Il crescente mercato dei Vini Dealcolati: alcuni spunti per opportune riflessioni

Siamo cronisti. Osserviamo e cerchiamo di informare al nostro meglio chi ci legge sulle pagine di 20Italie. Il tema è quanto mai attuale e scottante. Merita un dovuto approfondimento in maniera imparziale dal nostro autore Olga Sofia Schiaffino.

Nell’ultimo anno, il mercato dei vini dealcolati ha conosciuto una crescita significativa, alimentata dalla domanda di alternative a basso contenuto alcolico e dalla sempre maggiore consapevolezza dei consumatori riguardo agli effetti del consumo di alcol sulla salute. Questa tendenza non solo riflette uno spostamento verso uno stile di vita più sano, ma anche un interesse crescente per l’innovazione nel settore vinicolo.

La tendenza verso i vini a basso contenuto alcolico

Mentre il vino tradizionale rimane popolare in molte regioni del mondo, c’è una chiara tendenza verso prodotti a minor contenuto alcolico. Questo è particolarmente evidente tra i consumatori più giovani e consapevoli della salute, che cercano alternative che permettano loro di godere della cultura del vino senza gli effetti negativi dell’eccessivo consumo di alcol.

Il processo di dealcolazione

I vini dealcolati vengono prodotti attraverso un processo di rimozione dell’alcol dal vino, che può essere realizzato in diversi modi. Uno dei metodi più comuni è l’osmosi inversa, in cui il vino viene filtrato attraverso membrane che separano l’alcol dagli altri componenti. Un altro metodo consiste nell’evaporazione sottovuoto, in cui il vino viene riscaldato a temperature inferiori al punto di ebollizione dell’alcol, consentendo la sua rimozione senza compromettere eccessivamente il profilo aromatico del vino.

L’importanza del profilo aromatico

Una delle sfide principali nella produzione di vini dealcolati è preservare il profilo aromatico e gustativo del vino originale. Poiché l’alcol contribuisce in modo significativo alla struttura e al sapore del vino, è essenziale utilizzare tecniche che minimizzino la perdita di composti aromatici durante il processo di dealcolazione. I produttori di successo investono quindi in tecnologie avanzate e processi delicati per garantire che il vino risultante mantenga le sue caratteristiche distintive.

La variegata offerta sul mercato

L’offerta di vini dealcolati è diventata sempre più variegata, con una vasta gamma di opzioni disponibili per i consumatori. Dai vini bianchi freschi e fruttati ai robusti rossi invecchiati, c’è qualcosa per tutti i gusti e le preferenze. Inoltre, molti produttori offrono vini dealcolati biologici e provenienti da viticoltura sostenibile, per soddisfare la crescente domanda di prodotti eco-friendly.

La tendenza verso la salute e il benessere fisico

Il crescente interesse per i vini dealcolati riflette anche una tendenza più ampia verso uno stile di vita sano e il benessere fisico. I consumatori sono sempre più consapevoli degli effetti negativi dell’eccessivo consumo di alcol sulla salute e cercano alternative che consentano loro di godere della convivialità e della socializzazione associate al consumo di vino, senza compromettere il loro benessere complessivo.

Durante la manifestazione Wine and Siena, promossa da Helmuth Köcher e da Merano Wine Festival era presente Vinuci, un’azienda di Bolzano che ha iniziato nel 2021 a creare vini dealcolati, proprio per rispondere a quella fetta di consumatori interessati alla socializzazione senza l’effetto dell’alcol. Le bevande analcoliche, a base di vino e spumante, vengono prodotte utilizzando le tecniche più innovative per garantire un’alta qualità e un profilo organolettico accattivante.

L’azienda produce 5 tipologie, partendo da una base di vino intorno al 93-94%, da mosto d’uva rettificato o succo di frutta, anidride carbonica per quanto concerne la tipologia frizzante. I vini utilizzati provengono in maggior parte dalla Germania e con una base riesling si ottiene Allegro, un vino frizzante dealcolato con sentori che ricordano la frutta gialla matura e gli agrumi. Sicuramente non si può approcciare questa tipologia pensando di trovarsi di fronte a un calice con i profumi e le sensazioni che ci potremmo aspettare dal vitigno dichiarato in etichetta; questo non vuol dire che si possano trovare esempi interessanti, in cui si ritrova una piacevolezza dell’assaggio. Allegro è tra questi ed è stato premiato con il bollino rosso di The Wine Hunter.

Una tipologia che merita sempre maggior approfondimento, per un giudizio onesto e accurato, che non risenta di preconcetti o di chiusure intellettuali. I vini dealcolati potrebbero rappresentare sempre di più una scelta attraente per coloro che desiderino godere di un prodotto alternativo al vino.

Ortona (CH): Convegno “Vino e Salute” a cura dell’Associazione Italiana Sommelier Abruzzo

di Luca Matarazzo

Esistono temi scottanti di grande attualità anche nel mondo del vino. Ad Ortona, il 19 marzo scorso, si è cercato di affrontare per gradi la materia dei recenti dibattiti in tema “Vino e Salute”.

Un convegno curato dall’Associazione Italiana Sommelier Abruzzo guidata dal Presidente Angela Di Lello nel territorio della Delegazione di Chieti – Delegato Adriana Terreri – ed alla presenza delle autorità associative regionali.

Ha collaborato alla riuscita dell’evento, con grande affluenza di pubblico, l’Enoteca Regionale d’Abruzzo, parte attiva dell’intero movimento enologico locale.

Gli interventi sono stati realizzati dal dottor Lorenzo Russo, da Angelo Radica Presidente Nazionale Città del Vino, oltreché dalla presidente Di Lello e da Manuela Cornelii referente A.I.S. per la didattica.

Ovviamente come 20Italie non vogliamo e non possiamo prendere posizioni da osservatori, seppur privilegiati, di ciò che accade ad un settore che macina fatturati in crescita.

E proprio dai numeri dobbiamo iniziare con un bilancio nazionale più che positivo dato dalle vendite di vino, raggiunta ormai la cifra record di quasi 15 miliardi di euro annui. Un italiano su due dichiara di consumare vino, con leggera prevalenza degli uomini rispetto alle donne, ma con una diminuzione complessiva del consumo abituale.

Il nodo della questione riguarda la recente richiesta (giugno 2022) in sede europea di apporre un’indicazione sulle etichette di pericolo per la salute dovuto ai consumi di alcool. Quanto conta la dose giornaliera ed esiste una quantità massima sotto la quale si possono evitare gravi complicazioni al proprio stato fisico?

Fonti dell’Istituto Nazionale Tumori rassicurano circa le dosi da rispettare per evitare di incorrere, ad esempio, in danni seri al fegato ed all’apparato gastroesofageo. Una o massimo due porzioni di vino al giorno (una singola porzione è pari a circa 125 ml per il vino – 330 ml per una birra – 40 ml per un distillato) sembrerebbero non aumentare il rischio di tumori a bocca, laringe, faringe ed esofago.

Un litro di vino invece, assunto con frequenze ripetute, esporrebbe il consumatore ad un rischio pari al 300% di danno tissutale al cavo orale e del 50% per il fegato.

Lievi benefici li si possono ottenere dall’interferenza positiva dell’acido folico presente nei legumi e nelle verdure a foglia larga. Inoltre il vino è da considerarsi comunque proporzionalmente meno dannoso di altri fattori come inquinamento, fumo di sigaretta ed uso di pesticidi.

Bisogna però porre la massima attenzione, ed è lo scopo principale delle Associazioni di categoria come la stessa Associazione Italiana Sommelier, sul fatto che l’alcool crea assuefazione e dipendenza. Non è importante il semplice concetto di “bere”, quanto piuttosto quello di “degustare” senza mai eccedere.

Un ruolo che necessita la divulgazione di un corretto stile di vita già nel percorso di apprendimento scolastico obbligatorio. I giovani d’oggi saranno i coscienti consumatori di domani; ognuno (stampa inclusa) deve fare la sua parte.

Ben vengano, dunque, iniziative di sensibilizzazione come questa: ricordiamoci che l’alcool non è un alimento e non dovrebbe essere assunto a stomaco digiuno.

Bollini no… ma tanta consapevolezza!