqua.

La Venezia Nativa nacque proprio qui, sulle barene (bassi isolotti coperti da vegetazione erbacea) che ricoprivano circa l’80% della laguna, e dove fin da tempo immemore trovava spazio un’ampia varietà di specie animali e vegetali. Gli Altinati conficcarono migliaia di tronchi nelle barene per renderle stabili, e tutto ebbe inizio.

Girare oggi tra i vicoli è veramente suggestivo, le case colorate si specchiano nelle acque dei canali, e non è raro vedere gli abitanti abbarbicati su alte scale ridipingere le facciate e ammirare orgogliosi il risultato.

In via Galuppi dove si trovano le botteghe dei merletti, le donne continuano l’antica tradizione del tombolo, qui si possono ammirare collezioni antiche di inestimabile valore di quest’arte che fu praticata a Burano sin dal 1500, un passatempo per le mogli in attesa che i mariti tornassero dalla pesca. Tra le case colorate merita una sosta “la casa di Bepi”: decorata con le forme geometriche più disparate come cerchi, quadrati, triangoli, tinti di giallo, arancio, rosso, blu e di tutti i colori dell’arcobaleno. Bepi era un personaggio estroverso appassionato di cinema e di pittura, venditore di caramelle fino ai primi anni ottanta, amatissimo dai bambini del posto.

Sulle case variopinte si staglia il campanile storto dalle caratteristiche architettoniche rinascimentali e neoclassiche a pianta quadrata, costruito nel XVII secolo e situato a ridosso della Chiesa di San Martino. Già all’epoca della costruzione vennero registrati i primi cedimenti che hanno poi portato alla pendenza dell’intera struttura. Nel corso dei secoli il fenomeno di cedimento si è accentuato e ha portato ad un intervento di consolidamento che ha avuto inizio nel secondo dopoguerra e si è concluso nel 1970. E uno dei simboli di Burano, una delle prime cose che si avvista mentre si viaggia per raggiungere l’isola.

Ad est di Burano si trova l’isola di Mazzorbo, collegata da un ponte in legno chiamato dagli abitanti “Ponte Longo” (ponte lungo). Considerata quasi un prolungamento di Burano, dalla forma lunga e stretta è caratterizzata dalla presenza di varie aree coltivate: conosciutissime in tutta la zona sono le “castraure di Mazzorbo”, cioè il primo frutto della pianta dei carciofi, il cui sapore, già di per sé amarognolo, viene esaltato dalla salsedine di cui è impregnato il terreno di quest’isola.

Un’altra importante tradizione dell’isola è quella del vino. Qui si trova il regno dell’uva Dorona, un vitigno autoctono recuperato dalla famiglia Bisol, le vigne sono visitabili con una passeggiata all’interno della Tenuta Venissa dove si trovano l’Osteria Contemporanea e il Ristorante Venissa premiato con una stella Michelin.

Non lasciate Burano senza aver assaggiato i Bussolà, un dolce tipico dell’isola a forma di ciambella, conosciuto anche con il nome di buranelli. Esiste anche una sua variante, a forma di “esse”, detta appunto esse di Burano. In passato il dolce veniva preparato dalle mogli dei pescatori, i quali si allontanavano da casa per lunghi periodi di tempo. Nel caso in cui non potevano avere una buona alimentazione, il bussolà provvedeva a dare ai marinai tutte le energie sufficienti per affrontare la vita di mare.

Prosit!

Wine in Venice 2024

Dopo il Carnevale e il Festival del Cinema, arriva Wine in Venice l’evento veneziano del mondo del vino

Venezia incanta con la sua architettura unica e i canali che raccontano storie millenarie. La città è un capolavoro artistico e culturale che affascina chiunque la visiti. La magia di Venezia risiede nella capacità di trasportarti in un’altra epoca, tra labirinti d’acqua e meraviglie architettoniche. È un luogo dove il tempo sembra sospeso e ogni angolo è un dipinto vivente di storia e bellezza. Gondole, merletti, meravigliose creazioni in vetro che brillano con i loro colori, l’atmosfera eternamente affascinante, fanno di questa città un luogo unico al mondo. 

Mancava qualcosa che potesse celebrare il vino in un contesto esclusivo e straordinario. L’evento “Wine in Venice” si distingue per aver selezionato aziende vinicole virtuose in termini di sostenibilità, innovazione ed etica. Le venti aziende prescelte partecipano alla manifestazione vitivinicola nelle maestose sale della Scuola Grande della Misericordia. Venezia è una città turistica, forse una delle più turistiche al mondo, che vive di turismo tutto l’anno e a Venezia ci sono una grande quantità di albergatori e ristoratori, interessati alle aziende vinicole e a inserire nei loro menu i vini di aziende considerate virtuose.

La prima edizione, svoltasi nel gennaio 2023, ha ottenuto un notevole successo, attraendo un pubblico di qualità. Ogni anno, il numero di aziende interessate a partecipare cresce, poiché Wine in Venice si afferma come un’icona capace di miscelare temi, degustazioni, wine talk e masterclass, con uno sguardo attento ai principi di etica, innovazione e sostenibilità, i tre pilastri attorno ai quali si sono sviluppate le tre giornate della kermess. Istituzioni, addetti ai lavori, imprenditoria, giornalismo e mondo del vino si fondono per ragionare insieme sul futuro del settore “Wine For Future”. 

I numeri dell’evento che è stato organizzato da Winetales, Beacon, The Media Company Store e Venezia Unica insieme al media partner “Il Gusto” la verticale Food&Wine del gruppo Gedi, vedono quindi la presenza di 8 paesi stranieri coinvolti, 4.653 visitatori, 40 cantine presenti, 15 ore di masterclass, 4 Wine Talks, 2 nuovi format “Vive la France” e “La Masterclass dei Campioni”, 13 consorzi presenti.

Intervista a Edoardo Cibin, ideatore e fondatore di Wine in Venice: <<Sono fiero di aver portato questo evento, perché mancava a Venezia un salotto del vino e, anche se soltanto alla seconda edizione, entra a far parte dei grandi eventi della città dopo il Carnevale e il Festival del Cinema. L’idea è nata quattro anni fa, durante il COVID, e in quel momento in cui eravamo tutti fermi, ho riflettuto sul fatto che tutte le città importanti hanno un evento del vino, perché non farlo anche qui a Venezia? Non volevo che fosse soltanto una vetrina, ma che avesse anche dei valori importanti di cui parlare e quindi ho pensato che i criteri fondamentali di questa manifestazione, fossero sostenibilità, etica e innovazione. Sono molto soddisfatto del format che prevede appunto, una selezione delle 20 migliori cantine, una per regione, scelte da una giuria composta da importanti figure del vino e dai giornalisti di Gusto e Repubblica. Oltre alle 20 cantine sono presenti al piano superiore i Consorzi e le 20 cantine dello scorso anno>>.

Una delle novità di questa edizione è stata la “Cerimonia della consegna dei diplomi di AIS” che ha segnato un momento memorabile per oltre 120 neo sommelier di AIS Veneto, celebrando non solo il loro impegno ma anche l’innovazione nel settore del food&beverage e della sostenibilità. Grazie alla sinergia con Gianpaolo Breda, giudice della manifestazione e presidente di AIS Veneto, l’evento ha offerto non solo la consegna dei celebri “Tastevin” e dei diplomi ufficiali, ma anche un programma ricco di masterclass.

Infine, l’introduzione del “Mediakey Venice Award”, un premio che ha riconosciuto i migliori progetti di marketing nel settore alimentare e della sostenibilità, con spettacolari presentazioni di campagne di importanti multinazionali come TIM, Basf, San Pellegrino e Redbull. Ma il momento clou è stata “La Masterclass dei Campioni”, condotta dai migliori sommelier eletti dall’Associazione Italiana Sommelier, Alessandro Nigro Imperiale e Cristian Maitan. Con soli sei etichette selezionate per una degustazione al buio, i due sommelier hanno rivoluzionato le regole coinvolgendo il pubblico con un approccio fresco e accessibile a tutti, dai principianti ai professionisti.

Il progetto “Selection Wine in Venice” promette di portare l’essenza di “Wine in Venice” nel cuore di Venezia per 365 giorni all’anno, offrendo selezioni enoiche ed esperienze esclusive. Nei prossimi giorni saranno svelati tutti i dettagli di questo entusiasmante percorso che culminerà con la terza edizione di “Wine in Venice”, prevista dal 31 Gennaio al 3 Febbraio 2025.