Michele Berlendis al timone del Riva Kitchen a Firenze

Il Riva Kitchen è la nuova offerta gastronomica del Riva Lofts, struttura ricettiva fiorentina, progettata e realizzata dal noto architetto Claudio Nardi. Situato sulla “Rive Gauche” dell’Arno, l’hotel ha sede in un ex opificio del 1880 riportato in vita dall’architetto toscano attraverso un’importante e lunga opera di ristrutturazione. Siamo in una zona di Firenze molto conosciuta e non lontano dal centro cittadino, ma la sensazione che si ha al Riva è quella di essere nella tranquillità e nel silenzio della bella campagna fiorentina.

Loft

Al suo interno 11 lofts con ingresso indipendente ed un arredamento che mixa oggetti antichi a pezzi di moderno design. Il salone comune, con ampi soffitti, pareti in pietra e porte finestre che si aprono sull’ampio giardino e sulla piscina, è perfetto per momenti di relax o di lavoro. Proprio per la sua fusione tra stile metropolitano e domestico Riva Lofts Florence ha vinto numerosi premi, tra cui, nel 2008, il prestigioso “best hotel” del mensile britannico “Wallpaper”.

Il ristorante, un tempo nato per offrire servizio unicamente agli ospiti della struttura, da Luglio ha aperto le sue porte alla città ed ai clienti esterni. Le serate sono tre, Mercoledì, Giovedì, Venerdì e, con una formula menù fisso che verte su piatti più casalinghi, l’apertura straordinaria per il pranzo della Domenica. Il messaggio che il Riva vuol trasmettere è quello dell’accoglienza familiare in un ristorante fuori di casa conservando il feeling casalingo della tradizione domenicale.
E’ così quindi che il Riva Kitchen diventa ancor di più dimora per ospiti, luogo d’incontro sofisticato, rilassato, naturale ed intimo, tra i locali ed i viaggiatori che durante la bella stagione si possono accomodare fuori a bordo piscina, mentre in inverno si siedono dentro facendosi coccolare dal camino.
Il timone della cucina è nelle mani di Michele Berlendis, toscano, che di ritorno da Berlino alla guida del Bocca di Bacco (il ristorante italiano più famoso della città tedesca), accetta questa importante mansione e sfida. Oltre alle varie esperienze all’estero, Michele vanta esperienze in ristoranti stellati a fianco dello Chef Filippo Saporito a La Leggenda dei Frati, collaborazioni con Erez Ohayon ed ha impartito cooking classes alla MamaFlorence. L’amore per l’insegnamento lo Chef lo riporta al Riva Kitchen. Il Martedì ed il Sabato dalle 11:30 alle 14:30 impartisce lezioni di cucina che finiscono con con una degustazione conviviale di quanto cucinato tra tutti i partecipanti.
La cucina di Berlendis affonda le radici nella tradizione ma i piatti che presenta sono del tutto contemporanei.

Il dehors

Il menù offre la possibilità di scegliere tra classiche ricette della tradizione toscana e piatti della moderna cucina italiana. La proposta varia a seconda della stagione e disponibilità dei prodotti. Cura ed accurata selezione degli ingredienti provenienti da produttori locali per far vivere agli ospiti un viaggio all’insegna del gusto e della bontà della tavola. Ad accompagnare la proposta gastronomica troviamo un’interessante selezione di vini italiani e champagne.

Caprino caramellato

Iniziamo la degustazione con un gradito amuse bouche. Caprino caramellato su carpaccio di bietola rossa e germogli di ravanello.

Patè di fegatini con pan di ramerino

Paté di fegatini con pan di ramerino, nocciole tostate ed aceto di mele 20 anni. Il pan ramerino è croccante e la rivisitazione in chiave contemporanea del patè di fegatini ci lascia stupiti per delicatezza e vellutata morbidezza.

Uovo a 62°

Uovo a 62°, spuma di patate e guanciale croccante. Oramai un grande classico della cucina contemporanea. La temperatura di servizio è perfetta, la spuma di patate esalta il tuorlo dell’uovo, contrasta la sapidità del guanciale e mette in evidenza la croccantezza.

Trota bio

Trota bio, purea di ceci e tzatziki all’aneto. Mi ha stupito la purea di ceci che, una volta assaggiata, mi ha emozionato facendomi fare un salto indietro nel tempo al mio ultimo viaggio in Israele, laddove ho assaggiato l’humus. Quindi bravissimo.

Rosticciana al forno e salsa al caffè

Rosticciana al forno, crema di cipolle grigliate e salsa al caffé. La cottura e la morbidezza delle puntine di maiale risulta perfetta, la salsa al caffè, buona e ben dosata, niente sottrae e niente aggiunge alla bontà del piatto.

Pecorino
Mousse al cioccolato fondente

Finiamo con il dessert, a gentile richiesta mi è stato portato un ottimo pecorino per poi proseguire con una delicatissima Mousse di cioccolato fondente con olio alla mente e cristalli di sale, che per l’abbinamento cioccolata e menta rievoca il britannico after eight.
La bella esperienza è completata da un servizio informale ma molto preciso ed attento in un ambiente bello con un’atmosfera così rilassante da non sembrare neanche di essere a pochi minuti dal centro città.

Unconventional food & drink :Mag56

Si parte da Prato per fare il giro del mondo.
All’interno di un vecchio magazzino nel quale si producevano pellicce negli anni d’oro del tessile pratese, dal Dicembre 2019 ha sede il Mag56.
Il locale è aperto dal Martedì alla Domenica dalle ore 18:00 sino all’after dinner.
Ogni due Giovedì c’è la serata street food ed è stato da poco introdotto il brunch domenicale.

La sala

L’ambiente è molto urban. Una volta entrati non passa inosservato l’American Bar con la sua parete in mattoncini rossi illuminata. Atmosfera elegante e giovanile proietta il cliente in città lontane come New York, Parigi, Barcelona e Shanghai. La bellissima cucina a vista è comunicante con l’American Bar per facilitare le preparazioni di alcuni piatti, che vengono terminati al bar e di alcuni cocktail che vengono terminati in cucina. Così i distillati entrano in cucina, i succhi fermentano e dall’alambicco escono acque idrolate per esaltare bevande e piatti. Non si tratta solo di pairing ma di spingersi ad una reale fusione delle due entità, rendendo quindi il food ed il drink unconventional, come recita il claim del locale.

Murales della street artist Elsa Jean de Dieu

Solo una tipologia di arredamento diverso divide questo grande open space in zona ristorante, aperitivo e cocktail. Questo invita il cliente a scegliere la zona del locale che più gli aggrada esteticamente, libero poi di scegliere se optare per un drink oppure per una cena.

Chef Francesco Cappiello

Lo Chef
Francesco Cappiello, dopo aver frequentato la scuola Alberghiera di Montecatini Terme entra all’Alma per acquisire una formazione professionale completa. Una volta terminata entra all’Osteria Francescana a Modena alla corte di Massimo Bottura dove rimane per un anno. Torna in Toscana per entrare nella cucina di Gaetano Trovato, ristorante Arnolfo a Colle Val d’Elsa. Dopo l’esperienza italiana ha la possibilità di partire alla volta dell’Australia e non se la lascia scappare. Lì ha la possibilità di lavorare in un ambiente cosmopolita nel quale apprende nuovi modi di trattare la materia prima. Ritorna in Italia e prima di atterrare al MAG56, ha una parentesi fiorentina all’Osteria Gucci di Firenze, con Karime Lopez.

La Cucina
La cucina parte da una materia prima di qualità molto alta e da un concetto fusion. Cotture particolari, marinature e tecnica rendono ben riconoscibile la cucina del giovane Chef. Prodotti del territorio si uniscono a quelli provenienti da tutto il mondo dando vita a sapori esotici che ci fanno viaggiare lontano con la mente creando un piacevole gioco di rimandi e ricordi.

Gli amuse bouche: gelée di cordial di lime, vodka infusa con idrolato, salvia e rosmarino. Coccoli al nero di seppia con battuta di gambero rosso e granella di pistacchio, rocher di angus, nocciole e chips al nero di seppia.

Tartare di salmone ed avocado

Iniziamo con una tartare di salmone, avocado, chips di riso venere, cavolo rosso e latte di mandorla. Esteticamente il piatto è di grande impatto e si presenta come un accattivante tripudio di colori. Ottima la qualità del salmone che purtroppo si perde in una quasi totale assenza di croccantezza. Le due chips di riso venere non sono sufficienti a mantenere l’effetto crunchy per tutta la durata del piatto, che risulta molto, troppo morbido. Spiccano l’acidità, la dolcezza e la totale assenza di sapidità, ma, mi confermano sia cosa voluta.

Tartare di toro

E’ la volta della tartare di toro con maionese alla senape e miele, cipolla pickled, friskus al cappero. Piatto di ottima fattura, bilanciatissimo ed equilibrato. Da apprezzare la lunga lavorazione della carne di toro fatta per farle perdere il tipico tenore di ferro dato dall’alto livello di testosterone. Piatto riuscitissimo, uno dei migliori della degustazione.

Ostrica gratinata al Josper

Continuiamo con l’ostrica gratinata al Josper con zabaione e parmigiano. La cottura al forno é perfetta e lascia l’ostrica tiepida ma cruda sotto il velo di zabaione e parmigiano. Una vera e propria esplosione di sapore. Qua la sapidità non manca e neppure l’effetto wow appena messa in bocca.

L’ultimo dei quattro antipasti è un brulé di fegatino, cioccolato, caviale al porto e pan brioche. Una rivisitazione del classico crostino toscano che viene lavorato e montato come fosse una porzione di foie gras. Equilibrato nel suo insieme ma la porzione servita è troppo grande per poter terminare il piatto senza rimanerne saturi.

Tagliolino al nero di seppia con ostrica

Veniamo ai primi piatti. Il tagliolino al nero di seppia con ostrica, handashi, shishimi è un piatto molto spinto ed azzardato. Anche qui sono la dolcezza e l’acidità a farla da padrone. Leggendolo sul menù mi sarei immaginato un piatto molto più sapido.

Spaghetti alla carbonara affumicati

Ci vengono portati gli spaghetti affumicati alla carbonara e tartare di Angus irlandese. Bello il modo in cui vengono serviti. Il piatto è coperto da una cupola in vetro all’interno della quale c’é l’affumicatura. Una volta postato il piatto davanti all’ospite, la cupola viene sollevata lentamente e, contemporaneamente, fatta girare in maniera concentrica in modo che tutta l’affumicatura invada il piatto. Un plauso la merita la tartare di Angus che viene precedentemente condita con una salsa stile BBQ che va a chiudere il proprio cerchio con l’affumicatura.

Baccalà in foglia di banano

Arriviamo al momento del baccalà cotto in foglia di banano con salsa thai. Cottura perfetta, la foglia di banano rilascia in cottura aromi unici e la salsa thai spinge sul pedale dell’acidità.

Maialino croccante

Maialino croccante, purea di patate, salsa al Vermouth Etrusco Nero. La parte esterna del maialino viene cotta al vapore prima di essere messa in forno. E’ croccante e saporita, l’interno è molto morbido e succulento. Ottima realizzazione di un piatto per niente semplice che conserva tutti i ricordi della nostra cultura gastronomica con un occhio rivolto al futuro grazie al fondo bruno unito al Vermouth.

Lemon Card

Dulcis in fundo arriviamo al dessert. Lemon Card, cioccolata, yuzu e pan di spagna. Nonostante sia molto innovativo e futuristico, il sapore ci catapulta al classico tiramisù con un piacevole gioco di alchimie e consistenze e tanta tecnica.

Esperienza piacevole per chi ama una cucina diversa dal solito, assolutamente non convenzionale, con piatti fusion ed innovativi.

Photo Credit: Mike Tamasco, Stefano Incerti

Lo Chic, novità dell’anno Gambero Rosso 2023

Il nuovo ristorante Fine Dining di Chef Vito Mollica si trova all’interno del Palazzo Portinari Salviati a Firenze, in pieno centro, in quella che fu prima casa natale di Beatrice (la musa ispiratrice di Dante) e poi residenza di Cosimo I de’ Medici, la cui statua é al centro della corte del palazzo nella quale ha sede il Bistrot. Ieri ha ricevuto il premio Novità dell’Anno dalla Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso.

Il Bistrot

Ma é nelle suggestive cinque sale della Corte degli Imperatori, con le volte decorate dall’artista Alessandro Allori, protagonista del Cinquecento fiorentino, che lo Chef accoglie i suoi ospiti.
Tutto questo a poco più di un anno di distanza da quando Vito aveva lasciato il ristorante Il Palagio, all’interno dell’Hotel Four Season Firenze. Un anno per dedicarsi all’apertura di Chic Nonna a Firenze e Dubai, commissionato dal gruppo italianissimo Mine & Yours del quale é Director of Culinary.

Chef Vito Mollica

Una riapertura in grande stile quella di Firenze che vede sbocciare prima il bistrot: un vero e proprio salotto per Firenze, pronto ad accogliere gli ospiti con un servizio completo durante tutta la giornata che va dalla colazione al drink dopo cena. La proposta per il pranzo e per la cena é un misto di piatti internazionali come il club sandwich e l’insalata nizzarda e di piatti che hanno contraddistinto sino ad oggi la storia dello Chef, come gli eccellenti cavatelli cacio e pepe con gamberi rossi e calamaretti spillo marinati.
Torniamo però al ristorante Fine Dining. L’ambiente é mozzafiato, siamo in una delle sale da pranzo più belle al mondo. Comode sedute in velluto color smeraldo e tovaglie lunghe che sfiorano il prezioso mosaico del pavimento oggi giustamente protetto da una lastra vetro sulla quale si cammina lentamente, con gli occhi rivolti verso il basso per ammirarne ogni singolo centimetro.

Dining Room

Ci si siede a tavola accompagnati dal personale di sala: la mise en place é elegante, dai colori candidi ma caldi che si sposano perfettamente con l’ambiente storico senza appesantirlo.
Continuiamo a guardarci attorno, ammiriamo il soffitto affrescato, le colonne che sostengono il palazzo, la fontana in mezzo alla sala e rimaniamo a bocca aperta scoprendo tutta questa bellezza che sino ad oggi é rimasta chiusa per anni agli occhi del mondo.
Chef Mollica lavora con un’attenzione particolare alla materia prima ed alla sua stagionalità. Ogni sua creazione é un equilibrio di sapori chiari e decisi, abbinamenti mai scontati e di continui giochi di consistenze. In cucina, con lui ci sono Rosario Bernardo e Paolo Acunto.
La proposta culinaria di Chic Nonna prevede 2 menù degustazione: Corte degli Imperatori (proposte di carne e pesce – 5 portate a 145 Euro) e Rubabriciole (proposte vegetariane – 5 portate a 125 Euro) oltre ad offrire – più che giustamente – la possibilità di scelta à la carte che conta di 5 piatti per ogni portata (antipasti da 25 a 75 Euro, primi da 32 a 40 Euro, secondi da 48 a 65 Euro, dessert da 20 a 24 Euro).
Particolarmente interessante nel menù é la presenza degli Incipit: ovvero una selezione d’eccellenze come salmone affumicato, ostriche, acciughe, caviale e prosciutto Pata Negra: prodotti di nicchia e di alto valore che vanno ancor più ad arricchire la già ricca proposta culinaria.
Per gli amanti del wine pairing esistono 3 percorsi degustativi da 5 calici ognuno: Champagne e bollicine (90 Euro), Terra Toscana (75 Euro) ed Iconici (130 Euro)
Veniamo alla degustazione: dopo gli amuse bouche scelgo Racconti di Mare, un mix di dieci portate di pesce, molluschi e crostacei crudi e marinati.
La qualità del crudo é eccellente e sapientemente abbinata a vari condimenti che non sovrastano né nascondono il puro sapore del pesce ma lo esaltano all’ennesima potenza.

Amuse Bouche
Racconti di Mare

E’ il momento dei tagliolini fatti in casa ai ricci di mare, aglio nero e limone. Un piatto elegante e pieno di gusto nel quale però, avrei preferito non sentire quella puntina di burro chiarificato che va lievemente ad attenuare il forte sapore del riccio. La pasta é di ottima fattura, tanto per spessore e porosità, pronta a raccogliere i ricci ogni volta che si arrotolano i tagliolini alla forchetta.

Tagliolini ai ricci di mare

Continuo con la pezzogna all’acqua pazza e sedano glassato. Il piatto è completamente rivisto in chiave moderna per quanto riguarda l’impatto visivo ma conserva tutti i sapori schietti e veraci del piatto tradizionale. Una corretta sapidità ed una cottura del pesce da massimo dei voti con lode accademica.

Pezzogna all’acqua pazza con sedano glassato

Il servizio di sala, diretto da da Mark Ignatov e Davide Altobelli, é elegante, professionale ed attento. Ogni piatto viene spiegato in maniera chiara e fruibile anche ai non addetti ai lavori.

da sinistra: Clizia Zuin, David Bonissone, Davide Altobelli, Rosario Bernardo, Vito Mollica, Paolo Acunto, Mark Ignatov

La carta dei vini proposta dalla sommelière Clizia Zuin, oggi conta di 350 etichette italiane – con una particolare attenzione per la Toscana – ed estere.
Durante la serata, incuriosito dal racconto di Clizia, assaggio uno sparkling wine analcolico italiano. Bollicina persistente, struttura elegante, solo lievemente dolciastro nel suo retrogusto. Credo che siamo a buon punto anche su questa particolare tipologia di richiesta di mercato.

Interessante anche la proposta dei caffé: espresso, moka oppure french press laddove la polvere di caffé viene versata nell’acqua già calda all’interno dell’apposita caffettiera francese (una sorta d’infusiera composta da un bicchierone cilindrico in vetro ed un coperchio con a parte uno stantuffo) e lasciata in infusione per circa 5 minuti. Viene inserito lo stantuffo nell’infusiera e si spinge lentamente verso il basso in modo da filtrare l’acqua dai corpuscoli in sospensione. A quel punto il caffé viene versato nella tazzina e servito al cliente.

French press

Sono convinto che sentiremo parlare molto (bene) ed a lungo di questo nuovo ristorante fiorentino.

Acchiappagusto, l’emozione dei sapori di chef Andriolo

Conosco la Chef Eleonora Andriolo in una bella sera d’estate di qualche anno fa, nel mio dopo cena sulla bella terrazza del suo ristorante ad Arcugnano (VI), Ristorante Acchiappagusto, L’Emozione dei sapori. Dopo anni di frequentazione dei suoi locali (assieme al papà Flavio, Marta, ed alla sorella Sofia, Eleonora ha anche un ristorante a Grumolo, L’Alchimista del gusto) ho avuto l’occasione ed il piacere di poterla intervistare in una diretta Instagram.

Eleonora Andriolo

Veneta e giovanissima Eleonora inizia a lavorare nella ristorazione a 23 anni, prima in sala ma, affascinata dalla materia prima, non ci mette molto ad arrivare in cucina, dove, sotto l’attenta guida del padre, esprime il meglio di sé, diventando in pochissimo tempo una delle giovanissime Chef emergenti più in luce in Veneto.
Ad accorgersi di lei, oltre a guide e riviste specializzate, anche emittenti TV locali che la invitano spesso ad eventi ed a contests gastronomici di rilievo.
Riesce a combinare benissimo la sua passione per i sapori e per il cibo con la sua passione per il viaggio. Due passioni che vanno di pari passo alla scoperta di nuovi profumi, di nuovi gusti, di spezie ed erbe aromatiche da riportare nella sua cucina.

Dining Room

Esperta alchimista di sapori, amante delle spezie e delle erbette aromatiche, il palato fine lo ha ereditato dalla nonna, che ancora oggi assaggia i suoi piatti prima che Eleonora li metta nel menù. Come capirete la cucina ce l’ha nel sangue, ma non per questo si adagia sugli allori. Nei periodi di chiusura del suo ristorante Eleonora viaggia alla scoperta di nuovi sapori, fa corsi per affinare le sue tecniche e stages presso ristoranti stellati.

Dehor

Nei giorni di lavoro si alza presto, va a far la spesa poi si chiude nella cucina del suo ristorante sino a che l’ultimo cliente non è andato via. Il messaggio che passa è che non basta saper fare un bel piatto o una bella presentazione per essere uno Chef, bisogna fare tanta, tanta pratica, avere tanta pazienza, voglia di fare e soprattutto tantissima determinazione.
Eleonora, da Executive Chef, cucina ogni prodotto che propone nel suo ristorante a partire da pane e grissini, antipasti, primi e secondi ma mi confessa il suo amore infinito per i dolci.

L’Emozione

Tra gli antipasti ottimo é l’emozione un assaggio di 5 noce di capasanta, crema di zucca e tartufo, polpo arrosito su crema di pistacchi, calamari riieni con falsa maionese di avocado, spuma di burrata con acciuga del Cantabrico, ringo di baccalà son salsa alla liquirizia. Un viaggio nelle proposte di Eleonora che identificano la sua filosofia di cucina ed il suo percorso professionale sino ad oggi.

Sedanini al riccio di mare, carpaccio di gambero rosso ed emulsione di alga

Assaggiamo anche i sedanini con riccio , carpaccio di gambero rosso ed emulsione di alga. Un piatto dai forti sapori laddove la sapidità del riccio di mare viene sapientemente contrastata dalla dolcezza del gambero rosso e l’emulsione di alga chiude il cerchio del boccone.

Carpaccio tiepido di lingua salmistrata, porcino fresco, salsa verde e croccante di polenta

Per gli amanti della carne segnaliamo il carpaccio tiepido di lingua salmistrata, porcino fresco, salsa verde e croccante di polenta. Un piatto di assoluto equilibrio e freschezza. Bello anche il gioco di consistenze che trova la sua parte più croccante nella polenta.
Una cucina che tiene conto della tradizione per proporre l’innovazione, rispettando stagionalità ed avendo un occhio di riguardo ai prodotti del territorio.

La cucina di mare del Gourmet di Brunello Sichi

Da quando aprì le sue porte nel 1985, sempre in Via Amendola, il ristorante Gourmet (mai nome fu più azzeccato) è noto come uno tra i migliori ristoranti di pesce di Montecatini, portando nella ridente cittadina termale 1 stella Michelin (correva l’anno 1988-’89). Il patron Brunello Sichi ed il figlio Alessio accolgono i clienti in una location dall’arredamento casual chic da 38 coperti.

il mio tavolo preferito

Il servizio in sala è guidato da Alessio, maître di sala e dai suoi collaboratori. Servizio preciso, puntuale e professionale senza essere mai invadente. Degno di menzione é sicuramente Canio, uno che in sala fa sentire la sua assenza quando non c’é. Un plauso va al loro servizio al gueridon per alcune portate (crêpes suzettes, tartare, solo per citarne alcune): modalità di servizio quasi sparita anche in molti ristoranti stellati.

Alessio Sichi colto durante il servizio al gueridon

La cucina, capitanata dagli chef Anna Esposito e Gualtiero Gherardi, è la rappresentazione esatta di una cucina moderna che affonda le basi nella solida tradizione culinaria del nostro Paese con la forte consapevolezza di lavorare ogni giorno una materia prima d’assoluta eccellenza. Il vero plus è però rappresentato dal palato di patron Brunello Sichi: non c’è piatto che venga portato al tavolo che lui non assaggi.

La storia nella ristorazione di Patron Brunello parte da lontano, quando ancora ragazzo, militava nelle sale di vari ristoranti di zona. Poi il suo primo ristorante, in società con un’altra persona, non lontanissimo da Montecatini. Il grande salto non tarda a venire, ed alla prima occasione, trovata la location a lui più consona, nella sua città termale, apre il Gourmet, vero punto di riferimento della ristorazione fine dining in città.

crudo di mare

Il menù, prettamente di mare, lascia spazi ad importanti primizie di terra di stagione, ovuli e tartufo bianco compresi, completando egregiamente le proposte culinarie. Aprire il menù e vedere che non ci siano molti piatti elencati è importante ed il fatto che si possa tranquillamente chiedere un piatto non in lista e che ti venga fatto con estrema spontaneità lo è ancora di più. Chapeau!

Tra i piatti evergreen troviamo tra gli antipasti le cinque delizie dello chef, cinque assaggi di mare che variano con il cambiare del pescato del giorno ma che trovano il loro pilastro fisso nell’ormai famosissima crocchetta di pesce: da non perdere.

Le cinque delizie parte 1
Le cinque delizie parte 2

Tra i primi figurano spaghetti al riccio di mare, spaghetti alle arselle e bottarga di Cabras (uno dei pochissimi ristoranti fine dining a grattare la bottarga al tavolo), tortelli fatti a mano di pescatrice e timo in sauté di vongole veraci ed, in stagione, tagliolini al tartufo bianco. Anna Esposito é la Chef addetta ai primi e vi posso assicurare che ha una mano pulita, delicata ed altamente riconoscibile. Tra i secondi rana pescatrice lardellata e julienne di carciofi, catalana di crostacei, filetti di rombo impanati con mandorle e pistacchi e gran plateau di crudo di mare. E’ quindi Gualtiero Gherardi lo Chef che vi delizia con i secondi utilizzando la sua esperienza e delicatezza nel prepararveli con tutta la sua passione.

Spaghetti ai ricci di mare

La carta dei vini è molto interessante e profonda ed annovera etichette d’importanti maisons italiane e non. Gran spazio alle bollicine. Rapporto qualità prezzo commisurato alle proposte, servizio offerto e locale.

Il Parco di Villa Grey, la cucina di Roberto Monopoli

Il ristorante Il Parco di Villa Grey1 Stella Michelin, si trova all’interno dell’Hotel Villa Grey, antica dimora del 900, a Forte dei Marmi.
Per accedere al ristorante si passa per la reception, dove si viene accolti dal personale ed accompagnati in sala.

La location é molto elegante: tavoli rotondi con una mise en place dai colori sobri e caldi che rendono l’ambiente accogliente e molto rilassante.
Nella bella stagione la sala viene allestita all’esterno, nel giardino privato, il parco appunto, laddove il verde della vegetazione e le luci calde la fanno da padrone trasmettendo una bella sensazione di eleganza e lusso.

L’Executive Chef é Roberto Monopoli, di origini pugliesi che risiede a Villa Gray da poco tempo ma che non ha esitato a mettere la sua firma del gusto ai piatti proposti. Roberto viene da esperienze in giro per l’Italia ed il mondo, calcando cucine di ristoranti rinomati come da Caino a Montemerano, da Claudio Sadler a Milano, con Alain Ducasse quando questi patrocinava L’Andana, a Castiglione della Pescaia, ed infine da Giuseppe Mancino del Piccolo Principe di Viareggio.

La direzione del servizio di sala é affidata al maître Fabio Santilli, premiato dal Gambero Rosso nel 2020 come miglior servizio di sala, che dirige un team giovane e professionale tra i quali spiccano Gianluca Velardi, secondo maître, che pur giovanissimo vanta esperienze precedenti in ristoranti stellati ed il sommelier Luca Florio che con professionalità e conoscenza illustra le proposte di una carta vini molto ben articolata per far vivere agli ospiti un’esperienza gustativa a tutto tondo.

La filosofia di cucina di Chef Monopoli ruota attorno alla qualità delle materie prime utilizzate. Pur utilizzando per la maggior parte ingredienti del territorio, strizza volutamente l’occhio alle proprie origini (sud Italia), come trovo giusto che sia per ogni Chef. Trovo che questo fattore sia non solo distintivo e caratterizzante ma soprattutto un vero valore aggiunto da veicolare ai fortunati ospiti.

Tra i piatti assaggiati merita menzione il Carpaccio di Gambero Mazzarese, Caviale, Maionese all’Alga Spirulina e Crescione di Mare. La dolcezza del gambero viene contrastata con la sapidità e l’acidità dell’alga spirulina – qui in maionese – ed il crescione di mare dona quel tocco di croccantezza che ben si coniuga con la morbidezza del carpaccio di gamberi.

Segue a ruota il tagliolino ai ricci di mare, tartufo nero e aglio invecchiato. Un piatto dal sapore sorprendentemente delicato grazie all’uso dell’aglio nero invecchiato. Le scaglie di tartufo nero adagiate sopra al tagliolino vanno senza dubbio ad apportare ancora più valore estetico al piatto – anche se non ce n’era bisogno – ma il suo sapore non vira, vuoi perché si tratta di un tartufo nero, quindi in generale meno intenso nei profumi rispetto al fratello maggiore bianco, vuoi perché comunque il sapore del riccio é generalmente più forte del tartufo stesso. Senza dubbio un ottimo piatto e che riprenderei ma che personalmente avrei preferito più incisivo in favore del sapore del riccio di mare.

Da sottolineare anche l’ottima vaporata di mare, un grande classico versiliese ed apparentemente di semplice esecuzione. L’ottima cottura pesce ed il corretto abbinamento con le maionesi e le gelées lo rendono un piatto con un equilibrio di sapori che non ho dubbi nel definire eccellente.

Esperienza interessante grazie ad un’espressione di cucina schietta e sincera che vede le intenzioni dello chef concretizzarsi nei suoi piatti, laddove la smaniosa ricerca dell’effetto wow lascia piacevolmente spazio al gusto.

Lux Lucis : emozione e creatività

Il ristorante, premiato con 1 Stella Michelin nel 2017, si trova sul rooftop dell’Hotel Principe a Forte dei Marmi.
Si sale al ristorante arrivando dalla hall dell’hotel 5 stelle lusso tramite un ascensore. Una volta aperte le porte siamo catapultati in bellissimo open space laddove inizialmente é l’American Bar a farla da padrone.
Addentrandosi verso la sala si scorge la cucina a vista nella quale marmo ed acciaio convivono alla perfezione.
La sala é divisa dalla terrazza antistante da pareti a vetro che vanno dal pavimento al soffitto e dalle quali si gode di una fantastica vista sul mar Tirreno da un lato e le Alpi Apuane dall’altro.
L’ arredamento minimal, dai colori caldi e rilassanti, si confonde armoniosamente con i colori della natura del panorama circostante nel quale si perde l’occhio del fortunato ospite.

Dining Room

Il servizio di sala é elegantemente guidato e coordinato dal maitre sommelier Sokol Ndreko, vincitore del titolo di miglior sommelier italiano nel 2015 e proclamato dalla Guida dell’Espresso nel 2017 come miglior maitre dell’anno. Un servizio gentile, professionale e molto empatico.

Sokol Ndreko

La cucina é capitanata dall’Executive Chef Valentino Cassanelli, nato e cresciuto in provincia di Modena nel 1984.
Alla guida del Lux Lucis dal Febbraio del 2012, si aggiudica 1 Stella Michelin nel 2017, nel 2018 l’Hotel Principe Forte dei Marmi ha ricevuto il premio Best Dining Experience da Condé Nast Johansens. Nel 2020 ha inoltre vinto i premi “Pasta dell’anno” ed i 4 cappelli di Le Guide de L’Espresso e, sempre nel 2020, il ristorante è stato nominato Luxury Rooftop Restaurant per il continente europeo da World Luxury Restaurant Awards.

Forte della sua origine emiliana, Valentino inizia da piccolo a muovere i primi passi in cucina avendo come fonte d’ispirazione la nonna, di origini bolognesi e cuoca eccellente. Ogni Domenica la nonna preparava la sfoglia di pasta all’uovo tirata energicamente con il mattarello e faceva giocare il nipotino facendogli chiudere i tortellini, tagliare le tagliatelle e riempire i ravioli. Durante le vacanze estive, ai tempi delle elementari, dopo i giochi con gli amici, Valentino tornava a casa e si divertiva a preparare piatti già molto particolari alla mamma che rientrava dal lavoro e lei, a sua volta, si divertiva a criticarli con cura ed assoluta maestria.

La passione per la cucina e per il viaggio lo portano giovanissimo a lavorare nelle cucine dei più prestigiosi ristoranti d’Europa come la Locanda Locatelli ed il Nobu a Londra, prima di approdare nella famosa cucina di Carlo Cracco, al tempo bistellata, nella quale divenne Junior Sous Chef.
Proprio come accade nella preparazione di una ricetta, l’esperienza lavorativa e di gusto acquisita in giro per il mondo viene mixata, sintetizzata, filtrata e fatta propria.

I piatti di Chef Cassanelli sono frutto di esperienze e gusti lontani, di tradizione italiana ed emiliana unite all’innovazione nelle tecniche che gli permettono audaci abbinamenti che sfociano in piatti altamente equilibrati nel gusto e nell’estetica.

Chef Valentino Cassanelli e la sua brigata di cucina e di sala

Una cucina che non si ferma, che continua ad evolversi con l’evolversi della società, delle sue innumerevoli richieste e dei nuovi dettagli che quotidianamente lo Chef osserva.
Ne é un esempio il nuovo menù che Valentino ha voluto per il 10° anniversario del ristorante nel quale alterna i piatti più rappresentativi dei menù dei dieci anni passati a novità assolute.

Amuse Bouche

Parliamo quindi del crudo di gambero viola e litorale con ricordo di cacciucco. La dolcezza del gambero viola viene sapientemente contrastata dalla sapidità del ricordo di cacciucco, un ridotto completamente liquido, del famoso e saporitissimo piatto labronico.

Doveroso annoverare anche la bavetta al canestrino lucchese con granchio e cacao. Il canestrino lucchese é caratterizzato da una polpa morbida, dalla quasi assenza dei semi oltre che alla sua poca acquosità e da una buccia molto sottile. Ben si lega con la dolcezza del granchio contrastata ed esaltata allo stesso tempo dalla nota amara data dalla polvere di cacao.

Piatto iconico é la invece triglia al pino marittimo con alghe e mare. La triglia viene prima marinata nella resina di pino poi e accompagnata ad alga wakame in versione fresca e secca, polvere di pinoli tostati e acqua di mare, servita su un ramo di pino fumante. Il piatto ha lo scopo preciso di portare chi lo assaggia all’emozione di essere seduti al ristorante ed essere colpiti dalla brezza del mare che gli viene in contro attraversando la pineta ed andando verso i monti.

La carta dei vini è composta da circa 1.000 etichette delle più blasonate maisons con ampio spazio dedicato alle bollicine italiane e d’Oltralpe.

In sostanza una cucina che lavora sulle emozioni, sui sensi, per dare altrettante emozioni a chi assaggia.

Photo Credit: Gabriele Stabile | Stefano Incerti

Chef Marco Stabile all'opera

L’Ora d’Aria raddoppia ed apre anche a Castiglionecello

Dall’incontro dello Chef con la proprietà della storica gelateria artigianale Dai Dai di Castiglioncello (aperta nel 1948), nasce questa bella e nuova avventura estiva di Marco Stabile.

Chef Marco Stabile all'opera
Chef Marco Stabile all’opera

Nonostante il ristorante Ora d’Aria a Firenze resti aperto anche nei mesi estivi, Chef Stabile si lancia in questo intrigante spin-off sulla costa e così, dallo scorso 02 Giugno, il ristorante apre le sue porte al pubblico tutte le sere per la felicità di gastronauti ed amanti del Fine Dining.

Il ristorante trova la sua location sulle terrazze della storica gelateria, disposte a piani rialzati che si affacciano sulla bellissima baia del Quercetano. Distante ma non troppo dal centro cittadino, arroccato a metà di una collina che si affaccia sul mare e contornato da rigogliosi lecci, il locale si presenta come una vera e propria oasi di relax.

Proposte culinarie ma non solo. L’Ora d’Aria al Dai Dai é anche luogo di riferimento per un aperitivo o per un drink dopo cena con i cocktail del bar tender Lorenzo Giorgi. Un locale smart, informale ma allo stesso tempo elegante e romantico, che ben si adatta alle esigenze della clientela che popola questo stupendo tratto di costa toscana.

il bar tender Lorenzo Giorgi

La cucina de L’Ora d’Aria Dai Dai vanta la mano chiara e riconoscibile dello Chef Stabile. I piatti sono un connubio di tecnica e fantasia, oltre che di gusto pulito e ben definito. Trovo corretta l’idea di Chef Marco di non trasformare la cucina di questo ristorante in una copia, pur bella che sia, de L’Ora d’Aria a Firenze. I palati più fini e più esperti riconosceranno sicuramente la firma dello Chef ma la proposta in menù é totalmente differente.

Una cucina che parla di mare, almeno per l’80% del menù proposto e che vede convivere nei piatti di mare anche ingredienti di terra, con abbinamenti apparentemente impossibili ma totalmente ponderati e ricercati per donare il proprio carattere distintivo a questa nuova Stabile creatura.

Veniamo ai piatti scelti per la serata. Dopo un drink di benvenuto ed ai consueti amuse bouche, iniziamo con una triglia al forno su crema di fois gras, mela compressa ed olio al basilico. La croccantezza della parte esterna del pesce unito alla caratteristica sapidità della triglia stessa ben contrasta con la vellutata dolcezza della crema di fois gras, realizzata magistralmente dallo Chef. L’olio al basilico conferisce freschezza e chiude perfettamente il cerchio del gusto del piatto unendo saldamente ogni ingrediente con gli altri, lasciando, alla fine, la bocca completamente pulita da ogni sapore e con una nota di piacevole freschezza.

Continuiamo con un tagliolino fatto in casa alle arselle che, rispettando la tradizione culinaria locale, viene servito in rosso – cosa che non amo – ma si sa, località che vai, tradizione che trovi. A parte questo mio appunto del tutto personale é doveroso sottolineare che il piatto é stato eseguito in maniera perfetta ed il suo gusto eccellente.

Ho concluso con il mio dessert tradizionale: un piatto di ostriche, che nell’occasione è stato un’alternanza di ostriche dolci e salate.

Assieme al caffé ci viene proposto l’immancabile e ben noto Bocconcino Dai Dai: un cremino declinato in vari gusti, ricoperto da un guscio di ottimo cioccolato fondente. Molto interessante e gustosa é anche la famosa cassatina Dai Dai.

la cassatina Dai Dai

Il servizio di sala é molto gentile e preparato, informale ma molto attento. Bravissima la sommelière Giulia Marino che ci ha illustrato con maestria ed entusiasmo le varie proposte della sua carta vini. Per l’occasione ci ha consigliato un Blanc de Blancs pas dosé Cavalleri, Franciacorta.

la sommèliere Giulia Marino

Molto romantica la scelta dello Chef di aprire un locale estivo a Castiglioncello, dove mosse i suoi primi passi in cucina ai tempi della scuola alberghiera. Scelta di successo per Marco Stabile che rimane senza dubbio alcuno uno dei massimi esponenti dell’alta cucina in Toscana ed in Italia.

da sinistra: Stefano Incerti e Chef Marco Stabile

Chef Giuseppe Mancino: il piccolo principe *di Viareggio

*grandioso
Lasciata la splendida vista sul mare e sulla passeggiata di Viareggio dal bellissimo roof top del Grand Hotel Principe di Piemonte, la sala de Il Piccolo Principe, adesso al piano terra, acquista in tranquillità ed eleganza.

Quasi come fosse una lussuosa veranda, oggi la sala si sviluppa verticalmente lungo le splendide vetrate che danno sulla passeggiata. Tocchi dorati, tavoli rotondi, ampi e notevolmente distanziati tra di loro, mise en place minimal chic e fiori freschi ne caratterizzano l’arredamento.

L’Executive Chef Giuseppe Mancino, classe 1981, dopo aver avuto varie esperienze lavorative in ristoranti stellati in italia, ricordiamo nel 2003 l’incontro illuminante con Gualtiero Marchesi all’Albereta dove lavora come Chef de Partie, ed all’estero, tra i quali ricordiamo il Louis XV di Principato di Monaco alla corte di Alain Ducasse, atterra nella cucina del Piccolo Principe di Viareggio nel 2005.
Dopo soli tre anni, a Novembre del 2008, arriva la prima stella Michelin e nel 2014 la seconda.
Da allora il ristorante mantiene le due stelle Michelin ed é stato premiato con 3 forchette dal Gambero Rosso (2021).
A gennaio 2022, il Ristorante Il Piccolo Principe è entrato a far parte dell’Associazione Le Soste, nata nel 1982 per promuovere una cultura enogastronomica di altissimo livello.

Quello tra Giuseppe Mancino ed Il Piccolo Principe é un matrimonio lungo 17 che lo incorona il più giovane Chef bistellato per più lungo tempo all’interno della stessa cucina.

Ma non é solo l’Executive Chef de Il Piccolo Principe ma il vero cuore pulsante della ristorazione del Grand Hotel Principe di Piemonte, curando anche le proposte per la prima colazione, per il Maitò Viareggio (adesso sul roof top dell’hotel) e per il lounge bar.

La cucina di Chef Mancino ha molte sfaccettature, é in continua evoluzione e non rimane imprigionata in limitanti cliché poi difficili da seguire. Gusti decisi, creazioni ricercate ed armoniche. Certamente tiene conto delle proprie radici campane, della Toscana nella quale oramai risiede da tempo ma anche dell’esperienza dei suoi viaggi all’estero, Francia ed Asia in primis.
Una cucina etica e rispettosa della materia prima e del cliente, del gusto e dell’estetica del plating. La grande abilità dello Chef é il saper tirar fuori il meglio da ogni materia prima utilizzata, legandola assieme alle altre in totale armonia, come le note in uno spartito.

Nel menù oggi sono presenti 3 percorsi degustazione: I Classici (6 portate), L’Essenziale (8 portate) e L’Esperienza (10 portate) oppure é offerta la possibilità di scegliere à la carte.

Tra i piatti assaggiati merita menzione la triglia, maionese al nero di seppia, bietola e salsa al cacciucco. La croccantezza della triglia e la sua sapidità contrastano perfettamente con la morbidezza e l’amarognolo della bietola e con la delicatezza della maionese al nero di seppia. La salsa al cacciucco, per niente invadente, é la perfetta chiusura del cerchio gustativo.

Impossibile non parlare della Calamarata di Gragnano servita sottovetro, frutti di mare, crostacei, punte di asparagi: piatto signature dello Chef. La cottura della pasta viene terminata in vasocottura e portata al tavolo direttamente nel vasetto, nel quale, agitandolo, viene completata la mantecatura. All’apertura del barattolo esplodono tutti i profumi degli ingredienti che, all’assaggio, incontrano piena corrispondenza in piacevolissime sensazioni gustative.

L’obiettivo dello Chef é quindi pienamente raggiunto: far venire un’immediata voglia di mangiare il secondo boccone subito dopo aver assaggiato il primo

Il servizio di sala é professionale, attento ma non impettito. Carta vini profonda con presenza d’importanti etichette italiane e non.