“Vini d’Abbazia” 2024

La terza edizione di “Vini d’Abbazia”, svoltasi nel suggestivo Chiostro di Fossanova a Priverno (LT), si è conclusa con un successo straordinario, con oltre quattromila visitatori in tre giorni, ed ha offerto un viaggio unico attraverso la storia e i sapori dei vini prodotti nelle abbazie e nei monasteri.

L’evento ha visto la partecipazione di un’impressionante schiera di produttori: venti abbazie italiane, dieci francesi e l’antica abbazia georgiana di Alaverdi hanno condiviso i loro tesori enologici con il pubblico.

Accanto a tali nomi prestigiosi, hanno brillato le otto Cantine della Strada del Vino di Latina, i produttori della Strada del Cesanese del Piglio e del Consorzio del Cesanese DOCG, le cantine della DOC del Cabernet di Atina, nonché le Cantine associate a Confagricoltura Latina.

Uno degli aspetti più apprezzati sono state le Masterclass, che hanno permesso agli appassionati di approfondire la propria conoscenza enologica. Particolarmente seguite le sessioni dedicate alle bollicine francesi e ai grandi rossi della Borgogna, organizzate in collaborazione con Les vins d’Abbayes.

Un’altra degustazione di grande richiamo è stata quella sulla tradizione dei vini monastici della Georgia, tenuta dall’enologo Donato Lanati, con uno sguardo approfondito su una delle tradizioni vinicole più antiche del mondo.

Marco Carpineti, titolare dell’omonima cantina, ha catturato l’attenzione del pubblico con vini che escono dagli schemi per qualità e finezza, grazie a una continua ricerca e sperimentazione di nuove tecniche di vinificazione. Non sono mancati momenti di approfondimento sui vini locali, con incontri dedicati al Cesanese, al Bellone, al Cabernet di Atina, ai vini estremi delle Alpi e a quelli prodotti in anfora, tutti accolti con grande entusiasmo dai winelover presenti.

Tra le degustazioni di rilievo, spiccano quelle del Monastero di Bose San Masseo, situato nei pressi di Assisi. Maddalena Mazzeschi, comunicatrice, ha presentato il Grechetto Assisi DOP Bio, il Rubeum Umbria Rosso IGT Bio 2022 e il Vermut Masseo, che hanno conquistato i palati dei presenti.

L’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, situata ad Asciano in provincia di Siena, ha portato all’evento la sua secolare tradizione vinicola. Dal 1319, i monaci dell’Ordine dei Benedettini di Santa Maria di Monte Oliveto Maggiore seguono la regola “ora et labora”, dedicandosi con sapienza alla produzione di vini eccellenti. Tra questi, hanno suscitato particolare interesse il 1319 Rosatum Toscana IGT 2020, il Rosso Toscana IGT (blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot) e il pregiato Passito del Priore IGT.

Parallelamente alle degustazioni nel Chiostro, il Borgo di Fossanova ha ospitato lo Slow Food Village, un’iniziativa che ha arricchito ulteriormente l’offerta gastronomica dell’evento. Qui, i visitatori hanno potuto assaporare specialità e presidi selezionati dall’associazione Slow Food, creando un perfetto connubio tra i vini d’abbazia e le eccellenze culinarie del territorio.

L’interesse per “Vini d’Abbazia” ha varcato i confini nazionali, attirando l’attenzione di riviste specializzate internazionali come Decanter, Wine Enthusiast e The Drink Business, che hanno inviato i propri corrispondenti per seguire la manifestazione.

Il successo di “Vini d’Abbazia” è stato reso possibile grazie al supporto di numerosi enti e istituzioni. L’evento, gratuito per gli espositori, ha beneficiato del contributo della Regione Lazio e dell’ARSIAL, della Camera di Commercio Frosinone Latina e della sua azienda speciale Informare, nonché di Confagricoltura. Fondamentale è stata anche la collaborazione del Comune di Priverno, di Oltre Roma wine tour, dei sacerdoti missionari dell’Istituto del Verbo Incarnato che curano l’Abbazia di Fossanova, della Direzione Regionale Musei Lazio e di Slowine.

Da sottolineare anche il prezioso supporto di AIS Latina, con la presenza del Delegato Umberto Trombelli, recentemente premiato come miglior Sommelier del Lazio, che ha coordinato il servizio ai banchi di degustazione e alle masterclass con grande professionalità.

La terza edizione di “Vini d’Abbazia” si è dunque confermata come un appuntamento imperdibile per gli amanti del vino e un importante momento di valorizzazione delle eccellenze enologiche e culturali del territorio. L’evento ha saputo coniugare la tradizione millenaria della produzione vinicola monastica con le più moderne tecniche di vinificazione, offrendo ai visitatori un’esperienza unica nel suo genere. La presenza, per la prima volta, di 20italie ha aggiunto un ulteriore elemento di novità e interesse all’evento, ampliando ulteriormente la gamma di vini e produttori presenti.

Vini d’Abbazia: una lunga storia dal Medioevo ad oggi

di Silvia De Vita

Per chi ama andare alla scoperta di tradizioni, culture e popoli, il vino consente di intraprendere facilmente viaggi attraverso il tempo, i costumi e i patrimoni intellettuali radicati nella nostra Penisola, (e non solo). L’Italia e l’Europa hanno una lunga storia legata ad abbazie e monasteri e al contributo che essi hanno dato alla salvaguardia della viticoltura tradizionale.

Sin dal Medioevo, le abbazie hanno avuto un ruolo cardinale non soltanto nella produzione di vino per messe e autoconsumo, ma anche nella preservazione dei “cépages” (le varietà d’uva) che altrimenti sarebbero andati persi come ha spiegato Rocco Tolfa, giornalista del Tg2, uno degli ideatori della manifestazione

E’ una storia questa che merita sempre di essere raccontata… ed è successo con la seconda edizione di “Vini d’Abbazia” nella splendida cornice dell’Abbazia di Fossanova – il più antico esempio d’arte gotico-cistercense in Italia, risalente al XII secolo.
Protagoniste dell’evento sono state proprio le abbazie, assieme a monasteri e conventi dislocati su tutto il territorio italiano e francese. Banchi di assaggio di oltre 30 cantine produttrici hanno accompagnato i visitatori, appassionati di vino e operatori del settore, in un viaggio senza confini. Tante etichette provenienti da selezioni curate da religiosi e enologi esperti.

“La scelta delle aziende, come ribadisce Marco De Cave della cooperativa Taste Roots, si è basata sul prestigio e sulla ricerca estenuante. Molte di queste sono tuttora attive, gestite da monaci e suore di diversi Ordini. Altre, lavorano in simbiosi con le abbazie stesse, avendone acquisito le competenze o la gestione diretta. Altre hanno proprio rilevato tali cantine, riprendendo le tradizioni e i progetti locali”.

Ben rappresentato il Lazio, con i vini artigianali del Monastero delle suore Trappiste di Vitorchiano, dell’Abbazia di Valvisciolo di Sermoneta e dell’Abbazia di Casamari a Veroli che domina il torrente Amaseno, e dai vini prodotti nel territorio pontino con le Cantine che aderiscono alla Strada del Vino di Latina: Sant’Andrea, Marco Carpineti, Casale del Giglio, Cincinnato, Pietra Pinta, La Valle dell’Usignolo, Villa Gianna, Donato Giangirolami.

In Campania, la Cantina Feudi di San Gregorio ha voluto dedicare uno dei loro vini più importanti all’Abbazia del Goleto che, fondata nel 1133 a Sant’Angelo dei Lombardi, ha salvato i vitigni autoctoni campani Greco di Tufo, Fiano e Aglianico dalla scomparsa; presente anche Abbazia di Crapolla di Vico Equense.

In Alto Adige, Abbazia di Novacella, quella di Muri-Gries e della Cantina Valle Isarco che cura i vigneti del Monastero di Sabiona; Abbazia di Praglia – Monastero Benedettino della provincia di Padova – e l’Abbazia di Busco del Veneto; l’Abbazia di Rosazzo del Friuli Venezia Giulia, i cui vigneti millenari sono affidati alla Cantina Livio Felluga.

La Toscana è stata rappresentata dalla Badia di Passignano (Abbazia di Vallombrosa), le cui storiche cantine sono in uso da parte della Famiglia Antinori, dall’Abbazia di S. Maria di Monte Oliveto nel Senese, La Pieve di Pievasciata, una delle più antiche del territorio chiantigiano, dal Monastero dei Frati Bianchi di Fivizzano (Massa Carrara), ; mentre l’Umbria e il suo legame tra vino e religione verrà raccontato dall’Azienda Agricola Arnaldo Caprai e dal Monastero di Bose, con le uve coltivate nelle terre del Monastero di San Masseo ai piedi del centro storico di Assisi.

”Le novità di quest’anno sono state diverse, continua Marco De Cave: La presenza delle cantine di abbazie francesi con le quali è nato un gemellaggio proficuo; la collaborazione con Slow Food, con la presenza dei suoi presidi e del suo presidente Carlo Petrini; e la vicinanza al territorio grazie alle diverse iniziative ed experiences connesse in zona”…

Ad arricchire l’evento, inoltre, le diverse Masterclass che si sono susseguite nei 3 giorni.  Di particolare rilievo è stata quella de “I vini autoctoni della provincia di Latina”, alla scoperta di Nero Buono, Bellone, Malvasia Puntinata e Moscato di Terracina condotta magistralmente da Umberto Trombelli, delegato di AIS Lazio- Sez. di Latina.  Marco Caprai, della Cantina Arnaldo Caprai, e Antonio Capaldo, di Feudi di San Gregorio,  esempi di eccellenza italiana nel mondo, per la prima volta insieme, moderati da Isabella Perugini (della Rai), hanno raccontato i loro vini e il legame con le abbazie.

Un’occasione unica per scoprire i “Vini d’Abbazia francesi” è stato l’incontro con l’Associazione Les Vins D’Abbayes.  Inoltre, gli approfondimenti su “La strada del Cesanese”, il vino dei Papi, e su “la cantina Valle Isarco” hanno permesso di conoscere meglio questi territori e le cantine che li rappresentano. Il Consorzio Atina Cabernet DOP ha raccontato l’esperienza della rinascita di un territorio nel cuore della Ciociaria, dove il Cabernet Sauvignon ha trovato il suo habitat già dall’800. Un’opportunità rara è stata la degustazione dei vini naturali del Monastero Trappiste di Vitorchiano, descritti da Giampiero Bea.

Vini d’Abbazia è stata organizzata dall’Associazione Passione di Vino, Taste Roots Soc. Coop., con il Comune di Priverno e la Regione Lazio, ARSIAL, in collaborazione con la Strada del Vino di Latina, Slow Food Lazio, e Slow Wine e Associazione Italiana Sommelier.

Alla prossima edizione!